Come se ne viene fuori ?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Una parte dei commenti all’articolo:
Finanziamento ai partiti, dal patron dell’Ilva soldi a Forza Italia e Bersani
L'imprenditore definito come antipolitico non perde tempo ad aprire il portafoglio per dare una mano ai partiti. Un aiuto cash, in contanti. Tra il 2006 e il 2007 ha staccato un assegno di 245mila euro per il partito di Berlusconi, altri 98mila euro sono andati a finanziare il segretario del Pd
di Vittorio Malagutti | 14 agosto 2012
Il resto potrete leggerli in:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... -619223314
chitarra Poco fa
Di fronte a queste notizie i segretari dei rispettivi partiti dovrebbero dimettersi, anche se poi le dimissioni saranno revocate, ma l''importante è il gesto, un gesto da GALANTUOMINI, se questo non sarà fatto penso che tutti gli elettori di questi due partiti, PDL-PD, dovrebbero prendere sul serio l'ipotesi di cambiare idea nel rivoltarli alle prossime elezioni.
Rasputin.. Poco fa
hanno mangiato sulla pelle dei Tarantini,e poi vorrebbero eliminare la mafia? spero che i miei compaesani possano fargliela pagare a queste iene,una casta che è marciume fino alle ossa,bersani con quella faccia da svergognato i piacentini dovrebbero disconoscerlo,ecco cosè questo centrosinistra è il braccio del fetente pdl......
duca55 Poco fa
Ora si capisce perché questi quattro accattoni che sostengono questo inutile governo, si sono tutti schierati contro il Gip di Taranto.
E "l'uomo inutile" Bersani si permette pure di dare lezioni di moralità.
Manderei lui a lavorare all'Ilva e la sua famiglia a vivere nei dintorni della fabbrica.
Tonino Basile 14 minuto fa
Infami?
Prendono i voti dei lavoratori e i soldi dai (loro) padroni.
Ed ancora, avidi insaziabili, la bonifica di Taranto, anziché farla pagare ai criminali inquinatori, la fanno pagare ai pensionati, ai lavoratori, ai precari e alle loro famiglie già stremate da salari da fame indegni per un paese che dice di essere democratico.
Anche per la tav e le altre grandi opere, inutili cattedrali nel deserto, funziona allo stesso modo?
Ora, forse, é più facile capire perché Pd-L, Pd+L e Unione dei Condannati si sono alleati...
A bersà attendiamo tue spiegazioni...
Comunque l'appuntamento è: alle prossime urne elettorali...
E ci dovremmo meravigliare se la casta cerca di tutelare una tra le più grosse e grasse fonti di reddito della famiglia riva? Adesso è chiaro che la tutela dei lavoratori è solo una scusa. Quasi tutti i partiti, sicuramente i maggiori, hanno inzuppato il loro biscottino in quella tazza. Grazie tante ma io stò con il magistrato. Primo perchè non esiste che a volte applicare la legge serve ed altre volte no. Secondo perchè il magistrato stà applicando la legge anche per la tutela delle persone e dell'ambiente. In ultimo, io credo che gli operai dell'ilva potrebbero essere impiegati anche nelle operazioni di bonifica, senza far perdere loro il posto di lavoro. E poi serve sopratutto che questa città faccia una scelta chiara. O vogliamo davvero che morire di lavoro diventi un dato di fatto imprescindibile ed istituzionalizzato? E poi mi piacerebbe anche se la magistratura costringesse la famiglia riva a pagare "in toto" tutte le spese, presenti e future, cioè io vorrei che al posto di ingrassare la casta faccia qualcosa di concreto per tutte quelle persone che in questi anni hanno permesso loro di godersi chissà sotto quale sole i proventi di una fabbrica di morte.
Naspo
Tommaso Lo Cascio 21 minuto fa
Adesso si capisce perchè (ma forse lo intuivano tutti) un imprenditore possa avvelenare una intera città senza che la politica intervenga. E Taranto non è che la punta di un iceberg, perchè ricordo tutti i morti di Monfalcone e nessuno ne parla. L'ho sempre pensato e lo ribadisco: la politica in Italia è un brutto affare e gli attori non sono verginelli. Camilleri, quando afferma che chi trattò con la mafia è ancora al potere, dice una gravissima verità. Loro intascano soldi e a noi chiedono sacrifici. Che bella Italia.
Alex972 24 minuto fa
Sono proprio curioso di vedere quali altri organi di informazione diffonderanno la notizia.
franco franchi 17 minuto fa in risposta a Alex972
la notizia non c'è perchè è tutto fatto alla luce del sole...
certo può darsi che il Pd debba dare qualche giustificazione al suo elettorato...
ma il reato è una cosa, l'opportunità politica è un'altra...
al primo ci debbono pensare i giudici, al secondo gli elettori...
Giovan0 31 minuto fa
Se queste "tangenti" (perchè tali sono) a partiti politici, sarebbero stati utilizzati dall'ILVA per riorganizzare al meglio l'azienda, per i rifiuti e per altri scopi aziendali, adesso non si trovava in questo stato, e l'erario non dovrebbe sborsare mezzo miliardo di euro per risanare l'ambiente.
QUESTO E' IL COSTO OCCULTO DEI PARTITI POLITICI OLTRE A QUANTO SI SPARTISCONO CON I "RIMBORSI" E CHI SA QUANT'ALTRO.
QUANTI ILVA CI SONO IN ITALIA?
LADRI DAL COLLETTO BIANCO.
Poi ci si scandalizza della "prima repubblica", la differenza che prima era finanziamento (reato) adesso è elargizione. VERGOGNOSO.
car.gal Oggi 07:09 PM
Qua' il giro funziona cosi' il sig., riva titolare di azienda privata, foraggia i partiti.I profitti sono del sig riva e su questo non ci piove,nel frangente i vari bossi belsito lusi etc. sfruttano finanziamenti e rinborsi a fini personali.Il risanamento anbientale è a carico del contribuente.Basta aumentare accise ed irpef e un leggero ritocco all' iva e il problema è risolto.
zeref2008 Oggi 07:09 PM
E' tutta una schifezza solenne, e dico e ridico che occorre LICENZIARLI tutti in tronco. Già, ma chi e come lo fa ?
zeref2008 Oggi 07:10 PM in risposta a zeref2008
e poi dopo chi mettiamo ? altra bella domanda...
ulm1905 Oggi 07:15 PM in risposta a zeref2008
Beh data la loro purezza e la loro etica darei al PAPA la Presidenza del Consiglio,ai cardinali i vari Ministeri e con i restanti clericali riempirei i seggi di Camera e Senato...
zeref2008 57 minuto fa in risposta a ulm1905
allora siamo a posto, fregati su tutta la linea.
mary71 Oggi 07:02 PM
Sono confusa...se le aziende sono publiche sono mal amministrate e servono per mantenere relazioni atte a conservare il potere con la solita spartizione di poltrone e assunzioni superflue e incompetenti; se invece sono private sono collegate allo stato per via dei finanziamenti, commesse o più semplicemente (caso Ilva) per continuare ad infrangere regole anche di una certa rilevanza a scapito della collettività..
C'è qualcuno che è ingrado di spiegarmi cosa si salva in questo paese che ce lo hanno ridotto di m.....?
olis47 Oggi 06:58 PM
Adesso questi partiti ridessero i soldi indietro per risanare l'ilva per il bene dei lavoratori e dei cittadini di Taranto fate un passo indietro e dimostrate che amate il popolo.
Farinata Oggi 07:15 PM in risposta a olis47
che film hai visto ? fantasia di walt disney? questi non mollano nememno sotto tortura
Manuel de Santis Oggi 06:48 PM
Ecco spiegato tutto.. stesso discorso della TAV. Dietro c'è il pretesto della produttività, ma l'unica cosa che li interessa sono le tangenti, pardon finanziamenti...
Stefano681 Oggi 06:42 PM
Ammazza, 98 mila euro per finanziare personalmente Bersani !!
Adesso capisco perchè Bersani dice di lavorare per il bene dei lavoratori...ma quelli per casa sua però!
Povero...e come li paga altrimenti il giardiniere, l'idraulico, l'elettricista....
G.Digi Oggi 06:40 PM
Ma cosa ci fanno con tutti sti soldi, donazioni, rimborsi elettorali, "mancia" e altri soldi senza provenienza definita?
