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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Fermate il treno, voglio scendere. - Pagina 11
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Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 04/03/2017, 20:58
da UncleTom
LA PRIMA CONSIDERAZIONE, LEGGENDO L’ARTICOLO PRECEDENTE DI GABRIELE BERTOCCHI, SULLA CORAZZATA DEGLI STRUMPTRUPPEN, E’:
MA I CAMERATI POSSONO ESSERE CONSIDERATI CATTOLICI????????

Immigrazione e accoglienza, temi che dividono la politica italiana. La destra è contro, la sinistra invece a favore.

QUESTI FALSI CRISTIANI, SONO COMPLETAMENTE AGLI ANTIPODI RISPETTO AI VALORI FONDANTI DEL CRISTIANESIMO.

PERCHE’ INSISTONO A VOLER FAR PARTE DELLA CHIESA CATTOLICA?????????

E PERCHE’ LA CHIESA CATTOLICA LI ACCETTA?????????

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 23/03/2017, 14:57
da UncleTom
NEL SEGNO DELLA PEGGIORE IPOCRISIA


18mar 17
Come fermare i migranti, naufraghi volontari

Siamo alla follia: 3:000 nuovi arrivi nel weekend, già raddoppiati gli arrivi sul 2016, e l’annuncio di un fantasioso piano per consegnare a un governo libico quasi inesistente una fortuna in mezzi di ogni genere perchè blocchi il traffico di esseri umani.

Eppure,fermare l’invasione di migranti economici dall’Africa si può, e con unna spesa molto minore di quella prevista dal “piano Minniti”: basta che ci sia la volontà politica e il coraggio di affrontare le inevitabili reazioni dei buonisti.

Ora che- per fortuna – la costosissima operazione Mare Nostrum è conclusa, solo una modesta parte di coloro che partono dalle coste libiche sui gommoni o sulle carrette del mare vengono raccolti da navi battenti la nostra bandiera e quindi, mettendo piede su suolo italiano, acquisiscono il diritto di chiedere asilo o protezione umanitaria a noi.

La maggior parte viene ormai salvata da navi armate e finanziate da un numero imprecisato di ONG,che battono le più varie bandiere di comodo (Panama, Liberia, Nauru e quant’altro) e che da tempo sono sospettate di essere in collusione con gli scafisti, con cui si mettono d’accordo prima su dove raccogliere i “disperati”.

Perciò, tecnicamente, coloro che vengono tratti in salvo vengono a trovarsi sul territorio di questi Paesi, ed è perciò a questi che dovrebbero rivolgere in prima istanza le loro richieste.

Naturalmente, si guardano bene dal farlo, e chiedono e ottengono di essere sbarcati in Italia, dove sanno che sarano accolti e accuditi e che comunque può servire da ponte per raggiungere altre nazioni europee di loro gradimento.

Ora, in base anche alla recentissima sentenza della Corte europea sui diritti dei singoli Stati in materia di accoglienza (naturalmente subito contestata in primo luogo dalle stesse ONG, noi non siamo tenuti a far scendere da una nave straniera che attracca in un nostro porto chi è senza documenti in regola,cioè passaporto e visto d’ingresso rilasciato dalle nostre autorità consolari.

E’ vero che la legge del mare prevede che una nave che abbia soccorso e preso a bordo dei naufraghi possa sbarcarli nel porto più vicino,ma a questo si possono opporre tre obiezioni:
1)Il porto più vicino alle coste libiche non è né Pozzallo né Augusta né Trapani, ma prima gli scali della Tunisia meridionale e poi Malta; e se questi si rifiutano (nel caso dei maltesi non senza ragione, viste le dimensioni del Paese e l’imponenza dei flussi) non c’è scritto da nessuna parte che dobbiamo essere noi a subentrare i terza battuta.

2) Coloro che vengono raccolti dalle navi delle ONG al limite delle acque territoriali libiche (e, sembra, spesso addirittura su appuntamento), quando stanno già per finire le scorte di acqua e carburante e chiamano aiuto con un telefono satellitare che viene loro appositamente fornito dagli scafisti sono, più che naufraghi veri, naufraghi VOLONTARI. Essi non affronterebbero cioè mai il mare aperto sapendo già di non essere attrezzati per tentarlo se non avessero la quasi certezza di essere messi in salvo dopo una ventina di miglia (equivalenti a un decimo della traversata prevista) da soccorritori che hanno come specifica missione di prenderli a bordo.

