LEGGE ELETTORALE
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Re: LEGGE ELETTORALE
VIAGGIO NELLA MACCHINA DEL TEMPO.
Era l’estate del 1950. Si chiamava Pippo. Era proprietario e attore principale di un piccolo minicirco, dove alternava ai soliti spettacoli circercensi, spettacoli teatrali, in prevalenza FARSE.
Il suo cavallo di battaglia era : LA CLASSE DEGLI ASINI.
Sono passati 67 anni, Pippo è senz’altro sottoterra.
Ma la farsa, ed in modo particolare la sua : LA CLASSE DEGLI ASINI, è ancora attuale.
Il nuovo spettacolo si avvale di nuovi attori.
Il politicume tricolore, a fine percorso. Più in là del caffè o dell’ammazza caffè.
Era l’estate del 1950. Si chiamava Pippo. Era proprietario e attore principale di un piccolo minicirco, dove alternava ai soliti spettacoli circercensi, spettacoli teatrali, in prevalenza FARSE.
Il suo cavallo di battaglia era : LA CLASSE DEGLI ASINI.
Sono passati 67 anni, Pippo è senz’altro sottoterra.
Ma la farsa, ed in modo particolare la sua : LA CLASSE DEGLI ASINI, è ancora attuale.
Il nuovo spettacolo si avvale di nuovi attori.
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Re: LEGGE ELETTORALE
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.....ANCHE QUESTO E' VERO, ALTRIMENTI NON SAREMMO NEL PAESE DEL BUNGA-BUNGA.....
Landini (Fiom): “Voto anticipato? Lo vogliono per non dire quello che faranno dopo con la manovra”
VIDEO:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06 ... a/3642109/
di Manolo Lanaro e Alberto Sofia | 7 giugno 2017
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Più informazioni su: Elezioni, Elezioni Anticipate, Manovra, Maurizio Landini
“Voto anticipato? Dato che chiunque vincerà dovrà fare la manovra, stanno tentando di andare al voto prima, per non dire quello che vogliono fare dopo“. Ad attaccare è il segretario della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, a margine di un convegno organizzato dai Verdi alla Sala Isma del Senato. “Trovo singolare che chi ha perso il referendum stia tentando di fare una legge elettorale che forse non va nella linea di quanto ha detto la Corte Costituzionale”, ha continuato Landini, critico contro l’alta percentuale di “nominati” che sarebbero eletti con il modello nato dal patto a quattro tra Pd, M5S, Forza Italia e Lega. “Renzi fa i capricci per tornare a Palazzo Chigi? Servono i voti, ma non sono così convinto che ci sia una corsa a votare Renzi”, ha sottolineato il sindacalista. Per poi ironizzare: “Chi può federare la sinistra? Forse il Mago Otelma…“
.....ANCHE QUESTO E' VERO, ALTRIMENTI NON SAREMMO NEL PAESE DEL BUNGA-BUNGA.....
Landini (Fiom): “Voto anticipato? Lo vogliono per non dire quello che faranno dopo con la manovra”
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di Manolo Lanaro e Alberto Sofia | 7 giugno 2017
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“Voto anticipato? Dato che chiunque vincerà dovrà fare la manovra, stanno tentando di andare al voto prima, per non dire quello che vogliono fare dopo“. Ad attaccare è il segretario della Fiom-Cgil, Maurizio Landini, a margine di un convegno organizzato dai Verdi alla Sala Isma del Senato. “Trovo singolare che chi ha perso il referendum stia tentando di fare una legge elettorale che forse non va nella linea di quanto ha detto la Corte Costituzionale”, ha continuato Landini, critico contro l’alta percentuale di “nominati” che sarebbero eletti con il modello nato dal patto a quattro tra Pd, M5S, Forza Italia e Lega. “Renzi fa i capricci per tornare a Palazzo Chigi? Servono i voti, ma non sono così convinto che ci sia una corsa a votare Renzi”, ha sottolineato il sindacalista. Per poi ironizzare: “Chi può federare la sinistra? Forse il Mago Otelma…“
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Re: LEGGE ELETTORALE
7 giu 2017 17:04
SIETE ANCORA CERTI CHE SI ANDRA' A VOTARE IN AUTUNNO?
– ALLE PRIME VOTAZIONI SPUNTANO 100 FRANCHI TIRATORI NASCOSTI DAL VOTO SEGRETO
- IL PD TEME CHE GRILLO NON REGGA LA POMPA, TANT’E’ CHE BEPPEMAO SOTTOPORRA’ A REFERENDUM ON LINE IL TESTO CHE USCIRA’ DALLA CAMERA
– CALENDA SI SMARCA: UN ERRORE ANDARE AL VOTO ANTICIPATO
Da la Repubblica
Cento ostacoli per il primo sì alla legge elettorale. I piccoli partiti che osteggiano il patto a quattro sulla riforma in chiave "tedesca" riescono a strappare cento votazioni segrete su altrettanti emendamenti. Sono 209 quelli depositati che da oggi sono messi in votazione nell'aula di Montecitorio, dopo la discussione generale svolta in un emiciclo semideserto.
Sarà una corsa contro il tempo: il Partito Democratico ha fatto sapere che sarebbe disponibile ad accogliere la richiesta dei Movimento 5 Stelle di fissare il voto finale sulla legge elettorale lunedì 12 giugno. Si parte col voto sulle questioni pregiudiziali opposte da centristi e Mdp, poi via con gli emendamenti.
FRANCHI TIRATORI IN AZIONE
E già al primo voto si registra il primo 'caso': "Nelle pregiudiziali ci sono stati 100 voti in meno rispetto alla sommatoria dei 4 gruppi, vi ricordo cosa accadde quando furono 101...". ha detto il capogruppo dem Ettore Rosato all'assemblea del Pd alla Camera. "Sono sicuro - ha aggiunto - che saranno importanti i primi voti, noi abbiamo la responsabilità di tenere duro fino in fondo". A conti fatti e al netto dei deputati in missione, alla maggioranza che sostiene la riforma della legge elettorale, sono mancati 66 voti sulle pregiudiziali, a quanto risulta dalla lettura dei tabulati della votazione segreta.
