Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!!!!!

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Maucat
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

Messaggio da Maucat »

La soluzione è sempre una e una sola ma non la vogliono applicare: REDISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA..
Aumentare il potere d'acquisto delle masse che lavorano a scapito della rendita/speculazione finanziaria.
Ricchi un po' meno ricchi e qualche soldino in più a chi lavora veramente...
cielo 70
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

Messaggio da cielo 70 »

camillobenso ha scritto:Niente paura,....ci pensa lui......
http://www.youtube.com/watch?v=gvflllnNHV8




DATI ISTAT
È allarme deflazione in 10 grandi città
Istat, prezzi luglio giù su base annua a Torino, Roma, Firenze e altri importanti comuni: Una fase depressiva così lunga non si registrava da oltre 50 anni
di Redazione Online


Per oltre 30 anni il pericolo numero uno è stata l’inflazione. Ora però potremmo fare i conti contro un avversario apparentemente innocuo, ma in realtà altrettanto insidioso: la deflazione. Che a luglio, secondo l’Istat è già in azione in dieci grandi città. I prezzi a luglio risultano in calo, su base annua, in diversi capoluoghi di regione o provincia autonoma: Torino (-0,4%), Firenze (-0,3%), Bari (-0,3%), Roma (-0,2%), Trieste (-0,1%) e Potenza (-0,1%). Giù anche a Livorno (-0,7%), Verona
(-0,5%), Ravenna (-0,1%) e Reggio Emilia (-0,1%).
L’ultima fase depressiva così lunga oltre 50 anni fa
Per ritrovare una fase depressiva così lunga, sul fronte prezzi, occorre andare indietro di oltre mezzo secolo. Adesso come allora, precisamente a cavallo tra il 1958 e il 1959, il termometro dell’Istat segna solo tassi sotto l’1%. Ma il confronto mette accanto due Italie molto diverse. Alla fine degli anni Cinquanta c’era un Paese pronto al decollo, al boom economico. Oggi, invece, si combatte contro una recessione recidiva, che sta sfibrando il tessuto produttivo.
Un bel grattacapo
E perché il calo dei prezzi non è una buona notizia? Non è tanto per il fatto in sé quanto piuttosto per l’effetto che genera sulle aspettative del consumatore. Che aspettandosi ulteriori cali rinvia potenzialmente all’infinito gli acquisti in programma convinto che così facendo risparmierà ulteriormente. Un bel grattacapo per l’economia.
12 agosto 2014 | 10:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA


http://www.corriere.it/economia/14_agos ... d166.shtml
Io i prezzi li vedo sempre alti. E mi piacerebbe sapere, visto che, con un'inflazione aumentata (da quando c'è la moneta unica e non hanno fatto i controlli) molto di più di quello che vogliono far credere, gli stipendi sono saliti molto di meno, chi è che rimandando gli acquisti :?: poi può risparmiare. Quello che uno prende con lo stipendio non arriva alla terza settimana, di che risparmio blatera l'autore?
camillobenso
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

Messaggio da camillobenso »

Questo di Scacciavillani è un buon articolo




Draghi e la strigliata agostana: cosa voleva dire a Renzi il presidente della Bce
di Fabio Scacciavillani | 17 agosto 2014



A chi ha familiarità con Draghi si pone un dilemma: il Presidente della Bce spicca maggiormente per la padronanza dei temi economici oppure per la ferina capacità di azzoppare politici di mezza tacca?

Di sicuro la seconda qualità si è affinata a via XX settembre alle prese, oltre che con ministri diversamente competenti (da Amato a Tremonti), anche con personaggi dalla caratura intellettuale di un Paolo Cento, in arte Er Piotta, o di un Gianfranco Micciché, noto per le grandi aspirazioni.

L’elenco dei sorci finiti in bocca al gatto fintamente sornione (e dalla leggendaria capacità di persuasione) figura in pergamene opulentemente miniate e non si limita a politicanti. Ad esempio una new entry di pregio è il Governatore della Bundesbank, Jens Wiedemann, la cui golden share nella Bce è evaporata.

Lo stile Draghi rifugge riflettori e tweet per cui #matteostaisereno difficilmente scalerà le vette dei trending. Ciò nonostante il pollice verso in mondovisione ha una ripercussione politica esiziale per il Bomba: sdogana la discesa dalla carretta del vincitore. Ma a parte la gabbana double face, dal punto di vista economico le conseguenze si preannunciano ancora più funeste. Pertanto vale la pena di ridurre la strigliata agostana a linguaggio da taverna sita nell’agro fiorentino tra Rignano e Pontassieve.

