quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
Dopo il discorso di Bersande che ci fa ritornare a Brescello Viadana,... alle titubanze della Bindi alla domanda di Cazzullo su cosa intende fare ora sulla sua candidatura,..... e il twett della Finocchiaro che dichiara: "Dopo questa grande prova, a dimostrazione che c'è una politica seria,.................il Titanic Italia VI è ulteriormente sprofondato e l'acqua ha raggiunto l'ombelico.........maronna 'o Carmine che freddo, ....adesso anche i cabbasisi sono a mollo............
http://www.repubblica.it/speciali/polit ... 7951208/1/
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Re: quo vadis PD ????
soloo42000 ha scritto:Forse era meglio il berluschino fiorentino?Concita ha dichiarato che questo voto indica che i votanti chiedono uno spostamento a sinistra, chiedono valori di sinistra.
Noi qui lo stiamo dicendo da anni che esiste un abisso tra la casta del partito di centro sinistro e lìelettorato. L’elettorato ha dato un segnale che se vuole dove diventare di centro sinistra.
Ma non succederà, perché il chierichetto di Bettola è fortemente convinto e determinato di fottere gli elettori che oggi lo hanno fatto vincere.
Se al popolo di CSX (c-e-n-t-r-o-s-i-n-s-t-r-a) gli metti davanti
la brutta copia di B&B e` piu` che ovvio che scegla l'usato sicuro.
Renzi ha perso da solo.
Avesse dato retta a Fassina, anziche` a Ichino, a Ignazio Marino, anziche` Ruini,
oggi staremmo parlando d'altro.
La sua sconfitta e` stata totale.
Politica e di "empatia".
Le cazzate dell'ultima settimana, degne di Santanche`, sono state esemplari del tipo che e`.
Detto questo Bersani e il PD li si tiene in riga esattamente come fatto in queste primarie.
Mettendo il voto al sicuro fuori.
Io ho votato Vendola al primo turno.
Al secondo Bersani.
Alle politiche faro` uguale, votero` SEL.
Se al PD servira` il mio voto stara` depositato dentro SEL.
Vendola non deve fare niente.
Solo VIGILARE acche` il PD non derivi troppo al centro.
Purtroppo non la capiscono.
Vogliono fare politiche liberiste coi voti di centrosinistra.
E allora tocca fare cosi`.
Gli togli benzina.
E quando sono a secco, come dimostrano le primarie,
poi vengono dal benzinaio di sinistra.
Un po' primitivo.
Ma funziona.
Per ora.
Ciao.
soloo42000
Ma non succederà, perché il chierichetto di Bettola è fortemente convinto e determinato di fottere gli elettori che oggi lo hanno fatto vincere.
Il fottere gli elettori che oggi lo hanno fatto vincere sta per il dato di fatto mai nascosto e mai negato da Bersande, che dopo il voto intende allearsi con Casini, e se il caso, anche con Montezemolo.
Dopo anni spesi a chiedere che le alleanze vengano dichiarate prima, si ricomincia con le mani libere del dopo.
Casini non dichiarerà mai prima l'alleanza con il centro sinistro, perchè dal 4 % di oggi si ridurrebbe all'1,5 % se gli va bene.
Ergo, non farà mai questa dichiarazione.
Ad essere fottuto è l'elettorato di centrosinistra.
Ci troviamo nella condizione che:
- Vendola dichiara mai con Casini
- Casini dichiara mai con Vendola
- prima Renzi dichiarava no a Casini, perché l'area di destra liberale la riempiva lui, il Casini era lui. Sarebbero stati due contendenti della stessa area. Questa sera ha dichiarato che non si oppone.
- Bersani e D'Alema che dicono che alla fine tutti faranno quello che dicono loro.
Io ho specificato perché Bersani vuole allearsi con una partitino del 4 % di destra. Dal tuo punto di vista perché Bersani spinge per l'alleanza con Casini???
Cappellini del Messaggero nello speciale su La7 sta dicendo:
- Col porcellum la coalizione di centro sinistro compreso Vendola, non ha i numeri per governare al Senato.
- Con un'altra legge elettorale non ha la maggioranza al Senato e neppure alla Camera.
Bersani e Casini ne sono consapevoli e vogliono allearsi.
Vendola - insiste Cappellini - si adatterà perché è un pragmatico e malgrado oggi spergiuri il NO a Casini, domani si adatterà.
*
Questo è possibile perché da 5 mesi Vendola e Bersani su questo tema stanno prendendo per il kulen l'elettorato del Pd e del Sel.
Mi diceva un dirigente del Sel di SSG, davanti alla domanda :"Cosa farete se veramente Bersani vi obbliga all'alleanza con Casini??"