3) A chi obbietta che è comunque nostro dovere salvare e accogliere i “disperati” – che sarebbe più esatto definire migranti economici o immigrati clandestini – che fuggono dalla guerra, dalla miseria o dalla siccità e spesso vengono torturati e vessati lungo il cammino è facile rispondere che, una volta a bordo delle navi delle varie ONG, non corrono più nessun pericolo.

Tra l’altro,siamo all’assurdo che dopo l’accordo, per la verità ora un po’ traballante, tra UE e Turchia per fermare in quel Paese i profughi che arrivano davvero da zone di guerra e hanno perduto tutto non riescono più ad arrivare in Europa, ce la fanno giovanotti dell’Africa subsahariana che,nell’80-90% dei casi non possono – in base alla Convenzione di Ginevra – avanzare alcun diritto di protezione e dovrebbero essere rimandati a casa loro.

Con questo, non avremmo risolto tutti i problemi: c’è per esempio quello dei minori non accompagnati, e ci saranno sempre casi pietosi – donne incinte o con bambini piccoli – per cui bisognerà fare eccezioni.

Ma invece dei 200mila e passa migranti attesi nel 2017 (siamo già oltre le cifre dell’anno scorso, ma il grosso arriverà con la buona stagione), dovremo accoglierne molto meno e la situazione diventerebbe più gestibile. Dal momento che, sul dossier migranti,l’UE continua a ignorare le nostre sacrosante richieste, proviamo questa strada e vediamo cosa succede.

http://blog.ilgiornale.it/caputo/2017/0 ... volontari/

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 24/03/2017, 19:19
da UncleTom
UNA GRAN VOGLIA DI GUERRA.

I CAMERATI NE SENTONO LA MANCANZA DAL 25 APRILE 1945





Il Corriere dell'islam


L'Europa è sotto attacco. Ma il blasonato Corriere della Sera non scrive che ad attaccare Londra è stato un islamico



Alessandro Sallusti - Ven, 24/03/2017 - 14:54

commenta


Non voglio certo insegnare il mestiere a nessuno, tanto meno ai colleghi del blasonato Corriere della Sera.

Ieri mattina, giorno seguente all'attentato di Londra, sono rimasto però perplesso sfogliando il prestigioso quotidiano di via Solferino. Titolo di prima pagina: «Londra, attacco al Parlamento: auto sulla folla, coltellate a un poliziotto: tre morti, 20 feriti». Il soggetto è «un'auto». Mi sono chiesto: che sia stata una strage provocata da uno di quei nuovi veicoli che circolano senza guidatore e che ogni tanto vanno in tilt? Oppure si è trattato di un mega tamponamento, un caso insomma di omicidio stradale multiplo? Poi uno guarda bene e nel piccolo occhiello del titolo c'è un indizio: «Ucciso l'attentatore».

A questo punto uno, incuriosito, apre il giornale. Pagine 2 e 3. Titoli: «Dentro Westminster sotto assedio: sparano, aiutateci»; «Il palazzo viene setacciato, ufficiale con il turbante sikh coordina l'azione». Fantastico, ma chi è l'assediante, contro chi è l'azione di capitan sikh? Uno pensa, giro ancora pagina sicuro che me lo diranno chi è questo figlio di buona donna che falcia i passanti e assedia un parlamento e perché lo fa. È un ubriaco? Uno spacciatore di droga braccato? Un rapinatore? Niente. Titolo di pagina 5: «I nuovi attacchi, Suv e bersagli multipli».


A questo punto il lettore si arrende. E si chiede: perché tanta riservatezza? In lui sorge legittimo il sospetto che si tratti di un socio dell'editore o di un parente del direttore, di qualcuno insomma in grado di alzare il telefono e chiedere: «Mi raccomando ragazzi, toni bassi, non sputtanatemi in tutta Italia che siamo amici».