1) Un leader che da anni – tra Leopolde, proclami di rottamazioni, programmi delle primarie e comparsate sullo scibile universale – si vanta di avere le idee chiare, ma che arrivato a Palazzo Chigi dimostra di non aver pronto uno straccio di provvedimento o un barlume di strategia, vola alto nella considerazione internazionale quanto un palloncino bucato.

2) Promesse di una riforma al mese, 900mila posti di lavoro per i giovani, spending review e calendari di riforme (fantasma), in Italia vengono dimenticate, ma nelle cancellerie europee la memoria non è un optional. Il 41% ottenuto nei ludi cartacei europei non produce di per se’ risultati tangibili. Essi rimangono ostaggio di un gruppo parlamentare nominato da Bersani.

3) La riforma del Senato e della Costituzione, che tra passaggi e referendum arriverà in porto l’anno venturo, non muove di un centesimo il Pil. Resta da vedere se snellirà i meccanismi decisionali o semplicemente gonfierà i prezzi politici o le rendite dalle bande interne del Pd e dei cespugli vendoliani, alfaniani e montiani.

4) La flessibilità sui conti pubblici ad un paese che ha mancato tutte le promesse solenni da oltre venti anni, non verrà mai concessa se non dopo verifiche sugli effetti di eventuali misure economiche affidate alla reincarnazione di San Tommaso Apostolo.

5) Un governo che implora maggiori risorse da scialare ma non riesce da decenni ad usare i fondi strutturali europei (chiedere ragione al subcomandante Barca), ha smarrito il senso della realtà.

6) Un governo che insiste sull’effetto taumaturgico delle opere pubbliche – quando da decenni non si riescono a completare arterie indispensabili come la Salerno – Reggio Calabria mentre su ogni grande (e piccolo) appalto si scoperchia un letamaio criminale – ha un incolmabile deficit di dignità.

7) Le misure di solidarietà a livello europeo sono già state prese: grazie alla Bce oggi l’Italia paga tassi a dieci anni sul debito pubblico quasi simili agli Usa (2,6% contro 2,4%), che si traducono in svariati miliardi di risparmi sulle uscite. Invece di benedire la manna il governo si lagna che i soldi non bastano.

8) L’effetto del modesto taglio all’Irpef (per un massimo di 80 euro al mese) e all’Irap, al pari del taglio del cuneo fiscale di prodiana memoria, si infrangerà sulle aspettative di nuove e corpose tasse dalla Tasi al riordino del catasto. Peraltro la mancata copertura della mancia elettorale ricorda i fasti dell’abolizione berlusconiana dell’Imu.

9) Uno stimolo di domanda di 80 euro (o di 8000) comunque serve a poco se il sistema produttivo italiano non è competitivo: i consumi andranno in larga misura a cellulari (cinesi), auto (tedesche o giapponesi) televisioni (coreane) e vestiario (rumeno o tunisino).

10) Litigare con Cottarelli per affidare la spending review ad aziendalisti da vaudeville consulenziale è una genialata tafazziana. Va affrontata l’eliminazione dei centri di spesa ridefinendo il perimetro dello stato e abbattendo i gangli del clientelismo. Su questo punto c’è un consenso vastissimo nel paese come testimonia la popolarità dell’abolizione delle province. L’abolizione delle regioni (non l’attuale fetecchia sul Titolo V) sarebbe ancora più popolare.

11) Nella spending review vanno prima fissati obiettivi quantitativi in linea con un taglio drastico delle imposte, ad esempio 100 miliardi in due anni. Poi il commissario (meglio se il ministro dell’Economia se ne assumesse la responsabilità politica in prima persona) individua una scala di priorità e infine il governo decide dove si abbatte effettivamente la scure. Usare la spending review come un bancomat per nuove spese è un trucchetto da marito della Di Girolamo.

