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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Diario della caduta di un regime. - Pagina 109
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Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 14/07/2016, 19:17
da camillobenso
‘Le parole sulla ripresa economica sono criminali
La povertà dilaga, siamo destinati alla decrescita’

I dati Istat fotografano un Paese in cui i “poveri assoluti” sono 4,6 milioni. In aumento anche al Nord
Il sociologo De Masi: “Redistribuire la ricchezza finché c’è. La disperazione è benzina per l’incendio”

Economia & Lobby
“Non si è ancora scatenata la rabbia. E’ questa la fortuna dei politicanti e degli economisti che suonano il violino della ripresa sul Titanic. Ma succederà, perché la crescita delle diseguaglianze a questo porta”. Domenico De Masi, sociologo, professore di Sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma, legge i dati Istat sulla povertà assoluta, che in Italia tocca ormai 4,6 milioni di persone, il massimo dal 2005 (leggi). E ripete: “Il refrain della ripresa è una gigantesca invenzione su cui tutti siamo seduti”
di Thomas Mackinson


^^^^^^



Povertà, il sociologo Domenico De Masi: “Ripresa economica? Le parole di governanti ed economisti sono criminali”
Economia
Il professore di sociologia del lavoro commenta i dati Istat che fotografano un Paese in cui cresce la povertà assoluta: "Una ripresa dei Paesi ricchi è impossibile perché sono talmente ricchi che non possono aumentare ulteriormente la loro ricchezza. L’unica è redistribuire la ricchezza finché di ricchezza ce n’è. La povertà e la disperazione sono benzina per l’incendio"
di Thomas Mackinson | 14 luglio 2016
COMMENTI (5)


Povertà, Ricchezza, Sociologia
“Non si è ancora scatenata la rabbia. E’ questa la fortuna dei politicanti che vediamo a Ballarò, degli economisti che suonano il violino della ripresa sul Titanic. Ma succederà, perché la crescita delle diseguaglianze a questo porta”. Domenico De Masi, sociologo, professore di Sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma, lo ripete da anni: il refrain della ripresa è una gigantesca invenzione su cui tutti siamo seduti, che viene propinata dalle élite che ci governano e dicono “balle” al popolo anziché la verità: “Altro che ripresa, siamo destinati a decrescere e l’unica strada per governare questo ineluttabile processo è contenere le diseguaglianze redistribuendo la ricchezza che resta, assicurando a tutti il necessario e togliendo il superfluo dove c’è”.

De Masi legge i dati Istat sulla povertà assoluta, che in Italia tocca ormai 4,6 milioni di persone, il massimo dal 2005. “Certificano che le parole dei nostri governanti ed economisti – a questo punto – non sono solo false, sono criminali. Per quanto potranno ignorare ancora questa insoddisfazione globale per l’iniqua distribuzione della ricchezza che galoppa?”.


De Masi, se la ripresa è una balla perché andargli ancora dietro?
Ti do due dati, uno a livello mondiale e uno tutto italiano. Dieci anni fa 85 persone al mondo secondo Forbes possedevano da sole la ricchezza di tre miliardi e mezzo di persone, la metà dell’umanità intera. Oggi, dieci anni dopo, i poveri hanno la ricchezza non più di 85 persone ricche ma di 65. La tendenza sembra dire che arriveremo al punto in cui una sola persona possederà praticamente tutto. Altro dato, per l’Italia: nel 2007, cioè alla vigilia della grande crisi, dieci famiglie avevano la ricchezza di tre milioni di italiani, dopo otto anni di crisi le stesse famiglie hanno la ricchezza di 6 milioni di italiani, cioè hanno raddoppiato la loro ricchezza mentre raddoppiava il numero dei poveri. Questi dati dimostrano quanto galoppa la disuguaglianza.

Cosa c’è al fondo di questa “caduta”?
Da quando un modello di vita ha prevalso diventando dominante su altri. Durante la Guerra Fredda tra Occidente e Oriente, un mondo orientale in nome del socialismo rinunciava alla ricchezza di pochi ma assicurava ai suoi cittadini la sopravvivenza, la scuola e la sanità. Magari imponendo altri prezzi su altri fronti, certo. E’ quello che succede ancora oggi a Cuba, per qualche tempo ancora. Poi c’era un mondo basato sul liberalismo che poneva in primo piano la capacità dei singoli per cui i più capaci hanno di più e i meno capaci hanno di meno. Con la caduta del Muro di Berlino, in effetti, il Comunismo non ha perso ma il Capitalismo non ha vinto. Perché il primo sapeva distribuire la ricchezza senza saperla produrre, il secondo la sa produrre e non sa distribuirla. E’ un paradosso ormai acclarato per tutti i Paesi capitalisti.