Purtroppo non è così, nel senso che non c'è bisogno neppure della telefonata. Si tratta di autocensura spontanea di questi intellettuali che pensano di salvare il mondo non chiamando le cose con il loro nome. Islam, Isis, terrorismo islamico? Non scherziamo, sono cose di destra, da razzisti. Loro, al Corriere, sono «politicamente corretti», le stragi islamiche non hanno nome, al massimo nomignoli. Come al tempo del terrorismo domestico anni '70-80: a ogni mattanza scrivevano di «sedicenti terroristi», i killer comunisti erano al massimo «compagni che sbagliano». Quando Montanelli fu gambizzato, arrivarono a omettere nel titolo il nome del giornalista.

Come allora, oggi a me tutto questo fa orrore - sa di complicità, di paura - più dei «cani sciolti» (che saranno anche sciolti ma pur sempre cani rabbiosi). E per questo continueremo a chiamare le cose con il loro nome, costi quel che costi: terroristi islamici accecati da Allah.

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 27/03/2017, 8:01
da UncleTom
error

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 01/04/2017, 11:30
da paolo11
http://www.beppegrillo.it/2017/03/solit ... stero.html
dalla pagina Facebook di Michele Ruggiero, Pubblico Ministero Trani

È davvero incredibile quanto talvolta ci si possa sentire soli nel fare il proprio dovere!

Ad un Pubblico Ministero – il magistrato promotore di giustizia nel sistema penale italiano – capita spesso di avvertire questa sensazione di solitudine nel corso di processi particolarmente delicati: delicati come le verità che in quei processi si tenta di fare emergere, dapprima durante le indagini, poi nel corso del pubblico dibattimento.
Verità che spesso restano sullo sfondo, perché lì è bene che restino...
Verità che finiscono esse stesse sotto processo rischiando la più grave tra le condanne, quella all’oblio.

Un processo decisamente "delicato" è quello celebrato a Trani e concluso ieri...in primo grado.
Un processo ormai a tutti noto, a carico di agenzie di rating accusate di avere decretato e divulgato una serie di declassamenti e giudizi negativi nei confronti della 'nostra' Repubblica Italiana nel secondo semestre del 2011 'manipolando il mercato', così calpestando la dignità del nostro Stato sovrano: perché – sia chiaro – subire continui declassamenti e stroncature come era capitato all’Italia in quello scorcio del 2011, passando agli occhi della comunità finanziaria internazionale per un Paese che avrebbe potuto non onorare i suoi debiti, era (ed è) una questione di dignità delle sue istituzioni e, prima ancora, del suo stesso popolo.

Una questione di “dignità nazionale”, anche se quelle stroncature fossero intervenute nel più rigoroso rispetto della normativa europea; figurarsi se, invece, si fosse dimostrato in un processo che quelle stroncature – sentenziate dai supremi giudici dei mercati, quali appunto le agenzie di rating – fossero maturate in spregio ai principi di legalità e trasparenza!

Ho condotto personalmente le indagini preliminari ed ho cercato di capire il come ed il perché di quella singolare sequenza di sonore bocciature: ad un magistrato, in fondo, non si chiede solo di sapere ma anche e, direi soprattutto, di capire.

Ho, dunque, iniziato ad investigare su quei ripetuti declassamenti decretati nei confronti dell'Italia e dell'Europa, misurandomi con la difficoltà di accertare fatti transnazionali complessi e maturati al di là dei confini del nostro Paese; all’esito delle indagini sono riuscito ad ottenere il rinvio a giudizio degli imputati.
Iniziato, quindi, il processo dinanzi al Tribunale, ho seguito ogni singola udienza dibattimentale avvertendo, ogni volta, una profonda ed amara sensazione di solitudine.

Sì, ho detto solitudine: un sentimento che mi assaliva non solo durante le udienze – mentre mi scontravo contro un autentico esercito di esperti avvocati e blasonati consulenti ingaggiando una serrata battaglia tra mille eccezioni, repliche, opposizioni e discussioni – ma anche al termine di esse; ed era proprio alla fine di quelle maratone dibattimentali che quel sentimento si faceva più forte: forse perché lo Stato, tecnicamente parte lesa da quei reati e perciò legittimato a costituirsi parte civile per azionare una pretesa risarcitoria nei confronti degli imputati, non era sceso in campo a lottare a fianco del Pubblico Ministero?

