Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
il manifesto 10.2.16
«No al verticismo». Alla camera i dubbi sul nuovo partito
Sinistra italiana. Sei deputati attaccano sull'evento Cosmopolica, il battesimo del 'soggetto': poca condivisione, anzi nessuno ne sa nulla
di Daniela Preziosi
Discussione «franca e leale», come si dice a sinistra quando qualcosa non va, ieri mattina nel gruppo dei deputati di Sinistra italiana. Si avvicina la data del big bang del nuovo soggetto ma qualche parlamentare è ancora scettico sull’appuntamento. In discussione non c’è la necessità o l’opportunità di tenere a battesimo in tempi rapidi il nuovo partito: il passo era stato annunciato già il 7 novembre scorso, quando i deputati di Sinistra ecologia e libertà, accogliendo quattro ex Pd (D’Attorre, Fassina, Folino, Gregori) ed altri di ritorno dal gruppo misto (Claudio Fava) ha cambiato nome in Sinistra italiana annunciando «l’inizio di un processo».
Ora il processo procede, e nelle tre giornate dal 19 al 21 febbraio al Palazzo dei congressi di Roma nascerà la nuova creatura. L’evento ha il nome immaginifico di «Cosmopolitica» (info su www.cosmopolitica.org, presto sarà in linea una piattaforma digitale che gli organizzatori descrivono con entusiasmo). Ma non tutto fila liscio in sala travaglio. Già due senatori, il sardo Luciano Uras e il pugliese Dario Stefàno, hanno pubblicamente espresso la loro resistenza a entrare nella nuova casa. Ieri invece alla camera sono stati almeno sei i deputati a avanzare altri dubbi su come viene organizzato l’evento. E su dove va a parare. L’accusa, in soldoni, è di «gestione verticistica» delle tre giornate, ed è rivolta a Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel e uno degli uomini-macchina dell’evento. Si lamenta la «mancanza di condivisione», «di un processo partecipato», «di un progetto politico chiaro». Come verrà scelto il comitato dirigente provvisorio che uscirà dalle tre giornate? È vero che gli organizzatori giurano che tutto sarà deciso in quelle tre giornate: ma sarà proprio così?
C’è chi giura che non si tratta della rivendicazione del «partito delle istituzioni»; ma della segnalazione preoccupata del rischio di involuzione della «cultura politica» di Sel: da partito di governo a versione coeva anzi vintage di un gruppo della sinistra extraparlamentare.
Gli ultras di «Cosmopolitiche» considerano le obiezioni pretestuose. Dietro il malumore ci sarebbe la difficoltà di fondo di accettare «la perdita delle rendite di posizione». Tradotto: la preoccupazione per la poltrona. Perché, spiegano, se la preoccupazione è invece «che il processo sia partecipato, allora quella è di tutti, ma tutti davvero: non solo i parlamentari e quelli che sono qui con noi ma soprattutto quelli che verranno». La discussione è finita con il capogruppo Arturo Scotto che ha tirato le fila e trovato bandolo unitario, dando a tutti appuntamento a tutto il gruppo a stamattina per un volantinaggio a Ostia.
Ma non basterà a tranquillizzare gli animi. Il piccolo partito vira da forza di coalizione di centrosinistra a partito autonomo che ormai fuori ovunque dalle alleanze. A Milano l’ultima discussione è in corso. Resta il ’baluardo’ di Cagliari, ma dopo il voto un pezzo di Sel sarda, coalizzata con i dem, potrebbe ’autonomizzarsi’ dalla casa madre. Per non parlare della prospettiva delle elezioni politiche, quando arriveranno: l’Italicum non premia le coalizioni ma la lista che vince. Quindi non ci sarà nessuna alleanza con il Pd.
È qui la scommessa anche istituzionale del nuovo soggetto. O, detto con le parole dei perplessi, il salto nel buio: la pattuglia dei parlamentari e il battaglione degli amministratori sarà ridotto di molto, nel migliore dei casi. Nell’ultima assemblea nazionale perplessità sono state espresse anche dai rappresentanti dei mitici «territori», dal Friuli all’Emilia Romagna, alla Liguria, alla Calabria.
«No al verticismo». Alla camera i dubbi sul nuovo partito
Sinistra italiana. Sei deputati attaccano sull'evento Cosmopolica, il battesimo del 'soggetto': poca condivisione, anzi nessuno ne sa nulla
di Daniela Preziosi
Discussione «franca e leale», come si dice a sinistra quando qualcosa non va, ieri mattina nel gruppo dei deputati di Sinistra italiana. Si avvicina la data del big bang del nuovo soggetto ma qualche parlamentare è ancora scettico sull’appuntamento. In discussione non c’è la necessità o l’opportunità di tenere a battesimo in tempi rapidi il nuovo partito: il passo era stato annunciato già il 7 novembre scorso, quando i deputati di Sinistra ecologia e libertà, accogliendo quattro ex Pd (D’Attorre, Fassina, Folino, Gregori) ed altri di ritorno dal gruppo misto (Claudio Fava) ha cambiato nome in Sinistra italiana annunciando «l’inizio di un processo».