12) Sono possibili dozzine di riforme a costo zero: accorpamento di comuni, imposizione dei costi standard nelle forniture pubbliche, ridefinizione di tutele nel mercato del lavoro (basta tradurre ad esempio le leggi tedesche), adozione della legge sugli appalti pubblici sul modello francese, agenzie di collocamento private e via elencando. Per ulteriori informazioni sfogliare uno delle tante classifiche internazionali, tipo Ease of doing business della Banca Mondiale

13) Per rilanciare la domanda è molto più efficace rottamare lo spesometro e rivedere gli studi di settore tremontiani tarati sui tempi di vacche grasse. Permettere all’Agenzia delle Entrate di tormentare e ricattare piccole aziende e negozietti affinché i gabellieri intaschino i bonus, provoca molta più disoccupazione e fallimenti di qualsiasi austerità.

14) I debiti non stimolano la crescita sostenibile, altrimenti l’Italia sarebbe la locomotiva d’Europa dagli anni 70 e vanterebbe tassi di crescita da far invidia alla Cina. Conferire uno stipendio a chi presidia una scrivania distrugge risorse.

15) Escluso Padoan e un paio d’altri, il team di governo manca di spessore. Un rimpasto con gente in grado di assicurare capacità di esecuzione rapida è cruciale proprio perché la nomea di ladri ed inetti (che prevale a torto o a ragione) non permette di circondarsi di ras di provincia o replicanti del duo Carfagna & Gelmini.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/08 ... e/1092584/
Ultima modifica di camillobenso il 18/08/2014, 20:40, modificato 1 volta in totale.
cielo 70
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

Messaggio da cielo 70 »

Condivido quasi tutto, a parte qualche frase polemica come i deputati nominati da Bersani, e in particolare il n. 9 dove dice che il problema risiede nell'offerta. Una seria riduzione della pressione fiscale, anche restituendo, logicamente non a pioggia, il fiscal drag, può rilanciare i consumi interni, visto che si è da più parti affermato che anche da questo dipende la crisi dell'Europa.
Maucat
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

Messaggio da Maucat »

A me vengono in mente queste piccole cosette...

1) Potere d'acquisto delle famiglie da aumentare
2) Ridistribuzione della ricchezza verso la base (chi ha lucrato/ladrato per anni paghi) con apposite leggi fiscali.
3) Razionalizzazione della PA con conseguente risparmio di spesa di molti miliardi (anche a costo di ristrutturazioni pesanti)
4) Lotta senza quartiere alla corruzione e al malaffare, ridare credibilità alle Forze dell'Ordine e assicurare la sicurezza dei cittadini.
5) Investire molto nell'Istruzione Pubblica (possibilmente gratuita e aperta a tutti per valorizzare i potenziali talenti) chiudendo tutti i rubinetti a quella privata (in un'economia di mercato si deve mantenere da sola come ogni azienda privata che sia tale), senza nuove leve istruite non si ha futuro come Paese
6) Snellimento dell'apparato amministrativo con eliminazione delle Province, aggregazione dei piccoli comuni sotto i 50.000 abitanti, eliminazione nelle città più grandi dei Municipi sotto i 150.000 abitanti, eliminazione e/o snellimento delle Forze Armate e della pletora di Partecipate, Enti, ecc. ecc. non indispensabili. Meno strutture, meno burocrazia, meno costi, più efficienza.
7) Riforma della Giustizia che deve ridare alla cittadinanza la certezza del diritto.
8) Incentivare la ricerca e l'innovazione delle imprese che vogliono crescere in Italia e non delocalizzando.
camillobenso
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

Messaggio da camillobenso »

Questo è un momentaccio, coraggio, più avanti ne vedremo di peggio - 1


Oramai è diventata una litania quotidiana quella di appiccicarmi l’etichetta di “pessimista” a cui segue la consueta spiegazione che io non sono né pessimista né ottimista. Sono solo “realista” in quanto mi limito ad osservare gli accadimenti quotidiani e trarne le dovute conseguenze, per l’oggi e il domani.

I quotidiani di oggi sono carichi di osservazioni negative nei confronti del governo di Pittibimbo e verso il premier.

Per quanto mi riguarda nessuna sorpresa in proposito. Sono cose che sapevo già e che ho scritto su questo forum come nel precedente.

Non si tratta di essere dei geni, né dei profeti alla Nostradamus. Basta essere delle persone normali con i piedi per terra ed aver vissuto nella seconda metà del Novecento e in quest’inizio del Terzo Millennio.

Il Tg3 e il Tg 7 di ieri sera hanno passato la notizia della dichiarazione di Squinzi:
“LA SITUAZIONE E’ DRAMMATICA”.

E’ un po’ la scoperta dell’acqua calda.

