diminuzione parlamentari che ne pensate
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Re: diminuzione parlamentari che ne pensate
LA LEGGE ELETTORALE
La diminuzione dei parlamentari dovrebbe essere in linea con i parlamenti europei.
se qualche forumista vuole fare una ricerca su internet una proporzione tra eletti e popolazione.
L' italia aveva un numero eccessivo di parlamentari dovuto al periodo storico , la fine della dittatura del fascismo.
vi è un secondo motivo per avere un numero molto elevato di parlamentari, IL PRIMATO DELLE IDEOLOGIE.
il numero elevato era dovuto alla RAPPRESENTANZA DELLE IDEOLOGIE tutte anche minoritarie ed estreme.
A mio avviso è giusto la norma che diminuisce i parlamentari, l' errore SPAVENTOSO del movimento 5 stelle è dare progettualità politica
a questa legge.
dove sta il progetto politico ?
se è la diminuzione dei costi della rappresentanza politica siamo vicini all' estinzione politica.
si tratta di una norma legislativa di normale MANUTENZIONE DEL SISTEMA POLITICO.
la discussione andrebbe sviluppata tra modelli di leggi elettorali in sintesi :
a) sistema proporzionale puro.
b) sistema misto proporzionale-maggioritario ( matterullum ) con 66,66 % proporzionale.
c) sistema maggioritario presidenziale.
la disamina TECNICA necessità di dettagliare i sottosistemi, ma non è questo il luogo per una analisi tecnica.
come procedere con la discussione che deve essere in questo forum politica.
io consiglierei il manuale di Diritto Pubblico Pitruzzella Bin, altrimenti si vive di slogan come la destra .
In questo forum per primi si è sviluppata l' analisi di un MATTARELLUM CAPOVOLTO.
perchè?
il sistema proporzionale è il sistema più RAPPRESENTATIVO , la sinistra che oggi propone il proporzionale è frutto dalle crisi politica
sistemica , del sistema politico italiano.
il sistema proporzionale è il CORPO, ma le vene e il sangue sono il SISTEMA DEI PARTITI disegnato nella costituzione italiana e mai attuato.
Inoltre il proporzionale è un sistema dialettico ideologico.
Quale sarebbe l' ideologia di Forza Italia, o del PD ?
e l' ideologia del movimento 5 stelle soprattutto dopo la morte di Casaleggio Gianroberto.
per la sinistra quali sarebbero i partiti in italia ?
la lega unico partito presente in Italia è in una fase involutiva con il liderismo infantile di salvini.
Forza Italia sarebbe un partito ?
Il PD è un partito con il convegno su un grande sindacalista Di Vittorio e l' affermazione di Zingaretti sul prossimo presidente della repubblica tale Draghi ?
La destra propone un sistema presidenziale.
Anche questa proposta è il frutto della CRISI DELLA POLITICA .
Manca evidentemente una CLASSE POLITICA.
il presidenzialismo si puo fare quando il PROGRAMMA POLITICO è CONDIVISO al 60 o 70 % tra 2 grandi schieramenti , uno CONSERVATORE e l' altro PROGRESSISTA.
Quando le grandi ideologie intese hegelianamente o marxistiane quindi idealiste o materialiste NON sono presenti, la politica è un SISTEMA UNICO che può essere
visto un po CONSERVATORE o un po PROGRESSISTA.
a seconda del macroschieramento che vince le elezioni.
veniamo al sistema misto che è quello italiano.
la parte PROPORZIONALE deve dare una RAPPRESENTANZA una testa un voto.
la parte proporzionale dovrebbe dare un PERCORSO di ATTUAZIONE MATERIALE della costituzione italiana, che è una costituzione MATERIALE e IDEOLOGICA ( sia idealistica che materialista).
Il compromesso tra ideologia socialista, comunista, repubblica azionista, e cattolica sociale.
Questo processo di attualizzazione della costituzione italiana è in crisi non per colpa della legge elettorale ma :
1) mancanza di una classe politica.
2) la morte o la scomparsa degli economisti fondatori della carta costituzionale ( Saraceno, Graziani, Caffe,Sylos Labini ).
3) il tradimento della carta costituzionale da parte di una parte della Democrazia Cristiana , vedi Andreatta .
Andreatta era inesistente politicamente nella Democrazia Cristiana ma storicamente ha vinto lui. Chi c era dietro ad Andreatta ?
4) la firma del trattato di Maastricht da parte di Andreotti presidente del consiglio e Carli ministro del tesoro, firma sotto il profilo giuridico formale VALIDA, ma ILLEGITTIMA sotto il profilo politico di una TEORIA DELLO STATO.
Insomma la parte proporzionale della legge elettorale NON funziona , ma non è colpa del contenitore è colpa del fatto che abbiamo un sistema politico e una classe politica senza sangue, oggettivamente inesistente.
la domanda a cosa serve la COMPONENTE MAGGIORITARIA della legge elettorale italiana ?
un sistema politico debole distrugge le qualità dei grandi uomini politici,vincono senza grandi partiti di massa con sistemi elettorali interni, vincono i yesman o lecca..., le persone autonome indipendenti possono trovare spazio solo sui collegi maggioritari e uninominali, facciamo qualche esempio, De Magistris, Vendola, non sarebbero mai diventati sindaco di Napoli e presidente di regione senza un sistema
quasi presidenziale maggioritario.
IL MAGGIORITARIO E' INVERSAMENTE PROPORZIONALE AL SISTEMA STRUTTURATO DEI PARTITI.
I collegi devono essere grandi altrimenti vengono letteralmente comprati dai ricchi locali.
