Ero sabato all'Olimpico e lo spettacolo delle autorità dello Stato, del calcio e dei tifosi (non so se si possano chiamare ancora così...) napoletani è stato semplicemente disgustoso. Aveva ragione qualche giorno fa il Guardian quando diceva che la Camorra controlla da anni il tifo napoletano (e il Napoli calcio) per fare i suoi loschi affari lucrativi...camillobenso ha scritto:L’Italia in frantumi - 5
GLI ULTRÀ E IL CASO COPPA ITALIA, L’IMMAGINE CHE IL PAESE NON MERITA
Una vergogna da riscattare
di Beppe Severgnini
Che umiliazione, per il presidente del Consiglio e per il presidente del Senato: ostaggi di un energumeno in diretta televisiva. Che pena per le autorità sportive riunite all’Olimpico: impotenti davanti alla loro sconfitta. Che tristezza per i bambini che accompagnavano le squadre in campo: un giorno speciale rovinato così. Che vergogna per tutti noi, ammutoliti davanti ai televisori.
Lo spettacolo offerto, all’Italia e al mondo che ancora ha voglia di guardare, dalla finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli non è soltanto squallido. Puzza di pessimo passato prossimo. Quello che tutti, da Palazzo Chigi in giù, dicono di volersi lasciare alle spalle. Abbiamo una sola possibilità per redimerci. Fare in modo che cose del genere non accadano mai più. Il 3 maggio 2014 sia il capolinea della nostra vigliaccheria.
Basta sociologia, basta letteratura, basta piagnistei, basta paura. Basta leggi cervellotiche dai nomi complicati. Basta palliativi come il Daspo. Ha ragione Mario Sconcerti: allontanare i violenti dagli stadi è come tenere i ladri fuori dai supermercati. Ma questi ultimi si processano e si puniscono; per i violenti del calcio troviamo sempre qualche giustificazione. Sono passionali, sono spettacolari, sono divertenti, sono della nostra squadra! Storie: sono dei delinquenti, e noi siamo i loro ostaggi.
Gli stadi sono luoghi della vita italiana, e le partite sono momenti di festa: contenitori di ricordi, esercizi di umiltà, lezioni di vittoria e sconfitta. È intollerabile che qualcuno violenti tutto questo. Che giochi alla guerra perché, in fondo, si diverte. Il nostro silenzio è diventato assenso. Politica e forze di polizia, magistratura e autorità sportive, società e tifoserie: siamo tutti pavidi, patetici amanti del calcio.
È ora di reagire: l’Italia non è il pietoso impasto di fumogeni e arroganza che abbiamo visto sabato. L’Italia non è odio e pallottole e bande dementi. L’Italia non è questa. L’Italia è ancora il posto dove nessuno tiene armi in casa, e basta un sorriso a smontare la diffidenza. Prendete un treno, parlate con i viaggiatori. Gli italiani sono gente che fatica ma non odia, che sbaglia ma non distrugge, che sogna e ha pudore di ammetterlo.
Come può, quest’Italia normale, riconquistare lo sport che ama di più? Esiste un modo? Certo che esiste. Abolire qualsiasi reticolato, transenna, ingresso separato, treno speciale, presenza massiccia delle forze dell’ordine (hanno di meglio fare). Lo stadio è una festa, e alle feste non si va scortati dalla polizia. I biglietti si acquisteranno in rete o al botteghino, senza formalità, come al cinema o per un concerto. Ma se qualcuno sgarra - insulta, esplode, minaccia, colpisce, ferisce - dev’essere immediatamente fermato e punito. Come accade in una piazza o in qualunque altro posto.
I luoghi dello sport non sono extraterritoriali. Sono, ripetiamo, luoghi della vita. Tra i più belli, oltretutto. Lo sanno bene negli Stati Uniti, dove lo sport è una grande festa, una magnifica coreografia, un enorme business. Lo hanno capito in tutta Europa. Come hanno fatto gli inglesi a debellare gli hooligan ? Processi per direttissima negli stadi. Pene proporzionate, rapide, certe. Invece, in Italia, le pene sono sempre teoricamente drammatiche, praticamente lentissime, assolutamente incerte.
Abbia coraggio, Matteo Renzi, che ama il calcio e ha visto da vicino, sabato, cosa ne abbiamo fatto. Basta scenografie di guerra preventiva, basta impunità, nessuna nuova legge: basta e avanza il codice penale. Basta volere.
È una riforma che non costa niente, e cambierebbe tutto.
5 maggio 2014 | 07:40
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http://www.corriere.it/opinioni/14_magg ... 4fc3.shtml
In uno stato civile Genny a'carogna lo avrebbero arrestato in 30 secondi come quelle bestie che hanno bombardato di bombe carta i VVFF e gli stewards (ma come fanno a farle entrare che a me anche la bottiglietta d'acqua di mio figlio hanno controllato), squalificato il Napoli per qualche annetto e chiuso in gabbia quei teppisti buttando via la chiave... da noi invece si tratta, si fa in modo che la loro squadra vinca altrimenti sai che casino che fanno dopo se perdono... I fiorentini (sicuramente molto più civili e con le famiglie allo stadio al contrario dei napoletani - infiltratisi pure nei posti riservati ai viola probabilmente a sbafo) si possono pure fregare per l'ennesima volta avranno pensato tanto Renzi non protesta (altrimenti cade il Governo) e sicuramente non creeranno problemi in caso di sconfitta.
Il calcio è morto, la società civile italiana è morta, l'Italia è morta...
Non meravigliamoci se vicino a me che cantavo l'Inno c'erano a pochi metri dei napoletani che lo fischiavano... loro non sono mai stati italiani e forse inizio a pensare che Garibaldi poteva evitare di fare la spedizione dei Mille e dare retta a Cavour quando affermava che l'Italia doveva finire a Roma...