USA-presidenziali Novembre 2012
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
Il cardinale all’assalto di Obama
04 marzo 2012
Difficile definire parole pacate quelle pronunciate dal vescovo di New York
(e presidente della conferenza episcopale)
Timothy Dolan.
Con un discorso sulla politica destinato a fare rumore che segue una serie di attacchi alla presidenza e tentativi di dialogo non andati in porto, Dolan ha chiamato i cattolici a partecipare di più.
Perché?
Semplice, nell’America di Obama c’è un assalto alla libertà di religione.
“Non si tratta di contraccezione o di salute delle donne, ma di una intrusione radicale e senza precedenti nella libertà delle chiesa di insegnare e santificare come crede”.
L’attacco all’arma bianca del cardinale contro l’amministrazione viene da uno scontro sulle assicurazioni sanitarie che rimborsano la contraccezione .
Il cardinale ha anche aggiunto che la cultura secolare “sembra scoprire un nuovo diritto ogni giorno, sentiamo dire che c’è il diritto alla sterilizzazione, all’aborto, alla contraccezione chimica”.
La sua, spiega, è una battaglia per la libertà di religione.
Il tema è, ripetiamolo, l’obbligo di assicurazione anche per chi lavora negli enti religiosi, ovvero l’obbligo ad assicurarsi per una cosa che gli individui ritengono essere un peccato.
La chiesa lo ritiene un assalto alla libertà religiosa degli individui, sancita in maniera nettissima dalla costituzione americana.
Difficile pensare però che i cattolici, che non sono necessariamente progressisti, nemmeno a New York, ma nemmeno sono dei retrogradi, ritengano che inscenare questa crociata contro la contraccezione sia appropriato.
Il cardinale Dolan chiede più impegno in politica dei laici, perché le parole dei preti non le ascolta più nessuno.
I bei tempi del prete irlandese figura chiave nei quartieri di Boston e New York sono passati.
Da un bel po’.
Vedremo che forma prenderà questo impegno, se ci sarà.
Certo, con le sue parole, il cardinale sta facendo un enorme favore di fatto alla parte conservatrice del partito repubblicano.
I sondaggi indicano che i cattolici non si ritrovano nella crociata.
http://america2012.comunita.unita.it/20 ... -di-obama/
quanto sopra per chiarire da che parte si schiera la Chiesa contemporanea…ovviamente non solo in America.
04 marzo 2012
Difficile definire parole pacate quelle pronunciate dal vescovo di New York
(e presidente della conferenza episcopale)
Timothy Dolan.
Con un discorso sulla politica destinato a fare rumore che segue una serie di attacchi alla presidenza e tentativi di dialogo non andati in porto, Dolan ha chiamato i cattolici a partecipare di più.
Perché?
Semplice, nell’America di Obama c’è un assalto alla libertà di religione.
“Non si tratta di contraccezione o di salute delle donne, ma di una intrusione radicale e senza precedenti nella libertà delle chiesa di insegnare e santificare come crede”.
L’attacco all’arma bianca del cardinale contro l’amministrazione viene da uno scontro sulle assicurazioni sanitarie che rimborsano la contraccezione .
Il cardinale ha anche aggiunto che la cultura secolare “sembra scoprire un nuovo diritto ogni giorno, sentiamo dire che c’è il diritto alla sterilizzazione, all’aborto, alla contraccezione chimica”.
La sua, spiega, è una battaglia per la libertà di religione.
Il tema è, ripetiamolo, l’obbligo di assicurazione anche per chi lavora negli enti religiosi, ovvero l’obbligo ad assicurarsi per una cosa che gli individui ritengono essere un peccato.
La chiesa lo ritiene un assalto alla libertà religiosa degli individui, sancita in maniera nettissima dalla costituzione americana.
Difficile pensare però che i cattolici, che non sono necessariamente progressisti, nemmeno a New York, ma nemmeno sono dei retrogradi, ritengano che inscenare questa crociata contro la contraccezione sia appropriato.
Il cardinale Dolan chiede più impegno in politica dei laici, perché le parole dei preti non le ascolta più nessuno.
I bei tempi del prete irlandese figura chiave nei quartieri di Boston e New York sono passati.
Da un bel po’.
Vedremo che forma prenderà questo impegno, se ci sarà.