Ora il processo procede, e nelle tre giornate dal 19 al 21 febbraio al Palazzo dei congressi di Roma nascerà la nuova creatura. L’evento ha il nome immaginifico di «Cosmopolitica» (info su www.cosmopolitica.org, presto sarà in linea una piattaforma digitale che gli organizzatori descrivono con entusiasmo). Ma non tutto fila liscio in sala travaglio. Già due senatori, il sardo Luciano Uras e il pugliese Dario Stefàno, hanno pubblicamente espresso la loro resistenza a entrare nella nuova casa. Ieri invece alla camera sono stati almeno sei i deputati a avanzare altri dubbi su come viene organizzato l’evento. E su dove va a parare. L’accusa, in soldoni, è di «gestione verticistica» delle tre giornate, ed è rivolta a Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel e uno degli uomini-macchina dell’evento. Si lamenta la «mancanza di condivisione», «di un processo partecipato», «di un progetto politico chiaro». Come verrà scelto il comitato dirigente provvisorio che uscirà dalle tre giornate? È vero che gli organizzatori giurano che tutto sarà deciso in quelle tre giornate: ma sarà proprio così?
C’è chi giura che non si tratta della rivendicazione del «partito delle istituzioni»; ma della segnalazione preoccupata del rischio di involuzione della «cultura politica» di Sel: da partito di governo a versione coeva anzi vintage di un gruppo della sinistra extraparlamentare.
Gli ultras di «Cosmopolitiche» considerano le obiezioni pretestuose. Dietro il malumore ci sarebbe la difficoltà di fondo di accettare «la perdita delle rendite di posizione». Tradotto: la preoccupazione per la poltrona. Perché, spiegano, se la preoccupazione è invece «che il processo sia partecipato, allora quella è di tutti, ma tutti davvero: non solo i parlamentari e quelli che sono qui con noi ma soprattutto quelli che verranno». La discussione è finita con il capogruppo Arturo Scotto che ha tirato le fila e trovato bandolo unitario, dando a tutti appuntamento a tutto il gruppo a stamattina per un volantinaggio a Ostia.
Ma non basterà a tranquillizzare gli animi. Il piccolo partito vira da forza di coalizione di centrosinistra a partito autonomo che ormai fuori ovunque dalle alleanze. A Milano l’ultima discussione è in corso. Resta il ’baluardo’ di Cagliari, ma dopo il voto un pezzo di Sel sarda, coalizzata con i dem, potrebbe ’autonomizzarsi’ dalla casa madre. Per non parlare della prospettiva delle elezioni politiche, quando arriveranno: l’Italicum non premia le coalizioni ma la lista che vince. Quindi non ci sarà nessuna alleanza con il Pd.
È qui la scommessa anche istituzionale del nuovo soggetto. O, detto con le parole dei perplessi, il salto nel buio: la pattuglia dei parlamentari e il battaglione degli amministratori sarà ridotto di molto, nel migliore dei casi. Nell’ultima assemblea nazionale perplessità sono state espresse anche dai rappresentanti dei mitici «territori», dal Friuli all’Emilia Romagna, alla Liguria, alla Calabria.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Da oggi parte la piattaforma di Possibile.
Possibile è il primo partito italiano a coniugare militanza tradizionale, contatto personale e presenza sul territorio, con la democrazia digitale e l’utilizzo di strumenti moderni di decisione e organizzazione. Per fare tutto questo abbiamo realizzato la piattaforma “Partecipazione Possibile”.
Certo, è il primo partito, perché il M5S, che per primo ha usato la piattaforma digitale per decidere, è un movimento che fa capo al duo Grillo -Casaleggio.
Io alla domanda " Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la Sx" ho ritenuto iscrivermi prima a L'Altra Europa e poi, visto la scarsa organizzazione, ho contribuito a formare il Comitato di Possibile nel mio comune.
Tra le diverse sigle della sinistra Possibile mi sembra la meglio impostata, si parte dalla base per arrivare alle decisioni dei vertici. Ma anche qui, riscontro dei problemi.
Nella piattaforma ho sollecitato gli iscritti a rispondere se ritenevano opportuno partecipare all'assemblea unitaria che si farà a Roma il 19, 20, 21 per decidere come unirsi in un solo partito e tutti sbandierano le migliori condizioni per farlo,
alla mia domanda alcuni hanno risposto positivamente, ma alla fine sono stato lucchettato.
chiederò spiegazioni.
Possibile è il primo partito italiano a coniugare militanza tradizionale, contatto personale e presenza sul territorio, con la democrazia digitale e l’utilizzo di strumenti moderni di decisione e organizzazione. Per fare tutto questo abbiamo realizzato la piattaforma “Partecipazione Possibile”.
Certo, è il primo partito, perché il M5S, che per primo ha usato la piattaforma digitale per decidere, è un movimento che fa capo al duo Grillo -Casaleggio.
Io alla domanda " Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la Sx" ho ritenuto iscrivermi prima a L'Altra Europa e poi, visto la scarsa organizzazione, ho contribuito a formare il Comitato di Possibile nel mio comune.
Tra le diverse sigle della sinistra Possibile mi sembra la meglio impostata, si parte dalla base per arrivare alle decisioni dei vertici. Ma anche qui, riscontro dei problemi.
Nella piattaforma ho sollecitato gli iscritti a rispondere se ritenevano opportuno partecipare all'assemblea unitaria che si farà a Roma il 19, 20, 21 per decidere come unirsi in un solo partito e tutti sbandierano le migliori condizioni per farlo,
alla mia domanda alcuni hanno risposto positivamente, ma alla fine sono stato lucchettato.
chiederò spiegazioni.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
iospero ha scritto:Da oggi parte la piattaforma di Possibile.