E IMPENSABILI CHE FALSI PARTITI DECIDANO LE LISTE NEL PROPORZIONALE.
In Italia avere un 33% di maggioritario significa dare EQUILIBRIO ad un sistema presente in Italia, che è frammentario , complesso e non sviluppato è quindi serve una legge che sappia leggere la realtà concreta.
Questa legge è l' attuale legge mattarellum capovolto.
La diminuzione dei parlamentari dovrebbe essere in linea con i parlamenti europei.
se qualche forumista vuole fare una ricerca su internet una proporzione tra eletti e popolazione.
L' italia aveva un numero eccessivo di parlamentari dovuto al periodo storico , la fine della dittatura del fascismo.
vi è un secondo motivo per avere un numero molto elevato di parlamentari, IL PRIMATO DELLE IDEOLOGIE.
il numero elevato era dovuto alla RAPPRESENTANZA DELLE IDEOLOGIE tutte anche minoritarie ed estreme.
A mio avviso è giusto la norma che diminuisce i parlamentari, l' errore SPAVENTOSO del movimento 5 stelle è dare progettualità politica
a questa legge.
dove sta il progetto politico ?
se è la diminuzione dei costi della rappresentanza politica siamo vicini all' estinzione politica.
si tratta di una norma legislativa di normale MANUTENZIONE DEL SISTEMA POLITICO.
la discussione andrebbe sviluppata tra modelli di leggi elettorali in sintesi :
a) sistema proporzionale puro.
b) sistema misto proporzionale-maggioritario ( matterullum ) con 66,66 % proporzionale.
c) sistema maggioritario presidenziale.
la disamina TECNICA necessità di dettagliare i sottosistemi, ma non è questo il luogo per una analisi tecnica.
come procedere con la discussione che deve essere in questo forum politica.
io consiglierei il manuale di Diritto Pubblico Pitruzzella Bin, altrimenti si vive di slogan come la destra .
In questo forum per primi si è sviluppata l' analisi di un MATTARELLUM CAPOVOLTO.
perchè?
il sistema proporzionale è il sistema più RAPPRESENTATIVO , la sinistra che oggi propone il proporzionale è frutto dalle crisi politica
sistemica , del sistema politico italiano.
il sistema proporzionale è il CORPO, ma le vene e il sangue sono il SISTEMA DEI PARTITI disegnato nella costituzione italiana e mai attuato.
Inoltre il proporzionale è un sistema dialettico ideologico.
Quale sarebbe l' ideologia di Forza Italia, o del PD ?
e l' ideologia del movimento 5 stelle soprattutto dopo la morte di Casaleggio Gianroberto.
per la sinistra quali sarebbero i partiti in italia ?
la lega unico partito presente in Italia è in una fase involutiva con il liderismo infantile di salvini.
Forza Italia sarebbe un partito ?
Il PD è un partito con il convegno su un grande sindacalista Di Vittorio e l' affermazione di Zingaretti sul prossimo presidente della repubblica tale Draghi ?
La destra propone un sistema presidenziale.
Anche questa proposta è il frutto della CRISI DELLA POLITICA .
Manca evidentemente una CLASSE POLITICA.
il presidenzialismo si puo fare quando il PROGRAMMA POLITICO è CONDIVISO al 60 o 70 % tra 2 grandi schieramenti , uno CONSERVATORE e l' altro PROGRESSISTA.
Quando le grandi ideologie intese hegelianamente o marxistiane quindi idealiste o materialiste NON sono presenti, la politica è un SISTEMA UNICO che può essere
visto un po CONSERVATORE o un po PROGRESSISTA.
a seconda del macroschieramento che vince le elezioni.
veniamo al sistema misto che è quello italiano.
la parte PROPORZIONALE deve dare una RAPPRESENTANZA una testa un voto.
la parte proporzionale dovrebbe dare un PERCORSO di ATTUAZIONE MATERIALE della costituzione italiana, che è una costituzione MATERIALE e IDEOLOGICA ( sia idealistica che materialista).
Il compromesso tra ideologia socialista, comunista, repubblica azionista, e cattolica sociale.
Questo processo di attualizzazione della costituzione italiana è in crisi non per colpa della legge elettorale ma :
1) mancanza di una classe politica.
2) la morte o la scomparsa degli economisti fondatori della carta costituzionale ( Saraceno, Graziani, Caffe,Sylos Labini ).
3) il tradimento della carta costituzionale da parte di una parte della Democrazia Cristiana , vedi Andreatta .
Andreatta era inesistente politicamente nella Democrazia Cristiana ma storicamente ha vinto lui. Chi c era dietro ad Andreatta ?
4) la firma del trattato di Maastricht da parte di Andreotti presidente del consiglio e Carli ministro del tesoro, firma sotto il profilo giuridico formale VALIDA, ma ILLEGITTIMA sotto il profilo politico di una TEORIA DELLO STATO.
Insomma la parte proporzionale della legge elettorale NON funziona , ma non è colpa del contenitore è colpa del fatto che abbiamo un sistema politico e una classe politica senza sangue, oggettivamente inesistente.
la domanda a cosa serve la COMPONENTE MAGGIORITARIA della legge elettorale italiana ?
un sistema politico debole distrugge le qualità dei grandi uomini politici,vincono senza grandi partiti di massa con sistemi elettorali interni, vincono i yesman o lecca..., le persone autonome indipendenti possono trovare spazio solo sui collegi maggioritari e uninominali, facciamo qualche esempio, De Magistris, Vendola, non sarebbero mai diventati sindaco di Napoli e presidente di regione senza un sistema
quasi presidenziale maggioritario.