Certo, con le sue parole, il cardinale sta facendo un enorme favore di fatto alla parte conservatrice del partito repubblicano.
I sondaggi indicano che i cattolici non si ritrovano nella crociata.
http://america2012.comunita.unita.it/20 ... -di-obama/
quanto sopra per chiarire da che parte si schiera la Chiesa contemporanea…ovviamente non solo in America.
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
Super Tuesday, in palio 355 delegati.
In Ohio testa a testa Santorum-Romney.
Si vota in dieci Stati.
Ma il giorno più importante delle primarie non è più però quello conclusivo della campagna per la nomination repubblicana:
il nuovo sistema di ripartizione dei delegati prolunga il processo di selezione fino alle scelte degli altri Stati.
L'ex governatore del Massachusetts e l'ultraconservatore ex senatore della Pennsylvania si giocano la vittoria nello Stato decisivo.
WASHINGTON -
L'atteso Super Tuesday è ormai alle porte, domani si voterà in 10 stati dove saranno in palio in tutto 437.
Si tratta di un numero di delegati superiore a quello dei delegati finora assegnati in due mesi di primarie repubblicane, cioè 355.
Tradizionalemente considerata un data cruciale del cammino delle primarie, questo Super Tuesday ha acquistato maggiore importanza di fronte all'andamento altalenante delle precedenti, e la conseguente assenza ancora di un chiaro front runner.
Il numero magico per aver la nomination in tasca è 1144 - cioè la metà dei 2286 delegati che parteciperanno il prossimo agosto alla convention di Tampa - e al momento i due principali sfidanti, Mitt Romney e Rick Santorum, hanno rispettivamente 184 e 90 delegati.
Nello Stato considerato decisivo - anche nel voto presidenziale - l'Ohio,
Romney e Santorum sono dati dai sondaggi in sostanziale parità.
Romney arriva alla sfida decisamente avvantaggiato dopo aver vinto anche l'ultimo caucus in ordine di tempo, quello dello Stato di Washington 1.
Ma la battaglia tra i candidati del Grand Old Party sembra destinata a durare ancora molto a lungo.
Tra il più moderato ex governatore del Massachusetts - che all'inizio della campagna elettorale era considerato il predestinato per la nomination - e l'ultraconservatore Rick Santorum - vera sorpresa di queste primarie - è sempre testa a testa.
Negli ultimi sondaggi, i due sarebbero alla pari in Ohio (32 a 32), uno degli Stati più importanti in cui si voterà domani, con 66 delegati in palio.
...omissis...
Oltre ad Ohio e Georgia, martedì si voterà in Alaska, Idaho, Massachusetts, North Dakota, Oklahoma, Tennessee, Vermont e Virginia.
segue al link:
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HREC2-7
In Ohio testa a testa Santorum-Romney.
Si vota in dieci Stati.
Ma il giorno più importante delle primarie non è più però quello conclusivo della campagna per la nomination repubblicana:
il nuovo sistema di ripartizione dei delegati prolunga il processo di selezione fino alle scelte degli altri Stati.
L'ex governatore del Massachusetts e l'ultraconservatore ex senatore della Pennsylvania si giocano la vittoria nello Stato decisivo.
WASHINGTON -
L'atteso Super Tuesday è ormai alle porte, domani si voterà in 10 stati dove saranno in palio in tutto 437.
Si tratta di un numero di delegati superiore a quello dei delegati finora assegnati in due mesi di primarie repubblicane, cioè 355.
Tradizionalemente considerata un data cruciale del cammino delle primarie, questo Super Tuesday ha acquistato maggiore importanza di fronte all'andamento altalenante delle precedenti, e la conseguente assenza ancora di un chiaro front runner.
Il numero magico per aver la nomination in tasca è 1144 - cioè la metà dei 2286 delegati che parteciperanno il prossimo agosto alla convention di Tampa - e al momento i due principali sfidanti, Mitt Romney e Rick Santorum, hanno rispettivamente 184 e 90 delegati.
Nello Stato considerato decisivo - anche nel voto presidenziale - l'Ohio,
Romney e Santorum sono dati dai sondaggi in sostanziale parità.
Romney arriva alla sfida decisamente avvantaggiato dopo aver vinto anche l'ultimo caucus in ordine di tempo, quello dello Stato di Washington 1.