VOTO SEGRETO METTE A RISCHIO IL PATTO
Sebbene il fronte di Pd, Forza Italia, Cinque stelle, Lega e Sinistra italiana cerchi di restare compatto, i franchi tiratori annidati negli stessi gruppi dei leader che hanno siglato l'accordo e scritto la legge sembrano materializzarsi nel segreto dell'urna della Camera, costringendo a sostanziali o parziali modifiche del testo. Sono un centinaio le votazioni segrete chieste, come prevede il regolamento di Montecitorio, da trenta deputati o da uno o più presidenti di gruppi che rappresentino appunto almeno quel numero di parlamentari.
GRILLO IN DIFFICOLTÀ: "NUOVE VOTAZIONI ONLINE PER ISCRITTI M5S"
Intanto M5s annuncia sul blog di Beppe Grillo di lavorare a modifiche, soprattutto per il voto disgiunto, dicendo che la legge che uscirà dal dibattito in Parlamento dovrà essere rivotata dagli iscritti, mettendo così a rischio il patto: "Oggi sono iniziate alla Camera le votazioni sulla legge elettorale. Come già fatto in commissione, anche in Aula cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità. Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi", si legge nel post. "Abbiamo già ottenuto importanti risultati come la cancellazione delle pluricandidature e dei capilista bloccati".
ULTIMATUM PD
Rosato è stato perentorio ad apertura dell'assemblea dei deputati dem: o i quattro partiti votano compatti sulla riforma elettorale o il Pd tornerà alla sua proposta, il Rosatellum. E l'area Orlando mette le mani avanti: "Le regole devono valere per tutti. Lealtà da parte nostra se i 4 contraenti rispettano i patti", il senso degli interventi degli orlandiani. Se M5S non ritira i suoi emendamenti, salta l'accordo e "per noi -si spiega- non c'è più vincolo di maggioranza Pd".
VOTO ANTICIPATO, CALENDA DICE NO'
Intanto, al fronte contrario al voto anticipato in autunno si iscrive anche il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: "Penso che le elezioni a settembre siano un errore perchè questo Paese ha bisogno di un pò di calma, far finire le riforme che non derivano da me ma dal governo Renzi, di fare una Finanziaria seria, finire di mettere a posto la questione delle banche che è una questione complessa e di fare una legge elettorale che ci riporti indietro nel tempo. Il rischio per il Paese è serio".
SIETE ANCORA CERTI CHE SI ANDRA' A VOTARE IN AUTUNNO?
– ALLE PRIME VOTAZIONI SPUNTANO 100 FRANCHI TIRATORI NASCOSTI DAL VOTO SEGRETO
- IL PD TEME CHE GRILLO NON REGGA LA POMPA, TANT’E’ CHE BEPPEMAO SOTTOPORRA’ A REFERENDUM ON LINE IL TESTO CHE USCIRA’ DALLA CAMERA
– CALENDA SI SMARCA: UN ERRORE ANDARE AL VOTO ANTICIPATO
Da la Repubblica
Cento ostacoli per il primo sì alla legge elettorale. I piccoli partiti che osteggiano il patto a quattro sulla riforma in chiave "tedesca" riescono a strappare cento votazioni segrete su altrettanti emendamenti. Sono 209 quelli depositati che da oggi sono messi in votazione nell'aula di Montecitorio, dopo la discussione generale svolta in un emiciclo semideserto.
Sarà una corsa contro il tempo: il Partito Democratico ha fatto sapere che sarebbe disponibile ad accogliere la richiesta dei Movimento 5 Stelle di fissare il voto finale sulla legge elettorale lunedì 12 giugno. Si parte col voto sulle questioni pregiudiziali opposte da centristi e Mdp, poi via con gli emendamenti.
FRANCHI TIRATORI IN AZIONE
E già al primo voto si registra il primo 'caso': "Nelle pregiudiziali ci sono stati 100 voti in meno rispetto alla sommatoria dei 4 gruppi, vi ricordo cosa accadde quando furono 101...". ha detto il capogruppo dem Ettore Rosato all'assemblea del Pd alla Camera. "Sono sicuro - ha aggiunto - che saranno importanti i primi voti, noi abbiamo la responsabilità di tenere duro fino in fondo". A conti fatti e al netto dei deputati in missione, alla maggioranza che sostiene la riforma della legge elettorale, sono mancati 66 voti sulle pregiudiziali, a quanto risulta dalla lettura dei tabulati della votazione segreta.
VOTO SEGRETO METTE A RISCHIO IL PATTO
Sebbene il fronte di Pd, Forza Italia, Cinque stelle, Lega e Sinistra italiana cerchi di restare compatto, i franchi tiratori annidati negli stessi gruppi dei leader che hanno siglato l'accordo e scritto la legge sembrano materializzarsi nel segreto dell'urna della Camera, costringendo a sostanziali o parziali modifiche del testo. Sono un centinaio le votazioni segrete chieste, come prevede il regolamento di Montecitorio, da trenta deputati o da uno o più presidenti di gruppi che rappresentino appunto almeno quel numero di parlamentari.
GRILLO IN DIFFICOLTÀ: "NUOVE VOTAZIONI ONLINE PER ISCRITTI M5S"
Intanto M5s annuncia sul blog di Beppe Grillo di lavorare a modifiche, soprattutto per il voto disgiunto, dicendo che la legge che uscirà dal dibattito in Parlamento dovrà essere rivotata dagli iscritti, mettendo così a rischio il patto: "Oggi sono iniziate alla Camera le votazioni sulla legge elettorale. Come già fatto in commissione, anche in Aula cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità. Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi", si legge nel post. "Abbiamo già ottenuto importanti risultati come la cancellazione delle pluricandidature e dei capilista bloccati".
ULTIMATUM PD
Rosato è stato perentorio ad apertura dell'assemblea dei deputati dem: o i quattro partiti votano compatti sulla riforma elettorale o il Pd tornerà alla sua proposta, il Rosatellum. E l'area Orlando mette le mani avanti: "Le regole devono valere per tutti. Lealtà da parte nostra se i 4 contraenti rispettano i patti", il senso degli interventi degli orlandiani. Se M5S non ritira i suoi emendamenti, salta l'accordo e "per noi -si spiega- non c'è più vincolo di maggioranza Pd".
