Renzi

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Re: Renzi

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Elezioni | Di F. Q.


Il Pd ko nella Rignano
dei Renzi: vince Lorenzini
il teste nell’inchiesta
contro papà Tiziano
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Re: Renzi

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IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Paolo Farinella


Elezioni Amministrative 2017

Ballottaggio Genova 2017, perché voterò Crivello (ma non il Pd che è morto)




di Paolo Farinella | 13 giugno 2017

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Più informazioni su: Elezioni, Genova, Lega Nord, Matteo Renzi, PD, Silvio Berlusconi, Trattativa Stato-Mafia

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Al primo turno il Pd genovese ha perso 50mila voti regalandone la maggior parte all’astensione. Il suo candidato, Gianni Crivello, è arrivato secondo con 5 punti di distanza dal candidato della Lega di Salvini, Marco Bucci. Genova non ha scelto la destra, ma non ha votato il Pd. Questo è il dato essenziale, scarno, nudo e crudo.

Io non ho votato Pd e non me ne pento perché Renzi ha portato la xylella anche a Genova, dimezzando l’ulivo di Prodi e perdendo la metà degli elettori di 10 anni fa. Per fortuna non è venuto a fare campagna personalmente perché la sua presenza avrebbe convinto anche i topi a scappare da Genova e il Pd sarebbe scomparso letteralmente. A sentire i commenti dei mezzi pezzi stitici del Pd nostrano, verrebbe voglia di non andare a votare o di annullare la scheda al ballottaggio, perché sono indegni del voto democratico, piccoli “personaggetti”, a cominciare dal tronfio prepotente di Rignano che ha perduto anche nel suo paesello. Anche Paolo Putti, ex consigliere comunale Cinque stelle candidato per la lista civica “Chiamami Genova”, ha dichiarato che non darà indicazioni al suo 5%, perché non si fida né del Pd, né della destra, in quanto da ambedue li separa una distanza siderale. Come dargli torto?


Su tutto, però, occorre riflettere su Genova e il suo interesse che di certo non sta nel regalarla alla Lega di Salvini che con Bucci la farebbero ritornare all’inciviltà. Non possiamo correre il rischio di vedere Genova come città e come comunità umana messa nelle mani di chi aumenterebbe la povertà, distruggendo definitivamente lo stato sociale, creando ghetti di porzioni di cittadini e puntando sulle politiche di destra che storicamente hanno sempre sacrificato i disagiati a beneficio dei furbi, dei ricchi e dei maneggioni.

Al ballottaggio di domenica 25 giugno voterò Gianni Crivello, non il Pd che ormai è morto e sepolto. Mi auguro che Crivello sappia fare tre mosse strategiche:


1. Prendere le distanze e dire chiaro e forte una piena e totale discontinuità con l’amministrazione precedente (la troppa accondiscendenza lo ha penalizzato molto).
2. Dica una parola d’onore sull’impegno che prenderà sul Centro storico, vera prima periferia di Genova. Nel Centro storico, il Pd si è giocato la sua credibilità.
3. Dichiari che non solo non taglierà i servizi sociali, ormai alla canna del gas, ma che aumenterà i contributi per le famiglie e i singoli poveri che hanno rinunciato ormai a tutto e sopravvivono di elemosina ed espedienti.


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Ballottaggio Genova 2017, perché voterò Crivello (ma non il Pd che è morto)
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Al primo turno il Pd genovese ha perso 50mila voti regalandone la maggior parte all’astensione. Il suo candidato, Gianni Crivello, è arrivato secondo con 5 punti di distanza dal candidato della Lega di Salvini, Marco Bucci. Genova non ha scelto la destra, ma non ha votato il Pd. Questo è il dato essenziale, scarno, nudo e crudo.