Bersaniiiiiiiiiii!?! Se ci Sei batti un colpo, ci prendiamo 'na birretta, e nel contempo avrei alcune domande da farTi!
Forse è sordo come il "Capopolitano"
TITOSKI Oggi 06:37 PM
BASTA BASTA ...COME VOLEVASI DIMOSTRARE NON E'CAMBIATO NULLA DA TANGENTOPOLI, ANZI E' PEGGIORATO ...PAGARE PER TACERE PAGARE PER LUCRARE SULLA PELLE DELLA GENTE !!! CHE GLI OPERAI DELL'ILVA CHE SI SONO AMMALATI E CHE HANNO AMMALATO I LORO FIGLI, PRENDANO LE FORCHE E SI FACCIANO GIUSTIZIA !!!!
Giulio Giussoli Oggi 06:30 PM
quando si dice i politici al servizio degli industriali.
ecco spiegato perche questi politici servi si sono scagliati contro
la magistratura, uno dei loro padroni si trova in difficolta´
inbambola Oggi 06:27 PM
ecco spiegato il motivo dell'intervento a gamba tesa della classe politica..... bei porci
Farinata Oggi 07:31 PM in risposta a inbambola
io non avevo nessun dubbio, quando la classe politica si scaglia contro tutta la magistratura a gamba tesa, la cosa puzza assai
Finanziamento ai partiti, dal patron dell’Ilva soldi a Forza Italia e Bersani
L'imprenditore definito come antipolitico non perde tempo ad aprire il portafoglio per dare una mano ai partiti. Un aiuto cash, in contanti. Tra il 2006 e il 2007 ha staccato un assegno di 245mila euro per il partito di Berlusconi, altri 98mila euro sono andati a finanziare il segretario del Pd
di Vittorio Malagutti | 14 agosto 2012
Il resto potrete leggerli in:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... -619223314
chitarra Poco fa
Di fronte a queste notizie i segretari dei rispettivi partiti dovrebbero dimettersi, anche se poi le dimissioni saranno revocate, ma l''importante è il gesto, un gesto da GALANTUOMINI, se questo non sarà fatto penso che tutti gli elettori di questi due partiti, PDL-PD, dovrebbero prendere sul serio l'ipotesi di cambiare idea nel rivoltarli alle prossime elezioni.
Rasputin.. Poco fa
hanno mangiato sulla pelle dei Tarantini,e poi vorrebbero eliminare la mafia? spero che i miei compaesani possano fargliela pagare a queste iene,una casta che è marciume fino alle ossa,bersani con quella faccia da svergognato i piacentini dovrebbero disconoscerlo,ecco cosè questo centrosinistra è il braccio del fetente pdl......
duca55 Poco fa
Ora si capisce perché questi quattro accattoni che sostengono questo inutile governo, si sono tutti schierati contro il Gip di Taranto.
E "l'uomo inutile" Bersani si permette pure di dare lezioni di moralità.
Manderei lui a lavorare all'Ilva e la sua famiglia a vivere nei dintorni della fabbrica.
Tonino Basile 14 minuto fa
Infami?
Prendono i voti dei lavoratori e i soldi dai (loro) padroni.
Ed ancora, avidi insaziabili, la bonifica di Taranto, anziché farla pagare ai criminali inquinatori, la fanno pagare ai pensionati, ai lavoratori, ai precari e alle loro famiglie già stremate da salari da fame indegni per un paese che dice di essere democratico.
Anche per la tav e le altre grandi opere, inutili cattedrali nel deserto, funziona allo stesso modo?
Ora, forse, é più facile capire perché Pd-L, Pd+L e Unione dei Condannati si sono alleati...
A bersà attendiamo tue spiegazioni...
Comunque l'appuntamento è: alle prossime urne elettorali...
E ci dovremmo meravigliare se la casta cerca di tutelare una tra le più grosse e grasse fonti di reddito della famiglia riva? Adesso è chiaro che la tutela dei lavoratori è solo una scusa. Quasi tutti i partiti, sicuramente i maggiori, hanno inzuppato il loro biscottino in quella tazza. Grazie tante ma io stò con il magistrato. Primo perchè non esiste che a volte applicare la legge serve ed altre volte no. Secondo perchè il magistrato stà applicando la legge anche per la tutela delle persone e dell'ambiente. In ultimo, io credo che gli operai dell'ilva potrebbero essere impiegati anche nelle operazioni di bonifica, senza far perdere loro il posto di lavoro. E poi serve sopratutto che questa città faccia una scelta chiara. O vogliamo davvero che morire di lavoro diventi un dato di fatto imprescindibile ed istituzionalizzato? E poi mi piacerebbe anche se la magistratura costringesse la famiglia riva a pagare "in toto" tutte le spese, presenti e future, cioè io vorrei che al posto di ingrassare la casta faccia qualcosa di concreto per tutte quelle persone che in questi anni hanno permesso loro di godersi chissà sotto quale sole i proventi di una fabbrica di morte.
Naspo
Tommaso Lo Cascio 21 minuto fa
Adesso si capisce perchè (ma forse lo intuivano tutti) un imprenditore possa avvelenare una intera città senza che la politica intervenga. E Taranto non è che la punta di un iceberg, perchè ricordo tutti i morti di Monfalcone e nessuno ne parla. L'ho sempre pensato e lo ribadisco: la politica in Italia è un brutto affare e gli attori non sono verginelli. Camilleri, quando afferma che chi trattò con la mafia è ancora al potere, dice una gravissima verità. Loro intascano soldi e a noi chiedono sacrifici. Che bella Italia.
Alex972 24 minuto fa
Sono proprio curioso di vedere quali altri organi di informazione diffonderanno la notizia.
franco franchi 17 minuto fa in risposta a Alex972
la notizia non c'è perchè è tutto fatto alla luce del sole...
certo può darsi che il Pd debba dare qualche giustificazione al suo elettorato...
ma il reato è una cosa, l'opportunità politica è un'altra...
al primo ci debbono pensare i giudici, al secondo gli elettori...
Giovan0 31 minuto fa
Se queste "tangenti" (perchè tali sono) a partiti politici, sarebbero stati utilizzati dall'ILVA per riorganizzare al meglio l'azienda, per i rifiuti e per altri scopi aziendali, adesso non si trovava in questo stato, e l'erario non dovrebbe sborsare mezzo miliardo di euro per risanare l'ambiente.
QUESTO E' IL COSTO OCCULTO DEI PARTITI POLITICI OLTRE A QUANTO SI SPARTISCONO CON I "RIMBORSI" E CHI SA QUANT'ALTRO.
QUANTI ILVA CI SONO IN ITALIA?
LADRI DAL COLLETTO BIANCO.
Poi ci si scandalizza della "prima repubblica", la differenza che prima era finanziamento (reato) adesso è elargizione. VERGOGNOSO.
car.gal Oggi 07:09 PM
Qua' il giro funziona cosi' il sig., riva titolare di azienda privata, foraggia i partiti.I profitti sono del sig riva e su questo non ci piove,nel frangente i vari bossi belsito lusi etc. sfruttano finanziamenti e rinborsi a fini personali.Il risanamento anbientale è a carico del contribuente.Basta aumentare accise ed irpef e un leggero ritocco all' iva e il problema è risolto.
zeref2008 Oggi 07:09 PM
E' tutta una schifezza solenne, e dico e ridico che occorre LICENZIARLI tutti in tronco. Già, ma chi e come lo fa ?
zeref2008 Oggi 07:10 PM in risposta a zeref2008
e poi dopo chi mettiamo ? altra bella domanda...
ulm1905 Oggi 07:15 PM in risposta a zeref2008
Beh data la loro purezza e la loro etica darei al PAPA la Presidenza del Consiglio,ai cardinali i vari Ministeri e con i restanti clericali riempirei i seggi di Camera e Senato...
zeref2008 57 minuto fa in risposta a ulm1905
allora siamo a posto, fregati su tutta la linea.
mary71 Oggi 07:02 PM
Sono confusa...se le aziende sono publiche sono mal amministrate e servono per mantenere relazioni atte a conservare il potere con la solita spartizione di poltrone e assunzioni superflue e incompetenti; se invece sono private sono collegate allo stato per via dei finanziamenti, commesse o più semplicemente (caso Ilva) per continuare ad infrangere regole anche di una certa rilevanza a scapito della collettività..