Ma la battaglia tra i candidati del Grand Old Party sembra destinata a durare ancora molto a lungo.
Tra il più moderato ex governatore del Massachusetts - che all'inizio della campagna elettorale era considerato il predestinato per la nomination - e l'ultraconservatore Rick Santorum - vera sorpresa di queste primarie - è sempre testa a testa.
Negli ultimi sondaggi, i due sarebbero alla pari in Ohio (32 a 32), uno degli Stati più importanti in cui si voterà domani, con 66 delegati in palio.
...omissis...
Oltre ad Ohio e Georgia, martedì si voterà in Alaska, Idaho, Massachusetts, North Dakota, Oklahoma, Tennessee, Vermont e Virginia.
segue al link:
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HREC2-7
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
primarie GOP
Romney vince ma non trionfa
nel Supertuesday Santorum resiste
NEW YORK -
Cinque Stati a Mitt Romney (tra i quali, per un soffio, anche lo Stato-chiave Ohio), tre a Rick Santorum, mentre Newt Gingrich conquista un importante trionfo in Georgia.
Ancora attesi i risultati dell'Alaska (dove lo stesso Romney è in vantaggio).
Ron Paul resta al palo.
Sono i risultati del super-martedì delle primarie repubblicane in Usa, da cui esce vincitore Mitt Romney.
Ma non con lo sperato trionfo.
In Ohio, considerato un punto di snodo per la corsa alla Casa Bianca, Romney ha vinto di un soffio in una battaglia rimasta in sospeso fino all'ultimo:
quando sono stati scrutinati il 99% dei voti, ha vinto con il 38% contro il 37 del suo rivale, Santorum (una differenza di 12mila voti).
Romney ha invece vinto facilmente, come ci si attendeva del resto, in Virginia, Vermont, Idaho e Massachussetts, lo Stato in cui è stato governatore e in cui si considera di casa.
Santorum ha conquistato il Tennessee, l'Oklahoma e il North Dakota, tutte vittorie che mostrano le sua persistente capacità di attrazione sull'elettorato conservatore.
Mentre Gingrich ha vinto nello Stato che lo ha mandato al Congresso, la Georgia, e che gli consente di fatto di rimanere in corsa:
con il voto in Alabama e Mississippi, la prossima settimana, spera infatti di accaparrarsi tutto il profondo sud e spera di riemergere come principale rivale di Romney (anche se è vero che le vittorie di Santorum nelle primarie nelle roccaforti conservatrici di Tennesse e Oklahoma, lo ostacolano sensibilmente).
Secondo le attuali proiezioni ora Romney dovrebbe contare su 386 delegati,
rispetto ai 156 di Santorum
e agli 85 di Gingrich.
Il quarto in corsa,
Ron Paul, è fermo a 40.
Dal risultato definitivo del 'supermartedi' dipende l'assegnazione di 419 dei 1.144 delegati necessari per assicurarsi la nomination presidenziale repubblicana, che sarà annunciata nelle convention finale di agosto, a Tampa, in Florida.
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HRER3-1
Romney vince ma non trionfa
nel Supertuesday Santorum resiste
NEW YORK -
Cinque Stati a Mitt Romney (tra i quali, per un soffio, anche lo Stato-chiave Ohio), tre a Rick Santorum, mentre Newt Gingrich conquista un importante trionfo in Georgia.
Ancora attesi i risultati dell'Alaska (dove lo stesso Romney è in vantaggio).
Ron Paul resta al palo.
Sono i risultati del super-martedì delle primarie repubblicane in Usa, da cui esce vincitore Mitt Romney.
Ma non con lo sperato trionfo.
In Ohio, considerato un punto di snodo per la corsa alla Casa Bianca, Romney ha vinto di un soffio in una battaglia rimasta in sospeso fino all'ultimo:
quando sono stati scrutinati il 99% dei voti, ha vinto con il 38% contro il 37 del suo rivale, Santorum (una differenza di 12mila voti).
Romney ha invece vinto facilmente, come ci si attendeva del resto, in Virginia, Vermont, Idaho e Massachussetts, lo Stato in cui è stato governatore e in cui si considera di casa.
