Io ne ho le SCATOLE PIENE
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
Intanto quello che sembra certo è che i gruppi parlamentari al Senato si spartiscono circa 40 milioni di euro all'anno.
E su questo c'è poco da minacciare querele.
“I conti della Casta”, il Pd denuncia il Quotidiano Nazionale per questo articolo
07/06/2012By violapost
Il Partito Democratico ha annunciato querela nei confronti del Quotidiano Nazionale, reo di aver pubblicato un articolo che denuncia la gestione allegra dei soldi pubblici da parte dei partiti.
Noi crediamo che denunciare la stampa sia sempre sbagliato, soprattutto se a farlo sono i rappresentanti politici, che sia sempre segno di arroganza e che esistano metodi diversi per affermare le proprie versioni. Per questo riproponiamo e diffondiamo l’articolo del quotidiano. Se volete, denunciateci tutti. Ecco l’articolo:
Roma, 7 giugno 2012 – Un senatore in odore di riciclaggio rappresenta un caso di malcostume, decine di senatori in odore di riciclaggio rappresentano una prassi. Ad oggi, le segnalazioni sono una quarantina. E il numero sembra destinato a crescere. Una quarantina di operazioni bancarie ‘sospette’ segnalate dalla Bnl all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, che provvederà a sua volta a girarle al Nucleo speciale di polizia tributaria della Guardia di finanza e alla Direzione investigativa antimafia. Lo impone una legge del 2007, quando un operatore finanziario «sa, sospetta o ha motivi ragionevoli per sospettare che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio».
Brutta storia. Una storia iniziata quando i vertici della Bnl hanno preso coscienza della gestione allegra dei diversi conti correnti che il tesoriere della Margherita Luigi Lusi aveva aperto o fatto aprire presso l’agenzia che si trova al piano terreno di palazzo Madama, nel cuore del Senato della repubblica. Ricostruiti i movimenti di denaro e interrogati i funzionari, risulta che Lusi non è quel che si suol dire una pecora nera. È un recordman (in negativo), ma alla stessa gara partecipano in molti. La gestione personalistica e disinvolta dei soldi destinati ai gruppi parlamentari non rappresenta infatti l’eccezione bensì la regola. Si sapeva, in effetti, ma si è sempre cercato di non dirlo.
Oltre ai cosiddetti ‘rimborsi elettorali’ e ai finanziamenti per i giornali di partito, un altro canale attraverso il quale il denaro pubblico affluisce nelle casse dei partiti politici è infatti rappresentato dai «trasferimenti ai gruppi parlamentari». Trasferimenti consistenti: solo al Senato la cifra sfiora ogni anno i 40 milioni di euro. Ed è questa una delle ragioni — non l’unica, certo — che rendono particolarmente ambita la carica di capogruppo: il poter disporre di quel tesoretto. Che come spesso accade finisce poi nella disponibilità di molti. Chi infatti pensasse che quei denari vengano interamente spesi per assicurare il buon funzionamento dei gruppi parlamentari e dunque della democrazia rappresentativa sbaglierebbe di grosso. Dalle segnalazioni giunte in Bankitalia risulta infatti che parte significativa di quei soldi sia effettivamente nelle disponibilità di singoli senatori, i quali ne fanno l’uso che meglio credono. L’andazzo non riguarda solo Lusi e il gruppo del Pd: sono coinvolti anche la Lega e l’Udc. Ed è possibile, per non dire probabile, che almeno un altro gruppo parlamentare a breve s’aggiunga.
Lunga e trasversale è dunque la fila dei senatori che nel tempo hanno ritirato ingenti somme di denaro dai conti correnti dei loro gruppi. E l’impressione di chi, da dietro lo sportello, ha assistito ai loro frequenti via vai era che non si trattasse esattamente di denaro destinato ad essere speso per la politica, e men che meno per attività inerenti al gruppo parlamentare.
C’è il senatore che si presenta in compagnia dell’amica ed esce dalla banca con migliaia di euro in tasca. C’è il senatore che ritira contante con regolare cadenza mensile come si trattasse di uno stipendio. C’è il senatore che ha delegato a ritirare una cifra consistente un certo signore noto per svolgere l’attività di ‘spallone’, e non risulta che in Svizzera il senatore in questione o il suo partito svolgano un’intensa attività politica. Si tratta di una minoranza, naturalmente. Ma non così esigua da consentire di archiviare la notizia alla voce «casi personali».
http://violapost.it/?p=8859
E su questo c'è poco da minacciare querele.
“I conti della Casta”, il Pd denuncia il Quotidiano Nazionale per questo articolo
07/06/2012By violapost
Il Partito Democratico ha annunciato querela nei confronti del Quotidiano Nazionale, reo di aver pubblicato un articolo che denuncia la gestione allegra dei soldi pubblici da parte dei partiti.
