Una società criminale
La prima riflessione nasce da questa osservazione di un lettore de Il Fatto Quotidiano online, all’articolo segnalato da myriam con il seguente commento: La vera lista civica di Alemanno... fascisti, ladri e banditi tutti pagati con le tasse dei romani.
Gianni Ceccano Oggi 01:35 PM
Me raccomanno, laziali: continuate pure a vota' sta gente, tanto che ce frega. Intanto io so arivato a 40 anni senza vede mai sindaco un personaggio co un minimo de dignità, figuramose la competenza. Ber monno che avete acchittato ai fiji vostra. Bravi bravi, semo propo i più furbi, caput mundi.
Il problema non è solo a livello dell’amministrazione capitolina ma riguarda l’intera nazione.
La seconda riflessione, legata alla prima, riguarda la prima pagina de Il Fatto Quotidiano di ieri, che riportava l’intervista a Gaspare Mutolo, pentito di mafia e collaboratore di giustizia.
Sostiene Mutolo:
C’erano rapporti tra la mafia e le istituzioni?
Nel ‘71 il capomafia di Bagheria, Antonino Mineo, gli disse a Franco Restivo, ministro dell’Interno: dicci al tuo compare che se vuole mandare al confino noi palermitani, il primo che ci deve andare sei tu. Se no facciamo la pelle a te e a lui. Questi erano i rapporti: convivenza e connivenza, i contatti tra mafia e forze dell’ordine, mafia e politica ci sono sempre stati. Ci sono stati personaggi cui hanno pulito i cartellini penali per fargli fare i sindaci.
La Sicilia è una fonte di guadagno e di voti, senza non ci sarebbe stata la dicci, Andreotti e nemmeno Berlusconi, che tramite Dell’Utri era legato a molti mafiosi.
Io a Berlusconi lo ammiro, ci sa fare. Non m’interessa del bunga bunga, perché c’era già a Palermo molti anni prima.
La cosa era nota già dal lontano 1994. Bossi in quel frangente non raccontava balle quando accusava la cara salma, di essere un mafioso. Cambiò idea quando la Lega venne indotta ad acquistare la Banca di Lodi che con i polli fece subito fallimento. Fu il mafioso di Hardcore a tirarlo fuori dai guai, legandoselo così a doppio filo per tutta la seconda Repubblica. E non è detto che dietro a tutto questo non ci sia lo stratega Dell’Utri.
Che Berlusconi fosse legato alla mafia lo sapevano tutti, sopprattutto chi fa politica. Diventa pertanto del tutto incomprensibile come politici e istituzioni abbiano accettato tranquillamente questo dato di fatto.
Il ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi, del secondo governo Berlusconi, a pochissimi mesi dalle elezioni, nell’agosto 2001, uscirà con questa affermazione:
« Con mafia e camorra bisogna convivere e i problemi di criminalità ognuno li risolva come vuole »
La sinistra uscita dalla Resistenza non c’è più. C’è solo roba risciacquata fatta di tanti carrieristi della politica.
Violante, nato in un campo di concentramento inglese in Etipoia perché il padre era un giornalista comunista, divenne comunista a sua volta e diventò giudice istruttore a Torino acquisendo la fama di duro.
Entrato in politica nelle file del Pci, ce lo ritroviamo nel 2002 con questo bel capolavoro:
Dichiarazione integrale di Violante alla Camera sul conflitto di interessi 28 Febbraio 2002
http://www.youtube.com/watch?v=sZaIgDBrrZk
Caricato da lucamengoni in data 07/set/2010
Il famoso intervento di Luciano Violante alla Camera durante la discussione sulla legge Frattini sul conflitto di interessi di Berlusconi, in cui clamorosamente svela che già nel 1994 a Berlusconi e Gianni Letta era stata data la garanzia che non sarebbero state toccate le televisioni
Non può venirci a raccontare Violante che questo non è un patto con un rappresentante della mafia che per 4 volte sarà premier.
Violante era stato al vertice dell’Antimafia e certe cosette le conosceva pure lui.
