Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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camillobenso
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

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RITRATTO
La metamorfosi di Pier Luigi Bersani: il mite ex segratario Pd ora è una furia

Chiede di abbassare i toni e di modificare l’Italicum. Si indigna, si dice stupito. E anche se i renziani non gli concedono nulla, l'esponente della minoranza dem non molla
DI LUCA SAPPINO
27 maggio 2016
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... a-1.267634
soloo42001
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da soloo42001 »

Che paura.
Renzi trema tutto.

soloo
iospero
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da iospero »

DOPO UNITA’ DELLA SINISTRA, ORA TUTTI INSIEME VERSO BALLOTTAGGIO CON FASSINA
Anche a Roma nasce una sinistra unita e forte, dopo Torino, Bologna, Milano e Napoli. Un percorso fortemente voluto dall’Altra Europa con Tsipras – Roma che ha lavorato affinchè ciò si verificasse, a cominciare dalla costruzione di un programma alternativo e di discontinuità rispetto alle ultime giunte. Tutto ciò alla fine si è verificato, nonostante le difficoltà, i momenti critici e alcuni tentativi di far saltare il progetto messi in atto dai nostalgici del centrosinistra che speravano in un nuovo accordo con il Pd di Mafia Capitale e delle dimissioni notarili del sindaco Marino.
“Si apre ora per Roma, ma non solo, una nuova fase politica – ha commentato il portavoce di AET Roma, Ferruccio Nobili – in cui la sinistra torna ad essere tutta unita. Un obiettivo che abbiamo perseguito da tempo e per questo l’Altra Europa per Tsipras si riconosce in tutti gli uomini e donne che danno vita al progetto di Sinistra per Roma, costruito intorno a Stefano Fassina Sindaco, lavorano e si mettono in gioco in prima persona, anche con la propria candidatura. Tra tutti bisogna a nostro avviso ringraziare la disponibilità dei candidati consiglieri al Campidoglio nella lista Sinistra per Roma Sandro Medici e Fabio Alberti nella testa di lista e Rosa Barletta, Franco Buccella e Andrea Maccarrone che fin dall’inizio hanno voluto e lavorato alla costruzione di questo progetto”.
“Ci riconosciamo particolarmente, tra le altre, nelle candidature nella Lista Sinistra x Roma della capolista Tiziana Perrone, lavoratrice di Almaviva in lotta, delegata CGIL ed ex RSU, nella candidatura di Lisa Canitano, ginecologa della Asl di Ostia, Presidente dell’associazione Vita di Donna, attiva alla Casa internazionale delle Donne ed ex Pd che si batte per l’applicazione della legge 104 e la difesa dei consultori, così come nelle candidature, nella Lista Civica per Stefano Fassina Sindaco, di Giuliana Aliberti storica avvocata del Teatro Valle occupato e da sempre impegnata a difesa delle esperienze di lotta sociale e di Mauro Massimi dirigente sindacale della Fp CGIL”.
“Infine – continua – ci rendono orgogliosi, per quanto riguarda i municipi, le scelte di Andrea De Innocentis come candidato presidente del municipio VII e quelle nate da percorsi territoriali e dal basso, come nel IX con Massimo Sabatini e nel XII con Maurizio Melandri e dei moltissimi candidati nei municipi che si sono impegnati con spirito combattivo ma unitario”.
“Si apre ora una nuova fase – conclude Nobili – con l’obiettivo principale di tornare a dare una prospettiva alle tante e tanti che non si sentono più rappresentati e non votano più o votano una protesta sterile, per conquistare con loro un posto al ballottaggio, al Comune e nei Municipi. Un traguardo ambizioso ma possibile perchè Roma vuole, deve e può cambiare. E la sinistra unita è la miglior risposta a destre e populismi di ogni genere!”

by G.

“Insieme all’Altra Europa – spiega Nobili – sono impegnate in questo percorso anche le componenti che stanno già lavorando alla costruzione di un nuovo soggetto politico nazionale, come Sel, Futuro a Sinistra di Fassina, Possibile di Civati e Rifondazione Comunista. Ma non basta! Dovranno essere coinvolti da protagonisti alla pari anche tutte e tutti quelli che vogliono partecipare a cambiare la nostra città. Per questo riteniamo fondamentale dare già dalle prossime elezioni amministrative, così come si è già verificato a Torino, un segnale unitario con la creazione di una lista unica e popolare, senza i simboli di nessun partito”.