Noi crediamo che denunciare la stampa sia sempre sbagliato, soprattutto se a farlo sono i rappresentanti politici, che sia sempre segno di arroganza e che esistano metodi diversi per affermare le proprie versioni. Per questo riproponiamo e diffondiamo l’articolo del quotidiano. Se volete, denunciateci tutti. Ecco l’articolo:
Roma, 7 giugno 2012 – Un senatore in odore di riciclaggio rappresenta un caso di malcostume, decine di senatori in odore di riciclaggio rappresentano una prassi. Ad oggi, le segnalazioni sono una quarantina. E il numero sembra destinato a crescere. Una quarantina di operazioni bancarie ‘sospette’ segnalate dalla Bnl all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, che provvederà a sua volta a girarle al Nucleo speciale di polizia tributaria della Guardia di finanza e alla Direzione investigativa antimafia. Lo impone una legge del 2007, quando un operatore finanziario «sa, sospetta o ha motivi ragionevoli per sospettare che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio».
Brutta storia. Una storia iniziata quando i vertici della Bnl hanno preso coscienza della gestione allegra dei diversi conti correnti che il tesoriere della Margherita Luigi Lusi aveva aperto o fatto aprire presso l’agenzia che si trova al piano terreno di palazzo Madama, nel cuore del Senato della repubblica. Ricostruiti i movimenti di denaro e interrogati i funzionari, risulta che Lusi non è quel che si suol dire una pecora nera. È un recordman (in negativo), ma alla stessa gara partecipano in molti. La gestione personalistica e disinvolta dei soldi destinati ai gruppi parlamentari non rappresenta infatti l’eccezione bensì la regola. Si sapeva, in effetti, ma si è sempre cercato di non dirlo.
Oltre ai cosiddetti ‘rimborsi elettorali’ e ai finanziamenti per i giornali di partito, un altro canale attraverso il quale il denaro pubblico affluisce nelle casse dei partiti politici è infatti rappresentato dai «trasferimenti ai gruppi parlamentari». Trasferimenti consistenti: solo al Senato la cifra sfiora ogni anno i 40 milioni di euro. Ed è questa una delle ragioni — non l’unica, certo — che rendono particolarmente ambita la carica di capogruppo: il poter disporre di quel tesoretto. Che come spesso accade finisce poi nella disponibilità di molti. Chi infatti pensasse che quei denari vengano interamente spesi per assicurare il buon funzionamento dei gruppi parlamentari e dunque della democrazia rappresentativa sbaglierebbe di grosso. Dalle segnalazioni giunte in Bankitalia risulta infatti che parte significativa di quei soldi sia effettivamente nelle disponibilità di singoli senatori, i quali ne fanno l’uso che meglio credono. L’andazzo non riguarda solo Lusi e il gruppo del Pd: sono coinvolti anche la Lega e l’Udc. Ed è possibile, per non dire probabile, che almeno un altro gruppo parlamentare a breve s’aggiunga.
Lunga e trasversale è dunque la fila dei senatori che nel tempo hanno ritirato ingenti somme di denaro dai conti correnti dei loro gruppi. E l’impressione di chi, da dietro lo sportello, ha assistito ai loro frequenti via vai era che non si trattasse esattamente di denaro destinato ad essere speso per la politica, e men che meno per attività inerenti al gruppo parlamentare.
C’è il senatore che si presenta in compagnia dell’amica ed esce dalla banca con migliaia di euro in tasca. C’è il senatore che ritira contante con regolare cadenza mensile come si trattasse di uno stipendio. C’è il senatore che ha delegato a ritirare una cifra consistente un certo signore noto per svolgere l’attività di ‘spallone’, e non risulta che in Svizzera il senatore in questione o il suo partito svolgano un’intensa attività politica. Si tratta di una minoranza, naturalmente. Ma non così esigua da consentire di archiviare la notizia alla voce «casi personali».
http://violapost.it/?p=8859
-
- Messaggi: 2102
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:29
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
Non ho ben capito se intendevi noi o il pd e compagniaAmadeus ha scritto:si si bravi lavorate per grillo, così diventa il primo partito con la sua formula magica per uscire dalla crisi: il taumaturgico vaffa .... poi va in europa a dire : il debito ? non lo paghiamo! e lo spread arriva a 2500 .... grecia ! arriviamo!
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
La giustizia non è merce di scambio
8 giugno 2012 - Nessun Commento »
Massimo Giannini
Cosa sta succedendo sulla giustizia? Sul campo di battaglia in cui si sono consumati i peggiori misfatti dell’epoca berlusconiana, continuano ad accadere fatti difficili da spiegare. O spiegabili solo alla luce dei “soliti sospetti”.
Sospetti che sempre accompagnano, purtroppo, i rapporti tra politica e codice penale. Norme “ad processum” per inquisiti eccellenti, salvacondotti trasversali per parlamentari da arrestare. Erano pane quotidiano con il governo del Cavaliere. Non vorremmo che ne restassero tracce anche con il governo del Professore.
