Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

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La trasmissione In Onda: http://www.la7.it/inonda/pvideo-stream?id=i522699
Maurizio Landini, una delle persone che rispetto di piu'. Telese....lasciamo perdere... a parte il doveroso ringraziamento di aver invitato Pannella,anzi di "averlo resuscitato".
Davvero, uno dei pochi confronti (anche se il tempo era poco) civili. Grazie Landini, grazie Pannella.
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Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

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Marco Pannella, in collegamento a Radio Radicale questa mattina (14 marzo), e' tornato sulle motivazioni e le ragioni per le quali ha deciso di iniziare, nei prossimi giorni, uno sciopero della fame ad oltranza. Pannella, fra l'altro, ha dato atto al Presidente Monti di aver sottolineato l'importanza del funzionamento della giustizia anche dal punto di vista economico:

"Ieri (13 marzo) ho sottolineato che la mia decisione di iniziare questa azione nonviolenta era motivata non dall'esasperazione, ma dalla speranza forte che riusciremo a venire a termine di questa situazione criminale che connota la realta' formale e sostanziale della giustizia italiana.
Si continua pero' a parlare delle carceri (e nessuno mi puo' rimproverare di non averne parlato, evidentemente); ma questo e' un modo che le istituzioni italiane, le forze politiche e gran parte del mondo "democratico" hanno per eludere e per celare in modo ignobile un altro fatto sul quale la giurisdizione europea e noi insistiamo da trent'anni, letteralmente. Le condanne del Consiglio d'Europa - l'ultima della ultratrentennale serie e' di ieri - riguardano quello che fa meno impressione quando la si enuncia: la lunghezza irragionevole dei processi!
Ieri (13 marzo) l'ha ripresa perfino il Presidente del Consiglio, quando ha detto che:
"la giustizia e' una delle determinanti della competitivita' di un'economia - e della attrattivita' o meno di un territorio agli investimenti, sia esteri sia nazionali - oltre che fondamentale per la vita civile".
Il Presidente Monti ha citato inoltre la Commissione Europea e l'OSCE, che individuano nella giustizia civile - "nel senso soprattutto della tempestivita' del suo funzionamento e quindi della prontezza di disponibilita' di uno strumento essenziale per il rispetto dei contratti e per lo svolgimento di una ordinata economia di mercato" - una delle dimensioni della giustizia stessa particolarmente rilevanti.
Su questo, chiedo scusa, stiamo sputtanando l'Europa! In modo ignobile, con un riflesso di regime, di classe, antiliberale. Quello che ci viene indicato come la causa di tutto e' appunto il problema del DIRITTO! E' il problema dei processi. E' su questo che si tenta inutilmente di mettere l'accento. Ma adesso si usa il problema delle carceri per eludere la necessita' della soluzione alla immonda violazione del diritto, del processo. Tutto questo riguarda piu' di un terzo delle famiglie italiane!".

La notizia:
Consiglio d'Europa: ridurre la lentezza dei processi. Ennesimo richiamo di Strasburgo all'Italia.

Strasburgo, 13 marzo - Ennesimo richiamo di Strasburgo all'Italia. "La situazione concernente l'eccessiva durata dei processi e il malfunzionamento del rimedio esistente (legge Pinto, che prevede il risarcimento per chi ha subito un processo troppo lungo) rimane estremamente preoccupante e RICHIEDE L'ADOZIONE URGENTE DI MISURE SU LARGA SCALA in grado di risolvere il problema".

Il giudizio e' stato emesso oggi dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa che ha ripreso in considerazione gli oltre 2.000 casi pendenti contro l'Italia per eccessiva durata dei processi. Secondo il Comitato, organo esecutivo del Consiglio d'Europa a cui spetta il compito di vigilare affinche' gli Stati membri adottino le misure necessarie a rimediare alle violazioni riscontrate dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, il funzionamento attuale della GIUSTIZIA ITALIANA "costituisce un SERIO PERICOLO per il rispetto della supremazia della LEGGE, che risulta in una NEGAZIONE DEI DIRITTI sanciti dalla convenzione europea dei diritti umani, e crea una minaccia seria per l'efficacia del sistema che sottende alla stessa convenzione".

Nel documento viene sottolineato come la Corte continui a ricevere un elevato numero di ricorsi legato alla lentezza dei processi e al non rispetto dei tempi per il risarcimento previsto dalla legge Pinto. Le autorita' italiane sono state invitate a presentare un piano d'azione che oltre a proposte concrete su come risolvere la questione contenga anche un calendario che permetta di monitorare attentamente gli effetti delle riforme gia' introdotte e la tempistica per le misure ancora da introdurre.

Da una nota d'agenzia letta a Radio Radicale.
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Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

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Pannella viene in soccorso dell'agonizzante Giustizia italiana!