VOTO ANTICIPATO, CALENDA DICE NO'
Intanto, al fronte contrario al voto anticipato in autunno si iscrive anche il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda: "Penso che le elezioni a settembre siano un errore perchè questo Paese ha bisogno di un pò di calma, far finire le riforme che non derivano da me ma dal governo Renzi, di fare una Finanziaria seria, finire di mettere a posto la questione delle banche che è una questione complessa e di fare una legge elettorale che ci riporti indietro nel tempo. Il rischio per il Paese è serio".
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Re: LEGGE ELETTORALE
Ritornano i franchi tiratori:
il "patto a 4" battuto in Aula
Caos sulla legge elettorale. Maggioranza battuta su un emendamento. Pd a M5s: "La vostra parola non vale nulla"
di Luca Romano
6 minuti fa
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il "patto a 4" battuto in Aula
Caos sulla legge elettorale. Maggioranza battuta su un emendamento. Pd a M5s: "La vostra parola non vale nulla"
di Luca Romano
6 minuti fa
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Re: LEGGE ELETTORALE
8 giu 2017 12:38
FLASH! FIANO (PD): LA LEGGE ELETTORALE E' MORTA. AFFOSSATA DAI FRANCHI TIRATORI - E LUI E' IL RELATORE...
A FURIA DI GIOCARE AL "GRATTA E VINCI" CON IL PAESE, E I POLITICANTI CI GIOCANO VOLENTIERISSIMO, NON SOLO LA LEGGE ELETTORALE E' MORTA, MA E' MORTA L'ITALIA.........
FLASH! FIANO (PD): LA LEGGE ELETTORALE E' MORTA. AFFOSSATA DAI FRANCHI TIRATORI - E LUI E' IL RELATORE...
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Re: LEGGE ELETTORALE
Lo sputtanamento ...
on. Civati fotografa il tabellone che per errore mostra una votazione segreta ...
Com’è andato davvero il pasticcio con il voto segreto alla Camera
Per errore il tabellone ha mostrato come stavano votando i deputati, e ora PD e M5S si accusano a vicenda di aver affossato la legge elettorale
Oggi alla Camera, durante un importante voto segreto sulla legge elettorale, il tabellone ha mostrato per errore come stavano votando davvero i deputati. La maggioranza che appoggia la legge elettorale, formata da PD, M5S, Lega Nord e Forza Italia, ha perso il voto e ora l’intera legge elettorale rischia di saltare. PD e Movimento 5 Stelle si accusano reciprocamente di essere i responsabili di questa situazione ed entrambi sostengono che quello che il tabellone ha mostrato per un istante sia la prova delle loro accuse. In qualche modo, hanno ragione entrambi.
«Il patto del Nazareno rafforzato» è andato sotto. Il voto (inizialmente lanciato come palese, per errore) e quello segreto.
pic.twitter.com/wymHvZDhL7
— Giuseppe Civati (@civati) June 8, 2017
In queste due fotografie, fatte dal deputato e leader di Possibile Pippo Civati, si vede a sinistra il tabellone durante il voto segreto e a destra quello con il voto palese, mostrato per errore. I puntini rossi rappresentano chi ha votato “no” a un emendamento che avrebbe cambiato il testo della legge elettorale su cui i quattro principali partiti si erano accordati;
quelli verdi sono quelli che hanno votato sì. Nel terzo spicchio da destra del tabellone col voto palese si vede che il Movimento 5 Stelle – che occupa quell’area della Camera – ha votato in gran maggioranza per il “sì” all’emendamento, cioè contro gli accordi presi con gli altri partiti.
L’emendamento era considerato una questione minore e riguarda il funzionamento della legge elettorale in Trentino-Alto Adige. Se però la maggioranza ha perso un voto su una questione minore, dicono in molti, è impossibile che riesca a tenere quando si dovranno votare emendamenti più delicati e controversi. Le procedure di voto al momento sono state sospese e l’intera legge potrebbe essere rimandata in commissione e quindi bloccata.
La scelta del Movimento 5 Stelle di votare “sì” all’emendamento – e quindi contro l’accordo che aveva trovato con PD, Forza Italia e Lega Nord – è in realtà una sorpresa solo parziale. Pochi minuti prima, infatti, il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Fraccaro aveva fatto un discorso molto favorevole all’emendamento, senza però dire che il suo gruppo avrebbe votato a favore. E pochi giorni prima, in commissione (dove si prepara la legge che sarà poi votata in aula) il Movimento 5 Stelle aveva accettato il ritiro di emendamenti simili a quello votanto oggi ma lasciando intendere che non considerava la questione del tutto chiusa (qui trovate il resoconto della seduta).
Da giorni il Movimento 5 Stelle sembra in difficoltà sulla legge elettorale e molti suoi deputati hanno detto di essere contrari all’accordo raggiunto con gli altri partiti. Anche per questa ragione il gruppo dei deputati del Movimento 5 Stelle aveva annunciato che, nel corso delle operazioni di voto, avrebbe utilizzato una serie di modalità particolari (e di dubbia efficacia) per “bypassare” il voto segreto, rendendo palesi le scelte dei suoi deputati. Lo scopo di questo annuncio era mostrare che il Movimento è compatto sulla legge elettorale e sono invece gli altri partiti a voler bloccare la legge. L’errore del tabellone ha mostrato invece che i deputati del Movimento hanno votato per far saltare la legge.
Il tabellone però fa capire anche un’altra cosa: i voti del M5S non sarebbero bastati comunque a far passare l’emendamento. I puntini rossi del “no”, infatti, sono in assoluta maggioranza. Molti deputati, quindi, devono aver cambiato il loro voto quando l’errore è stato corretto e la colorazione dei puntini è stata oscurata (alla Camera si può votare fino a quando la votazione è aperta, anche cambiando la propria preferenza). L’emendamento, quindi, è passato anche grazie al voto di diverse decine di “franchi tiratori” (cioè quei deputati che votano in maniera diversa dalle indicazioni del loro gruppo) appartenenti al PD, a Forza Italia e alla Lega Nord.
on. Civati fotografa il tabellone che per errore mostra una votazione segreta ...