La salma mafiosa cade nel novembre 2011, ma si forma una coalizione per cui la rappresentanza della mafia è salva.
Ci sono grandi manovre affinchè ritorni la Dc, magari non per governare mezzo secolo come nella prima Repubblica, ma per i prossimi 20 o 30 anni consecutivi sì, visto che la sinistra è stata abilmente rasa al suolo e non c’è nessuno che la possa guidare, come hanno fatto Togliatti e Berlinguer a suo tempo.
Ad incaricarsene della costituzione della nuova Dc, anche se non si chiamerà più così, sua santità Casotti.
Nell’intervista di ieri su Repubblica, sua santità dichiara:
Non si torna indietro da Monti
Ma nessuno tocchi il suo nome
Io aprirò la mia lista ai tecnici
Casini: non mollo Bersani, neanche sulle riforme
<< Delle iniziative esecutivo non si può tornare indietro. Non voglio ridare il potere di ricatto al sindacato dei tribunali e delle provincie che si rifiutano di essere soppresse. E non si può disperdere lo spirito di coalizione, non possiamo riaprire la stagione degli uni contro gli altri. La prossima legislatura dovrà avere uno spirito costituente………………….>>
Di tutti i corsari presenti in Parlamento, dopo la cara salma il peggiore è proprio lui, sua santità Casotti.
E’ un Formigoni-Celeste meno appariscente, più defilato, ma è della stessa risma, in qualunque posizione si trovi, qualunque cosa dica lui è sempre bello come il sole, è sempre dalla parte giusta, lui è la verità rivelata.
Portaborse di Forlani nella prima Repubblica riesce a salvarsi. Di solito il portaborse è l’esecutore materiale delle direttive del capo, ma Casini è riuscito a salvarsi. Difficile che non sapesse cosa facesse il capo, se no che portaborse era?
Graziato riparte con il CCD degli altri graziati. Si lega già dal 1994 a Berlusconi. Poi fonda l’Udc, che lo vedrà legato al mafioso di Hardcore fino al 2007. L’abbiamo visto tante volte saltare sui palchi assieme alla salma a Fini e Buttiglione cantare:
“Chi non salta comunista è……“
Ha appoggiato tutte le nefandezze possibili ed immaginabili del mafioso. Lo ha sempre difeso dalla magistratura. Se n’è andato prima che il mafioso lo facesse fuori, come nei classici regolamenti di conti delle cosche.
Ha rovinato, con altri, l’Italia, partecipando all’orgia e alla distruzione del Paese per la seconda volta, invece di riscattarsi dal malgoverno Dc.
Dopo aver concorso al danno, oggi, visto che gli scemi in Italia si contano a milioni, non a centinaia, racconta che bisogna proseguire con Monti e fare le cose che lui non ha saputo e voluto fare.
Più banditi di così che attuano truffe gigantesche a livello nazionale, si muore.
Aveva giurato di mettere la mano sul fuoco per don Totò Cuffaro, facendo finta di non sapere i legami con la mafia.
Poi don Totò è stato condannato e va a trovarlo a Rebibbia. Lui dice per dovere cristiano. Sarà, ma può esserci un’altra chiave di lettura, quello di tenere i collegamenti con la mafia.
Un terzo dei voti dell’Udc arriva dalla Sicilia.
Sono convinto di quello che dice Mutolo, che senza di loro non i sarebbe stata la Dc e neppure Berslusconi.
A cui occorre aggiungere Casini.
Casini vuole ricostruire attraverso una serie d’inganni la Dc. Inganni rivolti all’elettorato più che ai corsari della politica.
I corsari alla Fioroni, Letta, Ichino, Gentiloni, e compagnia sanno quello che fanno e quello che vogliono, sono gli elettori che sono scemi e si fanno ingannare tanto facilmente.
Soprattutto quelli della ex sinistra Ds.
La mafia sembra tranquilla, se va in porto la nuova Dc non c'è bisogno di bombe o di ammazzamenti.
Questa è la società in cui viviamo e il quarantenne laziale ha ragione a dolersene,.......ma siamo fatti così e sembra che non ci sia nulla da fare.