20 marzo, 2012
"Ritengo mio dovere prepararmi come atto di SPERANZA, di RESISTENZA alternativa di fronte ad un potere trionfante, con risse che coprono questa realta', un POTERE CHE NEGA DIRITTO, DIRITTI, DECORO, prepararmi a passare ALLO SCIOPERO DELLA SETE, perche' davvero non possiamo continuare a dare la parola agli eventi. ESPLODONO I SUICIDI in Cina, in Tibet, e in Italia".
Lo ha detto Marco Pannella, in diretta questa mattina a Radio Radicale, RILANCIANDO LA SECONDA MARCIA PER L'AMNISTIA, LA GIUSTIZIA, LA LIBERTA', in preparazione per il giorno di Pasqua.
"Come segno di speranza, e non di disperazione, di un minimo di dignita' civile, un minimo di affermazione di coscienza, devo dare un segnale. C'e' il problema in Italia della legalita' ormai assunta da posizioni, obiettivi, struttura profonda di regime, per VIOLARE IMPUNEMENTE LA LEGALITA', non solo italiana MA EUROPEA. Come speranza contro la peste, contro questo Aids nel quale stiamo vivendo, andremo ad affermare la POSSIBILITA' DI UN'ALTERNATIVA per i carcerati e per il Paese, carcerato anch'esso".

Da una nota letta a Radio Radicale
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Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

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La crisi economica, i suicidi nel Veneto di molti imprenditori, l'Amnistia che aiuterebbe anche in materia economica.
L'intervista di Paolo Martini (direttore di Radio Radicale) a Pannella dopo l'incontro avuto con la Ministra Fornero.
http://www.radioradicale.it/scheda/349101
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Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

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La "fame e la sete di verita' dell'Italia, degli italiani brava gente" rappresentata da quest'uomo di 82 anni che in 44 minuti cerca disperatamente di dire cosa accade in Italia da decenni: il popolo italiano e' preso in girno, perche' la Costituzione, la Legge, il Diritto, sono quotidianamente massacrati. Solo a questo politico faccio fiducia, dal 1979, perche' "non mi ha mai tradito", e' uno di noi...ed e' gia' tanto in un Paese come l'Italia...
Marco Pannella ospite a Tgcom 24. http://www.radioradicale.it/scheda/349353
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Intervista a Marco Pannella - Amnistia negata: e' l'Italia ad essere fuori legge.

Articolo di Andrea Colombo pubblicato su Gli Altri del 6 aprile, 2012

Dopo decenni di onoratissima carriera Marco Pannella lo conosciamo bene: e' uno che non si arrende mai, batte e ribatte fino a che non incrina anche il muro piu' spesso. I politicanti di ogni risma continuano a fare spallucce di fronte alla sua proposta di amnistia, e lui organizza a Roma una seconda marcia dopo quella natalizia di sette anni fa. Doveva svolgersi per Pasqua, sara' invece per il 25 aprile e la simbologia e' forse ancor piu' azzeccata.

Mica male una marcia per l'amnistia il 25 aprile!
"Sette anni fa la prima marcia, quella a cui vennero Cossiga, Napolitano e persino D'Alema, registro' un'adesione quantitativamente e qualitativamente senza precedenti. Nessuno mette in dubbio che da allora la situazione sia atrocemente peggiorata da tutti i punti di vista. Il questore di Roma ci aveva parzialmente vietato il percorso che avevamo comunicato per la marcia di Pasqua, in base al combinato disposto delle norme di Maroni e Alemanno. Cosi' abbiamo scelto il 25 aprile, perche' cos'e' oggi la Liberazione se non liberazione del diritto umano, dei nuovi diritti, della democrazia, e dei carcerati, certo, ma anche dei funzionari che vogliono servire lo Stato e non essere complici di una patente violazione delle leggi? Non a caso la marcia e' per una triade di obiettivi non disgiungibili: amnistia-diritto-liberta'.

Perche' parli di patente violazione della legge?
"Da trent'anni noi veniamo condannati ogni anno dalla giurisdizione europea. Le ultime condanne sono anche piu' tassative di quelle precedenti, perche' evocano la violazione dei diritti umani e non piu' solo di quelli civili e dello Stato di diritto, cosa peraltro gia' gravissima.
Quindi l'amnistia di cui parliamo noi non e' quella che chiese Giovanni Paolo II, col quale eravamo pure in forte sintonia. La sua era una richiesta di un atto di clemenza. Noi facciamo un altro ragionamento: siamo o non siamo di fronte alla manifesta flagranza di un reato compiuto? Certamente si'. Ma di fronte a un reato in manifesta flagranza si interviene, lo si interrompe e poi si discute. Questo non solo per obbligo morale ma anche perche' lo impone la legge. Se vedo uno che ammazza un altro e non intervengo incorro in una specifica e precisa fattispecie di reato. Bene, ciascuno di noi, nell'arco di un paio d'ore, assiste a quattro o cinque omicidi in una rissa senza poter intervenire, pur avendone l'obbligo, perche' le leggi dello Stato ce lo impediscono. Peggio di quel che avveniva nel comunismo, nel fascismo e persino nel nazismo almeno fino al 1938-39".