Possibile è il primo partito italiano a coniugare militanza tradizionale, contatto personale e presenza sul territorio, con la democrazia digitale e l’utilizzo di strumenti moderni di decisione e organizzazione. Per fare tutto questo abbiamo realizzato la piattaforma “Partecipazione Possibile”.
Certo, è il primo partito, perché il M5S, che per primo ha usato la piattaforma digitale per decidere, è un movimento che fa capo al duo Grillo -Casaleggio.
Io alla domanda " Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la Sx" ho ritenuto iscrivermi prima a L'Altra Europa e poi, visto la scarsa organizzazione, ho contribuito a formare il Comitato di Possibile nel mio comune.
Tra le diverse sigle della sinistra Possibile mi sembra la meglio impostata, si parte dalla base per arrivare alle decisioni dei vertici. Ma anche qui, riscontro dei problemi.
Nella piattaforma ho sollecitato gli iscritti a rispondere se ritenevano opportuno partecipare all'assemblea unitaria che si farà a Roma il 19, 20, 21 per decidere come unirsi in un solo partito e tutti sbandierano le migliori condizioni per farlo,
alla mia domanda alcuni hanno risposto positivamente, ma alla fine sono stato lucchettato.
chiederò spiegazioni.
Non vedo il minimo fondamento per lucchettare la tua domanda.
Sentiamo anche il parere degli amici del forum
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
La risposta degli amministratori è
per adesso puoi formulare domande e richieste di carattere tecnico, procedurale e amministrativo.
Vedremo in seguito, è solo la partenza.
per adesso puoi formulare domande e richieste di carattere tecnico, procedurale e amministrativo.
Vedremo in seguito, è solo la partenza.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Campidoglio, reunion a Roma di Sinistra italiana con Civati e l'ombra di D'Alema
18 febbraio 2016 ore 13:09, di Adriano Scianca
Mentre il Pd ha i suoi guai, il vasto mondo alla sua sinistra è in fermento. Le avventure parlamentari e non del ddl Cirinnà mostrano che nel partito permangono ancora due anime. L'accentramento e la gestione personalistica del potere da parte di Renzi continuano a non piacere a molti. E su Roma l'ipotesi di uno scontro Giachetti-Morassut avrebbe i contorni della scelta suicida. Per non parlare di Marino, che non sembra avere intenzione di mettersi da parte e che potrebbe essere una bella spina nel fianco per il suo ex partito. Insomma, dentro e fuori dal partito del premier le acque sono agitate. E qualcuno potrebbe cogliere l'occasione per far affondare la nave. O almeno dividerla in due. Ecco quindi che questo week end si riuniscono le sparse membra di sinistra con l'intento di mettere insieme Civati e Fassina, Sel e Landini, Cofferati e D'Attorre e di attirare una scissione Pd voluta da D'Alema e guidata da Bersani. Per ora si chiamano Cosmopolitica, nome evocativo che si presta ad ironie.
18 febbraio 2016 ore 13:09, di Adriano Scianca
Mentre il Pd ha i suoi guai, il vasto mondo alla sua sinistra è in fermento. Le avventure parlamentari e non del ddl Cirinnà mostrano che nel partito permangono ancora due anime. L'accentramento e la gestione personalistica del potere da parte di Renzi continuano a non piacere a molti. E su Roma l'ipotesi di uno scontro Giachetti-Morassut avrebbe i contorni della scelta suicida. Per non parlare di Marino, che non sembra avere intenzione di mettersi da parte e che potrebbe essere una bella spina nel fianco per il suo ex partito. Insomma, dentro e fuori dal partito del premier le acque sono agitate. E qualcuno potrebbe cogliere l'occasione per far affondare la nave. O almeno dividerla in due. Ecco quindi che questo week end si riuniscono le sparse membra di sinistra con l'intento di mettere insieme Civati e Fassina, Sel e Landini, Cofferati e D'Attorre e di attirare una scissione Pd voluta da D'Alema e guidata da Bersani. Per ora si chiamano Cosmopolitica, nome evocativo che si presta ad ironie.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Pace tra Sinistra italiana e Possibile? "Mai fatta la guerra"
Askanews
Luc
Askanews
11 febbraio 2016
Roma, 11 feb. (askanews) - Da quando è nata, Sinistra Italiana non ha mai goduto della 'stima' di Pippo Civati, leader di Possibile. L'ex deputato Pd nella formazione nata dall'unione di Sel e di altri fuoriusciti dal partito di Matteo Renzi come Stefano Fassina e Alfredo D'Attore non c'è voluto entrare preferendo formare una componente nel Misto coi deputati ex M5S di Alternativa Possibile ma, di fronte alla battaglia contro le trivellazioni, ogni screzio sembra alle spalle.
"Non abbiamo mai fatto la guerra", replica Civati ai cronisti che gli chiedono se hanno fatto la pace, al termine della conferenza stampa in cui chiedono a Palazzo Chigi di rivedere la data della consultazione popolare fissata al 17 aprile. "Non ci siamo mai appiccicati", è la risposta del presidente dei deputati Si, Arturo Scotto. E Civati scherza: "Poi io e Scotto proprio...stiamo aspettando l'approvazione del ddl Cirinnà".