IL MAGGIORITARIO E' INVERSAMENTE PROPORZIONALE AL SISTEMA STRUTTURATO DEI PARTITI.
I collegi devono essere grandi altrimenti vengono letteralmente comprati dai ricchi locali.
E IMPENSABILI CHE FALSI PARTITI DECIDANO LE LISTE NEL PROPORZIONALE.
In Italia avere un 33% di maggioritario significa dare EQUILIBRIO ad un sistema presente in Italia, che è frammentario , complesso e non sviluppato è quindi serve una legge che sappia leggere la realtà concreta.
Questa legge è l' attuale legge mattarellum capovolto.
Ultima modifica di aaa42 il 05/11/2019, 16:24, modificato 1 volta in totale.
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- Iscritto il: 18/03/2012, 10:43
Re: diminuzione parlamentari che ne pensate
La rappresentatività era una delle più alte ma con la riduzione dei parlamentari rischia di essere una delle più basse. Sul sistema elettorale continuo a essere per il doppio turno uninominale, sistema che ritengo possa andare bene a tutti i partiti, e consente di non far perdere il voto dato al primo turno a una forza che non ce l'ha fatta.
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Re: diminuzione parlamentari che ne pensate
cielo 70 ha scritto:La rappresentatività era una delle più alte ma con la riduzione dei parlamentari rischia di essere una delle più basse. Sul sistema elettorale continuo a essere per il doppio turno uninominale, sistema che ritengo possa andare bene a tutti i partiti, e consente di non far perdere il voto dato al primo turno a una forza che non ce l'ha fatta.
Viviamo di slogan, il maggioritario anche se non a doppio turno lo abbiamo avuto, e stato il periodo più brutto della storia politica italiana, con le leggi a personam e la corruzione dilagante.
Il doppio turno cambia nulla o poco.
Perché?
La rappresentatività non è data dal numero parlamentari.
Inoltre una legge elettorale per il sindaco , prevalentemente un AMMINISTRATORE , e una legge elettorale per governo, ORGANO POLITICO possono e forse devono essere differenti.
E poi una tesi richiede delle fonti, altrimenti facciamo slogan come a destra.
Ultima modifica di aaa42 il 05/11/2019, 16:27, modificato 2 volte in totale.
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Re: diminuzione parlamentari che ne pensate
Ma che cosa c'entrano i collegi piccoli?La costituzione prevede competenze separate le materie di competenza esclusiva al parlamentare e quelle concorrenti riservate a regioni province citta metropolitane e comuni.Il cittadino non dovra' rivolgersi al canditato del collegio le cui competenze sono quelle esclusive ma al livello inferiore ad esempio ai comuni.Le lobbyes non c'entrano niente.Dove eserciterebbero influenza?su' cose e competenze legittime definite nel titolo V?
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Re: diminuzione parlamentari che ne pensate
LUIGI EINAUDI
Proporzionale e collegio uninominale
«L'Italia e il secondo Risorgimento», 17 giugno 1944
Si potrebbe fare un elenco di parole le quali hanno avuto contraria la fortuna quando alla forma originaria è stato fatto seguire il suffisso in -ismo: derivando, ad esempio, dalla nazione il nazionalismo, dal concetto del bene collettivo o comune il collettivismo ed il comunismo, e da quello della società il socialismo. Oggi voglio esaminare quella variazione dell'idea della proporzione, che è bellezza, che è giustizia, che è sapienza, la quale ha perso il nome di proporzionalismo. Ed aggiungo subito che intendo, con questa parola, indicare quel metodo che taluni e forse molti ritengono opportuno applicare alla scelta dei rappresentanti elettivi del popolo nel parlamento. Il metodo per lo più non si applica alla scelta dei membri dei Senati o Camere alte, sia che essi siano, in tutto od in parte, di nomina regia o presidenziale o di ceti o di gruppi sociali o siano i delegati di stati o cantoni federati o di circoscrizioni territoriali più o meno autonome. Il metodo si può invece largamente applicare nella scelta dei membri dei consigli municipali, provinciali o regionali: ma poiché nella decisione influiscono fattori particolari, non intendo qui occuparmene. Il problema è dunque esclusivamente quello del metodo della scelta dei membri della Camera elettiva. Due metodi opposti si possono applicare in proposito: quello del collegio elettorale piccolo, i cui elettori sono chiamati ad eleggere a maggioranza un solo deputato e quello del collegio grande, in cui gli eletti siano scelti in base alla forza proporzionale degli aderenti ai vari partiti concorrenti. Se noi pensiamo che la futura camera italiana sia composta di 500 membri, come era all'incirca prima del 1922: e che gli italiani giungono a 45 milioni, dovremo dividere il territorio nazionale in 500 collegi: ognuno dei quali, forte di circa 90.000 abitanti, sarà chiamato ad eleggere un deputato. In Italia lo si usava eleggere a maggioranza assoluta dei votanti. Se gli elettori iscritti, supponendo per il momento che le donne siano escluse dal voto, sono, ad es. 25.000, ed i votanti 20.000, era dichiarato eletto quel candidato il quale riportava almeno 10.001 voti.
