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Re: quo vadis PD ????
Inviato: 04/12/2012, 14:15
da camillobenso
soloo42000 ha scritto:>>A questo punto è Casini che deve acettare o NO.
Che accetti o meno il PD+SEL con M5S nel nuovo parlamento avra` i numeri per votare questa cosa a maggioranza.
Sempre che Grillo per fare dispetto a Bersani non decida anche lui di opporsi.
Ciao.
soloo42000
Penso che nella gerarchia “dei dispetti”, Bersani sia abbondantemente al secondo posto rispetto alla Vaticano SpA.
Se mai dovesse accadere, per il Coccogrillo è un’occasione propagandistica da non lasciarsi perdere se veramente dovesse diventare l’ago della bilancia.
E se ha qualche rospo da ingoiare nei confronti di Bersande gli conviene ingoiarlo.
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 04/12/2012, 14:59
da paolo11
Stipendio di Giorgio Napolitano aumentato di 9 mila euro nel 2013. Possibile? Perchè solo ai cittadini si richiedono sacrifici?
Mentre sta facendo ancora discutere il rigetto all'ammissibilità dei tagli agli stipendi dei parlamentari sul web ho trovato un articolo nel quale si dice che Giorgio Napolitano vedrà lo stipendio aumentato di 9 mila euro per il 2013. Attualmente percepisce una cifra di 239,192 euro annui che verranno integrati di altri 8.835 euro. Ecco una tabella che riporta i costi del Colle comprensivo della busta paga di Napolitano
Scrive Bechis su Libero: "Il bel gesto ovviamente non è arrivato. Dopo anni di tagli ai costi della politica l'unico a non aver tirato la cinghia nelle istituzioni italiane è Napolitano. Fa impressione scoprire che il suo stipendio sarà l'unicp in tutto il comparto pubblico ad aumentare nel 2013. La notizia è nascosta tra i trasferimenti del ministero dell'Economia sui costi della politica raccontati nella tabella 2 allegata alla legge di stabilità".
Chi ha deciso questo aumento? Perchè solo noi cittadini dobbiamo fare sacrifici?
http://genio.virgilio.it/domanda/515085 ... -aumentato
.Guardate lo stipendio
Ciao
Paolo11
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 04/12/2012, 16:02
da camillobenso
paolo11 ha scritto:Stipendio di Giorgio Napolitano aumentato di 9 mila euro nel 2013. Possibile? Perchè solo ai cittadini si richiedono sacrifici?
Mentre sta facendo ancora discutere il rigetto all'ammissibilità dei tagli agli stipendi dei parlamentari sul web ho trovato un articolo nel quale si dice che Giorgio Napolitano vedrà lo stipendio aumentato di 9 mila euro per il 2013. Attualmente percepisce una cifra di 239,192 euro annui che verranno integrati di altri 8.835 euro. Ecco una tabella che riporta i costi del Colle comprensivo della busta paga di Napolitano
Scrive Bechis su Libero: "Il bel gesto ovviamente non è arrivato. Dopo anni di tagli ai costi della politica l'unico a non aver tirato la cinghia nelle istituzioni italiane è Napolitano. Fa impressione scoprire che il suo stipendio sarà l'unicp in tutto il comparto pubblico ad aumentare nel 2013. La notizia è nascosta tra i trasferimenti del ministero dell'Economia sui costi della politica raccontati nella tabella 2 allegata alla legge di stabilità".
Chi ha deciso questo aumento? Perchè solo noi cittadini dobbiamo fare sacrifici?
http://genio.virgilio.it/domanda/515085 ... -aumentato
.Guardate lo stipendio
Ciao
Paolo11
I compagnucci della parrocchietta
La notizia è di quelle a bassa intensità. L’avevo sentita in tv in questi giorni. Per fare scalpore dovrebbe segnalarla questa sera Crozza a Ballarò, come ha fatto con tutti coloro che sono passati sotto le sue “spazzole”.
Credo però che non lo farà, perché Ballarò è ossequiente con il potere.
Questa è una di quelle notizie che vanno ad incidere sulla possibilità di una rivolta.
I fili intrecciati della corda si stanno spaccando uno ad uno. Quando la corda non reggerà il carico tutto salterà in aria.
Da queste parti il clima è ultra pesante. C’è smarrimento e rabbia ovunque.
Forse mi sbaglio, ma il vecchio Sandro Pertini in una crisi come questa non solo non avrebbe mai pensato di accettare l’aumento di stipendio ma probabilmente avrebbe completamente rinunciato allo stipendio, perché alla sua gente ci teneva.