Con l’apparire di Pittibimbo sulla scena politica anche dalle parti di Viale dell’Astronomia è comparsa una certa euforia che non era per niente giustificata.

Il giornale di Confidustria, come il Corriere della Sera, La Repubblica, La Stampa, il Tg3, La7, hanno subito appoggiato senza riserve il cuggino di Nembo Kid, senza averne la minima giustificazione tecnica.

In nome di un becero e stupido giovanilismo, è stato criticato il pensiero di un certo mondo culturale italiano perché criticava la stupidità di certe scelte, bollandolo con “professoroni”.

Il Prof. Sartori alla lettura della formazione del nuovo governo Renzi, ha diciarato:

“E’ un governo di incompetenti guidato da un incompetenti”

Era chiaro che da subito avesse ragione lui.

Ma i tricolori, malgrado tutto l’appoggiano, come risulta dal post di ieri di Iospero, dove il Pd incrementa il consenso.
Maucat
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

Messaggio da Maucat »

Come ho già detto più volte i sondaggi sono pilotabili come i dati statistici: semplicemente si fanno uscire i numeri che desidera chi paga...!!!
Tra poco più di un mese con l'aggravarsi della crisi (non c'è un Euro in giro, i negozi sono semivuoti e chiudono, la produzione diminuisce anche grazie alle assurde sanzioni contro la Russia che fanno male solo a chi le fa e non a chi le riceve, i disoccupati aumentano) dubito che anche sondaggi farlocchi come gli ultimi che citi, potranno nascondere il vero scontento che ormai serpeggia fra la gente. Spero che tale situazione non giustifichi atti tipo quelli degli anni di piombo per sviare l'attenzione ma lo temo...
camillobenso
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

Messaggio da camillobenso »

Maucat ha scritto:Come ho già detto più volte i sondaggi sono pilotabili come i dati statistici: semplicemente si fanno uscire i numeri che desidera chi paga...!!!
Tra poco più di un mese con l'aggravarsi della crisi (non c'è un Euro in giro, i negozi sono semivuoti e chiudono, la produzione diminuisce anche grazie alle assurde sanzioni contro la Russia che fanno male solo a chi le fa e non a chi le riceve, i disoccupati aumentano) dubito che anche sondaggi farlocchi come gli ultimi che citi, potranno nascondere il vero scontento che ormai serpeggia fra la gente. Spero che tale situazione non giustifichi atti tipo quelli degli anni di piombo per sviare l'attenzione ma lo temo...

I sondaggi non riportano mai i dati assoluti dei test.

Questo vuol dire che come per le europee, si fa credere che il Pd di Renzi abbia preso il consenso del 40,8 % degli italiani.

Non è così, ma la totalità dei merli tricolori lo crede e la banda larga è impegnata a farlo credere.

Il Pd ha preso il 40,8 % dei votanti.

Adesso, raccontando che è aumentato al 42, % è la stessa cosa. Il Pd ha il consenso di quella parte che è intenzionata ad andare al voto.

In realtà il Pd ha il consenso del solo 22,3 % dell'intero corpo elettorale.

Un sondaggio corretto implicherebbe la citazione dei valori assoluti e del numero dei partecipanti al sondaggio.

Diventerebbe chiaro per tutti che il partito del non voto è quello maggioritario nel Paese.

Invece è preferibile trarre in inganno citare solo i dati in percentuale ed omettendo tutti gli altri dati.

Da queste parti si sta vivendo malissimo. Vive bene solo chi pensa alla ripartenza del campionato di calcio e basta.

Quando affronti i problemi reali che ci sovrastano le conclusioni sono sempre più nere, perché non si vede la via d’uscita.

Oggi è stata la giornata di chi ha proposto il tema dell’automazione come nel 3D di pancho, perché da queste parti è entrato in funzione un fitness dislocato in 4 piani completamente senza personale. Solo le persone addette alle pulizie. Quindi bassa manovalanza con l’intento di ottenere alti utili.

O come il progetto statunitense di un supermercato dove i prodotti vengono inseriti in un condotto e ritirati al parcheggio dell’auto.

Niente più personale se non di bassa manovalanza per porre i prodotti nello scaffale ed il solito obbligato personale delle pulizie.

Ovviamente è lecito chiedere quali sono le soluzioni. Nessuna convincente se non quella di un sistema per eliminare le persone. In pratica la guerra.
camillobenso
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

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E' stato il primo Marcello Sorgi de La Stampa, ieri sera ad In Onda, a chiarire che il gesto del gelato mandato in onda da Palazzo Chigi è stata una scelta inopportuna.