Santorum ha conquistato il Tennessee, l'Oklahoma e il North Dakota, tutte vittorie che mostrano le sua persistente capacità di attrazione sull'elettorato conservatore.
Mentre Gingrich ha vinto nello Stato che lo ha mandato al Congresso, la Georgia, e che gli consente di fatto di rimanere in corsa:
con il voto in Alabama e Mississippi, la prossima settimana, spera infatti di accaparrarsi tutto il profondo sud e spera di riemergere come principale rivale di Romney (anche se è vero che le vittorie di Santorum nelle primarie nelle roccaforti conservatrici di Tennesse e Oklahoma, lo ostacolano sensibilmente).
Secondo le attuali proiezioni ora Romney dovrebbe contare su 386 delegati,
rispetto ai 156 di Santorum
e agli 85 di Gingrich.
Il quarto in corsa,
Ron Paul, è fermo a 40.
Dal risultato definitivo del 'supermartedi' dipende l'assegnazione di 419 dei 1.144 delegati necessari per assicurarsi la nomination presidenziale repubblicana, che sarà annunciata nelle convention finale di agosto, a Tampa, in Florida.
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HRER3-1
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
E Sarah Palin torna sulla scena.
pronta a sfidare la Convention.
La donna forte dei repubblicani, intervistata al seggio, lascia intendere che se non ci sarà un candidato forte potrebbe proporsi lei stessa:
"Tutto quello che potrò fare per il mio Paese lo farò"
Domanda:
se si dovesse arrivare ad agosto a una convention aperta, cioè senza nessun candidato che possa dirsi favorito dopo tutti questi mesi di battaglia, e se il partito le chiedesse di mettersi in lizza, lo farebbe?
Gli occhietti della Palin si illuminano in quello sguardo pazzerello che fa ammattire di simpatia mezza America e di terrore l'altra metà:
"Non possiamo escludere niente" ha detto.
"Tutto quello che potrò fare per il mio paese lo farò".
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HRER3-1
pronta a sfidare la Convention.
La donna forte dei repubblicani, intervistata al seggio, lascia intendere che se non ci sarà un candidato forte potrebbe proporsi lei stessa:
"Tutto quello che potrò fare per il mio Paese lo farò"
Domanda:
se si dovesse arrivare ad agosto a una convention aperta, cioè senza nessun candidato che possa dirsi favorito dopo tutti questi mesi di battaglia, e se il partito le chiedesse di mettersi in lizza, lo farebbe?
Gli occhietti della Palin si illuminano in quello sguardo pazzerello che fa ammattire di simpatia mezza America e di terrore l'altra metà:
"Non possiamo escludere niente" ha detto.
"Tutto quello che potrò fare per il mio paese lo farò".
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HRER3-1
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
Supermartedì,
la vittoria di Romney
assomiglia quasi a un pareggio
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
...omissis...
il verdetto di questo Supermartedì è tutt'altro che definitivo.
Romney sperava di chiudere la partita, di tacitare tutti i dubbi sulla sua forza, di potersi finalmente concentrare sulla sfida che conta e cioè quella contro Barack Obama.
Invece proprio Obama è il vincitore indiscusso di questa tornata di primarie:
meglio di così non poteva andare, per il presidente in carica.
Santorum è galvanizzato dal buon risultato e andrà avanti con più ardore di prima.
La gara di resistenza di Santorum ha un effetto pernicioso sui repubblicani: continua a tenerli concentrati sui temi "valoriali" come l'aborto.
E' rafforzando il proprio profilo di "candidato della religione", che Santorum continua ad attirare verso di sé la base più radicale del partito repubblicano, in particolare i cristiani evangelici (che lo votano più dei cattolici).
Così facendo, Santorum costringe Romney a inseguirlo sul suo terreno, con dichiarazioni sempre più oltranziste.
La gara per rassicurare i puri e duri della base repubblicana, allontana però tutti i candidati dall'opinione centrista.
Spaventa le donne,
che ormai per il 55% si dicono decise a rieleggere Obama.
Anche in politica estera, la polarizzazione agevola Obama:
tra i repubblicani è una corsa a chi si schiera con più decisione in favore di Israele, una gara a invocare interventi militari contro l'Iran e perfino in Siria:
tutti temi che spaventano l'elettorato indipendente e moderato, stanco di guerre.
