Il problema dei flussi migratori
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Re: Il problema dei flussi migratori
Tema legato a: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
Renzi spalanca le frontiere: dobbiamo accogliere tutti
Il premier sposa il solito buonismo della sinistra e attacca Farage e Sarkozy: l'Onu assista gli immigrati in Libia. Sbarcati in Sicilia altri 3.500 stranieri
Gian Maria De Francesco - Lun, 02/06/2014 - 08:00
Porte aperte agli immigrati. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso del suo intervento al Festival dell'Economia di Trento, si è scagliato contro i sostenitori della chiusura delle frontiere europee.
«Non è accettabile l'idea di Farage e Sarkozy, con buona pace degli alleati di casa nostra», ha detto il premier aggiungendo che «la politica estera europea dev'essere più incisiva».
Sia il britannico sia il francese, infatti, propongono di limitare fortemente l'accesso di immigrati nei confini dell'Unione. Il vulcanico politico inglese si è pure scagliato contro gli altri europei residenti in Inghilterra avendo confessato che «se avessi dei romeni per vicini di casa, mi preoccuperei». Renzi, invece, con le sue parole ha di fatto ribadito l'ineluttabilità dei flussi migratori ai quali bisogna far fronte amichevolmente piuttosto che opporsi.
Insomma, ha riesumato un vecchio totem di sinistra per marcare la propria differenza tanto in patria quanto all'estero. Certo, forse non ha scelto il momento più opportuno visto che nel weekend in Sicilia sono sbarcati ben 3.517 migranti sancendo ancora una volta l'inutilità della costosa Operazione «Mare Nostrum» di pattugliamento delle coste. Un andazzo al quale il sindacato di polizia Lisipo si è opposto denunciando l'inefficienza dei programmi finora predisposti (43mila migranti in arrivo da inizio anno, centri stracolmi e proliferare della criminalità) e chiedendo il ripristino del reato di immigrazione clandestina.
Niente paura. Il premier ha già la ricetta pronta: poiché «il 96% degli immigrati arriva dalla Libia, provenendo dal Corno d'Africa o dalla Siria, potremmo mettere l'Organizzazione internazionale dei rifugiati sulle coste della Libia e magari anche un inviato dell'Onu». Si potrebbe aggiungere alla task force anche il Gran Mogol delle Giovani Marmotte, ma il problema non è questo.
A una prima lettura sembra infatti che i primi destinatari del messaggio renziano siano molto più «casalinghi» di quello che si potrebbe pensare. Nigel Farage, leader dello Ukip (trionfatore alle europee in Gran Bretagna), è il più «papabile» alleato di Beppe Grillo a Bruxelles. Nicolas Sarkozy, che non ha mai abbandonato la velleità di tornare all'Eliseo, resta sempre una figura di spicco dell'Ump, che a Bruxelles fa parte dei Popolari, il rassemblement che accoglie tutte le formazioni italiane di centrodestra, da Forza Italia a Ncd all'Udc. Anche ieri ha riproposto il vecchio ritornello sull'«Unione europea che dice tutto sui decreti e sulle regole per la pesca, ma se un bambino di tre anni affoga, gira la testa dall'altra parte». Insomma, Matteo - dichiarandosi a favore dell'immigrazione - dice che oltre lui c'è il caos sia nel nostro Paese che in Europa, sede nella quale l'Italia deve portare «sul tavolo della discussione un pacchetto di proposte concrete».
A Trento il premier ha giocato a carte coperte sul tema della nuova Commissione affermando solo che «Juncker (il candidato Ppe, ndr) è solo uno dei nomi», ma che «prima bisogna cambiare le regole» in direzione di una minore austerity (oggi sono attese le «pagelle» dell'Ue sull'Italia). Il tema immigrazione, pertanto, potrebbe essere un jolly per premere su altre questioni ma, a forza di esagerare con l'astuzia, Renzi potrebbe rimanere bruciato. La sua sapida mescolanza di decisionismo di destra e buonismo di sinistra può produrre conseguenze disastrose.
Renzi spalanca le frontiere: dobbiamo accogliere tutti
Il premier sposa il solito buonismo della sinistra e attacca Farage e Sarkozy: l'Onu assista gli immigrati in Libia. Sbarcati in Sicilia altri 3.500 stranieri
Gian Maria De Francesco - Lun, 02/06/2014 - 08:00
Porte aperte agli immigrati. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso del suo intervento al Festival dell'Economia di Trento, si è scagliato contro i sostenitori della chiusura delle frontiere europee.
«Non è accettabile l'idea di Farage e Sarkozy, con buona pace degli alleati di casa nostra», ha detto il premier aggiungendo che «la politica estera europea dev'essere più incisiva».
Sia il britannico sia il francese, infatti, propongono di limitare fortemente l'accesso di immigrati nei confini dell'Unione. Il vulcanico politico inglese si è pure scagliato contro gli altri europei residenti in Inghilterra avendo confessato che «se avessi dei romeni per vicini di casa, mi preoccuperei». Renzi, invece, con le sue parole ha di fatto ribadito l'ineluttabilità dei flussi migratori ai quali bisogna far fronte amichevolmente piuttosto che opporsi.
Insomma, ha riesumato un vecchio totem di sinistra per marcare la propria differenza tanto in patria quanto all'estero. Certo, forse non ha scelto il momento più opportuno visto che nel weekend in Sicilia sono sbarcati ben 3.517 migranti sancendo ancora una volta l'inutilità della costosa Operazione «Mare Nostrum» di pattugliamento delle coste. Un andazzo al quale il sindacato di polizia Lisipo si è opposto denunciando l'inefficienza dei programmi finora predisposti (43mila migranti in arrivo da inizio anno, centri stracolmi e proliferare della criminalità) e chiedendo il ripristino del reato di immigrazione clandestina.
Niente paura. Il premier ha già la ricetta pronta: poiché «il 96% degli immigrati arriva dalla Libia, provenendo dal Corno d'Africa o dalla Siria, potremmo mettere l'Organizzazione internazionale dei rifugiati sulle coste della Libia e magari anche un inviato dell'Onu». Si potrebbe aggiungere alla task force anche il Gran Mogol delle Giovani Marmotte, ma il problema non è questo.