Com’è andato davvero il pasticcio con il voto segreto alla Camera
Per errore il tabellone ha mostrato come stavano votando i deputati, e ora PD e M5S si accusano a vicenda di aver affossato la legge elettorale
Oggi alla Camera, durante un importante voto segreto sulla legge elettorale, il tabellone ha mostrato per errore come stavano votando davvero i deputati. La maggioranza che appoggia la legge elettorale, formata da PD, M5S, Lega Nord e Forza Italia, ha perso il voto e ora l’intera legge elettorale rischia di saltare. PD e Movimento 5 Stelle si accusano reciprocamente di essere i responsabili di questa situazione ed entrambi sostengono che quello che il tabellone ha mostrato per un istante sia la prova delle loro accuse. In qualche modo, hanno ragione entrambi.
«Il patto del Nazareno rafforzato» è andato sotto. Il voto (inizialmente lanciato come palese, per errore) e quello segreto.
pic.twitter.com/wymHvZDhL7
— Giuseppe Civati (@civati) June 8, 2017
In queste due fotografie, fatte dal deputato e leader di Possibile Pippo Civati, si vede a sinistra il tabellone durante il voto segreto e a destra quello con il voto palese, mostrato per errore. I puntini rossi rappresentano chi ha votato “no” a un emendamento che avrebbe cambiato il testo della legge elettorale su cui i quattro principali partiti si erano accordati;
quelli verdi sono quelli che hanno votato sì. Nel terzo spicchio da destra del tabellone col voto palese si vede che il Movimento 5 Stelle – che occupa quell’area della Camera – ha votato in gran maggioranza per il “sì” all’emendamento, cioè contro gli accordi presi con gli altri partiti.
L’emendamento era considerato una questione minore e riguarda il funzionamento della legge elettorale in Trentino-Alto Adige. Se però la maggioranza ha perso un voto su una questione minore, dicono in molti, è impossibile che riesca a tenere quando si dovranno votare emendamenti più delicati e controversi. Le procedure di voto al momento sono state sospese e l’intera legge potrebbe essere rimandata in commissione e quindi bloccata.
La scelta del Movimento 5 Stelle di votare “sì” all’emendamento – e quindi contro l’accordo che aveva trovato con PD, Forza Italia e Lega Nord – è in realtà una sorpresa solo parziale. Pochi minuti prima, infatti, il deputato del Movimento 5 Stelle Riccardo Fraccaro aveva fatto un discorso molto favorevole all’emendamento, senza però dire che il suo gruppo avrebbe votato a favore. E pochi giorni prima, in commissione (dove si prepara la legge che sarà poi votata in aula) il Movimento 5 Stelle aveva accettato il ritiro di emendamenti simili a quello votanto oggi ma lasciando intendere che non considerava la questione del tutto chiusa (qui trovate il resoconto della seduta).
Da giorni il Movimento 5 Stelle sembra in difficoltà sulla legge elettorale e molti suoi deputati hanno detto di essere contrari all’accordo raggiunto con gli altri partiti. Anche per questa ragione il gruppo dei deputati del Movimento 5 Stelle aveva annunciato che, nel corso delle operazioni di voto, avrebbe utilizzato una serie di modalità particolari (e di dubbia efficacia) per “bypassare” il voto segreto, rendendo palesi le scelte dei suoi deputati. Lo scopo di questo annuncio era mostrare che il Movimento è compatto sulla legge elettorale e sono invece gli altri partiti a voler bloccare la legge. L’errore del tabellone ha mostrato invece che i deputati del Movimento hanno votato per far saltare la legge.
Il tabellone però fa capire anche un’altra cosa: i voti del M5S non sarebbero bastati comunque a far passare l’emendamento. I puntini rossi del “no”, infatti, sono in assoluta maggioranza. Molti deputati, quindi, devono aver cambiato il loro voto quando l’errore è stato corretto e la colorazione dei puntini è stata oscurata (alla Camera si può votare fino a quando la votazione è aperta, anche cambiando la propria preferenza). L’emendamento, quindi, è passato anche grazie al voto di diverse decine di “franchi tiratori” (cioè quei deputati che votano in maniera diversa dalle indicazioni del loro gruppo) appartenenti al PD, a Forza Italia e alla Lega Nord.
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: LEGGE ELETTORALE
di Alessandro Di Battista
Buona giornata a tutti. Vi spiego quel che è successo in aula. Il M5S presenta un emendamento (a firma Fraccaro) che prevede l'applicazione della legge elettorale in tutta Italia, dalla Sicilia all'Alto-Adige (dove c'è un partito, il Südtiroler Volkspartei, che era contrario). Questo emendamento passa. Noi ovviamente abbiamo votato a favore proprio perché è un emendamento giusto ma l'hanno votato tantissimi del PD!
Ora il PD (che aveva tanti assenti in aula) dice che è colpa nostra. Ma sono loro ad avere i franchi tiratori (già dai tempi dell'elezione di Prodi al Quirinale ricordate?). Ora il PD affosserà questa legge elettorale perché è passato un emendamento che prevede la sua applicazione in tutta Italia, dal sud al nord.
Vi rendete conto? Questa si chiama schizofrenia. Renzi è incapace di gestire le miliardi di correnti del suo partito. Avrebbe fatto davvero bene (come aveva detto) a ritirarsi a vita privata dopo la sconfitta del referendum del 4 dicembre.
http://www.beppegrillo.it/2017/06/schiz ... l#commenti
Ciao
Paolo11
Buona giornata a tutti. Vi spiego quel che è successo in aula. Il M5S presenta un emendamento (a firma Fraccaro) che prevede l'applicazione della legge elettorale in tutta Italia, dalla Sicilia all'Alto-Adige (dove c'è un partito, il Südtiroler Volkspartei, che era contrario). Questo emendamento passa. Noi ovviamente abbiamo votato a favore proprio perché è un emendamento giusto ma l'hanno votato tantissimi del PD!
Ora il PD (che aveva tanti assenti in aula) dice che è colpa nostra. Ma sono loro ad avere i franchi tiratori (già dai tempi dell'elezione di Prodi al Quirinale ricordate?). Ora il PD affosserà questa legge elettorale perché è passato un emendamento che prevede la sua applicazione in tutta Italia, dal sud al nord.
