La Grecia insorge

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camillobenso
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Re: La Grecia insorge

Messaggio da camillobenso »

Crisi greca, Atene “esegue” gli ordini, ma resta appesa alla troika

Il Paese ha fatto i compiti, nonostante i costi sociali altissimi. Ma i creditori internazionali prendono tempo e benché il report di Bce, Fmi e Ue sia positivo, all'Eurogruppo non se ne parla prima di mercoledì

di Francesco De Palo
| 12 novembre 2012 Commenti (35)


Servono altri due anni per rimettere in ordine i conti greci, ma il costo sarà di 32,6 miliardi. Il rapporto della Troika sulla crisi greca fa tremare l’Eurozona e le borse (Atene chiude con meno 3,63% con le maggiori banche che cadono di dieci punti, Milano meno 0,39%, Madrid in calo con l’indice Ibex che cede lo 0,90% a 7.567,80 punti). Perché se da un lato Atene ha “fatto i compiti” licenziando in parlamento il terzo memorandum di tagli da 18 miliardi e approvando domenica notte il bilancio dello Stato, adesso tocca ai rappresentanti di Bce, Ue e Fmi concedere la dose da 31 miliardi di euro a un paese che ha soldi in cassa solo per pochissismi giorni. E che, per allungare l’applicazione del piano fino al 2016, secondo il report costerebbe altri denari.

E che denari. Quindici miliardi per il 2014 e più di diciassette per il biennio 2015-2015. Numeri imponenti che fanno sorgere il dubbio sulla cura applicata al malato grave ellenico e su chi l’ha prescritta. Che trovano già la strada sbarrata, ad esempio, da parte dell’Austria. “Non mi posso immaginare – ha sottolineato il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter a margine dell’Eurogruppo – gli altri ministri andare di nuovo dai contribuenti o davanti ai parlamenti a chiedere un nuovo pacchetto di aiuti’ per la Grecia”. E già si allunga non solo l’ombra minacciosa di un altro Eurogruppo per prendere una decisione finale sugli aiuti come prevede il nuovo ministro olandese, Jeroen Dijsselbloem, ma lo spettro di una corsa contro il tempo per evitare il crack della Grecia, passando per il banco di prova delle elezioni al Bundestag del 2013. E lo steso Dijsselbloem rileva: “Certamente non lo escludo. Se serve più tempo ce lo prenderemo non agiremo sotto pressioni. Se devo viaggiare avanti e indietro altre due o tre volte prima di arrivare ad una decisione, lo farò. Ma i greci hanno lasciato molte cose fino all’ultimo minuto, così ci prenderemo altro tempo per valutare a che punto siamo”.

Intanto la Grecia anche se in ritardo di quindici mesi, forse per la prima volta dall’inizio della crisi che sta sconquassando un continente intero, ha fatto i compiti a casa. Perché licenziando il terzo memorandum di tagli proposto dai rappresentanti di Bce, Ue e Fmi e approvando il bilancio in Parlamento, ha “eseguito” gli ordini. E attende che il pool di esperti giunti al capezzale del “malato” diano il nulla osta all’ennesima tranche di prestiti da 31 miliardi, utile per evitare il crack finanziario. Le casse dello stato ellenico, come lo stesso premier Samaras ricorda di mese in mese, hanno liquidità ancora per pochissimi giorni. A sostegno della Grecia erano giunte in giornata le parole del capo dell’Eurogruppo Juncker secondo cui il rapporto della troika per i leader europei è “fondamentalmente positivo”, dal momento che “Atene ha mantenuto le sue promesse”. Un passaggio che smontava, almeno tecnicamente e almeno fino a questa mattina, le resistenze di chi come il ministro tedesco Schaeuble aveva sempre chiuso la porta ad un ulteriore aiuto verso Atene se prima il governo greco non avesse “obbedito agli ordini” della troika. Che oggi sono stati assolti, con tanto di maggioranza governativa incerta, con la protesta popolare che ha portato centomila persone in piazza giovedì scorso e che manifesteranno ancora dopodomani in occasione dello sciopero europeo. Ma che di fatto consente al governo ellenico di confrontarsi con i rappresentanti di Bce, Fmi e Ue con un ruolo diverso e nella consapevolezza di aver svolto il compito richiesto, anche se con conseguenze sociali drammatiche.

Per questo Juncker aveva aggiunto che dal momento che i greci hanno mantenuto le loro promesse, “ora è il nostro turno di mantenere le nostre promesse, ma prima abbiamo bisogno di un chiarimento in merito alla sostenibilità del debito greco”. Sottolineando che proprio in virtù di questo ultimo scoglio non ci sarà nessuna decisione sul versamento della quota nei colloqui di oggi a Bruxelles: “Discuteremo della questione oggi, ma non si può giungere ad una decisione definitiva”, ribadendo che i parlamenti nazionali avranno voce in capitolo. Tuttavia ha evidenziato come “sarebbe saggio arrivare oggi a un calendario preciso”, perché il “lavoro preparatorio è stato fatto, e quindi il rilascio della dose dovrebbe essere organizzato nel modo migliore possibile”.

Ecco che allora il nodo si trasferisce proprio all’interno dell’Eurogruppo, dove la disputa si gioca tra Ue e Fmi, con le due visioni differenti su come sostenere il debito ellenico e se giudicarlo sostenibile nel 2020. Un spiraglio che in verità era stato inizialmente tratteggiato dal quotidiano Financial Times Deutschland, secondo cui “non ci sarà nessun default della Grecia, né accidentalmente né intenzionalmente”. Asserendo che il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha invitato i ministri delle finanze dell’eurozona ad approvare, almeno in linea di principio, l’ulteriore prestito alla Grecia. E scrive che “dal momento che oggi non vi sarà l’approvazione della rata attesa da tempo, il paese dovrebbe emettere titoli per coprire i cinque miliardi in scadenza, e questo può avvenire solo se precedentemente la Bce dia il via alle sovvenzioni per aiutare la liquidità delle banche, in modo che le banche possano rifinanziare la Banca di Grecia”.