Ma il cittadino con chi si deve lamentare?
Con quegli economisti e quei politici che continuano a dire che c’è una ripresa. Una ripresa dei Paesi ricchi è impossibile perché sono talmente ricchi che non possono aumentare ulteriormente la loro ricchezza. Noi, Italia, su 196 Paesi siamo all’ottavo posto al mondo come Pil. Ogni italiano ha un Pil pro capite di 36mila dollari. I cinesi ne hanno 6000 dollari, gli indiani 1.500. Come facciamo noi ad aumentare ancora?

E quando vengono ancora spese promesse su questo rilancio dell’economia?
Non sono solo balle, sono al più esternazioni criminali. Sono dichiarazioni di economisti e politici che o non sanno come stanno le cose e allora hanno una colpevole ignoranza oppure sanno come vanno le cose e dicono bugie e sono dei criminali.

E la gente che affolla il Titanic suonando il violino della ripresa?
E’ la gente che vedi in tv la sera a Ballarò, da Vespa. E’ gente che parla per compiacere il Principe dice che le cose stanno andando meglio, quando sarebbe onesto verso il popolo dire “guardate, siamo cresciuti tanto e non possiamo crescere di più”. Non c’è niente da fare. Possiamo solo sperare di mantenere la posizione in cui siamo e decrescere lentamente con minori diseguaglianze possibili. Per non diminuire la nostra dose di “felicità”, dovendo però decrescere, dobbiamo togliere le cose superflue in modo che quelle necessarie rimangano a tutti.

Le famose spending review che si sono evitate a tutti i costi, arrivando a “tagliare” i commissari incaricati di farle?
Se pensa che abbiamo una situazione della sanità molto peggiore a quella di quattro anni fa, che oggi il cittadino paga molte più medicine per cui alcuni non potendo comprarle neppure si curano più… Per avere un’analisi clinica da parte di una Asl devi aspettare quattro o cinque mesi e nel frattempo muori… Beh, in un Paese ancora ricco come il nostro è una vergogna.

Allora, che fare?
L’unica è redistribuire la ricchezza finché di ricchezza ce n’è. Ognuno di noi getta la metà di quello che ha nel frigorifero. Educazione dei cittadini all’autorisparmio, forse. Ma se il voto viene dato ancora oggi a soggetti che portano avanti visioni liberali dell’economia non ne verremo mai a capo. Quelle idee ci porteranno a capo fitto in una terza rivoluzione perché prima o poi la gente si stufa. Vedi quanti episodi ci appaiono folli, le sparatorie, gli attacchi di gente apparentemente uscita di senno. La povertà e la disperazione sono benzina per l’incendio. Non è altro che la punta dell’iceberg di una insoddisfazione globale per l’iniqua distribuzione della ricchezza.

Qualcuno parlando di “decrescita felice” sembra intravvedere perfino del “bello” dietro alle nuove povertà, un po’ come i neorealisti nel cinema del Dopoguerra…
Macché, di felice c’è ben poco. Quello è sempre il bello visto dalla parte dei ricchi. E’ un racconto della povertà e della Chiesa sui poveri che sono “beati perché loro è il regno dei cieli”. E’ un fatto consolatorio: possiamo dire che nel 2016 queste forme di contenimento sono del tutto desuete e insufficienti? L’unica vera consolazione, se si può dire, è che i poveri trattengono ancora la rabbia. Perché quando esploderà i non poveri avranno da rimettere. Quando ci fu la Rivoluzione francese furono ghigliottinati 23mila nobili. E’ questo – anche nelle forme più civili che una rivolta assumerebbe oggi – che le élite, più di tutto, non vogliono”.

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 16/07/2016, 7:02
da camillobenso
DENTRO LA STORIA


Galloni: economia per noi, non contro. Politici, dove siete?

Scritto il 16/7/16 • nella Categoria: idee Condividi



Il baratro: le banche, i mercati e la finanza. Sempre lì siamo. E’ il conto che tutti paghiamo al dominio del pensiero unico di matrice neoconservatrice, quello che dagli anni Ottanta ha imposto un modello capitalistico irresponsabile che oggi non è più nemmeno di mercato ma guidato da algoritmi matematici.



Il suo obiettivo è massimizzare l’emissione di titoli e i debitori – Stati compresi – perché siano deboli, poco solvibili e sottomessi.