Vi rendete conto? Questa si chiama schizofrenia. Renzi è incapace di gestire le miliardi di correnti del suo partito. Avrebbe fatto davvero bene (come aveva detto) a ritirarsi a vita privata dopo la sconfitta del referendum del 4 dicembre.
http://www.beppegrillo.it/2017/06/schiz ... l#commenti
Ciao
Paolo11
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Re: LEGGE ELETTORALE
Il Pd fa saltare l’accordo sulla legge elettorale
Riparte tutto daccapo. M5s: “Subito al voto”
Approvato con voto segreto emendamento sul Trentino dei Cinquestelle e un esponente di Fi (leggi)
Rosato-Toninelli, grida alla Camera (video). Ma il voto su quella modifica non era una sorpresa (leggi)
Politica
Al primo voto segreto sulla riforma elettorale l’intesa Pd-M5s-Forza Italia crolla. Su un emendamento di Forza Italia e M5S sul sistema elettorale in Trentino, la “maggioranza” va in pezzi. E per il Pd è la prova che la colpa è dei Cinquestelle: “La vostra parola non vale nulla, nulla, nulla” grida al microfono in Aula Rosato. A lui risponde ugualmente sdegnato Toninelli: “Se c’è qualcuno responsabile sono loro”. Caos aggravato da un incidente tecnico: il tabellone di Montecitorio si accende e trasforma il voto segreto in voto palese e così si vede come votano i deputati
di F. Q.
Riparte tutto daccapo. M5s: “Subito al voto”
Approvato con voto segreto emendamento sul Trentino dei Cinquestelle e un esponente di Fi (leggi)
Rosato-Toninelli, grida alla Camera (video). Ma il voto su quella modifica non era una sorpresa (leggi)
Politica
Al primo voto segreto sulla riforma elettorale l’intesa Pd-M5s-Forza Italia crolla. Su un emendamento di Forza Italia e M5S sul sistema elettorale in Trentino, la “maggioranza” va in pezzi. E per il Pd è la prova che la colpa è dei Cinquestelle: “La vostra parola non vale nulla, nulla, nulla” grida al microfono in Aula Rosato. A lui risponde ugualmente sdegnato Toninelli: “Se c’è qualcuno responsabile sono loro”. Caos aggravato da un incidente tecnico: il tabellone di Montecitorio si accende e trasforma il voto segreto in voto palese e così si vede come votano i deputati
di F. Q.
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Re: LEGGE ELETTORALE
LA STRENUA LOTTA ALL’ULTIMO SANGUE PER VINCERE:
IL GRATTA E VINCI
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Legge elettorale, Pd decreta la fine del patto. Grillo: “Lo affossate perché volete farvi la legge da soli”
di F. Q. | 8 giugno 2017
Politica
Dopo una mattina di bagarre a Montecitorio, il portavoce della segreteria dem Richetti dà l'annuncio: intesa a quattro affossata. La scusa è una richiesta di modifica sul Trentino di grillini e Fi approvata con voto segreto. Ma non era una sorpresa che i 5 stelle avrebbero chiesto modifiche. Il leader sul blog: "Ci sfugge il perché". Il provvedimento torna in commissione, ma se ne dispiacciono in pochi. Alfano: "Eurogoal". Addirittura Grasso: "Non è un de profundis"
di F. Q. | 8 giugno 2017
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Più informazioni su: Legge Elettorale, Matteo Renzi, Movimento 5 Stelle, PD
Il Pd prende al balzo la prima scusa per gridare al tradimento: “L’accordo è saltato, se ne parla dopo le amministrative”. Beppe Grillo quasi tira un sospiro di sollievo e contrattacca: “Lo affossate perché volete fare da soli”. Il patto a quattro per la riforma della legge elettorale, con l’improbabile accordo tra dem, 5 stelle e Silvio Berlusconi, è morto prima ancora di nascere ed è finito seguendo la più banale delle previsioni: nel nulla. Dopo una mattina di bagarre a Montecitorio, l’Aula ha votato per il ritorno in commissione del provvedimento con 187 voti di differenza (contrari M5s, a favore Pd-Fi-Lega Nord). Si ricomincia da capo, ovvero da zero. Ora ognuno potrà tornare a recitare la sua parte e accusare l’altro di aver violato l’accordo. Liberi tutti quindi, di nuovo e di nuovo pronti a invocare le urne anticipate con il sistema elettorale uscito dalla Consulta. Se non fosse vero, sembrerebbe uno scherzo. Cosa succederà ora? Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come ha rivelato l’Ansa, non nasconde la sua preoccupazione per lo stallo che si è venuto a creare. Berlusconi invece, uscendo dal silenzio, ha chiesto responsabilità e che non si fermi il cammino della legge. Che sia un augurio sincero oppure no, poco conta: i tempi si allungano ancora e la corsa per il voto a settembre pare già finita. Ma la verità è che il ritardo non dispiace a molti. Tanto per cambiare esulta Angelino Alfano, il ministro leader di Ap, il partito che sicuramente non avrebbe superato la soglia di sbarramento del nuovo sistema: “Eurogoal“, ha scritto su Twitter. Addirittura il presidente del Senato Pietro Grasso ha fatto l’ottimista: “Sulla legge elettorale non mi pare ci sia stato un de profundis. Il ritorno in commissione significa un momento di ulteriore riflessione che penso possa aiutare”. Tra le ipotesi avanzate da alcuni c’è pure l’idea che si possa procedere per decreto: “Non si azzardino a farlo e a mettere la fiducia”, ha detto l’ex Pd Pier Luigi Bersani, “perché siamo in un sistema democratico e parlamentare: non possono stoppare un parlamento che sta votando e fare un decreto su una legge elettorale. Siccome sento dire questa cosa, se la tolgano dalla testa”.