Ma al di là di quanto sostenuto da analisti e osservatori restano i numeri a parlare con una chiarezza imbarazzante. Restano due strade al momento: o un rinvio dei rimborsi o una riduzione dei tassi sul prestito, ammette lo stesso Juncker a fine giornata, o agire sui profitti sul debito sovrano ellenico accumulati dalla Bce che andrebbero distribuiti alle banche centrali nazionali e, tramite questa via, ai governi. I quali a loro volta potrebbero usarli per la Grecia. Ma la domanda è: in quanti saranno disposti a farlo?

Twitter@FDepalo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11 ... ka/411253/

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Vox populi


Stimanz 5 ora fa
Il termine greco δόση significa "rata" (del prestito) e "dose". Recentemente Samaras ha dichiarato che, una volta ottenuta la δόση, la Grecia avrebbe dimostrato a tutti ciò che è in grado di fare. Ormai in Grecia i governanti parlano come tossicodipendenti. Ma la gente sta male davvero.

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koanguru 12 ora fa
Finiamo questa pagliacciata di euro politici corrotti dei pigs il popolo ha capito i vostri intenti. Traditori del vostro popolo!!!!

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dogesimon 13 ora fa
Ma non vi sembra demenziale avere una moneta unica quando ogni paese ha un suo debito, un suo pil, un suo bilancio, ecc...? siamo nella stessa situazione del Sudamerica quando tutti gli stati di questo continente avevano sì la loro moneta, ma in realtà come base di scambio il dollaro USA. in questa Europa la Germania impone a tutti di comprare una moneta forte (l'euro non è altro che il surrogato del marco) con interessi altissimi per gli altri stati e nulli per lei: è pazzesco!

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La banda degli Onesti 14 ora fa
La verita' e' che non vogliono far uscire la Grecia dall' eurozona. Altrimenti l' avrebbero gia fatto, a loro conviene cosi per adesso. Pericoloso sarebbe inoltre creare un precedente (che gia' c' e' vedesi Islanda), Per una volta nella mia viat sono daccordo stranamente con Berlusconi. Sarebbe meglio la Germania fuori dall ' euro che la grecia a questo punto.

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Eutizio 16 ora fa
Alcuni politici tedeschi volevano dare una lezione alla Grecia e hanno imposto a un intero popolo una terapia da lacrime e sangue- Erano convinti che la loro ricetta funzionava. Ma hanno fatto lo stesso errore che fece il presidente degli stati uniti Herbert Hoover nel 1929. La cura ammazzò il cavallo. La Grecia non ha più soldi in cassa. Dipende completamente dagli aiuti esterni. La recessione è in atto e ci vuole solo un miracolo.

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calcedonio79 14 ora fa in risposta a Eutizio
Ma la volete finire di usare espressioni sentite nei talk politici?! Non se ne può più di sentire questa citazione della cura che ammazzò il cavallo, frase detta per la prima volta da Di Pietro se ricordo bene. Usate un po' di inventiva.

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marco71lu 17 ora fa
siamo circondati dai lupi e per salvare i piu grassi sacrifichiamo i piu deboli ? queste e eurofollia !

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way out 16 ora fa in risposta a marco71lu
Questo modo di ragionare è ILLOGICO. La CASTA corrotta ed infame locale vuole scaricare i costi della crisi interamente sul POPOLO, evitando di tassare i ricchi, i mafiosi ed i vari furbetti del quartierino. La CASTA corrotta ed infame locale vuole succhiare altri finanziamenti agli altri popoli europei, senza dare reali garanzie sulla effettiva destinazione dei finanziamenti.
Tutto queso comportamento criminale e predatorio della CASTA coorrotta ed infame locale, diventa ora colpa dell'Europa ? Ma come si fa a ragionare in questo modo distorto ????

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ivanrollingstone 17 ora fa
altro che bretton woods e keynesiani. Sto Fmi e' un disastro liberista. Non gli basta più la Tanzania come fiore all'occhiello. Adesso vogliono sperimentare anche in Grecia

ARTICOLO sulla Catalogna indipendente www.capitochesuccede.altervist...

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cinzia 17 ora fa
euro ....quante vite costa?

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Apolide 17 ora fa
Ora che i cinesi hanno colonizzato l'africa ai tedeschi serve un terzo mondo personale per poter tenere i propri standar di vita, ma 15 milioni di greci non bastano! occorrono altri 100 milioni di schiavetti..

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MARIA 18 ora fa
"fatto i compiti" "obbedito agli ordini" "rilascio della dose" "processo doloroso" "processo sbagliato" "rispetto e compassione" ... Ma chi è questa gente di m.rda??!!! Dove è finita la dignità delle persone?!
Fanno tutti schifo ...