A una prima lettura sembra infatti che i primi destinatari del messaggio renziano siano molto più «casalinghi» di quello che si potrebbe pensare. Nigel Farage, leader dello Ukip (trionfatore alle europee in Gran Bretagna), è il più «papabile» alleato di Beppe Grillo a Bruxelles. Nicolas Sarkozy, che non ha mai abbandonato la velleità di tornare all'Eliseo, resta sempre una figura di spicco dell'Ump, che a Bruxelles fa parte dei Popolari, il rassemblement che accoglie tutte le formazioni italiane di centrodestra, da Forza Italia a Ncd all'Udc. Anche ieri ha riproposto il vecchio ritornello sull'«Unione europea che dice tutto sui decreti e sulle regole per la pesca, ma se un bambino di tre anni affoga, gira la testa dall'altra parte». Insomma, Matteo - dichiarandosi a favore dell'immigrazione - dice che oltre lui c'è il caos sia nel nostro Paese che in Europa, sede nella quale l'Italia deve portare «sul tavolo della discussione un pacchetto di proposte concrete».
A Trento il premier ha giocato a carte coperte sul tema della nuova Commissione affermando solo che «Juncker (il candidato Ppe, ndr) è solo uno dei nomi», ma che «prima bisogna cambiare le regole» in direzione di una minore austerity (oggi sono attese le «pagelle» dell'Ue sull'Italia). Il tema immigrazione, pertanto, potrebbe essere un jolly per premere su altre questioni ma, a forza di esagerare con l'astuzia, Renzi potrebbe rimanere bruciato. La sua sapida mescolanza di decisionismo di destra e buonismo di sinistra può produrre conseguenze disastrose.
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Re: Il problema dei flussi migratori
Se la notizia del TG 3 in cui si afferma che 800mila persone sono in procinto di imbarcarsi per l'Europa credo che il problema dovrebbe essere affrontato molto seriamente sia a livello europeo che mondiale e l'ONU in primis dovrebbe farsi carico del problema.
Credo che a nessuno piaccia lasciare il proprio paese natale, per cui intervenire in maniera massiccia con mezzi idonei , meno armi e più aiuti , per migliorare la vita dei vari paesi africani, che oggi sono preferibilmente sfruttati dalle multinazionali e dai ras del posto, dovrebbe essere la strategia principale.
Credo che a nessuno piaccia lasciare il proprio paese natale, per cui intervenire in maniera massiccia con mezzi idonei , meno armi e più aiuti , per migliorare la vita dei vari paesi africani, che oggi sono preferibilmente sfruttati dalle multinazionali e dai ras del posto, dovrebbe essere la strategia principale.
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Re: Il problema dei flussi migratori
DIRITTO D’ASILO E RAGIONEVOLEZZA
(Tito Boeri).
03/06/2014 di triskel182
NEI primi 5 mesi del 2014 abbiamo già raggiunto il numero di sbarchi di migranti sulle coste della Sicilia di tutto il 2013. Continua purtroppo a salire anche la conta di chi ha perso la vita nell’attraversamento del Canale di Sicilia, in cerca di asilo. Secondo Fortress Europe a metà maggio eravamo a 6828 persone scomparse negli ultimi
10 anni, quasi due morti al giorno.
Come previsto a novembre su queste colonne, l’operazione “Mare nostrum” ha finito per «moltiplicare il numero di persone che si mettono in mare su imbarcazioni di fortuna con il rischio, alla fine, di aumentare il numero dei morti anziché ridurlo».
Da allora i flussi sono decuplicati e si ha notizia di almeno 56 persone scomparse nell’attraversamento. Il mare sarà più sicuro, ma è anche più affollato e non sempre purtroppo si riesce a prestare i soccorsi col tempismo che sarebbe necessario perché il monitoraggio, per quanto accurato, non riesce a identificare piccole imbarcazioni alla deriva, specie quando il mare è agitato.
Il problema delle stragi di migranti nel Mediterraneo non può essere affrontato solo con i controlli e i pattugliamenti. L’aiuto dell’Europa nel finanziare le operazioni di soccorso, invocato ancora da Renzi al festival dell’economia, è senz’altro importante ed è giusto mettere tutti i Paesi dell’Unione di fronte alla responsabilità di gestire le frontiere comuni. Ma un finanziamento più equo di Mare nostrum non risolve certo il problema della moltiplicazione dei flussi. C’è bisogno di un ripensamento delle politiche d’asilo, a un mese dall’inizio della presidenza italiana
della Ue.
Se chi arriva ha acquisito lo status di rifugiato non avrebbe più senso impedirgli di lavorare come avviene per chi rimane a lungo su territorio Ue“ “Oggi queste politiche si reggono su due principi. Il primo è quello di concedere un diritto soggettivo d’asilo a chiunque metta piede sul territorio dell’Unione fuggendo da una zona di guerra. Questo spinge i disperati a mettersi in viaggio a qualsiasi condizione, pur di arrivare da noi. Il secondo principio, sancito dal Regolamento di Dublino, è che la responsabilità di accogliere il rifugiato spetti al Paese di primo ingresso (anche se diverso da quello in cui la domanda d’asilo è stata presentata), se non sono trascorsi più di 12 mesi dall’arrivo. Questo può spingere Paesi come l’Italia a trattenere i richiedenti asilo per lungo tempo in centri di fortuna (come a Lampedusa), senza identificarli, onde non dover loro riconoscere lo statuto di rifugiato in Italia, sapendo che molti di loro preferirebbero non rimanere da noi.
Questi due principi erano stati introdotti pensando ai piccoli numeri dei rifugiati politici, non ai milioni di persone che hanno la sfortuna di vivere in aree in conflitto. Non reggono di fronte alla dimensione della popolazione dei potenziali richiedenti asilo, che si avvicina oggi ai 2 milioni, data l’estensione del conflitto in Eritrea e in Siria.
Bisogna allora permettere di formulare domanda di asilo ancora prima di mettersi in viaggio verso l’Unione. Questo darebbe modo a molti di viaggiare in condizioni più sicure: oggi il viaggio in aereo viene reso impossibile non tanto dai costi (i sopravvissuti raccontano di 1.500 o 2.000 euro pagati per salire sulle navi delle morte, molto di più di quanto costerebbe un regolare biglietto d’aereo), ma dal fatto che le compagnie aree si rifiutano di accogliere a bordo chi non ha un visto per paura di incorrere in sanzioni e oneri di rimpatrio.
Al tempo stesso non si può non porre dei limiti alle domande di asilo che possono essere accolte e stabilire dei meccanismi di selezione, ad esempio in base alla gravità del conflitto, alla presenza di bambini o anziani fra i richiedenti. Bene in questo prendere atto, senza ipocrisie, del fatto che c’è un limite alla nostra capacità d accoglienza e porvi rimedio prima che venga del tutto annullato il diritto d’asilo per via delle reazioni dell’opinione pubblica, come avvenuto in Germania con la cancellazione di norme costituzionali dopo l’arrivo di 500.000 rifugiati bosniaci. Anche le politiche attuali, dopotutto, selezionano i richiedenti asilo, concedendolo solo a chi rischia la vita per venire da noi e poi aspetta a lungo in centri le cui condizioni disumane sono state ampiamente documentate. Perché chiedere questa prova estrema a persone che hanno la sfortuna di vivere in zone di conflitto?