Questo costringe a far aumentare la circolazione di derivati e swap (scommesse su tutto). Così si fanno milioni di miliardi di dollari di titoli tossici. Il punto è come uscirne, perché è ormai chiaro che il soccorso che trasferisce Pil a copertura dei debiti delle banche non potrà durare per sempre. I titoli tossici e fasulli in circolazione, a livello planetario, rappresentano 54 volte il Pil mondiale. Stiamo salvando il peggio. Oggi si finanzia solo ciò che porta profitto ma siamo fuori dall’età della scarsità delle risorse e lo sviluppo responsabile potrebbe essere limitato solo dalla disponibilità del fattore umano, se solo si annoverassero tra le attività necessarie per un paese i servizi alla persona, la cura dell’ambiente, l’innovazione tecnologica e tutti quei fattori che sono alla base dello sviluppo.Perché non lo si fa? Perché significherebbe avere piena occupazione e aumento dei salari, la gente non sarebbe più asservita e dunque un mondo rispetto al quale il vecchio modo di governare, basato sulla soggezione della gente, non funziona più e salta. Le soluzioni all’attuale crisi economica ci sono ma comportano un’emancipazione delle popolazioni, un aumento alla partecipazione democratica, il ripristino della classe media al posto della categoria dei cittadini-sudditi. Oggi la gente è disperata: non trova lavoro, non riesce a pagare il mutuo, ha paura di quello che può accadere al primo imprevisto. E sta buona. Senza questa sottomissione economica le classi dirigenti andrebbero in crisi: e come facciamo noi a sopravvivere?, si chiedono i parassiti. I poteri forti esistono e dominano perché non c’è una classe politica degna di questo nome. Quando ci sono i Roosevelt, i Kennedy, i Moro, i Mattei, è chiaro che questi poteri occulti hanno meno peso e importanza. Attraverso gli squilibri finanziari, monetari e bancari mantengono il controllo sulla formazione delle stese classi dirigenti che poi vanno formalmente a governare i paesi.Si potrebbe ancora rovesciare il tavolo delle regole, forse. Ad esempio autorizzando i disavanzi dei paesi in funzione del tasso di disoccupazione e non di parametri finanziari decisi chissà dove e come. Ma certo non lo può fare questa Unione Europea e le istituzioni che sono parte del problema. Perché sono lontanissime e tendenzialmente ostili a favorire la consapevolezza delle masse che un certo meccanismo si è rotto. E tendono a tamponare le situazioni per mantenere lo status quo. Le democrazie che guidano sono in crisi perché non sono riuscite a stabilire la differenza tra cittadino e suddito. Per ristabilirla, serve recuperare sovranità e capire quale è il modello economico oggi sostenibile. Ritengo che sia arrivato il momento di infrangere dei tabù e di tentare politiche opposte, di aumento dei salari e della spesa pubblica in disavanzo, di riconoscere la sostenibilità dei rendimenti negativi una volta si sia capito che credito e moneta sono a costo zero non hanno bisogno di copertura ma solo di stimolare la produzione di quei servizi necessari alla comunità di cui si dice erroneamente che mancano i soldi.Abbiamo il debito pubblico alle stelle? E’ vero. Ma su questo si deve fare un ragionamento finalmente vero e più onesto. Quando andiamo in banca ad accendere un mutuo ci viene concessa una somma fino a cinque volte il nostro reddito annuale. Il reddito di un paese è il prodotto interno lordo, ma il debito va paragonato al patrimonio che è di gran lunga superiore. Questa idea per cui siamo appesi ai conti economici delle entrate e delle uscite è una mistificazione che comprime le possibilità di sviluppo e di piena occupazione. Il 5 Stelle? Oggi coltiva l’ambizione del governo e questo sdoppia la sua matrice. Da una parte continua la deriva positiva degli anti-sistema al grido “onestà-onestà”, dall’altra una crescente propensione ad accreditarsi come referenti affidabili, anche presso i consessi internazionali. Ecco, se prevalesse la logica del “vedete, siamo bravi ragazzi” temo che anche mettendo a disposizione le mie ricette non cambierebbe nulla.

(Nino Galloni, sintesi delle dichiarazioni rilasciate a Claudio Messora per l’intervista “Possiamo farcela senza l’Europa”, pubblicata su “Byoblu” l’8 luglio 2016).

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 16/07/2016, 18:54
da camillobenso
QUESTA SETTIMANA IL GOVERNO, TUTTO, E' ANDATO A NOZZE.

IL PRINCIPALE STRUMENTO DEL DOTTOR GOEBBELS, LA TELEVISIONE HA ACCANTONATO TUTTE LE MANCHEVOLEZZE DEL GOVERNO.

IL CASO DEL FRATELLO DI ALFANO & ROMINA, E' STATO ACCANTONATO. I PM CHE INDAGANO SUL COGNATO DI RENZI, MANCO A PARLARNE.