Io non ho votato Pd e non me ne pento perché Renzi ha portato la xylella anche a Genova, dimezzando l’ulivo di Prodi e perdendo la metà degli elettori di 10 anni fa. Per fortuna non è venuto a fare campagna personalmente perché la sua presenza avrebbe convinto anche i topi a scappare da Genova e il Pd sarebbe scomparso letteralmente. A sentire i commenti dei mezzi pezzi stitici del Pd nostrano, verrebbe voglia di non andare a votare o di annullare la scheda al ballottaggio, perché sono indegni del voto democratico, piccoli “personaggetti”, a cominciare dal tronfio prepotente di Rignano che ha perduto anche nel suo paesello. Anche Paolo Putti, ex consigliere comunale Cinque stelle candidato per la lista civica “Chiamami Genova”, ha dichiarato che non darà indicazioni al suo 5%, perché non si fida né del Pd, né della destra, in quanto da ambedue li separa una distanza siderale. Come dargli torto?






Su tutto, però, occorre riflettere su Genova e il suo interesse che di certo non sta nel regalarla alla Lega di Salvini che con Bucci la farebbero ritornare all’inciviltà. Non possiamo correre il rischio di vedere Genova come città e come comunità umana messa nelle mani di chi aumenterebbe la povertà, distruggendo definitivamente lo stato sociale, creando ghetti di porzioni di cittadini e puntando sulle politiche di destra che storicamente hanno sempre sacrificato i disagiati a beneficio dei furbi, dei ricchi e dei maneggioni.

Al ballottaggio di domenica 25 giugno voterò Gianni Crivello, non il Pd che ormai è morto e sepolto. Mi auguro che Crivello sappia fare tre mosse strategiche:






1. Prendere le distanze e dire chiaro e forte una piena e totale discontinuità con l’amministrazione precedente (la troppa accondiscendenza lo ha penalizzato molto).
2. Dica una parola d’onore sull’impegno che prenderà sul Centro storico, vera prima periferia di Genova. Nel Centro storico, il Pd si è giocato la sua credibilità.
3. Dichiari che non solo non taglierà i servizi sociali, ormai alla canna del gas, ma che aumenterà i contributi per le famiglie e i singoli poveri che hanno rinunciato ormai a tutto e sopravvivono di elemosina ed espedienti.

Montanelli, nel secolo scorso, invitava a turarsi il naso e votare Dc, oggi bisogna fare violenza alla propria coscienza perché sarà inevitabile che il mio voto, come quello di altri, sarà usurpato dal Pd che lo userà per accreditare una dirigenza vecchia e maneggiona. Mi auguro che Crivello sappia distinguere a naso i voti dati a lui come persona e sappia agire di conseguenza, affermando la sua totale autonomia dall’apparato del partito renziano che lo porterebbe al fallimento.

L’errore più grave che ha fatto Marco Doria è stato di non dare le dimissioni, quando decise di non presentarsi per il secondo mandato. Avrebbe costretto a rimescolare le carte, a mandare a casa tutti gli arrivisti e i papponi e avrebbe permesso di giocare d’attacco, dando spazio al mondo civile che vomita i partiti così come sono. Restando in carica ha tenuto il moccolo al Pd che ha dovuto nascondersi, a Genova come in tutta Italia, dietro liste civiche perché ha consumate tutte le facce, anche quelle di riserva, conservando solo l’alterigia presuntuosa della prosopopea renzista.

Caro Paolo Putti, hai pienamente ragione, ma tu e io siamo responsabili e voglio tentare almeno a dare una mano al popolo dei poveri che passano anche dalla mia parrocchia perché il Comune non li prende nemmeno in carico. Sono diventato, con altri, un sostituto dei servizi sociali.

Io, Paolo, prete, invito te a chiedere ai tuoi di votare “la persona Crivello Gianni” non il Pd di Renzi, anteponendo l’interesse della Genova che soffre anche alla coerenza della mia coscienza. Mi auguro che i Genovesi non strozzino Genova nel leghismo o nel partito di Berlusconi, che, oltre essere un pregiudicato, che abbiamo combattuto insieme, è ancora oggi tirato in ballo come presunto mandante delle stragi del 1993 da Giuseppe Graviano, il boss di Brancaccio, in carcere ad Ascoli. Genova che fece cadere nel 1960 il governo Tambroni, può oggi tradire se stessa e consegnarsi, mani e piedi, alla Lega senza cultura e senza ideali e a Berlusca? Dio non voglia.