01:43
Video di Alberto Sofia
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06 ... i/3645180/
Il casus belli che ha fatto saltare tutto ufficialmente è stata l’approvazione in mattinata con voto segreto di un emendamento sul Trentino Alto Adige proposto dal deputato M5s Riccardo Fraccaro e dall’azzurra Michaela Biancofiore. Di fatto il via libera ha eliminato per la regione a statuto speciale i collegi maggioritari, introducendo il proporzionale come nelle altre regioni. Uno schiaffo al Pd che si era fatto garante con la Svp del mantenimento del Mattarellum: il partito della minoranza di lingua tedesca, con i collegi maggioritari riesce a eleggere più parlamentari formando poi in Parlamento dei gruppi che collaborano in pieno con i dem. Il Pd lo ha definito un tradimento, ma il voto su quella modifica non era una sorpresa. Solo ieri il comitato dei 9 si era radunato per discutere delle oltre 200 richieste di modifica depositate ed era noto il fatto che i 5 stelle avrebbero chiesto alcuni cambiamenti, come il voto disgiunto o l’introduzione delle preferenze. Il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato aveva già detto che non avrebbero ammesso modifiche. E così è stato. Ad avere il compito di annunciare l’affossamento dell’accordo è stato il neo portavoce della segreteria dem Matteo Richetti: “Il M5s”, ha detto al termine dell’incontro, “ha dimostrato un’inaffidabilità patologica
. È evidente che l’accordo è saltato. Ora si torna in commissione. Affrontiamo le amministrative e la prossima settimana decideremo che cosa fare”. Quindi un nuovo rinvio e di nuovo un niente di fatto. Il ministro degli Esteri Alfano si è addirittura preso una parte del merito: “F.I. presenta emendamento. Noi di #AP chiediamo voto segreto. Loro vanno sotto. #Inciucellum affondato! #EUROGOAL #leggeelettorale”, ha scritto su Twitter.
Per Beppe Grillo le cose si mettono meglio del previsto. Quello che all’inizio sembrava l’accordo da non perdere per avere una legge elettorale che in qualche modo li favorisse, si era trasformato in un logorante processo dentro e fuori il Movimento. Accordarsi con Renzi e Berlusconi? Difficile da giustificare agli occhi degli elettori. Una riforma che non prevedeva le preferenze? Ancora peggio. La strategia di dialogare con Pd e Berlusconi aveva messo sul piede di guerra gli ortodossi, guidati da Roberto Fico, contro quello che già si comporta come leader in pectore Luigi Di Maio. Una lotta che va avanti da mesi e che non appassiona Grillo, stanco di tirarsi coinvolto in beghe interne che secondo lui fanno solo perdere tempo. Anche per questo nelle scorse ore era stato annunciato un secondo voto in rete sul testo emendato dalla Camera: un modo come un altro per minare il patto e renderlo praticamente debolissimo. La pugnalata finale al patto del Pd ha consegnato così su un piatto d’argento a Grillo la possibilità di contrattaccare, tanto che con un video-messaggio sul blog ha dichiarato: “Ma dai, Pd. Far saltare tutto per il Trentino Alto Adige. Ma potevate dircelo, vi davamo anche la Val d’Aosta. Dai Pd, siate sinceri. Diteci il perché. Ci sfugge un po’ questa cosa. Se ce lo dite, noi ci ritiriamo, e vi fate una leggina con lo psiconano, con Dudù. Vi fate una bella leggina, democratica, meravigliosa, e fate quello che volete, coi vostri franchi, genuini e liberi tiratori. Prodi se li ricorda, eh”.
Grillo ha quindi accusato i democratici di stare a sentire le richieste del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di Carlo De Benedetti che nelle scorse settimane si sono espressi più volte contro il voto anticipato: “Poi escono questi fantasmi dal passato, questo signore di 90 anni che ancora dà moniti e dice ‘non bisogna andare alle elezioni’. Poi c’è De Benedetti, un imprenditore che ha causato catastrofi naturali nelle sue aziende, che dice ‘non bisogna andare a votare'”. Per Grillo “siamo nel campo degli psicodrammi”: “Ditecelo, noi ci ritiriamo e vi fate una bella leggina come piace a voi. Democratica… Certo, non tutta l’Italia sarà coinvolta nella legge elettorale. Noi volevamo esagerare, avevamo pensato di coinvolgere tutta l’Italia. Ma noi siamo ancora indietro, voi siete avanti col pensiero. La colpa? Non lo so. Questa è psicologia, è paranoia, siamo nel campo degli psicodrammi. Quindi, per seguirvi dovrei chiamare il mio neurologo che adesso è dall’analista”. Quindi l’appello finale: “Dai, ditecelo. Mandatemi anche due righe, giuro che non le pubblico. Ma spiegateci. Non volevate andare a votare? È colpa del maggioritario? Del proporzionale? Sarebbe stata una legge perfetta. Bella. E voi avreste goduto, anche. Ma siete masochisti, lo so. L’avevamo proposta noi e questo, per voi, era una gastrite neurologica. Non potevate sopportarlo. Dai, fatemi una telefonata. Me lo dite, e noi ce ne andiamo in Trentino”. Sulla scia del leader si è messo anche Di Maio, quello che aveva sponsorizzato l’accordo con Pd e Forza Italia, e che di sicuro non vede di buon occhio l’uscita di scena: “Ora si voti subito”, ha detto uscendo da Montecitorio. Niente di meno probabile.
di F. Q. | 8 giugno 2017
IL GRATTA E VINCI
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Legge elettorale, Pd decreta la fine del patto. Grillo: “Lo affossate perché volete farvi la legge da soli”
di F. Q. | 8 giugno 2017
Politica
Dopo una mattina di bagarre a Montecitorio, il portavoce della segreteria dem Richetti dà l'annuncio: intesa a quattro affossata. La scusa è una richiesta di modifica sul Trentino di grillini e Fi approvata con voto segreto. Ma non era una sorpresa che i 5 stelle avrebbero chiesto modifiche. Il leader sul blog: "Ci sfugge il perché". Il provvedimento torna in commissione, ma se ne dispiacciono in pochi. Alfano: "Eurogoal". Addirittura Grasso: "Non è un de profundis"
di F. Q. | 8 giugno 2017
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Più informazioni su: Legge Elettorale, Matteo Renzi, Movimento 5 Stelle, PD
Il Pd prende al balzo la prima scusa per gridare al tradimento: “L’accordo è saltato, se ne parla dopo le amministrative”. Beppe Grillo quasi tira un sospiro di sollievo e contrattacca: “Lo affossate perché volete fare da soli”. Il patto a quattro per la riforma della legge elettorale, con l’improbabile accordo tra dem, 5 stelle e Silvio Berlusconi, è morto prima ancora di nascere ed è finito seguendo la più banale delle previsioni: nel nulla. Dopo una mattina di bagarre a Montecitorio, l’Aula ha votato per il ritorno in commissione del provvedimento con 187 voti di differenza (contrari M5s, a favore Pd-Fi-Lega Nord). Si ricomincia da capo, ovvero da zero. Ora ognuno potrà tornare a recitare la sua parte e accusare l’altro di aver violato l’accordo. Liberi tutti quindi, di nuovo e di nuovo pronti a invocare le urne anticipate con il sistema elettorale uscito dalla Consulta. Se non fosse vero, sembrerebbe uno scherzo. Cosa succederà ora? Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come ha rivelato l’Ansa, non nasconde la sua preoccupazione per lo stallo che si è venuto a creare. Berlusconi invece, uscendo dal silenzio, ha chiesto responsabilità e che non si fermi il cammino della legge. Che sia un augurio sincero oppure no, poco conta: i tempi si allungano ancora e la corsa per il voto a settembre pare già finita. Ma la verità è che il ritardo non dispiace a molti. Tanto per cambiare esulta Angelino Alfano, il ministro leader di Ap, il partito che sicuramente non avrebbe superato la soglia di sbarramento del nuovo sistema: “Eurogoal“, ha scritto su Twitter. Addirittura il presidente del Senato Pietro Grasso ha fatto l’ottimista: “Sulla legge elettorale non mi pare ci sia stato un de profundis. Il ritorno in commissione significa un momento di ulteriore riflessione che penso possa aiutare”. Tra le ipotesi avanzate da alcuni c’è pure l’idea che si possa procedere per decreto: “Non si azzardino a farlo e a mettere la fiducia”, ha detto l’ex Pd Pier Luigi Bersani, “perché siamo in un sistema democratico e parlamentare: non possono stoppare un parlamento che sta votando e fare un decreto su una legge elettorale. Siccome sento dire questa cosa, se la tolgano dalla testa”.