<<Usciamo subito>>
Questi sono tutti confusi e desiderosi di prendere per il kulen l'elettorato di centro sinistra.
La situazione non è drammatica, è iper tragica, e in questi casi, quando si ha una credibilità al 3 %, l'unico rimedio è giocare a carte scoperte e dire prima le cose come stanno, non fottere dopo l'elettorato perché a loro fa comodo così.
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Re: quo vadis PD ????
Bersani: ora spazio e occasioni ai giovani.
E ringrazia Matteo: "Ha portato freschezza" .
Il leader del Pd festeggia la vittoria.
"Ora avanti assieme, finito il tempo del solo uomo al comando".
"Da domani darsi un forte profilo di governo e un grande segnale di cambiamento per il centrosinistra".
http://www.repubblica.it/speciali/polit ... ref=HREA-1
buona la prima.
ora qui nelle steppe russe si aspetta che alle parole seguano fatti e programma.
buon lavoro Bersande.
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Re: quo vadis PD ????
Il perche` e` ovvio.Io ho specificato perché Bersani vuole allearsi con una partitino del 4 % di destra. Dal tuo punto di vista perché Bersani spinge per l'alleanza con Casini???
Piu` che mettere il voto al sicuro in un contenitore politico alternativo al PD
colorato nel modo piu` congeniale non possiamo fare.
Sta a Bersani e Vendola.
Ciao.
soloo42000
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Re: quo vadis PD ????
Le 3 anime del centrosinistra:
- Vendola
- Bersani
- Renzi
I loro programmi si differenziano, ma non è detto che siano condivisi al 100% da chi li ha votati.
- Vendola
- Bersani
- Renzi
I loro programmi si differenziano, ma non è detto che siano condivisi al 100% da chi li ha votati.
Re: quo vadis PD ????
Bersani, la corsa verso Palazzo Chigi e l’effetto ‘rottamazione’ di Renzi
Per la prima volta nel partito non ci saranno né D'Alema né Veltroni e con loro almeno altri cinquanta dirigenti, della categoria renziana dei "dinosauri", saranno messi in pensione. Miguel Gotor, consigliere del segretario: "Con Matteo si sono liberate energie nuove e insieme si sono depositate anche delle scorie"
di Antonello Caporale | 3 dicembre 2012
Il giaguaro è stato smacchiato e la porta di palazzo Chigi è aperta. Arriva da Bettola, tremila abitanti divisi dal torrente Nure, sui colli piacentini, il prossimo probabile premier italiano. I conti si fanno alla fine, è vero, e la campagna elettorale deve ancora iniziare. Però sembra venuto il tempo di Pierluigi Bersani, sessantuno anni, figlio di Giuseppe, benzinaio al paese, laureato in filosofia con lode e una tesi su papa Gregorio Magno. “Sono un giovane di lungo corso”, ha detto. Aveva i brufoli in faccia e già sedeva su una poltrona, vicepresidente della comunità montana. Poi sempre col naso all’insù, a scalare posizioni e guardare in cielo, lì dove sorge sempre il sol dell’avvenire: assessore regionale, presidente, deputato e ministro e eurodeputato. Vicino al potere e vicino alle coop perché le cose che contano per Pier Luigi e per ogni buon dirigente emiliano sono due: il partito e l’industria. Nato e vissuto nel cuore del motore della sinistra italiana, militante ortodosso, perfetto nel Pci di allora e poi in prima linea in tutte le sue filiazioni. Pragmatico, riformista, aggiustatore per indole. Vicino alle Coop, perchè di sola passione si muore e vicino – anzi dentro – all’altra grande fabbrica della politica italiana, Comunione e liberazione. ”Occhetto voleva chiamare il nuovo partito Comunione e Libertà”, disse agli amici ciellini, segnando il suo ruolo di partecipe cofondatore.