In bocca al lupo
iospero
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

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ELEZIONI AMMINISTRATIVE 2016
Elezioni amministrative 2016, cinquestelle e sinistra: il nodo da sciogliere per l’alternativa


di Fabio Marcelli | 5 giugno 2016

Una delle questioni che si pongono con l’approssimarsi del crollo definitivo del tentativo renziano di instaurare qualcosa di simile a un regime in Italia, è quella dell’alternativa. Molti si chiedono, e taluni lo fanno in buona fede, chi prenderà il posto del buon Matteo. Il fatto che i suoi risultati siano irrisori e i suoi progetti di basso profilo, a partire dalla deformazione della Costituzione repubblicana, con la complicazione non necessaria dei procedimenti legislativi e lo svuotamento indiscutibile delle istituzioni democratiche che ne scaturirebbero, non viene generalmente messo in discussione. “Meglio di niente”, obiettano questi renziani per necessità, fra i quali si contano figure a volte non del tutto trascurabili come Cacciari.

L’horror vacui sembra quindi condizionare queste posizioni. A volte esso viene declinato in termini catastrofici come l’apres nous le déluge di Napolitano. Si tratta evidentemente di posizioni strumentali e che ben poco hanno a che vedere con la realtà, sia istituzionale, che economica, che politica, che sociale del nostro paese per la quale il renzismo ha avuto un significato fin qui complessivamente molto negativo, come dimostrato dai dati sulla disoccupazione, che permane sostanzialmente invariata nonostante il vero e proprio spreco di miliardi di euro portato a termine con gli inutili incentivi alle imprese, per non parlare dei continui cedimenti alle lobbies di ogni genere, ivi comprese quelle brillantemente rappresentati da verdiniani e centristi di vario genere, che portano al permanere dell’evasione fiscale e all’inasprimento della devastazione ambientale, per non parlare della corruzione che continua a caratterizzare negativamente il nostro paese facendone in buona misura un unicum nello stesso occidente capitalistico.

Eppure occorre porsi il problema delle forze destinate a succedere a Renzi, specie qualora il suo blocco di potere si sgretoli rapidamente a seguito dell’auspicabile successo del No al referendum costituzionale (risultato che peraltro non va per nulla dato per scontato e per il quale occorre lavorare duramente nei prossimi mesi). Il principale nodo da sciogliere è rappresentato dalla necessaria convergenza tra le migliori energie della sinistra, finalmente depurata dal poltronismo e dall’opportunismo che l’hanno giustamente screditata fra ampi strati della popolazione, e le migliori energie del Movimento Cinque Stelle, che ha rappresentato indubbiamente un fenomeno di profondo rinnovamento della società italiana, riproponendo, in modo originale ed inedito, quella specificità del nostro paese, del quale andavamo fieri qualche decennio fa.

Se la sinistra deve definitivamente rompere ogni ponte con il Pd, votato, con Renzi ed oltre Renzi, a una politica di sostanziale conservazione sociale, il Movimento Cinque Stelle dovrà chiarire talune ambiguità che presenta il suo programma; ambiguità dovute all’intento, comprensibile ma non giustificabile, di rastrellare voti in tutti i settori politici. Se, come è probabile, il voto consegnerà al Movimento grandi città, a partire da Roma, esito che considero in sé auspicabile e necessario, si dovranno chiarire tali ambiguità, compiendo scelte precise in termini di schieramento sociale e politico e non sarà più sufficiente continuare a gridare all’onestà, che pure rappresenta una conditio sine qua non per ogni rinnovamento e ogni alternativa, in generale e tanto più nell’Italia di oggi.

