Re: ¿Arriba España?
Inviato: 21/07/2012, 20:35
Spero di trovare anche l'articolo di ieri della bella, sexi, intelligente, giornalista tutta d'un pezzo Concita De Gregorio.
L'archivio di Repubblica segnala errore, la rassegna della stampa di ieri del Ministero della Difesa non riporta l'articolo.
LEGGENDO NON SI CAPISCE SE E' UNA CORRISPONDENZA DALLA SPAGNA O DALL'ITALIA
Il grido delle famiglie spagnole nelle lettere ai giornali “Noi colpiti, i banchieri salvi” (Concita De Gregorio).
21/07/2012 di triskel182
La disperazione in migliaia di denunce.
VOCI. Per lettera e per scritto si fanno più chiare, più meditate e più nitide le voci degli spagnoli che in queste ore, a milioni in ogni città della penisola, sono in strada a protestare contro la manovra economica da 65mila milioni di euro che si abbatte prevalentemente sulla classe media.
Le televisioni restituiscono le urla e gli slogan. Le redazioni dei giornali invece archiviano migliaia di messaggi scritti: arrivano da ogni luogo, villaggi dell’Estremadura e capoluoghi, da persone di ogni ceto e di ogni età e disegnano un quadro vivo dello stato d’animo che attraversa il paese, delle ragioni e della cultura, delle memorie e delle speranze di chi scrive. Eccone alcune, per stralci.
Quali altre misure “E’ un peccato che gente così intelligente come i signori ministri Guindos e Montoro non abbiano trovato altre aree di riduzione della spesa che non siano quelle che colpiscono quelli di sempre, la classe media e bassa, i pensionati.
E’ evidente che le misure provocheranno una diminuzione dei consumi e una maggiore recessione.
Si poteva piuttosto:
1) sospendere l’investimento nella nuova Alta velocità in Galizia.
2) Ridurre la spesa in armamenti, come fa Hollande.
3) istituire imposte per i grandi patrimoni.
4) sopprimere i ministeri di Salute e Educazione, le cui competenze sono totalmente assorbite dalle autonomia.
5) sopprimere il Senato (serve?).
6) sopprimere le Province e le delegazioni del Governo locali, giacchè questo è già rappresentato dalle comunità autonome.
7) ritirare la candidatura di Madrid ai Giochi Olimpici. Peccato che non ci abbiano pensato”. Dionis Bel, Barcellona.
Non capisco “Non capisco perché ancora non si siano chiesti sacrifici a persone e istituzioni che realmente potrebbero portare quantità significativa di denaro senza sopportare neppure da lontano il danno che subiamo noi della classe media.
Imposte al lusso, alle grandi fortune, alla chiesa cattolica. Cosa gli impedisce di farlo? Non capisco”. Rosa Maria Blanco, Madrid.
Aumento ingiusto “L’Iva sul materiale scolastico e sugli occhiali da vista passa dall’8 al 21.
Quello che non capisco è perché non pagano di più quelli che hanno di più.
Perché non si ristabilisce l’Iva al 33 per cento per i prodotti di lusso, come accadeva fra l’86 e il 91.
Ha senso che gli occhiali da vista e i quaderni per mio figlio abbiano la stessa tassa di una macchina da 50 mila euro?” Maria Teresa Minguillon, Zaragoza.
Il lusso di morire “Con l’Iva dall’8 al 21 sui servizi funebri a partire dal 1 settembre non ci potremo più permettere nemmeno il lussodi morire”. Henry Ettinghausen, La Pera.
Tagliare le autonomie “I tagli attuali se non toccano gli eccessi delle amministrazioni, soprattutto delle autonomie, non serviranno: al contrario, porteranno ad un impoverimento generale. Di nuovo i vecchi demoni degli egoismi locali aprono le loro fauci. 75 anni fa ci portarono alla guerra, oggi come minimo alla misera più lacerante che possiamo immaginare”. Jose luis Carreras, Alcalà de Henares.
76 anni dopo “I sistemi democratici hanno radici in valori come il popolo la libertà la giustizia il progresso. Ma questi valori possono diventare populismo, ultraliberismo, messianesimo. Questo sta succedendo da sette mesi in Spagna: crescono i tre nemici della democrazia. Il leader socialista Idalecio Prieto il 1 maggio del 36 diceva: “Non siamo stati testimoni da molto tempo di una crisi come quella di oggi. Sotto il peso dei debiti la Spagna è un paese sul quale si erge il cartello insolvente”. Due mesi dopo esplodeva la guerra civile. La storia non si ripete ma le parole di Prieto, dopo 76 anni, hanno una disgraziata freschezza”. Agustin Arroyo Carro, Madrid.
Corruzione “La migliore protesta contro i tagli sarebbe che i tribunali dessero la priorità ai giudizi contro i politici corrotti, contro funzionari o persone che hanno abusato del pubblico. Bisogna esigere che restituiscano quello che hanno rubato e che hanno in paradisi fiscali a nome della moglie e della suocera. Sono sicuro che i funzionari di giustizia sarebbero disposti a lavorare fuori orario, senza essere pagati, per questo”. Frederic Schonhofer, Toledo.