LO SCONTRO DEI TRENI DI BARI, L'ASSALTO A NIZZA E IL FAC SIMILE COLPO DI STATO TURCO, HANNO NASCOSTO E CONTINUERANNO A NASCONDERE LE PORCATE GOVERNATIVE.

RIMANGONO SOLO I QUOTIDIANI DELL'OPPOSIZIONE A NON NASCONDERE I FATTI DI REGIME.





16 LUG 2016 18:13
IL COLPO D’ALA ZANETTI-VERDINI SPACCA QUELLO CHE RESTA DEL PD: ORA DENIS E’ UFFICIALMENTE AL GOVERNO, CON L’OK DI RENZI - E’ SOLO L’ULTIMA DELLE FIGURACCE DI 'SCIOLTA CIVICA', LA CREATURA CHE MARIO MONTI FECE NASCERE E ABBANDONO’ IN FRETTA E FURIA

Solita caciara della minoranza Pd, che chiede le dimissioni di Zanetti dal governo. Lui subito mette in chiaro: “Le dimissioni non arriveranno”. Verdini a pesca di altri deputati e senatori da “convincere” a entrare nel suo gruppo…



Roberto Scafuri per “Il Giornale”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 128833.htm

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 16/07/2016, 20:37
da pancho
camillobenso ha scritto:QUESTA SETTIMANA IL GOVERNO, TUTTO, E' ANDATO A NOZZE.

IL PRINCIPALE STRUMENTO DEL DOTTOR GOEBBELS, LA TELEVISIONE HA ACCANTONATO TUTTE LE MANCHEVOLEZZE DEL GOVERNO.

IL CASO DEL FRATELLO DI ALFANO & ROMINA, E' STATO ACCANTONATO. I PM CHE INDAGANO SUL COGNATO DI RENZI, MANCO A PARLARNE.

LO SCONTRO DEI TRENI DI BARI, L'ASSALTO A NIZZA E IL FAC SIMILE COLPO DI STATO TURCO, HANNO NASCOSTO E CONTINUERANNO A NASCONDERE LE PORCATE GOVERNATIVE.

RIMANGONO SOLO I QUOTIDIANI DELL'OPPOSIZIONE A NON NASCONDERE I FATTI DI REGIME.





16 LUG 2016 18:13
IL COLPO D’ALA ZANETTI-VERDINI SPACCA QUELLO CHE RESTA DEL PD: ORA DENIS E’ UFFICIALMENTE AL GOVERNO, CON L’OK DI RENZI - E’ SOLO L’ULTIMA DELLE FIGURACCE DI 'SCIOLTA CIVICA', LA CREATURA CHE MARIO MONTI FECE NASCERE E ABBANDONO’ IN FRETTA E FURIA

Solita caciara della minoranza Pd, che chiede le dimissioni di Zanetti dal governo. Lui subito mette in chiaro: “Le dimissioni non arriveranno”. Verdini a pesca di altri deputati e senatori da “convincere” a entrare nel suo gruppo…



Roberto Scafuri per “Il Giornale”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 128833.htm
Come si puo non criticare la minoranza PD?

Ma che contano costoro e che alternative avrebbe Renzi in questo momento secondo le sue logiche?

E' l'unica soluzione fattibile per questo governo visto ininfluenza della sinistra sia in parlamento che fuori.

Criticare questa soluzione e' cosa giusta ma da che parte viene la critica? Dalla sinistra? Ma quale sinistra e' questa che fino a ieri era nella torta ed e' stata ella stessa a distruggere quel poco che di sinistra ancora esisteva. Messi nel margine ora vorrebbero diventare generali e far passare per colonnelli gli altri?

Finiamola con questi giochetti e si rendano conto che la loro posizione non e' altro che l'ultimo atto delle loro scelte iniziali.

Se proprio si sentono di sinistra ( e qui e' tutto da vedere) lascino gli scanni poiche questo sarebbe l'unico modo leale per farsi sentire fra il popolo visto che contano meno del 2 di spade a briscola.

Morale: Se la sinistra non esiste e non conta un c...o nel paese come allora si puo condannare le scelte di un avversario visto che noi non riusciamo a costruire nulla e non possiamo proporre un'alternativa seria?

un salutone

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 18/07/2016, 16:28
da camillobenso
pancho ha scritto:
camillobenso ha scritto:QUESTA SETTIMANA IL GOVERNO, TUTTO, E' ANDATO A NOZZE.

IL PRINCIPALE STRUMENTO DEL DOTTOR GOEBBELS, LA TELEVISIONE HA ACCANTONATO TUTTE LE MANCHEVOLEZZE DEL GOVERNO.