C'è qualcuno che è ingrado di spiegarmi cosa si salva in questo paese che ce lo hanno ridotto di m.....?
olis47 Oggi 06:58 PM
Adesso questi partiti ridessero i soldi indietro per risanare l'ilva per il bene dei lavoratori e dei cittadini di Taranto fate un passo indietro e dimostrate che amate il popolo.
Farinata Oggi 07:15 PM in risposta a olis47
che film hai visto ? fantasia di walt disney? questi non mollano nememno sotto tortura
Manuel de Santis Oggi 06:48 PM
Ecco spiegato tutto.. stesso discorso della TAV. Dietro c'è il pretesto della produttività, ma l'unica cosa che li interessa sono le tangenti, pardon finanziamenti...
Stefano681 Oggi 06:42 PM
Ammazza, 98 mila euro per finanziare personalmente Bersani !!
Adesso capisco perchè Bersani dice di lavorare per il bene dei lavoratori...ma quelli per casa sua però!
Povero...e come li paga altrimenti il giardiniere, l'idraulico, l'elettricista....
G.Digi Oggi 06:40 PM
Ma cosa ci fanno con tutti sti soldi, donazioni, rimborsi elettorali, "mancia" e altri soldi senza provenienza definita?
Bersaniiiiiiiiiii!?! Se ci Sei batti un colpo, ci prendiamo 'na birretta, e nel contempo avrei alcune domande da farTi!
Forse è sordo come il "Capopolitano"
TITOSKI Oggi 06:37 PM
BASTA BASTA ...COME VOLEVASI DIMOSTRARE NON E'CAMBIATO NULLA DA TANGENTOPOLI, ANZI E' PEGGIORATO ...PAGARE PER TACERE PAGARE PER LUCRARE SULLA PELLE DELLA GENTE !!! CHE GLI OPERAI DELL'ILVA CHE SI SONO AMMALATI E CHE HANNO AMMALATO I LORO FIGLI, PRENDANO LE FORCHE E SI FACCIANO GIUSTIZIA !!!!
Giulio Giussoli Oggi 06:30 PM
quando si dice i politici al servizio degli industriali.
ecco spiegato perche questi politici servi si sono scagliati contro
la magistratura, uno dei loro padroni si trova in difficolta´
inbambola Oggi 06:27 PM
ecco spiegato il motivo dell'intervento a gamba tesa della classe politica..... bei porci
Farinata Oggi 07:31 PM in risposta a inbambola
io non avevo nessun dubbio, quando la classe politica si scaglia contro tutta la magistratura a gamba tesa, la cosa puzza assai
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Re: Come se ne viene fuori ?
Non ho sentito i Tg della sera. Dei finanziamenti a Bersani e ai pidiellini ne hanno parlato?
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Re: Come se ne viene fuori ?
Mentre tutto intorno crolla Fioroni pensa a rifare la Dc.
I democristiani sono la rovina dell’Italia.
Per la precisione, i democristiani non di derivazione trentina che hanno frequentato il Parlamento austriaco.
La figura di De Gasperi giganteggia ancora di più davanti a queste cavallette bibliche inclini alla distruzione di tutto quello su cui posano le zampine.
Lo statista democristiano ha preso per mano un Paese distrutto dalla guerra e lo ha condotto alla ricostruzione.
Sparito lui sono arrivate le cavallette, presenti ancora oggi che non hanno fatto altro che distruggere quello che De Gasperi aveva costruito.
Fioroni: «Riformisti, alleiamoci
anche con moderati Pdl»
14 agosto 2012
Giuseppe Fioroni apre le porte ad un'alleanza del Pd con l'area moderata del Pdl? Dalle sue parole sembra proprio di sì: «Il futuro dell'Italia è una coalizione tra una grande area riformista e un'area moderata, credibile e autorevole, in cui c'è Casini ma c'è anche molto di più. Credo che nella ricomposizione dell'area moderata possano entrarci tutti coloro che hanno un progetto d'Italia e che hanno capito che il berlusconismo è finito». Lo ha detto ai microfoni di KlausCondicio.
«Oggi stiamo governando con il Pdl - ha continuato Fioroni - e nel Pdl ci sono persone autorevoli e credibili che, di fronte alla possibilità di un ritorno in campo di Berlusconi, possono dire 'no, grazie' e contribuire a dare vita a qualcos'altro. L'area moderata deve riuscire a superare la fase dell'individualismo, del personalismo, del solipsismo, per dare vita a una grande ricomposizione che si allei, prima del voto, con l'area riformista in cui c'è il Pd per governare domani l'Italia. Ma che lo faccia per scelta». Il nome del partito resterà Partito Democratico? «Ma certo, non vedo perchè si dovrebbe rinunciare al Partito Democratico, che è l'unica grande forza politica che ancora ottiene i consensi e ha un radicamento sul territorio - ha puntualizzato Fioroni - il problema non è cambiare il nome, il problema è avere il coraggio di dire noi vogliamo fare questo e lo facciamo per scelta politica, e l'alleanza di queste due aree costituisce il nuovo grande centro-sinistra».
http://www.unita.it/italia/fioroni-rifo ... l-1.437920
I democristiani sono la rovina dell’Italia.
Per la precisione, i democristiani non di derivazione trentina che hanno frequentato il Parlamento austriaco.
La figura di De Gasperi giganteggia ancora di più davanti a queste cavallette bibliche inclini alla distruzione di tutto quello su cui posano le zampine.
Lo statista democristiano ha preso per mano un Paese distrutto dalla guerra e lo ha condotto alla ricostruzione.
Sparito lui sono arrivate le cavallette, presenti ancora oggi che non hanno fatto altro che distruggere quello che De Gasperi aveva costruito.
Fioroni: «Riformisti, alleiamoci
anche con moderati Pdl»
14 agosto 2012
Giuseppe Fioroni apre le porte ad un'alleanza del Pd con l'area moderata del Pdl? Dalle sue parole sembra proprio di sì: «Il futuro dell'Italia è una coalizione tra una grande area riformista e un'area moderata, credibile e autorevole, in cui c'è Casini ma c'è anche molto di più. Credo che nella ricomposizione dell'area moderata possano entrarci tutti coloro che hanno un progetto d'Italia e che hanno capito che il berlusconismo è finito». Lo ha detto ai microfoni di KlausCondicio.
«Oggi stiamo governando con il Pdl - ha continuato Fioroni - e nel Pdl ci sono persone autorevoli e credibili che, di fronte alla possibilità di un ritorno in campo di Berlusconi, possono dire 'no, grazie' e contribuire a dare vita a qualcos'altro. L'area moderata deve riuscire a superare la fase dell'individualismo, del personalismo, del solipsismo, per dare vita a una grande ricomposizione che si allei, prima del voto, con l'area riformista in cui c'è il Pd per governare domani l'Italia. Ma che lo faccia per scelta». Il nome del partito resterà Partito Democratico? «Ma certo, non vedo perchè si dovrebbe rinunciare al Partito Democratico, che è l'unica grande forza politica che ancora ottiene i consensi e ha un radicamento sul territorio - ha puntualizzato Fioroni - il problema non è cambiare il nome, il problema è avere il coraggio di dire noi vogliamo fare questo e lo facciamo per scelta politica, e l'alleanza di queste due aree costituisce il nuovo grande centro-sinistra».
http://www.unita.it/italia/fioroni-rifo ... l-1.437920
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il 6 agosto scorso, mario postava questo servizio di Repubblica. La denuncia della corruzione era generica.
Oggi che è più circostanziata La Repubblica delle banane tace. Tace perché intravvede la possibilità di un crollo di regime dove il segretario del Pd e i berlusconiani sono stati foraggiati da mister Riva. In questo caso il quotidiano romano cesserebbe di fare il giornale-partito.
E ti pareva che non c'era di mezzo la corruzione!
IMPRESA E AMBIENTE
Politici, sindacalisti e anche prelati
la rete d'oro dell'uomo pr dell'Ilva
Un sistema di potere impressionante messo in piedi dal dirigente del siderurgico, Girolamo Archinà. E non è finita. La Finanza spulcia nove mesi di intercettazioni. Ferrante lo licenzia
dal nostro inviato LELLO PARISE
TARANTO - La "repubblica indipendente dell'Ilva" tutto vedeva e a tutti provvedeva. Dagli uomini politici ai sindacalisti, dagli alti prelati ai giornalisti. Tremano gli operai, perché i magistrati sequestrano l'area "a caldo" del più grande centro siderurgico d'Europa. Ma adesso trema anche tutta Taranto, perché dalle carte di un'altra inchiesta penale tuttora coperta dal segreto istruttorio potrebbe saltare fuori l'immagine di una città più o meno compromessa col re dell'acciaio, Emilio Riva. L'indagine la coordina il pm Remo Epifani, che chiede sei mesi di proroga. Il reato è quello di corruzione in atti giudiziari.