Non sara' un po' forte come paragone?
"Per niente. Oggi la distanza del nostro Stato dalla legalita' internazionale e' qualitativamente dello stesso tipo e quantitativamente maggiore di quanto non fosse fino al 1938 quella degli Stati totalitari rispetto alla giurisdizione internazionale di allora. Quando in un territorio gli abitanti e lo Stato vivono contro il diritto, la legalita' e le stesse leggi violandole in modo massiccio, ci si trova di fronte a una metamorfosi dello stesso male che aveva assunto le forme del fascismo, del comunismo, del nazismo e dei vari modelli che ne sono poi discesi.

Prima parlavi di funzionari dello Stato che condividono questa sensibilita' e questo punto di vista?
"Si' e sono moltissimi. Il segretario del Sidipe, il sindacato dei dirigenti penitenziari, Enrico Sbriglia, ha scritto delle pagine splendide in cui dice "Noi vogliamo e dobbiamo comportarci come servitori dello Stato, non come sicari o complici degli assassini e di chi viola le leggi". Identico ragionamento fanno sempre piu' spesso gli agenti della polizia penitenziaria, che tra l'altro lavorano 14 ore al giorno con straordinari non pagati, non ce la fanno a stare dietro a tutto, vedono le loro famiglie saltare...Ormai anche tra loro i suicidi sono molti".

Andiamo all'obiezione che vi viene mossa piu' spesso: l'amnistia non risolve il problema, tra un anno ci si ritrova punto e a capo...
"E' una stupidaggine. L'amnistia e' invece una riforma strutturale. Il vero problema che ci pongono oggi la giurisdizione europea e il diritto internazionale e' che il fatto carcerario, in Italia, come in una parte consistente del mondo, e' legato a un altro fatto che in se' non sembrerebbe clamoroso: la non ragionevole durata dei processi. Insisto su questa formula letterale, perche' nel diritto romano come in quello canonico traspare con chiarezza cio' che e' pacifico nella dottrina, e cioe' che tra l'evento preso in considerazione, l'ipotetico reato, e il giudizio deve esserci almeno un minimo di compattezza cronologica. In caso contrario si tratta di un'ipoteca che grava fatalmente sulla sentenza".

Una riforma che accelerasse i tempi della giustizia sarebbe senza dubbio strutturale. Ma l'amnistia?
"Oggi l'amnistia non significa piu' solo fare uscire la gente dalle carceri. Con l'amnistia si ritiene che verrebbe a cadere l'80% dei procedimenti e dei processi penali in corso. Quel 20% che rimarrebbe, costituirebbe o no una struttura completamente diversa? Un palazzo di due piani e' o non e' strutturalmente diverso da uno di 50? Inoltre si affronterebbe finalmente un problema sulla cui urgenza tutti, farisaicamente, dicono di essere d'accordo: la vergogna per il 42% dei detenuti e' in attesa di giudizio, e la meta' di quel 42% verra' alla fine giudicata innocente. Questo e' il discorso, e in trent'anni non e' stato possibile una sola volta andare a spiegarlo in una trasmissione televisiva che avesse una massa critica considerevole, con quattro o cinque milioni di spettatori".

Cosa ti aspetti sul fronte dell'oscuramento mediatico di questa marcia?
"Un momento eccezionale di democrazia nel nostro Stato, che non e' ne' democratico ne' di diritto. Sono trenta'anni che chiedo un dibattito pubblico e non relegato in fasce e orari dove non se ne accorge nessuno, su questo tema: cosa si puo' fare quando uno Stato chiaramente viola non solo la giurisdizione e la legalita' superiore ma direttamente la massima espressione della propria stessa legge, la Costituzione, e a scendere tutto il corpo delle leggi. Un dibattito cosi' sarebbe sufficiente: i credenti, cioe' i cattolici e i comunisti, plebisciterebbero questa richiesta come fecero con il divorzio, l'aborto e l'obiezione di coscienza".

Con chi vorresti questo dibattito pubblico?
"L'importante sarebbe far assistere di nuovo a un dibattito democratico e serio. Per il resto sono todos caballeros: con la stessa Severino, ma anche, al limite, con Rodota' o Zagrebelski, se per una volta si decidessero a porre il problema".