IL CASO DEL FRATELLO DI ALFANO & ROMINA, E' STATO ACCANTONATO. I PM CHE INDAGANO SUL COGNATO DI RENZI, MANCO A PARLARNE.

LO SCONTRO DEI TRENI DI BARI, L'ASSALTO A NIZZA E IL FAC SIMILE COLPO DI STATO TURCO, HANNO NASCOSTO E CONTINUERANNO A NASCONDERE LE PORCATE GOVERNATIVE.

RIMANGONO SOLO I QUOTIDIANI DELL'OPPOSIZIONE A NON NASCONDERE I FATTI DI REGIME.





16 LUG 2016 18:13
IL COLPO D’ALA ZANETTI-VERDINI SPACCA QUELLO CHE RESTA DEL PD: ORA DENIS E’ UFFICIALMENTE AL GOVERNO, CON L’OK DI RENZI - E’ SOLO L’ULTIMA DELLE FIGURACCE DI 'SCIOLTA CIVICA', LA CREATURA CHE MARIO MONTI FECE NASCERE E ABBANDONO’ IN FRETTA E FURIA

Solita caciara della minoranza Pd, che chiede le dimissioni di Zanetti dal governo. Lui subito mette in chiaro: “Le dimissioni non arriveranno”. Verdini a pesca di altri deputati e senatori da “convincere” a entrare nel suo gruppo…



Roberto Scafuri per “Il Giornale”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 128833.htm
Come si puo non criticare la minoranza PD?

Ma che contano costoro e che alternative avrebbe Renzi in questo momento secondo le sue logiche?

E' l'unica soluzione fattibile per questo governo visto ininfluenza della sinistra sia in parlamento che fuori.

Criticare questa soluzione e' cosa giusta ma da che parte viene la critica? Dalla sinistra? Ma quale sinistra e' questa che fino a ieri era nella torta ed e' stata ella stessa a distruggere quel poco che di sinistra ancora esisteva. Messi nel margine ora vorrebbero diventare generali e far passare per colonnelli gli altri?

Finiamola con questi giochetti e si rendano conto che la loro posizione non e' altro che l'ultimo atto delle loro scelte iniziali.

Se proprio si sentono di sinistra ( e qui e' tutto da vedere) lascino gli scanni poiche questo sarebbe l'unico modo leale per farsi sentire fra il popolo visto che contano meno del 2 di spade a briscola.

Morale: Se la sinistra non esiste e non conta un c...o nel paese come allora si puo condannare le scelte di un avversario visto che noi non riusciamo a costruire nulla e non possiamo proporre un'alternativa seria?

un salutone


Il problema, caro pancho, è che il PD è questo:


Fabrizio Barca - L’ex ministro “distrugge” il suo partito ma non straccia la tessera: “Fuori è peggio. Nei 5 Stelle la partecipazione politica è ridicola”
Nazareno – Renzi sul palco della direzione del Pd, durante la quale Barca si è dimesso dalla commissione per la riforma del partito Nazareno – Renzi sul palco della direzione del Pd, durante la quale Barca si è dimesso dalla commissione per la riforma del partitoNazareno – Renzi sul palco della direzione del Pd, durante la quale Barca si è dimesso dalla commissione per la riforma del partito
di Tommaso Rodano | 18 luglio 2016



Più poteri, più poteri, più poteri. La classe politica che ha guidato l’Italia in questi anni ha creduto che il potere fosse la soluzione a tutti i problemi. E più ne ha avuto, meno ha combinato”. Fabrizio Barca ha alzato bandiera bianca: nell’ultima direzione del Pd, il 4 luglio, si è dimesso dalla commissione per la riforma del partito. Con queste parole: “Ha rivelato la sua assoluta inutilità”. Il suo lavoro è stato ignorato dagli stessi dirigenti che gli avevano conferito l’incarico. L’ex ministro conserva la tessera, ma del Pd non salva né la maggioranza renziana, né la minoranza: “Chi lavora per far fuori Renzi ragiona con la sua stessa logica di potere”. L’impegno di Barca è soprattutto altrove: gira l’Italia dei “luoghi ideali”, delle esperienze di democrazia dal basso e cittadinanza attiva. “L’unico modo per ridurre il divario tra chi fa politica e i cittadini – dice – è la partecipazione, il confronto pubblico”.

La partecipazione però è ai minimi storici.

La prima colpa è delle classi dirigenti, che hanno dimostrato di essere inadeguate. Il personale alla guida del Paese – tra i 40 e i 60 anni – si è formato in una fase di autoreferenzialità fortissima della classe politica.