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Jonovan 18 ora fa
Se noi fossimo un popolo serio e conscio delle nostre enormi potenzialità creative, territoriali e culturali,lavoreremmo per riparare i guasti del passato partendo dall'origine della costruzione dell'Italia intesa come Stato unitario. I° Cambiare l'attuale architettura dello Stato passando per una federazione di Stati con un potere presidenziale,alla maniera degli USA. Perchè dico ciò: noi veniamo da Regioni Stato (Regno delle due Sicilie;Stato vaticano,Regno Piemontese ecc.ecc.) In conseguenza aver voluto (il Cavour &soci) fare un unica Nazione alla maniera attuale, è stato a mio modesto avviso una aberrazione di cui ancora oggi ne paghiamo il fio. Ragazzi non si può mettere in un unico calderone regioni diverse tra loro per cultura, lingua, usi e costumi, tradizioni e modi di pensare ed agire totalmente diversi tra loro. Da queste considerazioni nasce la mia idea "Stati Uniti d'Italia. II° Uscita dall'Euro. III°Abbattimento del debito pubblico attraverso lo sfruttamento delle ns. potenzialità con in primis un ritorno massiccio all'Agricoltura fatta alla maniera Californiana ed al turismo. Uno Stato così strutturato insieme ad una gestione seria,onesta ed semplificata in tutte le sue componenti,ci renderebbe lo stato piu ricco d'Europa ed uno dei migliori del mondo. Voi potreste dire "Sogno!!!" io vi risponderei dai sogni sono nati Grandi Statisti e grandi Nazioni (vedi: "Sogno Americano")

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Fabrizio Fossati 19 ora fa
la Grecia come la Germania a Versailles

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Apolide 17 ora fa in risposta a Fabrizio Fossati
gli starebbe bene che un dittatore greco marciasse trionfante su Berlino

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KenilGuerriero 12 ora fa in risposta a Apolide
Non saranno i greci a marciare su Berlino. Ma, di nuovo, i russi. Speriamo solo finiscano il lavoro, stavolta.

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democrito 19 ora fa
Esegue gli ordini... e i 70.000 dipendenti pubblici in più negli ultimi anni come si spiegano?

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Marco Giaveri 17 ora fa in risposta a democrito
dimenticate che l'euro ha DISTRUTTO l'economia greca, come sta distruggendo la ben più forte economia italiana ..

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Antonio Rossi 19 ora fa in risposta a democrito
Ma a noi come mai non parlano di élite?

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yussefmuslim 19 ora fa
anche loro sono finiti male per colpa dell elite greca che ha sbranato tutti e adesso da la colpa all europa...
noi italiani spendiamo 7 miliardi di euro per pensionati d oro...Diliberto ne becca 9000 da quando aveva 50 anni...

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ionic35 19 ora fa
la Grecia è la Ns speranza, non accettino il dikdat della troika!!!

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Satiro 19 ora fa
prendete esempio dall'argentina ... abbandonate le politiche monetarie dell'FMI

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lucianocivi 17 ora fa in risposta a Satiro
Anni di miseria ed anche adesso inflazione al 25% e cambio nero. Sapessi che bel esempio porti.

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tombecker76 13 ora fa in risposta a lucianocivi
Beh e' un ottimo esempio in un certo senso perche' il paese ando' in bancarotta a causa delle ruberie e dell'inettitudine della sua classe politica che non riusci' a fare una politica che tenesse inflazione e tassi a livelli decenti.

Esattamente l'andazzo che prendera' l'Italia quando tornera' alla Lira come i piu' desiderano.

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Guest 16 ora fa in risposta a lucianocivi
Invece per voi del Partito Democratico sostenitori del "piu' europa" ricche rendite finanziarie e per gli italiani anni senza lavoro.

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Fabrizio Corbera di Salina 17 ora fa in risposta a lucianocivi
Avevamo la stessa inflazione noi negli anni "80. Non mi sembra che ce la passavamo male.
Il debito pubblico ?
Quello si ingrandisce perché dei porci speculatori lucrano su un interesse che lo rende inestinguibile.
Se troncassimo con la finanza speculativa e ridassimo VALORE al lavoro potremmo fare a meno dei cravattari del FMI, della BCE e dei diktat tedeschi.
Quindi : Fuori dall' Euro e dall' UE e ricontrattazione del debito in mano a soggetti stranieri.

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kuarl 17 ora fa in risposta a lucianocivi
e un economia basata sul nulla visto che assumono solo nel pubblico impiego pagando gli stipendi con una moneta debolissima. Anche perché dopo il caso repsol a chi verrebbe mai in mente di investire in argentina?

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pistrillo 15 ora fa in risposta a kuarl
non hanno piegato la testa e solo questo fa di loro,almeno per me un popolo da ammirare a differenza di noi proni e agli ordini della troika,con un professore marchiato goldman sachs, a capo del governo eletto dalle banche e dalla finanza internazionale che ha portato comunque alla rovina i ceti medio bassi.C'è veramente da essere orgogliosi di appartenere all'europa.

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Marco Borello 19 ora fa
Poveri Greci, provo compassione e solidarietà per loro, gli stanno chiedendo l'impossibile e loro, nonostante tutto, fanno l'inimmaginabile per riusirci.

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LUPO DI GUBBIO 19 ora fa
Con le politiche economiche di Monti faremo la fine della Grecia! Ad aprile avremo ,spero, se non faranno una nuova legge elettorale "porcata", una possibilita' per impedirlo, l'ultima possibilita' prima del default ! SFRUTTIAMOLA X MANDARLI A CASA !!!!!!!

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antonella1958 16 ora fa in risposta a LUPO DI GUBBIO
Se l'idea è quella di sostituirli con una forza quale Syriza, sottoscrivo.
Se invece si crede nell'effetto taumaturgico delle scope e/o nodi scorsoi, abbiamo già dato (quorum non ego) con la Lega Nord.

