La Terza Guerra Mondiale
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Re: La Terza Guerra Mondiale
RIEPILOGO
ISIS - ATTENTATI
MESE : APRILE 2017
SAN PIETROBURGO – 4 APRILE – METROPOLITANA – 11 MORTI – 40 FERITI
STOCCOLMA – 7 APRILE –CAMION SULLA FOLLA – 4 MORTI – 15 FERITI
TANTA (CAIRO ) – 9 APRILE – 27 MORTI – 78 FERITI
DORTMUND - 11 APRILE - 1 FERITO
ALESSANDRIA (D’EGITTO) – 9 APRILE – 18 MORTI -40 FERITI
DORTUMUNT - 11 APRILE - 1 FERITO
ISIS - ATTENTATI
MESE : APRILE 2017
SAN PIETROBURGO – 4 APRILE – METROPOLITANA – 11 MORTI – 40 FERITI
STOCCOLMA – 7 APRILE –CAMION SULLA FOLLA – 4 MORTI – 15 FERITI
TANTA (CAIRO ) – 9 APRILE – 27 MORTI – 78 FERITI
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Quei 70 sottomarini della Corea del Nord pronti alla guerra
Tra poche ore conosceremo le reali intenzioni della Corea del Nord che ha annunciato un "grande evento". In Giappone atterrato uno sniffer. I sottomarini di Pyongyang.
Franco Iacch - Gio, 13/04/2017 - 12:39
Entro 48 ore conosceremo le reali intenzioni della Corea del Nord. Il Giorno del Sole, anniversario dalla nascita dell'Eterno leader e fondatore della patria Kim Il-sung, cadrà sabato prossimo, 15 aprile.
Il regime ha ordinato ai giornalisti stranieri di prepararsi ad un “grande evento”.
Non sono emersi dettagli, mentre sono circa 200 i giornalisti stranieri che hanno raggiunto Pyongyang per il 105° anniversario del Giorno del Sole.
Il grande evento non va inteso soltanto in senso militare. Lo scorso anno, ad esempio, il grandioso evento annunciato si rivelò essere un concerto pop per celebrare la conclusione del Congresso del Partito. Potrebbe essere anche l’occasione per inaugurare la strada dei grattacieli Ryomyong, nel centro di Pyongyang o svelare i Treni della Morte.
Nell’ultima settimana, i media della Corea del Nord hanno mostrato senza sosta le prove della parata militare che sfilerà nel centro di Pyongyang. Il messaggio è evidente: l’unica preoccupazione di Kim Jong-un, così come suo padre, è quella di proiettare un’immagine di forza nella regione. Nelle prossime ore, quindi, assisteremo al medesimo spettacolo di sempre: cittadini costretti a piangere dinanzi le sorridenti foto del fondatore dello Stato in parata solenne. Quelle immagini, così come avvenuto per le precedenti occasioni, dimostrano le reali condizioni di oppressione in cui i vivono nordcoreani vivono.
Per capire ancora di più la valenza dello spettacolo che tra poche ore si svolgerà a Pyongyang, sarebbe opportuno conoscere qualche dato.
Conoscere la Corea del Nord
Il 70 per cento della popolazione della Corea del Nord lamenta insicurezza alimentare, definita come “mancanza di un accesso affidabile e regolare al cibo nutriente”. Circa 7 milioni di persone vivono senza un accesso costante all'acqua potabile. Le donne in gravidanza non ricevono sufficienti cure prenatali, con conseguente alto livello di anemia e di sottosviluppo infantile. La malnutrizione è molto diffusa e colpisce il 30 per cento dei bambini sotto i cinque anni. L’economia è in gran parte chiusa ai mercati globali e senz'altro deficitaria rispetto alla capacità produttiva della regione. Il PIL della Corea del Nord per abitante la colloca tra i paesi più poveri del mondo. La maggior parte delle risorse del paese sono di proprietà dello Stato. Scarsa l’industrializzazione. L’organismo politico gestisce i campi di prigionia.