Romney per la sua storia personale sarebbe portato ad assumere posizioni più pragmatiche e ragionevoli, ma non può farlo finché è incalzato dalle accuse di Santorum di non essere un "vero" conservatore.
Questo Supermartedì non ha eliminato dall'orizzonte lo scenario più caotico, di una convention repubblicana senza una maggioranza assoluta.
C'è il rischio che a fine agosto, quando il partito si riunirà a Tampa (Florida) per incoronare lo sfidante di Obama,
Romney arrivi con una maggioranza solo relativa di delegati.
In quel caso gli altri delegati (quelli raccolti da Santorum più Gingrich più Ron Paul) potrebbero teoricamente formare una coalizione ed eleggere un anti-Romney.
Ieri si è riaffacciata perfino l'ipotesi di una candidatura esterna, catapultata a Tampa all'ultimo momento:
quella di Sarah Palin.
Un nome che ai democratici fa venir voglia di stappare lo champagne.
Davvero questo 6 marzo è una data fortunata nel calendario obamiano.
http://www.repubblica.it/rubriche/diari ... ef=HRER3-1
la vittoria di Romney
assomiglia quasi a un pareggio
dal nostro corrispondente FEDERICO RAMPINI
...omissis...
il verdetto di questo Supermartedì è tutt'altro che definitivo.
Romney sperava di chiudere la partita, di tacitare tutti i dubbi sulla sua forza, di potersi finalmente concentrare sulla sfida che conta e cioè quella contro Barack Obama.
Invece proprio Obama è il vincitore indiscusso di questa tornata di primarie:
meglio di così non poteva andare, per il presidente in carica.
Santorum è galvanizzato dal buon risultato e andrà avanti con più ardore di prima.
La gara di resistenza di Santorum ha un effetto pernicioso sui repubblicani: continua a tenerli concentrati sui temi "valoriali" come l'aborto.
E' rafforzando il proprio profilo di "candidato della religione", che Santorum continua ad attirare verso di sé la base più radicale del partito repubblicano, in particolare i cristiani evangelici (che lo votano più dei cattolici).
Così facendo, Santorum costringe Romney a inseguirlo sul suo terreno, con dichiarazioni sempre più oltranziste.
La gara per rassicurare i puri e duri della base repubblicana, allontana però tutti i candidati dall'opinione centrista.
Spaventa le donne,
che ormai per il 55% si dicono decise a rieleggere Obama.
Anche in politica estera, la polarizzazione agevola Obama:
tra i repubblicani è una corsa a chi si schiera con più decisione in favore di Israele, una gara a invocare interventi militari contro l'Iran e perfino in Siria:
tutti temi che spaventano l'elettorato indipendente e moderato, stanco di guerre.
Romney per la sua storia personale sarebbe portato ad assumere posizioni più pragmatiche e ragionevoli, ma non può farlo finché è incalzato dalle accuse di Santorum di non essere un "vero" conservatore.
Questo Supermartedì non ha eliminato dall'orizzonte lo scenario più caotico, di una convention repubblicana senza una maggioranza assoluta.
C'è il rischio che a fine agosto, quando il partito si riunirà a Tampa (Florida) per incoronare lo sfidante di Obama,
Romney arrivi con una maggioranza solo relativa di delegati.
In quel caso gli altri delegati (quelli raccolti da Santorum più Gingrich più Ron Paul) potrebbero teoricamente formare una coalizione ed eleggere un anti-Romney.
Ieri si è riaffacciata perfino l'ipotesi di una candidatura esterna, catapultata a Tampa all'ultimo momento:
quella di Sarah Palin.
Un nome che ai democratici fa venir voglia di stappare lo champagne.
Davvero questo 6 marzo è una data fortunata nel calendario obamiano.
http://www.repubblica.it/rubriche/diari ... ef=HRER3-1
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
Ieri si è riaffacciata perfino l'ipotesi di una candidatura esterna, catapultata a Tampa all'ultimo momento:
quella di Sarah Palin.
Un nome che ai democratici fa venir voglia di stappare lo champagne.
Davvero questo 6 marzo è una data fortunata nel calendario obamiano.
http://www.repubblica.it/rubriche/diari ... ef=HRER3-1
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
Se rimettono in mezzo quella disturbata della palin stanno veramente alla frutta.