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Guest 16 ora fa in risposta a LUPO DI GUBBIO
Bisogna sotterrare il PD, sono loro i fautori della disastrosa situazione economica, con il governo Monti stanno cercando di monetizzare il futuro di una nazione per i loro interessi personali

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Fabrizio Corbera di Salina 17 ora fa in risposta a LUPO DI GUBBIO
Domani 13/11/2012 Monti e diversi personaggi dello star system politico - imprenditoriale italiano, non sarà a palazzo Chigi perché impegnato a Roma nel meeting del Gruppo Bilderberg.
I giornali italiani stanno zitti e non danno nessun riferimento all'evento.

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Apolide 17 ora fa in risposta a LUPO DI GUBBIO
l'ultima possibilità è il deafult!

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ionic35 19 ora fa in risposta a LUPO DI GUBBIO
lo spero di cuore, altrimenti fagotto e via da questo Paese!!!
camillobenso
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Re: La Grecia insorge

Messaggio da camillobenso »

Vivere pericolosamente.....


Grecia, il ministro delle finanze: “Rischio default molto alto”
Mentre i creditori internazionali sono ancora in cerca di un accordo sugli aiuti, Samaras emette nuove obbligazioni e lo farà anche giovedì, ma a caro prezzo. Ma senza un intervento decisivo il problema si porrà di nuovo alla scadenza dei titoli, compresa tra 4 e 13 settimane

di Mauro Del Corno

Per la Grecia “la bancarotta, l’insolvenza, dobbiamo stare molto attenti. Capisco i nostri partner che vengono in pressing su di noi per avere un ritorno agli aiuti, ma il rischio di un default è molto alto. Dobbiamo stare attenti ai limiti da raggiungere”. La dichiarazione che non lascia spazio a equivoci e riporta in uso una parola, il default, che era stata cancellata dal vocabolario ufficiale, è arrivata direttamente dal ministro delle Finanze di Atene, Yannis Stournaras a valle dell’ennesima giornata sull’orlo di una crisi di nervi, e di debito, per la tormentata Grecia. Che questa mattina, dopo la vana attesa del via libera alla nuova tranche di aiuti internazionali a fronte dei “compiti” fatti, è dovuta tornare sul mercato alla ricerca di 5 miliardi di euro per ripagare un uguale ammontare di titoli di Stato che scadono venerdì (di cui una parte in mano alla Bce) e scongiurare così un conclamato default. Alla fine è andato, almeno per oggi, tutto bene. Ma non finisce qui e i costi sono già alti: Atene ha venduto sul mercato titoli per quattro miliardi di euro, nello specifico 2,7 miliardi di bond della durata di un mese con un tasso d’interesse del 3,95% e 1,3 miliardi di titoli a 13 settimane e interesse del 4,2 per cento. Dopodomani, però, si replica alla disperata ricerca del miliardo che ancora manca.

E qui qualche problemino in più potrebbe presentarsi, come sa bene Stournaras. A comprare i bond sono infatti sostanzialmente le banche nazionali che lo fanno solo perché un secondo dopo li possono girare alla Banca centrale europea come garanzia per ottenere altri prestiti. Oltre ovviamente a incassare gli interessi che per la sola asta di oggi ammonteranno alla fine a circa 160 milioni di euro. A questo punto però sorge un inghippo che è all’origine della suspense con cui ci si avvicinerà all’asta di dopodomani, senza la quale Atene sarà costretta a dichiarare game over finendo definitivamente nello status di creditore insolvente.

La Bce ha infatti fissato un tetto di 12 miliardi di euro ai fondi che le banche greche possono ottenere offrendo in cambio di titoli di Stato. Un limite che lasciava alle banche elleniche un margine di altri 3,5 miliardi ma che con l’asta di oggi potrebbe essere stato ormai raggiunto. L’asta di giovedì potrebbe così vedere un’azione molto più contenuta da parte delle banche greche con il rischio che parte del collocamento non trovi compratori .

Eventualità che renderebbe impossibile rimborsare interamente i 5 miliardi di bond che scadono venerdì causando così l’ufficializzazione del default. In realtà nulla impedisce che la Bce chiuda un occhio e alzi temporaneamente la soglia come è già accaduto durante l’estate quando si arrivò a 17 miliardi. Grandi alternative non sembrano esserci visto che nelle casse pubbliche greche non c’è un centesimo e la nuova tranche di aiuti da 32 miliardi, ottenuta dopo l’ennesima manovra lacrime e sangue, è ancora ferma a causa degli screzi tra Unione europea e Fondo Monetario Internazionale sulle modalità di gestione della crisi ellenica e di riduzione del debito greco. Mentre ad Atene si gioca col fuoco a Bruxelles si temporeggia con il rischio che se non si trova presto un accordo che sblocchi i fondi, la Grecia è quindi costretta a cimentarsi sul mercato con ulteriori prove alla “o la va o la spacca”.

Il problema è che questi giochetti avvengono mentre la situazione sociale si fa giorno dopo giorno più drammatica e l’economia continua a sprofondare. Le ultime notizie del bollettino di guerra ellenico segnalano una disoccupazione giovanile ormai prossima alla spaventosa soglia del 60% e una situazione del sistema sanitario con le case farmaceutiche che sospendono la fornitura di farmaci anti cancro agli ospedali che non hanno più soldi per pagarli (la Merck –Serono si è però premurata di far sapere che i cittadini possono continuare a comprarsi autonomamente il medicinale salva vita in farmacia alla modica cifra di 4.000 euro per trattamento).

Intanto il paese è ormai è in svendita. La prossima ondata di privatizzazioni comprende la raffineria Hellenic Petroleum, i porti del Pireo e di Salonicco, la compagnia di acqua pubblica Thessaloniki water , il produttore di nickel Larco, l’aeroporto di Atene, le Poste, la società pubblica del gas oltre a una serie di aeroporti ed infrastrutture minori sparsi nelle isole. Nonostante sforzi e sofferenze quest’anno il Prodotto interno lordo è previsto in calo del 6% mentre nel 2013 contrazione dovrebbe attestarsi al 4,5%. Il deficit oscilla tra l’8 e il 9% del Pil mentre il debito dovrebbe raggiungere il 190% del Pil.

