La vox populi
I 13 commenti all'articolo:
"Il socialismo nell’era dei robot"
pubblicato sul sito di Alessandro Giglioli - (L'Espresso)
Italiote 9 luglio 2014 alle 20:40
Il modello Foxconn prevede l’incremento dell’automazione per far fronte all’aumento di domanda per l’assemblaggio a costi competitivi.
Ma un robot che trovi una soluzione che migliori le condizioni dei dipendenti prima di quella degli azionisti deve ancora essere costruito (probabilmente per mancanza di fondi).
Glorificare il progresso attira investitori ma dietro la patinatura si celano paradossalmente performance straordinarie nella R&D&P ma poco futuribili traguardi per chi fraintende l’ottimismo motivazionale per una imminenza della singolarità tecnologica…
Da profano mi risulta che i sistemi esperti rispettino comunque dei paradigmi prestabiliti e possano modulare le risposte in base a segnali modalmente predeterminati.
Questo per dire che parte della professionalità ideali che già si danno per sostituibili hanno un “simbionte” umano capace di mutare autonomamente i propri paradigmi e abilitare all’elaborazione di nuovi segnali modali.
Un sistema esperto è capace anche di evolvere determinati domini ma necessiterà comunque di una componente umana per modifiche “trascendenti” a meno che non si “insegni” l’analogo sintetico dell’autodeterminazione (rigorosamente brevettata).
Però conforta sapere che ancora si preferiscono i politici sobri ed autorevoli alla vecchia maniera.
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Alfio Perego 9 luglio 2014 alle 21:10
Articolo condivisibile ma,( c’è sempre un ma ) il lavoro svolto dalle macchine o robot che dir si voglia, serve per costruire beni di cui é possibile farne ameno, si può al limite anche far senza del dentista, se gli operai licenziati dai robot non comprano, a che servono i robot stessi ? Il nuovo socialismo si dovrà premere cura pure della rottamazione, oltre che umana anche a quella robotizzata. Nell’industria dell’auto i robot continuano ha costruire macchine destinate perlopiù ha riempire piazzali delle aziende, perché se mancano i soldi…
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Alfb 9 luglio 2014 alle 22:37
Io lavoro saltuariamente a Disneyland, quel contatto umano con gli ospiti del parco sarà sempre nel 53%
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Villehardouin 9 luglio 2014 alle 23:56
È di oggi la notizia che al MIT hanno sostituto il test di Turing, considerato poco efficace a paragone della capacità di comprensione, da parte delle macchine, dei motivi che spingono borghesi benestanti a formare liste di sinistra e scindersi immediatamente dopo la loro costituzione, alla ricerca di una sempre maggiore purezza
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Lupo Omega 10 luglio 2014 alle 00:00
http://lupoomega.wordpress.com/2014/05/ ... no-lavoro/
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Giorgio N. 10 luglio 2014 alle 01:39
Quando apparirà chiaro a tutti che i PC non coltivano patate o grano le cose torneranno, in un certo senso, al loro posto. Corsi e ri-corsi della storia; purtroppo spesso in modo doloroso per chi vive di persona i cambiamenti.
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Passo E Chiudo 10 luglio 2014 alle 05:41
Il futuro socialista lo ha squadernato molto bene Ridley Scott nel sottovalutato film Prometheus
R.
Grazie mille della segnalazione; non l’ho visto ma ora me lo procuro.
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Mario Miguel 10 luglio 2014 alle 09:10
ROBOT A DELINQUERE
La raccomandazione fatta ai politici di prevedere il corso degli eventi legati all’avvento di una automazione sempre più pervasiva ha senza meno un suo fondamento. Molti segni di questa nuova realtà si evidenziano già sotto i nostri occhi e alcune misure istituzionali ed organizzative sarebbero da avviare subito. Ma siamo in Italia, un Paese abitato da un Popolo che solitamente – parafrasando un’idea cara al Gilioli- non manifesta una eccessiva cura di se stesso.