Montanelli, nel secolo scorso, invitava a turarsi il naso e votare Dc, oggi bisogna fare violenza alla propria coscienza perché sarà inevitabile che il mio voto, come quello di altri, sarà usurpato dal Pd che lo userà per accreditare una dirigenza vecchia e maneggiona. Mi auguro che Crivello sappia distinguere a naso i voti dati a lui come persona e sappia agire di conseguenza, affermando la sua totale autonomia dall’apparato del partito renziano che lo porterebbe al fallimento.

L’errore più grave che ha fatto Marco Doria è stato di non dare le dimissioni, quando decise di non presentarsi per il secondo mandato. Avrebbe costretto a rimescolare le carte, a mandare a casa tutti gli arrivisti e i papponi e avrebbe permesso di giocare d’attacco, dando spazio al mondo civile che vomita i partiti così come sono. Restando in carica ha tenuto il moccolo al Pd che ha dovuto nascondersi, a Genova come in tutta Italia, dietro liste civiche perché ha consumate tutte le facce, anche quelle di riserva, conservando solo l’alterigia presuntuosa della prosopopea renzista.

Caro Paolo Putti, hai pienamente ragione, ma tu e io siamo responsabili e voglio tentare almeno a dare una mano al popolo dei poveri che passano anche dalla mia parrocchia perché il Comune non li prende nemmeno in carico. Sono diventato, con altri, un sostituto dei servizi sociali.

Io, Paolo, prete, invito te a chiedere ai tuoi di votare “la persona Crivello Gianni” non il Pd di Renzi, anteponendo l’interesse della Genova che soffre anche alla coerenza della mia coscienza. Mi auguro che i Genovesi non strozzino Genova nel leghismo o nel partito di Berlusconi, che, oltre essere un pregiudicato, che abbiamo combattuto insieme, è ancora oggi tirato in ballo come presunto mandante delle stragi del 1993 da Giuseppe Graviano, il boss di Brancaccio, in carcere ad Ascoli. Genova che fece cadere nel 1960 il governo Tambroni, può oggi tradire se stessa e consegnarsi, mani e piedi, alla Lega senza cultura e senza ideali e a Berlusca? Dio non voglia.
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Re: Renzi

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Il politolo Roberto Marchesi da, in questo articolo, una nuova definizione di “Faccia di bronzo”.
Evvabbè, con tre anni di ritardo si arriva a scoprire chi sia Pinocchio Mussoloni.

Quello che però ancora manca, sia da parte di politologi, di sociologi, e di psichiatri, è la spiegazione tecnica del perché ci siano esseri umani che credono alle Megaballe di Pinocchio Mussoloni.

Anche se oggi non si usa più, ma se mi piazzassi in una pubblica piazza, o prendessi la parola in un talk televisivo, cercando insistentemente di far credere che gli “asini volano”, prima o poi dovrei aspettarmi due marcantoni in camice bianco che mi caricano su di una croce rossa e mi portano in un luogo dove si effettuano cure psichiatriche.

Mussoloni alla fine è il solito furbo di turno.

Quello che è tecnicamente inspiegabile è perché ci siano italiani che credono alle sue Megaballe.

Che poi è la stessa cosa di credere agli “asini che volano”.

E’ comprensibile che chi vuole giocare al “Gratta e vinci sicuro”, faccia finta per interesse personale e di carriera, di credere alle Super Megaballe di Pinocchio Mussoloni.

Ma chi non ha un interesse personale e lo sostiene, rimane un’incognita. Almeno per me.

E a quanto sembra sono tanti gli italioti che lo sostengono.



IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Roberto Marchesi
Politica



Matteo Renzi e la nuova definizione di faccia di bronzo
di Roberto Marchesi | 14 giugno 2017

28
• 942


Più informazioni su: Donald Trump, Matteo Renzi

Roberto Marchesi
Politologo, studioso di macroeconomia
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Ai tempi d’oro della “Prima Repubblica”, quando ancora tutti i politici dovevano parlare in pubblico nei comizi in piazza, tenendo un linguaggio rispettoso e, almeno apparentemente, sincero (non nei super-protetti studi televisivi dove ogni sorta di commedia è sempre ammessa ed applaudita da colleghi e pubblico scientemente selezionati per far accettare dalla platea di qua e di là dello schermo qualunque frottola purché raccontata con maestria) nessun venditore di fumo politico, ancorché bravo e suadente, si sarebbe arrischiato a presentarsi in pubblico dopo aver solennemente “bucato”, non una promessa qualunque, ma nientemeno che la parola d’onore che, in caso di sconfitta elettorale, egli stesso avrebbe fatto ammenda dei suoi errori ritirandosi a vita privata.
Ai giorni nostri invece qualunque atteggiamento, anche il più fantasioso, il più bizzarro, il meno onorevole, è consentito. Nella convinzione (per niente plausibile) che il popolo al di là dello schermo sia una vuota entità senza memoria e senza cervello, utile solo a tracciare una crocetta sulla scheda voto, voluttuosamente disegnata non solo sul piano grafico ma anche su quello istituzionale allo scopo unico e palese di fare il “pieno” elettorale senza nulla impegnare seriamente né di pubblico né di personale.
Il cittadino dunque, degradato a soggetto immateriale per mezzo di qualche panzana ben condita con adeguata retorica e astuzia, può essere attraversato impunemente con la stessa naturalezza dell’etereo fantasma mentre procede con noncuranza oltre un muro di consistente materia, diventando così bersaglio e oggetto dei più ingegnosi progetti di conquista per ogni livello di potere. Anche dei più eccelsi, come ci è data testimonianza dalle conquiste attuate nell’ultimo trentennio da una triade di improbabili o improvvisati statisti, diventati famosi a livello planetario oltre che per le loro similitudini culturali, anche grazie ai nomignoli coi quali i media di mezzo mondo li hanno battezzati: mi riferisco ovviamente agli oramai ben noti “Renzusconi e Trumpusconi”.
Ben diverso approccio poteva ovviamente consentirsi qualunque politico che avesse deciso, nel secolo scorso, per dovere e convenienza professionale, di attraversare una piazza che immateriale non era. E se avesse fatto pubblicamente quella avventata promessa, senza sentirsi poi in serio dovere di mantenerla, sarebbe stato immancabilmente accolto da una pioggia di verdura variegata e di abbondanti quantità di uova scrupolosamente scelte tra quelle sicuramente marce.
Nel secolo scorso, per molto meno che una totale abiura fatta da un personaggio pubblico di altissimo livello, si diceva di chi teneva tale comportamento che aveva una “faccia di tolla”, probabilmente allo scopo di caratterizzare la scarsa affidabilità e consistenza del materiale usato per “metterci la faccia” di chi impegnava la propria credibilità senza curarsi del fatto che era invece già ben nota la sua completa inaffidabilità.
Generalmente tale appellativo era assegnato a fanciulli che bonariamente e furbescamente, speravano di conquistare credibilità a danno dei compagni di gioco. Mai si sarebbe pensato che lo stesso puerile atteggiamento potesse essere ripetuto a distanza di un secolo nientemeno che da qualcuno che fino a pochi mesi prima era assiso nella poltronissima di Palazzo Chigi.
Ecce homo, dicevano i latini.
Se questo è l’uomo dobbiamo però ricordarci di aggiungere nel vocabolario dei sinonimi, anche la nuova locuzione “faccia di Renzi”, vicino alle consimili “faccia di bronzo” e “faccia di tolla”, per indicare chi non si preoccupa minimamente di essere privo di ogni credibilità ogni volta che apre bocca, tanto più quando si mette su un piedistallo istituzionale promettendo a destra e manca riforme la cui affidabilità, personale e politica, è ridotta ormai allo stremo dello zero negativo.
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Re: Renzi

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Noi siamo questi.


Nessuno di noi qui nel forum possiede "tutte" le qualità necessarie per capire la "complessità" della politica, ma se uniamo le nostre forze, forse potremmo arricchirci tutti nella sua comprensione.



E proprio perché noi siamo questi, vi chiedo di avere il coraggio civile di dirmi dove sbaglio.