Stanchezza “Sono stanco. Stanco delle bugie di chi ci governa, della mancanza di trasparenzadell’incompetenza, del fatto che si arricchiscano in un paese che impoverisce. Stanco di dover mantenere un numero esagerato di politici e alte cariche, della loro incompetenza, del fatto che favoriscono quelli che hanno di più, di essere testimone di come siano imputati di corruzione, di doverli mantenere ancora dopo che hanno lasciato gli incarichi, che si criminalizzi chi ha il coraggio di dire chiaro tutto questo. Sono stanco”. Sebastian Noferini, Vic.
Prendiamoci le colpe “La colpa è sempre degli altri: le banche, i politici. Ma qualcuno si lamentava quando otteneva un’ipoteca del 110% sul suo appartamento? E i funzionari che in orario di lavoro andavano dal medico o a fare la spesa e si portavano a casa materiale di ufficio, si lamentano solo ora? Da dove credete che esca il denaro pubblico? Lo Stato siamo noi, i politici non sono una razza a parte, escono da noi. Quanti di voi sistemerebbero i familiari se avessero un incarico pubblico? Siamo un popolo di furbetti che vuole il benessere senza sacrificio, solo diritti niente doveri. Basta lamentarsi, la colpa è di tutti, dov’è la gente onorata? Abbiamo quello che ci meritiamo e dipende da noi che il futuro sia diverso. Non importano i partiti, importa solo il senso del bene comune anche se temo che questo sia il meno comune dei sensi”. Rubio Santoyo Premià de Mar
Il lavoro che amo “Lavoro all’Istituto balneare della natura, Ibanat. Sono funzionaria pubblica. Il mio lavoro è la prevenzione e l’estinzione di incendi forestali nelle isole. Amo il mio lavoro, amo le mie isole. Guadagno 900 euro al mese ma salvo le case, i boschi dal fuoco. Da settembre guadagnerò meno, non importa. Importante è che possa continuare a lavorare. Solo mi domando: potrò permettermi di continuare a fare il lavoro che amo? Fino a quando?”. Eva Martinez, Santa Eularia.
Bankia “Quello che non sopporto è che si paghi con soldi pubblici la buonuscita di banchieri come Rodrigo Rato di Bankia”. Alicia Sanchez 36 anni, impiegata.
Nebbia “Non vedo banchieri in prigione né politici disoccupati”. Jessica Cabeza, disoccupata.
Da La Repubblica del 21/07/2012.
L'archivio di Repubblica segnala errore, la rassegna della stampa di ieri del Ministero della Difesa non riporta l'articolo.
LEGGENDO NON SI CAPISCE SE E' UNA CORRISPONDENZA DALLA SPAGNA O DALL'ITALIA
Il grido delle famiglie spagnole nelle lettere ai giornali “Noi colpiti, i banchieri salvi” (Concita De Gregorio).
21/07/2012 di triskel182
La disperazione in migliaia di denunce.
VOCI. Per lettera e per scritto si fanno più chiare, più meditate e più nitide le voci degli spagnoli che in queste ore, a milioni in ogni città della penisola, sono in strada a protestare contro la manovra economica da 65mila milioni di euro che si abbatte prevalentemente sulla classe media.
Le televisioni restituiscono le urla e gli slogan. Le redazioni dei giornali invece archiviano migliaia di messaggi scritti: arrivano da ogni luogo, villaggi dell’Estremadura e capoluoghi, da persone di ogni ceto e di ogni età e disegnano un quadro vivo dello stato d’animo che attraversa il paese, delle ragioni e della cultura, delle memorie e delle speranze di chi scrive. Eccone alcune, per stralci.
Quali altre misure “E’ un peccato che gente così intelligente come i signori ministri Guindos e Montoro non abbiano trovato altre aree di riduzione della spesa che non siano quelle che colpiscono quelli di sempre, la classe media e bassa, i pensionati.
E’ evidente che le misure provocheranno una diminuzione dei consumi e una maggiore recessione.
Si poteva piuttosto:
1) sospendere l’investimento nella nuova Alta velocità in Galizia.
2) Ridurre la spesa in armamenti, come fa Hollande.
3) istituire imposte per i grandi patrimoni.
4) sopprimere i ministeri di Salute e Educazione, le cui competenze sono totalmente assorbite dalle autonomia.
5) sopprimere il Senato (serve?).
6) sopprimere le Province e le delegazioni del Governo locali, giacchè questo è già rappresentato dalle comunità autonome.
7) ritirare la candidatura di Madrid ai Giochi Olimpici. Peccato che non ci abbiano pensato”. Dionis Bel, Barcellona.
Non capisco “Non capisco perché ancora non si siano chiesti sacrifici a persone e istituzioni che realmente potrebbero portare quantità significativa di denaro senza sopportare neppure da lontano il danno che subiamo noi della classe media.