Per ora tuttavia il fronte comune per il referendum no triv non sembra reggere di fronte all'appuntamento delle elezioni amministrative: soprattutto a Milano dove Sel sta ragionando su una lista arancione di appoggio al candidato Pd vincitore delle primarie Giuseppe Sala mentre Civati non ci pensa proprio. "Troveremo un candidato per un centrosinistra orfano, non appoggeremo Sala". A Roma, dove in campo per Sinistra Italiana c'è Stefano Fassina, il leader di Possibile ritiene ancora che possa emergere un candidato unico, a sinistra del vincitore delle primarie Pd, tra Fassina, Ignazio Marino (l'ex sindaco sembra intenzionato a ricandidarsi) e Massimo Bray. A Napoli invece sia Sinistra Italiana che Possibile appoggeranno il sindaco uscente Luigi De Magistris: "La prossima settimana lo vedrò", spiega Civati.
Askanews
Luc
Askanews
11 febbraio 2016
Roma, 11 feb. (askanews) - Da quando è nata, Sinistra Italiana non ha mai goduto della 'stima' di Pippo Civati, leader di Possibile. L'ex deputato Pd nella formazione nata dall'unione di Sel e di altri fuoriusciti dal partito di Matteo Renzi come Stefano Fassina e Alfredo D'Attore non c'è voluto entrare preferendo formare una componente nel Misto coi deputati ex M5S di Alternativa Possibile ma, di fronte alla battaglia contro le trivellazioni, ogni screzio sembra alle spalle.
"Non abbiamo mai fatto la guerra", replica Civati ai cronisti che gli chiedono se hanno fatto la pace, al termine della conferenza stampa in cui chiedono a Palazzo Chigi di rivedere la data della consultazione popolare fissata al 17 aprile. "Non ci siamo mai appiccicati", è la risposta del presidente dei deputati Si, Arturo Scotto. E Civati scherza: "Poi io e Scotto proprio...stiamo aspettando l'approvazione del ddl Cirinnà".
Per ora tuttavia il fronte comune per il referendum no triv non sembra reggere di fronte all'appuntamento delle elezioni amministrative: soprattutto a Milano dove Sel sta ragionando su una lista arancione di appoggio al candidato Pd vincitore delle primarie Giuseppe Sala mentre Civati non ci pensa proprio. "Troveremo un candidato per un centrosinistra orfano, non appoggeremo Sala". A Roma, dove in campo per Sinistra Italiana c'è Stefano Fassina, il leader di Possibile ritiene ancora che possa emergere un candidato unico, a sinistra del vincitore delle primarie Pd, tra Fassina, Ignazio Marino (l'ex sindaco sembra intenzionato a ricandidarsi) e Massimo Bray. A Napoli invece sia Sinistra Italiana che Possibile appoggeranno il sindaco uscente Luigi De Magistris: "La prossima settimana lo vedrò", spiega Civati.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
22 feb 2016 17:49
OTTANTA VOGLIA DI SINISTRA!
- OCCHETTO COMPIE 80 ANNI E SPARA A ZERO: “LA SINISTRA È MORTA CON VELTRONI. RENZI PUNTA TUTTO SUL PARTITO DELLA NAZIONE, CHE IN REALTA’ È UN NUOVO PARTITO DI CENTRO"
- IL SUO GRUPPO DI POTERE? E’ LA NOTA FINANZA
- VERDINI? NON MI STUPISCE PIU’ NIENTE” - -
Parla l’ultimo segretario del Pci: “Molti che avevano seguito la mia proposta non avevano capito il punto centrale: un’uscita da sinistra dalla crisi del comunismo
- Renzi? All’inizio anche io sono caduto nel ragionamento di molti, quando pensavo alla necessità di cambiare, anche se volevo capire la direzione...” -
Alessandro Ferrucci per il “Fatto Quotidiano”
Sciarpa poggiata sul collo, taccuino in mano ("ho preso degli appunti per la nostra chiacchierata"), completo blu, la casa tipica di un uomo di sinistra, con una storia di sinistra, tra vecchi libri di Einaudi ed Editori Riuniti, simboli, il colore rosso che emerge tra quadri e ricordi, una foto con Ho Chi Minh in Vietnam, giornali.
Achille Occhetto tra pochi giorni compie 80 anni, eppure i gesti, i modi, il tono della voce sono quelli di vent' anni fa. "Ma sono fuori da certi giochi…".
Quando è iniziato il suo allontanamento dalla politica?
Nel momento in cui ho capito che gli obiettivi fondamentali per cui mi ero impegnato, e che hanno avuto il loro fulcro nella svolta della Bolognina (il 1989 quando è iniziato il percorso di addio al Pci), erano stati messi da parte.
In che senso?
Molti che avevano seguito la mia proposta non avevano capito il punto centrale: un' uscita da sinistra dalla crisi del comunismo.
Lei picconatore di Falce e Martello.
In realtà voglio dare notizia a tutti colori i quali ancora oggi me l' attribuiscono: la fine del comunismo non è stata determinata da me, è stata una crisi mondiale. Ho solo cercato di uscirne con una nuova sinistra.
Comunque quell' idea ancora vive in molti movimenti europei, come Podemos in Spagna o in Grecia.