E la seconda colpa?

È collettiva. La cittadinanza attiva è molto efficace nei progetti territoriali, ma non incide a livello generale. I partiti sono scomparsi e i cittadini non si fidano più: pensano che la partecipazione politica sia solo chiacchiere, una perdita di tempo.

I 5 Stelle hanno rilanciato la militanza politica, non crede?

Le forme di partecipazione politica del M5S sono ridicole. La democrazia è una discussione aperta, trasparente, informata, stimolata da grandi competenze. Dove sono le competenze nel Movimento? Girando l’Italia ho conosciuto talenti veri: antropologi, professionisti, psicologi, persone di livello straordinario. Queste avanguardie non le vedo dentro a nessun movimento politico, e tanto meno nei 5 Stelle.

Come si spiega il loro successo allora?

Le masse popolari impoverite hanno visto scomparire completamente la parola “lavoro”. I cittadini ai margini avvertono l’impotenza di chi governa e cercano il nuovo, qualunque esso sia. Hanno trovato “il nuovo” due anni fa in Renzi. Ora ne cercano un altro. È un’eterna rincorsa.

Scusi, Barca: negli anni in cui è “scomparsa la parola lavoro” lei ha fatto il ministro nel governo Monti e ha militato nel Pd. Nessuna autocritica?

Quello di Monti era un governo d’emergenza nazionale, aveva lo scopo di non farci finire come la Grecia. Era l’ultimo governo al mondo a cui si potesse chiedere di rimettere al centro il lavoro.

E il Pd?


Il Pd ha sempre avuto questo problema. Già con Veltroni, D’Alema, Bersani. Ha rimosso dalla sua coscienza la centralità del lavoro. Dall’inizio.

Nel suo documento per la riforma del Pd ha scritto che serve un “partito palestra”, “ancorato a sinistra”. Decisamente non è il caso del Partito democratico.

No, il Pd non è affatto ancorato (ride). Dentro convivono valori distanti e diversi. Con il mio lavoro ho provato a sollevare un tema fondamentale, purtroppo con risultati irrilevanti: la selezione della classe dirigente di un partito non può avvenire attraverso la cooptazione dei fedeli, ma sulla base della capacità di lavoro, dei risultati concreti. Nel Pd il principio è la fedeltà. Ma non si può dare la colpa solo a Renzi: il partito è così da quando è nato, nel 2007.

Nel suo rapporto scrive a chiare lettere che il finanziamento pubblico non è affatto stato abolito (come hanno rivendicato prima Letta e poi Renzi).

La nuova normativa introduce una detrazione fiscale pari al 26% delle donazioni effettuate ai partiti, il costo stimato per lo Stato è di 61 milioni di euro. Una legge iniqua e assurda.

Perché è stata “venduta” al pubblico un’abolizione inesistente?

Perché questo domandava il popolo al Colosseo (ride). La domanda vera è: perché ci siamo lasciati prendere in giro? È colpa nostra. In democrazia, se la gente non si incazza ha quello che si merita.

Ha messo in fila una serie di considerazioni durissime sul partito in cui milita. Perché mantiene la tessera?

Perché rimane l’unico partito in Italia che abbia uno statuto comprensibile e un dibattito interno a volte sterile, ma trasparente. È fatto da gente che ha come unico obiettivo la propria carriera, ma ci sono pure centomila iscritti e tante persone per bene.

Nel Pd non c’è solo Renzi, c’è anche la minoranza.

Hanno la stessa logica di chi è al potere. Con gli stessi errori. Vogliono cambiare il personale, non la struttura. Non sono interessato.

È stato ministro, il suo lavoro è stato largamente apprezzato. Non le manca?

No. Non saprei nemmeno con chi farlo, il ministro… Guardi, mi trovo bene quando giro l’Italia, quando vado all’Aquila, nelle Madonie, a Sibari. Mi piace stare sulla frontiera, ascoltare chi fa cittadinanza attiva.

Non le pare una resa?


No. Me lo dicono in molti, ma in tutta onestà: non è così.

Suo padre Luciano è stato una figura storica del Pci, lei non ha mai rinnegato la tradizione comunista. Quand’è che la sinistra italiana ha perso l’anima? Poteva andare in modo diverso?

(Ride) Per rispondere a questa domanda ci vorrebbe un libro, abbia pietà. Ma certamente sarebbe potuta andare in modo diverso.

Conosce bene Padoan e De Vincenti: erano economisti del Pci, giovani comunisti. Oggi lavorano a fianco di Renzi. Com’è successo?