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Video di Alberto Sofia
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Il casus belli che ha fatto saltare tutto ufficialmente è stata l’approvazione in mattinata con voto segreto di un emendamento sul Trentino Alto Adige proposto dal deputato M5s Riccardo Fraccaro e dall’azzurra Michaela Biancofiore. Di fatto il via libera ha eliminato per la regione a statuto speciale i collegi maggioritari, introducendo il proporzionale come nelle altre regioni. Uno schiaffo al Pd che si era fatto garante con la Svp del mantenimento del Mattarellum: il partito della minoranza di lingua tedesca, con i collegi maggioritari riesce a eleggere più parlamentari formando poi in Parlamento dei gruppi che collaborano in pieno con i dem. Il Pd lo ha definito un tradimento, ma il voto su quella modifica non era una sorpresa. Solo ieri il comitato dei 9 si era radunato per discutere delle oltre 200 richieste di modifica depositate ed era noto il fatto che i 5 stelle avrebbero chiesto alcuni cambiamenti, come il voto disgiunto o l’introduzione delle preferenze. Il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato aveva già detto che non avrebbero ammesso modifiche. E così è stato. Ad avere il compito di annunciare l’affossamento dell’accordo è stato il neo portavoce della segreteria dem Matteo Richetti: “Il M5s”, ha detto al termine dell’incontro, “ha dimostrato un’inaffidabilità patologica
. È evidente che l’accordo è saltato. Ora si torna in commissione. Affrontiamo le amministrative e la prossima settimana decideremo che cosa fare”. Quindi un nuovo rinvio e di nuovo un niente di fatto. Il ministro degli Esteri Alfano si è addirittura preso una parte del merito: “F.I. presenta emendamento. Noi di #AP chiediamo voto segreto. Loro vanno sotto. #Inciucellum affondato! #EUROGOAL #leggeelettorale”, ha scritto su Twitter.
Per Beppe Grillo le cose si mettono meglio del previsto. Quello che all’inizio sembrava l’accordo da non perdere per avere una legge elettorale che in qualche modo li favorisse, si era trasformato in un logorante processo dentro e fuori il Movimento. Accordarsi con Renzi e Berlusconi? Difficile da giustificare agli occhi degli elettori. Una riforma che non prevedeva le preferenze? Ancora peggio. La strategia di dialogare con Pd e Berlusconi aveva messo sul piede di guerra gli ortodossi, guidati da Roberto Fico, contro quello che già si comporta come leader in pectore Luigi Di Maio. Una lotta che va avanti da mesi e che non appassiona Grillo, stanco di tirarsi coinvolto in beghe interne che secondo lui fanno solo perdere tempo. Anche per questo nelle scorse ore era stato annunciato un secondo voto in rete sul testo emendato dalla Camera: un modo come un altro per minare il patto e renderlo praticamente debolissimo. La pugnalata finale al patto del Pd ha consegnato così su un piatto d’argento a Grillo la possibilità di contrattaccare, tanto che con un video-messaggio sul blog ha dichiarato: “Ma dai, Pd. Far saltare tutto per il Trentino Alto Adige. Ma potevate dircelo, vi davamo anche la Val d’Aosta. Dai Pd, siate sinceri. Diteci il perché. Ci sfugge un po’ questa cosa. Se ce lo dite, noi ci ritiriamo, e vi fate una leggina con lo psiconano, con Dudù. Vi fate una bella leggina, democratica, meravigliosa, e fate quello che volete, coi vostri franchi, genuini e liberi tiratori. Prodi se li ricorda, eh”.
Grillo ha quindi accusato i democratici di stare a sentire le richieste del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di Carlo De Benedetti che nelle scorse settimane si sono espressi più volte contro il voto anticipato: “Poi escono questi fantasmi dal passato, questo signore di 90 anni che ancora dà moniti e dice ‘non bisogna andare alle elezioni’. Poi c’è De Benedetti, un imprenditore che ha causato catastrofi naturali nelle sue aziende, che dice ‘non bisogna andare a votare'”. Per Grillo “siamo nel campo degli psicodrammi”: “Ditecelo, noi ci ritiriamo e vi fate una bella leggina come piace a voi. Democratica… Certo, non tutta l’Italia sarà coinvolta nella legge elettorale. Noi volevamo esagerare, avevamo pensato di coinvolgere tutta l’Italia. Ma noi siamo ancora indietro, voi siete avanti col pensiero. La colpa? Non lo so. Questa è psicologia, è paranoia, siamo nel campo degli psicodrammi. Quindi, per seguirvi dovrei chiamare il mio neurologo che adesso è dall’analista”. Quindi l’appello finale: “Dai, ditecelo. Mandatemi anche due righe, giuro che non le pubblico. Ma spiegateci. Non volevate andare a votare? È colpa del maggioritario? Del proporzionale? Sarebbe stata una legge perfetta. Bella. E voi avreste goduto, anche. Ma siete masochisti, lo so. L’avevamo proposta noi e questo, per voi, era una gastrite neurologica. Non potevate sopportarlo. Dai, fatemi una telefonata. Me lo dite, e noi ce ne andiamo in Trentino”. Sulla scia del leader si è messo anche Di Maio, quello che aveva sponsorizzato l’accordo con Pd e Forza Italia, e che di sicuro non vede di buon occhio l’uscita di scena: “Ora si voti subito”, ha detto uscendo da Montecitorio. Niente di meno probabile.