Il Quirinale lo ha sempre considerato un ufficio dello Stato, e di conseguenza non ci ha mai soggiornato, facendo diminuire fortemente i costi di gestione.
Mentre gli altri presidenti hanno voluto provare l’emozione di sentirsi Re, compreso il primo ex comunista all’alta carica.
La sinistra rappresentativa è proprio morta e defunta.
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 04/12/2012, 21:44
da shiloh
LE ILLUSIONI DA SFATARE DIETRO IL SUCCESSO DI BERSANI
Le Favole da rottamare
«Dobbiamo vincere ma senza raccontare favole, perché poi non si governa». Questa frase, pronunciata da Pier Luigi Bersani subito dopo la vittoria, è forse il risultato più importante delle primarie del centrosinistra. Se il candidato premier ha sentito il bisogno di dirlo nel momento del successo, vuol dire che è consapevole che di favole ne sono state raccontate in questi mesi, e che è giunta l'ora di smetterla.
Nella favola più in voga si narra che l'arrivo della sinistra al governo libererà ingenti somme di denaro pubblico da investire in grandi opere (le «migliaia di cantieri» di cui parla Vendola), o in ritorni alle pensioni di anzianità (il progetto Damiano, poi bloccato dalla Ragioneria dello Stato perché costava 17 miliardi), o in «stimoli alla crescita» e «politiche industriali» (il keynesismo alla Fassina).
Questa favola si basa su due illusioni. La prima è che una sinistra vincente in Italia possa, in alleanza con i socialisti francesi e i socialdemocratici tedeschi, ribaltare il tavolo europeo e mettere fine al rigore. Ma pure in Francia la sinistra vinse promettendo di riscrivere il Trattato europeo che impone la disciplina di bilancio, e una volta al governo si è precipitata a votarlo così com'era. E in Germania i socialdemocratici hanno approvato il Fiscal Compact, e non sembrano disposti a suicidarsi alle elezioni proponendo di spennare i tacchini tedeschi per i debiti dei passerotti italiani.
La seconda illusione è che Mr. Spread non sia più con noi. È vero, ieri è finalmente tornato, anche se per poco, sotto quota 300, la casa dei conti pubblici non brucia più, e questo si deve proprio a quelle politiche di rigore che nelle favole si sogna di rottamare. Però non è immaginabile alcuna crescita se le banche italiane continueranno a pagare interessi doppi di quelle tedesche e a farli pagare tripli alle imprese e alle famiglie. Lo spread ce lo abbiamo ancora sotto la pelle. E non si può nemmeno escludere che, se facciamo le mosse sbagliate, si debba ricorrere all'ombrello della Bce prima o dopo le elezioni.
Di favole ne sentiremo anche altre in campagna elettorale. Tipo quella che dice che possiamo risolvere i nostri problemi uscendo dall'euro (Grillo), o che potremmo risolverli tornando all'autorevolezza e alla credibilità di quando c'era lui (Berlusconi). Il Bersani che ha vinto le primarie ha dunque ora il dovere, oltre che il diritto datogli dal voto popolare, di agire da premier in pectore. Il suo Pd assomiglia oggi di più a un grande partito europeo, sia per le dimensioni elettorali fotografate dai sondaggi, sia per il pluralismo culturale che vi ha portato la sfida delle primarie. Il successo delle idee liberal, eretiche fino all'altro ieri e ora approvate da quattro elettori su dieci, può allargare il campo della sinistra.
A patto che non si creda all'ultima favola che si racconta nel Pd: e cioè che le primarie le ha vinte il «profumo di sinistra» di Vendola, che ha preso quasi il 16%, e le ha perse il «profumo di destra» di Renzi, che ha preso il 40%.
Antonio Polito
4 dicembre 2012 | 7:44© RIPRODUZIONE RISERVATA
da -
http://www.corriere.it/editoriali/12_di ... 9044.shtml
qualcuno dica a PolitoAntonio,
che gli indirizzi programmatici li darà il prossimo governo,così come le leggi le approverà il prossimo parlamento,
e questo indipendentemente da quello che scrive lui sul corriere.
anzi,
probabilmente strafregandosene di quello che scrive lui sul corriere.
e che si ricordi di mettersi l'orecchino quando andrà ad elemosinare un intervista con Nicky Vendola,
che avrà un ruolo di PRIMISSIMO piano nel prossimo esecutivo.
p.s.
dimenticavo...