Si tratta della stessa indagine da cui il procuratore Franco Sebastio e il sostituto Mariano Buccoliero stralciano tra le dieci e le quindici intercettazioni per dimostrare che gli otto indagati accusati di disastro ambientale devono rimanere ai domiciliari perché potrebbero continuare, se fossero in libertà, a inquinare le prove. Ma ci sono altre decine di telefonate ascoltate dagli investigatori della Finanza e tuttora riservate, che raccontano della capacità di Ilva di tessere una impareggiabile rete di rapporti, ma pure dell'insistenza di chi dall'Ilva reclama piaceri, favori, un occhio di riguardo o solo un'attenzione particolare. Uomini politici che favorirebbero assunzioni, sindacalisti o ex sindacalisti che non disdegnerebbero promozioni aziendali o l'assegnazione di premi di produzione, preti altolocati che porgerebbero l'altra guancia se riuscissero a ottenere il contributo richiesto, cronisti disposti a diventare malleabili.
Oggi che è più circostanziata La Repubblica delle banane tace. Tace perché intravvede la possibilità di un crollo di regime dove il segretario del Pd e i berlusconiani sono stati foraggiati da mister Riva. In questo caso il quotidiano romano cesserebbe di fare il giornale-partito.
E ti pareva che non c'era di mezzo la corruzione!
IMPRESA E AMBIENTE
Politici, sindacalisti e anche prelati
la rete d'oro dell'uomo pr dell'Ilva
Un sistema di potere impressionante messo in piedi dal dirigente del siderurgico, Girolamo Archinà. E non è finita. La Finanza spulcia nove mesi di intercettazioni. Ferrante lo licenzia
dal nostro inviato LELLO PARISE
TARANTO - La "repubblica indipendente dell'Ilva" tutto vedeva e a tutti provvedeva. Dagli uomini politici ai sindacalisti, dagli alti prelati ai giornalisti. Tremano gli operai, perché i magistrati sequestrano l'area "a caldo" del più grande centro siderurgico d'Europa. Ma adesso trema anche tutta Taranto, perché dalle carte di un'altra inchiesta penale tuttora coperta dal segreto istruttorio potrebbe saltare fuori l'immagine di una città più o meno compromessa col re dell'acciaio, Emilio Riva. L'indagine la coordina il pm Remo Epifani, che chiede sei mesi di proroga. Il reato è quello di corruzione in atti giudiziari.
Si tratta della stessa indagine da cui il procuratore Franco Sebastio e il sostituto Mariano Buccoliero stralciano tra le dieci e le quindici intercettazioni per dimostrare che gli otto indagati accusati di disastro ambientale devono rimanere ai domiciliari perché potrebbero continuare, se fossero in libertà, a inquinare le prove. Ma ci sono altre decine di telefonate ascoltate dagli investigatori della Finanza e tuttora riservate, che raccontano della capacità di Ilva di tessere una impareggiabile rete di rapporti, ma pure dell'insistenza di chi dall'Ilva reclama piaceri, favori, un occhio di riguardo o solo un'attenzione particolare. Uomini politici che favorirebbero assunzioni, sindacalisti o ex sindacalisti che non disdegnerebbero promozioni aziendali o l'assegnazione di premi di produzione, preti altolocati che porgerebbero l'altra guancia se riuscissero a ottenere il contributo richiesto, cronisti disposti a diventare malleabili.
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Re: Come se ne viene fuori ?
L'Ilva è un pasticcio politico tremendo, e piano piano le cose si tanno chiarendo.
L’Ilva ha validi alleati nel Pd e nel Pdl
di Alessandro Marescotti |
12 agosto 2012
Commenti (39)
E’ in atto un grave attacco alla magistratura portato avanti da alcuni esponenti di spicco del Pd e del Pdl. Criticano quella magistratura che – applicando meritoriamente la Costituzione Italiana – tutela il diritto inalienabile alla salute, dopo che una perizia della Procura ha accertato a Taranto un eccesso di mortalità per inquinamento industriale.
Questi esponenti politici, anteponendo gli interessi della produzione a quelli della salute e della vita, stanno compiendo un’invasione di campo delle competenze della giustizia.
Dopo aver fallito in passato nel garantire l’ambiente e la vita dei cittadini di Taranto, ora la cattiva politica tenta di delegittimare i magistrati che indagano sul disastro ambientale a Taranto e impongono misure cautelativa a tutela della salute pubblica.
La verità che viene a galla è preoccupante.
Indagando i vertici dell’azienda per disastro ambientale, la magistratura è infatti arrivata a mettere sotto la lente di ingrandimento le intercettazioni telefoniche fra Ilva e centri di potere compiacenti. Emerge un intreccio impressionante che ha garantito il perpetuarsi dell’inquinamento attuale.
Ora si spiega perché certi partiti non prendevano l’iniziativa per contrastare il devastante inquinamento ambientale e si comportavano come se il problema fosse un’esagerazione degli ambientalisti “allarmisti”.
A Taranto è in atto un terremoto di legalità che sta sgretolando i poteri forti e porterà alla luce tutte le complicità e le negligenze.
Facciamo appello ai cittadini perché sostengano attivamente la Magistratura, come ai tempi di Mani Pulite.
Presto si farà pulizia e per questo molti tremano. Dobbiamo essere pronti a sventare i colpi di coda di un sistema di potere trasversale che è destinato ad essere setacciato con imbarazzanti intercettazioni telefoniche.
Prepariamoci a resistere, resistere e resistere.
No ad ogni attacco eversivo alla Magistratura, unica garante a Taranto del diritto alla vita e alla salute.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... dl/324152/
L’Ilva ha validi alleati nel Pd e nel Pdl
di Alessandro Marescotti |
12 agosto 2012
Commenti (39)
E’ in atto un grave attacco alla magistratura portato avanti da alcuni esponenti di spicco del Pd e del Pdl. Criticano quella magistratura che – applicando meritoriamente la Costituzione Italiana – tutela il diritto inalienabile alla salute, dopo che una perizia della Procura ha accertato a Taranto un eccesso di mortalità per inquinamento industriale.
Questi esponenti politici, anteponendo gli interessi della produzione a quelli della salute e della vita, stanno compiendo un’invasione di campo delle competenze della giustizia.
Dopo aver fallito in passato nel garantire l’ambiente e la vita dei cittadini di Taranto, ora la cattiva politica tenta di delegittimare i magistrati che indagano sul disastro ambientale a Taranto e impongono misure cautelativa a tutela della salute pubblica.
La verità che viene a galla è preoccupante.
Indagando i vertici dell’azienda per disastro ambientale, la magistratura è infatti arrivata a mettere sotto la lente di ingrandimento le intercettazioni telefoniche fra Ilva e centri di potere compiacenti. Emerge un intreccio impressionante che ha garantito il perpetuarsi dell’inquinamento attuale.
Ora si spiega perché certi partiti non prendevano l’iniziativa per contrastare il devastante inquinamento ambientale e si comportavano come se il problema fosse un’esagerazione degli ambientalisti “allarmisti”.
A Taranto è in atto un terremoto di legalità che sta sgretolando i poteri forti e porterà alla luce tutte le complicità e le negligenze.
Facciamo appello ai cittadini perché sostengano attivamente la Magistratura, come ai tempi di Mani Pulite.
Presto si farà pulizia e per questo molti tremano. Dobbiamo essere pronti a sventare i colpi di coda di un sistema di potere trasversale che è destinato ad essere setacciato con imbarazzanti intercettazioni telefoniche.
Prepariamoci a resistere, resistere e resistere.
No ad ogni attacco eversivo alla Magistratura, unica garante a Taranto del diritto alla vita e alla salute.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08 ... dl/324152/
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Re: Come se ne viene fuori ?
giorgio ha scritto:Mi chiedo:
un giorno l'allora scatenato Popolo Viola, e non solo quello, lanciò il No Berlusconi day: grandiosa e bella manifestazione a Roma (io c'ero...)
E' finita quell'epoca?
O ci accontentiamo delle pur meritorie raccolte di firme?