Poi, a seguire è arrivata l'ondata di disapprovazione per un gesto da Asilo Mariuccia.

Ha colto perfettamente nel segno Sorgi evidenziando che quella di Pittibimbo è una reazione di stizza per come era stato raffigurato dal L'Economist.

Abbiamo un premier bambino che non sopporta le critiche.

Ma questo lo sapevamo già.


Immagine


30 AGO 2014 11:16
1. DA “IL FATTO” A “LA REPUBBLICA”, RENZI LECCA IL CONO D’OMBRA: “UNA MOSSA COSÌ SPETTACOLARE (E COSÌ IRRITUALE) NON ERA VENUTA IN MENTE NEANCHE A BERLUSCONI” -


2. PADELLARO: “NON GIRA UN EURO, I NEGOZI SONO VUOTI, LE IMPRESE CHIUDONO, LE FAMIGLIE AFFRONTANO IL PEGGIORE AUTUNNO DAGLI ANNI ’50: NON SI SENTIVA PROPRIO IL BISOGNO DI UN REPLAY DI BERLUSCONI CHE FA IL CLOWN E PASSEGGIA PER IL CORTILE DI PALAZZO CHIGI LECCANDO UN GELATO. ANZI, PERFINO L’EX CAV. AVREBBE EVITATO DI FARE IL PAGLIACCIO CON IL GOVERNO NEL BEL MEZZO DI UNA CRISI ECONOMICA OGNI GIORNO PIÙ DEVASTANTE” -


3. “COME DIRE: RAGAZZI VA TUTTO BENONE, E SE I GUFI DELL’''ECONOMIST'' MI DIPINGONO COME UN ADOLESCENTE IMMATURO ACCANTO A HOLLANDE E ALLA MERKEL MENTRE LA BARCHETTA DELL’EURO AFFONDA, IO CI RIDO SOPRA E FO IL GANZO. PURTROPPO, LA BIBBIA DELLA GRANDE FINANZA VOLEVA COMUNICARGLI CHE I GRANDI INVESTITORI NON SANNO CHE FARSENE DEL GOVERNO DEGLI ANNUNCI AI QUALI QUASI MAI SEGUONO I FATTI”



1. CONO D’OMBRA

di Antonio Padellaro per Il Fatto

Con tutti i problemi che abbiamo non si sentiva proprio il bisogno di un replay di Berlusconi che fa il clown e passeggia per il cortile di Palazzo Chigi leccando un gelato. Anzi, duole dirlo, ma perfino l’ex Cavaliere avrebbe evitato di fare il pagliaccio con il governo nel bel mezzo di una crisi economica ogni giorno più devastante.

Ma, come il Pregiudicato (con il quale non a caso è culo e camicia e stringe patti segreti), Renzi pensa di fare fessi gli italiani con queste piccole armi di distrazione di massa. Non gira un euro, i negozi sono vuoti, le imprese chiudono, le famiglie affrontano il peggiore autunno dagli anni 50, ma il premier giovanotto viene immortalato mentre mangiucchia banane o si tira una secchiata d’acqua in testa.

Come dire: ragazzi va tutto benone, e se i gufi dell’Economist mi dipingono come un adolescente immaturo accanto a Hollande e alla Merkel mentre la barchetta dell’euro affonda, io ci rido sopra e fo il ganzo. Purtroppo, la bibbia della grande finanza voleva comunicargli che i grandi investitori non sanno che farsene del governo degli annunci ai quali quasi mai seguono i fatti.

Dopo la figuraccia della riforma scolastica (con i centomila precari assunti da un giorno all’altro, secondo i giornali di corte) che aveva detto “vi stupirà” e che infatti molto ci ha stupito per la sua assenza, Renzi invece di chiudersi in un imbarazzato silenzio si è sparato la mirabolante riforma della giustizia civile che, venghino signori venghino, durerà la metà e mi voglio rovinare. Se continua così, lo statista di Rignano non farà l’annunciato big bang, ma un grosso botto sì. Al gusto di limone.