In Inghilterra, basta la maggioranza relativa; e, perciò, se i candidati sono tre e 20.000 i votanti; ed il candidato conservatore riporta 9000 voti, quello labourista 8000 e il liberale 3000 voti, è dichiarato eletto il candidato conservatore, sebbene rappresenti solo una minoranza degli elettori votanti. Anche in Italia poteva accadere che i candidati fossero tre o più e nessuno di essi riuscisse eletto a maggioranza assoluta alla prima votazione: ed allora si procedeva nella successiva domenica ad una seconda votazione detta di ballottaggio, limitata perciò, nell'esempio fatto sopra, ai due soli candidati conservatore e labourista, rimasti primi in lizza; e riusciva eletto chi dei due riportava il maggior numero dei voti. Vedremo in seguito la ragione per la quale l'Inghilterra rimane attaccata tenacemente al criterio della maggioranza relativa senza votazione di ballottaggio. Basti osservare che il secondo criterio è parso agli italiani più giusto, perché consente agli elettori di esprimere le loro preferenze di maggioranza a favore dell'uno o dell'altro candidato. Non appena tuttavia si comincia a parlare di "giustizia" nella scelta dei deputati, subito si vede che il sistema del piccolo collegio, detto uninominale, non soddisfa alle esigenze della giustizia nella ripartizione dei mandati e può dar luogo a risultati talvolta strani. Supponiamo, per non fare ipotesi italiane, che i partiti siano, come in Inghilterra, solo tre e che la votazione, nella prima domenica abbia dato luogo al seguente risultato nei cinque collegi di una grande città o di una provincia (numero dei votanti 20.000 per ogni collegio: e si riportano i voti in migliaia:
Candidato I II III IV V Eletti Totale %
Conservatore
9
5
10
8
9
4
41
Labourista
8
9
9
3
7
1
38
Liberale
3
6
1
7
4
0
21
20
20
20
20
20
5
100
Si vede subito l'incognita dei risultati. Nel sistema inglese della maggioranza relativa, il partito conservatore, il quale dispone solo del 41% dei votanti riesce ad ottenere 4 mandati: il partito labourista, il quale pure sta pochissimo al disotto, ha 1 mandato solo: ed il partito liberale, a cui aderisce più di un quinto degli elettori, non riesce a mandare alla Camera dei comuni neppure un rappresentante.
Nel sistema italiano della votazione di ballottaggio, se noi supponiamo che nella seconda domenica i voti del partito escluso si dividano per esatta metà fra i due partiti capilista, otterremo i seguenti risultati:
Conservatore
10,5
-
10,5
10,5
11
4
42,5
Labourista
9,5
11,5
9,5
-
9
1
39,5
Liberale
-
8,5
-
9,5
-
-
18
20
20
20
20
20
5
100
I risultati non mutano. I liberali rimangono a terra ed i labouristi hanno una rappresentanza inadeguata al loro numero.
Accanto a quello dell’ingiustizia un altro inconveniente si rinfaccia al collegio uninominale, ed è il grado molto notevole di mutabilità della composizione della Camera elettiva in confronto a quella del corpo elettorale. Cresca invero, a scapito dei voti conservatori, nell’esempio primo sopra addotto, di una sola unità (migliaio) il voto a favore dei labouristi nel primo e nel terzo collegio; ed ecco che, pur scemando il totale dei voti conservatori solo da 41 a 39 mila e crescendo appena da 38 a 40 mila il totale dei voti labouristi, il numero dei deputati labouristi balza da 1 a 3 ed i labouristi diventano maggioranza. Un minimo spostamento di voti basta a mandare l'uno piuttosto che l'altro partito al potere: che è nuova ingiustizia aggiunta alla prima.
Giova subito dire che nei paesi anglosassoni, nei quali il regime democratico si è meglio affermato come atto a governare grandi stati, l'opinione pubblica è rimasta nella sua grandissima maggioranza praticamente insensibile a questa che parrebbe chiara ed evidente dimostrazione della ingiustizia propria del sistema del piccolo collegio uninominale. Invano la piccola pattuglia liberale, la quale tende ad essere a poco a poco eliminata dall'abbandono degli elettori, pure fedeli ai principii del partito, ma disgustati dalla inutilità dei voti assegnati ad una parte schiacciata fra le due maggiori, tentò anche recentemente di dimostrare l'ingiustizia di assegnare 4 mandati al partito che aveva appena ottenuto il 41% dei voti, 1 solo a quello che aveva per sé il favore del 38% degli elettori e nessuno al terzo partito che pure disponeva del 21% dei suffragi. Invano tentò di far presente ai conservatori il rischio di diventare minoranza in parlamento e di dover perciò abbandonare il potere se due sole migliaia di elettori avessero spostato il loro voto. Conservatori e laburisti rimasero insensibili alle argomentazioni di ingiustizia e di mutabilità governativa e deliberarono di tenersi tutti al vecchio metodo del collegio piccolo uninominale.
Si interessarono tutti, sia detto di passata, assai di più ad un'altra questione, che a noi parrebbe piccolissima, quella della eventuale convenienza di ricostruire l'aula della Camera dei comuni, distrutta dai bombardamenti tedeschi. In modo che nella nuova aula potessero star seduti tutti i deputati, di cui nella vecchia aula un buon terzo doveva stare in piedi a causa dell'angustia dello spazio. Ed, unanimi, deliberarono non solo di non ricostruire l'aula ad anfiteatro, così da far parlare l'oratore al numero massimo di colleghi e di conservare la vecchia forma rettangolare, che fa parlare l'oratore solo alla parte avversa: ma di mantenerla nelle sue antiche anguste dimensioni, sì da obbligare nelle sedute affollate molti membri a star in piedi in fondo alla sala. Deliberarono così, perché ritennero che una delle condizioni essenziali del buon funzionamento del regime parlamentare sia quella che l'aula dei dibattiti non si converta in un comizio rivolto al pubblico, conservi il carattere di una stanza nella quale gli uomini del governo in carica intervengono a difendere l'opera propria e gli uomini del governo futuro sorgono a criticare l'opera medesima; e ciò in un'atmosfera di mutua stima e di sforzo di vicendevole persuasione rivolto al bene comune.