Il prossimo autunno sarà rovente, non solo in Italia.
Prepariamoci, come dicono in Spagna, a "tomar la calle", a prendere la strada
(per noi è la piazza, per loro la strada, ma forse hanno ragione loro: la piazza è statica, la strada è un percorso...)
Ha ragione Travaglio,.... ci vuole il Partito della Costituzione.
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Re: Come se ne viene fuori ?
Abbiamo già un milione di movimenti d'opinione, comitati di difesa della Costituzione, associazioni, agende rosse, Libera etc etc etc...
Tutte, utili, meritorie, meno male che ci sono e se non ci fossero bisognerebbe inventarle.
Ma per cambiare ci vuole un Partito (maiuscolo) di sinistra senza se senza ma.
giorgio
Prima un po’ di storia senza l’intenzione di dare lezioni a chicchessia, ma solo per capire l’oggi e il domani.
Andando in campo neutro
Sinistra storica
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Sinistra è stata uno schieramento politico dell'Italia post-risorgimentale, detta in seguito storica per distinguerla dai partiti e movimenti di sinistra che si sarebbero affermati nel corso del XX secolo. L'epoca della sinistra storica va dal 1876, anno della "rivoluzione parlamentare" che portò alla caduta dellaDestra storica, sino alla "crisi di fine secolo" (1896), che sfociò nell'età giolittiana.
Il primo presidente del consiglio appartenente alla Sinistra storica fu Agostino Depretis, incaricato dal Re, pochi giorni dopo le dimissioni del governo Minghetti, ultimo esponente della destra storica al governo. La matrice ideologica del raggruppamento era liberale progressista, e, pur non avendo un precedente storico, si rifaceva alle idee mazziniane, garibaldine e dunque democratiche. Depretis formò un governo che, oltre all'appoggio della Sinistra, schieramento di cui faceva parte, si reggeva anche sull'appoggio di una parte della Destra, quella che aveva contribuito alla caduta del governo Minghetti. Nella sua azione di governo, Depretis cercò sempre ampie convergenze su singoli temi con settori dell'opposizione, dando vita al fenomeno del trasformismo.
Fine della Sinistra storica
La fase della Sinistra storica si concluse nel 1896 a seguito delle elezioni politiche. Il governo Depretis, infatti, si era spostato verso l'ala conservatrice del parlamento, incontrando i moderati più progressisti, che erano stati inglobati all'interno di una più grande coalizione.
Lentamente furono estromessi gli esponenti più progressisti della Sinistra, dando vita ad un Grande Centro, che monopolizzava la vita politica del Paese, lasciando a pochi partiti minori il ruolo di opposizione di estrema sinistra. Questa politica, in cui la dialettica e la differenza ideologica fra le ali del Parlamento vengono sfumando, è detta trasformismo, e fu resa possibile dalla riforma elettorale.[3]
Dopo Depretis, la figura cardine della politica italiana dal 1887 al 1896 fu Francesco Crispi. Il modello della sua politica era la Germania di Bismarck, dove le tensioni sociali fra la classe operaia e la borghesia sembravano equilibrate. Crispi represse nel sangue la rivolta dei fasci operai in Sicilia e scioglie il Partito Socialista, fondato da Turati a Genova nel 1892, ma emana nel contempo una serie di riforme sociali quali la riduzione della giornata lavorativa e la prima legge sull'Assistenza Sociale, passata alla storia proprio come "legge Crispi".
Sotto il suo governo la politica coloniale fu ripresa con più vigore, fino alla disfatta di Adua (1896), che segnò la fine della Sinistra Storica con le dimissioni del primo ministro.
Nella crisi di fine secolo si manifestarono le conseguenze sul piano sociale della politica protezionistica[senza fonte], come dimostrano i fatti di piazza del Duomo a Milano del maggio 1898 quando il generale Bava Beccaris non esitò a sparare con i cannoni ad alzo zero sulla folla che chiedeva "Pane e lavoro" durante la protesta dello stomaco.
Si era infatti verificato un ulteriore aumento del prezzo del grano a causa delle diminuite esportazioni dagli Stati Uniti, impegnati allora nella guerra per Cuba.
Sarebbe bastato togliere la tariffa protettiva, ma ormai la classe dirigente italiana era terrorizzata dal socialismo e preferiva ricorrere all'intervento repressivo del Regio Esercito.
Il Partito Socialista Italiano (PSI) è un partito politico italiano, che si chiamò così nel congresso di Parma del 1895; a Genova, nel 1892, nella sala Sivori, ebbe il nome di Partito dei Lavoratori Italiani; a Reggio Emilia venne cambiato in Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, assunse il nome definitivo nel 1895 con il quale fu noto fino al 1994
La scissione dei comunisti (1921), quella riformista (1922) e la clandestinità [modifica]
Nel 1921 si tiene a Livorno il XVII congresso del partito. Dopo giorni di dibattito serrato, i massimalisti unitari di Serrati raccolgono 89.028 voti, i comunisti puri 58.783, e i riformisti concentrazionisti 14.695. I comunisti di Bordiga escono dal congresso e fondano il Partito Comunista d'Italia, con lo scopo di aderire ai 14 punti dell'Internazionale. Lenin, infatti, aveva invitato il PSI a conformarsi ai dettami e ad espellere la corrente riformista di Turati, Treves ePrampolini, ricevendo il diniego da parte di Giacinto Menotti Serrati che non intendeva affatto rompere con alcune delle voci più autorevoli (sia pur minoritarie) del partito.
Nell'estate del 1922 Filippo Turati, senza rispettare la disciplina del partito, si reca da Vittorio Emanuele III per le rituali consultazioni per risolvere la crisi di governo. Tuttavia non fu possibile raggiungere un accordo con Giolitti, e il re diede l'incarico a Facta. Per aver violato il divieto di collaborazione con i partiti borghesi, la corrente riformista viene espulsa, ad ottobre, nei giorni che precedono la Marcia su Roma di Benito Mussolini. Turati e i suoi danno vita alPartito Socialista Unitario, il cui segretario, Giacomo Matteotti, sarà rapito e ucciso da alcuni fascisti il 10 giugno 1924. Tra il 1925 e il 1926 Mussolini vieta i partiti e costringe all'esilio o al confino i socialisti. È proprio durante l'esilio che, nel 1930, in Francia, avviene la riunificazione tra i riformisti di Turati e i massimalisti, guidati dal giovane Pietro Nenni.
La scissione socialdemocratica [modifica]
Il 10 gennaio 1947 il PSIUP riprende la denominazione di Partito Socialista Italiano (PSI). Il cambio di nome avviene nel contesto della scissione della corrente socialdemocratica guidata da Giuseppe Saragat(scissione di palazzo Barberini), il quale rimproverava al PSI di mantenere dei forti legami con il regime totalitario dell'Unione Sovietica e di essere pressoché schiacciato sulle posizioni del PCI, a differenza della collocazione assai più autonoma degli altri partiti socialisti europei; per questo egli darà vita al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI, in seguito Partito Socialista Democratico Italiano), in cui entreranno quasi la metà dei parlamentari socialisti alla Costituente, detti appunto "autonomisti".[2] Il PSI proseguirà invece sulla strada delle intese con il PCI, e con quest'ultimo deciderà anche di fare un fronte comune, il Fronte Democratico Popolare, in vista delle elezioni dell'aprile 1948
continua
Tutte, utili, meritorie, meno male che ci sono e se non ci fossero bisognerebbe inventarle.
Ma per cambiare ci vuole un Partito (maiuscolo) di sinistra senza se senza ma.
giorgio
Prima un po’ di storia senza l’intenzione di dare lezioni a chicchessia, ma solo per capire l’oggi e il domani.
Andando in campo neutro
Sinistra storica
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
La Sinistra è stata uno schieramento politico dell'Italia post-risorgimentale, detta in seguito storica per distinguerla dai partiti e movimenti di sinistra che si sarebbero affermati nel corso del XX secolo. L'epoca della sinistra storica va dal 1876, anno della "rivoluzione parlamentare" che portò alla caduta dellaDestra storica, sino alla "crisi di fine secolo" (1896), che sfociò nell'età giolittiana.