Imposte al lusso, alle grandi fortune, alla chiesa cattolica. Cosa gli impedisce di farlo? Non capisco”. Rosa Maria Blanco, Madrid.
Aumento ingiusto “L’Iva sul materiale scolastico e sugli occhiali da vista passa dall’8 al 21.
Quello che non capisco è perché non pagano di più quelli che hanno di più.
Perché non si ristabilisce l’Iva al 33 per cento per i prodotti di lusso, come accadeva fra l’86 e il 91.
Ha senso che gli occhiali da vista e i quaderni per mio figlio abbiano la stessa tassa di una macchina da 50 mila euro?” Maria Teresa Minguillon, Zaragoza.
Il lusso di morire “Con l’Iva dall’8 al 21 sui servizi funebri a partire dal 1 settembre non ci potremo più permettere nemmeno il lussodi morire”. Henry Ettinghausen, La Pera.
Tagliare le autonomie “I tagli attuali se non toccano gli eccessi delle amministrazioni, soprattutto delle autonomie, non serviranno: al contrario, porteranno ad un impoverimento generale. Di nuovo i vecchi demoni degli egoismi locali aprono le loro fauci. 75 anni fa ci portarono alla guerra, oggi come minimo alla misera più lacerante che possiamo immaginare”. Jose luis Carreras, Alcalà de Henares.
76 anni dopo “I sistemi democratici hanno radici in valori come il popolo la libertà la giustizia il progresso. Ma questi valori possono diventare populismo, ultraliberismo, messianesimo. Questo sta succedendo da sette mesi in Spagna: crescono i tre nemici della democrazia. Il leader socialista Idalecio Prieto il 1 maggio del 36 diceva: “Non siamo stati testimoni da molto tempo di una crisi come quella di oggi. Sotto il peso dei debiti la Spagna è un paese sul quale si erge il cartello insolvente”. Due mesi dopo esplodeva la guerra civile. La storia non si ripete ma le parole di Prieto, dopo 76 anni, hanno una disgraziata freschezza”. Agustin Arroyo Carro, Madrid.
Corruzione “La migliore protesta contro i tagli sarebbe che i tribunali dessero la priorità ai giudizi contro i politici corrotti, contro funzionari o persone che hanno abusato del pubblico. Bisogna esigere che restituiscano quello che hanno rubato e che hanno in paradisi fiscali a nome della moglie e della suocera. Sono sicuro che i funzionari di giustizia sarebbero disposti a lavorare fuori orario, senza essere pagati, per questo”. Frederic Schonhofer, Toledo.
Stanchezza “Sono stanco. Stanco delle bugie di chi ci governa, della mancanza di trasparenzadell’incompetenza, del fatto che si arricchiscano in un paese che impoverisce. Stanco di dover mantenere un numero esagerato di politici e alte cariche, della loro incompetenza, del fatto che favoriscono quelli che hanno di più, di essere testimone di come siano imputati di corruzione, di doverli mantenere ancora dopo che hanno lasciato gli incarichi, che si criminalizzi chi ha il coraggio di dire chiaro tutto questo. Sono stanco”. Sebastian Noferini, Vic.
Prendiamoci le colpe “La colpa è sempre degli altri: le banche, i politici. Ma qualcuno si lamentava quando otteneva un’ipoteca del 110% sul suo appartamento? E i funzionari che in orario di lavoro andavano dal medico o a fare la spesa e si portavano a casa materiale di ufficio, si lamentano solo ora? Da dove credete che esca il denaro pubblico? Lo Stato siamo noi, i politici non sono una razza a parte, escono da noi. Quanti di voi sistemerebbero i familiari se avessero un incarico pubblico? Siamo un popolo di furbetti che vuole il benessere senza sacrificio, solo diritti niente doveri. Basta lamentarsi, la colpa è di tutti, dov’è la gente onorata? Abbiamo quello che ci meritiamo e dipende da noi che il futuro sia diverso. Non importano i partiti, importa solo il senso del bene comune anche se temo che questo sia il meno comune dei sensi”. Rubio Santoyo Premià de Mar
Il lavoro che amo “Lavoro all’Istituto balneare della natura, Ibanat. Sono funzionaria pubblica. Il mio lavoro è la prevenzione e l’estinzione di incendi forestali nelle isole. Amo il mio lavoro, amo le mie isole. Guadagno 900 euro al mese ma salvo le case, i boschi dal fuoco. Da settembre guadagnerò meno, non importa. Importante è che possa continuare a lavorare. Solo mi domando: potrò permettermi di continuare a fare il lavoro che amo? Fino a quando?”. Eva Martinez, Santa Eularia.
Bankia “Quello che non sopporto è che si paghi con soldi pubblici la buonuscita di banchieri come Rodrigo Rato di Bankia”. Alicia Sanchez 36 anni, impiegata.
Nebbia “Non vedo banchieri in prigione né politici disoccupati”. Jessica Cabeza, disoccupata.
Da La Repubblica del 21/07/2012.