Per questi motivi e con questa prospettiva invito a votare i candidati della sinistra (De Magistris a Napoli, Fassina a Roma, Basilio Rizzo a Milano, Airaudo a Roma) con l’avvertenza che, qualora essi non pervengano al ballottaggio (il discorso non vale certo per De Magistris per il quale anzi non si esclude una vittoria al primo turno) i voti della sinistra dovranno convergere in tale occasione sui candidati a Cinque Stelle, in particolare Raggi a Roma e Appendino a Torino, ma anche Corrado a Milano. La vittoria di De Magistris e di queste candidate permetterà di aprire una nuova stagione del governo delle grandi città, rispetto alla quale la presenza qualificata di esponenti della sinistra nei consigli comunali (voglio qui ricordare un grande ed esperto combattente come Fabio Alberti a Roma), rappresenterà un pungolo decisivo e un contributo inestimabile al chiarimento delle posizioni per l’alternativa, tenendo presente che quanto sperimentato ed ottenuto sul piano locale preparerà il terreno per la necessaria alternativa a livello nazionale.
iospero
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da iospero »

Servono proposte più ambiziose, innovative e coraggiose

Il Pd del dentro tutto perde moltissimi elettori. Chi dopo le europee dava per risolta la questione grillina si ritrova il M5s altissimo.
La sinistra ha fatto un buon risultato a Bologna, mentre a Milano ha pagato le decisioni di chi ha comunque deciso di sostenere il candidato del partito della nazione. A Roma l’eredità politica e l’effetto psicologico legato a Marino sono andati alla candidata del M5s.
Senza alcuna visibilità nazionale, né una coalizione uniforme, non è stato semplice emergere. Nei centri medi le cose vanno molto meglio, ma nelle piazze più importanti il risultato è stato deludente, inutile nasconderselo. Abbiamo cercato di favorire progetti che fossero autonomi e unitari, a cui forse però manca la capacità di rappresentare una valida alternativa per l’elettorato deluso del Pd, che è numeroso, ma sceglie piuttosto l’astensione o il M5s, forse perché non trova a sinistra proposte abbastanza coraggiose e chiare. Il Pd della nazione di marca renziana è il vero responsabile della scomparsa del centrosinistra, ma per andare incontro a chi lo ha abbandonato servono progetti innovativi e ambiziosi, capaci di rivoluzionare anche i riti e le formule della sinistra tradizionale, come in qualche caso è avvenuto, soprattutto al Sud.
Quanto ai ballottaggi, infine, noi saremo all’opposizione. Non diamo indicazioni, gli elettori sono maturi a sufficienza per fare liberamente le loro valutazioni, e invitiamo comunque a votare.

da possibile.com
iospero
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

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da repubblica.it
Comunali, da Airaudo a Fassina la 'sinistra sinistra' non sfonda

ROMA - Da Giorgio Airaudo a Torino a Stefano Fassina a Roma. Da Basilio Rizzo a Milano a Federico Martelloni a Bologna. La "sinistra sinistra" alternativa al Pd non buca lo schermo e non raggiunge i risultati sperati. Tutti si aspettavano qualcosa in più. Nessuno, a parte Martelloni, è riuscito a superare il 5%, una soglia "simbolica" che avrebbe reso il senso di una buona partenza. Non vale nemmeno più la militanza nei sindacati, come nel caso di Airaudo, ex segretario Fiom nella città della Fiat: "Sono anni ormai - afferma il candidato torinese di Sinistra italiana - che i voti dei sindacati non si ribaltano sui partiti. Personalmente sono un po' deluso, mi aspettavo qualcosa in più dei 14mila voti presi (pari al 3, 70%, ndr). Certo è un inizio, ma è un po' zoppicante. A Torino c'è stata una forte astensione e una buona parte degli astenuti sono voti persi dal Pd che noi non siamo riusciti a intercettare. Ci siamo battuti da soli a mani nude - conclude - ma lo spazio a sinistra c'è, la domanda è forte ma bisogna costruire una proposta credibile e unitaria sul piano nazionale". Alla domanda se SI al ballottaggio sosterrà o meno il sindaco Pd uscente Piero Fassino, Airaudo non risponde: "Non posso dirlo adesso. Nel pomeriggio terremo una conferenza stampa in cui spiegheremo a tutti la nostra strategia".

Sulla stessa linea anche Fassina, candidato sindaco a Roma, che si è fermato al 4,4%: "Una richiesta di discontinuità c'è ma non siamo riusciti a dirottare verso la nostra proposta il dissenso a Renzi, che invece si è spostato sul M5s". Rimane assolutamente convinto del progetto di Sinistra italiana e sull'ipotesi di appoggiare o meno il candidato del Pd Roberto Giachetti l'orientamento sembra quello di non sostenere né Raggi né Giachetti: "La mia indicazione è di votare scheda bianca, mi sembra la scelta più coerente", afferma l'ex viceministro dell'Economia. Anche se ultima parola spetterà all'assemblea del partito, prevista per domani pomeriggio.