Permettimi una disgressione: come giudicate voi radicali questo governo?
"Come un incidente positivo del sistema partitocratico. Noi andavamo quasi con certezza verso il dafault e non solo dell'Italia perche' avremmo contagiato l'intera Europa. Questa certezza derivava dal fatto che da un lato c'era Berlusconi a sputtanare tutto, ma dall'altro non c'era un solo Stato estero che facesse un'oncia di credito in piu' ai suoi oppositori. Questo governo e' costituito da estrenei per formazione e cultura al regime partitocratico e questo rappresenta di per se' un grosso passo avanti. Il default italiano e di conseguenza europeo e' ancora probabile ma non piu' quasi certo. In questa situazione noi ci troviamo a nostro agio, perche' la nostra storia si potrebbe sintetizzare proprio cosi': far sempre giocare il possibile contro il probabile".

Sette anni fa l'attuale Capo dello Stato marcio' con voi. Una volta arrivato al Quirinale non si e' fatto sentire molto...
"Io ho detto apertamente al presidente della Repubblica: questo Stato e questa Repubblica sono ormai anti-democratici, direi nemmeno per cattiveria. Violano i diritti umani fondamentali senza nemmeno accorgersene e il tuo dramma e' che sei costretto a essere il primo violatore.
Con la tua grande esperienza politica, o politicante, hai contribuito a evitare il default, ma al prezzo di fare tu il premier e di intervenire quotidianamente, usando di fatto il sistema della comunicazione ufficiale di Stato a reti unificate. Allo stesso modo il 27 luglio scorso Napolitano aveva posto l'urgenza del problema giustizia, ma dieci giorni dopo, con migliaia di detenuti in sciopero della fame e della sete, da Nisida, ha detto, dopo aver marciato il 27 dicembre del 2005 con noi, che il problema non era maturo. In fondo e' una storia che si ripete, e' come quando noi, con Silone, eravamo schierati con i dissidenti russi e i refusnik pagando anche il prezzo di qualche arresto e di qualche assassinio: Lui riteneva invece, in polemica con Giolitti, che la prospettiva e la moralita' della rivoluzione, comportassero il prezzo che si stava pagando a Budapest. La differenza e' che oggi i refusnik sono da noi, ma lui non li vede allo stesso modo".
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Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

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Interventi di Pannella su Twitter, 30 aprile 2012.
Ore 14:33
"Grazie per tutto Schifani! Ti supplico credimi: senza AMNISTIA vedremo solo tardi il quasinulla. Lo sai: il popolo - SE SA - ci capisce, sempre!"

Ore 14:44
"Pover'Italiaa! Disperatamente cercasi non piu' suicidati ma supremo Garante diritti/Diritti Umani, senso dello (non ragion di) Stato. Basta Togliatti".

Ore 14:50
"Napolitanooooooooooooooo! PREPOTENTE URGENZA" anticostituzionale e anti-giurisdizione europea??! Centinaia di morti Ci salutano".

Ore 14:57
"Ci salutano anche 10 milioni di nostre famiglie torturate da non ragionevole durata dei processi: da 30 anni giurisdizione Europea ci denuncia e condanna".

Ore 15:32
"....Cameron l'Antieuropeo ci segue, piu' lealmente: l'"abolisce", non la SPUTTANA come "Noi"! Ma 47 Paesi membri del Consiglio d'Europa e Emma Bonino la salvano, eredi di CHURCHILL".
pannelliano
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Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

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2 maggio 2012, Marco Pannella compie 82 anni.
Tanti auguri caro Marco! :-)
peanuts
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

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Auguri.
Filippo, non ho capito bene quella sugli eredi di Chuchill
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Joblack
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:08

Re: Marco Pannella e' "sete di verita`" dell'Italia.

Messaggio da Joblack »

Auguri a Marco "enfant terrible".

Bene fa Marco a sputtanare tutti quelli che si riempiono la bocca sulla malagiustizia e non fanno niente (a cominciare da Schifani).

Adesso il governo Monti vuole togliere fondi alla giustizia (chiudere piccoli tribunali e ridurre GdPace che erano gli unici a dare un pochino di giustizia ed inoltre venivano pagati a cottimo, a sentenza scritta), così i processi saranno ancora + lenti.

Per quanto riguarda le carceri, bisogna introdurre la "cauzione" per far uscire tutti quelli (meno gli imputati di assassinio o mafia) che sono "in attesa giudizio".
La cauzione deve essere non + di 10 volte il reddito di ogni singolo imputato, così chi guadagna 1000 euro al mese pagherà al massimo 10 mila euro, mentre chi ne quadagna 10.000 al mese per uscire dovrà versare 100.000 euro di cauzione.

Ciao Filippo, a risentirci.

Augh
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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