Prima ancora di prevedere come sarà lo stato sociale del futuro, i nostri politici cominceranno a studiare, in primis, come rubare avvalendosi fisicamente dei robot. Per approvare poi, con la massima tempestività, un corpus di leggi speciali per arginare i danni incalcolabili provocati dai robot malavitosi.
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Layos 10 luglio 2014 alle 09:29
Sinceramente a me sembra luddismo fuori tempo massimo. Agli albori dell’era industrial c’era gente che distruggeva i telai a vapore sostenendo che avrebbero tolto il posto a 200 operai intessitori. La realtà ha poi svelato che invece l’automazione dei processi produttivi ha abbattuto i costi dei prodotti e reso accessibili a tutti dei beni che prima di allora (e comunque per anni dopo) erano considerati un lusso.
Per mio padre e mia madre era normale tenersi un paio di scarpe per qualche anno ed avere in eredità i vestiti dai fratelli. Oggi le scarpe sono praticamente usa e getta e se le può comrpare anche un clochard dopo una giornata di elemosina.
E qui subentra il secondo punto cruciale secondo me: il problema non è il progresso tecnologico, ma il modello di sviluppo. Abbiamo davvero bisogno di produrre così tante scarpe, con un costo di produzione così basso, consumando risorse e materie prime (energia, acqua, inquinamento) per usarle pochi mesi e poi farle diventare ingombranti e pericolosi rifiuti da smaltire?
Viviamo un paradosso grottesco, consumiamo più risorse di quelle disponibili (quelle rinnovabili a ritmo maggiore di quanto si rinnovino e quelle non rinnovabili verso l’esaurimento) e nonostante questo il nostro modello di sviluppo prevede che ci debba essere costante e continua crescita, di produzione e quindi di consumo, come se noi fossimo in una macchina con la spia fissa della riserva e, per una qualche forma di folle meccanismo, dovessimo comunque sempre e solo aumentare la velocità perchè la macchina funzioni.
Devo confessare però un conflitto di interesse in questa analisi, io mi guadagno da vivere scrivendo software nel settore dell’automazione industriale.
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Berluscameno 10 luglio 2014 alle 09:58
Ecco, appunto : ci vogliono tutti disoccupati. Lo scopo finale della attuale Globalizzazione : “… mortacci loro” !
Ripeto ancora per chi non lo avesse ancora capito.
Per risolvere il problema della disoccupazione (ormai cronica in Italia ) occorre rilanciare alla grande lo sviluppo e la crescita dell’industria edilizia residenziale .
Avete mai sentito parlare di case di civile abitazione costruite tramite i “robot” ?
Non mi pare.
Per il semplice motivo che non è possibile costruire le civili abitazioni ( e non “i pollai” delle favelas sud americane)sostituendo l’opera manuale degli architetti, ingegneri ,geometri, direttori di cantieri edili , muratori, carpentieri ,ferraioli ,piastrellanti, tecnici impiantistici quali elettricisti, idraulici , lattonieri, posatori di tegole o di asfaltature impermeabilizzanti per i tetti delle case, coibentazione per il risparmio energetico, ecc. Senza dimenticare coloro che mettono in opera i serramenti : porte ,finestre, serrande. I posatori delle caldaie per il riscaldamento delle abitazioni ; l’allaccio delle tubazioni per le fognature domestiche e relativi collegamenti alle condutture pubbliche di acque nere e bianche e del gas di città . Insomma una moltitudine di personale “indispensabile “( e soprattutto molto, molto “manuale “) che non potrà mai essere sostituito dal lavoro altamente tecnologico dei “Robot” prodotti industrialmente.
