Re: Appello ai Forumisti: E' il momento di agire ...
Inviato: 08/09/2015, 19:55
L’INTERVISTA A PAGINA 3 DEL CARTACEO DEL FATTO DI OGGI.
L’INTERVISTA
Referendum La corsa disperata di Civati contro il tempo: scade il 30 settembre
“Ci mancano ancora 350 mila firme
» LUCA DE CAROLIS
L’obiettivo dei nostri referendum
è proprio fermare
quello che denuncia
Zagrebelsky, l’umiliazione
del Parlamento. Insomma,
impedire che dilaghino il
partito unico, il decisore unico,
il trivellatore unico”.
Giuseppe Civati, fondatore
di Possibile, risponde da un
treno: “Sto tornando da Venezia,
abbiamo raccolto le
firme davanti alla Mostra
del Cinema”. Entro il 30 settembre
deve raccoglierne
500 mila per otto quesiti referendari,
da quello per l’abrogazione
dell’Italicum a
un altro che vuole cancellare
la figura del preside-manager.
Partita molto difficile,
ma non chiusa, assicura l’ex
dem: “Siamo attorno a quota
150 mila, ci giochiamo tutto
nei prossimi dieci giorni”.
Nel frattempo la riforma
renzianissima riapproda in
Senato. Zagrebelsky scrive
di caso “da suicidio assistito
nella vita costituzionale”.
Ci siamo imbarcati in questa
battaglia proprio per rimettere
al centro il principio
della rappresentanza dei
cittadini. E l’abbiamo fatto
ora perché non si poteva aspettare.
I referendum devono
tenersi nel 2016, prima
che si svolga la consultazione
sul nuovo Senato, che sarebbe
di carattere plebiscitario.
E quindi molto pericolosa.
Gli altri partiti e i sindacati
vi hanno lasciati soli. Sostenevano
che d’estate non
si possono raccogliere le
firme.
Ripeto, non si poteva aspettare.
E poi, se siamo arrivati
a quota 150mila da soli, cosa
avremmo fatto in tanti? Noto
che ora Maurizio Landini
rilancia il referendum contro
il Jobs Act. Ma tra un anno
anno
i buoi saranno già scappati
dalla stalla.
In queste ore ha chiesto una
mano? Magari in via ufficiosa...
No, non ho sentito
nessuno.
Lavoriamo con
i nostri militanti.
Anche i Cinqu e S t e l l e
non hanno
condiviso i
vostri referendum.
Ma sabato, proprio
alla Festa del Fatto alla
Versiliana, il deputato Alessandro
Di Battista li hafirmati.
Ha fatto bene: pur non essendo
d’accordissimo sul
metodo, ha appoggiato un’iniziativa
che per lui va nella
direzione giusta. Anch’io
firmerei un referendum del
M5s se ne condividessi il
contenuto.
Pensa che la sua scelta possa
drenarvi un po’ di firme
dal Movimento?
Non saprei dirlo. Io ricordo
che, a un’altra festa del Fatto
(quella a Roma,
nd r) Luigi Di
Maio ha criticato
i nostri quesiti,
eppure quella
sera abbiamo
raccolto 500
firme.
Tradotto...
Tanti elettori
dei 5Stelle stanno firmando,
come tanti altri cittadini del
Pd, di Sel e perfino di destra.
Questi quesiti non sono
miei, sono di tutti. Ho cercato
di farlo capire dall’i n izio.
Torniamo alla riforma del
Senato. Renzi convincerà
la minoranza del Pd a scendere
dalle barricate?
Mettiamola così: il premier
e i suoi stanno cercando di
ridurre il numero dei dissidenti,
e non le loro ragioni.
Con quel testo, non possono
arrivare a una vera, seria intesa.
Sia sincero: nessun rammarico
sulla scelta dei referendum?
C’è chi la accusa
di autolesionismo.
