Come al solito, Silvio Bellico si comporta da frequentatore dell'Asilo Mariuccia. Non riesco a vincere e quindi racconto che sono orientato altrove.
Nel caso specifico, si concentra sulle future politiche.
Se dovesse arrivare terzo alle europee i patti con Renzi non servono più a niente.
Ergo, in via teorica, il processo di disgregazione di Farsa Italia, dovrebbe accelerare.
POLITICA & PALAZZO
Europee, i Cinque Stelle a due passi dal Pd
Berlusconi: "Ma io guardo alle Politiche"
Secondo i sondaggi gli 80 euro di Renzi non bastano: distanza tra M5s e democratici tra il 2 e il 4%
I sondaggi sono d'accordo. Gli 80 euro promessi dal governo Renzi non bastano: il Pd è in lieve calo e il Movimento Cinque Stelle continua a crescere. Tanto che ora, secondo due istituti di rilevazione, il distacco sarebbe tra i 2 e i 4 punti. Forza Italia resta staccata di almeno 6 punti. Ma Toti non si scompone: "Se superiamo il 20% sarà un successo"
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Sondaggi: Pd e M5S sempre più vicini. Toti: “Successo se Forza Italia arriva al 20%”
Secondo le rilevazioni di Ixè per Agorà (Rai3), "tutti hanno perso qualcosa e quel qualcosa si è indirizzato verso Beppe Grillo". Il consigliere di Berlusconi: "L'assenza dell'ex premier in lista è una lesione". Grillo stacca da 6 a 10 punti il partito dell'ex Cavaliere
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 24 aprile 2014Commenti (1035)
Settimane di crescita progressiva poi la battuta d’arresto, coi voti rosicchiati dal Movimento 5 Stelle.
Gli 80 euro promessi dal governo Renzi non hanno impedito il lieve calo dei consensi per il Partito democratico, mentre lo scontro tra il sindaco di Parma Federico Pizzarotti e Beppe Grillo non ha incrinato i voti a favore del M5S. A dirlo sono i sondaggi, che rilevano tutti la stessa tendenza. E cioè che la partita delle elezioni del 25 maggio si gioca tra Renzi e Grillo, che staccano di diversi punti percentuali Forza Italia, fiaccata dall’affidamento ai servizi sociali di Silvio Berlusconi e dall’addio di alcuni suoi esponenti, traghettati verso il Nuovo Centrodestra di Alfano.
E all’indomani della dichiarazione di fallimento del partito per voce di Sandro Bondi, è Giovanni Toti a confermare le basse aspettative che serpeggiano tra le fila di Fi.
Ai microfoni di Radio Capital il consigliere politico dell’ex Cavaliere preannuncia la débâcle e ammette: “Nelle condizioni attuali se Forza Italia va sopra al 20% alle prossime elezioni è un successo”. A incidere sul calo, spiega, anche ”il fatto che Berlusconi non sia in lista è una lesione”. Un fatto che si augura “tolga pochi voti”, visto che ”c’è comunque il nome del simbolo, è un surrogato”.
Secondo il sondaggio dell’Istituto demoscopico Ixè in esclusiva per Agorà (Rai3), il Pd arresta la sua crescita e si ferma al 32,1 per cento, mentre Beppe Grillo raggiunge il risultato record del 27,4 per cento. Consenso a doppia cifra ma in costante calo per Forza Italia, che passa dal 18 al 17,5 per cento.
Le rilevazioni di Tecnè per Mediaset-Tgcom24 posizionano invece il Pd al 29,2 inseguito dal M5s che schizza al 27 per cento e Fi al 21,3%. Rispetto all’ultimo sondaggio, risalente al 15 aprile, per Tecnè l’incremento maggiore sarebbe quello del Movimento con un +1,6. Oscillazione positiva anche per Fi con un +0,3%. Calo, invece, per il Pd con un -0,7%. Forte il dato sull’astensione che sarebbe al in crescita al 47,4% (il 15 aprile era al 45,7%).