C’è un primo indizio, che fa riflettere. Il voto con il quale l’assemblea di Palazzo Madama ha salvato dall’arresto Sergio De Gregorio, accusato della maxitruffa che ha coinvolto anche Lavitola. È un segnale inquietante. Non perché a negare la richiesta dei pm siano stati i 127 senatori del Pdl o i 22 della Lega, che a questo genere di blindature corporative ci hanno abituato da anni. Ma perché quel voto non sarebbe passato senza il contributo di almeno 40 franchi tiratori, di cui si ignora il partito ma si sospetta l’ordito: oggi noi salviamo De Gregorio, e la settimana prossima voi salvate Luigi Lusi.
Il 12 giugno, infatti, la giunta per le autorizzazioni dovrà decidere se accettare o respingere la richiesta d’arresto per il senatore della ex Margherita, coinvolto nello scandalo degli oltre 20 milioni di fondi sottratti al partito, mentre l’aula dovrà decidere a luglio. Scatterà, a parti invertite, lo stesso meccanismo? Funzionerà
la stessa logica bipartisan, al riparo del voto segreto? Si fa fatica anche solo a crederlo, per un ceto politico già così irrimediabilmente screditato di fronte all’opinione pubblica. Ma qualche diffidenza si insinua, se persino Roberto Saviano adombra l’ipotesi del “voto di scambio”.
C’è un secondo indizio, che fa diffidare. Il disegno di legge contro la corruzione. Su quel testo, riveduto e corretto dal ministro Severino rispetto al ddl varato dal suo predecessore Angelino Alfano, va in onda da giorni una strana manfrina. Alla Camera, prima in Commissione e poi in aula, i partiti della “strana maggioranza” discutono e si accapigliano sulle questioni più diverse. Alcune anche interessanti (l’incandidabilità dei condannati per delitti non colposi) altre quasi irrilevanti (la white list delle imprese virtuose depositate presso le Prefetture). Ma al di là delle schermaglie di superficie, su un tema di fondo tutti sembrano d’accordo: la riforma del reato di concussione, che anche nel testo corretto dalla mediazione del Guardasigilli, di fatto esce dal nostro ordinamento.
L’articolo 317 del codice penale viene riscritto, per volontà condivisa del centrodestra e del centrosinistra, che si appellano a una bugia: “Ce lo chiedono l’Ocse e l’Europa”. La verità, come ha spiegato più volte il direttore del Servizio studi Davide Bonucci, è che “l’Ocse non ha mai chiesto all’Italia di eliminare la concussione”. Poco importa. La “riforma” va fatta. Il Pdl lo esige, il Pd lo tollera. Il testo attuale prevede una pena fino a 12 anni per chiunque, abusando della propria posizione di pubblico ufficiale, induce o costringe un altro soggetto a fornire denaro o altri vantaggi per sé o per un terzo. Il nuovo testo spacchetta questo reato, e lo riconfigura in due reati diversi: la concussione “per costrizione” (per la quale la pena massima resta di 12 anni ma la minima sale da 4 a 6) e la “indebita induzione” (per la quale la pena si riduce da un minimo di 3 a un massimo di 8 anni).
L’impatto di questa modifica è devastante. Riduce ulteriormente i tempi della prescrizione, già pesantemente abbattuti dalle leggi ad personam (come la ex Cirielli) imposte al Parlamento da Berlusconi per fuggire dai suoi processi. Questa sì, una prassi per la quale l’Europa ci ha più volte accusato. Di Pietro, con una forzatura storica, parla di “un colpo di spugna” simile a quello tentato dal Cavaliere nel ’94. L’ex pm esagera. Ma l’effetto di questa riforma, sui procedimenti in corso, rischia comunque di essere pesantissimo. Sul “padre di tutti i processi”, innanzitutto: il Ruby-gate, che a Milano vede coinvolto proprio Berlusconi. Reato di prostituzione minorile. E reato di concussione per induzione, per la famosa telefonata alla Questura, in cui l’allora premier chiese il rilascio della ragazza perché “nipote di Mubarak”. Con la riforma che potrebbe passare entro l’estate, questo processo rischierebbe di saltare: lo paventano gli stessi Pm di Milano.
Ma c’è un altro processo che, con questa legge, finirebbe al macero: quello che riguarda Filippo Penati, accusato di concussione per le aree ex Falck. Con la riformulazione del reato, anche l’ex coordinatore della segreteria di Bersani sarebbe salvo: l’ha detto ieri al “Sole 24 Ore” il pm di Monza, subito dopo aver emesso il provvedimento di chiusura indagini nei confronti dell’ex presidente della provincia di Milano. Se arriva la riforma, il reato addebitato a Penati risulterà estinto a fine 2012: “E io chiudo la baracca”, è la conclusione di Walter Mapelli. Ma questo allarme non fa notizia. Nessuno si scandalizza. Nessuno, in Parlamento, si interroga sugli effetti pratici di questa riscrittura del codice. Alla vigilia della probabile fiducia che il governo porrà la settimana prossima, Pdl e Pd litigano su tutto, ma concordano sul via libera al testo votato in Commissione (quello che elimina, appunto, l’attuale concussione per induzione).