Fattore “ragazzino”: il gioco di chi rottama chi - Un diesel, un passista che sa piazzare ogni volata, e spunta quando c’è bisogno e giunge fin dove ha deciso. Oggi vince la battaglia più importante e insidiosa: vince sulla gioventù di Matteo Renzi, il mondo nuovo e ostile che gli si è parato improvvisamente davanti. Accettata la sfida, è stato un successo. “Ho fatto la figura del ragazzetto ambizioso” ha detto Matteo. È un’ammissione potente di inadeguatezza e – soprattutto – è ciò che presumibilmente ha sempre pensato di lui Pier Luigi. Il rottamatore è stato rottamato dunque? Un poco sì, un poco no. Da oggi “la ditta” ha un unico socio di maggioranza e si chiama Bersani. E un unico socio di minoranza e si chiama Renzi. Potrà accadere che piano piano il primo faccia accomodare il secondo nel consiglio di amministrazione. “Con Renzi si sono liberate energie nuove e insieme si sono depositate anche delle scorie. Il nostro compito è quello di raccogliere le energie nuove e separarle dalle scorie”. È il pensiero di Miguel Gotor, il consigliere del segretario. Ed è quello che accadrà. Il congresso sarà alla fine del prossimo anno, dopo le elezioni. Con questa legge elettorale il segretario deciderà ogni candidatura e da bravo capostazione smisterà gli incarichi. Per la prima volta nel partito non ci saranno né D’Alema né Veltroni, e non è poca cosa per Bersani. La sparizione dei due latifondisti eterni, i duellanti che hanno dominato il partito, a volte però sfiancandolo, è l’effetto gradevole della discesa in campo di Renzi. Senza di lui sarebbe stato possibile il passo indietro? E con D’Alema fuori dal Palazzo almeno altri cinquanta dirigenti, della categoria renziana dei “dinosauri”, saranno messi in pensione. Sarà tutta la prima linea del partito a dover essere rigenerata.
“Si apre un grande spazio politico per Matteo, ed è naturale che questa battaglia resti un investimento qualificante per il futuro. Il terreno è arato, logico che domani si raccoglierà qualcosa. Questo partito è già stato trasformato, ed è merito di Matteo”. Così Ermete Realacci, che ha condiviso col sindaco di Firenze la speranza di ribaltare tutto. Il tempo non è tiranno questa volta, e dirà se e con quali margini Bersani saprà imporsi nella contesa finale. Se lo farà stringendo un patto con Casini oppure se riuscirà a tenere le mani un pochino più libere. Dal come vincerà si conoscerà il suo destino e quello di Mario Monti. Al Quirinale, come vorrebbe il segretario del Pd, oppure da superministro dell’Economia. Contano i voti, che poi si pesano. “Il consenso è come una mela dall’albero, bisogna scuoterlo e avere un cestino che le raccolga tutte”, dice Bersani. Più mele prenderà e più il rischio che il professore gli sfili la sedia di palazzo Chigi si allontanerà. Avere la vittoria in tasca non porta mai bene, e Bersani avrà tempo per condire di metafore il suo pensiero sempre assai denso di immagini. Non starà con le mani in mano, “mica siam qui a pettinare le bambole?”. Per adesso ha il passerotto in mano. Il problema è domani: prendere quel tacchino che è sul tetto.
da Il Fatto Quotidiano del 3 dicembre 2012
Per la prima volta nel partito non ci saranno né D'Alema né Veltroni e con loro almeno altri cinquanta dirigenti, della categoria renziana dei "dinosauri", saranno messi in pensione. Miguel Gotor, consigliere del segretario: "Con Matteo si sono liberate energie nuove e insieme si sono depositate anche delle scorie"
di Antonello Caporale | 3 dicembre 2012
Il giaguaro è stato smacchiato e la porta di palazzo Chigi è aperta. Arriva da Bettola, tremila abitanti divisi dal torrente Nure, sui colli piacentini, il prossimo probabile premier italiano. I conti si fanno alla fine, è vero, e la campagna elettorale deve ancora iniziare. Però sembra venuto il tempo di Pierluigi Bersani, sessantuno anni, figlio di Giuseppe, benzinaio al paese, laureato in filosofia con lode e una tesi su papa Gregorio Magno. “Sono un giovane di lungo corso”, ha detto. Aveva i brufoli in faccia e già sedeva su una poltrona, vicepresidente della comunità montana. Poi sempre col naso all’insù, a scalare posizioni e guardare in cielo, lì dove sorge sempre il sol dell’avvenire: assessore regionale, presidente, deputato e ministro e eurodeputato. Vicino al potere e vicino alle coop perché le cose che contano per Pier Luigi e per ogni buon dirigente emiliano sono due: il partito e l’industria. Nato e vissuto nel cuore del motore della sinistra italiana, militante ortodosso, perfetto nel Pci di allora e poi in prima linea in tutte le sue filiazioni. Pragmatico, riformista, aggiustatore per indole. Vicino alle Coop, perchè di sola passione si muore e vicino – anzi dentro – all’altra grande fabbrica della politica italiana, Comunione e liberazione. ”Occhetto voleva chiamare il nuovo partito Comunione e Libertà”, disse agli amici ciellini, segnando il suo ruolo di partecipe cofondatore.