Hanno aderito al modello unico, all’idea che il mondo non possa essere diverso da com’è. Un’errata posizione “riformista”, nel senso peggiore. Non hanno capito che il capitalismo stava subendo delle trasformazioni radicali che lo portavano alla crisi drammatica di oggi. Sono persone che lavorano tanto, con convinzione, in modo onesto. Ma a un certo punto si sono convinti che le loro idee fossero utopie.

Una finta telefonata della Zanzara le fece confessare di esser stato contattato per fare il ministro nel governo Renzi. Non ebbe parole lusinghiere per lui. Con il premier non vi siete molto simpatici.


Da parte mia non c’è nessuna antipatia, né pregiudizio culturale. Non l’ho mai percepito nemmeno da parte sua. Certo, abbiamo idee diverse.

E il renziano Carbone che scrive “ciaone” agli elettori del referendum trivelle?

È stato patetico. Patetico. Fa tristezza, non rabbia.

Cosa voterà al referendum costituzionale?

Sto cercando di valutare in modo certosino tutte le parti della riforma. Non voglio affrettare il mio giudizio. Deciderò entro settembre.

di Tommaso Rodano | 18 luglio 2016

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 18/07/2016, 18:10
da camillobenso
Perché è stata “venduta” al pubblico un’abolizione inesistente?

Perché questo domandava il popolo al Colosseo (ride). La domanda vera è: perché ci siamo lasciati prendere in giro? È colpa nostra. In democrazia, se la gente non si incazza ha quello che si merita.
Fabrizio Barca



A questo popolo anche se gli indichi la strada, in varie forme, non apprende , se ne sbatte.

Totò & Mario Castellani - Pasquale- Chissà... Dove Vuole Arrivare.. (1966)

https://www.youtube.com/watch?v=GzP96BJBxc4


Così piano piano, giorno dopo giorno si arriva all’oggi, quando non c’è più niente da fare.

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 19/07/2016, 15:34
da camillobenso
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA



“La ‘ndrangheta voleva finanziare gruppi Sì Tav”
Indagato anche politico Pd già arrestato per armi

TERZO VALICO – 42 arresti fra Reggio Calabria e Genova. Nuova richiesta (respinta) per il senatore Caridi
Sotto inchiesta il vicepresidente del consiglio regionale calabrese D’Agostino, indicato come vicino ai clan
no terzo valico
Mafie
La casa madre era sempre la Calabria, tra Cittanova e Palmi, ma il braccio stava in Liguria dove le cosche stavano investendo milioni di euro in appalti pubblici grazie al supporto di politici locali e nazionali ma anche di funzionari pubblici dell’Agenzia delle Entrate e della Commissione tributaria. Quarantadue arresti per ‘ndrangheta, di cui 36 in carcere, sono stati eseguiti stamattina dalle squadre mobili e dalla Dia di Reggio Calabria e Genova di Lucio Musolino




VIDEO
http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/07/ ... av/545037/


19 luglio 2016 | di Lucio Musolino
Terzo valico, 42 arresti per operazione Alchemia: “La ‘ndrangheta dietro i movimenti Si Tav”

La ‘ndrangheta dietro i movimenti “Si Tav” con l’obiettivo di infiltrarsi nei lavori per il “terzo valico”. È quanto emerge nell’inchiesta “Alchemia” che ha portato all’arresto di 42 persone da parte della polizia di stato e della Dia di Reggio Calabria e Genova.
La Direzione distrettuale antimafia aveva chiesto l’arresto anche per il deputato verdiniano Giuseppe Galati e per il senatore di Gal Antonio Stefano Caridi che comunque restano indagati.
“Il senatore Caridi è il riferimento della ‘ndrangheta non solo della cosca Gullace-Albanese” è il commento del procuratore di Reggio Federico Cafiero De Raho. Per quanto riguarda il “terzo valico”, secondo il magistrato le cosche hanno utilizzato “mediaticamente i gruppi Si Tav infiltrandoli con i propri affiliati per dare rilievo alla causa. Questo per inquinare gli appalti pubblici con proprie imprese”.
“Dalle intercettazioni – gli fa eco il procuratore aggiunto Gaetano Paci – rileviamo l’interesse degli imprenditori prestanome della cosca a sostenere finanziariamente il movimento ‘Si Tav‘ per creare nell’opinione pubblica un orientamento favorevole per quell’opera. Una strategia mediatica raffinata” di Lucio Musolino

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 19/07/2016, 15:54
da camillobenso
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA




FERMATE LA GUERA. RITI TRICOLORI IN CORSO

https://www.youtube.com/watch?v=BUmJZuXN5Fc

TUTTI AL MARE GABRIELLA FERRI
Segue:
Gino Paoli - Sapore di sale (1963)
Segue:
Abbronzatissima