Devo, comunque, ammettere che tutte le volte in cui quell’amara sensazione mi pervadeva, un pensiero in fondo assai semplice giungeva in mio soccorso facendomi compagnia: quello che, nonostante la sproporzione tra le forze in campo all’interno dell’aula d’udienza e nonostante quell’inspiegabile assenza processuale dello Stato, lì fuori c'era tutto un popolo silenzioso che sentivo straordinariamente vicino; uomini e donne che lottavano nel lavoro di ogni giorno, faticando e rischiando, soli anche loro, forse molto più di me.

Era per quella gente semplice e silenziosa, il Popolo Sovrano, che dovevo farmi coraggio, resistere ed andare avanti in quell’ardua battaglia giudiziaria.
Se è vero – come qualcuno ha detto – che è impossibile vincere contro chi non si arrende mai, è altrettanto vero che in questo processo sapevo per certo che non avrei perso mai, come non avrebbe perso mai il mio Paese silenzioso, perché non ci saremmo arresi mai.

A tutti i miei fratelli d'Italia, piccoli e grandi, dedico questo enorme sforzo, con l'amarezza di non avere raggiunto - per ora - l'obiettivo, ma con la serenità che mi deriva dall’intima consapevolezza di aver fatto il mio dovere, tutto e fino in fondo.

Quando ci si impegna tenacemente per realizzare quello in cui si crede, si intraprende un cammino ed il risultato finale non conta più, diviene solo un trascurabile dettaglio.

Tutta la vita è un cammino: dovremmo affrontarla con determinazione, entusiasmo e fiducia, animati dallo stesso spirito di chi partecipa ad una staffetta e, dopo aver percorso il proprio tratto, passa nelle mani di un altro il testimone e con esso la Speranza.
Siamo anelli di una catena, siamo parte di un Tutto.
Ciao
Paolo11

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 12/04/2017, 17:44
da UncleTom
.....GIORNI DI VIGILIA.....



Ogni giorno arrivano in Italia
cinque pullman di migranti


Dall’inizio del 2017 arrivati via mare oltre 24mila migranti (+30%), 250 al giorno. Pochissimi i ricollocati in altri Paesi

di Raffaello Binelli

28 minuti fa
6

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 12/04/2017, 18:00
da UncleTom
UncleTom ha scritto:.....GIORNI DI VIGILIA.....



Ogni giorno arrivano in Italia
cinque pullman di migranti


Dall’inizio del 2017 arrivati via mare oltre 24mila migranti (+30%), 250 al giorno. Pochissimi i ricollocati in altri Paesi

di Raffaello Binelli

28 minuti fa
6


Migranti, ogni giorno in Italia ne arrivano 250
Dati Ismu: con 24.250 migranti, il numero di arrivi nei primi tre mesi del 2017 è aumentato del 30% in Italia. Le tre nazionalità prevalenti sono Bangladesh, Nigeria e Guinea. Vediamo come sono sistemati e dove vorrebbero andare a vivere
Raffaello Binelli - Mer, 12/04/2017 - 17:09
commenta