Non abbiate paura di sparare a zero.

All’inizio potrà sembrare fuori tema per il 3D, ma non lo è.

La sto prendendo solo un po’ più larga per poterci capire.


1) Il punto di partenza di ogni riflessione politica, non può prescindere dal campo dell’esistenza.

- I cattolici, sono fermamente convinti di un’altra vita dopo la morte.

- Di recente ho conosciuto un mussulmano, che in sostanza crede alla stessa cosa.

- Il mio amico “ateone”, con cui mi sto confrontando su tutto, in questi ultimi quindici anni è fermamente convinto che tutto cessa dopo la morte.

- Io invece sono un dubbioso, perché nell’ultimo mezzo secolo ho continuato a porre domande sia ai credenti che agli atei, ma non ho mai ricevuto risposte esaustive.

- Quando le due parti sono in palese difficoltà, prendono la facile scorciatoia del mistero, a cui nessuno sa dare risposta.


CONTINUA
UncleTom
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

UncleTom ha scritto:Noi siamo questi.


Nessuno di noi qui nel forum possiede "tutte" le qualità necessarie per capire la "complessità" della politica, ma se uniamo le nostre forze, forse potremmo arricchirci tutti nella sua comprensione.



E proprio perché noi siamo questi, vi chiedo di avere il coraggio civile di dirmi dove sbaglio.

Non abbiate paura di sparare a zero.

All’inizio potrà sembrare fuori tema per il 3D, ma non lo è.

La sto prendendo solo un po’ più larga per poterci capire.


1) Il punto di partenza di ogni riflessione politica, non può prescindere dal campo dell’esistenza.

- I cattolici, sono fermamente convinti di un’altra vita dopo la morte.

- Di recente ho conosciuto un mussulmano, che in sostanza crede alla stessa cosa.

- Il mio amico “ateone”, con cui mi sto confrontando su tutto, in questi ultimi quindici anni è fermamente convinto che tutto cessa dopo la morte.

- Io invece sono un dubbioso, perché nell’ultimo mezzo secolo ho continuato a porre domande sia ai credenti che agli atei, ma non ho mai ricevuto risposte esaustive.

- Quando le due parti sono in palese difficoltà, prendono la facile scorciatoia del mistero, a cui nessuno sa dare risposta.


CONTINUA

2) Comunque la si pensi, in un modo o nell’altro, si deve convenire che l’attimo di luce a cui noi tutti accediamo, al là del singolo credo religioso, è un’esperienza unica per tutti.

- Se si conviene a questa realtà, diventa evidente che nel suo attimo di luce, ogni uomo ha il diritto di viverlo pienamente e per tutto il tempo che il suo orologio biologico stabilisce.

- Non ha nessun senso che un singolo uomo si sostituisca all’orologio biologico dei suoi simili.

- Questo quando si decide lo sterminio di massa con le guerre, o quando un uomo sopprime la vita di un suo simile, a meno che non si voglia difendere da chi ha deciso di porre fine alla sua.

- Rivoltante diventa quindi quando si sopprimono bambini.

- Tutti hanno il diritto al loro attimo di luce, che raramente supera i cento anni.



CONTINUA
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Re: Renzi

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Provate ad immaginare gli attimi di atrocità del fine vita di quei bambini e dei loro genitori.


ore fa
72


"Lanciavano i figli nel vuoto..."
Il rogo infernale nel grattacielo


Sergio Rame


CONTINUA
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Re: Renzi

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IlFattoQuotidiano.it / BLOG / di Andrea Scanzi



Politica


Perché i renziani hanno torto anche quando hanno ragione?



di Andrea Scanzi | 16 giugno 2017

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Ieri, prima di uscire con Rosario Dawson per una sessione sadomaso, ho visto Otto e mezzo. C’era la Ravetto. Ecco: rivedere la Ravetto in prima serata a Otto e mezzo mi ha dato come la sensazione di salire a bordo della De Lorean e andare a ritroso nel tempo, come in Ritorno al futuro. Un tuffo nel passato. Un brutto passato, anche se pure questo presente mica scherza. Opposta alla Ravetto, aka Lady Blackberry, c’era la Moretti, aka Ladylike. Bella sfida. Un po’ come guardare Akragas contro Lupa Roma in differita su TeleFava sapendo già il risultato perché te l’ha detto Nardella su Whatsapp.