di F. Q. | 8 giugno 2017
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- Iscritto il: 11/10/2016, 2:47
Re: LEGGE ELETTORALE
IDEE DIVERSE DELLA POLITICA
SILVIOLO CREDE DI ESSERE RISORTO E IMPRECA CONTRO I PM DI PALERMO CHE PRENDONO IN CONSIDERAZIONE L’AFFERMAZIONE DI GRAVIANO
IL DIRETTORE DELL’ESPRESSO LA PENSA DIVERSAMENTE
Una certa idea dell’Italia (che non ha spazio per B.)
Le sintonie con l’ex Cav in questa fine di legislatura ci mostrano l’anima nera del Pd: il governo per il governo. Dopo il flop della legge elettorale e l'errore del voto anticipato per allearsi alla destra, serve un vaccino obbligatorio
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Brutta ciao. Brutta sinistra. Brutto epilogo. Quel proporzionale senza senso, scribacchiato come tutte le leggi di questo Parlamento, orchestrato da un Pd suonato, è l’eredità che ci lasciano questi anni di vagabondaggio nella democrazia.
Siamo di fronte a una sinistra irriconoscibile, al punto che lei stessa è corsa ai ripari, smentendo con coro sinfonico di menzogne ciò che è sotto gli occhi di tutti gli italiani normali. Non abbiamo sconfitto davvero Silvio Berlusconi in vent’anni, forse fatte salve le elezioni del 1996 quando Romano Prodi mostrò che una speranza - poi abortita - c’era, non siamo riusciti a richiuderlo nel suo privato già molto affollato, né a dimostrare al Paese che il suo modo di concepire la cosa pubblica, prima ancora delle scelte che l’ex Cavaliere si è intestato, erano e rimangono un regresso democratico. E invece, quale soluzione esce dal cilindro del nuovo Pd e del suo capo Matteo Renzi, eletto a furor di primarie: scendere a patti con Berlusconi. Non tanto con lui, inteso come il nemico, quanto con l’anima di ciò che la sua politica rappresenta ancora oggi.
La nemesi della minoranza tedesca che fa cadere l’accordo è solo la superficie. Perché quello che c’era davvero di marcio era il terrificante accordo politico e culturale, prima ancora che istituzionale tra la sinistra e Silvio Berlusconi
Un veleno che ci ha indeboliti e sfiancati in questo ventennio, ma che evidentemente come una dose omeopatica ci ha anche mutati, in peggio, rendendoci immuni all’antidoto. Più pericoloso del progetto politico di un accordo con l’ex Cav, è il terribile sospetto che venga messo sul tavolo, o anche solo concepito, perché la sinistra (e quindi «Una certa idea dell’Italia», per dirla con Piero Gobetti) non sa più chi è. Né qual è il suo campo di gioco. Si è contaminata nel profondo. Non sente suonare l’allarme. Non invoca il vaccino obbligatorio, a costo di perdere le elezioni.
Video:
http://espresso.repubblica.it/opinioni/ ... =HEF_RULLO
SILVIOLO CREDE DI ESSERE RISORTO E IMPRECA CONTRO I PM DI PALERMO CHE PRENDONO IN CONSIDERAZIONE L’AFFERMAZIONE DI GRAVIANO
IL DIRETTORE DELL’ESPRESSO LA PENSA DIVERSAMENTE
Una certa idea dell’Italia (che non ha spazio per B.)
Le sintonie con l’ex Cav in questa fine di legislatura ci mostrano l’anima nera del Pd: il governo per il governo. Dopo il flop della legge elettorale e l'errore del voto anticipato per allearsi alla destra, serve un vaccino obbligatorio
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Brutta ciao. Brutta sinistra. Brutto epilogo. Quel proporzionale senza senso, scribacchiato come tutte le leggi di questo Parlamento, orchestrato da un Pd suonato, è l’eredità che ci lasciano questi anni di vagabondaggio nella democrazia.
Siamo di fronte a una sinistra irriconoscibile, al punto che lei stessa è corsa ai ripari, smentendo con coro sinfonico di menzogne ciò che è sotto gli occhi di tutti gli italiani normali. Non abbiamo sconfitto davvero Silvio Berlusconi in vent’anni, forse fatte salve le elezioni del 1996 quando Romano Prodi mostrò che una speranza - poi abortita - c’era, non siamo riusciti a richiuderlo nel suo privato già molto affollato, né a dimostrare al Paese che il suo modo di concepire la cosa pubblica, prima ancora delle scelte che l’ex Cavaliere si è intestato, erano e rimangono un regresso democratico. E invece, quale soluzione esce dal cilindro del nuovo Pd e del suo capo Matteo Renzi, eletto a furor di primarie: scendere a patti con Berlusconi. Non tanto con lui, inteso come il nemico, quanto con l’anima di ciò che la sua politica rappresenta ancora oggi.
La nemesi della minoranza tedesca che fa cadere l’accordo è solo la superficie. Perché quello che c’era davvero di marcio era il terrificante accordo politico e culturale, prima ancora che istituzionale tra la sinistra e Silvio Berlusconi
Un veleno che ci ha indeboliti e sfiancati in questo ventennio, ma che evidentemente come una dose omeopatica ci ha anche mutati, in peggio, rendendoci immuni all’antidoto. Più pericoloso del progetto politico di un accordo con l’ex Cav, è il terribile sospetto che venga messo sul tavolo, o anche solo concepito, perché la sinistra (e quindi «Una certa idea dell’Italia», per dirla con Piero Gobetti) non sa più chi è. Né qual è il suo campo di gioco. Si è contaminata nel profondo. Non sente suonare l’allarme. Non invoca il vaccino obbligatorio, a costo di perdere le elezioni.
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