Se guardiamo i sondaggi, in Italia la sinistra è sotto il cinque per cento. A meno che non includiamo il Pd… Bisogna vedere cosa s' intende per sinistra, io credo che l' esigenza di una sinistra, cioè quella di una formazione che si muova su una linea di mutamento profondo nelle società neo-liberiste, sia molto diffusa.
Dobbiamo guardare agli avvenimenti in grande, come negli Stati Uniti con Sanders, politico che si dichiara socialista e socialdemocratico, di chiave europea, ma con un consenso sempre maggiore tra i giovani.
Arriviamo all' Italia.
Il discorso si lega a Renzi, alla collocazione del Partito democratico e al grande inganno che si è costruito davanti alla sinistra.
Quale inganno?
Vede, non condivido la tesi che Renzi non abbia un progetto: lui ne ha uno, nascosto, il suo torto è di non esplicitarlo. Detto questo, chiariamo un punto: lui ha indubbiamente delle qualità brillanti, di capacità di scelta, di saltare sul problema nel momento, non mi convince la direzione presa.
La questione è alla base.
Quando lui ha detto che la scelta non era più di destra né di sinistra, ma la contrapposizione tra innovazione e conservazione, ha espresso le prime note di un obiettivo: quello del partito della nazione, che in realtà è il nuovo partito di centro.
Qual è il centro dell' inganno?
Che se Renzi avesse detto "voglio fare un partito di centro", non ci sarebbe stato niente di male, in realtà ha lanciato un' opa sulla sinistra, e ha portato milioni di ex comunisti a votare con una parola d' ordine nuova: vittoria.
Vincere a prescindere…
Ha cancellato qualsiasi altra suggestione. Alla fine di questo processo la gente farà i conti in tasca e vedrà chi ha vinto e chi ha perso. E oggi ritengo che è fondamentale uscire dalla cultura dei winners, anzi è meglio perdere con le proprie idee che vincere con quelle degli altri.
Due settimane fa il Fatto ha aperto con "41 sfumature di renzusconi": tutte le volte in cui il premier si è comportato uguale o peggio di Berlusconi. Eppure nessuno alza barricate.
Il popolo di sinistra è ancora stordito, ha creduto in una possibilità di mutamento. Ma, ripeto, prima o poi ci sarà una reazione.
Manca un catalizzatore.
Quando si capirà l' obiettivo di realizzare un partito di centro, se ne realizzerà uno di sinistra. E comunque il problema del Pd lo abbiamo discusso nel 1989, e non è un caso se aggiungemmo il termine "sinistra", quando c' era già allora chi voleva fermarsi al Pd.
E lei cosa replicava?
Che era fondamentale posizionarsi, perché già c' era un Partito democratico: il partito democratico cristiano. Ci sarà un motivo se pochi anni dopo hanno voluto togliere la parola sinistra. Oggi è chiaro dove si voleva arrivare.
Lei già lo temeva?
Beh, è da quel momento che ho deciso di abbandonare l' impegno di partito.
Nei primi anni chi più di tutti remava verso l' idea di togliere la "sinistra" dal nome?
Non farei nomi, anche perché sono noti… Sicuro Walter Veltroni. All' inizio solo lui, poi si sono messi tutti in quella direzione. Però al Pd non mi sono mai iscritto anche per quel tipo di fusione a freddo tra diverse correnti, mentre per la costruzione di un nuovo partito è necessaria una costituente, un grande dibattito sui fondamenti e sui principi; una capacità di contaminazione tra le diverse anime.
Oggi comandano gli ex margherita, i rutelliani.
In parte c' è stata una responsabilità anche di chi veniva dal Pci nel momento in cui ha accettato quell' opa.
Renzi l' ha mai convinta?
All' inizio anche io sono caduto nel ragionamento di molti, quando pensavo alla necessità di cambiare, anche se volevo capire la direzione. Non mi convince la ricerca di rapporto diretto tra leader e popolo: anche perché il popolo senza differenti caratterizzazioni identitarie e culturali o è un' astrazione o una pericolosa belva onnivora.
Oggi la direzione è concordata con Verdini…
Ormai non mi stupisce più niente, in questa logica ci può stare tutto e il contrario di tutto: basta vincere.
Cacciari al Fatto ha posto una domanda: mi piacerebbe capire qual è il gruppo di potere che sta dietro Renzi.
Sarebbe interessante capirlo, e me lo sono chiesto. Ma i gruppi di potere sono sempre gli stessi, al massimo cambiano la spalla al proprio fucile; sono i gruppi economici che comandano in questa economia neoliberista. Sa dove casca l' asino con la politica di Renzi? Lui parla di riformismo, ma per esserlo realmente, in Italia e in Europa, bisognerebbe mettere l' economia sotto il comando della politica, passare dalla globalizzazione finanziaria a una globalizzazione democratica.
Anche nel passato le lobby erano così pressanti?
Solo negli ultimi anni è esploso questo dominio, soprattutto a livello europeo. Attenzione però, non dobbiamo tornare indietro, ma andare verso gli Stati Uniti d' Europa.
Gli intellettuali tacciono… È un mistero, ma loro un tempo potevano contare su un entroterra con il quale confrontarsi, magari polemizzare, c' era un movimento operaio.
Oggi c' è solo il vuoto. Magari non hanno ancora trovato la strada della comunicazione.
Crede nelle primarie?