Due indizi non fanno una prova. Ma ce n’è abbastanza per chiedersi se questa riforma, per com’è formulata, sia davvero giusta e opportuna. Solo in quest’ultima legislatura, i parlamentari indagati e/o condannati per corruzione, concussione, truffa e abusi d’ufficio sono stati 90, di cui 59 del Pdl, 13 del Pd e 8 dell’Udc. Nello stesso periodo, gli amministratori locali coinvolti in inchieste giudiziarie per gli stessi reati sono stati circa 400, di cui 110 del Pd e quasi il triplo del Pdl. La nuova norma impatta su tutti i processi in corso per concussione, che sono quasi un terzo dei 90 nei quali sono coinvolti politici nazionali e più della metà degli oltre 400 in cui sono imputati i politici locali. Se questa è la realtà dei fatti, si giustifica una riserva mentale: evidentemente forse questa riforma conviene a molti.
Ma proprio questo è il punto. La stagione delle “guarentigie” improprie, a vantaggio di questo o quel potente, è finita per sempre. Se ci sono accordi da fare, avvengano almeno alla luce del sole, perché i cittadini-elettori li possano conoscere e valutare. La giustizia è un nervo scoperto della nostra democrazia. Non può più essere merce di scambio. Qualunque “patto segreto”, su questo terreno, sarebbe scellerato.
http://www.libertaegiustizia.it/2012/06 ... i-scambio/
8 giugno 2012 - Nessun Commento »
Massimo Giannini
Cosa sta succedendo sulla giustizia? Sul campo di battaglia in cui si sono consumati i peggiori misfatti dell’epoca berlusconiana, continuano ad accadere fatti difficili da spiegare. O spiegabili solo alla luce dei “soliti sospetti”.
Sospetti che sempre accompagnano, purtroppo, i rapporti tra politica e codice penale. Norme “ad processum” per inquisiti eccellenti, salvacondotti trasversali per parlamentari da arrestare. Erano pane quotidiano con il governo del Cavaliere. Non vorremmo che ne restassero tracce anche con il governo del Professore.
C’è un primo indizio, che fa riflettere. Il voto con il quale l’assemblea di Palazzo Madama ha salvato dall’arresto Sergio De Gregorio, accusato della maxitruffa che ha coinvolto anche Lavitola. È un segnale inquietante. Non perché a negare la richiesta dei pm siano stati i 127 senatori del Pdl o i 22 della Lega, che a questo genere di blindature corporative ci hanno abituato da anni. Ma perché quel voto non sarebbe passato senza il contributo di almeno 40 franchi tiratori, di cui si ignora il partito ma si sospetta l’ordito: oggi noi salviamo De Gregorio, e la settimana prossima voi salvate Luigi Lusi.
Il 12 giugno, infatti, la giunta per le autorizzazioni dovrà decidere se accettare o respingere la richiesta d’arresto per il senatore della ex Margherita, coinvolto nello scandalo degli oltre 20 milioni di fondi sottratti al partito, mentre l’aula dovrà decidere a luglio. Scatterà, a parti invertite, lo stesso meccanismo? Funzionerà
la stessa logica bipartisan, al riparo del voto segreto? Si fa fatica anche solo a crederlo, per un ceto politico già così irrimediabilmente screditato di fronte all’opinione pubblica. Ma qualche diffidenza si insinua, se persino Roberto Saviano adombra l’ipotesi del “voto di scambio”.
C’è un secondo indizio, che fa diffidare. Il disegno di legge contro la corruzione. Su quel testo, riveduto e corretto dal ministro Severino rispetto al ddl varato dal suo predecessore Angelino Alfano, va in onda da giorni una strana manfrina. Alla Camera, prima in Commissione e poi in aula, i partiti della “strana maggioranza” discutono e si accapigliano sulle questioni più diverse. Alcune anche interessanti (l’incandidabilità dei condannati per delitti non colposi) altre quasi irrilevanti (la white list delle imprese virtuose depositate presso le Prefetture). Ma al di là delle schermaglie di superficie, su un tema di fondo tutti sembrano d’accordo: la riforma del reato di concussione, che anche nel testo corretto dalla mediazione del Guardasigilli, di fatto esce dal nostro ordinamento.