LO SPECIALE ELEZIONI COMUNALI 2016

Per Basilio Rizzo, che con la sua lista Milano in Comune ha raggiunto il 3,56% dei consensi, "la sinistra c'è". Il presidente del Consiglio comunale del capoluogo lombardo, rappresentante di Prc e civatiani, si dichiara soddisfatto del quarto posto: "Una parte significativa dell'elettorato milanese non si è riconosciuta nelle candidature gemelle dei manager". Quanto al ballottaggio, Rizzo aggiunge che il candidato del Pd Giuseppe Sala "il nostro voto dovrà meritarselo. Al ballottaggio si devono proporre programmi che possano rispondere alle aspettative di una larga fetta della popolazione. Noi staremo ad ascoltare le proposte: non siamo a priori contro il governare".

A Bologna Coalizione civica, la lista a sinistra del Pd appoggiata da una parte di Sel dopo la rottura dei vendoliani con la giunta di Virginio Merola, non farà "accordi o accordicchi" con i dem in vista del ballottaggio fra il sindaco uscente e la leghista Lucia Borgonzoni. A dirlo è il candidato sindaco Federico Martelloni, più che soddisfatto del 7% raggiunto. Il professore di diritto del lavoro all'Alma Mater non si sbilancia sul secondo turno: "Ne discuteremo, il nostro non è un elettorato sul mercato politico, i nostri 12.000 voti non sono un pacchetto che spostiamo". Se è indubbio che "una distanza siderale ci separa dal populismo di destra della Lega Nord - continua il giuslavorista- non abbiamo mulla a che fare con il Pd di Renzi e di Merola, con il partito della nazione". Non si lavorerà dunque ad un accordo e "non daremo indicazioni di voto", continua Martelloni. Ma "discuteremo di cosa fare - aggiunge - come i nostri fratelli di Barcellona (il riferimento è a Podemos, ndr), perchè non ci sono uomini solo al comando". Toccherà al consiglio direttivo, alle assemblee e alle realtà consolidatesi nei quartieri durante la campagna elettorale prendere la decisione finale.
camillobenso
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

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iospero ha scritto:da repubblica.it
Comunali, da Airaudo a Fassina la 'sinistra sinistra' non sfonda

ROMA - Da Giorgio Airaudo a Torino a Stefano Fassina a Roma. Da Basilio Rizzo a Milano a Federico Martelloni a Bologna. La "sinistra sinistra" alternativa al Pd non buca lo schermo e non raggiunge i risultati sperati. Tutti si aspettavano qualcosa in più. Nessuno, a parte Martelloni, è riuscito a superare il 5%, una soglia "simbolica" che avrebbe reso il senso di una buona partenza. Non vale nemmeno più la militanza nei sindacati, come nel caso di Airaudo, ex segretario Fiom nella città della Fiat: "Sono anni ormai - afferma il candidato torinese di Sinistra italiana - che i voti dei sindacati non si ribaltano sui partiti. Personalmente sono un po' deluso, mi aspettavo qualcosa in più dei 14mila voti presi (pari al 3, 70%, ndr). Certo è un inizio, ma è un po' zoppicante. A Torino c'è stata una forte astensione e una buona parte degli astenuti sono voti persi dal Pd che noi non siamo riusciti a intercettare. Ci siamo battuti da soli a mani nude - conclude - ma lo spazio a sinistra c'è, la domanda è forte ma bisogna costruire una proposta credibile e unitaria sul piano nazionale". Alla domanda se SI al ballottaggio sosterrà o meno il sindaco Pd uscente Piero Fassino, Airaudo non risponde: "Non posso dirlo adesso. Nel pomeriggio terremo una conferenza stampa in cui spiegheremo a tutti la nostra strategia".