Per questa stessa regione la madre dei parlamenti non si interessa alle critiche mosse al sistema del collegio uninominale. Una Camera, pensano essi, non è nominata allo scopo di rappresentare con esattezza matematica le opinioni esistenti nel paese. Essa non è un istituto scientifico, una accademia nella quale le diverse correnti scientifiche o letterarie abbiano ragione di esporre le proprie teorie e di contrapporle alle varie altre teorie esistenti. Le Camere hanno nei paesi moderni due uffici: l'uno è quello di costituire il governo del paese e ciò è compito della maggioranza: l'altro è quello di criticare l'opera del governo così costituito, e ciò è opera della minoranza. Se la maggioranza è di 4 e la minoranza è di 1, il governo è forte e può durare sino alla fine della legislatura; e la minoranza può pienamente esercitare l'ufficio suo che è quello di dimostrare che quel che fa il governo è mal fatto ed è criticabile a questo o quel punto di vista. Spetta agli elettori, alle prossime elezioni, dare un giudizio sull'operato del governo e sulle critiche dell'opposizione. Nessun male ed anzi molto bene se in queste nuove elezioni il mutamento anche solo di 2000 voti dai conservatori ai laburisti trasforma la maggioranza di 4 dei primi in una minoranza di 2; e se i labouristi da 1 diventano 3. Un buon sistema elettorale ha appunto per scopo di consentire agli incerti, ai 2000 su 100.000, la cui opinione non è già bell'e fatta di spostarsi e di dar la vittoria all'una od all'altra delle due parti.
Il landslide, la frana elettorale non è un male. Non è la massa degli elettori fedeli, la quale conta e deve contare. I conservatori fedeli rimarranno sempre tali, anche se il partito conservatore commettesse un sacco di spropositi durante la sua permanenza al potere; ed i fedeli labouristi chiuderanno sempre gli occhi dinnanzi agli errori dei proprii rappresentanti. Chi decide e merita di decidere sono gli incerti, gli oscillanti, i quali giudicano sui risultati; fedeli ai conservatori sinché costoro fanno bene, rivoltosi in caso contrario.
Il pericolo elettorale oscilla esclusivamente per merito della gente indipendente la quale regola la sua opinione non sulle parole, ma sui fatti. Essa sola consente alla pubblica opinione di farsi valere attraverso e nonostante la macchina dei partiti che tiene salda in pugno e fedele la massa degli elettori, la quale non desidera formarsi una opinione propria ma accetta bell'e fatta l'opinione dei gruppi e dei loro capi. Grazie a questa opinione media indipendente ed oscillante ci si può sottrarre alla molteplicità dei partiti ed allo spezzettamento dei gruppi politici nella Camera elettiva. Essa vota a favore del partito che, facendo bene, ha commesso il minimo numero di errori o che dà affidamento di far meglio. Grazie ad essa nasce un governo saldo, che dispone di una forte maggioranza e non teme la critica della minoranza. Che importa che la minoranza sia piccola o grande? Purché essa esista, se anche ridotta di numero e purché essa esponga critiche giuste, essa è sicura di spostare a proprio favore gli indipendenti e di conquistare la vittoria. A petto di questi vantaggi che assicurano il buon governo del paese, che cosa vale l'ossequio alla giustizia astratta a mezzo della proporzionale, la quale dando 2 posti ai conservatori, 2 ai labouristi ed 1 ai liberali, renderebbe impossibile qualunque governo forte, assurda l'attuazione di un qualunque programma ben concepito e ridurrebbe la vita politica ad un continuo compromesso fra programmi contradditorii?
Junius
Proporzionale e collegio uninominale
«L'Italia e il secondo Risorgimento», 17 giugno 1944
Si potrebbe fare un elenco di parole le quali hanno avuto contraria la fortuna quando alla forma originaria è stato fatto seguire il suffisso in -ismo: derivando, ad esempio, dalla nazione il nazionalismo, dal concetto del bene collettivo o comune il collettivismo ed il comunismo, e da quello della società il socialismo. Oggi voglio esaminare quella variazione dell'idea della proporzione, che è bellezza, che è giustizia, che è sapienza, la quale ha perso il nome di proporzionalismo. Ed aggiungo subito che intendo, con questa parola, indicare quel metodo che taluni e forse molti ritengono opportuno applicare alla scelta dei rappresentanti elettivi del popolo nel parlamento. Il metodo per lo più non si applica alla scelta dei membri dei Senati o Camere alte, sia che essi siano, in tutto od in parte, di nomina regia o presidenziale o di ceti o di gruppi sociali o siano i delegati di stati o cantoni federati o di circoscrizioni territoriali più o meno autonome. Il metodo si può invece largamente applicare nella scelta dei membri dei consigli municipali, provinciali o regionali: ma poiché nella decisione influiscono fattori particolari, non intendo qui occuparmene. Il problema è dunque esclusivamente quello del metodo della scelta dei membri della Camera elettiva. Due metodi opposti si possono applicare in proposito: quello del collegio elettorale piccolo, i cui elettori sono chiamati ad eleggere a maggioranza un solo deputato e quello del collegio grande, in cui gli eletti siano scelti in base alla forza proporzionale degli aderenti ai vari partiti concorrenti. Se noi pensiamo che la futura camera italiana sia composta di 500 membri, come era all'incirca prima del 1922: e che gli italiani giungono a 45 milioni, dovremo dividere il territorio nazionale in 500 collegi: ognuno dei quali, forte di circa 90.000 abitanti, sarà chiamato ad eleggere un deputato. In Italia lo si usava eleggere a maggioranza assoluta dei votanti. Se gli elettori iscritti, supponendo per il momento che le donne siano escluse dal voto, sono, ad es. 25.000, ed i votanti 20.000, era dichiarato eletto quel candidato il quale riportava almeno 10.001 voti.
