Re: Io ne ho le SCATOLE PIENE
Inviato: 07/06/2012, 17:40
Intanto quello che sembra certo è che i gruppi parlamentari al Senato si spartiscono circa 40 milioni di euro all'anno.
E su questo c'è poco da minacciare querele.
“I conti della Casta”, il Pd denuncia il Quotidiano Nazionale per questo articolo
07/06/2012By violapost
Il Partito Democratico ha annunciato querela nei confronti del Quotidiano Nazionale, reo di aver pubblicato un articolo che denuncia la gestione allegra dei soldi pubblici da parte dei partiti.
Noi crediamo che denunciare la stampa sia sempre sbagliato, soprattutto se a farlo sono i rappresentanti politici, che sia sempre segno di arroganza e che esistano metodi diversi per affermare le proprie versioni. Per questo riproponiamo e diffondiamo l’articolo del quotidiano. Se volete, denunciateci tutti. Ecco l’articolo:
Roma, 7 giugno 2012 – Un senatore in odore di riciclaggio rappresenta un caso di malcostume, decine di senatori in odore di riciclaggio rappresentano una prassi. Ad oggi, le segnalazioni sono una quarantina. E il numero sembra destinato a crescere. Una quarantina di operazioni bancarie ‘sospette’ segnalate dalla Bnl all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, che provvederà a sua volta a girarle al Nucleo speciale di polizia tributaria della Guardia di finanza e alla Direzione investigativa antimafia. Lo impone una legge del 2007, quando un operatore finanziario «sa, sospetta o ha motivi ragionevoli per sospettare che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio».
Brutta storia. Una storia iniziata quando i vertici della Bnl hanno preso coscienza della gestione allegra dei diversi conti correnti che il tesoriere della Margherita Luigi Lusi aveva aperto o fatto aprire presso l’agenzia che si trova al piano terreno di palazzo Madama, nel cuore del Senato della repubblica. Ricostruiti i movimenti di denaro e interrogati i funzionari, risulta che Lusi non è quel che si suol dire una pecora nera. È un recordman (in negativo), ma alla stessa gara partecipano in molti. La gestione personalistica e disinvolta dei soldi destinati ai gruppi parlamentari non rappresenta infatti l’eccezione bensì la regola. Si sapeva, in effetti, ma si è sempre cercato di non dirlo.
Oltre ai cosiddetti ‘rimborsi elettorali’ e ai finanziamenti per i giornali di partito, un altro canale attraverso il quale il denaro pubblico affluisce nelle casse dei partiti politici è infatti rappresentato dai «trasferimenti ai gruppi parlamentari». Trasferimenti consistenti: solo al Senato la cifra sfiora ogni anno i 40 milioni di euro. Ed è questa una delle ragioni — non l’unica, certo — che rendono particolarmente ambita la carica di capogruppo: il poter disporre di quel tesoretto. Che come spesso accade finisce poi nella disponibilità di molti. Chi infatti pensasse che quei denari vengano interamente spesi per assicurare il buon funzionamento dei gruppi parlamentari e dunque della democrazia rappresentativa sbaglierebbe di grosso. Dalle segnalazioni giunte in Bankitalia risulta infatti che parte significativa di quei soldi sia effettivamente nelle disponibilità di singoli senatori, i quali ne fanno l’uso che meglio credono. L’andazzo non riguarda solo Lusi e il gruppo del Pd: sono coinvolti anche la Lega e l’Udc. Ed è possibile, per non dire probabile, che almeno un altro gruppo parlamentare a breve s’aggiunga.
Lunga e trasversale è dunque la fila dei senatori che nel tempo hanno ritirato ingenti somme di denaro dai conti correnti dei loro gruppi. E l’impressione di chi, da dietro lo sportello, ha assistito ai loro frequenti via vai era che non si trattasse esattamente di denaro destinato ad essere speso per la politica, e men che meno per attività inerenti al gruppo parlamentare.
C’è il senatore che si presenta in compagnia dell’amica ed esce dalla banca con migliaia di euro in tasca. C’è il senatore che ritira contante con regolare cadenza mensile come si trattasse di uno stipendio. C’è il senatore che ha delegato a ritirare una cifra consistente un certo signore noto per svolgere l’attività di ‘spallone’, e non risulta che in Svizzera il senatore in questione o il suo partito svolgano un’intensa attività politica. Si tratta di una minoranza, naturalmente. Ma non così esigua da consentire di archiviare la notizia alla voce «casi personali».
http://violapost.it/?p=8859
E su questo c'è poco da minacciare querele.