È ipocrita garantire diritti inalienabili se non si mettono le persone in condizioni di esercitarli senza rischiare la propria vita. Se fosse poi l’Unione nel suo complesso a prendersi l’impegno di accogliere i richiedenti asilo, creando un fondo per la gestione di un’evacuazione graduale dalle zone di guerra, il tetto potrebbe essere relativamente elevato, garantendo l’accesso sicuro, senza rischi, a molte più persone di quelle che arrivano oggi. Inoltre, se chi arriva ha già acquisito lo status di rifugiato, non avrebbe più senso impedirgli di lavorare come avviene per coloro che rimangono a lungo sul territorio dell’Unione in attesa della decisione circa lo statuto di rifugiato. L’opinione pubblica europea vede con grande ostilità questi immigrati che vengono “mantenuti” dallo Stato non lavorando. In epoca di consolidamento fiscale, è proprio questo costo fiscale dell’immigrazione ciò che alimenta di più le tensioni nei confronti dei nuovi arrivati. Lo sanno bene i populisti di tutta Europa che costruiscono le loro fortune lanciando strali contro gli immigrati che abusano dei nostri sistemi di protezione sociale. Mettendo i rifugiati in condizione di lavorare fin da subito, dando loro ospitalità sul territorio dell’Unione con criteri che tengano conto delle condizioni del mercato del lavoro nei diversi Paesi, il populismo di chi predica l’odio contro le “spugne del welfare” avrebbe molte meno frecce al suo arco.
Da La Repubblica del 03/06/2014.
(Tito Boeri).
03/06/2014 di triskel182
NEI primi 5 mesi del 2014 abbiamo già raggiunto il numero di sbarchi di migranti sulle coste della Sicilia di tutto il 2013. Continua purtroppo a salire anche la conta di chi ha perso la vita nell’attraversamento del Canale di Sicilia, in cerca di asilo. Secondo Fortress Europe a metà maggio eravamo a 6828 persone scomparse negli ultimi
10 anni, quasi due morti al giorno.
Come previsto a novembre su queste colonne, l’operazione “Mare nostrum” ha finito per «moltiplicare il numero di persone che si mettono in mare su imbarcazioni di fortuna con il rischio, alla fine, di aumentare il numero dei morti anziché ridurlo».
Da allora i flussi sono decuplicati e si ha notizia di almeno 56 persone scomparse nell’attraversamento. Il mare sarà più sicuro, ma è anche più affollato e non sempre purtroppo si riesce a prestare i soccorsi col tempismo che sarebbe necessario perché il monitoraggio, per quanto accurato, non riesce a identificare piccole imbarcazioni alla deriva, specie quando il mare è agitato.
Il problema delle stragi di migranti nel Mediterraneo non può essere affrontato solo con i controlli e i pattugliamenti. L’aiuto dell’Europa nel finanziare le operazioni di soccorso, invocato ancora da Renzi al festival dell’economia, è senz’altro importante ed è giusto mettere tutti i Paesi dell’Unione di fronte alla responsabilità di gestire le frontiere comuni. Ma un finanziamento più equo di Mare nostrum non risolve certo il problema della moltiplicazione dei flussi. C’è bisogno di un ripensamento delle politiche d’asilo, a un mese dall’inizio della presidenza italiana
della Ue.
Se chi arriva ha acquisito lo status di rifugiato non avrebbe più senso impedirgli di lavorare come avviene per chi rimane a lungo su territorio Ue“ “Oggi queste politiche si reggono su due principi. Il primo è quello di concedere un diritto soggettivo d’asilo a chiunque metta piede sul territorio dell’Unione fuggendo da una zona di guerra. Questo spinge i disperati a mettersi in viaggio a qualsiasi condizione, pur di arrivare da noi. Il secondo principio, sancito dal Regolamento di Dublino, è che la responsabilità di accogliere il rifugiato spetti al Paese di primo ingresso (anche se diverso da quello in cui la domanda d’asilo è stata presentata), se non sono trascorsi più di 12 mesi dall’arrivo. Questo può spingere Paesi come l’Italia a trattenere i richiedenti asilo per lungo tempo in centri di fortuna (come a Lampedusa), senza identificarli, onde non dover loro riconoscere lo statuto di rifugiato in Italia, sapendo che molti di loro preferirebbero non rimanere da noi.
Questi due principi erano stati introdotti pensando ai piccoli numeri dei rifugiati politici, non ai milioni di persone che hanno la sfortuna di vivere in aree in conflitto. Non reggono di fronte alla dimensione della popolazione dei potenziali richiedenti asilo, che si avvicina oggi ai 2 milioni, data l’estensione del conflitto in Eritrea e in Siria.
Bisogna allora permettere di formulare domanda di asilo ancora prima di mettersi in viaggio verso l’Unione. Questo darebbe modo a molti di viaggiare in condizioni più sicure: oggi il viaggio in aereo viene reso impossibile non tanto dai costi (i sopravvissuti raccontano di 1.500 o 2.000 euro pagati per salire sulle navi delle morte, molto di più di quanto costerebbe un regolare biglietto d’aereo), ma dal fatto che le compagnie aree si rifiutano di accogliere a bordo chi non ha un visto per paura di incorrere in sanzioni e oneri di rimpatrio.
Al tempo stesso non si può non porre dei limiti alle domande di asilo che possono essere accolte e stabilire dei meccanismi di selezione, ad esempio in base alla gravità del conflitto, alla presenza di bambini o anziani fra i richiedenti. Bene in questo prendere atto, senza ipocrisie, del fatto che c’è un limite alla nostra capacità d accoglienza e porvi rimedio prima che venga del tutto annullato il diritto d’asilo per via delle reazioni dell’opinione pubblica, come avvenuto in Germania con la cancellazione di norme costituzionali dopo l’arrivo di 500.000 rifugiati bosniaci. Anche le politiche attuali, dopotutto, selezionano i richiedenti asilo, concedendolo solo a chi rischia la vita per venire da noi e poi aspetta a lungo in centri le cui condizioni disumane sono state ampiamente documentate. Perché chiedere questa prova estrema a persone che hanno la sfortuna di vivere in zone di conflitto?
