Venerdì 11 Maggio – COMUNICATO STAMPA IDV REGIONALE
Legge 194/1978 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza”
Questa norma tutela la maternità ed ha fatto uscire dall'ombra il dramma dell'aborto clandestino sottraendolo all'opera delle mammane ed al rischio di vita per le donne che intendevano sottoporsi comunque all'evento terribile dell'interruzione volontario della gravidanza (IVG).
Per affrontare i momenti diversi della vita della donna, nel rispetto delle proprie scelte, di salute psico-fisica e sessuale, sono stati istituiti i Consultori come supporto per avere informazioni rispetto alla scelta del contraccettivo, informazioni e conoscenza circa la sessualità, la gravidanza, la menopausa ecc., costituendo le condizioni per la maternità responsabile e l'esercizio della propria sessualità come diritto di cittadinanza.
La privacy era garantita assicurando quella riservatezza nei confronti di situazioni così delicate rappresentando un presidio sanitario sicuro.
La legge 194, a distanza di 30 anni, dimostra tutta la sua solidità perché ha contribuito alla scomparsa dell'aborto clandestino (salvo casi sporadici) e alla drastica riduzione della interruzione volontaria della gravidanza che, ad oggi, vede un ricorso maggiore da parte di donne non italiane e registra un calo crescente tra le italiane.
Nonostante risultati così importanti la legge 194/1978 è sempre più ostacolata attraverso mille modi e il Governo del Veneto presenta tutta la sua forza nel depotenziarne e svuotarne il valore:
-con allungamento dei tempi d'attesa, favorendo la migrazione verso il Friuli V.G., Emilia R., Trentino A.A. e Svizzera, con costi spesso proibitivi per molte donne,
-creando difficoltà a reperire informazioni corrette in particolare da donne non italiane,
-creando difficoltà al ricorso dell'aborto farmacologico,
-crimininalizzando/colpevolizzando le donne,
-sottofinanziando i consultori nei confronti della prevenzione,
-sostenendo nascostamente l'obiezione di coscienza del personale medico che raggiunge ormai il 90% (basta consultare la mappa per USL del Veneto degli obiettori) rendendo così inagibili le strutture sanitarie che dovrebbero intervenire nel caso dell'IVG,
-cercando di introdurre nei consultori i volontari pro-vita nel percorso sanitario previsto dalla legge 194.
Su quest'ultimo punto il Consiglio Regionale sta ponendo all'ordine del giorno il PDL N. 3 per :
“REGOLAMENTARE LE INIZIATIVE MIRATE ALL’INFORMAZIONE SULLE POSSIBILI ALTERNATIVE ALL’ABORTO
Le donne venete e non, tutte le volte che entreranno in un consultorio per parlare di gravidanza, concepimento e aborto, dovranno confrontarsi con qualcuno che ricorderà loro che l'aborto è un omicidio e che l'embrione è vita, dove già esiste personale medico e paramedico laico e preparato allo scopo di garantire la massima riservatezza.
In un articolo del 5 gennaio scorso su “Il Fatto Quotidiano” il direttore generale dell'ASL 14 di Venezia, Antonio Padoan, aveva bocciato nel 2010 la presenza del Movimento per la vita nell’ospedale“in quanto potenzialmente lesivo del diritto alla privacy dell’utenza, tutelato dalla legge”. E sempre Padoan aveva criticato “la pervicacia e la violenza con la quale mi si vuole imporre di firmare la convenzione per far entrare nel consultorio ilMpv (sostenuta dai consiglieri comunali di centrodestra)”.
Con queste scelte politiche si minaccia il principio dell’autodeterminazione delle donne in tema di scelta di maternità; in particolare con l’introduzione del volontariato pro vita nei consultori si ritenta di normare le condotte e la sessualità delle donne, che sono state conquiste di grande civiltà, nel perenne tentativo di far ritornate l'oscurantismo che relegava la donna negli angoli bui nei momenti più difficili della propria vita.
Non è con questi mezzi che si aiuta la natalità nel Veneto, che registra l'indice più basso tra le Regioni italiane a fronte dell'aumento di una popolazione sempre più anziana, in assenza di vere politiche a sostegno della famiglia.
Fra poco gli asili nido copriranno al 100% delle richieste, visto che nascono sempre meno bambini, e di questo nuovo record il Veneto potrà vantarsi.
Per questo, il Coordinamento Regionale IDV VENETO, il coordinamento regionale IDV Donne, i Consiglieri Regionali Gustavo Franchetto, Gennaro Marotta e Nino Pipitone si opporranno a questa proposta perchè integralista e perchè snatura il significato di una legge che tutela la maternità e regolamenta L'IVG.
IL SEGRETARIO E CONSIGLIERE REGIONALE IDV VENETO - GENNARO MAROTTA
LA COORDINATRICE REGIONALE IDV DONNE - FRANCA LONGO
I CONSIGLIERI REGIONALI: NINO PIPITONE E GUSTAVO FRANCHETTO
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PDL 003 – COMUNICATO STAMPA APPROVAZIONE LEGGE REGIONALE
Alle iscritte, agli iscritti e simpatizzanti
il 18-19 luglio scorso, due giorni, il Consiglio Regionale Veneto è stato impegnato in un confronto serrato sulla discussione della PDL 3 (proposta di legge popolare del Movimento per la vita che aveva raccolto 25.000 firme nel 2004), che obbligatoriamente doveva essere discusso in virtù del disposto del nuovo statuto regionale.