Certo, è inquietante l'aria maccartista che tira nel partito repubblicano.
Obama secondo me deve osare di più su molte cose, ma mi auguro rivinca lui. Altrimenti il mondo passarebbe dei guai serissimi con quei pazzi al potere.
Possiamo senzaltro equiparare il pr americano alla discarica, direi che ci siamo. Anche peggio, per certi versi.
Certo, è inquietante l'aria maccartista che tira nel partito repubblicano.
Obama secondo me deve osare di più su molte cose, ma mi auguro rivinca lui. Altrimenti il mondo passarebbe dei guai serissimi con quei pazzi al potere.
Possiamo senzaltro equiparare il pr americano alla discarica, direi che ci siamo. Anche peggio, per certi versi.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
Primarie repubblicane.
si vota in Alabama e Mississippi.
Obama crolla nei sondaggi: popolarità al 41%.
Fa tappa nel profondo Sud (e nelle Hawaii) la corsa repubblicana per la nomination:
tutti i candidati molto vicini, con Gingrich che secondo i sondaggisti, danneggia Santorum rubandogli consensi.
Male il presidente in carica, che perde 10 punti di consenso in un mese.
Stanotte i risultati in tempo reale su Repubblica.it
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HREC1-4
----------------------------------
il dato su Obama fa riferimento ad un sondaggio del NYT.
però se si guarda sul sito di "Gallup",il più famoso sondaggista americano,ci sono questi numeri:
----------------------------------------------------------
GALLUP DAILY
Mar 9-11, 2012
Updates daily at 1 p.m. ET; reflects one-day change.
http://www.gallup.com/home.aspx
Obama Approval..........49%+2
Obama Disapproval......43%-2
--------------------------------------------------------
il che significa che per Gallup il gradimento di Obama è ancora decente e viene dato in crescita.
Gallup si basa sulla media degli ultimi 3 giorni.
vedremo il trend nei prossimi giorni...
si vota in Alabama e Mississippi.
Obama crolla nei sondaggi: popolarità al 41%.
Fa tappa nel profondo Sud (e nelle Hawaii) la corsa repubblicana per la nomination:
tutti i candidati molto vicini, con Gingrich che secondo i sondaggisti, danneggia Santorum rubandogli consensi.
Male il presidente in carica, che perde 10 punti di consenso in un mese.
Stanotte i risultati in tempo reale su Repubblica.it
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HREC1-4
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il dato su Obama fa riferimento ad un sondaggio del NYT.
però se si guarda sul sito di "Gallup",il più famoso sondaggista americano,ci sono questi numeri:
----------------------------------------------------------
GALLUP DAILY
Mar 9-11, 2012
Updates daily at 1 p.m. ET; reflects one-day change.
http://www.gallup.com/home.aspx
Obama Approval..........49%+2
Obama Disapproval......43%-2
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il che significa che per Gallup il gradimento di Obama è ancora decente e viene dato in crescita.
Gallup si basa sulla media degli ultimi 3 giorni.
vedremo il trend nei prossimi giorni...
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
Primarie, la notte di Santorum
vince in Alabama e Mississippi
Il candidato italoamericano conquista i due Stati del Sud.
Voci di ritiro per Gingrich, che in Mississippi era dato favorito, ma lui smentisce.
Terzo Romney, che qui quasi non aveva fatto campagna.
Ma il favorito rimane il candidato mormone, che guida con larga maggioranza la conta dei delegati e si aggiudica anche le Hawaii e le Samoa americane.
...omissis...
I DELEGATI 'VINTI' FINORA
Per la nomination ne servono 1144. Conteggio Ap
Mitt Romney: 485
Rick Santorum: 246
Newt Gingrich: 131
Ron Paul: 47
Visti questi numeri, la corsa di Santorum e Gingrich si sta trasformando in un tentativo di frenare Romney più che di raggiungerlo.
Sperando che non riesca a raggiungere i 1144 delegati necessari e la nomination diventi una scelta politica, più che un fatto numerico.
Lo dice esplicitamente Gingrich:
"Quando finiranno le primarie e si vedrà che nessuno ha vinto, si dovrà scegliere chi di noi ha le qualità per guidare questo paese".