2. E A PALAZZO CHIGI SPUNTA IL CARRETTO DEI GELATI
Sebastiano Messina per Repubblica

Una mossa così spettacolare (e così irrituale) non era venuta in mente neanche al Berlusconi dei tempi d’oro. Ha fatto arrivare al centro del palazzo un carrettino dei gelati – un carrettino raffinatissimo, quello di Grom, però con il marchio opportunamente coperto da un foglio A4 – e davanti ai giornalisti sbalorditi ha attraversato il cortile per chiedere un cono gelato, come se fosse sul lungomare: «Crema e limone, grazie».


E bisogna dire che solo a Renzi, il gianburrasca che se ne infischia del galateo istituzionale, poteva pensare di organizzare uno sketch teatrale nel più solenne dei palazzi ministeriali, nel luogo dove nascono i decreti legge e muoiono i governi. Ma lui è fatto così, lui ama rompere l’etichetta, anche solo per togliersi il gusto di rispondere a un settimanale inglese, e gli è persino piaciuta la battuta di quell’impertinente cronista che al suo invito a favorire, «se volete assaggiare un po’ di vero gelato italiano ve lo offro volentieri, potete rompere gli argini», ha risposto con sarcasmo romanesco: «Lo assaggi prima lei…».

Renzi, naturalmente, l’ha assaggiato. Non il primo, che ha offerto a una signora dello staff, ma il secondo, che è tornato a prendere dall’emozionatissimo garzone sul carrettino. E ha anche spiegato perché aveva deciso di rispondere così, a quella perfida copertina inglese. Prima con ironia: «Vorrei dire ai nostri amici dell’Economist che ho visto che quello della foto è un gelato confezionato. Che è buono, per carità. Ma questo è il vero gelato italiano, fatto in casa, genuino».


Poi, più seriamente: «Ho letto che saremmo offesi per la copertina dell’Economist. Ma noi non ci offendiamo, siamo convinti che il lavoro che stiamo facendo sia importante e serio. Abbiamo scelto una risposta ironica, rispetto ai pregiudizi che l’Italia ancora suscita bisogna essere capaci di sdrammatizzare».

Il sassolino però deve essergli rimasto nella scarpa, e lui se l’è tolto durante la conferenza stampa che è cominciata mentre il carrettino dei gelati usciva dal cancello del palazzo, tra gli sguardi perplessi degli agenti di guardia.

Ha tirato fuori dal taschino una notizia, quella che la presidenza italiana organizzerà per il 6 ottobre un vertice europeo sulla crescita, e subito dopo ha alzato il tono: «E’ ora di finirla con questa storia che noi andiamo in Europa a chiedere soldi. Ricordo solo che noi abbiamo dato i nostri soldi per il salvataggio delle banche spagnole, mentre le istituzioni italiane si sono salvate abbondantemente da sole. In questi anni l’Italia ha dato più di quanto ha ricevuto. Chi sostiene il contrario lo dica ».


Dopodichè, ahilui, si è impelagato in una metafora che si è trasformata in una trappola linguistica: «Siamo disponibili a un confronto all’americana. O anche, se volete, visto che abbiamo le sciabole delle fiorettiste… ehm, sciabole delle fiorettiste è una contraddizione in termini. Le sciabole delle schermitrici? Fioretto-fiorettiste, spada-spadaccine, ma sciabola…». «Sciabola?» ha ripetuto, chiedendo aiuto ai giornalisti. La domanda è caduta nel vuoto e lui ha cambiato argomento.
Ne aveva tanti, del resto, così tanti che ha rispolverato le slides colorate. Azzurre, verdi, rosse, persino viola (per la giustizia: significherà qualcosa?).

Unificate da un titolo che, ha promesso, varrà per i prossimi mille giorni: «Passo dopo passo » (slogan più riformista e prudente dell’hastag #lasvoltabuona). Ha cominciato dalla Napoli-Bari, capitolo sblocco lavori pubblici. Ha rivelato di aver ricevuto 1617 email dai sindaci (garantendo a ciascuno di loro risposte concrete). Ha fatto l’elenco dei miliardi che potranno essere utilizzati per costruire nuove autostrade e degli sconti fiscali per la diffusione della banda larga. Ha avvertito che premerà sull’acceleratore per il recupero dei fondi europei, «perché i soldi non spesi dell’Europa sono una vergogna». Ha annunciato che il gasdotto dall’Azerbaigian sarà presto attivo, alleggerendo la nostra dipendenza dai russi. Ha confermato che sono stati trovati 600 milioni per i cassintegrati.