Fattore “ragazzino”: il gioco di chi rottama chi - Un diesel, un passista che sa piazzare ogni volata, e spunta quando c’è bisogno e giunge fin dove ha deciso. Oggi vince la battaglia più importante e insidiosa: vince sulla gioventù di Matteo Renzi, il mondo nuovo e ostile che gli si è parato improvvisamente davanti. Accettata la sfida, è stato un successo. “Ho fatto la figura del ragazzetto ambizioso” ha detto Matteo. È un’ammissione potente di inadeguatezza e – soprattutto – è ciò che presumibilmente ha sempre pensato di lui Pier Luigi. Il rottamatore è stato rottamato dunque? Un poco sì, un poco no. Da oggi “la ditta” ha un unico socio di maggioranza e si chiama Bersani. E un unico socio di minoranza e si chiama Renzi. Potrà accadere che piano piano il primo faccia accomodare il secondo nel consiglio di amministrazione. “Con Renzi si sono liberate energie nuove e insieme si sono depositate anche delle scorie. Il nostro compito è quello di raccogliere le energie nuove e separarle dalle scorie”. È il pensiero di Miguel Gotor, il consigliere del segretario. Ed è quello che accadrà. Il congresso sarà alla fine del prossimo anno, dopo le elezioni. Con questa legge elettorale il segretario deciderà ogni candidatura e da bravo capostazione smisterà gli incarichi. Per la prima volta nel partito non ci saranno né D’Alema né Veltroni, e non è poca cosa per Bersani. La sparizione dei due latifondisti eterni, i duellanti che hanno dominato il partito, a volte però sfiancandolo, è l’effetto gradevole della discesa in campo di Renzi. Senza di lui sarebbe stato possibile il passo indietro? E con D’Alema fuori dal Palazzo almeno altri cinquanta dirigenti, della categoria renziana dei “dinosauri”, saranno messi in pensione. Sarà tutta la prima linea del partito a dover essere rigenerata.
“Si apre un grande spazio politico per Matteo, ed è naturale che questa battaglia resti un investimento qualificante per il futuro. Il terreno è arato, logico che domani si raccoglierà qualcosa. Questo partito è già stato trasformato, ed è merito di Matteo”. Così Ermete Realacci, che ha condiviso col sindaco di Firenze la speranza di ribaltare tutto. Il tempo non è tiranno questa volta, e dirà se e con quali margini Bersani saprà imporsi nella contesa finale. Se lo farà stringendo un patto con Casini oppure se riuscirà a tenere le mani un pochino più libere. Dal come vincerà si conoscerà il suo destino e quello di Mario Monti. Al Quirinale, come vorrebbe il segretario del Pd, oppure da superministro dell’Economia. Contano i voti, che poi si pesano. “Il consenso è come una mela dall’albero, bisogna scuoterlo e avere un cestino che le raccolga tutte”, dice Bersani. Più mele prenderà e più il rischio che il professore gli sfili la sedia di palazzo Chigi si allontanerà. Avere la vittoria in tasca non porta mai bene, e Bersani avrà tempo per condire di metafore il suo pensiero sempre assai denso di immagini. Non starà con le mani in mano, “mica siam qui a pettinare le bambole?”. Per adesso ha il passerotto in mano. Il problema è domani: prendere quel tacchino che è sul tetto.
da Il Fatto Quotidiano del 3 dicembre 2012
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Re: quo vadis PD ????
camillobenso ha scritto:
Cappellini del Messaggero nello speciale su La7 sta dicendo:
- Col porcellum la coalizione di centro sinistro compreso Vendola, non ha i numeri per governare al Senato.
.
emerite palle.
questo è un "messaggero" chiaramente falso,peggio di Jago quando dice ad Otello che Desdemona lo tradisce.
proprio se si vota con il porcellum l'allenza di csx PD+SEL+PSI+cespuglietti rosso/verdi ad oggi è accreditata di 180 seggi al senato.
20 in più di quelli che servono.
e questo senza contare IDV che potrebbe pur fare una virata di 180° ,
andare a Canossa e poi rientrare nell'alleanza.
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Re: quo vadis PD ????
pssssssssssssssss...Pierluigi,
il compito è difficile,
ma puoi copiarlo qui :
il compito è difficile,
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Re: quo vadis PD ????
come vuoi tu "baffino".
D'Alema a La7: ''Renzi era il candidato di tutti i media contro di noi, non ce l'ho con lui ma con voi''
http://video.repubblica.it/dossier/prim ... 534/110931
però adesso prenditi dalle @@ che è ora.
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Re: quo vadis PD ????
Detto da uno che sta in tv un giorno sì e l'altro pure...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
Robert Harris, "Archangel"
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