In alcuni momenti sono stati degli strumenti per superare le imposizioni dei gruppi, però le burocrazie hanno capito la lezione e le stanno riducendo a macchine di servizio.
Per il Pd sono anche lo strumento per recuperare credibilità a Roma. Si aspettava il marcio-Capitale?
Non a questo livello abnorme, ma non c' è dubbio che da tempo si conosceva parte della gravità. C' erano i compagni che si lamentavano.
La chiamano ancora?
Non più, mi lasciano in pace.
Oltre queste mura, dove si sente a casa, dove sta a suo agio sul piano umano e culturale?
Da nessun' altra parte se non nella mia memoria; la memoria è la mia grande casa.
OTTANTA VOGLIA DI SINISTRA!
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- VERDINI? NON MI STUPISCE PIU’ NIENTE” - -
Parla l’ultimo segretario del Pci: “Molti che avevano seguito la mia proposta non avevano capito il punto centrale: un’uscita da sinistra dalla crisi del comunismo
- Renzi? All’inizio anche io sono caduto nel ragionamento di molti, quando pensavo alla necessità di cambiare, anche se volevo capire la direzione...” -
Alessandro Ferrucci per il “Fatto Quotidiano”
Sciarpa poggiata sul collo, taccuino in mano ("ho preso degli appunti per la nostra chiacchierata"), completo blu, la casa tipica di un uomo di sinistra, con una storia di sinistra, tra vecchi libri di Einaudi ed Editori Riuniti, simboli, il colore rosso che emerge tra quadri e ricordi, una foto con Ho Chi Minh in Vietnam, giornali.
Achille Occhetto tra pochi giorni compie 80 anni, eppure i gesti, i modi, il tono della voce sono quelli di vent' anni fa. "Ma sono fuori da certi giochi…".
Quando è iniziato il suo allontanamento dalla politica?
Nel momento in cui ho capito che gli obiettivi fondamentali per cui mi ero impegnato, e che hanno avuto il loro fulcro nella svolta della Bolognina (il 1989 quando è iniziato il percorso di addio al Pci), erano stati messi da parte.
In che senso?
Molti che avevano seguito la mia proposta non avevano capito il punto centrale: un' uscita da sinistra dalla crisi del comunismo.
Lei picconatore di Falce e Martello.
In realtà voglio dare notizia a tutti colori i quali ancora oggi me l' attribuiscono: la fine del comunismo non è stata determinata da me, è stata una crisi mondiale. Ho solo cercato di uscirne con una nuova sinistra.
Comunque quell' idea ancora vive in molti movimenti europei, come Podemos in Spagna o in Grecia.
Se guardiamo i sondaggi, in Italia la sinistra è sotto il cinque per cento. A meno che non includiamo il Pd… Bisogna vedere cosa s' intende per sinistra, io credo che l' esigenza di una sinistra, cioè quella di una formazione che si muova su una linea di mutamento profondo nelle società neo-liberiste, sia molto diffusa.
Dobbiamo guardare agli avvenimenti in grande, come negli Stati Uniti con Sanders, politico che si dichiara socialista e socialdemocratico, di chiave europea, ma con un consenso sempre maggiore tra i giovani.
Arriviamo all' Italia.
Il discorso si lega a Renzi, alla collocazione del Partito democratico e al grande inganno che si è costruito davanti alla sinistra.
Quale inganno?
Vede, non condivido la tesi che Renzi non abbia un progetto: lui ne ha uno, nascosto, il suo torto è di non esplicitarlo. Detto questo, chiariamo un punto: lui ha indubbiamente delle qualità brillanti, di capacità di scelta, di saltare sul problema nel momento, non mi convince la direzione presa.
La questione è alla base.
Quando lui ha detto che la scelta non era più di destra né di sinistra, ma la contrapposizione tra innovazione e conservazione, ha espresso le prime note di un obiettivo: quello del partito della nazione, che in realtà è il nuovo partito di centro.
Qual è il centro dell' inganno?
Che se Renzi avesse detto "voglio fare un partito di centro", non ci sarebbe stato niente di male, in realtà ha lanciato un' opa sulla sinistra, e ha portato milioni di ex comunisti a votare con una parola d' ordine nuova: vittoria.
Vincere a prescindere…
Ha cancellato qualsiasi altra suggestione. Alla fine di questo processo la gente farà i conti in tasca e vedrà chi ha vinto e chi ha perso. E oggi ritengo che è fondamentale uscire dalla cultura dei winners, anzi è meglio perdere con le proprie idee che vincere con quelle degli altri.
Due settimane fa il Fatto ha aperto con "41 sfumature di renzusconi": tutte le volte in cui il premier si è comportato uguale o peggio di Berlusconi. Eppure nessuno alza barricate.
Il popolo di sinistra è ancora stordito, ha creduto in una possibilità di mutamento. Ma, ripeto, prima o poi ci sarà una reazione.
Manca un catalizzatore.
Quando si capirà l' obiettivo di realizzare un partito di centro, se ne realizzerà uno di sinistra. E comunque il problema del Pd lo abbiamo discusso nel 1989, e non è un caso se aggiungemmo il termine "sinistra", quando c' era già allora chi voleva fermarsi al Pd.
E lei cosa replicava?
Che era fondamentale posizionarsi, perché già c' era un Partito democratico: il partito democratico cristiano. Ci sarà un motivo se pochi anni dopo hanno voluto togliere la parola sinistra. Oggi è chiaro dove si voleva arrivare.
