Bersani liquida l'asse Grillo-Di Pietro
"Una direzione non utile al Paese"
"Penso che non sia utile all'Italia, né come modello democratico né come direzione di marcia per il Paese in crisi" il duro giudizio del segretario dei democratici.
Federica Salsi:
"Mi sento tradita. Grillo ha sempre detto che non ci saremmo alleati con i partiti".
Renzi: "Tra sei mesi capo dello Stato scelto in cornice istituzionale diversa da un tweet di Grillo"
ROMA -
Il repentino avvicinamento tra Grillo e Di Pietro è inevitabilmente la novità del panorama politico,
al punto da oscurare il dibattito attorno alle primarie del Pd e la crisi interna al Pdl.
Sul potenziale "ticket" tra l'ex pm di Mani Pulite messo spalle al muro da Report e il capo politico dei Cinque Stelle, alle prese con i malumori di una parte dei militanti, è tagliente il giudizio del segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani: "Una direzione non è utile al Paese".
"Penso che non sia utile all'Italia, né come modello democratico né come direzione di marcia per il Paese in crisi" afferma Bersani a margine dell'incontro con il candidato cancelliere della Spd, Peer Steinbruck, al circolo della stampa. Il leader del Pd sottolinea che bisogna "lavorare in un contesto europeo".
"Non so se sia vero che Di Pietro ha preso questa direzione, ma uno va dove lo porta il cuore".
Quanto al M5S, "prima o poi dovrà porsi il problema del governo - ragiona Bersani -. La protesta da sola non porta da nessuna parte.
Voglio capire che proposte fanno e che modello democratico hanno".
Un asse, quello tra Grillo e Di Pietro, sviluppato a partire dall'endorsement a sorpresa:
Grillo che indica in Di Pietro "un uomo onesto", che "ha fatto errori" ma che di certo è stato "l'unico a combattere il berlusconismo in Parlamento",
per questo meritevole di puntare al Quirinale.
Mentre lui, Grillo, senza dirlo, punterebbe direttamente a Palazzo Chigi.
Le parole di Grillo arrivano in un momento di grande tensione all'interno dell'Idv.
Con l'ex pm che ha annunciato "la morte del partito", e il conseguente scontro interno, violentissimo, con Massimo Donadi 2. Su cui cala la sentenza di Elio Veltri, cofondatore poi fuoriuscito dall'Idv. "Donadi ci ha messo troppo tempo a capire cosa succedeva nel partito. Io me ne sono andato nel 2001" racconta a Tgcom24.
Veltri giudica il sostegno di Grillo per Di Pietro capo dello Stato un abbraccio mortale. "Promette una cosa che sa di non poter mantenere, ma ruba a Di Pietro i voti e il partito. Fa pressappoco quello che ha fatto Berlusconi a Renzi lodandolo".
"Grillo è un padrone assoluto come Di Pietro - aggiunge Veltri -, ma lui non ha voluto alcun finanziamento pubblico e questo gli porta un sacco di voti. Inoltre Grillo non ha piazzato nessuno della sua famiglia".
Quanto alle immagini di Di Pietro a Report, "il paragone con Forlani è tristissimo per chi ha creduto nell'Idv".
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HREC1-1
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dalle reazioni che hanno,secondo me Bersani e tutta la fairy band del Monti-bis temono questa alleanza...