I numeri spesso dicono molto più delle parole.
Ogni giorno sulle nostre coste sbarcano circa 250 migranti, equivalenti a cinque pullman turistici pieni zeppi. Dall'inizio dell'anno fino al 5 aprile, infatti, secondo i dati diffusi dalla Fondazione Ismu sono arrivate oltre 24mila persone. Colpisce anche il numero di minori non accompagnati, 2.293 minori non accompagnati (il 9,5%). L'aumento è considerevole rispetto all'anno scorso: +30%. Solo a marzo, del resto, si sono registrati 10mila sbarchi. Molti meno gli arrivi sulle isole Greche, con 4mila sbarcati (l'accordo dell'Ue con la Turchia ha prodotto i suoi frutti). Ancora meno in Spagna, con 1.500 arrivi in tre mesi. Nel complesso in Europa nei primi mesi del 2017 attraverso il Mediterraneo sono arrivati oltre 30mila migranti. Ma da dove arrivano? Quelli che giungono in Italia vengono soprattutto da tre Paesi: Nigeria, Guinea e Bangladesh.
Nel 2016 il nostro Paese aveva già fatto registrare un record degli ultimi venti anni, con oltre 123mila arrivi (10mila ogni mese), il 47% in più rispetto al 2015. Nel 2016 le Commissioni Territoriali hanno esaminato oltre 90mila domande di asilo: per il 60% dei casi è stato negato. L'anno prima, nel 2015, il rifiuto dell'asilo si era fermato al 39%.
Ma la ricollocazione dei migranti, decisa dai Paesi Ue dopo un numero infinito di summit e vertici di emergenza, funziona? Vediamo cosa dicono i numeri: al 30 marzo ne sono stati ricollocati 16.025, di cui 4.746 dall’Italia (su un totale di 34.953 previsti) e 11.279 dalla Grecia (su 63.302 previsti per settembre 2017).
Come si può facilmente intuire la ridistribuzione è davvero minima. Gli accordi parlano di solidarietà condivisa, i fatti dimostrano che sono solo chiacchiere.
Come reagisce il "sistema Italia" davanti al forte impatto del flusso migratorio? Al 5 aprile in Italia risultavano presenti più di 176.470 migranti. Il 78% di loro si trova in strutture di accoglienza temporanee, il 13,5 % nei centri del sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), il restante 8% negli hotspot e centri di prima accoglienza nelle regioni di sbarco.
Dove vogliono (o vorrebbero) andare i migranti? Su un totale di 1.204.300 domande di asilo nel 2016, boom di richieste per la Germania: 722mila, il 63% in più rispetto al 2015. In Italia le richieste (per la prima volta) sono state oltre 121mila, + 46% rispetto al 2015.
Un altro dato che colpisce molto è quello relativo alle vittime nel Mediterraneo. Da inizio anno fino al 4 aprile hanno perso la vita 663 migranti, sette al giorno. Prevalentemente si muore in mare nella rotta tra la Libia e l'Italia (602 vittime).
Frontex: a marzo 10800 arrivi
L'agenzia per la gestione delle frontiere esterne dell'Unione europea (Frontex) rileva che a marzo in Italia sono arrivati 10.800 migranti, con un aumento di oltre un quinto rispetto a febbraio. A livello europeo, secondo l’agenzia, c’è stato un aumento del 10% su base mensile, ma un calo del 70% degli ingressi illegali su base annua.
Emergenza siriana
La Fondazione Ismu si sofferma anche sui siriani, ricordando che sono quasi 5milioni quelli che hanno abbandonato il proprio paese dall'inizio della guerra: due milioni e 910mila sono rifugiati in Turchia, 1.011mila in Libano, e 656mila in Giordania: secondo l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati si tratta della più grave crisi umanitaria degli ultimi 25 anni. In tutta Europa le richieste d’asilo presentate dai siriani da aprile 2011 a ottobre 2016 sono state 885mila, di cui 867mila nei paesi dell’Unione più Svizzera e Norvegia. Solo Germania e Svezia raccolgono i due terzi delle domande di asilo presentate dai siriani.

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 12/04/2017, 18:20
da UncleTom
I COMMENTI DEGLI AFFICIONADOS DEI STRUMPTRUPPEN LA DICONO LUNGA SUGLI EFFETTI DELLA PROPAGANDA.

SOLO UNO CENTRA UN ASPETTO DEL PROBLEMA


Renee59
Mer, 12/04/2017 - 17:41
Gli affari sono affari.




NESSUN ACCENNO A QUANTO HA PUBBLICATO IERI LITTORIO FELTRI.

SONO IN ARRIVO 20 MILIONI DI PROFUGHI PER LA GRAVISSIMA CARESTIA CHE HA COLPITO L’AFRICA. FONTE CROCE ROSSA ITALIANA.

SI LAMENTANO PER 250 AL GIORNO. MA QUANDO SI SPOSTERANNO 20 MILIONI????







Overdrive
Mer, 12/04/2017 - 17:22
Ma papa ciccio ha detto che bisogna accogliere tuuuuuuutti

abj14
Mer, 12/04/2017 - 17:30
Titolo : "Ogni giorno arrivano in Italia cinque pullman di migranti" - Basterebbe sforacchiare questi pullman quando sono ancora parcheggiati al terminal di partenza.

mbferno
Mer, 12/04/2017 - 17:32
Nemmeno un'agenzia turistica riuscirebbe a fare altrettanto,anche se proponesse un tour da Padre Pio.....poveri noi.