a PolitoAntonio che gioca con i numeri
...A patto che non si creda all'ultima favola che si racconta nel Pd:
e cioè che le primarie le ha vinte ha vinte il «profumo di sinistra» di Vendola, che ha preso quasi il 16%, e le ha perse il «profumo di destra» di Renzi, che ha preso il 40%.
va fatto notare che Renzi non ha preso il 40% ma il 38%.
e nel momento in cui Vendola ha preso il 16% cioè al primo turno,
Renzi ha preso il 33% e non il 38%.
e se proprio vuole usare il 38% come termine di confronto,
lo deve misurare con il 62% che ha preso Bersande al secondo turno,non con il 16% che ha preso Vendola al primo.
che la matematica non è un'opinione...per fortuna di noi esperti in materie scientifiche,
che ce ne accorgiamo subito quando un incompetente gioca con i numeri.
i numeri sono una cosa seria,non roba per tipi come PolitoAntonio.
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 05/12/2012, 0:04
da shiloh
“It matters”: le primarie del centro-sinistra
Pubblicato il 3 dicembre 2012 da Giuseppe Martelli
Nel suo discorso di ringraziamento alla Nazione dopo la rielezione, il Presidente Obama ha parlato delle campagne elettorali:
“So che le campagne politiche a volte sembrano piccole, persino stupide. E che ai cinici danno molto spazio per dire che la politica non è nulla più che una gara tra ego o terra di interessi particolari.”
Il discorso del neo-eletto Presidente proseguiva con l’elogio dei volontari della gente appassionata e di tutte quelle persone che rendono il processo democratico americano il più grande spot per questo grande e complesso Paese.
Anche un Paese “periferia dell’impero” come l’Italia, in queste due settimane ha vissuto momenti molto alti grazie alle primarie del centro-sinistra e grazie al duello Renzi-Bersani. Non concentriamoci troppo sui futuri scenari e neanche sul risultato finale; per quelle analisi ci sarà tempo e spazio in futuro.
Analizziamo invece i dati reali partendo dalla componente più a-valutativa per poi “scendere” nel mondo reale. I dati oggettivi sono almeno due rispetto a queste primarie:
-
In primo luogo il centro-sinistra ha trovato una via d’uscita democratica alla crisi della politica che attraversa la società italiana.
Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da una profonda disaffezione, che ha generato imponenti fenomeni di astensionismo e fughe massicce verso movimenti di protesta come il M5S di Beppe Grillo.
La cosa interessante è che questo straordinario momento di partecipazione collettiva è avvenuto con i gli strumenti classici della democrazia: un seggio, un scheda, una matita e delle persone in fila.
In un certo senso è bastato questo per surclassare mediaticamente Grillo e spingere nel baratro il centro-destra costretto “ad inseguire” i democratici sul terreno della partecipazione interna nella scelta del leader.
Questo risultato non era per niente scontato e la ” Parlamentarie” lanciata dal comico genovese assomigliano ad un tentativo posticcio di aprirsi alla democrazia interna.
-Il secondo, e più importante aspetto, è il respiro internazionale di questo avvenimento e il suo significato in Europa.
Il messaggio arrivato a Monti & Co. e anche agli attenti tecnici europei è molto chiaro: esiste un’area politica in Italia capace di organizzarsi, confrontarsi ed esprimere una leadership forte in grado di guidare il paese.
Detta in altri termini da domenica appare evidente che non servono “badanti europei”
o “Monti bis”
e che, in definitiva, la crisi democratica generata dalla crisi economia può essere affrontata con procedimenti partecipativi in grado di isolare i populisti e scongiurare la presenza di “super-commissari” stranieri.
Probabilmente questa per Monti, Napolitano, Casini ecc. ecc. non è una buona notizia perché un Pd oltre il 33% non permette alcuna giustificazione ad un Monti-bis e ,
l’unica miserabile risorsa,
rimane una legge elettorale “truffa” in grado di “non far vincere” la coalizione di centro-sinistra.
Oltre a questi aspetti più o meno “sistemici” c’è però una considerazione meno oggettiva ma certamente non meno importante.
Il dato forse di maggiore interesse è rappresentato dalla fila ai seggi, dalle persona anziane e dai ragazzi appena maggiorenni.
L’elemento più straordinario, probabilmente, è la quantità di instancabili volontari che per due domenica di fila hanno dedicato 12-14 ore del proprio tempo ai seggi.
Chi scrive ha passato le giornata saltellando tra molti seggi e l’effetto era impressionante, difficile da descrivere.