E poi, liquidato il sommario dello «Sblocca Italia», è arrivato ai capitoli che gli stavano più a cuore. Il primo era il disegno di legge delega per il nuovo codice degli appalti, che renderà le procedure nazionali simili a quelle degli altri Paesi europei («Norme rivoluzionarie», le ha definite). Il secondo era il dossier scottante della giustizia, scorporato come previsto in due pacchetti. Un decreto legge immediatamente esecutivo per accelerare i tempi della giustizia civile e un disegno di legge da affidare al Parlamento.

E anche qui ci sarà, sostiene il presidente del Consiglio, «una rivoluzione», perché «alla fine dei mille giorni avremo tempi certi di un anno per il primo grado del processo civile». Poi nel ddl sulla giustizia penale ci saranno anche i capitoli sulla prescrizione e sulla responsabilità civile dei magistrati («Chi sbaglia paga» ha sottolineato Renzi, con un’espressione che certamente sarà piaciuta ad Arcore).

Divertente il siparietto al quale il premier ha fatto ricorso per spiegare cosa succederà con le intercettazioni. Cambierà qualcosa, ma non per i magistrati: per i giornali.
Esempio: «Se io prendo una tangente è giusto che sia intercettato e che il contenuto dell’intercettazione sia a disposizione dell’opinione pubblica. Ma se nel prendere la tangente che mi dà Fabio Martini della Stampa (il cronista che era davanti a lui, ndr) si scopre che c’è del tenero tra noi due, è evidente che questo elemento non può essere oggetto di discussione… ». (l’ultima parte della frase è stata coperta dal bisbiglìo divertito dei presenti).

Ultimo capitolo, le divisioni nel governo. Evitando ogni accenno alle polemiche sullo «Sblocca Italia» o al braccio di ferro sulla riforma della giustizia penale, Renzi ha citato un solo ministro, Stefania Giannini: per dire che va tutto bene. «Ho letto che avrei litigato con tutti i ministri. E’ meraviglioso. Alla fine ho letto che avrei litigato anche con Lotti. E lì c’è stata una standing ovation. Col ministro Giannini non c’è stato alcun contrasto. Si è fatta una riunione sulla scuola a Palazzo Chigi con i deputati del Pd, a cui non abbiamo invitato il ministro Giannini per il semplice fatto che non si è ancora iscritta al Pd. Ma le iscrizioni sono aperte, da sette ore, e per la felicità di Bonaccini credo che si siano già iscritti in due…».

Poi, prima di lasciare la sala ai ministri che dovevano spiegare punto per punto i provvedimenti, ha dato l’arrivederci ai giornalisti. «Ci vediamo domenica prossima alla Festa dell’Unità, dove ci saranno ricchi premi e cotillons per tutti». Dall’ultima fila s’è sentito un commento perfido: «E sicuramente i gelati».
camillobenso
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Re: Sveglia ragazzi!!!!!.....Stiamo per saltare!!!!!!!!!!!!!

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Peccato però che questa svolta all’insegna del buon senso si sia confusa ieri con un piccolo show di cui avremmo fatto volentieri a meno. Il presidente del Consiglio che gusta polemicamente un gelato nel cortile di Palazzo Chigi per replicare a una pessima copertina dell’Economist non è certo un’immagine destinata ad aiutare la nostra credibilità internazionale, si presenta invece come una scelta assai discutibile di marketing politico. Onestamente non ci viene in mente un altro grande leader europeo in carica che avrebbe dato vita alla stessa performance. Quantomeno qualcuno a lui vicino avrebbe avuto il fegato per fermarlo in tempo.





EDITORIALE
A passettini sparsi
di Dario Di Vico



La gradualità ha dunque preso il sopravvento sulla velocità fine a se stessa. Con la parola d’ordine del «passo dopo passo» il premier Renzi sembra aver preso atto, almeno a livello di comunicazione, che nell’azione di governo c’è bisogno di meno foga e più raziocinio. Da sprinter di valore intermedio il presidente si candida ora a diventare un buon mezzofondista. Confidiamo, di conseguenza, che da oggi in poi i provvedimenti siano ben scritti, che i decreti attuativi seguano per tempo e che l’implementazione delle norme non resti impigliata nelle trappole tese, più o meno ad arte, dalla burocrazia.