In Inghilterra, basta la maggioranza relativa; e, perciò, se i candidati sono tre e 20.000 i votanti; ed il candidato conservatore riporta 9000 voti, quello labourista 8000 e il liberale 3000 voti, è dichiarato eletto il candidato conservatore, sebbene rappresenti solo una minoranza degli elettori votanti. Anche in Italia poteva accadere che i candidati fossero tre o più e nessuno di essi riuscisse eletto a maggioranza assoluta alla prima votazione: ed allora si procedeva nella successiva domenica ad una seconda votazione detta di ballottaggio, limitata perciò, nell'esempio fatto sopra, ai due soli candidati conservatore e labourista, rimasti primi in lizza; e riusciva eletto chi dei due riportava il maggior numero dei voti. Vedremo in seguito la ragione per la quale l'Inghilterra rimane attaccata tenacemente al criterio della maggioranza relativa senza votazione di ballottaggio. Basti osservare che il secondo criterio è parso agli italiani più giusto, perché consente agli elettori di esprimere le loro preferenze di maggioranza a favore dell'uno o dell'altro candidato. Non appena tuttavia si comincia a parlare di "giustizia" nella scelta dei deputati, subito si vede che il sistema del piccolo collegio, detto uninominale, non soddisfa alle esigenze della giustizia nella ripartizione dei mandati e può dar luogo a risultati talvolta strani. Supponiamo, per non fare ipotesi italiane, che i partiti siano, come in Inghilterra, solo tre e che la votazione, nella prima domenica abbia dato luogo al seguente risultato nei cinque collegi di una grande città o di una provincia (numero dei votanti 20.000 per ogni collegio: e si riportano i voti in migliaia:
Candidato I II III IV V Eletti Totale %
Conservatore
9
5
10
8
9
4
41
Labourista
8
9
9
3
7
1
38
Liberale
3
6
1
7
4
0
21
20
20
20
20
20
5
100
Si vede subito l'incognita dei risultati. Nel sistema inglese della maggioranza relativa, il partito conservatore, il quale dispone solo del 41% dei votanti riesce ad ottenere 4 mandati: il partito labourista, il quale pure sta pochissimo al disotto, ha 1 mandato solo: ed il partito liberale, a cui aderisce più di un quinto degli elettori, non riesce a mandare alla Camera dei comuni neppure un rappresentante.
Nel sistema italiano della votazione di ballottaggio, se noi supponiamo che nella seconda domenica i voti del partito escluso si dividano per esatta metà fra i due partiti capilista, otterremo i seguenti risultati:
Conservatore
10,5
-
10,5
10,5
11
4
42,5
Labourista
9,5
11,5
9,5
-
9
1
39,5
Liberale
-
8,5
-
9,5
-
-
18
20
20
20
20
20
5
100
I risultati non mutano. I liberali rimangono a terra ed i labouristi hanno una rappresentanza inadeguata al loro numero.
Accanto a quello dell’ingiustizia un altro inconveniente si rinfaccia al collegio uninominale, ed è il grado molto notevole di mutabilità della composizione della Camera elettiva in confronto a quella del corpo elettorale. Cresca invero, a scapito dei voti conservatori, nell’esempio primo sopra addotto, di una sola unità (migliaio) il voto a favore dei labouristi nel primo e nel terzo collegio; ed ecco che, pur scemando il totale dei voti conservatori solo da 41 a 39 mila e crescendo appena da 38 a 40 mila il totale dei voti labouristi, il numero dei deputati labouristi balza da 1 a 3 ed i labouristi diventano maggioranza. Un minimo spostamento di voti basta a mandare l'uno piuttosto che l'altro partito al potere: che è nuova ingiustizia aggiunta alla prima.
Giova subito dire che nei paesi anglosassoni, nei quali il regime democratico si è meglio affermato come atto a governare grandi stati, l'opinione pubblica è rimasta nella sua grandissima maggioranza praticamente insensibile a questa che parrebbe chiara ed evidente dimostrazione della ingiustizia propria del sistema del piccolo collegio uninominale. Invano la piccola pattuglia liberale, la quale tende ad essere a poco a poco eliminata dall'abbandono degli elettori, pure fedeli ai principii del partito, ma disgustati dalla inutilità dei voti assegnati ad una parte schiacciata fra le due maggiori, tentò anche recentemente di dimostrare l'ingiustizia di assegnare 4 mandati al partito che aveva appena ottenuto il 41% dei voti, 1 solo a quello che aveva per sé il favore del 38% degli elettori e nessuno al terzo partito che pure disponeva del 21% dei suffragi. Invano tentò di far presente ai conservatori il rischio di diventare minoranza in parlamento e di dover perciò abbandonare il potere se due sole migliaia di elettori avessero spostato il loro voto. Conservatori e laburisti rimasero insensibili alle argomentazioni di ingiustizia e di mutabilità governativa e deliberarono di tenersi tutti al vecchio metodo del collegio piccolo uninominale.