Sulla stessa linea anche Fassina, candidato sindaco a Roma, che si è fermato al 4,4%: "Una richiesta di discontinuità c'è ma non siamo riusciti a dirottare verso la nostra proposta il dissenso a Renzi, che invece si è spostato sul M5s". Rimane assolutamente convinto del progetto di Sinistra italiana e sull'ipotesi di appoggiare o meno il candidato del Pd Roberto Giachetti l'orientamento sembra quello di non sostenere né Raggi né Giachetti: "La mia indicazione è di votare scheda bianca, mi sembra la scelta più coerente", afferma l'ex viceministro dell'Economia. Anche se ultima parola spetterà all'assemblea del partito, prevista per domani pomeriggio.

LO SPECIALE ELEZIONI COMUNALI 2016

Per Basilio Rizzo, che con la sua lista Milano in Comune ha raggiunto il 3,56% dei consensi, "la sinistra c'è". Il presidente del Consiglio comunale del capoluogo lombardo, rappresentante di Prc e civatiani, si dichiara soddisfatto del quarto posto: "Una parte significativa dell'elettorato milanese non si è riconosciuta nelle candidature gemelle dei manager". Quanto al ballottaggio, Rizzo aggiunge che il candidato del Pd Giuseppe Sala "il nostro voto dovrà meritarselo. Al ballottaggio si devono proporre programmi che possano rispondere alle aspettative di una larga fetta della popolazione. Noi staremo ad ascoltare le proposte: non siamo a priori contro il governare".

A Bologna Coalizione civica, la lista a sinistra del Pd appoggiata da una parte di Sel dopo la rottura dei vendoliani con la giunta di Virginio Merola, non farà "accordi o accordicchi" con i dem in vista del ballottaggio fra il sindaco uscente e la leghista Lucia Borgonzoni. A dirlo è il candidato sindaco Federico Martelloni, più che soddisfatto del 7% raggiunto. Il professore di diritto del lavoro all'Alma Mater non si sbilancia sul secondo turno: "Ne discuteremo, il nostro non è un elettorato sul mercato politico, i nostri 12.000 voti non sono un pacchetto che spostiamo". Se è indubbio che "una distanza siderale ci separa dal populismo di destra della Lega Nord - continua il giuslavorista- non abbiamo mulla a che fare con il Pd di Renzi e di Merola, con il partito della nazione". Non si lavorerà dunque ad un accordo e "non daremo indicazioni di voto", continua Martelloni. Ma "discuteremo di cosa fare - aggiunge - come i nostri fratelli di Barcellona (il riferimento è a Podemos, ndr), perchè non ci sono uomini solo al comando". Toccherà al consiglio direttivo, alle assemblee e alle realtà consolidatesi nei quartieri durante la campagna elettorale prendere la decisione finale.


Comunali, da Airaudo a Fassina la 'sinistra sinistra' non sfonda

ROMA - Da Giorgio Airaudo a Torino a Stefano Fassina a Roma. Da Basilio Rizzo a Milano a Federico Martelloni a Bologna. La "sinistra sinistra" alternativa al Pd non buca lo schermo e non raggiunge i risultati sperati. Tutti si aspettavano qualcosa in più.


IL FORUM SERVE A CAPIRE PERCHE' ACCADE TUTTO QUESTO.

IO MI ASPETTO CHE GLI INTERESSATI, AIRAUDO, FASSINA, RIZZO BASILIO E MARTELLONI, VENGANO SUL FORUM A SPIEGARE PERCHE' LA SINISTRA CATACOMBALE NON SFONDA.

IN ATTESA ASPETTO CHE SIA IL FORUM A DARE DELLE RISPOSTE.
iospero
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da iospero »

Elezioni amministrative 2016, un’alternativa di sinistra al Pd può essere maggioritaria

Queste elezioni amministrative hanno segnato alcuni elementi importanti.

In primo luogo la prosecuzione di una discesa nella partecipazione al voto che ora veleggia poco al di sopra del 60 per cento. Segno evidente della crisi del sistema politico e della sfiducia popolare nel fatto che la politica possa essere lo strumento attraverso cui risolvere i problemi quotidiani.