Persino il Fondo monetario ha recentemente avanzato dubbi sull’eccessiva rigidità e durezza delle richieste che gravano sulla Grecia. Il percorso di aggiustamento del deficit fissato per il periodo 2009-2015 prevede infatti interventi pari al quasi il 20% del Pil a fronte di sforzi chiesti a Irlanda e Portogallo che si fermano al 10 e al 9% del Pil. La Grecia ha sinora ricevuto prestiti per circa 240 miliardi di euro (su cui paga interessi di circa il 3-4% e che andranno comunque rimborsati) ma come si vede la crisi economica non fa che peggiorare e avvitarsi su se stessa.

Ieri Atene ha strappato a Bruxelles una proroga di due anni (dal 2014 al 2016) per centrare gli obiettivi di finanza pubblica concordati . Non è necessariamente una buona notizia visto che la concessione sembra essere subordinata all’adozione di ulteriori “strette” e che c’è, ovviamente, un prezzo da pagare. Secondo le prime stime lo slittamento avrà un costo quantificabile tra i 30 e i 40 miliardi di euro tra maggiori oneri che graveranno sulle finanze pubbliche, ritardo nell’accesso ai mercati e rallentamento nell’applicazione delle riforme.

Intanto forte di questi strabilianti successi ottenuti in Grecia, la famigerata Troika (Ue, Bce, Fmi) è sbarcata qualche giorno fa a Cipro, Paese a sua volta in gravi difficoltà economiche anche a causa della vicinanza geografica e finanziaria con Atene. Sul tavolo c’è un assegno da circa un miliardo di euro che verrà staccato in cambio di taglio degli stipendi pubblici, abolizione dell’indicizzazione dei salari all’inflazione e privatizzazioni.

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camillobenso
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Re: La Grecia insorge

Messaggio da camillobenso »

ATENE KAPUTT -

PUR DI ATTENDERE LE ELEZIONI TEDESCHE DI OTTOBRE 2013, L’EUROPA STA AMMAZZANDO LA GRECIA -

PER ADESSO, TUTTI I SALVATAGGI SONO AVVENUTI SOLO VIRTUALMENTE: ATENE NON HA FATTO CHE VENDERE DEBITO PER RIACQUISTARE DEBITO -

I GOVERNI DELL’UE STANNO FACENDO IN MODO CHE LA GENTE NON SENTA IL VERO COSTO DEL SALVATAGGIO ELLENICO - MA PRESTO I DEBITI VERRANNO AL PETTINE…


Alessandro Penati per "La Repubblica"

La Grecia aspetta 31 miliardi del piano di salvataggio per evitare il default; bloccati dal disaccordo sulle ulteriori condizioni da chiederle.

E si assiste a uno scontro tra il numero uno del Fondo Monetario e il presidente dell'Eurogruppo, se il debito greco debba scendere al 120% del Pil nel 2020 oppure nel 2022. Surreale, visto che di questo passo è probabile che al 120% la Grecia non arriverà neanche nel 2090. Intanto il debito salirà al 190% nel 2013, nonostante la più grande ristrutturazione del debito mai vista, che lo ha tagliato di 105 miliardi, pari a 30% del Pil. Il 190% non è un livello sostenibile per qualsiasi economia, tanto meno per quella greca, che attraversa una recessione paragonabile alla Grande Depressione: ha già perso il 20% del Pil, e il prossimo anno raggiungerà il -25%.

Con queste prospettive, un default caotico sembrerebbe certo, con conseguenze esiziali sull'euro. Ma mercati, governi e istituzioni internazionali non sembrano preoccuparsene. La Grecia è solo un noioso rumore di sottofondo. E gli spread scendono ovunque.

Possibile? Mercati e governi hanno ormai cinicamente capito che prima delle elezioni tedesche (ottobre 2013) non può succedere nulla perché nessuno in Germania vuole fare una campagna elettorale nel mezzo di una crisi potenzialmente devastante per l'euro. E si dà per scontato che, fino allora, si troverà sempre il machiavello per evitare il default greco.

Di fatto, è dall'inizio della crisi che governi e istituzioni europee hanno messo in piedi quello che ormai assomiglia terribilmente a uno schema di Ponzi: una catena di sant'Antonio che sostituisce vecchio debito con sempre più nuovo debito. I governi, quello tedesco per primo, lo fanno per evitare che il contribuente europeo percepisca l'onere del salvataggio della Grecia, e non si allarmi di fronte alla prospettiva di dover aiutare in futuro altri Paesi per salvare l'euro.

Può sembrare strano, ma l'unico impatto sul bilancio pubblico tedesco è stato fin ora positivo, visto che i tassi pagati dalla Grecia sui prestiti bilaterali sono più alti del costo al quale lo Stato tedesco si finanzia. Il primo piano di salvataggio da 110 miliardi è stato finanziato dai governi europei emettendo loro debito per 80 miliardi (30 sono del Fondo), di cui solo 22 della Germania. Il secondo, da 130 miliardi, è stato fin qui finanziato da nuovo debito emesso dallo EFSF, a cui i governi concedono una garanzia (non contabilizzata come debito); ma chiedendo come condizione una ristrutturazione che imponesse un taglio al valore del solo debito in mani private (con una perdita del 75%!). Stati e istituzioni europee, pur avendo ormai la stragrande maggioranza del debito greco, non hanno ancora contabilizzato un euro di perdita.