Il primo presidente del consiglio appartenente alla Sinistra storica fu Agostino Depretis, incaricato dal Re, pochi giorni dopo le dimissioni del governo Minghetti, ultimo esponente della destra storica al governo. La matrice ideologica del raggruppamento era liberale progressista, e, pur non avendo un precedente storico, si rifaceva alle idee mazziniane, garibaldine e dunque democratiche. Depretis formò un governo che, oltre all'appoggio della Sinistra, schieramento di cui faceva parte, si reggeva anche sull'appoggio di una parte della Destra, quella che aveva contribuito alla caduta del governo Minghetti. Nella sua azione di governo, Depretis cercò sempre ampie convergenze su singoli temi con settori dell'opposizione, dando vita al fenomeno del trasformismo.
Fine della Sinistra storica
La fase della Sinistra storica si concluse nel 1896 a seguito delle elezioni politiche. Il governo Depretis, infatti, si era spostato verso l'ala conservatrice del parlamento, incontrando i moderati più progressisti, che erano stati inglobati all'interno di una più grande coalizione.
Lentamente furono estromessi gli esponenti più progressisti della Sinistra, dando vita ad un Grande Centro, che monopolizzava la vita politica del Paese, lasciando a pochi partiti minori il ruolo di opposizione di estrema sinistra. Questa politica, in cui la dialettica e la differenza ideologica fra le ali del Parlamento vengono sfumando, è detta trasformismo, e fu resa possibile dalla riforma elettorale.[3]
Dopo Depretis, la figura cardine della politica italiana dal 1887 al 1896 fu Francesco Crispi. Il modello della sua politica era la Germania di Bismarck, dove le tensioni sociali fra la classe operaia e la borghesia sembravano equilibrate. Crispi represse nel sangue la rivolta dei fasci operai in Sicilia e scioglie il Partito Socialista, fondato da Turati a Genova nel 1892, ma emana nel contempo una serie di riforme sociali quali la riduzione della giornata lavorativa e la prima legge sull'Assistenza Sociale, passata alla storia proprio come "legge Crispi".
Sotto il suo governo la politica coloniale fu ripresa con più vigore, fino alla disfatta di Adua (1896), che segnò la fine della Sinistra Storica con le dimissioni del primo ministro.
Nella crisi di fine secolo si manifestarono le conseguenze sul piano sociale della politica protezionistica[senza fonte], come dimostrano i fatti di piazza del Duomo a Milano del maggio 1898 quando il generale Bava Beccaris non esitò a sparare con i cannoni ad alzo zero sulla folla che chiedeva "Pane e lavoro" durante la protesta dello stomaco.
Si era infatti verificato un ulteriore aumento del prezzo del grano a causa delle diminuite esportazioni dagli Stati Uniti, impegnati allora nella guerra per Cuba.
Sarebbe bastato togliere la tariffa protettiva, ma ormai la classe dirigente italiana era terrorizzata dal socialismo e preferiva ricorrere all'intervento repressivo del Regio Esercito.
Il Partito Socialista Italiano (PSI) è un partito politico italiano, che si chiamò così nel congresso di Parma del 1895; a Genova, nel 1892, nella sala Sivori, ebbe il nome di Partito dei Lavoratori Italiani; a Reggio Emilia venne cambiato in Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, assunse il nome definitivo nel 1895 con il quale fu noto fino al 1994
La scissione dei comunisti (1921), quella riformista (1922) e la clandestinità [modifica]
Nel 1921 si tiene a Livorno il XVII congresso del partito. Dopo giorni di dibattito serrato, i massimalisti unitari di Serrati raccolgono 89.028 voti, i comunisti puri 58.783, e i riformisti concentrazionisti 14.695. I comunisti di Bordiga escono dal congresso e fondano il Partito Comunista d'Italia, con lo scopo di aderire ai 14 punti dell'Internazionale. Lenin, infatti, aveva invitato il PSI a conformarsi ai dettami e ad espellere la corrente riformista di Turati, Treves ePrampolini, ricevendo il diniego da parte di Giacinto Menotti Serrati che non intendeva affatto rompere con alcune delle voci più autorevoli (sia pur minoritarie) del partito.
Nell'estate del 1922 Filippo Turati, senza rispettare la disciplina del partito, si reca da Vittorio Emanuele III per le rituali consultazioni per risolvere la crisi di governo. Tuttavia non fu possibile raggiungere un accordo con Giolitti, e il re diede l'incarico a Facta. Per aver violato il divieto di collaborazione con i partiti borghesi, la corrente riformista viene espulsa, ad ottobre, nei giorni che precedono la Marcia su Roma di Benito Mussolini. Turati e i suoi danno vita alPartito Socialista Unitario, il cui segretario, Giacomo Matteotti, sarà rapito e ucciso da alcuni fascisti il 10 giugno 1924. Tra il 1925 e il 1926 Mussolini vieta i partiti e costringe all'esilio o al confino i socialisti. È proprio durante l'esilio che, nel 1930, in Francia, avviene la riunificazione tra i riformisti di Turati e i massimalisti, guidati dal giovane Pietro Nenni.
La scissione socialdemocratica [modifica]
Il 10 gennaio 1947 il PSIUP riprende la denominazione di Partito Socialista Italiano (PSI). Il cambio di nome avviene nel contesto della scissione della corrente socialdemocratica guidata da Giuseppe Saragat(scissione di palazzo Barberini), il quale rimproverava al PSI di mantenere dei forti legami con il regime totalitario dell'Unione Sovietica e di essere pressoché schiacciato sulle posizioni del PCI, a differenza della collocazione assai più autonoma degli altri partiti socialisti europei; per questo egli darà vita al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI, in seguito Partito Socialista Democratico Italiano), in cui entreranno quasi la metà dei parlamentari socialisti alla Costituente, detti appunto "autonomisti".[2] Il PSI proseguirà invece sulla strada delle intese con il PCI, e con quest'ultimo deciderà anche di fare un fronte comune, il Fronte Democratico Popolare, in vista delle elezioni dell'aprile 1948
continua
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Re: Come se ne viene fuori ?
Il Partito socialista rimase un partito di sinistra sino all’avvento di Becchino Craxi nel 1976.
La sinistra italiana comincia a morire lì.
Il noto Becchino non è mai stato di sinistra, checché ne vogliano dire i suo estimatori. Lo dimostreranno in seguito tutti i suoi seguaci dopo la caduta della prima Repubblica passando a destra con la salma di Hardcore. Un piccolo ducetto in miniatura.
La storia si ripete. Questo trasformismo lo aveva fatto già prima l’ex direttore dell’Avanti Benito Mussolini.
La storia del Pci e dei suoi passaggi e frantumazioni successive è nota, non starò qui a dilungarmi perché storia recente.
L’operazione fatta dai D’Alema, Bersani, Fassino, Veltroni, è molto simile a quanto fece Depretis nel 1986.
Cito per la precisione nuovamente Wikipedia, così si capisce meglio il vizio di famiglia che si ripete nella storia:
Fine della Sinistra storica
La fase della Sinistra storica si concluse nel 1896 a seguito delle elezioni politiche. Il governo Depretis, infatti, si era spostato verso l'ala conservatrice del parlamento, incontrando i moderati più progressisti, che erano stati inglobati all'interno di una più grande coalizione.
Lentamente furono estromessi gli esponenti più progressisti della Sinistra, dando vita ad un Grande Centro, che monopolizzava la vita politica del Paese, lasciando a pochi partiti minori il ruolo di opposizione di estrema sinistra.
E’ esattamente quello a cui aspirano oggi Bersande e Dalemoni + Veltroni
La differenza sostanziale con allora, è che oggi non esiste nessun Partito socialista fondato 4 anni prima.
La sinistra che nasce nel 1876, chiude il suo ciclo storico in questo ultimo anno e mezzo, quando le parti residuali del vecchio Pci intendono unirsi ai moderati e al Grande Centro.
Anche qui la storia si ripete.
La sinistra è morta e polverizzata. Non esiste più. L’ultimo colpo mortale lo fornisce Vendola vendendosi al gioco dei morti viventi del Pd.
Non c’è nessuno, e ripeto, proprio nessuno che in questo momento possa raccogliere dal fango la bandiera della sinistra e possa dar vita a:
Ma per cambiare ci vuole un Partito (maiuscolo) di sinistra senza se senza ma.
E’ doloroso, è amaro più del fiele ammetterlo per chi è di sinistra, ma la realtà è questa e per il momento nessuno può cambiarla.
La sinistra non ha più nessuna classe dirigente di riferimento.
Se confermata la notizia dei 98 mila euro dati dal Gruppo Riva direttamente a Bersani, quella finta sinistra ha chiuso i battenti.