È ipocrita garantire diritti inalienabili se non si mettono le persone in condizioni di esercitarli senza rischiare la propria vita. Se fosse poi l’Unione nel suo complesso a prendersi l’impegno di accogliere i richiedenti asilo, creando un fondo per la gestione di un’evacuazione graduale dalle zone di guerra, il tetto potrebbe essere relativamente elevato, garantendo l’accesso sicuro, senza rischi, a molte più persone di quelle che arrivano oggi. Inoltre, se chi arriva ha già acquisito lo status di rifugiato, non avrebbe più senso impedirgli di lavorare come avviene per coloro che rimangono a lungo sul territorio dell’Unione in attesa della decisione circa lo statuto di rifugiato. L’opinione pubblica europea vede con grande ostilità questi immigrati che vengono “mantenuti” dallo Stato non lavorando. In epoca di consolidamento fiscale, è proprio questo costo fiscale dell’immigrazione ciò che alimenta di più le tensioni nei confronti dei nuovi arrivati. Lo sanno bene i populisti di tutta Europa che costruiscono le loro fortune lanciando strali contro gli immigrati che abusano dei nostri sistemi di protezione sociale. Mettendo i rifugiati in condizione di lavorare fin da subito, dando loro ospitalità sul territorio dell’Unione con criteri che tengano conto delle condizioni del mercato del lavoro nei diversi Paesi, il populismo di chi predica l’odio contro le “spugne del welfare” avrebbe molte meno frecce al suo arco.
Da La Repubblica del 03/06/2014.
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Re: Il problema dei flussi migratori
E poi dove si guadagna? Qualcuno si ricorda il film "Finchè c'è guerra c'è speranza" con Alberto Sordi? E' purtroppo ancora più attuale di quando fu girato...iospero ha scritto:Se la notizia del TG 3 in cui si afferma che 800mila persone sono in procinto di imbarcarsi per l'Europa credo che il problema dovrebbe essere affrontato molto seriamente sia a livello europeo che mondiale e l'ONU in primis dovrebbe farsi carico del problema.
Credo che a nessuno piaccia lasciare il proprio paese natale, per cui intervenire in maniera massiccia con mezzi idonei , meno armi e più aiuti , per migliorare la vita dei vari paesi africani, che oggi sono preferibilmente sfruttati dalle multinazionali e dai ras del posto, dovrebbe essere la strategia principale.
L'Occidente ci guadagna troppo tenendo quelle popolazioni in quelle condizioni inumane...
Ci guadagna pagando una miseria le materie prime, vendendo le armi, vendendo a peso d'oro i farmaci, sfruttando la manodopera a paghe da schiavo, prestando loro a tassi da strozzino il denaro...
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Re: Il problema dei flussi migratori
Immigrazione, Salvini: “Renzi sporco di sangue”. Juncker vuole commissario ad hoc
Il segretario della Lega all'attacco del governo. Il Pd: "E' uno sciacallo, specula sui morti". Forza Italia: "Mare Nostrum è un'operazione demenziale". L'Ue: "Pronto un piano per aiutare l'Italia". E la questione provoca uno scontro istituzionale anche in Germania. Il presidente della Repubblica: "Maggiore solidarietà". L'esecutivo Merkel: "Ci assumiamo già le nostre responsabilità"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 30 giugno 2014Commenti (13)
“Le camicie di Renzi e Alfano sono sporche di sangue. O no?”. A scriverlo è il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, uno dei primi a prendere posizione dopo l’ennesima tragedia nel Canale di Sicilia: su un barcone sono stati trovati 30 cadaveri. “Altri 30 morti sulla coscienza di chi difende Mare Lorum – scrive Salvini su Facebook – Fermare le partenze, aiutarli a casa loro, subito”. In Italia il dibattito si è già trasformato in baruffa, ma la questione risulta centrale nel confronto all’interno dell’Unione Europea. Tanto che, secondo quanto spiegano le agenzie di stampa, lo staff di Jean Claude Juncker, presidente designato della Commissione Ue, sta lavorando all’ipotesi di creare un commissario ad hoc per l’immigrazione e la mobilità. Ma la questione sarà discussa dopo il 16 luglio, cioè dopo che su Juncker si sarà espresso anche il Parlamento Ue. Intanto la commissaria uscente Cecilia Malmström promette che l’Ue è pronta “ad aiutare l’Italia”.
Salvini: “Il silenzio di Renzi è vergognoso”. Il Pd: “Sciacallo, speculi sui morti”
Intervistato da SkyTg24 Salvini spiega: “Bisogna sospendere subito l’operazione Mare Nostrum e spendere quei soldi per l’assistenza sulla sponda africana del Mediterraneo. Qualche genio al governo ci aveva detto che con Mare Nostrum gli sbarchi sarebbero diminuiti, ma chiunque si rende conto che se tu garantisci agli scafisti che vai a prendere le barche in mezzo al mare e gli risparmi la fatica, gli sbarchi decuplicano. Altro che 60mila, arriveranno 200mila migranti all’anno. Da questo punto di vista il silenzio di Renzi è fragoroso, è imbarazzante, è vergognoso”.A Salvini rispondono alcuni deputati del Pd (Michele Anzaldi, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno). “Salvini fa lo sciacallo pensando di essere in campagna elettorale permanente – si legge in una nota – specula sui morti e getta fango sul governo italiano. Si vergogni”. “Invece di sostenere gli sforzi del governo Renzi – spiegano i parlamentari Pd – che sta cercando di rompere la solitudine in cui si trova da anni l’Italia sul tema immigrazione, Salvini da europarlamentare attacca le nostre istituzioni. Il suo partito è stato al governo per dieci anni ma oggi il leader della Lega sembra essersene dimenticato. Sostenga l’impegno dell’esecutivo all’europarlamento, invece di polemizzare in maniera rozza e indegna”.
Forza Italia: “Fermare Mare Nostrum, operazione demenziale”
Ma il concetto espresso da Salvini non è isolato. Con altri toni anche Maurizio Gasparri (Forza Italia) si getta nella mischia: “Altri morti nel Mediterraneo. Hanno un preciso nome i responsabili di queste vittime. Sono coloro che hanno voluto una guerra sbagliata in Libia come Cameron, Obama, Sarkozy spalleggiati anche da alcune istituzioni italiane, ma anche coloro che con il governo Letta e Renzi hanno voluto la demenziale operazione Mare nostrum che incoraggia trafficanti di ogni genere”. ”Cosa ci verranno a dire ora Renzi e Alfano? – si domanda Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia – La cronaca ci racconta delle ennesime vittime nel Canale di Sicilia, questa volta trenta, di un’emergenza che l’Italia stessa ha contribuito a creare e ad implementare, e che ancora oggi si ostina a non fermare. Con Mare Nostrum abbiamo incentivato, con grave responsabilità, un flusso di clandestini che pare inarrestabile”.