Per convincere i privati ad accettare la ristrutturazione, il governo greco ha dato loro 15 centesimi cash per 100 di vecchio debito; finanziato con i fondi del piano di salvataggio, a sua volta finanziato con debito; debito servito anche a finanziare l'indispensabile ricapitalizzazione delle banche greche. C'è poi il debito occulto della Bce che tiene in vita le banche greche: dei 240 miliardi di prestiti domestici, 130 sono finanziati dalla Banca centrale greca, che ne ha presi a prestito 110 dalla Bce.

L'ultima trovata tedesca per ridurre artificiosamente il debito greco è il buyback: il governo greco dovrebbe riacquistare, con i soldi della Troika naturalmente, i 70 miliardi di debito (ristrutturato) ancora in mani private, e che oggi vale circa 26 centesimi (per ogni euro). Offrendo 35 centesimi, si eliminerebbero 40 miliardi.

Altra operazione di facciata pur di non svalutare il debito greco direttamente o indirettamente in mano degli Stati europei.


E' un castello di carte, destinato a crollare perché la Grecia è insolvibile, e il suo debito carta straccia. Il contribuente, e non solo quello tedesco, per ora non ha sentore del vero costo del salvataggio greco. Ma quando inevitabilmente dovrà mettere mani al portafogli, che fine farà la solidarietà europea?
camillobenso
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Re: La Grecia insorge

Messaggio da camillobenso »

-LA DISPERAZIONE IN GRECIA HA RAGGIUNTO UN TALE LIVELLO CHE ANCHE LE PROTESTE SONO MENO VIOLENTE: SIA DALLA PARTE DEI MANIFESTANTI CHE DA QUELLA DELLE FORZE DELL’ORDINE C’È RASSEGNAZIONE


- NON NE VA PIÙ BENE UNA: È VENUTO IN VISITA HOLLANDE, SIMBOLO DELL’ANTI-AUSTERITÀ, MA I GIORNALI ERANO IN SCIOPERO E NON SE N’È SAPUTO NULLA


- IL GOVERNO, NON SAPENDO PIÙ CHE FARE, SE LA PRENDE CON L’ESTREMA SINISTRA…



Fabio Morabito per "Il Messaggero"


EURO CRAC GRECIA
LA CRISI


È diventata l'etichetta del baratro, la parola che indica il disastro in Europa.


Grecia. Se ne parla come spauracchio anche nella campagna elettorale italiana, se si vuole insultare un candidato premier si dice: «Ci ridurrà come la Grecia».


Ieri decine di migliaia lavoratori (ma anche pensionati, studenti, disoccupati) sono tornati in piazza per protestare contro la politica di austerità del governo.


I due principali sindacati del Paese avevano proclamato uno sciopero generale di 24 ore.


È il primo nell'anno, un anno che sarà ancora molto difficile.

Ci sono stati scontri ad Atene: i manifestanti hanno lanciato sassi e bombe molotov contro la polizia, gli agenti hanno lanciato lacrimogeni.

Ma l'unico ferito è stato un manifestante picchiato (sembra) da un gruppo di altri contestatori che lo avrebbero scambiato per un neonazista.

La polizia sembra aver gestito con responsabilità una protesta che sfiora la disperazione.

Gli agricoltori della regione della Tessalia hanno bloccato l'autostrada che collega Atene con il nord. La polizia è intervenuta, ma non ci sono stati incidenti.


I giornalisti avevano già scioperato martedì, procurando l'ira del primo ministro Antonis Samaras, perché così è stato "silenziato" l'avvenimento.

E cioè la visita del presidente francese Francois Hollande, un blitz di poche ore per dare sostegno agli sforzi di austerità del Paese.


Sulla visita di Hollande c'erano attese forti dal tri-partito al governo, perché a parte la promessa di investimenti francesi, Hollande incarna (a differenza della cancelliera tedesca Angela Merkel che era passata ad Atene quattro mesi fa) un'idea di «anti-austerità e crescita».


Proprio il messaggio che i greci aspettano da tre anni, da quanto è esplosa la crisi economica. Il governo ha attaccato Syriza, il partito della sinistra radicale che è all'opposizione, e che ora dai sondaggi è indicato come il primo partito del Paese.

Sarebbe stata Syriza, è l'accusa, a orchestrare il black-out mediatico.

Anche i siti si sono fermati, e le immagini dell'arrivo del presidente francese sono state diffuse. Ma erano immagini mute.


Lo sciopero ha bloccato scuole, ospedali, banche e uffici pubblici.


Si sono fermati i treni, il trasporto pubblico ad Atene, gli operai marittimi hanno bloccato le navi nei porti.

La prossima settimana sono attesi nella capitale i rappresentanti della Commissione europea, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale, e si temono ulteriori richieste di sacrifici al Paese.


In ballo ci sono i 230 miliardi di aiuti richiesti e promessi.

I redditi in tre anni sono diminuiti del 38% (la fonte è un sondaggio dell'Istituto per le piccole imprese).




La disoccupazione tra i giovani dai 18 ai 25 anni è oltre il 60%.



Nel totale della popolazione in età da lavoro, è al 27%.

Ogni giorno ci sono mille disoccupati in più.

Il Pil, Prodotto interno lordo che lo scorso anno è sceso del 6%, è retrocesso ai livelli di dodici anni fa.

Chi non ha più la casa, va a vivere in strada.

Aumentano la violenza, le rapine e i furti nelle case.

I crimini gravi son aumentati del tremila per cento in due anni.