hernando45
Mer, 12/04/2017 - 17:33
Dunque vediamo di puntualizare, smettetela per favore di scrivere ARRIVANO perche è falso, dato che sappiamo benissimo che siamo noi che andiamo a prenderli. Gli USA in Florida, NON sono mai usciti dalle loro acque territoriali per andare a PRENDERE i BALSEROS Cubani, ma nessuno gli ha mai condannati per questo. Quindi dobbiamo VOTARE (ricordiamocelo per le prossime elezioni anche amministrative) per chi vuole fermare i TRAGHETTAMENTI. SECONDO, di quelli che TRAGHETTIAMO dalla Libia quanti sono i Siriani??? NESSUNO, quindi tutti gli altri NON proveniendo da paesi in GUERRA andrebbero immediatamente riportati al punto di partenza!!! Chi lo vuole fare??? INDOVINATE e votate per LORO!!! AMEN.

makko55
Mer, 12/04/2017 - 17:34
Che fortuna ......a tutti gli aspiranti pensionati dovrebbe formarsi il simbolo del dollaro negli occhi ... troppa grazia troppe risorse , non meritiamo tanta abbondanza!

mbferno
Mer, 12/04/2017 - 17:39
E questi sarebbero poveri profughi che scappano da guerre e povertà? Tutti BEN vestiti,non gli manca nulla,nemmeno un paio di pantaloni lacerati o strappati,naturalmente smartphone in mano, facce rilassate e sorridenti che nulla hanno a che vedere con zone di guerra,nessun segno evidente di sofferenze e men che meno ferite di guerra.Questi stanno meglio di molti dei nostri italiani.A CASA SUBITO.
ceppo
Mer, 12/04/2017 - 17:40
beh a questo punto spero solo che coloro i quali hanno voluto sostenere questa linea del "salva-vita" paghino loro per primi le conseguenze dell'invasione!
Renee59
Mer, 12/04/2017 - 17:41
Gli affari sono affari.
nonnoaldo
Mer, 12/04/2017 - 17:41
E' ovvio che da noi ne arrivino molti di più, li andiamo a prendere sul bagnasciuga della Libia. Grande idea di Alfano (o di suoi consigliori) che ha arricchito coop e ong varie. Lui non lo sapeva? Fosse stato Berlusconi oggi sarebbe flagellato dai media: non poteva non sapere.
donald2017
Mer, 12/04/2017 - 17:42
Venghino signori venghino - le porte dell'eldorado vi attendono colazione pasto cena e pernottamento per tutti
Renee59
Mer, 12/04/2017 - 17:42
Questo è l'esempio più chiaro di come distruggere un'intera nazione.
Renee59
Mer, 12/04/2017 - 17:43
Guardateli, sono tutti Siriani a quanto pare.

marco piccardi
Mer, 12/04/2017 - 17:43
grazie papa francesco

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 14/04/2017, 4:16
da UncleTom
VECCHI E NUOVI “APPRENDISTI TROMBONI” DEL POLITICUME NAZIONALE, EVITANO ACCURATAMENTE DI AFFRONTARE I PROBLEMI DI FONDO DELLA SOCIETA’ ITALIANA DEL MOMENTO




L’Italia che cambia
BOOM TRA I GIOVANI

L’alcol del sabato sera
LINDA LAURA SABBADINI

Siamo un Paese dal consumo moderato di alcol, ma al tempo stesso diffuso. Il vino buono ai pasti ci piace, è parte della nostra tradizione culinaria e dello stare insieme. Sono troppe le persone che in Italia abusano di alcol, 8 milioni 643 mila secondo l’Istat nel 2016. La maggioranza sono uomini, ma ci sono anche 2 milioni e mezzo di donne. L’alcol fa male, può portare dipendenza, è potenzialmente cancerogeno, ce lo dice l’Istituto Superiore di Sanità
CONTINUA A PAG. 15

IL CASO

L’ubriacatura del fine settimana Il consumo di alcol dilaga tra i giovani
L’Istat: il picco di chi beve fino allo stordimento nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni L’allarme: accertati casi di 11enni che abusano. Coinvolte sempre di più le donne