Davvero alti livelli: sfida al vertice. La cosa che più mi ha colpito – anzi l’unica – è stata che io ero sostanzialmente d’accordo con la Moretti (si parlava di ius soli e ius culturae), pur se con qualche distinguo ben sintetizzato da quel manettaro empio di Travaglio in collegamento, ma la Moretti non ce la faceva proprio a farsi dare ragione. Ascoltarla era sconfortante. La sua pochezza argomentativa si rivelava accecante, rutilante, debordante.

Si è poi toccato il tema dell’immigrazione e quindi dell’operato di Minniti. Anche qui la Moretti aveva buone carte da spendere, ma ha recitato a memoria la lezioncina come (immagino) quando andava volontaria a scuola alle interrogazioni di storia. E ha fatto dormire tutti. Anche il solito Travaglio, in collegamento dal bunker del Fatto, dove era appena stato effettuato il sacrificio umano giustizialista delle ore 20 (consiste nel frustare Gozi al grido di “Davigo imperatore delle galassie!”).


02:18
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06 ... e/3663493/


Ecco il problema, uno dei tanti, del renzismo: riescono a non convincere neanche quando dovrebbero. Riescono ad avere torto anche quando ragione. In confronto a renzini e renzine, almeno quelli/e che vanno in tv e hanno posizioni di vertice, persino una Ravetto balbettante sul tema dei migranti sembra accettabile. O comunque, non la peggiore. Come ha fatto il “centrosinistra” a ridursi così? Una prece.
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

....SUPER PINOCCHIO MUSSOLONI SHOW.....





TUTTE LE BUGIE DI MATTEO RENZI


http://www.dagospia.com/video/dagovideo ... zi-781.htm


PERCHE' UNA PARTE DI ITALIANI NE E' ENTUSIASTA?????????????????????????????????????????????
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Re: Renzi

Messaggio da UncleTom »

18 giu 2017 10:21

1. IN QUESTA CALDA DOMENICA DI GIUGNO, IL DUCETTO PROVA IL COLPO: FA DIMETTERE I MEMBRI DEL CDA CONSIP PER SILURARE MARRONI, L'AD CHE ACCUSA LOTTI E BABBO TIZIANO


2. LUI NON SI MUOVE: 'MI DEVONO CACCIARE'. D'ALTRONDE, I DUE SONO INDAGATI, MICA LUI


3. HA IL CODICE CIVILE DALLA SUA: L'ASSEMBLEA CHE DECIDE IL NUOVO CDA E' CONVOCATA DAGLI AMMINISTRATORI RIMASTI IN CARICA. CIOÈ LUI! E NON PRIMA DI 8 GIORNI, DICE LA LEGGE


4. MARTEDÌ IN SENATO CI SONO LE MOZIONI SU CONSIP. E MARRONI SI GODRÀ IL PD CHE BRUCIA...
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Re: Renzi

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“Ne parlo con mia figlia e con il presidente”
La promessa di papà Boschi al banchiere veneto




Telefonata del 3 febbraio 2015 tra il dg di Veneto Banca, Consoli, e Pier Luigi Boschi, allora vice di Etruria
Maria Elena ha sempre negato di essersi occupata di affari di famiglia, ma per la 3a volta viene smentita




Economia & Lobby
Alle 19.34 del 3 febbraio 2015 il direttore generale di Veneto Banca Vincenzo Consoli chiama sul cellulare il vicepresidente della Popolare dell’Etruria Pier Luigi Boschi. Dieci giorni prima il governo Renzi ha varato per decreto legge la riforma delle banche popolari (leggi), che impone la trasformazione in società per azioni alle più grandi, compresa Etruria. Una settimana dopo la banca aretina sarà commissariata dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan (leggi) su proposta del governatore di Bankitalia Ignazio Visco. La promessa: “Domani se ne parla, io ne parlo con mia figlia, col presidente domani”
di F. Q.
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