Lei già lo temeva?
Beh, è da quel momento che ho deciso di abbandonare l' impegno di partito.
Nei primi anni chi più di tutti remava verso l' idea di togliere la "sinistra" dal nome?
Non farei nomi, anche perché sono noti… Sicuro Walter Veltroni. All' inizio solo lui, poi si sono messi tutti in quella direzione. Però al Pd non mi sono mai iscritto anche per quel tipo di fusione a freddo tra diverse correnti, mentre per la costruzione di un nuovo partito è necessaria una costituente, un grande dibattito sui fondamenti e sui principi; una capacità di contaminazione tra le diverse anime.
Oggi comandano gli ex margherita, i rutelliani.
In parte c' è stata una responsabilità anche di chi veniva dal Pci nel momento in cui ha accettato quell' opa.
Renzi l' ha mai convinta?
All' inizio anche io sono caduto nel ragionamento di molti, quando pensavo alla necessità di cambiare, anche se volevo capire la direzione. Non mi convince la ricerca di rapporto diretto tra leader e popolo: anche perché il popolo senza differenti caratterizzazioni identitarie e culturali o è un' astrazione o una pericolosa belva onnivora.
Oggi la direzione è concordata con Verdini…
Ormai non mi stupisce più niente, in questa logica ci può stare tutto e il contrario di tutto: basta vincere.
Cacciari al Fatto ha posto una domanda: mi piacerebbe capire qual è il gruppo di potere che sta dietro Renzi.
Sarebbe interessante capirlo, e me lo sono chiesto. Ma i gruppi di potere sono sempre gli stessi, al massimo cambiano la spalla al proprio fucile; sono i gruppi economici che comandano in questa economia neoliberista. Sa dove casca l' asino con la politica di Renzi? Lui parla di riformismo, ma per esserlo realmente, in Italia e in Europa, bisognerebbe mettere l' economia sotto il comando della politica, passare dalla globalizzazione finanziaria a una globalizzazione democratica.
Anche nel passato le lobby erano così pressanti?
Solo negli ultimi anni è esploso questo dominio, soprattutto a livello europeo. Attenzione però, non dobbiamo tornare indietro, ma andare verso gli Stati Uniti d' Europa.
Gli intellettuali tacciono… È un mistero, ma loro un tempo potevano contare su un entroterra con il quale confrontarsi, magari polemizzare, c' era un movimento operaio.
Oggi c' è solo il vuoto. Magari non hanno ancora trovato la strada della comunicazione.
Crede nelle primarie?
In alcuni momenti sono stati degli strumenti per superare le imposizioni dei gruppi, però le burocrazie hanno capito la lezione e le stanno riducendo a macchine di servizio.
Per il Pd sono anche lo strumento per recuperare credibilità a Roma. Si aspettava il marcio-Capitale?
Non a questo livello abnorme, ma non c' è dubbio che da tempo si conosceva parte della gravità. C' erano i compagni che si lamentavano.
La chiamano ancora?
Non più, mi lasciano in pace.
Oltre queste mura, dove si sente a casa, dove sta a suo agio sul piano umano e culturale?
Da nessun' altra parte se non nella mia memoria; la memoria è la mia grande casa.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Agorà, la nuova funzione della piattaforma di Possibile
In Spagna qualcuno la chiama «plaza», noi abbiamo scelto «Agorà».
Si tratta del primo spazio di dibattito, basato sul consenso informato e sul confronto rigoroso.
Siccome Facebook l’ha già inventato qualcuno, mi sembra, e non c’è alcun bisogno di replicarlo in piccolo, abbiamo pensato di costruire uno spazio web che consenta la discussione a partire da un testo, con la possibilità di intervenire sul punto, su argomenti di particolare interesse e su questioni che la politica italiana affronta con superficialità e spesso senza valutare le conseguenze.
Abbiamo iniziato dal tema centrale per il 2016, la Costituzione, cercando di ribadire le ragioni del «no» ma anche quelle del «noi», ovvero della valorizzazione delle istituzioni e della qualità della rappresentanza.
Proseguiremo con altri argomenti, che saranno proposti proprio per essere affrontati alla ricerca di un orientamento prevalente che poi diventi la proposta di Possibile e di chi lo rappresenta.
La votazione arriva alla fine, prima è necessario un confronto trasparente, documentato e all’insegna della condivisione e non della polemica che tutto copre e confonde.
Un confronto che si può sviluppare sul web, ma anche in tutti i comitati interessati, perché crediamo che solo la partecipazione, appunto, qualifichi la presa di posizione e la scelta finale.
Si procede per «congetture e confutazioni», insomma. E ciò vale per lo strumento stesso, che sicuramente sarà migliorato attraverso il contributo e le osservazioni degli utenti.
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Finalmente la piattaforma incomincia a funzionare, mi sembra che POSSIBILE stia dando la possibilità a chi è di centrosinistra di farsi sentire e di votare, C'è un Comitato Organizzativo e un Comitato Scientifico che ci assistono , ci informano e alla FINE ci danno la possibilità di scegliere e di votare, ora si tratta di farci conoscere dal pubblico e dalle persone che intendono dare un contributo alla politica ( purtroppo sono pochi, basta guardare la partecipazione nel M5S, non parliamo del PD, dove al massimo si fanno le primarie , magari taroccate, ma decide UNO SOLO.