Il testo posto all'ordine del giorno:
REGOLAMENTARE LE INIZIATIVE MIRATE ALL’INFORMAZIONE SULLE POSSIBILI ALTERNATIVE ALL’ABORTO
PRATICAMENTE si consentiva ai Movimenti per la vita di entrare di fatto, nei consultori, violando uno dei cardini, il principio dell'autodeterminazione e la privacy che la legge 194/1978 garantisce e tutela, proprio in un momento delicatissimo della vita della donna.
A questa proposta l'IDV donne regionale aveva predisposto il comunicato stampa allegato (legge 194) sottoscritto dai nostri Consiglieri Regionali.
Le Regioni governate dal Centrodestra stanno stravolgendo il senso, la laicità, gli obiettivi della legge 194, e la funzione stessa dei consultori famigliari , compreso il Veneto.
Il testo approvato (allegato PDL003 – 124a seduta Consiglio Veneto) ha visto una riformulazione, poiché il testo originariamente presentato era stato bocciato, indigna e apre le porte all'intrusione dei movimenti e delle associazioni non solo nei consultori, ma in tutte le strutture sanitarie e socio-sanitarie, una nuova follia.
I nostri Consiglieri Regionali si sono battuti come leoni, fino ad abbandonare la seduta, ben fatto, non si tratta sui diritti civili, sono espressione della democrazia e di quei valori che ne costituiscono le fondamenta.
L'approvazione è stata possibile perchè si è formata una maggioranza trasversale (33 si su 42 Consiglieri presenti, costituita da Lega, PdL e PD, hanno votato contro UDC, Pietrangelo Pettenò della Federazione della Sinistra Veneta, Giuseppe Bortolussi, Mauro Bortoli (PD), Si sono astenuti Diego Bottacin (Verso Nord), Mariangelo Foggiato (Unione Nordest) e Marino Finozzi (Lega). Bortoli(PD).
La difesa dei diritti civili e sociali sono sotto attacco proprio nelle sedi istituzionali che dovrebbero garantirli e sta impegnando sempre più la società civile, l'Italia dei Valori è in prima linea nel garantire le conquiste senza alcuna mediazione perchè sui diritti non si tratta.
Dobbiamo reagire contattando associazioni, rappresentanti di movimenti che si oppongono a questa deriva ideologica, conservatrice ed oscurantista.
Non stiamo parlando solo della legge 194/1978, ma anche della legge 40/2004 (procreazione assistita) e di fine vita. E' la responsabilità e l'autonomia della donna che viene messa continuamente in discussione da rappresentanti politici che decidono per noi e rispondono a lobby nascoste che apparentemente dichiarano la loro estraneità nei confronti delle decisioni politiche.
Ma chi pensano di prendere in giro, anche questo punto è stato discusso in Consiglio Regionale, una gran buffonata giocata sulla democrazia e sulla nostra pelle, un esempio svilente della politica e di una Istituzione Legislativa.
Entro i prossimi novanta giorni la Commissione regionale dovrà formulare un regolamento, su questo dobbiamo essere presenti per non lasciare spazio a derive demagogiche gravissime per gli esiti che ne possono derivare.
i chiedo di dare la disponibilità e costituire un gruppo di lavoro impegnato esclusivamente su questo fronte contattando:
francalongopd@yahoo.it.
Franca Longo
Coordinatrice regionale IDV donne
TESTO PRESENTATO ALL'ORDINE DEL GIORNO DEL 18 LUGLIO 2012, BOCCIATO
REGOLAMENTARE LE INIZIATIVE MIRATE ALL’INFORMAZIONE SULLE POSSIBILI ALTERNATIVE ALL’ABORTO
Art. 1 – Pubblicità.
1. In ogni consultorio e nei reparti di ginecologia e ostetricia a finalità informativa deve essere esposto ben in vista il materiale informativo dei movimenti e delle associazioni legalmente riconosciute aventi come finalità l’aiuto alle donne in difficoltà orientate all’interruzione della gravidanza, sui rischi sia fisici che psichici a cui si espone la donna con l’interruzione di gravidanza e le possibili alternative all’aborto.
Art. 2 – Divulgazione e informazione.
1. Ai movimenti e/o associazioni di cui all’articolo 1 viene concesso di espletare il loro servizio di divulgazione e informazione nei consultori familiari, nei reparti di ginecologia e ostetricia, nelle sale d’aspetto e atri degli ospedali.
Art. 3 – Vigilanza.
1. I direttori sanitari delle Asl e delle Aziende ospedaliere devono vigilare sul rispetto della legge.
2. Saranno previste sanzioni per chi dovesse negare o intralciare l’operato dei movimenti e/o associazioni di cui all’articolo 1 fino a revocare la pratica degli interventi di aborto volontario nelle strutture inadempienti.
SOSTITUITO DA:
124ª Seduta pubblica – Giovedì 19 luglio 2012 Deliberazione legislativa n. 23
OGGETTO: PROPOSTA DI LEGGE D’INIZIATIVA POPOLARE RELATIVA A “DISCIPLINARE LE INIZIATIVE DI PROMOZIONE DEI DIRITTI ETICI E DELLA VITA NELLE STRUTTURE SANITARIE E SOCIO-SANITARIE”.
(Progetto di legge n. 3)
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Ho riportato questi due documenti che mi sono arrivati da IDV Via Mail.
Siccome ne avevo gia parlato qui in Veneto il movimento per la vita comincia di nuovo a farsi sentire.
Continua a rorpere...............
Ciao
Paolo11