Si interessarono tutti, sia detto di passata, assai di più ad un'altra questione, che a noi parrebbe piccolissima, quella della eventuale convenienza di ricostruire l'aula della Camera dei comuni, distrutta dai bombardamenti tedeschi. In modo che nella nuova aula potessero star seduti tutti i deputati, di cui nella vecchia aula un buon terzo doveva stare in piedi a causa dell'angustia dello spazio. Ed, unanimi, deliberarono non solo di non ricostruire l'aula ad anfiteatro, così da far parlare l'oratore al numero massimo di colleghi e di conservare la vecchia forma rettangolare, che fa parlare l'oratore solo alla parte avversa: ma di mantenerla nelle sue antiche anguste dimensioni, sì da obbligare nelle sedute affollate molti membri a star in piedi in fondo alla sala. Deliberarono così, perché ritennero che una delle condizioni essenziali del buon funzionamento del regime parlamentare sia quella che l'aula dei dibattiti non si converta in un comizio rivolto al pubblico, conservi il carattere di una stanza nella quale gli uomini del governo in carica intervengono a difendere l'opera propria e gli uomini del governo futuro sorgono a criticare l'opera medesima; e ciò in un'atmosfera di mutua stima e di sforzo di vicendevole persuasione rivolto al bene comune.
Per questa stessa regione la madre dei parlamenti non si interessa alle critiche mosse al sistema del collegio uninominale. Una Camera, pensano essi, non è nominata allo scopo di rappresentare con esattezza matematica le opinioni esistenti nel paese. Essa non è un istituto scientifico, una accademia nella quale le diverse correnti scientifiche o letterarie abbiano ragione di esporre le proprie teorie e di contrapporle alle varie altre teorie esistenti. Le Camere hanno nei paesi moderni due uffici: l'uno è quello di costituire il governo del paese e ciò è compito della maggioranza: l'altro è quello di criticare l'opera del governo così costituito, e ciò è opera della minoranza. Se la maggioranza è di 4 e la minoranza è di 1, il governo è forte e può durare sino alla fine della legislatura; e la minoranza può pienamente esercitare l'ufficio suo che è quello di dimostrare che quel che fa il governo è mal fatto ed è criticabile a questo o quel punto di vista. Spetta agli elettori, alle prossime elezioni, dare un giudizio sull'operato del governo e sulle critiche dell'opposizione. Nessun male ed anzi molto bene se in queste nuove elezioni il mutamento anche solo di 2000 voti dai conservatori ai laburisti trasforma la maggioranza di 4 dei primi in una minoranza di 2; e se i labouristi da 1 diventano 3. Un buon sistema elettorale ha appunto per scopo di consentire agli incerti, ai 2000 su 100.000, la cui opinione non è già bell'e fatta di spostarsi e di dar la vittoria all'una od all'altra delle due parti.
Il landslide, la frana elettorale non è un male. Non è la massa degli elettori fedeli, la quale conta e deve contare. I conservatori fedeli rimarranno sempre tali, anche se il partito conservatore commettesse un sacco di spropositi durante la sua permanenza al potere; ed i fedeli labouristi chiuderanno sempre gli occhi dinnanzi agli errori dei proprii rappresentanti. Chi decide e merita di decidere sono gli incerti, gli oscillanti, i quali giudicano sui risultati; fedeli ai conservatori sinché costoro fanno bene, rivoltosi in caso contrario.
Il pericolo elettorale oscilla esclusivamente per merito della gente indipendente la quale regola la sua opinione non sulle parole, ma sui fatti. Essa sola consente alla pubblica opinione di farsi valere attraverso e nonostante la macchina dei partiti che tiene salda in pugno e fedele la massa degli elettori, la quale non desidera formarsi una opinione propria ma accetta bell'e fatta l'opinione dei gruppi e dei loro capi. Grazie a questa opinione media indipendente ed oscillante ci si può sottrarre alla molteplicità dei partiti ed allo spezzettamento dei gruppi politici nella Camera elettiva. Essa vota a favore del partito che, facendo bene, ha commesso il minimo numero di errori o che dà affidamento di far meglio. Grazie ad essa nasce un governo saldo, che dispone di una forte maggioranza e non teme la critica della minoranza. Che importa che la minoranza sia piccola o grande? Purché essa esista, se anche ridotta di numero e purché essa esponga critiche giuste, essa è sicura di spostare a proprio favore gli indipendenti e di conquistare la vittoria. A petto di questi vantaggi che assicurano il buon governo del paese, che cosa vale l'ossequio alla giustizia astratta a mezzo della proporzionale, la quale dando 2 posti ai conservatori, 2 ai labouristi ed 1 ai liberali, renderebbe impossibile qualunque governo forte, assurda l'attuazione di un qualunque programma ben concepito e ridurrebbe la vita politica ad un continuo compromesso fra programmi contradditorii?
Junius
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Re: diminuzione parlamentari che ne pensate
SOSTITUIRE IL REFERENDUM SUL NUMERO PARLAMENTARI CON UN NUOVO REFERENDUM SULLA NOMINA DEL RAGIONIERE GIUSEPPE GRILLO A GOVERNATORE DELLA BANCA D' ITALIA.
non c è dubbio che i parlamentari in Italia possono SEMBRARE TROPPI .
le motivazioni storiche vanno ricercate su analisi storiche.
creare una forte rappresentanza popolare DOPO la dittatura fascista.
Dare rappresentanza politica alle minoranze politiche .
Dare rappresentanza anche a aree politiche ESTREME fondate su IDEOLOGIE POLITICHE.
La forma del governo come AUTOREGOLARIZZAZIONE DI SISTEMI DI COALIZIONE.
il bicameralismo perfetto come sistema di controllo del parlamento duale.
una ipotesi di studio è che la riduzione dei parlamentari sia un aspetto tecnico e non politico, sono troppi rispetto ad altri paesi.