Dare un nome a questi fenomeni è complicato ma forse sarebbe sufficiente usare le parole di Obama e dire soltanto “ It matters” perché in quelle file, in quelle facce stanche, nei sorrisi tirati e nelle tensione che crolla a seggi chiusi si è scritta una bella pagina di storia democratica e questo, nel paese delle disillusioni costanti conta tanto. Sì, It matters.
http://www.termometropolitico.it/27201_ ... istra.html
bravò !!!!
(detto alla francese)
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 05/12/2012, 0:11
da camillobenso
No non è la BBC questa è la Rai,.......la RAI TRIBU'
Repubblica 4.12.12
La vecchia guardia rialza la testa. Bindi: io mi candido. Fioroni: non mollo
Il segretario frena: decide la Direzione, deroghe individuali
di Giovanna Casadio
ROMA — Nell’euforia della festa per il trionfo di Bersani, Rosy Bindi fuori onda dice a un amico: bischero, mi presento per altre quattro candidature.
Finisce su twitter. Bindi non demorde e ha già rassicurato i renziani: «Ho resistito a vent’anni di berlusconismo, figuriamoci se non resisto a un anno di Renzi».
Chiederà la deroga, non ci pensa a farsi da parte.
Sempre nella stessa serata di vittoria, Beppe Fioroni, supporter di Bersani, manda un sms a Renzi: «Matteo, bravo: il tuo discorso di sconfitto dimostra che non sei un ragazzetto, non mollare».
Nemmeno Fioroni intende mollare. «E perché? Ho fatto il politico part-time, con il tempo diviso tra i mio mestiere di medico e quello di amministratore - racconta - Sono stato ministro per 18 mesi. Ho 100 giorni di Parlamento in più di altri, che però erano già al governo o all’europarlamento ». Cento giorni in più o in meno non fanno di Fioroni - è il ragionamento di Fioroni medesimo - un elefante politico. O, per usare la definizione renziana, un “rottamando”, parola brutta ma concetto limpido.
A tal punto chiara è l’idea, che Bersani l’ha fatta sua. Lo staff bersaniano fa notare l’attenzione del segretario a dare, anche plasticamente, l’immagine del cambiamento: la foto del trionfo era con Roberto Speranza, Tommaso Giuntella, Alessandra Moretti, cioè largo ai giovani. Mica sul palco c’è salito D’Alema, per dire. Anche se il lìder Massimo stava in platea nella festa all’ex cine Capranica, raggiante e intervistato a lungo. Dichiara poi, che «darà una mano a Bersani per rafforzare la proposta di governo». Un proposito eccellente, di cui però qualche giovane bersaniano si preoccupa: bene se mette a disposizione la sua esperienza e le relazioni internazionali, ma se pensasse di condizionare ancora?
D’Alema per la verità ha fatto un passo indietro (così come Veltroni), con il fiuto politico che anche i fratelli/coltelli (i veltroniani) gli riconoscono. Bersani gli è grato per il modo in cui si è speso in Puglia per portare consensi al ballottaggio per le primarie. E ieri il segretario - raccontando la telefonata ricevuta da Carlo Azeglio Ciampi che si complimentava per la vittoria - è tornato sul suo cavallo di battaglia: novità, novità e ancora novità in Parlamento e nel governo del centrosinistra però accompagnata all’esperienza. Tradotto in concreto: non offrirà copertura alla “vecchia guardia”, agli “elefanti”, che farebbero assai volentieri a meno di chiedere le famose deroghe per ricandidarsi in Parlamento. Preferirebbero ci fosse un “pacchetto” di derogati, decisi prima. Niente da fare.
Il Pd si avvia a pochissime deroghe, non garantite da alcun pre-accordo politico. Bersani ieri ha ancora declinato l’invito: «Le deroghe saranno individuali», ha ribadito. Lui se ne lava le mani, devono passare al vaglio della Direzione del partito (dove ci sono anche Renzi, i “giovani turchi” rinnovatori, Gozi, Civati, Concia, Scalfarotto, un fronte assai poco favorevole ai resistenti), e lì ottenere i 2/3 di “sì”. Forse è questa la ragione per cui Franco Marini, conoscitore profondo del risiko del potere, si limita a commentare: «Io non seguo l’esempio di nessuno e resto a disposizione del partito». Che è poi la linea di Anna Finocchiaro, la capogruppo al Senato. Anche lei: «Nessuna richiesta di deroga, sarà il partito a decidere». Gianclaudio Bressa, ex sindaco di Belluno, il parlamentare che ha seguito la partitalegge elettorale, si sfila: «Torno a fare il mio mestiere, se il partito vuole la mia esperienza, ci sono». La partita delle deroghe agli “elefanti” (quelli con più di 15 anni di legislatura) è già aperta. «Se si cambia il Porcellum, e ci sono le preferenze, la questione è risolta », afferma Stefano Bonaccini, il segretario Pd dell’Emilia Romagna. Altrimenti? Con tutti i segretari provinciali chiede primarie per i parlamentari. Una consultazione tra gli iscritti. I derogati potrebbero finire sotto esame due volte, con i tempi che corrono.