Anche Ixè confronta i dati dei tre principali partiti con le rilevazioni della settimana scorsa, ma arriva a conclusioni in parte diverse rispetto a Tecnè . “Tutti hanno perso qualcosa – osserva Roberto Weber, presidente di Ixè - e quel qualcosa si è indirizzato verso Beppe Grillo. Anche il Pd, per la prima volta in tre mesi ha registrato una battuta d’arresto”. Il risultato: i democratici calano dello 0,7%, mentre cresce 1,6% il Movimento di Grillo. Flessione del Nuovo Centrodestra-Udc-PPE, che perde quasi mezzo punto (-0,4%) e si attesta al 5,1 per cento. Lieve calo anche per la Lega Nord (-0,2%), al 5 percento. Torna sopra il 4 per cento L’altra Europa con Tsipras (4,1%), seguita con il 3,8% da Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale (+0,3%). Pur perdendo oltre due punti (-2,2%), resta sempre consistente il cosiddetto ‘partito del non voto’, che mette d’accordo il 43 per cento degli italiani e a un mese dalle Europee, il 18,7 per cento non ha ancora deciso verso chi indirizzare il proprio voto.
Fiducia nei leader – Per Ixè la fiducia in Matteo Renzi è calata di 3 punti percentuale rispetto a sei giorni fa, passando dal 55 al 52 per cento. Giorgio Napolitano passa dal 38 al 37%, Beppe Grillo fa un balzo in avanti dal 28 al 33 per cento. Angelino Alfano scende dal 19 al 18 per cento e Silvio Berlusconi resta stabile al 18%. Infine, per oltre la metà degli elettori del Movimento 5 Stelle (59%) non esiste un leader alternativo all’ex comico.
Priorità e fiducia nel governo Renzi - Quella che per il 58 per cento degli italiani dovrebbe essere la priorità assoluta del governo è l’emergenza occupazionale. Per il 18 per cento degli italiani tagliare i costi della politica dovrebbe essere al primo posto dell’agenda dell’esecutivo, mentre il 13 per cento indica l’abbassamento delle tasse. A citare la riforma della legge elettorale è il 6 per cento, le riforme costituzionali il 3 per cento. La fiducia nel governo Renzi, inoltre, è passata dal 52% del 21 marzo al 46% di oggi. Il 36% degli intervistati darebbe una sufficienza ai primi due mesi di governo, discreto per il 28%, insufficiente per il 16%, scarso per il 15%, ottimo per il 3% e “non sa” il 2%.
Per Tecnè rimane positivo il giudizio degli elettori sul governo Renzi che si mantiene stabile rispetto all’esordio del governo in cui era stato registrato al 44,7% dei giudizi positivi. Oggi il 44,6% degli intervistati ha fiducia nell’operato dell’esecutivo, dato però in calo dell’1,5% rispetto al sondaggio precedente del 15 aprile. Aumentano dello 0,3% i giudizi negativi che salgono al 33,2%. Il 22,2% degli intervistati si è invece astenuto dal giudizio.
Toti: “Nessuna emorragia in Forza Italia” – Lo storico portavoce di Berlusconi Paolo Bonaiuti è migrato in Ncd e Sandro Bondi ha apertamente ammesso che Forza Italia ha fallito e invita l’ex premier a sostenere il governo Renzi. Ma Giovanni Toti ai microfoni di Radio Capital minimizza: “Nessuna emorragia” in Forza Italia. “Bonaiuti ha fatto una scelta sbagliata politicamente e ingenerosa umanamente. E’ un problema suo. Bondi non si muoverà di un centimetro, ci metto la mano sul fuoco. Detto questo, credo che la sua sia stata una riflessione inopportuna nei tempi, con i militanti in giro a far campagna elettorale, c’è chi spende tempo e soldi per il partito e poi sente un dirigente che fa riflessioni in senso contrario. Non è stato il momento migliore”.
Quanto a Claudio Scajola, Toti dice di non avergli tolto il posto dalla lista per le Europee. “C’erano tanti posti in lista. E la sua esclusione non è stata una mia scelta. Scajola è stato escluso per opportunità politica: ha un processo in appello e la vicenda della casa ha colpito molto l’opinione pubblica“. E a chi gli fa osservare che Scajola è stato assolto in primo grado mentre altri candidati di Forza Italia sono stati rinviati a giudizio, o condannati in primo grado, l’esponente ‘azzurro’ risponde ricordando che “è una questione di impatto sull’opinione pubblica: la casa è un bene primario per gli italiani. La vicenda di Scajola ha colpito molto gli italiani. E’ nell’interesse di tutti fare chiarezza fino in fondo. Comunque – ha concluso – lui avrà certamente un ruolo nel partito”.
Sondaggio CATI-CAMI su un campione casuale probabilistico stratificato di 1.000 soggetti maggiorenni (su 6.031 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni. Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall’ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macro area di residenza. Margine d’errore massimo: 3,1 %.
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