GRECIA
È ritornato il terrorismo: dagli ordigni rudimentali lasciati davanti alle porte di casa di giornalisti, alle bombe nei centri commerciali, fino agli attacchi con i kalashnikov. E su questo si accende l'ennesima polemica del governo contro Syriza, accusata di offrire copertura politica ai terroristi.


MERKEL SAMARAS
«Il senso della mia visita è quello di portare il sostegno della Francia alla Grecia perché si risollevi» aveva detto Hollande martedì, nel giorno del silenzio dei media. Concludendo con un messaggio che voleva trasmettere speranza: «Misure di sostegno alla crescita sono indispensabili. Rifiuto un'Europa che condanni i Paesi ad una austerity senza fine». Anche se ai greci, ora, il tormento di una crisi devastante sembra proprio senza fine.
peanuts
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Re: La Grecia insorge

Messaggio da peanuts »

Con i greci (non con alba dorata, ovvio, schiattino)
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: La Grecia insorge

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Ue, economisti per caso....


Grecia: “Se l’Europa avesse agito con rapidità sarebbero bastati 50-70 miliardi”
Secondo l'economista Quadrio Curzio "la situazione è sfuggita di mano e non è finita". Per l'Italia "non possiamo credere che il risanamento passi solo da restrizioni finanziarie senza che corrispondano misure politiche istituzionali che garantiscano maggior stabilità al nostro sistema"


di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 febbraio 2013

Per trovare una soluzione alla crisi economica della Grecia sarebbero potuti bastare 50-70 miliardi di euro se l’intervento fosse stato più rapido. A sostenerlo è stato un noto europeista, l’economista Alberto Quadrio Curzio nel suo discorso inaugurale all’apertura dell’anno accademico dell’Istituto lombardo Accademia di Scienze e Lettere.

“Se l’incendio greco fosse stato affrontato nei primi mesi sarebbe stato fermato molto prima e con oneri minori, con 50-70 miliardi si poteva chiudere la partita invece che con i 300 miliardi ad oggi necessari; e probabilmente non è finita perché i tassi di disoccupazione sono sopra il 50% e si è indebolita la struttura dello Stato”, ha evidenziato Quadrio Curzio.

“L’Europa è stata lenta, a un certo punto la situazione è sfuggita di mano” e ha spiegato: “ottima e rapida la decisione dell’Europa di istituire un fondo di sostegno, ma poi grande lentezza del fondo stesso per diventare operativo”.

Per uscire dalla crisi ”Italia ed Europa devono riformare le loro istituzioni”, ha poi detto. “Non possiamo credere che il risanamento dell’Italia passi solo da restrizioni finanziarie senza che corrispondano misure politiche istituzionali che garantiscano maggior stabilità al nostro sistema – ha proseguito – E anche l’Europa deve farlo, significa non necessariamente scegliere un sistema federale ma un sistema chiaro; così anche l’Italia deve decidere se vuole essere centralista o, alla Cattaneo, alla Einaudi, federale”.

“L’Italia è il punto debole dell’Europa per debito pubblico e debolezza delle Istituzioni, ma anche il punto forte”, ha precisato ricordando che quella del nostro Paese è, per esempio, la seconda manifattura in Europa dopo quella tedesca e davanti a quella francese. “Sono fiducioso: Italia ed Europa hanno enormi risorse”.
peanuts
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Re: La Grecia insorge

Messaggio da peanuts »

http://www.repubblica.it/economia/2013/ ... ef=HREC1-4

Cioè, rendiamoci conto di che punto abbiamo raggiunto
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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Re: La Grecia insorge

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I nipotini degli uomini delle caverne - 1


Quando muore la cultura di un popolo significa che quel popolo è già morto, anche se sopravvive come zombie.

Qualche volta non bastano i carri armati per individuare una dittatura.


***


Tv greca, chiusura incostituzionale? Lunedì la corte decide. Rischio elezioni
Intanto, dopo 75 anni di vita, si ferma anche l'Orchestra Sinfonica Nazionale. Ultima esibizione in lacrime sulle note dell'inno nazionale greco

di Francesco De Palo | 16 giugno 2013
Commenti (449)

Video delle chiusura dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Greca con l’inno Nazionale Greco.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ni/627703/


Immagine

Il pianto è una conseguenza del dolore dell’anima. Ma se l’anima non ce l’hai di certo non piangerai.



A volte le immagini sono più forti di un mucchio di parole.

Nelle stesse ore in cui si discute di una possibile marcia indietro del governo Samaras sul caso Ert, dopo settantacinque anni di esistenza l’Orchestra Sinfonica Nazionale Greca e il Coro di Ert, la televisione pubblica del Paese appena chiusa, hanno fatto la loro ultima esibizione. Le lacrime che hanno solcato i volti dei musicisti proprio sulle note dell’Inno nazionale ellenico stanno facendo il giro della rete, perché è la plastica sconfitta di un popolo che altro non può fare che prendere atto dell’occupazione dellaTroika.

L’ultimo concerto di addio della National Symphony Orchestra si è svolto venerdì sera al Radiomegaro di Agia Paraskevi, la sede della tv di Stato. Un’impressionante folla si è radunata per l’occasione, davanti a quattrocento giornalisti accreditati da tutto il mondo, poche ore prima che gli emissari della Troika facessero ritorno ad Atene e due giorni prima di uno spiraglio, seppur risicatissimo, che potrebbe aprirsi sulla questione.