Esiste però una base, che anche se sconfitta da chi l’ha rappresentata in questi anni, che rimane comunque di sinistra e non intende morire democristiana.
La morte della sinistra, coincide con la morte della destra e lo sfascio del Paese.
Ci ritroviamo quindi a questo appuntamento della storia con tre fine ciclo.
1) La fine della sinistra
2) La fine del ciclo iniziato l’8 settembre 1943 e passato attraverso il 25 aprile 1945.
3) La fine della Seconda Repubblica.
Ora, per poter avere ancora un futuro come Repubblica democratica parlamentare, occorre che sparisca tutta quella classe politica che ha portato alla marcescenza il Paese.
In altre parole, ascoltando il malcontento popolare diffuso, occorre che non si facciano più vedere e più sentire tutte le facce di destra e di sinistra che ci hanno portato alla rovina. Gli italiani sono veramente stufi e non ne possono più.
Abbiamo visto la reazione di questi giorni con il superamento delle centomila adesioni alla proposta de Il Fatto Quotidiano, dove il direttore Padellaro è di sinistra e il vice direttore Travaglio appartiene alla destra liberale di Montanelli, anche se sono 4 gatti.
Ma questa sinistra prevalente e questa destra liberale hanno in comune un forte senso della Costituzione e della Giustizia.
Cose che non hanno più i cadaveri in putrefazione dell’ABC che tentano in tutti i modi di sopravvivere a se stessi tentando in tutti i modi di trasmigrare nella Terza Repubblica.
Ora, perché tutto possa ricominciare da capo come nel 1945, occorre ripetere quanto accadde tra il ’43 e il ’45, dove le forze di sinistra, comunisti e socialisti, si sono uniti ai liberali, ai repubblicani, ai monarchici per cacciare le forza nazifasciste.
Se vogliamo farlo democraticamente, evitando gli scontri di piazza e le morti inutili, occorre che le forze sane del Paese si riuniscano sotto un’unica bandiera per sconfiggere definitivamente per via parlamentare i cadaveri dell’ABC.
In seguito poi ci si tornerà a dividere tra destra e sinistra, con la speranza che ci sia gente all’altezza di raccogliere quell’eredità.
Questo è un passaggio storico che non può essere valutato in modo tradizionale.
Ha dichiarato l’altro giorno Don Andrea Gallo motivando la sua adesione all’iniziativa del Fatto:
SU LA TESTA
La mia piccola firma per dire “basta” al “silenziatore antidemocratico”.
Ho visto nascere la Democrazia nel 1945 con la mia Brigata partigiana (avevo 17 anni).
Sono “vecchio”, 84 anni, devo vederla morire?
No! “Su la testa”.
La sinistra italiana comincia a morire lì.
Il noto Becchino non è mai stato di sinistra, checché ne vogliano dire i suo estimatori. Lo dimostreranno in seguito tutti i suoi seguaci dopo la caduta della prima Repubblica passando a destra con la salma di Hardcore. Un piccolo ducetto in miniatura.
La storia si ripete. Questo trasformismo lo aveva fatto già prima l’ex direttore dell’Avanti Benito Mussolini.
La storia del Pci e dei suoi passaggi e frantumazioni successive è nota, non starò qui a dilungarmi perché storia recente.
L’operazione fatta dai D’Alema, Bersani, Fassino, Veltroni, è molto simile a quanto fece Depretis nel 1986.
Cito per la precisione nuovamente Wikipedia, così si capisce meglio il vizio di famiglia che si ripete nella storia:
Fine della Sinistra storica
La fase della Sinistra storica si concluse nel 1896 a seguito delle elezioni politiche. Il governo Depretis, infatti, si era spostato verso l'ala conservatrice del parlamento, incontrando i moderati più progressisti, che erano stati inglobati all'interno di una più grande coalizione.
Lentamente furono estromessi gli esponenti più progressisti della Sinistra, dando vita ad un Grande Centro, che monopolizzava la vita politica del Paese, lasciando a pochi partiti minori il ruolo di opposizione di estrema sinistra.
E’ esattamente quello a cui aspirano oggi Bersande e Dalemoni + Veltroni
La differenza sostanziale con allora, è che oggi non esiste nessun Partito socialista fondato 4 anni prima.
La sinistra che nasce nel 1876, chiude il suo ciclo storico in questo ultimo anno e mezzo, quando le parti residuali del vecchio Pci intendono unirsi ai moderati e al Grande Centro.
Anche qui la storia si ripete.
La sinistra è morta e polverizzata. Non esiste più. L’ultimo colpo mortale lo fornisce Vendola vendendosi al gioco dei morti viventi del Pd.
Non c’è nessuno, e ripeto, proprio nessuno che in questo momento possa raccogliere dal fango la bandiera della sinistra e possa dar vita a:
Ma per cambiare ci vuole un Partito (maiuscolo) di sinistra senza se senza ma.
E’ doloroso, è amaro più del fiele ammetterlo per chi è di sinistra, ma la realtà è questa e per il momento nessuno può cambiarla.
La sinistra non ha più nessuna classe dirigente di riferimento.
Se confermata la notizia dei 98 mila euro dati dal Gruppo Riva direttamente a Bersani, quella finta sinistra ha chiuso i battenti.
Esiste però una base, che anche se sconfitta da chi l’ha rappresentata in questi anni, che rimane comunque di sinistra e non intende morire democristiana.
La morte della sinistra, coincide con la morte della destra e lo sfascio del Paese.
Ci ritroviamo quindi a questo appuntamento della storia con tre fine ciclo.
1) La fine della sinistra
2) La fine del ciclo iniziato l’8 settembre 1943 e passato attraverso il 25 aprile 1945.
3) La fine della Seconda Repubblica.
Ora, per poter avere ancora un futuro come Repubblica democratica parlamentare, occorre che sparisca tutta quella classe politica che ha portato alla marcescenza il Paese.
In altre parole, ascoltando il malcontento popolare diffuso, occorre che non si facciano più vedere e più sentire tutte le facce di destra e di sinistra che ci hanno portato alla rovina. Gli italiani sono veramente stufi e non ne possono più.
Abbiamo visto la reazione di questi giorni con il superamento delle centomila adesioni alla proposta de Il Fatto Quotidiano, dove il direttore Padellaro è di sinistra e il vice direttore Travaglio appartiene alla destra liberale di Montanelli, anche se sono 4 gatti.
Ma questa sinistra prevalente e questa destra liberale hanno in comune un forte senso della Costituzione e della Giustizia.
Cose che non hanno più i cadaveri in putrefazione dell’ABC che tentano in tutti i modi di sopravvivere a se stessi tentando in tutti i modi di trasmigrare nella Terza Repubblica.
Ora, perché tutto possa ricominciare da capo come nel 1945, occorre ripetere quanto accadde tra il ’43 e il ’45, dove le forze di sinistra, comunisti e socialisti, si sono uniti ai liberali, ai repubblicani, ai monarchici per cacciare le forza nazifasciste.
Se vogliamo farlo democraticamente, evitando gli scontri di piazza e le morti inutili, occorre che le forze sane del Paese si riuniscano sotto un’unica bandiera per sconfiggere definitivamente per via parlamentare i cadaveri dell’ABC.
In seguito poi ci si tornerà a dividere tra destra e sinistra, con la speranza che ci sia gente all’altezza di raccogliere quell’eredità.
Questo è un passaggio storico che non può essere valutato in modo tradizionale.
Ha dichiarato l’altro giorno Don Andrea Gallo motivando la sua adesione all’iniziativa del Fatto:
SU LA TESTA
La mia piccola firma per dire “basta” al “silenziatore antidemocratico”.
Ho visto nascere la Democrazia nel 1945 con la mia Brigata partigiana (avevo 17 anni).
Sono “vecchio”, 84 anni, devo vederla morire?
No! “Su la testa”.
Re: Come se ne viene fuori ?
Cambiare le facce ( seppure sia già un successone) non serve a molto se non cambiamo contemporaneamente i meccanismi del sistema ( corruzione, evasione....) dobbiamo fare le riformeeeeeeeeeeeeeeeeeee, sennò siamo punto e a capo con le facce nuove!
Re: Come se ne viene fuori ?
Partito della Costituzione (Marco Travaglio).