L’articolo 317 del codice penale viene riscritto, per volontà condivisa del centrodestra e del centrosinistra, che si appellano a una bugia: “Ce lo chiedono l’Ocse e l’Europa”. La verità, come ha spiegato più volte il direttore del Servizio studi Davide Bonucci, è che “l’Ocse non ha mai chiesto all’Italia di eliminare la concussione”. Poco importa. La “riforma” va fatta. Il Pdl lo esige, il Pd lo tollera. Il testo attuale prevede una pena fino a 12 anni per chiunque, abusando della propria posizione di pubblico ufficiale, induce o costringe un altro soggetto a fornire denaro o altri vantaggi per sé o per un terzo. Il nuovo testo spacchetta questo reato, e lo riconfigura in due reati diversi: la concussione “per costrizione” (per la quale la pena massima resta di 12 anni ma la minima sale da 4 a 6) e la “indebita induzione” (per la quale la pena si riduce da un minimo di 3 a un massimo di 8 anni).
L’impatto di questa modifica è devastante. Riduce ulteriormente i tempi della prescrizione, già pesantemente abbattuti dalle leggi ad personam (come la ex Cirielli) imposte al Parlamento da Berlusconi per fuggire dai suoi processi. Questa sì, una prassi per la quale l’Europa ci ha più volte accusato. Di Pietro, con una forzatura storica, parla di “un colpo di spugna” simile a quello tentato dal Cavaliere nel ’94. L’ex pm esagera. Ma l’effetto di questa riforma, sui procedimenti in corso, rischia comunque di essere pesantissimo. Sul “padre di tutti i processi”, innanzitutto: il Ruby-gate, che a Milano vede coinvolto proprio Berlusconi. Reato di prostituzione minorile. E reato di concussione per induzione, per la famosa telefonata alla Questura, in cui l’allora premier chiese il rilascio della ragazza perché “nipote di Mubarak”. Con la riforma che potrebbe passare entro l’estate, questo processo rischierebbe di saltare: lo paventano gli stessi Pm di Milano.
Ma c’è un altro processo che, con questa legge, finirebbe al macero: quello che riguarda Filippo Penati, accusato di concussione per le aree ex Falck. Con la riformulazione del reato, anche l’ex coordinatore della segreteria di Bersani sarebbe salvo: l’ha detto ieri al “Sole 24 Ore” il pm di Monza, subito dopo aver emesso il provvedimento di chiusura indagini nei confronti dell’ex presidente della provincia di Milano. Se arriva la riforma, il reato addebitato a Penati risulterà estinto a fine 2012: “E io chiudo la baracca”, è la conclusione di Walter Mapelli. Ma questo allarme non fa notizia. Nessuno si scandalizza. Nessuno, in Parlamento, si interroga sugli effetti pratici di questa riscrittura del codice. Alla vigilia della probabile fiducia che il governo porrà la settimana prossima, Pdl e Pd litigano su tutto, ma concordano sul via libera al testo votato in Commissione (quello che elimina, appunto, l’attuale concussione per induzione).
Due indizi non fanno una prova. Ma ce n’è abbastanza per chiedersi se questa riforma, per com’è formulata, sia davvero giusta e opportuna. Solo in quest’ultima legislatura, i parlamentari indagati e/o condannati per corruzione, concussione, truffa e abusi d’ufficio sono stati 90, di cui 59 del Pdl, 13 del Pd e 8 dell’Udc. Nello stesso periodo, gli amministratori locali coinvolti in inchieste giudiziarie per gli stessi reati sono stati circa 400, di cui 110 del Pd e quasi il triplo del Pdl. La nuova norma impatta su tutti i processi in corso per concussione, che sono quasi un terzo dei 90 nei quali sono coinvolti politici nazionali e più della metà degli oltre 400 in cui sono imputati i politici locali. Se questa è la realtà dei fatti, si giustifica una riserva mentale: evidentemente forse questa riforma conviene a molti.
Ma proprio questo è il punto. La stagione delle “guarentigie” improprie, a vantaggio di questo o quel potente, è finita per sempre. Se ci sono accordi da fare, avvengano almeno alla luce del sole, perché i cittadini-elettori li possano conoscere e valutare. La giustizia è un nervo scoperto della nostra democrazia. Non può più essere merce di scambio. Qualunque “patto segreto”, su questo terreno, sarebbe scellerato.
http://www.libertaegiustizia.it/2012/06 ... i-scambio/
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
Caro mariok.Mi sembra di dirlo da un po di tempo che bisogna votare per il movimento 5 stelle.mariok ha scritto:Penso che nemmeno questo basti.
Bisogna pressare innanzi tutto quelli che a parole si dissociano da tali metodi perché si assumano chiaramente le loro responsabilità.
E poi, la minaccia di non votarli non basta, perché ormai se ne fregano anche dell'astensionismo.Di seguito riporto, a titolo di esempio, il messaggio inviato ad Ignazio Marino che sul suo sito ha comunicato di non aver partecipato alla votazione per le authority.Bisogna minacciarli di votare per Grillo, che è la loro unica bestia ner.