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
LINDA LAURA SABBADINI ROMA


D obbiamo stare attenti a non abusarne. I ragazzi fino a 17 anni non dovrebbero proprio toccare l’alcol perché il loro organismo non è in condizione di metabolizzarlo. E invece nel 22,9% dei casi lo consumano. I limiti Le donne adulte e anziane non dovrebbero superare una unità alcolica di consumo (1 unità alcolica corrisponde a 1 bicchiere da 125 ml di vino) gli uomini non ne dovrebbero superare due da adulti e una da anziani. A volte può capitare che abusiamo di alcol senza rendercene conto. E’ il caso del consumo di alcol nella popolazione anziana. Con l’avanzare dell’età, si hanno sempre meno difese nei confronti dell’alcol e si diventa più vulnerabili, perché si ha una minore capacità di digerire l’alcol, e anche di diluirlo e tollerarne gli effetti. Gli uomini di 65-74 anni presentano una percentuale di abuso di alcol elevata che raggiunge il 38%. Vi chiederete, possibile, si ubriacano? Non necessariamente, spesso le persone continuano a consumare come prima, anche perché si sentono in buone condizione di salute e non ci pensano, magari nessuno gliel’ha mai detto, è l’abuso incosciente. Il problema non riguarda solo gli anziani. Le donne sanno di essere più vulnerabili degli uomini agli effetti negativi dell’alcol? Una donna adulta non dovrebbe mai consumare quantità giornaliere superiori a un bicchiere di una qualsiasi bevanda alcolica e in alcune circostanze, come nel caso della gravidanza o dell’assunzione di farmaci, il consumo, anche moderato, è proprio da evitare. Una ragazza ha una massa corporea inferiore rispetto ai ragazzi, e minor quantità di acqua corporea. Sa che ciò rende più vulnerabile il sesso femminile agli effetti dell’alcol e, a parità di consumo con i maschi, determina un livello di alcol nel sangue più elevato? Pro babilmente no, tanto più che i comportamenti delle ragazze stanno convergendo su quelli dei ragazzi soprattutto sul binge drinking, le ubriacature che sono in continua crescita tra le ragazze e stabili per i ragazzi. Sanno le donne che non bere alcol in gravidanza è il comportamento più sicuro? L’alcol attraversa la placenta e arriva direttamente al feto che rischia di rimanerne danneggiato. L’alcol può essere responsabile anche della minore produzione di ormoni femminili. Il binge drinking è la nuova forma che assume il consumo di alcool tra i giovani. Raggiunge il picco tra 18 e 24 anni con il 21,8% dei maschi e l’11,7% delle femmine che lo praticano, ma già quasi il 10% dei ragazzi tra 16 e 17 lo sperimentano, raggiungendo un livello superiore a quello medio della popolazione. Il pericolo di questa forma che non è parte della tradizione italiana di consumo moderato ai pasti, ed è mutuato dalle tradizioni nordiche, è che si configuri sempre di più come uno stile di vita consolidato del sabato sera, con un precocissimo inizio: anche da 11 anni. Per combattere questo comportamento la responsabilità genitoriale è essenziale. L’esempio Il consumo non moderato di alcol dei genitori influenza il comportamento dei figli. Il 30,5% degli 11-24enni, che vivono in famiglie dove almeno un genitore consuma alcol in eccedenza, superiore al limite delle linee guida, ha abitudini alcoliche non moderate. La quota scende al 16,2% tra i giovani con genitori che non bevono o bevono moderatamente. L’Istituto Superiore di Sanità si impegna incessantemente sul fronte della campagna informativa da anni, ma il ministero della Salute dovrebbe investirci molto di più. Dati positivi sul fronte della diminuzione del consumo eccedente di alcol in termini di unità alcoliche, ma non del binge drinking e degli alcolici fuori pasto tra i giovani. Stili di vita salutari sono un aspetto cruciale della qualità della vita, ma sono anche condizioni essenziali per la sostenibilità del nostro sistema sanitario.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Re: Fermate il treno, voglio scendere.