Quindi se vogliamo “ribellarci “ contro il declino e la rovina dell’umanità intera -oltre che della sola Italia con la sua disoccupazione dilagante-dobbiamo sollecitare tutti i possibili ed immaginabili centri decisionali governativi affinché facciano ripartire immediatamente gli investimenti privati e pubblici per lo sviluppo decisivo e tumultuoso dell’industria edilizia ( e del relativo ed enorme indotto conseguente e collegato all’ edilizia : pensiamo solo all’industria che produce l’arredamento delle case.Adesso -infatti- produce i mobili per arredare le case dei cinesi , degli Emiri arabi, nonché dei Magnati Russi, ecc.! . Svegliamoci finalmente dal sonno dell’intelligenza addomesticata tramite i soliti dibattiti ideologici robotizzati !
Dimentichiamoci ( per qualche tempo )di leggere solo i libri di politica ed economia teorica e ricordiamoci ,invece, che il governo del mondo globale è in mano ai furbastri banchieri gangster che “tutto prendono e nulla danno” alle popolazioni “truffate” ma educatamente soggette .
http://www.firstonline.info/a/2014/05/2 ... 0b91a6ffca
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Cla Van 10 luglio 2014 alle 11:05
Vado OT: blogmaster, perchè non ci fa un bel post sull’endorsment del pd (renzi in prima persona) verso Errani e sul fatto che, non ci sono i soldi per i malati di sla, ma riusciamo a trovarli per pagare lo stipendio ai parlamentari agli arresti domiciliari, grazie al Partito Debosciato che voglio sentire i commenti di tutti i trolloni renzini che infestano il suo blog?
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Volty 10 luglio 2014 alle 14:32
- «« … su come sarà il socialismo nell’era dei robot. »»-
Il socialismo? Quello cercato su «Chi l’ha visto?»?
Prima bisogna averlo, il socialismo.
I robot (mezzi di produzione) nelle mani degli operai, che non ci saranno …
Siamo nell’era dell’inquinamento della parole (non da parte di Gilioli, eh). Il socialismo era quello dei paesi socialisti. Il socialismo era quell’ordine sociale ed economico dove i mezzi di produzione (indi pure i prodotti) erano di proprietà di tutti. Il socialismo annacquato (i vari conglomerati di «partiti di sinistra») di stampo occidentale) con l’acqua democratico-parlamentare non ha nulla a che vedere con quell’altro socialismo (di stampo marxista).
Secondo me si tratta (soltanto) di un altra rivoluzione industriale (terza, quarta?) — i telai pre-programmati liberarono forza-lavoro poi ricollocata altrove, quindi, con la avanzata dei robot, succederà la stessa cosa per un bel po’ di tempo a venire. Ci saranno dei paesi con più, e ci saranno paesi con meno, di robot. Ci saranno paesi con robot superiori, più resistenti, e ci saranno paesi di robot che arrugginiscono. E, fintanto che il robot non prenderanno sopravento in tutti i settori, i vari paesi competeranno nella fascia crea-robot e oltre-robot.
E quando i robot riusciranno a fare tutto, proprio tutto? Beh, a quel punto l’uomo diventerà superfluo
.
p.s.
ricordo che tempo fa leggevo che il futuro sono i servizi
dicevano che, p.e, i camerieri non hanno nulla da temere
forse perché l’uomo preferirà sempre essere servito da un umano,
lo vuole vedere faticare, chinarsi, riverire
ma forse un giorno pure i robot vorranno, tanto per imitare gli umani bevendo finto tè, essere serviti da umani
forse ci attende un futuro sempre più disumano
un post sul quale ci sarebbe da dibattere per un mese intero
ma c’è il rischio che diventiamo tutti esperti del futuro
e quindi va bene così
andiamo in spiaggia
e speriamo che fra poco arrivino bagnini robot – con remi, e ossigeno, incorporati
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Marco Antoniotti 10 luglio 2014 alle 16:17
Pensate questo invece…
Si presume che ci siano in giro un qualche miliardo di linee di codice Java “là fuori”. Ovvero, “tutto il codice che c’è da scrivere” è praticamente già stato scritto.
Prima o poi un informatico si inventerà un modo (un algoritmo) di mischiare a dovere questo codice e di tirare fuori un “robot programmatore”. L’informatico in questione si chiamerà Bud Calhoun (cfr. Player Piano di Vonnegut).