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 19/07/2016, 16:07
da camillobenso
19 LUG 2016 15:43
POLITICA MALA’NDRINA

- OPERAZIONE ANTI-’NDRANGHETA IN TUTTA ITALIA: 40 ARRESTI, INDAGATO IL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE CALABRESE FRANCESCO D’AGOSTINO. NEI GUAI POLITICI E FUNZIONARI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE ACCUSATI DI CONTATTI CON LE COSCHE



Leggi
Da “Ansa.it”

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cron ... 128989.htm

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 19/07/2016, 18:17
da camillobenso
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA



LA FINE DELLA SECONDA REPUBBLICA SI SENTE ECCOME.

SONO FINITE LE IDEOLOGIE, DICONO IN MOLTI.

NON E' AFFATTO VERO. SONO MUTATE LE IDEOLOGIE DEL '900.

OGGI IMPERA L'IDEOLOGIA DELLA POLTRONA, O DELLA CADREGA (A SECONDO DELLA REGIONE)

TUTTI LOTTANO PER LA POLTRONA.




19 LUG 2016 16:06
SCISSIONE DELL’ATOMO
– SI SPACCANO NCD E UDC: SCHIFANI SI DIMETTE DA PRESIDENTE DEL GRUPPO AL SENATO. NON VUOLE DIVENTARE UNA COSTOLA DI RENZI, COME PIANIFICATO DA ALFANO

– CON LUI IL 10% (O PIU’) DEL GRUPPO – CESA CONTRO CASINI: PIERFERDI VOTA “SI” AL REFERENDUM, IL SUO (EX) BRACCIO DESTRO NO


Aspirina per Dagospia


Sono piccoli, ma fanno un casino!!!! Prima Zanetti che abbandona Sciolta civica per correre verso Verdini. Ed ora Renato Schifani lascia la presidenza del gruppo al Senato di Ncd, in palese disaccordo con Alfano che vuol fare del suo (?) partito una costola del Pd.

Ma chi rappresentano ‘sti signori? Allora, il fu partito di Mario Monti viene accreditato dai sondaggi (prima della rottura) di un ambizioso 0,33 per cento. Pertanto, se Zanetti è scappato con il simbolo ed un terzo dei deputati vuol dire che ha un serbatoio di voti pari allo 0,11 per cento: il viceministro all’Economia fa il commercialista di mestiere e dev’essere bravo con il pallottoliere.


E Schifani? L’Ncd, va detto, non viene preso in considerazione da solo dai sondaggi; ma solo e sempre in accoppiata con l’Udc. Insieme oscillano fra il 2,9 ed il 3 per cento.

E sempre insieme, si sono spaccati. Schifani non vuole morire renziano (anche dopo una visita ad Arcore). Alfano e soprattutto la Lorenzin, invece, non vedono l’ora di essere annessi al Pd: anche per salvarsi dal pressing di Verdini sui “loro” senatori.


A far girare le scatole all’ex presidente del Senato, poi, un abboccamento di Angelino con l’ex leghista Tosi. "Mercoledì scorso – ha raccontato l’ex presidente di Palazzo Madama - c'è stata una riunione del gruppo con Alfano in cui si è prospettato di costituire un nuovo soggetto politico dall'unione di Ncd con persone vicine a Casini e Tosi, senza Udc. Una operazione di palazzo e non di territorio, con una assenza di posizionamento che per me doveva essere quella di centrodestra. Io già consideravo esaurita la nostra prospettiva con il voto sulle riforme, ora non condivido questa prospettiva".

Ed arriviamo alla spaccatura fotocopia dell’Udc. Mentre Casini (anche perché presidente della Commissione Esteri del Senato) sostiene Renzi ed il referendum, Lorenzo Cesa – sulla carta segretario dell’Udc – è invece contrario. E con lui quel dinosauro di Ciriaco De Mita.

Manco a dirlo: pure Schifani fa capire che voterà “no” alla consultazione sulla modifica costituzionale. Ed è convinto che si porterà dietro almeno il 10/15 per cento del gruppo del Senato. Da tempo infatti Schifani e altri senatori, Giuseppe Esposito, Roberto Formigoni, Antonio Azzollini, spingono per un ritorno di Ncd nel centrodestra per contrattare un nuovo patto del Nazareno.


A questo gruppo sono pronti ad unirsi: Sacconi, Bonaiuti e Viceconte; soprattutto dopo che Berlusconi ha allontanato le badanti da Arcore. Le stesse che avevano fatto trovare gli scatoloni pronti a Paolino…