Nel voto si verifica una sonora sconfitta del Pd che arretra pesantemente sia dalle percentuali conquistate nelle scorse elezioni europee che dalle scorse elezioni amministrative. Cinque anni fa il Pd vinse al primo turno in dieci città, adesso è quasi sempre al ballottaggio. Si tratta di una sconfitta assai utile perché intacca la narrazione renziana dell’uomo solo al comando che in connessione con il proprio popolo opera per il bene della nazione. Coloro che sono contro il Pd di Renzi sono molti di più di coloro che lo apprezzano e questo apre un varco su cui lavorare in vista del prossimo referendum sulla manomissione della Costituzione. Sul piano strategico questa sconfitta del Pd ci parla di una difficoltà delle classi dominanti neoliberiste a stabilizzare sul piano politico la vittoria che hanno riportato sul piano sociale e della formazione del senso comune. Ci segnala quindi come il terreno politico/democratico sia un terreno di debolezza e non di forza del nostro avversario di classe, un terreno da praticare per scardinare il dominio neoliberista.

In secondo luogo assistiamo a un grande successo del Movimento 5 Stelle che viene percepito come lo strumento più efficace per realizzare il cambio della classe dirigente e dei rappresentanti istituzionali. Nei comuni dove la domanda di cambiamento della classe dirigente è scarsa il M5S ha risultati limitati ma dove la domanda di cambio della classe dirigente è alta o altissima – il caso di Roma – il successo del M5S è grande. Da questo punto di vista gli elementi di ambiguità politica del M5S, lungi dall’essere un ostacolo, accentuano la possibilità di successo trasversale in un contesto in cui il senso comune di massa non coglie l’origine della crisi nelle politiche neoliberiste. Il M5S rappresenta la proposta politica più in sintonia con un corpo sociale che ha colto solo marginalmente le ragioni della crisi e quindi del malessere sociale, colonizzato com’è da decenni di propaganda liberista anticomunista e anticlassista. La ripresa del conflitto di classe, l’individuazione delle cause della crisi nel capitalismo neoliberista e la costruzione di un punto di riferimento chiaro a sinistra, sono condizioni necessarie per catalizzare da sinistra le attese di cambiamento oggi impersonate dai 5 stelle.

Per quanto riguarda la destra è del tutto evidente che ha buoni risultati dove si presenta unita mentre non è in grado di incidere dove si presenta divisa. L’ipotesi di Salvini di poter costruire una destra senza Berlusconi segna una battuta d’arresto perché dove la destra si presenta divisa il bipolarismo si ricrea tra Pd e M5S, lasciando ai margini le destre. E’ quindi presumibile che al fine di riconquistare una centralità politica, e al fine di sfruttare le difficoltà di Renzi, nella prossima fase nel centrodestra si riaprano percorsi di ricomposizione.

Per quanto riguarda Rifondazione comunista e le forze di sinistra, abbiamo risultati assai diversificati che certamente premiano i percorsi unitari chiaramente alternativi al Pd anche se non in misura soddisfacente. In questo contesto di alternativa al Pd, i risultati sono migliori dove l’intreccio tra sinistra e forze civiche è stato più forte e dove il ricambio del personale politico proposto alla carica di sindaco, più netto. La tesi, sostenuta da alcuni, secondo cui i candidati sindaci avrebbero avuto un risultato migliore se provenienti dal Pd, si è rivelata completamente infondata: c’è una difficoltà da parte di chi viene dal Pd o da anni di alleanza col Pd a diventare credibile punto di riferimento per chi subisce la crisi.
Non a caso spicca su tutti il risultato di Luigi de Magistris a Napoli – oltre il 42% – che si accompagna a un buon risultato della lista unitaria della sinistra all’interno della coalizione. Il dato napoletano indica che un’alternativa di sinistra al Pd e alla destra può essere maggioritaria, che si possono coinvolgere in un progetto unitario anche soggettività della sinistra sociale che non parteciparono all’esperienza dell’Altra Europa con Tsipras, che l’unità plurale non è un’impresa impossibile e può produrre risultati molto oltre la sommatoria.

Ottimi i risultati di Caserta e di Brindisi – rispettivamente il 17% e il 14% sui candidati sindaci – per poi scendere al 6,5% di Ravenna fino alle esperienze che hanno collezionato un risultato al di sotto del 2%. Nel contesto generale non possiamo non sottolineare il valore del risultato ottenuto a Milano nonostante Sel facesse parte della coalizione renziana.