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 05/12/2012, 0:28
da camillobenso
SILVIO, SALVACI TU! - PER SPINGERE IL BANANA A SCENDERE IN CAMPO, “IL GIORNALE” SCODELLA UN ‘RETROSCENA’ INDIGESTO SUL GIOCO DELLE POLTRONE BY BERSANI:
PRODI AL QUIRINALE,
D’ALEMA AGLI ESTERI,
VENDOLA AL WELFARE,
BINDI O LA PUPPATO PRESIDENTE DELLA CAMERA,
CASINI PRESIDENTE DEL SENATO,
E POI MINISTERI PER BARCA, LETTA, TABACCI E RICCARDI…
Laura Cesaretti per "il Giornale"
Nell'adrenalico day after della vittoria della«Ditta»,l'unico che conferma agli amici di non aver cambiato idea e di aver detto la verità è Walter Veltroni : non chiederà deroghe, né incarichi di governo o partito. Non si candiderà neppure Massimo D'Alema , ma per lui - assicurano i ben informati è assai probabile che si aprano le porte del governo (se, naturalmente, il Pd vincerà e il governo Bersani nascerà).
Quell'imprimatur di Nichi Vendola, che è andato in tv a dire che D'Alema è stato «straordinario come ministro degli Esteri», era più un auspicio che un giudizio; e l'ex premier non avrebbe nulla in contrario a ricoprire di nuovo un incarico che lo proietti oltre quel cortiletto italiano verso il quale da tempo mostra grande distacco (ad esempio, sotto il braccio non tiene mai Repubblica o Corriere ma solo Le Monde e Herald Tribune).
D'altronde anche Vendola è in pole position ministeriale (i suoi sussurrano che gli piacerebbe quello del Lavoro, o meglio ancora una riedizione del Welfare), e in quota Sel si scalda i muscoli anche il giovane e telegenico Nicola Fratoianni, assessore alle Politiche giovanili in Puglia, che potrebbe trasferire la sua esperienza nell'analogo dicastero.
Per le cariche istituzionali, nel borsino del Transatlantico, ieri era data in salita l'ipotesi Romano Prodi. A dare il la è stato ieri il dalemiano Claudio Burlando, governatore della Liguria e Grande Elettore di Bersani: «Bersani a palazzo Chigi e Prodi al Quirinale. Da domani questo diventa l'obiettivo», ha twittato. Non si sa se Prodi, scaramantico com'è, abbia apprezzato. Resta solida però l'ipotesi Mario Monti per il Colle (Bersani lo preferirebbe lassù), mentre scendono le quotazioni di Giuliano Amato.
Al Senato risale l'ipotesi Pier Ferdinando Casini, che garantirebbe la sponda centrista al governo. Mentre alla Camera andrebbe un esponente Pd, e possibilmente donna: Rosy Bindi però, che pure aveva accarezzato il sogno (in mancanza di meglio, ovviamente), è out, e qualcuno azzarda la new entry Laura Puppato.
Dei suoi giovani leoni, Bersani vorrebbe al governo Fassina e Orlando (che è però anche uno dei favoriti per la segreteria Pd) ma sta facendo un pensierino pure su Alessandra Moretti ; sono certi per dicasteri di peso Enrico Letta e Vasco Errani, probabile Franceschini, corteggiatissimo Fabrizio Barca ; ben piazzati i centristi Tabacci e Riccardi ma si parla anche del giovane stratega casiniano Roberto Rao.
E i parlamentari? Visto che re¬sterà probabilmente il Porcellum, voluto sia da Bersani che da Berlusconi, il segretario Pd si caverà d'impaccio con le «primarie », che gli consentiranno anche di evitare la rogna delle «deroghe » da concedere ai big, Bindi in primis.