L’Ue: “Pronto un piano per aiutare l’Italia”
A parlare non è solo la commissione entrante, ma anche quella uscente e lo fa con il commissario per gli Affari interni Cecilia Malmström. “La commissione europea è pronta ad aiutare l’Italia nei suoi sforzi per gestire la crescente pressione migratoria e di asilo – dichiara – Attualmente stiamo rendendo disponibili altri 4 milioni di euro” per aiutare l’Italia a gestire l’emergenza, “e stiamo cercando dei modi per contribuire ancora di più, nell’ambito delle risorse disponibili, al finanziamento degli sforzi italiani per ospitare i migranti e i rifugiati”. Secondo quanto dice Malmström ”la commissione collabora strettamente con la presidenza italiana a questo riguardo, e sta preparando un piano contro il traffico di migranti, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, in particolare Europol e Frontex, e concentrandosi su azioni prioritarie in collaborazione con i principali Paesi terzi. Ribadisco – scrive ancora la commissaria svedese – il mio invito agli Stati membri per contribuire a fornire posti di reinsediamento per i rifugiati in Europa, direttamente dai campi profughi nei Paesi terzi, nel quadro dei programmi gestiti dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati”. Lo scopo è quello di evitare “che queste persone vulnerabili mettano la loro vita nelle mani dei mercanti di morte, per cercare di raggiungere le coste europee, ottenendo così la protezione cui hanno diritto”.
E l’immigrazione provoca uno scontro istituzionale anche in Germania
E chi risponde? Berlino. “La Germania si assume già le sue responsabilità sulla questione dei profughi” spiega il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert. La risposta in realtà allo stesso presidente della Repubblica della Germania Joachim Gauck che ha esortato la Germania a essere più solidale sulla questione dei profughi: “I profughi che approdano in Italia o a Malta non sono un problema solo dell’Italia o di Malta”. “Una cosa non dovremmo fare – ha continuato Gauck – presentare il conto agli altri di quel che devono fare prima di esserci mossi noi”. Il presidente ne ha parlato all’accademia evangelica per la protezione dei profughi, secondo quanto riferisce la Dpa citando il testo del discorso.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06 ... c/1044637/
Il segretario della Lega all'attacco del governo. Il Pd: "E' uno sciacallo, specula sui morti". Forza Italia: "Mare Nostrum è un'operazione demenziale". L'Ue: "Pronto un piano per aiutare l'Italia". E la questione provoca uno scontro istituzionale anche in Germania. Il presidente della Repubblica: "Maggiore solidarietà". L'esecutivo Merkel: "Ci assumiamo già le nostre responsabilità"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 30 giugno 2014Commenti (13)
“Le camicie di Renzi e Alfano sono sporche di sangue. O no?”. A scriverlo è il segretario della Lega Nord Matteo Salvini, uno dei primi a prendere posizione dopo l’ennesima tragedia nel Canale di Sicilia: su un barcone sono stati trovati 30 cadaveri. “Altri 30 morti sulla coscienza di chi difende Mare Lorum – scrive Salvini su Facebook – Fermare le partenze, aiutarli a casa loro, subito”. In Italia il dibattito si è già trasformato in baruffa, ma la questione risulta centrale nel confronto all’interno dell’Unione Europea. Tanto che, secondo quanto spiegano le agenzie di stampa, lo staff di Jean Claude Juncker, presidente designato della Commissione Ue, sta lavorando all’ipotesi di creare un commissario ad hoc per l’immigrazione e la mobilità. Ma la questione sarà discussa dopo il 16 luglio, cioè dopo che su Juncker si sarà espresso anche il Parlamento Ue. Intanto la commissaria uscente Cecilia Malmström promette che l’Ue è pronta “ad aiutare l’Italia”.
Salvini: “Il silenzio di Renzi è vergognoso”. Il Pd: “Sciacallo, speculi sui morti”
Intervistato da SkyTg24 Salvini spiega: “Bisogna sospendere subito l’operazione Mare Nostrum e spendere quei soldi per l’assistenza sulla sponda africana del Mediterraneo. Qualche genio al governo ci aveva detto che con Mare Nostrum gli sbarchi sarebbero diminuiti, ma chiunque si rende conto che se tu garantisci agli scafisti che vai a prendere le barche in mezzo al mare e gli risparmi la fatica, gli sbarchi decuplicano. Altro che 60mila, arriveranno 200mila migranti all’anno. Da questo punto di vista il silenzio di Renzi è fragoroso, è imbarazzante, è vergognoso”.A Salvini rispondono alcuni deputati del Pd (Michele Anzaldi, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli ed Ernesto Magorno). “Salvini fa lo sciacallo pensando di essere in campagna elettorale permanente – si legge in una nota – specula sui morti e getta fango sul governo italiano. Si vergogni”. “Invece di sostenere gli sforzi del governo Renzi – spiegano i parlamentari Pd – che sta cercando di rompere la solitudine in cui si trova da anni l’Italia sul tema immigrazione, Salvini da europarlamentare attacca le nostre istituzioni. Il suo partito è stato al governo per dieci anni ma oggi il leader della Lega sembra essersene dimenticato. Sostenga l’impegno dell’esecutivo all’europarlamento, invece di polemizzare in maniera rozza e indegna”.
Forza Italia: “Fermare Mare Nostrum, operazione demenziale”
Ma il concetto espresso da Salvini non è isolato. Con altri toni anche Maurizio Gasparri (Forza Italia) si getta nella mischia: “Altri morti nel Mediterraneo. Hanno un preciso nome i responsabili di queste vittime. Sono coloro che hanno voluto una guerra sbagliata in Libia come Cameron, Obama, Sarkozy spalleggiati anche da alcune istituzioni italiane, ma anche coloro che con il governo Letta e Renzi hanno voluto la demenziale operazione Mare nostrum che incoraggia trafficanti di ogni genere”. ”Cosa ci verranno a dire ora Renzi e Alfano? – si domanda Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia – La cronaca ci racconta delle ennesime vittime nel Canale di Sicilia, questa volta trenta, di un’emergenza che l’Italia stessa ha contribuito a creare e ad implementare, e che ancora oggi si ostina a non fermare. Con Mare Nostrum abbiamo incentivato, con grave responsabilità, un flusso di clandestini che pare inarrestabile”.
L’Ue: “Pronto un piano per aiutare l’Italia”
A parlare non è solo la commissione entrante, ma anche quella uscente e lo fa con il commissario per gli Affari interni Cecilia Malmström. “La commissione europea è pronta ad aiutare l’Italia nei suoi sforzi per gestire la crescente pressione migratoria e di asilo – dichiara – Attualmente stiamo rendendo disponibili altri 4 milioni di euro” per aiutare l’Italia a gestire l’emergenza, “e stiamo cercando dei modi per contribuire ancora di più, nell’ambito delle risorse disponibili, al finanziamento degli sforzi italiani per ospitare i migranti e i rifugiati”. Secondo quanto dice Malmström ”la commissione collabora strettamente con la presidenza italiana a questo riguardo, e sta preparando un piano contro il traffico di migranti, coinvolgendo tutti i soggetti interessati, in particolare Europol e Frontex, e concentrandosi su azioni prioritarie in collaborazione con i principali Paesi terzi. Ribadisco – scrive ancora la commissaria svedese – il mio invito agli Stati membri per contribuire a fornire posti di reinsediamento per i rifugiati in Europa, direttamente dai campi profughi nei Paesi terzi, nel quadro dei programmi gestiti dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati”. Lo scopo è quello di evitare “che queste persone vulnerabili mettano la loro vita nelle mani dei mercanti di morte, per cercare di raggiungere le coste europee, ottenendo così la protezione cui hanno diritto”.