Peccato però che questa svolta all’insegna del buon senso si sia confusa ieri con un piccolo show di cui avremmo fatto volentieri a meno. Il presidente del Consiglio che gusta polemicamente un gelato nel cortile di Palazzo Chigi per replicare a una pessima copertina dell’Economist non è certo un’immagine destinata ad aiutare la nostra credibilità internazionale, si presenta invece come una scelta assai discutibile di marketing politico. Onestamente non ci viene in mente un altro grande leader europeo in carica che avrebbe dato vita alla stessa performance. Quantomeno qualcuno a lui vicino avrebbe avuto il fegato per fermarlo in tempo.

Guardando alla sostanza delle scelte del Consiglio dei ministri di ieri si può dire che dalla riunione è uscito un film ricco di abbondante trama e di altrettanti annunci. Insieme al tema della giustizia il nocciolo è rappresentato dal provvedimento sblocca Italia che, pur sceso dai 43 miliardi sbandierati fino a qualche giorno fa a numeri più realistici, si compone di almeno tre parti. La prima è un elenco di opere pubbliche che a detta di Renzi e del ministro competente Maurizio Lupi saranno rese cantierabili entro il 2015, la seconda è uno scambio (che farà discutere a Roma come a Bruxelles) tra il governo e le società autostradali che si impegnano a investire e incassano la proroga delle concessioni, la terza - infine - è la tranche autenticamente liberale che promette di semplificare le ristrutturazioni degli appartamenti e abbassa il tetto per le defiscalizzazioni delle piccole opere.
Rinviata in extremis, invece, l’idea di incentivare fiscalmente l’affitto delle abitazioni. Le tre parti, a un primo esame e in base alle cose che sappiamo finora, non appaiono però in equilibrio tra loro, i passettini prevalgono sui passi. Ed è la lunga lista delle infrastrutture da realizzare ad avere nettamente la meglio con qualche scelta che ha del sorprendente, come l’alta velocità/alta capacità sulla tratta ferroviaria Palermo-Messina-Catania. Una priorità che darà adito ai maliziosi di formulare un cattivo pensiero: quello di un premier che coltiva segretamente l’ipotesi di andare nel 2015 a elezioni anticipate. Senza però volersi lanciare nelle previsioni sull’esito della legislatura e solo attenendosi agli annunci, lo step successivo consisterà nel verificare opera per opera le ipotesi di copertura e i meccanismi di finanziamento di lavori che, giova ricordarlo, interessano alla fine almeno una dozzina di Regioni. Già in passato altri governi avevano giocato con gli annunci del varo di grandi opere spostando e mescolando impegni già presi con pure intenzioni, vecchie risorse con nuovi piccoli stanziamenti. È uno di quei famosi casi in cui il diavolo ha da sempre la capacità di nascondersi nei dettagli.
Dove Matteo Renzi sembra essersi arreso, almeno in questa fase, è il disboscamento della giungla delle municipalizzate. Dopo tante parole spese nelle settimane e nei giorni precedenti, il decisionismo del presidente del Consiglio si è fermato davanti alle remore dei sindaci e così il socialismo municipale italiano è riuscito ancora una volta a evitare la rottamazione. Per una misura che alla fine è mancata all’appello ne va segnalata un’altra che invece è sicuramente positiva e riguarda la ratifica del piano straordinario per accrescere il numero delle aziende italiane che esportano con continuità, predisposto da tempo dal viceministro Carlo Calenda. In materia di competitività delle imprese, Renzi ha riproposto anche ieri nella conferenza stampa l’idea che ha maturato sull’evoluzione del costo del lavoro nella manifattura. Per difendere la scelta - peraltro giusta - di mettere 80 euro in più in busta paga, il premier, fresco dell’incontro con il leader della Fiom Maurizio Landini, ha sostenuto che l’Italia deve puntare sull’industria di qualità e sugli alti salari. In linea di principio niente da obiettare solo che se si vuole difendere l’occupazione sarà forse meglio adottare come Paese una strategia più articolata. Perché ci sono settori e aziende sicuramente in grado di creare una quota significativa di valore aggiunto e di ridistribuirlo ai propri dipendenti - come ha fatto di recente la Ferrero - ma ci sono anche settori labour intensive come elettrodomestici e auto nei quali la competizione internazionale si gioca anche sui costi della manodopera. Ignorarlo vuol dire rassegnarsi presto o tardi a veder emigrare questo tipo di lavorazioni oppure a sussidiarle con vagonate di cassa integrazione e provvedimenti ad hoc di decontribuzione. È bene saperlo.

30 agosto 2014 | 07:15
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