Re: ALLEANZA POPOLARE PER LA DEMOCRAZIA E L'UGUAGLIANZA
Inviato: 16/10/2017, 23:02
È per questo che, a giugno, abbiamo lanciato il percorso ‘del Brancaccio’: quello di un’alleanza popolare, tra cittadini
e forze politiche, per la democrazia e l’eguaglianza. L’abbiamo fatto per rimettere al centro del dibattito politico la
prepotente richiesta di democrazia e partecipazione scaturita dalla vittoria del 4 dicembre: non ci basta più
difendere la Costituzione e lo Stato democratico di diritto, vogliamo attuarli e costruire insieme un fronte politico
e sociale alternativo al pensiero unico neoliberista e alle riforme dettate e imposte dal capitalismo finanziario a
Parlamenti e governi deboli o conniventi.
Tomaso Montanari e Anna Falcone
Se qualcuno conosce Anna Falcone e Tomaso Montanari, li inviti a partecipare a questo Forum, per approfondire meglio il passaggio storico che stiamo attraversando.
Il problema della democrazia e dell’uguaglianza, difficile da realizzare, è stato trattato da Noam Chomsky, nel suo ultimo libro,
LE DIECI LEGGI
DEL POTERE
Requiem per il sogno americano
Noam Chomsky (Filadelfia 1928) è il maggior linguista vivente e uno dei punti di riferimento della sinistra internazionale.
Il libro inizia con:
Nota sul sogno americano.
La Grande depressione, che io sono vecchio abbastanza da ricordare, fu un epoca buia, ben peggiore di quella attuale.
E tuttavia la sensazione comune era che in qualche modo se ne sarebbe usciti, c’era la speranza che le cose sarebbero migliorate.
La gente pensava: <<Oggi non c’è lavoro ma domani ci sarà; se ci diamo da fare tutti insieme possiamo costruire un futuro migliore>>.
Era un’epoca di forte radicalismo politico, sul quale si confidava per creare un futuro diverso; un futuro di giustizia, uguaglianza, libertà, di superamento delle repressive strutture classiste.
Il pensiero condiviso era:<<In qualche modo ce la faremo>>.
Molti dei miei familiari, per esempio, erano lavoratori disoccupati.
A quel tempo la nascita del movimento sindacale fu causa e al tempo stesso effetto di ottimismo e di speranza.
Tutto questo oggi non c’è più.
Il sentimento che domina oggi è che nulla tornerà come prima, che è tutto finito.
Il sogno americano, come tutti i sogni, contiene in sé una certa dose di mistificazione.
Il sogno del diciannovesimo secolo trovava eco nelle storie di Horatio Alger, così riassumibili: <<Siamo poveracci ma lavoreremo duro e ce la faremo>>.
C’era un fondo di verità.
Prendete mio padre: arrivò nel 1913 da un paesino poverissimo dell’Europa orientale.
Trovò lavoro in una fabbrica tessile a Baltimora, e pian piano riuscì a iscriversi al college, a prendersi una laurea e persino un dottorato.
Alla fine si ritrovò a condurre uno stile di vita del cosiddetto <<ceto medio>>.
Molti come lui ci riuscirono.
Gli immigrati dall’Europa, in quel periodo, potevano raggiungere un grado di ricchezza, di privilegi, di libertà e d’indipendenza impensabile nei loro paesi d’origine.
Oggi non è più così, lo sappiamo.
CONTINUA
e forze politiche, per la democrazia e l’eguaglianza. L’abbiamo fatto per rimettere al centro del dibattito politico la
prepotente richiesta di democrazia e partecipazione scaturita dalla vittoria del 4 dicembre: non ci basta più
difendere la Costituzione e lo Stato democratico di diritto, vogliamo attuarli e costruire insieme un fronte politico
e sociale alternativo al pensiero unico neoliberista e alle riforme dettate e imposte dal capitalismo finanziario a
Parlamenti e governi deboli o conniventi.
Tomaso Montanari e Anna Falcone
Se qualcuno conosce Anna Falcone e Tomaso Montanari, li inviti a partecipare a questo Forum, per approfondire meglio il passaggio storico che stiamo attraversando.
Il problema della democrazia e dell’uguaglianza, difficile da realizzare, è stato trattato da Noam Chomsky, nel suo ultimo libro,
LE DIECI LEGGI
DEL POTERE
Requiem per il sogno americano
Noam Chomsky (Filadelfia 1928) è il maggior linguista vivente e uno dei punti di riferimento della sinistra internazionale.
Il libro inizia con:
Nota sul sogno americano.
La Grande depressione, che io sono vecchio abbastanza da ricordare, fu un epoca buia, ben peggiore di quella attuale.
E tuttavia la sensazione comune era che in qualche modo se ne sarebbe usciti, c’era la speranza che le cose sarebbero migliorate.
La gente pensava: <<Oggi non c’è lavoro ma domani ci sarà; se ci diamo da fare tutti insieme possiamo costruire un futuro migliore>>.
Era un’epoca di forte radicalismo politico, sul quale si confidava per creare un futuro diverso; un futuro di giustizia, uguaglianza, libertà, di superamento delle repressive strutture classiste.
Il pensiero condiviso era:<<In qualche modo ce la faremo>>.
Molti dei miei familiari, per esempio, erano lavoratori disoccupati.
A quel tempo la nascita del movimento sindacale fu causa e al tempo stesso effetto di ottimismo e di speranza.
Tutto questo oggi non c’è più.
Il sentimento che domina oggi è che nulla tornerà come prima, che è tutto finito.
Il sogno americano, come tutti i sogni, contiene in sé una certa dose di mistificazione.
Il sogno del diciannovesimo secolo trovava eco nelle storie di Horatio Alger, così riassumibili: <<Siamo poveracci ma lavoreremo duro e ce la faremo>>.
C’era un fondo di verità.
Prendete mio padre: arrivò nel 1913 da un paesino poverissimo dell’Europa orientale.
Trovò lavoro in una fabbrica tessile a Baltimora, e pian piano riuscì a iscriversi al college, a prendersi una laurea e persino un dottorato.
Alla fine si ritrovò a condurre uno stile di vita del cosiddetto <<ceto medio>>.
Molti come lui ci riuscirono.
Gli immigrati dall’Europa, in quel periodo, potevano raggiungere un grado di ricchezza, di privilegi, di libertà e d’indipendenza impensabile nei loro paesi d’origine.
Oggi non è più così, lo sappiamo.
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