soloo42000 ha scritto:>>Monti per dopo il voto riapre alla grande coalizione
Capito che succede a disperdersi?
soloo42000
Vedi, caro soloo42000, sul concetto di disperdersi posso anche essere d’accordo……..ma…………..
Ma ho una visione completamente diversa.
1) Il Pd è un insieme di 25 tribù in prevalenza democristiana, tendente verso valori della destra.
Il centro non esiste perché la politica centrista non esiste. Si tratta solo di una destra liberista mascherata che non vuol fare paura sostenendo artificiosamente di essere moderata. Abbiamo visto cosa è successo al funzionario moderato di Torino ancora in coma per la gelosia politica di un altro “”moderato””.
D’altra parte lo stesso Monti, la settimana scorsa in Tv, per mascherare chi sta dietro la sua lista di destra, ha precisato che i concetti di destra e sinistra sono superati. Non solo, ma ha fatto anche di più. Ha sostenuto che anche il “centro” è un concetto superato. Ergo Casini è un fesso che in questi anni ha parlato di centro,…….e Fini con lui.
Tutto superato quindi, oggi esiste solo il riformismo.
Il riformismo di Mari.o Monti, è la più grande inchiappettatura dell’anno. Dietro ci stanno i poteri forti intenzionati a fottere ancora una volta di più gli italiani con le denominazioni fasulle.
D’altra parte hanno ragione pure loro, se ci sono i merloni giganti che ci credono non possono che sfruttare la situazione.
Anche gli ex Pci, Pds, Ds, si sono convertiti al democristianesimo perché era l’unico modo che i poteri forti ti potessero concedere di governare.
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?47e3a5
Il rifiuto categorico di Monti e Casini verso Sel e Vendola ne sono il più chiaro e lampante esempio odierno.
I poteri forti possono accettare i democristiani di Pierloden Bersande, che si adattano volentieri ai loro interessi, ma non di certo Vendola che rappresenta le ultime tracce della sinistra. In sostanza il nemico.
A meno che diventi un gattino affettuoso anche lui come Pierloden & Co.
2) Diventa quindi più che ovvio che con una realtà come questa non puoi costruire nulla e il disperdersi diventa un dato di fatto naturale.
Non bisogna mai dimenticare il vecchio detto “ Divide et impera” che ha più di tremila anni di storia all’attivo.
Insisto nuovamente sul fatto che proveniamo tutti dal ceppo originale dell’Ulivo di Andreatta e Prodi.
Quanto avevano intenzione di costruire non ha nulla a che vedere con questa esimia porcata odierna che ricorda solo la prima Repubblica e i suoi intrallazzi di potere.
Il Pd è un partito che non c’è. Vuoto di contenuti che nulla ha a che vedere con l’Ulivo. Venticinque tribù (correnti) non le mai avute neppure la vecchia Balena Bianca che di queste cose era maestra.
Solo che i signori della truffa per gli interessi loro cercano di farti vedere lucciole per lanterne, credere quello che interessa loro. Né più né meno di quello che hanno fatto Bossi e Berlusconi.
Da qui nasce la disgregazione perché non esistono più punti di riferimento.
E’ un fenomeno abbastanza normale quando si truffano gli elettori per salvaguardare i propri interessi.
In questa elezione c’è chi:
- Vota ancora per il Pd
- Chi si è spostato verso il Sel
- Chi si è spostato verso Rc
- Chi si è spostato verso Monti.
- Chi si è spostato verso Grillo
La dispersione esiste perché il partito maggiore non è affatto in grado di unire.
3) Dobbiamo guardare in faccia alla realtà. Da due anni a questa parte il duca conte Dalemoni spinge per interessi suoi personali e della nuova organizzazione a cui appartiene
http://st.ilfattoquotidiano.it/wp-conte ... jpg?47e3a5
ad unirsi con Casini, rappresentante dei poteri forti, tutti quanti.
Con l’aggravarsi della crisi i poteri forti si sono perfettamente resi conto che Casini non è l’uomo adatto per affrontare la situazione dopo aver mollato la vecchia mummia cinese strabollita.
Di conseguenza hanno imposto a Napolitano Monti per un periodo transitorio che ci portasse alle elezioni.