Siamo tutti d'accordo ed apprezziamo il gesto simbolico di non partecipare alla votazione. Ma non basta più. Egregio Senatore, glielo dico in modo ancor più chiaro e diretto. I suoi "distinguo" credo che a questo punto non servano a niente. Di fronte a questa situazione incancrenita, quelli di voi che vogliono prendere veramente le distanze hanno il dovere di mettere in atto azioni politiche di aperta contestazione degli attuali vertici e di azzeramento delle rendite di posizione. In caso contrario a noi semplici elettori non resta che votare per Grillo, che è l'unico modo per colpire le attuali nomenklature, che ormai se ne fregano anche dell'astensione.
E' L'unica nostra salvezza.Tutti i partiti tradizionali al di fuori di IDV.Sono daccordo con le missioni militari Nato.
Solo un nuovo movimento può staccare la spina, che ci lega da 60 anni con gli USA.
Sicuramente il movimento 5 stelle avrebbe detto NO a dal Molin Vicenza, base Nato.
Grillo non si può candidare.Lo ha detto lui stesso avendo avuto un incidente automobilistico con morti.
Ma quando sarà ora vedrai che uscirà qualcuno.
Le nostre alternative di cambiamento non sono molte.Questa è l'unica indolore.
Ultima cosa.Pure io ne ho le scatole piene
Ciao
Paolo11
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
http://www.corriere.it/cronache/12_giug ... ddf8.shtml
Anonymous oscura Grillo. Lui: «Non sono stati loro» ma gli hacker confermano
Le accuse:«Non candida stranieri, sostiene cure dannose e distrugge la natura. Non sia più il volto del M5S»
La foto in cui, secondo Anonymous, Grillo fa il saluto romano
«Salve Beppe Grillo, Anonymous oggi ha deciso di regalarti un po' della sua attenzione». Inizia così il comunicato in cui i web hacktivist italiani annunciano di aver hackerato il sito dell'ex comico genovese alle 15:40 di venerdì pomeriggio. Il sito risulta tutt'ora inaccessibile. Un'azione abbastanza atipica, soprattutto per quanto riguarda la scelta del bersaglio. Tanto che Grillo attraverso il suo profilo Facebook e Twitter dice: «L'attacco contro http://www.beppegrillo.it non è opera di Anonymous. Chiedo aiuto alla Rete, e ovviamente anche ad Anonymous, per identificare il gruppo che ha bloccato il sito». Già, peccato che un esponente del movimento confermi a Corriere.it di aver preso parte insieme ad altri hacker all'attacco. Il tutto mentre su Twitter e su Facebook si rincorrono voci e smentite, con alcuni che si schierano dalla parte del leader del Movimento Cinque Stelle e altri che lo accusano di censura. E con gli hacker stessi che si dividono.
IL SALUTO ROMANO E IL MICROSCOPIO - Sia quel che sia la situazione appare abbastanza ironica, Beppe Grillo si erge a difensore del malcostume e della corruzione, lanciando strali dal suo blog, uno dei siti più frequentati d'Italia. E loro, i vendicatori della rete (o, almeno, una parte di loro), lo sbugiardano due volte. La prima imputandogli una serie di colpe. E poi smentendo la sua smentita. La punizione è il tango down del suo sito, ossia la messa fuori uso di beppegrillo.it, fuori uso da parecchie ore. In un comunicato, postato su uno dei blog ufficiali degli Anonymous, Grillo viene tacciato di varie scorrettezze. Si va dall'accusa di aver proibito l'accesso agli stranieri alle liste del Movimento Cinque Stelle, passando da un saluto romano testimoniato con una fotografia. Poi il suo sostegno alla medicina alternativa che «invece provoca il cancro» e la «distruzione della barriera corallina, causata dalla sua barca». Fino al caso più "deplorevole". Grillo viene accusato per la scomparsa di un microscopio elettronico «che serviva ai ricercatori per dimostrare che il plasma utilizzato negli inceneritori di ultima generazione è peggiore ai metodi precedenti». Secondo Anonymous infatti, l'ex comico genovese prima ha sostenuto la ricerca, poi l'ha tacciata di plagio sottraendo il microscopio «che (preventivamente) avevi fatto intestare ad una Onlus ai ricercatori, impedendo così il loro lavoro».
SPETTACOLI IPOCRITI - Ma non solo. Gli Anonymous si spingono oltre. E chiedono a Beppe Grillo «di liberare il movimento dal suo nome». «Ti ringraziamo - scrivono ancora gli hacktivist - per aver fatto tremare la politica italiana (seppur blandamente), ma da bravo cittadino, con la massima deferenza, dovresti dare le chiavi del tuo movimento a chi porta avanti la causa, cioè al cittadino stesso, evitando di speculare e lucrare ancora sui tuoi spettacoli che di candido non hanno nulla ma sono sordidi di ipocrisia e menzogne».