Inviato: 16/04/2017, 18:49
da UncleTom
Migranti, 700 sbarchi in Calabria. Msf: “Sui corpi i segni delle guerre”. Ong: “Annegati in 20 nel Canale di Sicilia”- FOTOe video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04 ... e/3527094/

Operazione salvataggio migranti al largo delle coste libiche
Foto< 1/12 >

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Cronaca

Arrivata a Reggio Calabria della nave "Vos Prudence": a bordo c'erano 649 profughi. Moltissimi sono subsahariani, ma anche di origine asiatica, dal Pakistan e dal Bangladesh. Sarebbero invece almeno 20 le persone annegate al largo delle coste della Libia, mentre cercavano di raggiungere l’Europa. A l’equipaggio della Moas, una ong con sede a Malta


di F. Q. | 16 aprile 2017

commenti (85)
 49


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Ferite d’arma da fuoco, torture e maltrattamenti. Per la prima volta sui corpi di migranti sbarcati sulle coste italiane si cominciano a vedere “i segni delle guerre“. Lo racconta Michele Trainiti, responsabile del soccorso e della ricerca in mare di Medici senza frontiere, dopo l’arrivo a Reggio Calabria della nave “Vos Prudence“: a bordo c’erano 649 profughi. Moltissimi sono subsahariani, ma anche di origine asiatica, dal Pakistan e dal Bangladesh. Quasi in contemporanea, sul litorale di Melito Porto Salvo, sono sbarcati 89 migranti, molti dei quali di origine siriana. Sul posto sono intervenuti i carabinieri mentre da Reggio la prefettura, che aveva allestito il punto di fotosegnalamento e identificazione sulla banchina del porto, ha inviato due pullman per prelevare anche il secondo gruppo di migranti. Ad accogliere i profughi anche il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, il procuratore generale Luciano Gerardis, l’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini. Alcuni migranti feriti sono stati affidati alle cure dei sanitari, così come una donna incinta.

“Sono migranti che abbiamo salvato due giorni fa, a Nord delle coste della Libia. Molti di loro presentavano segni di tortura e delle sofferenze subite in Libia o durante il tragitto. Per la prima volta cominciamo a vedere anche i segni delle guerre: feriti da arma da fuoco e segni di maltrattamenti e torture”, racconta Trainiti. “Le attività di salvataggio – ha detto il rappresentante di Medici senza Frontiere – sono state questa volta molto difficili perché si è operato in più salvataggi. Con un’altra nave abbiamo sbarcato ieri a Pozzallo 550 persone. In un solo giorno, con i nostri 649, superiamo le mille unità ed altrettanto ha fatto la Guardia costiera. Una cosa è certa: gli sbarchi continuano. La gente continua a fuggire dalla guerra e dalla fame. Sono molti subsahariani. Abbiamo molti nigeriani, ma vediamo anche un flusso crescente dall’Asia, che per noi è anche l’indicatore del fatto che essendo chiusa la frontiera turca, comunque si cerca sempre una via alternativa per cercare una vita migliore”.

Un gommone si è sgonfiato al largo della Libia,sono stati recuperati nel corso di

E per i profughi arrivati feriti ma vivi sulle coste calabresi, ce ne sono almeno venti annegati nel Mediterraneo, al largo delle coste della Libia, mentre cercavano di raggiungere l’Europa. A renderlo noto è Darrin Zammit Lupi, fotografo dell’agenzia Reuters imbarcato sulla nave di salvataggio Phoenix con l’equipaggio della Moas, una organizzazione non governativa con sede a Malta. Zammit Lupi ha riferito di aver visto i corpi durante l’operazione di soccorso a una imbarcazione. In mattinata, la stessa Moas ha diffuso un comunicato segnalando di aver recuperato e assistito nel giro di 24 ore – a partire dalla mattina di sabato – oltre 1.500 persone a bordo di 9 natanti, compresi 7 gommoni e due barche di legno. “Donne, bambini e casi medici hanno avuto la precedenza, con 453 persone che sono state portate in sicurezza a bordo della Phoenix – comunica l’Ong – Quando è stata raggiunta la massima capacità, giubbotti di salvataggio, disposizioni di base e supervisione sono stati forniti nelle ore successive alle oltre mille persone che sono rimaste bloccate sulle carrette del mare”. Sempre nel Canale di Sicilia – al largo della Libia – sono stati recuperati sette cadaveri, compreso quello di un bimbo di 8 anni: erano a bordo di un gommone che si è sgonfiato.

Le buone condizioni meteorologiche e il mare piatto, intanto, stanno favorendo le partenze delle imbarcazioni dalle coste libiche. Ieri il Comando delle Capitanerie di porto ha coordinato 33 operazioni di soccorso nei confronti di imbarcazioni in difficoltà nel Canale di Sicilia: circa 4.500 le persone salvate.


di F. Q. | 16 aprile 2017