14/08/2012 di triskel182
Dobbiamo prepararci a difenderne tanti, di magistrati aggrediti e isolati dal potere. I 100 mila che in quattro giorni han firmato l’appello del Fatto per i pm siciliani si tengano pronti: presto dovremo richiamarli a raccolta per altre battaglie in difesa della Giustizia, nella speranza che nasca un Partito della Costituzione che contrasti questo schifo. Fino all’altroieri ci si domandava cosa accomuni l’allegra ammucchiata Pdl-Udc-Pd che non solo sostiene il governo Monti con la benedizione apostolica del Colle, ma ha una gran voglia di stabilizzare il ménage à trois nella prossima legislatura. Ma ora la risposta è arrivata: il mastice che tiene insieme la più arlecchinesca Armata Brancaleone mai vista dai tempi del film di Monicelli è la sete di vendetta contro la magistratura, almeno quella che prende sul serio la propria indipendenza da ogni altro potere per garantire l’uguaglianza di tutti i cittadini. In una parola, l’odio per la Costituzione. Prima il presidente Napolitano e poi il governo Monti hanno trascinato alla Consulta magistrati che disturbano il potere: i pm di Palermo che indagano su chi trattò con la mafia e il gip di Taranto Anna Todisco che sequestra gli impianti omicidi dell’Ilva. In entrambi i casi il potere politico accusa il giudiziario d’invasione di campo, come se non spettasse alla magistratura decidere se e quando distruggere un’intercettazione e fermare una strage in corso da anni nell’indifferenza dei governi incapaci e/o complici in Puglia e a Roma. Ma a questo siamo: quando c’è di mezzo il potere, politico o industriale, la legge non è più uguale per tutti. I magistrati devono voltarsi dall’altra parte, od obbedire al potere. Se no, peggio per loro. A sindacare i loro insindacabili provvedimenti provvedono Quirinale, Pg della Cassazione, partiti, governo, addirittura il ministro della Giustizia che acquisisce le ordinanze del gip non si sa bene a che titolo, ma con sicuro effetto intimidatorio (anche sul Riesame, che sta ancora scrivendo la motivazione). Mentre noi comuni mortali, per contestare una sentenza sgradita, non abbiamo altra arma che impugnarla in appello e in Cassazione, lorsignori si rivolgono direttamente alla Corte costituzionale, cioè a giudici nominati dalla politica: oseranno mai dare torto al Presidente e al Governo, innescando gravi “scontri istituzionali”? La giustizia domestica regola e sistema tutto nelle segrete stanze. E tutti i magistrati impegnati in inchieste delicate sono avvertiti: non s’azzardino a dare torto al potere. Colpirne due o tre per educarli tutti. È il trionfo dell’abuso e del conflitto d’interessi. Napolitano ha un interesse personale nel conflitto aperto con i pm di Palermo (mettere la sordina alle sue telefonate con Mancino). E così vari ministri del governo Monti che aggredisce il gip di Taranto sono pappa e ciccia con l’Ilva e i suoi padroni (per esempio i due Corradi: Passera, a Banca Intesa, era socio di Riva nella Cai, ed era pure l’advisor che lo chiamò nella compagnia; Clini, dalle intercettazioni, è descritto come la quinta colonna dell’Ilva al ministero dell’Ambiente). E così il Pd col suo ex candidato Ferrante, per non parlare dei soldi di Riva a Bersani e Forza Italia. Spudoratamente sull’Unità Giovanni Pellegrino esprime tutto il suo “rimpianto per la magistratura degli anni 60, che riteneva che nell’applicazione della legge l’interesse generale dovesse prevalere”. Ah quei begli insabbiatori di una volta! Quella magistratura forte coi deboli e debole coi forti, che lasciava intonso mezzo Codice penale per non disturbare i manovratori, infatti non indagava mai su tangenti, collusioni e inquinamenti. Questo si vuole. Viva la faccia, almeno è tutto chiaro. Nel caso Ilva non si può nemmeno sventolare la solita scusa delle toghe che parlano troppo e “fanno politica”: nessuno sa come la pensi la gip Todisco, né che voce abbia. Eppure la colpiscono lo stesso. Come dice Davigo, “non ce l’hanno con noi per quello che diciamo, ma per quello che facciamo”.
Da Il Fatto Quotidiano del 14/08/2012.
14/08/2012 di triskel182
Dobbiamo prepararci a difenderne tanti, di magistrati aggrediti e isolati dal potere. I 100 mila che in quattro giorni han firmato l’appello del Fatto per i pm siciliani si tengano pronti: presto dovremo richiamarli a raccolta per altre battaglie in difesa della Giustizia, nella speranza che nasca un Partito della Costituzione che contrasti questo schifo. Fino all’altroieri ci si domandava cosa accomuni l’allegra ammucchiata Pdl-Udc-Pd che non solo sostiene il governo Monti con la benedizione apostolica del Colle, ma ha una gran voglia di stabilizzare il ménage à trois nella prossima legislatura. Ma ora la risposta è arrivata: il mastice che tiene insieme la più arlecchinesca Armata Brancaleone mai vista dai tempi del film di Monicelli è la sete di vendetta contro la magistratura, almeno quella che prende sul serio la propria indipendenza da ogni altro potere per garantire l’uguaglianza di tutti i cittadini. In una parola, l’odio per la Costituzione. Prima il presidente Napolitano e poi il governo Monti hanno trascinato alla Consulta magistrati che disturbano il potere: i pm di Palermo che indagano su chi trattò con la mafia e il gip di Taranto Anna Todisco che sequestra gli impianti omicidi dell’Ilva. In entrambi i casi il potere politico accusa il giudiziario d’invasione di campo, come se non spettasse alla magistratura decidere se e quando distruggere un’intercettazione e fermare una strage in corso da anni nell’indifferenza dei governi incapaci e/o complici in Puglia e a Roma. Ma a questo siamo: quando c’è di mezzo il potere, politico o industriale, la legge non è più uguale per tutti. I magistrati devono voltarsi dall’altra parte, od obbedire al potere. Se no, peggio per loro. A sindacare i loro insindacabili provvedimenti provvedono Quirinale, Pg della Cassazione, partiti, governo, addirittura il ministro della Giustizia che acquisisce le ordinanze del gip non si sa bene a che titolo, ma con sicuro effetto intimidatorio (anche sul Riesame, che sta ancora scrivendo la motivazione). Mentre noi comuni mortali, per contestare una sentenza sgradita, non abbiamo altra arma che impugnarla in appello e in Cassazione, lorsignori si rivolgono direttamente alla Corte costituzionale, cioè a giudici nominati dalla politica: oseranno mai dare torto al Presidente e al Governo, innescando gravi “scontri istituzionali”? La giustizia domestica regola e sistema tutto nelle segrete stanze. E tutti i magistrati impegnati in inchieste delicate sono avvertiti: non s’azzardino a dare torto al potere. Colpirne due o tre per educarli tutti. È il trionfo dell’abuso e del conflitto d’interessi. Napolitano ha un interesse personale nel conflitto aperto con i pm di Palermo (mettere la sordina alle sue telefonate con Mancino). E così vari ministri del governo Monti che aggredisce il gip di Taranto sono pappa e ciccia con l’Ilva e i suoi padroni (per esempio i due Corradi: Passera, a Banca Intesa, era socio di Riva nella Cai, ed era pure l’advisor che lo chiamò nella compagnia; Clini, dalle intercettazioni, è descritto come la quinta colonna dell’Ilva al ministero dell’Ambiente). E così il Pd col suo ex candidato Ferrante, per non parlare dei soldi di Riva a Bersani e Forza Italia. Spudoratamente sull’Unità Giovanni Pellegrino esprime tutto il suo “rimpianto per la magistratura degli anni 60, che riteneva che nell’applicazione della legge l’interesse generale dovesse prevalere”. Ah quei begli insabbiatori di una volta! Quella magistratura forte coi deboli e debole coi forti, che lasciava intonso mezzo Codice penale per non disturbare i manovratori, infatti non indagava mai su tangenti, collusioni e inquinamenti. Questo si vuole. Viva la faccia, almeno è tutto chiaro. Nel caso Ilva non si può nemmeno sventolare la solita scusa delle toghe che parlano troppo e “fanno politica”: nessuno sa come la pensi la gip Todisco, né che voce abbia. Eppure la colpiscono lo stesso. Come dice Davigo, “non ce l’hanno con noi per quello che diciamo, ma per quello che facciamo”.
Da Il Fatto Quotidiano del 14/08/2012.
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