Marta Serafini
non campiamo più se non abbiamo la nostra razione quotidiana di minchiate .... ho messo il link così date un'occhiata alla foto ....
il saluto romano non è con la mano destra? hanno messo la foto rovesciata ( nel qual caso complimenti al giornale e un bel caffè ) o è la solita aria fritta?
mi ricorda tanto una certa signora che NON AVENDO ARGOMENTI disse che Pisapia aveva rubato una macchina.
quella della barriera corallina è davvero clamorosa , Grillo per favore non mangiare fagioli sennò ti addebitano pure il buco nell'ozonosfera
Anonymous oscura Grillo. Lui: «Non sono stati loro» ma gli hacker confermano
Le accuse:«Non candida stranieri, sostiene cure dannose e distrugge la natura. Non sia più il volto del M5S»
La foto in cui, secondo Anonymous, Grillo fa il saluto romano
«Salve Beppe Grillo, Anonymous oggi ha deciso di regalarti un po' della sua attenzione». Inizia così il comunicato in cui i web hacktivist italiani annunciano di aver hackerato il sito dell'ex comico genovese alle 15:40 di venerdì pomeriggio. Il sito risulta tutt'ora inaccessibile. Un'azione abbastanza atipica, soprattutto per quanto riguarda la scelta del bersaglio. Tanto che Grillo attraverso il suo profilo Facebook e Twitter dice: «L'attacco contro http://www.beppegrillo.it non è opera di Anonymous. Chiedo aiuto alla Rete, e ovviamente anche ad Anonymous, per identificare il gruppo che ha bloccato il sito». Già, peccato che un esponente del movimento confermi a Corriere.it di aver preso parte insieme ad altri hacker all'attacco. Il tutto mentre su Twitter e su Facebook si rincorrono voci e smentite, con alcuni che si schierano dalla parte del leader del Movimento Cinque Stelle e altri che lo accusano di censura. E con gli hacker stessi che si dividono.
IL SALUTO ROMANO E IL MICROSCOPIO - Sia quel che sia la situazione appare abbastanza ironica, Beppe Grillo si erge a difensore del malcostume e della corruzione, lanciando strali dal suo blog, uno dei siti più frequentati d'Italia. E loro, i vendicatori della rete (o, almeno, una parte di loro), lo sbugiardano due volte. La prima imputandogli una serie di colpe. E poi smentendo la sua smentita. La punizione è il tango down del suo sito, ossia la messa fuori uso di beppegrillo.it, fuori uso da parecchie ore. In un comunicato, postato su uno dei blog ufficiali degli Anonymous, Grillo viene tacciato di varie scorrettezze. Si va dall'accusa di aver proibito l'accesso agli stranieri alle liste del Movimento Cinque Stelle, passando da un saluto romano testimoniato con una fotografia. Poi il suo sostegno alla medicina alternativa che «invece provoca il cancro» e la «distruzione della barriera corallina, causata dalla sua barca». Fino al caso più "deplorevole". Grillo viene accusato per la scomparsa di un microscopio elettronico «che serviva ai ricercatori per dimostrare che il plasma utilizzato negli inceneritori di ultima generazione è peggiore ai metodi precedenti». Secondo Anonymous infatti, l'ex comico genovese prima ha sostenuto la ricerca, poi l'ha tacciata di plagio sottraendo il microscopio «che (preventivamente) avevi fatto intestare ad una Onlus ai ricercatori, impedendo così il loro lavoro».
SPETTACOLI IPOCRITI - Ma non solo. Gli Anonymous si spingono oltre. E chiedono a Beppe Grillo «di liberare il movimento dal suo nome». «Ti ringraziamo - scrivono ancora gli hacktivist - per aver fatto tremare la politica italiana (seppur blandamente), ma da bravo cittadino, con la massima deferenza, dovresti dare le chiavi del tuo movimento a chi porta avanti la causa, cioè al cittadino stesso, evitando di speculare e lucrare ancora sui tuoi spettacoli che di candido non hanno nulla ma sono sordidi di ipocrisia e menzogne».
Marta Serafini
non campiamo più se non abbiamo la nostra razione quotidiana di minchiate .... ho messo il link così date un'occhiata alla foto ....
il saluto romano non è con la mano destra? hanno messo la foto rovesciata ( nel qual caso complimenti al giornale e un bel caffè ) o è la solita aria fritta?
mi ricorda tanto una certa signora che NON AVENDO ARGOMENTI disse che Pisapia aveva rubato una macchina.
quella della barriera corallina è davvero clamorosa , Grillo per favore non mangiare fagioli sennò ti addebitano pure il buco nell'ozonosfera
-
- Messaggi: 1007
- Iscritto il: 21/02/2012, 22:08
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
Ciao Paolo Toma....,paolo11 ha scritto:Caro mariok.Mi sembra di dirlo da un po di tempo che bisogna votare per il movimento 5 stelle.mariok ha scritto:Penso che nemmeno questo basti.
Bisogna pressare innanzi tutto quelli che a parole si dissociano da tali metodi perché si assumano chiaramente le loro responsabilità.