Il manuale di Arend Lijhart va studiato in riferimento a questo referendum.
Non sempre il numero di parlamentari italiano è esagerato rispetto ad altre repubbliche.
La riduzione dei parlamentari IMPONE una LEGGE PROPORZIONALE TOTALITARIA.
Noi sosteniamo il sistema proporzionale ma non SOSTENIAMO UN SISTEMA DI CADAVERI AMBULANTI , che sono il SISTEMA DEI PARTITI di oggi.
Abbiamo in Italia la migliore legge elettorale al mondo , abbiamo dei cretini sociali ignoranti che hanno imposto delle liste di NOMINATI
non dai partiti che non ci sono ma da figli di falsi imprenditori finiti in carcere,
IL MATTERELLUM a TESTA IN GIU' è stato elaborato in questo piccolo forum e va mantenuto.
si puo discutere se nel maggioritario 30% ci debba essere il DOPPIO TURNO.
E fondamentale il CORRETTIVO MAGGIORITARIO che deve essere solo un correttivo, perchè ?
PERCHE LA POLITICA DEVE ESSERE PROGETTO E PROGRAMMA ( per questo il sistema proporzionale è preferibile in quanto per definizione partecipativo ) ma deve essere anche un sistema in parte minoritaria , deve essere anche un SISTEMA POPULISTA in cui personalità di POPOLO possano parlare direttamente alla pancia e ai genitali del popolo.
Tutto deve essere un processo duale ARMONICO e COORDINATO.
la RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI elimina la MINORANZA POPULISTA ( collegi uninominali maggioritari) del sistema , impone non un proporzionale POLITICO ma un proporzionale TECNICO.
Puo eliminare le FORZE DELLE IDEOLOGIE di sangue ( ad esempio il neoliberismo estremistico alla Giavazzi e il marxismo comunismo) ma anche settori del socialismo di sinistra, ma anche il fondamentalismo cattolico sociale.
Di fronte a visioni complesse , plurali, invece di migliore ad esempio togliendo i nominati servi della gleba non di partiti democratici ma di elite
paraculate, si chiede al popolo italiano una SEMPLIFICAZIONE , con analisi approfondite del tipo MAMMA SONO ARRIVATO UNO.
non c è dubbio che i parlamentari in Italia possono SEMBRARE TROPPI .
le motivazioni storiche vanno ricercate su analisi storiche.
creare una forte rappresentanza popolare DOPO la dittatura fascista.
Dare rappresentanza politica alle minoranze politiche .
Dare rappresentanza anche a aree politiche ESTREME fondate su IDEOLOGIE POLITICHE.
La forma del governo come AUTOREGOLARIZZAZIONE DI SISTEMI DI COALIZIONE.
il bicameralismo perfetto come sistema di controllo del parlamento duale.
una ipotesi di studio è che la riduzione dei parlamentari sia un aspetto tecnico e non politico, sono troppi rispetto ad altri paesi.
Il manuale di Arend Lijhart va studiato in riferimento a questo referendum.
Non sempre il numero di parlamentari italiano è esagerato rispetto ad altre repubbliche.
La riduzione dei parlamentari IMPONE una LEGGE PROPORZIONALE TOTALITARIA.
Noi sosteniamo il sistema proporzionale ma non SOSTENIAMO UN SISTEMA DI CADAVERI AMBULANTI , che sono il SISTEMA DEI PARTITI di oggi.
Abbiamo in Italia la migliore legge elettorale al mondo , abbiamo dei cretini sociali ignoranti che hanno imposto delle liste di NOMINATI
non dai partiti che non ci sono ma da figli di falsi imprenditori finiti in carcere,
IL MATTERELLUM a TESTA IN GIU' è stato elaborato in questo piccolo forum e va mantenuto.
si puo discutere se nel maggioritario 30% ci debba essere il DOPPIO TURNO.
E fondamentale il CORRETTIVO MAGGIORITARIO che deve essere solo un correttivo, perchè ?
PERCHE LA POLITICA DEVE ESSERE PROGETTO E PROGRAMMA ( per questo il sistema proporzionale è preferibile in quanto per definizione partecipativo ) ma deve essere anche un sistema in parte minoritaria , deve essere anche un SISTEMA POPULISTA in cui personalità di POPOLO possano parlare direttamente alla pancia e ai genitali del popolo.
Tutto deve essere un processo duale ARMONICO e COORDINATO.
la RIDUZIONE DEI PARLAMENTARI elimina la MINORANZA POPULISTA ( collegi uninominali maggioritari) del sistema , impone non un proporzionale POLITICO ma un proporzionale TECNICO.
Puo eliminare le FORZE DELLE IDEOLOGIE di sangue ( ad esempio il neoliberismo estremistico alla Giavazzi e il marxismo comunismo) ma anche settori del socialismo di sinistra, ma anche il fondamentalismo cattolico sociale.
Di fronte a visioni complesse , plurali, invece di migliore ad esempio togliendo i nominati servi della gleba non di partiti democratici ma di elite
paraculate, si chiede al popolo italiano una SEMPLIFICAZIONE , con analisi approfondite del tipo MAMMA SONO ARRIVATO UNO.
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Re: diminuzione parlamentari che ne pensate
ti elimino a te non la minoranza populista dei collegi,la gente come te e` pericolosa per la democrazia non si e` mai adoperata per la democrazia ma per la dittatura.La legge elettorale mattarellum invertito fa` schifo
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Re: diminuzione parlamentari che ne pensate
vattene da questa ml se non te ne vai chiamo il moderatore
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