E ovviamente l'ex speaker punta sulla sua esperienza sulla scena politica nazionale per occupare quel posto.
Ma contro Obama...
Una delle chiavi per la corsa alla nomination è l'eleggibilità del candidato.
E in Stati così conservatori il tema è ancora più caldo.
Secondo i sondaggi della Cnn infatti, circa il 50% degli elettori di Alabama e Mississippi,
a prescindere dal candidato preferito in queste primarie, considerano Romney come il candidato con più probabilità di battere Barack Obama nel voto di novembre.
Una consapevolezza che peserà sempre di più nella corsa da qui in avanti,
soprattutto se le sfide dovessero diventare testa a testa tra il mormone Mitt e il 'Santo' Rick.
Che dovrà fare un miracolo ben maggiore di quello odierno per spodestare dal trono l'ex governatore del Massachusetts.
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HRER2-1
vince in Alabama e Mississippi
Il candidato italoamericano conquista i due Stati del Sud.
Voci di ritiro per Gingrich, che in Mississippi era dato favorito, ma lui smentisce.
Terzo Romney, che qui quasi non aveva fatto campagna.
Ma il favorito rimane il candidato mormone, che guida con larga maggioranza la conta dei delegati e si aggiudica anche le Hawaii e le Samoa americane.
...omissis...
I DELEGATI 'VINTI' FINORA
Per la nomination ne servono 1144. Conteggio Ap
Mitt Romney: 485
Rick Santorum: 246
Newt Gingrich: 131
Ron Paul: 47
Visti questi numeri, la corsa di Santorum e Gingrich si sta trasformando in un tentativo di frenare Romney più che di raggiungerlo.
Sperando che non riesca a raggiungere i 1144 delegati necessari e la nomination diventi una scelta politica, più che un fatto numerico.
Lo dice esplicitamente Gingrich:
"Quando finiranno le primarie e si vedrà che nessuno ha vinto, si dovrà scegliere chi di noi ha le qualità per guidare questo paese".
E ovviamente l'ex speaker punta sulla sua esperienza sulla scena politica nazionale per occupare quel posto.
Ma contro Obama...
Una delle chiavi per la corsa alla nomination è l'eleggibilità del candidato.
E in Stati così conservatori il tema è ancora più caldo.
Secondo i sondaggi della Cnn infatti, circa il 50% degli elettori di Alabama e Mississippi,
a prescindere dal candidato preferito in queste primarie, considerano Romney come il candidato con più probabilità di battere Barack Obama nel voto di novembre.
Una consapevolezza che peserà sempre di più nella corsa da qui in avanti,
soprattutto se le sfide dovessero diventare testa a testa tra il mormone Mitt e il 'Santo' Rick.
Che dovrà fare un miracolo ben maggiore di quello odierno per spodestare dal trono l'ex governatore del Massachusetts.
http://www.repubblica.it/esteri/elezion ... ef=HRER2-1
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Re: USA-presidenziali Novembre 2012
Santorum Sweeps the South
While Rick Santorum got more votes than anyone else in Alabama and Mississippi's primaries yesterday,
the real winner was President Barack Obama.
Santorum's wins guarantee that Santorum (and possibly Newt Gingrich) will continue their campaigns for weeks to come,
making it impossible for Mitt Romney to start his general election campaign until April or maybe later.
Every month that Romney has to focus his attention on his pesky Republican challengers means another month of dealing with attacks from Republicans and spending money attacking them right back,
while Obama just sits on the sidelines watching the mayhem.
Romney is still the strong favorite, but he just can't seal the deal.
Here are yesterday's results :
http://electoral-vote.com/
While Rick Santorum got more votes than anyone else in Alabama and Mississippi's primaries yesterday,
the real winner was President Barack Obama.
Santorum's wins guarantee that Santorum (and possibly Newt Gingrich) will continue their campaigns for weeks to come,
making it impossible for Mitt Romney to start his general election campaign until April or maybe later.
Every month that Romney has to focus his attention on his pesky Republican challengers means another month of dealing with attacks from Republicans and spending money attacking them right back,
while Obama just sits on the sidelines watching the mayhem.
Romney is still the strong favorite, but he just can't seal the deal.
Here are yesterday's results :
http://electoral-vote.com/
Chi c’è in linea
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