In questo frangente non sono stati in grado di trovare un valido sostituto e lo hanno di conseguenza “”pregato”” di mettersi in gioco per non far crollare il capitalismo dei poteri forti che già ne ha del suo con la giustizia.
Anche Pierloden dopo Vasto è stato messo in condizione di chiudere con il vecchio e di guardare nella nuova direzione di Casini.
Provate a riascoltare per onestà intellettuale le parole di Bersani a Vasto. A qualcuno i voltagabbana piacciono ancora non poco.
http://www.youtube.com/watch?v=SuKcd2f7BuU
http://www.youtube.com/watch?v=c71llSTX67k
Pierloden è però riuscito ad imporre Vendola per far continuare a votare Pd quel 60 % di elettorato che non ha ancora capito cosa stava succedendo, che la sinistra nel Pd non esiste più.
Perdere il 60 % dell’elettorato sarebbe significato il fallimento per il Pd.
Anche Pierloden, in qualità di segretario dal settembre 2011, dopo Vasto, indica la direzione di marcia verso Casini, a cui già Vendola era di troppo, figuriamoci Di Pietro. Come poteva accettarlo proprio lui che ha condizionato il funzionario del gruppo Fimeccanica a recarsi 14 volte nella sede dell’U Dc, in Via Due Macelli, per consegnare non di certo incenso e mirra.
Pierloden ha dovuto scegliere chi buttare giù dalla torre, ma a Casini, a Monti e ai poteri forti anche Vendola non sta bene.
In questo ultimo anno e mezzo Pierloden ha sempre indicato senza tentennamenti che la prossima legislatura sarebbe stata caratterizzata da una collaborazione tra “progressisti” e “moderati”.
L’indirizzo inevitabile del Pd è questo.
Pertanto, in questa ottica non è possibile costruire nulla di diverso. Vendola per il Pd è solo un’utile ruota di scorta che serve per portare a votare quel 60 % di sinistra che ha votato Pierloden alle primarie che crede ancora, merlam merlorum, che il Pd sia ancora un partito di sinistra.
L’accordo delle 25 tribù per la candidatura Bersani è stata raggiunta a fine primavera del 2012. Nello stesso tempo è stato raggiunto il difficile accordo per la spartizione delle poltrone nel prossimo governo che pensavano di avere tranquillamente già in tasca.
La discesa in campo di Monti li ha scombussolati non poco perché quell’organigramma non regge più.
Sanno però di non avere i numeri per governare con sicurezza, e da qui discendeva l’accordo con Casini un partito con un misero 5 %. Era il consenso dei poteri forti che gli interessava.
Adesso devono fare i conti con Monti, che ha un consenso maggiore e un peso maggiore nella trattativa.
I poteri forti pretendono la guida Monti per potere usufruire dei privilegi che gli ha concesso nei passati 15 mesi.
Tanto che nel gioco delle parti, con l’accordo di Napolitano e dell’altra sponda dell’Atlantico che tifa Monti, oltre a gran parte dell’Ue, oggi Herr professor ha giocato la carta della grande ammucchiata.
Non si può imputare né ai partiti minori né agli elettori di sinistra, compreso quel 60 % che crede ancora alla Befana, la responsabilità della mancanza di coesione. Tutto dipende dalla volontà delle 25 tribù democristiane del Pd e degli interessi alle poltrone della sua classe dirigente.
La frammentazione è inevitabile finché non ci sarà una classe dirigente con la schiena diritta in grado di farsi rispettare da chi comanda veramente in Italia.
Cerchiamo di aprire gli occhi una volta tanto.
O si sta dalla parte della Costituzione o si sta dalla parte dei poteri forti.
La Costituzione non riconosce nessun ruolo istituzionale ai poteri forti.
Alcide De Gasperi era un cattolico, ma ha sempre saputo tenere testa alle ingerenze del Vaticano SpA. Non gli altri.
Il vecchio Alcide aveva ben chiaro che il primato spettava allo Stato italiano. Al Parlamento, al governo, a tutte le sue istituzioni, e non alle banche, alla finanza, a Confindustria, alla massoneria alla mafie, e quindi anche al Vaticano SpA che voleva continuare a dirigere dietro le quinte lo Stato Pontificio.