Agli amici e compagni di questo Forum vorrei dire PROVARE A PARTECIPARE, non costa niente
In Spagna qualcuno la chiama «plaza», noi abbiamo scelto «Agorà».
Si tratta del primo spazio di dibattito, basato sul consenso informato e sul confronto rigoroso.
Siccome Facebook l’ha già inventato qualcuno, mi sembra, e non c’è alcun bisogno di replicarlo in piccolo, abbiamo pensato di costruire uno spazio web che consenta la discussione a partire da un testo, con la possibilità di intervenire sul punto, su argomenti di particolare interesse e su questioni che la politica italiana affronta con superficialità e spesso senza valutare le conseguenze.
Abbiamo iniziato dal tema centrale per il 2016, la Costituzione, cercando di ribadire le ragioni del «no» ma anche quelle del «noi», ovvero della valorizzazione delle istituzioni e della qualità della rappresentanza.
Proseguiremo con altri argomenti, che saranno proposti proprio per essere affrontati alla ricerca di un orientamento prevalente che poi diventi la proposta di Possibile e di chi lo rappresenta.
La votazione arriva alla fine, prima è necessario un confronto trasparente, documentato e all’insegna della condivisione e non della polemica che tutto copre e confonde.
Un confronto che si può sviluppare sul web, ma anche in tutti i comitati interessati, perché crediamo che solo la partecipazione, appunto, qualifichi la presa di posizione e la scelta finale.
Si procede per «congetture e confutazioni», insomma. E ciò vale per lo strumento stesso, che sicuramente sarà migliorato attraverso il contributo e le osservazioni degli utenti.
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Finalmente la piattaforma incomincia a funzionare, mi sembra che POSSIBILE stia dando la possibilità a chi è di centrosinistra di farsi sentire e di votare, C'è un Comitato Organizzativo e un Comitato Scientifico che ci assistono , ci informano e alla FINE ci danno la possibilità di scegliere e di votare, ora si tratta di farci conoscere dal pubblico e dalle persone che intendono dare un contributo alla politica ( purtroppo sono pochi, basta guardare la partecipazione nel M5S, non parliamo del PD, dove al massimo si fanno le primarie , magari taroccate, ma decide UNO SOLO.
Agli amici e compagni di questo Forum vorrei dire PROVARE A PARTECIPARE, non costa niente
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
la sinistra italiana, il socialismo il partito il movimento la polemica.
fare analisi politica sulla situazione delle sinistra italiana vuol dire essere persone polemiche.
la crisi della sinistra in Italia e dovuta alla crisi della politica.
la crisi della politica e dovuta alla crisi degli strumenti , dall' analisi marxista dell accumulazione del capitale, alla teoria del valore lavoro.
alle teorie economiche di breve periodo keynesiane .
da ultimo ma in questo periodo non ultimo l analisi politica sulla moneta è sugli strumenti finanziari.!
non è polemica !
la sinistra italiana non può fare politica alla bimbominchia !!
si era detto in questo forum partiamo dai finanziamenti e tramite una commissione economica di tre economisti e si erano fatti i nomi procediamo ad una definizione di doppia moneta per altro già presente in Italia e in Francia.
doppia moneta in senso lato con buoni moneta , certificati finanziari e moneta di conto.
sembra di scrivere cose da abitante su Marte.
peccato che queste cose le studiava vladimo Lenin ottobre 1917.
e stato per Lenin un disastro non aveva un computer non aveva una rete non aveva modelli econometrici .
oggi per Lenin sarebbe stato possibile.
per l a sinistra invece è tutto tabula rasa.
ma a cosa servono gli strumenti finanziari, la moneta , i buoni moneta ?
continua
fare analisi politica sulla situazione delle sinistra italiana vuol dire essere persone polemiche.
la crisi della sinistra in Italia e dovuta alla crisi della politica.
la crisi della politica e dovuta alla crisi degli strumenti , dall' analisi marxista dell accumulazione del capitale, alla teoria del valore lavoro.
alle teorie economiche di breve periodo keynesiane .
da ultimo ma in questo periodo non ultimo l analisi politica sulla moneta è sugli strumenti finanziari.!
non è polemica !
la sinistra italiana non può fare politica alla bimbominchia !!
si era detto in questo forum partiamo dai finanziamenti e tramite una commissione economica di tre economisti e si erano fatti i nomi procediamo ad una definizione di doppia moneta per altro già presente in Italia e in Francia.
doppia moneta in senso lato con buoni moneta , certificati finanziari e moneta di conto.
sembra di scrivere cose da abitante su Marte.
peccato che queste cose le studiava vladimo Lenin ottobre 1917.
e stato per Lenin un disastro non aveva un computer non aveva una rete non aveva modelli econometrici .
oggi per Lenin sarebbe stato possibile.
per l a sinistra invece è tutto tabula rasa.
ma a cosa servono gli strumenti finanziari, la moneta , i buoni moneta ?
continua
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
A dividere ancora di piu'. Ad "allargare la forbice". Basta capire che tutto questo viene dalle idee del potere e non partono dal basso.aaaa42 ha scritto:.........ma a cosa servono gli strumenti finanziari, la moneta , i buoni moneta ?
un salutone
Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.(M.A.Bakunin)
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