Sono felicissimo: mi sento
molto bene, liberato. So che
è difficile, complicato: ma
un giocatore si giudica dal
suo coraggio e non dal risultato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ci giochiamo tutto
in dieci giorni,
bisogna impedire
che prevalgano
il partito unico
e il decisore unico
L’INTERVISTA
Referendum La corsa disperata di Civati contro il tempo: scade il 30 settembre
“Ci mancano ancora 350 mila firme
» LUCA DE CAROLIS
L’obiettivo dei nostri referendum
è proprio fermare
quello che denuncia
Zagrebelsky, l’umiliazione
del Parlamento. Insomma,
impedire che dilaghino il
partito unico, il decisore unico,
il trivellatore unico”.
Giuseppe Civati, fondatore
di Possibile, risponde da un
treno: “Sto tornando da Venezia,
abbiamo raccolto le
firme davanti alla Mostra
del Cinema”. Entro il 30 settembre
deve raccoglierne
500 mila per otto quesiti referendari,
da quello per l’abrogazione
dell’Italicum a
un altro che vuole cancellare
la figura del preside-manager.
Partita molto difficile,
ma non chiusa, assicura l’ex
dem: “Siamo attorno a quota
150 mila, ci giochiamo tutto
nei prossimi dieci giorni”.
Nel frattempo la riforma
renzianissima riapproda in
Senato. Zagrebelsky scrive
di caso “da suicidio assistito
nella vita costituzionale”.
Ci siamo imbarcati in questa
battaglia proprio per rimettere
al centro il principio
della rappresentanza dei
cittadini. E l’abbiamo fatto
ora perché non si poteva aspettare.
I referendum devono
tenersi nel 2016, prima
che si svolga la consultazione
sul nuovo Senato, che sarebbe
di carattere plebiscitario.
E quindi molto pericolosa.
Gli altri partiti e i sindacati
vi hanno lasciati soli. Sostenevano
che d’estate non
si possono raccogliere le
firme.
Ripeto, non si poteva aspettare.
E poi, se siamo arrivati
a quota 150mila da soli, cosa
avremmo fatto in tanti? Noto
che ora Maurizio Landini
rilancia il referendum contro
il Jobs Act. Ma tra un anno
anno
i buoi saranno già scappati
dalla stalla.
In queste ore ha chiesto una
mano? Magari in via ufficiosa...
No, non ho sentito
nessuno.
Lavoriamo con
i nostri militanti.
Anche i Cinqu e S t e l l e
non hanno
condiviso i
vostri referendum.
Ma sabato, proprio
alla Festa del Fatto alla
Versiliana, il deputato Alessandro
Di Battista li hafirmati.
Ha fatto bene: pur non essendo
d’accordissimo sul
metodo, ha appoggiato un’iniziativa
che per lui va nella
direzione giusta. Anch’io
firmerei un referendum del
M5s se ne condividessi il
contenuto.
Pensa che la sua scelta possa
drenarvi un po’ di firme
dal Movimento?
Non saprei dirlo. Io ricordo
che, a un’altra festa del Fatto
(quella a Roma,
nd r) Luigi Di
Maio ha criticato
i nostri quesiti,
eppure quella
sera abbiamo
raccolto 500
firme.
Tradotto...
Tanti elettori
dei 5Stelle stanno firmando,
come tanti altri cittadini del
Pd, di Sel e perfino di destra.
Questi quesiti non sono
miei, sono di tutti. Ho cercato
di farlo capire dall’i n izio.
Torniamo alla riforma del
Senato. Renzi convincerà
la minoranza del Pd a scendere
dalle barricate?
Mettiamola così: il premier
e i suoi stanno cercando di
ridurre il numero dei dissidenti,
e non le loro ragioni.
Con quel testo, non possono
arrivare a una vera, seria intesa.
Sia sincero: nessun rammarico
sulla scelta dei referendum?
C’è chi la accusa
di autolesionismo.
Sono felicissimo: mi sento
molto bene, liberato. So che
è difficile, complicato: ma
un giocatore si giudica dal
suo coraggio e non dal risultato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ci giochiamo tutto
in dieci giorni,
bisogna impedire
che prevalgano
il partito unico
e il decisore unico