E poi, la minaccia di non votarli non basta, perché ormai se ne fregano anche dell'astensionismo.Di seguito riporto, a titolo di esempio, il messaggio inviato ad Ignazio Marino che sul suo sito ha comunicato di non aver partecipato alla votazione per le authority.Bisogna minacciarli di votare per Grillo, che è la loro unica bestia ner.
Siamo tutti d'accordo ed apprezziamo il gesto simbolico di non partecipare alla votazione. Ma non basta più. Egregio Senatore, glielo dico in modo ancor più chiaro e diretto. I suoi "distinguo" credo che a questo punto non servano a niente. Di fronte a questa situazione incancrenita, quelli di voi che vogliono prendere veramente le distanze hanno il dovere di mettere in atto azioni politiche di aperta contestazione degli attuali vertici e di azzeramento delle rendite di posizione. In caso contrario a noi semplici elettori non resta che votare per Grillo, che è l'unico modo per colpire le attuali nomenklature, che ormai se ne fregano anche dell'astensione.
E' L'unica nostra salvezza.Tutti i partiti tradizionali al di fuori di IDV.Sono daccordo con le missioni militari Nato.
Solo un nuovo movimento può staccare la spina, che ci lega da 60 anni con gli USA.
Sicuramente il movimento 5 stelle avrebbe detto NO a dal Molin Vicenza, base Nato.
Grillo non si può candidare.Lo ha detto lui stesso avendo avuto un incidente automobilistico con morti.
Ma quando sarà ora vedrai che uscirà qualcuno.
Le nostre alternative di cambiamento non sono molte.Questa è l'unica indolore.
Ultima cosa.Pure io ne ho le scatole piene
Ciao
Paolo11
nice to talk to you again (traduco è bello ritrovarti ... traduzione libera).
Or ora ho scritto una "invettiva" contro il PD (Partito della Democrazia finto cristiana e finto marxista).
Se hai tempo e voglia leggilo!
Jo
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
-
- Messaggi: 3688
- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
Caro Joblack.Dove lo trovo per leggerlo.
Ciao
Paolo11
Ciao
Paolo11
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
MICHELA BRAMBILLA FA SHOPPING CON LA SCORTA - FOTO
Lo testimoniano le foto scattate da Mimmo Carriero dell'agenzia Olycom
Dopo la Finocchiaro, pizzicata all'Ikea con gli uomini della scorta, è la volta dell'ex ministro Brambilla. Lo testimoniano queste foto scattate da Mimmo Carriero dell'agenzia Olycom. Il fotografo racconta un pomeriggio di shopping di Michela Vittoria Brambilla in una delle boutique nel centro di Milano.
Quello che colpisce è ovviamente la presenza degli uomini della scorta. In tempi di tagli, sacrifici e polemiche, l'atteggiamento della classe politica non è cambiato di una virgola.
http://www.cadoinpiedi.it/2012/06/11/mi ... _foto.html
Lo testimoniano le foto scattate da Mimmo Carriero dell'agenzia Olycom
Dopo la Finocchiaro, pizzicata all'Ikea con gli uomini della scorta, è la volta dell'ex ministro Brambilla. Lo testimoniano queste foto scattate da Mimmo Carriero dell'agenzia Olycom. Il fotografo racconta un pomeriggio di shopping di Michela Vittoria Brambilla in una delle boutique nel centro di Milano.
Quello che colpisce è ovviamente la presenza degli uomini della scorta. In tempi di tagli, sacrifici e polemiche, l'atteggiamento della classe politica non è cambiato di una virgola.
http://www.cadoinpiedi.it/2012/06/11/mi ... _foto.html
-
- Messaggi: 3973
- Iscritto il: 21/02/2012, 17:56
Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
Monti contro Scalfari: «Ma quali "poteri forti", solo competenza e lealtà»
Il presidente del Consiglio risponde al fondatore del quotidiano, che aveva individuato «alcuni poteri forti» a Palazzo Chigi che «remano sistematicamente contro la sua politica».
http://www.unita.it/italia/monti-contro ... a-1.419602
****************************************
a questo punto sarei curioso che Scalfari ci svelasse l'arcano:
se lui stesso riconosce che il banchiere mannaro Monti è in mano a poteri forti nominati o controllati da Berlusconi,
perchè continua a sponsorizzare il suicidio politico del PD nel sostegno a questo governo ???
Il presidente del Consiglio risponde al fondatore del quotidiano, che aveva individuato «alcuni poteri forti» a Palazzo Chigi che «remano sistematicamente contro la sua politica».
http://www.unita.it/italia/monti-contro ... a-1.419602
****************************************
a questo punto sarei curioso che Scalfari ci svelasse l'arcano:
se lui stesso riconosce che il banchiere mannaro Monti è in mano a poteri forti nominati o controllati da Berlusconi,
perchè continua a sponsorizzare il suicidio politico del PD nel sostegno a questo governo ???
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 4 ospiti