L’esecutivo è stato messo sotto pressione dal ricorso presentato dal più grande sindacato dei dipendenti dell’emittente pubblica all’Alta Corte di Stato ellenica, dal momento che pare ci siano i margini di incostituzionalità nella decisione del premier di chiudere Ert. Il giudice amministrativo del Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi sul ricorso il prossimo lunedì. Secondo fonti giudiziarie se la decisione dovesse essere favorevole ai lavoratori, il governo a sorpresa potrebbe decidere di ripristinare termporaneamente il segnale nelle successive 24 ore. E, fino a quando la decisione finale sulla questione non venisse presa con tempi più comodi, si dice anche prorogare ilsegnale in chiaro fino a settembre. Ma ciò comporterebbe dei riverberi politici precisi.

Nelle stesse frenetiche ore un pubblico ministero greco, agendo su richiesta del ministro delle finanze Stournaras, ha avviato un’indagine sulle finanze di Ert, alla ricerca di segni di fondi mal gestiti. Qualunque sarà il verdetto in appello dei lavoratori, lunedi sarà comunque un giorno molto critico per il premier Antonis Samaras, atteso dal delicatissimo vertice di maggioranza con Venizelos e Kouvellis. Il capo dei socialisti ha detto che al Paese non servono certo nuove elezioni, ma se si iniziasse un braccio di ferro lui non si sottrarrebbe alle urne. Pesano in questa fase le strategie di Samaras, che secondo alcuni analisti preferirebbe rompere con gli alleati e utilizzare il caso Ert per chiedere nuove elezioni e, forte dei sondaggi, governare poi in solitario. Con molti dubbi su chi abbia consigliato al premier la tempistica quantomeno azzardata sul caso Ert e con i dati sul gradimento elettorale di Samaras che nelle ultime ore si sarebbero pericolosamente sgonfiati.

Ma il Paese non sembra gradire lo scenario, come ha dimostrato lo sciopero generale andato in scena venerdì accanto ai nuovi dati sulla disoccupazione che infrangono ormai un record ogni trimestre: l’ultimo è stato al 27,4 per cento. Inoltre secondo la stampa greca il portavoce del governo Simos Kedikoglu che ha materialmente firmato la chiusura di Ert, avrebbe fatto però nell’ultimo anno ben 28 assunzioni da 100mila euro al mese tra segretari e consulenti esterni. Con tanto di tabella con iniziali dei nomi e stipendio netto, a cui vanno aggiunti regali e straordinari. Ma Samaras pare voglia andare dritto per la sua strada, anche perché Bruxelles ha appena comunicato che entro una settimana arriverà la nuova tranches di prestiti da 4,4 miliardi di euromentre ad Atene c’è chi giura che i suoi alleati di governo, consci che il Paese è allo stremo, mediterebbero una grande alleanza di centrosinistra da contrapporre ai conservatori pro Troika alle urne. Qualcuno le indica nel 14 luglio, anniversario della Rivoluzione francese.
twitter@FDepalo

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06 ... ni/627703/
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Re: La Grecia insorge

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L'ANNUNCIO DELLO STOP ERA STATO FATTO 10 GIORNI FA

Grecia, il Consiglio di stato annulla
la chiusura della televisione pubblica
Riapertura immediata per Ert: è la decisione della massima autorità giuridica del Paese


Il Consiglio dei Stato greco - massima autorità giudiziaria del Paese - ha annullato «temporaneamente» la chiusura della radio-televisione pubblica Ert decisa dal governo e ne ha ordinato la riapertura fino a che non verrà costituito un nuovo organismo audiovisivo pubblico. Erano stati i sindacati a rivolgersi al tribunale amministrativo contro l'ordine di chiusura emesso martedì scorso dal premier Antonis Samaras. Secondo il Consiglio di Stato la decisione del governo di spegnere il segnale dell'emittente è stata illegale. L'annuncio della sospensione è giunto mentre il primo ministro conservatore era riunito con i leader degli altri due partiti della coalizione- Evangelos Venizelos del Pasok e Fotis Kouvelis di Sinsitra Democratica- per discutere proprio della questione Ert: gli alleati di governo avevano infatti chiesto più volte al premier ritirare il decreto legge sulla chiusura e procedere alla ristrutturazione dell'ente lasciandolo in attività.
PASSO INDIETRO DEL GOVERNO - L'annuncio choc della chiusura di Ert e del licenziamento di 2.500 dipendenti era stato dato dal governo l'11 giugno. Da quel momento non si era fermata la mobilitazione di lavoratori - che hanno occupato la tv -, cittadini e sindacati. Una protesta crescente che aveva portato Samaras a valutare un possibile timido passo indietro. Sempre lunedì il premier ha infatti proposto ai due partiti alleati nella coalizione una riapertura «temporanea» della radiotelevisione.

RIAPERTURA PRO-TEMPORE- La proposta di Samaras, secondo quanto riferito dall'Afp, sarebbe quella di una gestione pro-tempore della tv da una commissione composta dalle tre forze politiche della maggioranza (destra, socialisti e destra moderata) con il compito di «assumere un certo numero di giornalisti cui affidare il compito di far funzionare di nuovo la tv pubblica» fino a quando non verrà votata una nuova legge per la creazione di una nuova radiotelevisione. Ora la decisione del Consiglio di Stato cambia le carte in tavola. Anche se, secondo il programma di misure di austerity e tagli, il governo di Atene si è impegnato con i creditori internazionali a licenziare 15mila lavoratori del settore pubblico entro il 2015. I dipendenti di Ert erano i primi 2.500.

Redazione Online
17 giugno 2013 | 22:16
© RIPRODUZIONE RISERVATA
http://www.corriere.it/esteri/13_giugno ... b462.shtml
peanuts
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Re: La Grecia insorge

Messaggio da peanuts »

Non è abbastanza, comunque licenzieranno, non si può far pagare la crisi ai lavoratori in questo modo, non è giusto
E comunque avevano chiuso la tv di stato, roba da ventennio
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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