Il risultato complessivo, nella sua estrema diversificazione, evidenzia la presenza di uno spazio politico significativo a sinistra del PD ma segnala parimenti come – in assenza di un progetto politico nazionale chiaro e riconoscibile – questo spazio politico è destinato a non essere occupato dalla sinistra. Le elezioni segnalano una potenzialità che per essere realizzata chiede un salto di qualità chiaro in direzione della costruzione di un progetto politico unitario, con un programma e un profilo politico chiaramente e stabilmente alternativo al Pd. I limiti e le insufficienze registrate nel passaggio elettorale ci parlano infatti delle difficoltà dovute al ritardo nel far partire una proposta politica che è tutta da costruire.



Queste elezioni amministrative, con la presentazione in quasi tutte le principali città italiane, di liste unitarie e candidature autonome della sinistra antiliberista rappresentano un piccolo ma significativo passo avanti. Il fatto che la sinistra antiliberista entri dentro le istituzioni sulla base del consenso conquistato autonomamente e in alternativa al Pd è un fatto positivo che non va sottovalutato.
da Il Fatto Q- Paolo Ferrero

Condivido in parte l'analisi fatta da Ferrero solo che al momento il più delle volte la sinistra, sulle cose da fare nei comuni, condivide tanto con il M5S ed è difficile distinguersi, per cui alla fine i voti
( visto che l'Italia è l'unica ad avere un Grillo invece di un Iglesias o un Tsipras) vanno al M5S , e allora secondo me resta e resterà difficile che la sinistra riesca ad affermarsi salvo un caso come quello di De Magistris a Napoli , dove alla fine il M5S ha dovuto accontentarsi del terzo posto.
camillobenso
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

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Roma, travaso di voti Pd a Virginia Raggi
Un elettore su tre ha lasciato i dem per M5s



Analisi Ipr e Istituto Cattaneo: 28,4% dei romani che avevano votato Pd alle Europee ha scelto la grillina
che prende anche da Fi (15%) e FdI (12,3%). A Bologna e Torino i delusi a 5 stelle scelgono l’astensione

Elezioni Amministrative 2016
I delusi Pd a Torino e Bologna hanno deciso di votare M5S. I grillini invece hanno perso voti in favore dell’astensionismo. A Napoli de Magistris ha preso voti da tutti (soprattuto da dem e M5s), mentre a Roma la Raggi ha guadagnato il 28,5 per cento dei consensi dem del 2014. A rivelarlo sono l’analisi dell’Istituto Cattaneo sui flussi elettorali e i dati Ipr per “Porta a Porta”. L’Istituto di Bologna segnala come a Torino il 4,7 per cento di chi aveva scelto i dem ha optato per Chiara Appendino, mentre i grillini hanno un 5% dei loro votanti che hanno deciso di disertare le urne. Situazione simile a Bologna dove il 5,9 per cento degli elettori un tempo M5s si è astenuto
http://www.ilfattoquotidiano.it/?refresh_ce


Condivido in parte l'analisi fatta da Ferrero solo che al momento il più delle volte la sinistra, sulle cose da fare nei comuni, condivide tanto con il M5S ed è difficile distinguersi, per cui alla fine i voti
( visto che l'Italia è l'unica ad avere un Grillo invece di un Iglesias o un Tsipras) vanno al M5S , e allora secondo me resta e resterà difficile che la sinistra riesca ad affermarsi salvo un caso come quello di De Magistris a Napoli , dove alla fine il M5S ha dovuto accontentarsi del terzo posto.



A TUTTO QUESTO BISOGNA DARE UNA RISPOSTA
camillobenso
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la

Messaggio da camillobenso »

LA SINISTRA CATACOMBALE COME AFFRONTA QUESTO TEMA????



ECONOMIA & LOBBY
Ideologia neoliberista, come liberarsene?
di Francesco Sylos Labini | 7 giugno 2016
COMMENTI (16)

Francesco Sylos Labini
Astrofisico
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“Immaginate se il popolo dell’Unione sovietica non avesse mai sentito parlare del comunismo.

L’ideologia che domina la nostra vita non ha, per la maggior parte di noi, nessun nome.

Menzionalo in una conversazione e sarai ricompensato con un’alzata di spalle.

Anche se i vostri ascoltatori avessero sentito il termine prima, si fatica a definirlo. Neoliberismo: sai di cosa si tratta?”