E l’immigrazione provoca uno scontro istituzionale anche in Germania
E chi risponde? Berlino. “La Germania si assume già le sue responsabilità sulla questione dei profughi” spiega il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert. La risposta in realtà allo stesso presidente della Repubblica della Germania Joachim Gauck che ha esortato la Germania a essere più solidale sulla questione dei profughi: “I profughi che approdano in Italia o a Malta non sono un problema solo dell’Italia o di Malta”. “Una cosa non dovremmo fare – ha continuato Gauck – presentare il conto agli altri di quel che devono fare prima di esserci mossi noi”. Il presidente ne ha parlato all’accademia evangelica per la protezione dei profughi, secondo quanto riferisce la Dpa citando il testo del discorso.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06 ... c/1044637/
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Re: Il problema dei flussi migratori
Scrive Salvini :
" con Mare Nostrum gli sbarchi sarebbero diminuiti, ma chiunque si rende conto che se tu garantisci agli scafisti che vai a prendere le barche in mezzo al mare e gli risparmi la fatica, gli sbarchi decuplicano."
Il ragionamento fila perfettamente e credo che l'Europa e l'ONU debbano prendere in seria considerazione le vere ragioni di questa marea immigratoria .
Come giustamente scrive sopra Maucat in risposta alla mia:
E poi dove si guadagna? Qualcuno si ricorda il film "Finchè c'è guerra c'è speranza" con Alberto Sordi? E' purtroppo ancora più attuale di quando fu girato...
L'Occidente ci guadagna troppo tenendo quelle popolazioni in quelle condizioni inumane...
Ci guadagna pagando una miseria le materie prime, vendendo le armi, vendendo a peso d'oro i farmaci, sfruttando la manodopera a paghe da schiavo, prestando loro a tassi da strozzino il denaro...
Se il problema sono gli interessi delle multinazionali e dei vari ras locali l'ONU e l'Europa , che dovrebbero dare l'esempio di essere al di sopra di interessi di parte, hanno il dovere di intervenire anche con la forza , ma soprattutto con gli aiuti economici, per affrontare il problema.
" con Mare Nostrum gli sbarchi sarebbero diminuiti, ma chiunque si rende conto che se tu garantisci agli scafisti che vai a prendere le barche in mezzo al mare e gli risparmi la fatica, gli sbarchi decuplicano."
Il ragionamento fila perfettamente e credo che l'Europa e l'ONU debbano prendere in seria considerazione le vere ragioni di questa marea immigratoria .
Come giustamente scrive sopra Maucat in risposta alla mia:
E poi dove si guadagna? Qualcuno si ricorda il film "Finchè c'è guerra c'è speranza" con Alberto Sordi? E' purtroppo ancora più attuale di quando fu girato...
L'Occidente ci guadagna troppo tenendo quelle popolazioni in quelle condizioni inumane...
Ci guadagna pagando una miseria le materie prime, vendendo le armi, vendendo a peso d'oro i farmaci, sfruttando la manodopera a paghe da schiavo, prestando loro a tassi da strozzino il denaro...
Se il problema sono gli interessi delle multinazionali e dei vari ras locali l'ONU e l'Europa , che dovrebbero dare l'esempio di essere al di sopra di interessi di parte, hanno il dovere di intervenire anche con la forza , ma soprattutto con gli aiuti economici, per affrontare il problema.
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Re: Il problema dei flussi migratori
Auschwitz sotto casa del Terzo millennio - 1
Sono d’accordo con le osservazioni pratiche di Maucat ed iospero sulle cause dei flussi migratori, ma nello stesso tempo rilievo che il nostro comportamento è lo stesso di quello dei tedeschi e dei polacchi delle zone dei campi di sterminio. Sapevano cosa succedeva in quei campi ma tiravano a campare facendo finta di niente, forse pensando che un giorno sarebbe finito il numero di umani da sterminare.
Oggi, davanti alla notizia dell’ennesimo sterminio mi è venuta voglia di scrivere una lettera aperta a Francesco per chiedergli di caricarsi una nuova croce sulle spalle e di invitarlo a farci da ambasciatore presso la Ue e poi presso l’Onu.
Se non Lui, chi altro può farlo??????????
Alfano & Romina??? Il Cicciobello di Firenze???
Inoltre, il Vaticano non può fare finta di niente come ha fatto ai tempi di Pacelli, anche perché lo sterminio avviene davanti alle nostre coste.
Mi sembra poi più che evidente che malgrado la nostra boria di uomini del Terzo millennio siamo ancora delle tribù primitive dove il nostro benessere deriva dal malessere e dallo sfruttamento altrui.
Certo che i colonialisti in genere, si chiamino oggi multinazionali od altro, non vorranno di certo mollare anche davanti ad eventuali interventi di Francesco. Abbiamo visto che fine ha fatto Enrico Mattei, presidente dell’Eni, nel contenzioso con le sette sorelle.
Ma quelle morti sono ripugnanti come quelle delle ragazzine stuprate e poi impiccate in Pakistan. Altro che primitivi.
PS – 1
Non sento sollevare la voce di protesta delle anime belle del movimento per la vita. Prima gli essere umani li facciamo venire al mondo, li sfruttiamo per benino, e poi li lasciamo morire nell’indifferenza assoluta.
Ma che caXXo di cristiani sono questi integralisti????
Sono d’accordo con le osservazioni pratiche di Maucat ed iospero sulle cause dei flussi migratori, ma nello stesso tempo rilievo che il nostro comportamento è lo stesso di quello dei tedeschi e dei polacchi delle zone dei campi di sterminio. Sapevano cosa succedeva in quei campi ma tiravano a campare facendo finta di niente, forse pensando che un giorno sarebbe finito il numero di umani da sterminare.
Oggi, davanti alla notizia dell’ennesimo sterminio mi è venuta voglia di scrivere una lettera aperta a Francesco per chiedergli di caricarsi una nuova croce sulle spalle e di invitarlo a farci da ambasciatore presso la Ue e poi presso l’Onu.
Se non Lui, chi altro può farlo??????????