“I conti della Casta”, il Pd denuncia il Quotidiano Nazionale per questo articolo
07/06/2012By violapost
Il Partito Democratico ha annunciato querela nei confronti del Quotidiano Nazionale, reo di aver pubblicato un articolo che denuncia la gestione allegra dei soldi pubblici da parte dei partiti.
Noi crediamo che denunciare la stampa sia sempre sbagliato, soprattutto se a farlo sono i rappresentanti politici, che sia sempre segno di arroganza e che esistano metodi diversi per affermare le proprie versioni. Per questo riproponiamo e diffondiamo l’articolo del quotidiano. Se volete, denunciateci tutti. Ecco l’articolo:
Roma, 7 giugno 2012 – Un senatore in odore di riciclaggio rappresenta un caso di malcostume, decine di senatori in odore di riciclaggio rappresentano una prassi. Ad oggi, le segnalazioni sono una quarantina. E il numero sembra destinato a crescere. Una quarantina di operazioni bancarie ‘sospette’ segnalate dalla Bnl all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia, che provvederà a sua volta a girarle al Nucleo speciale di polizia tributaria della Guardia di finanza e alla Direzione investigativa antimafia. Lo impone una legge del 2007, quando un operatore finanziario «sa, sospetta o ha motivi ragionevoli per sospettare che siano state compiute o tentate operazioni di riciclaggio».
Brutta storia. Una storia iniziata quando i vertici della Bnl hanno preso coscienza della gestione allegra dei diversi conti correnti che il tesoriere della Margherita Luigi Lusi aveva aperto o fatto aprire presso l’agenzia che si trova al piano terreno di palazzo Madama, nel cuore del Senato della repubblica. Ricostruiti i movimenti di denaro e interrogati i funzionari, risulta che Lusi non è quel che si suol dire una pecora nera. È un recordman (in negativo), ma alla stessa gara partecipano in molti. La gestione personalistica e disinvolta dei soldi destinati ai gruppi parlamentari non rappresenta infatti l’eccezione bensì la regola. Si sapeva, in effetti, ma si è sempre cercato di non dirlo.
Oltre ai cosiddetti ‘rimborsi elettorali’ e ai finanziamenti per i giornali di partito, un altro canale attraverso il quale il denaro pubblico affluisce nelle casse dei partiti politici è infatti rappresentato dai «trasferimenti ai gruppi parlamentari». Trasferimenti consistenti: solo al Senato la cifra sfiora ogni anno i 40 milioni di euro. Ed è questa una delle ragioni — non l’unica, certo — che rendono particolarmente ambita la carica di capogruppo: il poter disporre di quel tesoretto. Che come spesso accade finisce poi nella disponibilità di molti. Chi infatti pensasse che quei denari vengano interamente spesi per assicurare il buon funzionamento dei gruppi parlamentari e dunque della democrazia rappresentativa sbaglierebbe di grosso. Dalle segnalazioni giunte in Bankitalia risulta infatti che parte significativa di quei soldi sia effettivamente nelle disponibilità di singoli senatori, i quali ne fanno l’uso che meglio credono. L’andazzo non riguarda solo Lusi e il gruppo del Pd: sono coinvolti anche la Lega e l’Udc. Ed è possibile, per non dire probabile, che almeno un altro gruppo parlamentare a breve s’aggiunga.
Lunga e trasversale è dunque la fila dei senatori che nel tempo hanno ritirato ingenti somme di denaro dai conti correnti dei loro gruppi. E l’impressione di chi, da dietro lo sportello, ha assistito ai loro frequenti via vai era che non si trattasse esattamente di denaro destinato ad essere speso per la politica, e men che meno per attività inerenti al gruppo parlamentare.
C’è il senatore che si presenta in compagnia dell’amica ed esce dalla banca con migliaia di euro in tasca. C’è il senatore che ritira contante con regolare cadenza mensile come si trattasse di uno stipendio. C’è il senatore che ha delegato a ritirare una cifra consistente un certo signore noto per svolgere l’attività di ‘spallone’, e non risulta che in Svizzera il senatore in questione o il suo partito svolgano un’intensa attività politica. Si tratta di una minoranza, naturalmente. Ma non così esigua da consentire di archiviare la notizia alla voce «casi personali».
http://violapost.it/?p=8859