Inizia con queste parole una interessante riflessione sul quotidiano britannico
The Guardian in cui l’autore, sostiene che “il suo anonimato è sia un sintomo sia la ragione del suo potere.

Esso ha svolto un ruolo importante in una notevole varietà di crisi: la crisi finanziariadel 2007-8, lo spostamento off-shore di ricchezza e potere, di cui i Panama papers ci offrono solo un assaggio, il lento crollo della sanità e dell’istruzione pubblica, la rinascita dellapovertà infantile, l’epidemia di solitudine, il collasso degli ecosistemi, l’ascesa di Donald Trump.

Ma noi rispondiamo a queste crisi come se emergessero indipendentemente, a quanto pare senza sapere che sono state tutte catalizzate o aggravate dalla stessa coerente filosofia; una filosofia che ha – o ha avuto – un nome.

Quale maggiore potere ci può essere dall’agire senza avere un nome?

Il neoliberismo è diventato così pervasivo che raramente persino lo riconosciamo come un’ideologia.”


Per questo motivo ha destato un certo clamore l’articolo di due economisti del Fondo monetario internazionale in cui, forse per la prima volta da quella fonte, discutono in maniera esplicita i limiti e i problemi dell’agenda neoliberista.


Questa, scrivono, consiste in due punti: il primo è determinare una maggiore concorrenza, raggiunta attraverso la deregolamentazione e l’apertura dei mercati nazionali, compresi i mercati finanziari, alla concorrenza estera attraverso la rimozione delle restrizioni ai movimenti di capitali attraverso i confini di un paese.

Il secondo è un ruolo minore per lo Stato, raggiunto attraverso la privatizzazione delle sue industrie e di alcune sue funzioni di governo (sanità, istruzione, ecc.) e attraverso l’imposizione di limiti alla capacità dei governi di ricorrere a deficit fiscali e ad accumulare debiti (le politiche di austerità): frenare la dimensione dello Stato è un aspetto chiave del programma neoliberale.


I due economisti, per la prima volta in maniera chiara, riconoscono dunque che le politiche di austerità non solo generano ingenti costi sociali ma aggravano la disoccupazione nonché la frequenza della crisi.


Insomma mentre i benefici in termini di aumento della crescita sembrano abbastanza difficili da stabilire i costi in termini di aumento della disuguaglianza sono enormi.


E l’aumento della disuguaglianza a sua volta sfavorisce il livello e la sostenibilità della crescita (che, ricordiamoci sempre, non è lo sviluppo!).


“La prova del danno economico delle disuguaglianze suggerisce che i politici dovrebbero essere più sensibili alla redistribuzione di quanto, in effetti, non lo siano stati […] le politiche potrebbero essere progettate per mitigare alcuni degli effetti in anticipo – per esempio, attraverso una maggiore spesa per l’istruzione e la formazione, che espande l’uguaglianza di opportunità […]


E le strategie di risanamento dei conti pubblici, quando sono necessarie, potrebbero essere progettate per ridurre al minimo l’impatto negativo sui gruppi a basso reddito […]

Questi risultati suggeriscono la necessità di una visione più sfumata di quella dell’agenda neoliberale. […]


I decisori politici, e le istituzioni che li consigliano come il Fmi, debbono essere guidati non dalla fede ma dall’evidenza di ciò che funziona”.


Il ripensamento delle politiche economiche neoliberiste, che hanno dominato negli ultimi 30 o più anni, deve però passare per una discussione culturale dell’ideologia e soprattutto della (pseudo) scienza sui cui sono basate, cioè dell’economia neoclassica che ormai domina incontrastata sia nell’accademia che nel senso comune.

Tuttavia, se alcuni commentatori hanno scorso in questo documento “la morte del neoliberismo vista dall’interno” questo ripensamento è molto difficile da essere attutato finché i principali consiglieri dei governi (e del nostro in particolare) continueranno a essere selezionati da quella schiera di economisti cresciuti a pane e ideologia neoliberista e che non sono in grado neppure di iniziare una discussione argomentata sul tema.


In questo bisogna dare atto ai due economisti del Fmi di essere anni luce lontani dalle patrie paludi.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/06 ... e/2804872/
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