Alfano & Romina??? Il Cicciobello di Firenze???
Inoltre, il Vaticano non può fare finta di niente come ha fatto ai tempi di Pacelli, anche perché lo sterminio avviene davanti alle nostre coste.
Mi sembra poi più che evidente che malgrado la nostra boria di uomini del Terzo millennio siamo ancora delle tribù primitive dove il nostro benessere deriva dal malessere e dallo sfruttamento altrui.
Certo che i colonialisti in genere, si chiamino oggi multinazionali od altro, non vorranno di certo mollare anche davanti ad eventuali interventi di Francesco. Abbiamo visto che fine ha fatto Enrico Mattei, presidente dell’Eni, nel contenzioso con le sette sorelle.
Ma quelle morti sono ripugnanti come quelle delle ragazzine stuprate e poi impiccate in Pakistan. Altro che primitivi.
PS – 1
Non sento sollevare la voce di protesta delle anime belle del movimento per la vita. Prima gli essere umani li facciamo venire al mondo, li sfruttiamo per benino, e poi li lasciamo morire nell’indifferenza assoluta.
Ma che caXXo di cristiani sono questi integralisti????
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Re: Il problema dei flussi migratori
PS – 1
"Non sento sollevare la voce di protesta delle anime belle del movimento per la vita. Prima gli essere umani li facciamo venire al mondo, li sfruttiamo per benino, e poi li lasciamo morire nell’indifferenza assoluta.
Ma che caXXo di cristiani sono questi integralisti????"
Esistono la vita di serie A e quelle di serie B, C e così via... I movimenti di cui parli tu sono solo per quelle di serie A, quelle che fanno audience e permettono di imporre le loro credenze a tutti... Le altre che finiscono in fondo al Mediterraneo sono di categoria inferiore, non sono nemmeno del loro stesso credo religioso... insomma ai loro ochhi sono inutili...!!!
Il problema è ormai quasi senza soluzione: non c'è lavoro in Africa (e talvolta neanche cibo e acqua), non c'è lavoro a sufficienza per tutti in Europa... Abbiamo semplicemente costruito una società che non funziona. La Natura è crudele e visto che l'Uomo non riesce a riequilibrare una situazione ormai sbilanciata ci penserà Lei... e non sarà una passeggiata di salute potete starne certi.
"Non sento sollevare la voce di protesta delle anime belle del movimento per la vita. Prima gli essere umani li facciamo venire al mondo, li sfruttiamo per benino, e poi li lasciamo morire nell’indifferenza assoluta.
Ma che caXXo di cristiani sono questi integralisti????"
Esistono la vita di serie A e quelle di serie B, C e così via... I movimenti di cui parli tu sono solo per quelle di serie A, quelle che fanno audience e permettono di imporre le loro credenze a tutti... Le altre che finiscono in fondo al Mediterraneo sono di categoria inferiore, non sono nemmeno del loro stesso credo religioso... insomma ai loro ochhi sono inutili...!!!
Il problema è ormai quasi senza soluzione: non c'è lavoro in Africa (e talvolta neanche cibo e acqua), non c'è lavoro a sufficienza per tutti in Europa... Abbiamo semplicemente costruito una società che non funziona. La Natura è crudele e visto che l'Uomo non riesce a riequilibrare una situazione ormai sbilanciata ci penserà Lei... e non sarà una passeggiata di salute potete starne certi.

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Re: Il problema dei flussi migratori
I trafficanti di esseri umani intercettati dicevano: "Per me l'America è qui. I morti? L'ha voluto Allah"
Dicevano che il 2001 sarebbe stato l'anno dell'odissea nello spazio. Invece nel 2014 siamo ancora all'odissea dello strazio.
I morti? L'ha voluto Allah"
Questa affermazione nel 2014 squalifica tutte le religioni. L'uomo usa "Allah" a suo piacimento e convenienza usandolo come l'elastico delle mutande.
*******
Strage di Lampedusa, altro orrore: “Torture, segregazioni e stupri di gruppo”
Conclusa l'inchiesta sulla più grave tragedia del Mediterraneo degli ultimi 15 anni: 9 fermi e 5 sotto inchiesta. Gli inquirenti: "Ogni barcone valeva un giro d'affari da un milione di euro". I trafficanti di esseri umani intercettati dicevano: "Per me l'America è qui. I morti? L'ha voluto Allah"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 luglio 2014Commenti (5)
Strage di Lampedusa, altro orrore: “Torture, segregazioni e stupri di gruppo”
Più informazioni su: Eritrea, Etiopia, Immigrazione, Migranti, Sicilia, Sudan, Traffico Esseri Umani.
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Sevizie, torture, segregazioni, violenze fisiche, stupri di gruppo. La morte è solo l’ultima stazione di un girone dell’inferno al quale migliaia di migranti si sottopongono partendo dalle coste del Nord Africa e del Medio Oriente per cercare la fortuna da quest’altra parte del mare. Un retroscena che emerge dall’inchiesta sulla più grave tragedia del Mediterraneo dal Duemila ad oggi, cioè la strage di Lampedusa (più precisamente davanti all’isola dei Conigli) avvenuta il 3 ottobre 2013, quando morirono 366 persone (e si salvarono in 155). L’operazione della polizia ha portato al fermo di 9 persone (4 sono ricercati) e all’avviso di garanzia per altre 5. I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Palermo nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, nonché di favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina. Tutto questo all’indomani dell’ennesima tragedia, avvenuta al largo di Pozzallo, sempre in Sicilia, che ha come sempre avuto un riflesso sul mondo politico con polemiche e scontri a distanza.
L’inchiesta ha ricostruito rotte e tappe di quel viaggio finito in tragedia, ma anche di altri compiuti da centinaia di migranti, spinti e sfruttati durante le peregrinazioni, dai componenti di un network criminale transnazionale, composto da eritrei, etiopi e sudanesi. “Per me l’America è qui” diceva uno dei trafficanti di esseri umani, intercettato. Nessuna pietà per i morti: “Inshallah!” dice un altro sempre al telefono. “Così ha voluto Allah”. Conversazioni che fanno parte delle oltre 3mila intercettazioni. Ne esce il quadro agghiacciante di un’attività svolta senza scrupoli da gente che considera il traffico di uomini alla stregua di un lavoro redditizio e sicuro. “Per me l’America è qui”, appunto. Le tariffe per ogni passeggero, d’altra parte, variano da caso a caso ma in media superano i mille dollari. A conti fatti, gli investigatori calcolano che ogni barcone può fruttare una cifra che sfiora il milione di euro. Il sistema, dicono gli inquirenti, è così in grado di offrire un servizio completo. Comprende il reclutamento, il trasferimento e la custodia dei passeggeri ma anche l’offerta del “sogno” di raggiungere un paese nel quale costruire il proprio futuro. L’organizzazione si occupava anche di fornire alloggi, vitto, passaporti falsi. Solo per quest’ultimo documento i migranti pagavano 7mila euro, altre cifre (fino a 3mila dollari) servivano per partire e per consentire il ricongiungimento con chi stava all’estero e ottenere la cittadinanza venivano organizzati matrimoni di comodo. Un viaggio, insomma, poteva costare fino a 10mila dollari.