Visti i tempi strettissimi, però, avranno una platea di elettori molto ristretta (gli iscritti?) che premierà gli artefici della vittoria bersaniana (bassoliniani e ex Dc al Sud, ex Pci in Emilia) ma che rischia di penalizzare Renzi e chi con lui si è schierato: «Il 40% delle liste se lo scordano», dicono al Nazareno. E comunque, là dove le primarie non si potranno fare, Bersani dovrà «rassegnarsi» ad usare le liste bloccate, che gli serviranno a «rinnovare»i gruppi e a promuovere i suoi: Gotor, Geloni, Speranza, Di Traglia, e il mitico Stumpo.
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 05/12/2012, 8:54
da shiloh
camillobenso ha scritto:
da Repubblica 4.12.12
La vecchia guardia rialza la testa.
Bindi: io mi candido.
Fioroni: non mollo.
Il segretario frena: decide la Direzione, deroghe individuali
di Giovanna Casadio
Bersande c'avrebbe un modo "democratico" per mettere a riposo questi residuati triassici e senza scomodare "la direzione":
primarie anche per le liste.
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 05/12/2012, 9:51
da camillobenso
Perché il partito dei defunti non è in grado di governare e affonderà definitivamente il Titanic Italia. - 1
Nel pomeriggio sarà disponibile il replay della puntata di Agorà di stamani così ci si può rendere conto direttamente del disastro in cui siamo immersi:
1) Marina Sereni della corrente dei fassiniani insiste con una legislatura aperta.
Aperta naturalmente verso Casini % Co.
Oggi è il 5 dicembre 2012, e i sognatori forchettoni della religione POLTRONE & FORCHETTE sono convinti che si possa continuare a vivacchiare facendo fessi i super merli con il solito tran tran della Seconda Repubblica.
Non sono ancora riusciti a capire che da 4 anni siamo all’interno di un’economia di guerra (termine decisamente eluso dai politici per evitare di doversi confrontare direttamente con un problema che non sono in grado di risolvere, applicando l’eterno teorema andreottiano: “Meglio tirare a campare che tirare le quoia”) e che in questo momento, questo specifico transitorio, farebbe tremare i polsi e metterebbe in seria difficoltà big della storia italiana del calibro di Alcide De Gasperi e Luigi Einaudi.
L’allegra banda di forchettoni in Spe non ha ancora capito che il transitorio attuale è almeno cento volte più complicato della fase guidata dalla coppia Alcide De Gasperi e Luigi Einaudi.
La società nuova che si è formata nel 1945 non prevedeva nessun elemento di quella precedente del regime fascista. E il perché mi sembra di facile comprensione.
Qui invece, l’allegra brigata che ha portato all’affondamento del Paese in concorso con la Schettino II di Hardcore, altrimenti non c’era bisogno di Terminator 123, pensa solo e soltanto al biglietto d’imbarco per il traghettamento sulla sponda della Terza Repubblica.
Sono lontani dalla soluzione dei problemi.
Continua in:
Perché il partito dei defunti non è in grado di governare e affonderà definitivamente il Titanic Italia. - 2
Re: quo vadis PD ????
Inviato: 05/12/2012, 10:07
da shiloh
camillobenso ha scritto:SILVIO, SALVACI TU! - PER SPINGERE IL BANANA A SCENDERE IN CAMPO, “IL GIORNALE” SCODELLA UN ‘RETROSCENA’ INDIGESTO SUL GIOCO DELLE POLTRONE BY BERSANI:
PRODI AL QUIRINALE,
D’ALEMA AGLI ESTERI,
VENDOLA AL WELFARE,
BINDI O LA PUPPATO PRESIDENTE DELLA CAMERA,
CASINI PRESIDENTE DEL SENATO,
E POI MINISTERI PER BARCA, LETTA, TABACCI E RICCARDI…
Laura Cesaretti per "il Giornale"
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@Tion,
mi son letto anche tutto l'articolo.
che ti devo dire.
francamente se andasse così non sarebbe affatto male.
Monti fuori dalle @@,Prodi PdR...già questo per me è un sogno.
Casini alla presidenza del Senato ???...
per un ingresso al governo della squadra prospettata nell'articolo...potrei anche sopportarlo.
e non è affatto detto che i numeri del dopo voto,
non ci consentano di far pure senza.
magari Bersande sta solo facendo un po' di "pretattica"...
che i furbi son mica solo in vaticano e Pierluigi c'ha pure un passato da chierichetto:
qualcosa sul come raccontare palle all'avversario l'avrà pure imparato in canonica...