La mente dell’organizzazione transnazionale di esseri umani era un cittadino del Sudan. E proprio nello stato dell’Africa sahariana c’era il centro di raccolta dei migranti. Dopo essere stati “venduti” a referenti libici e prima di imbarcarsi su navi di fortuna alla volta dell’Italia, gli extracomunitari venivano “stipati” in magazzini, veri e propri lager, dove spesso le donne erano oggetto di sevizie e stupri di gruppo. Tra i destinatari dei provvedimenti ci sono un etiope e un sudanese, ritenuti, da tempo, tra i più pericolosi e importanti trafficanti di migranti. Quest’ultimo, per esempio, aveva il ruolo di raccogliere a Khartoum (in Sudan) una consistente parte di migranti che venivano trasferiti, spesso con modalità vessatorie, a Tripoli (in Libia), dove l’altro, dopo averli tenuti segregati in diverse abitazioni, di cui ha la disponibilità, li faceva imbarcare su natanti fatiscenti diretti verso le coste siciliane. In Sicilia trovavano una cellula eritrea – che lavorava in particolare ad Agrigento e Roma – che aiutava i migranti a restare in Italia e ne agevolava l’espatrio in altri Paesi dell’Unione Europea, soprattutto in Norvegia e Germania, nel continente americano, tra tutti il Canada.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/07 ... o/1045485/
Dicevano che il 2001 sarebbe stato l'anno dell'odissea nello spazio. Invece nel 2014 siamo ancora all'odissea dello strazio.
I morti? L'ha voluto Allah"
Questa affermazione nel 2014 squalifica tutte le religioni. L'uomo usa "Allah" a suo piacimento e convenienza usandolo come l'elastico delle mutande.
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Strage di Lampedusa, altro orrore: “Torture, segregazioni e stupri di gruppo”
Conclusa l'inchiesta sulla più grave tragedia del Mediterraneo degli ultimi 15 anni: 9 fermi e 5 sotto inchiesta. Gli inquirenti: "Ogni barcone valeva un giro d'affari da un milione di euro". I trafficanti di esseri umani intercettati dicevano: "Per me l'America è qui. I morti? L'ha voluto Allah"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 1 luglio 2014Commenti (5)
Strage di Lampedusa, altro orrore: “Torture, segregazioni e stupri di gruppo”
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Sevizie, torture, segregazioni, violenze fisiche, stupri di gruppo. La morte è solo l’ultima stazione di un girone dell’inferno al quale migliaia di migranti si sottopongono partendo dalle coste del Nord Africa e del Medio Oriente per cercare la fortuna da quest’altra parte del mare. Un retroscena che emerge dall’inchiesta sulla più grave tragedia del Mediterraneo dal Duemila ad oggi, cioè la strage di Lampedusa (più precisamente davanti all’isola dei Conigli) avvenuta il 3 ottobre 2013, quando morirono 366 persone (e si salvarono in 155). L’operazione della polizia ha portato al fermo di 9 persone (4 sono ricercati) e all’avviso di garanzia per altre 5. I provvedimenti sono stati emessi dalla Dda di Palermo nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, nonché di favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina. Tutto questo all’indomani dell’ennesima tragedia, avvenuta al largo di Pozzallo, sempre in Sicilia, che ha come sempre avuto un riflesso sul mondo politico con polemiche e scontri a distanza.
L’inchiesta ha ricostruito rotte e tappe di quel viaggio finito in tragedia, ma anche di altri compiuti da centinaia di migranti, spinti e sfruttati durante le peregrinazioni, dai componenti di un network criminale transnazionale, composto da eritrei, etiopi e sudanesi. “Per me l’America è qui” diceva uno dei trafficanti di esseri umani, intercettato. Nessuna pietà per i morti: “Inshallah!” dice un altro sempre al telefono. “Così ha voluto Allah”. Conversazioni che fanno parte delle oltre 3mila intercettazioni. Ne esce il quadro agghiacciante di un’attività svolta senza scrupoli da gente che considera il traffico di uomini alla stregua di un lavoro redditizio e sicuro. “Per me l’America è qui”, appunto. Le tariffe per ogni passeggero, d’altra parte, variano da caso a caso ma in media superano i mille dollari. A conti fatti, gli investigatori calcolano che ogni barcone può fruttare una cifra che sfiora il milione di euro. Il sistema, dicono gli inquirenti, è così in grado di offrire un servizio completo. Comprende il reclutamento, il trasferimento e la custodia dei passeggeri ma anche l’offerta del “sogno” di raggiungere un paese nel quale costruire il proprio futuro. L’organizzazione si occupava anche di fornire alloggi, vitto, passaporti falsi. Solo per quest’ultimo documento i migranti pagavano 7mila euro, altre cifre (fino a 3mila dollari) servivano per partire e per consentire il ricongiungimento con chi stava all’estero e ottenere la cittadinanza venivano organizzati matrimoni di comodo. Un viaggio, insomma, poteva costare fino a 10mila dollari.
La mente dell’organizzazione transnazionale di esseri umani era un cittadino del Sudan. E proprio nello stato dell’Africa sahariana c’era il centro di raccolta dei migranti. Dopo essere stati “venduti” a referenti libici e prima di imbarcarsi su navi di fortuna alla volta dell’Italia, gli extracomunitari venivano “stipati” in magazzini, veri e propri lager, dove spesso le donne erano oggetto di sevizie e stupri di gruppo. Tra i destinatari dei provvedimenti ci sono un etiope e un sudanese, ritenuti, da tempo, tra i più pericolosi e importanti trafficanti di migranti. Quest’ultimo, per esempio, aveva il ruolo di raccogliere a Khartoum (in Sudan) una consistente parte di migranti che venivano trasferiti, spesso con modalità vessatorie, a Tripoli (in Libia), dove l’altro, dopo averli tenuti segregati in diverse abitazioni, di cui ha la disponibilità, li faceva imbarcare su natanti fatiscenti diretti verso le coste siciliane. In Sicilia trovavano una cellula eritrea – che lavorava in particolare ad Agrigento e Roma – che aiutava i migranti a restare in Italia e ne agevolava l’espatrio in altri Paesi dell’Unione Europea, soprattutto in Norvegia e Germania, nel continente americano, tra tutti il Canada.
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