Il lato umanitario è raramente un punto focale sulla questione Corea del Nord. Gli Stati Uniti nelle ore scorse hanno precisato che non è loro obiettivo cambiare il regime. Il messaggio cela una verità disarmante a fronte di analogie storiche recenti. Il promettere migliori condizioni di vita e libertà politiche era alla base della logica dichiarata dietro le guerre in Iraq ed in Afghanistan. Per i diversi fattori che abbiamo analizzato nei giorni scorsi, vi è sempre un punto fondamentale: qualsiasi intervento deve essere sempre accompagnato da un piano concreto per affrontare le esigenze ed il benessere di una popolazione sofferente. I tratti di penna e l’improvvisazione hanno creato diversi mostri, ancora oggi non debellati.
In Giappone atterrato uno sniffer
Poche ore fa, intanto, è atterrato presso la Kadena Air Base di Okinawa, in Giappone, uno sniffer. Il Boeing WC-135 Constant Phoenix, è specificatamente progettato per raccogliere campioni nell’atmosfera e rilevare esplosioni nucleari. La flotta da ricognizione per l'osservazione di esplosioni nucleari, è composta da due velivoli gestiti dal 45th Reconnaissance Squadron. Gli sniffer così chiamati, hanno la capacità di campionare l’aria in tempo reale, contribuendo a confermare la presenza di un fallout nucleare illegale ed, eventualmente, determinare anche le caratteristiche della testata utilizzata. I WC-135 sono stati impiegati per tracciare l'attività radioattiva di Chernobyl nel 1986 ed a Fukushima nel 2011. I Constant Phoenix effettuano regolarmente turnazione in Corea del Nord. Le capacità di rilevare sostante chimiche sottovento sono state utilizzata anche nel 2013 in Siria. E’ l’ultimo tassello della forza militare statunitense schierata nella Regione che abbiamo analizzato nei giorni scorsi.
La flotta sottomarina della Corea del Nord
Pyongyang dovrebbe possedere circa 70 sottomarini di diverse dimensioni. Secondo le informazioni ufficiali, la flotta dovrebbe essere composta da venti battelli classe Romeo, quaranta classe Sang-O e dieci mini sottomarini classe Yono. Soltanto una manciata sarebbero stati riconvertiti per la tecnologia SLBM.
Così come avvenuto per i precedenti sistemi d’arma della Corea del Nord analizzati, queste sono supposizioni, tuttavia è innegabile che Pyongyang abbia compiuto progressi negli ultimi anni nello sviluppo dei sistemi missilistici da imbarcare sui sottomarini e nella tecnologia di rientro
Il missile Pukguksong-2
Lo scorso febbraio, dalla base aerea nella regione occidentale del Banghyeon, nella provincia Settentrionale del Pyongang, la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico a raggio intermedio. La base Banghyon è la stessa utilizzata dalla Corea del Nord per lanciare i missili Musudan. Battezzato Pukguksong-2 o KN-11 Mod 2, è stato lanciato su una traiettoria alta con combustibile per 14 minuti di volo.
Il nuovo sistema d’arma ha raggiunto l'altezza di 550 km, coprendo una distanza di 500 chilometri prima di schiantarsi nel Mar del Giappone. Nei filmati diramati, il Pukguksong-2 è trasportato da un lanciatore di nuova concezione, probabilmente indigeno. Il missile, lanciato quasi ad angolo verticale, ha poi cambiato direzione in volo. L’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, Kcna, definisce il Pukguksong-2 come una “nuova arma strategica che può essere lanciata velocemente, in grado di sfuggire ai satelliti ed in grado di trasportare una testata nucleare”.
Sempre secondo la versione ufficiale, il missile Pukguksong-2 utilizzerebbe il combustibile solido. Acquisendo una capacità di attacco nucleare, Pyongyang porterebbe la sua minaccia ad un nuovo livello prospettando l’opzione di un intervento ben oltre la penisola coreana ed il potenziale per una ritorsione in caso di un attacco nucleare preventivo ricevuto. Tale tecnologia bypassa il sistema THAAD nella penisola coreana, a causa del suo raggio di intercettazione di 120 °. Un sottomarino, concettualmente, potrebbe lanciare il suo carico da qualsiasi direzione, rendendo vana anche la copertura Patriot in Giappone.
Il combustibile solido
Il propellente solido conferisce immediati tempi di reazione e prontezza di funzionamento. Il combustibile premiscelato in forma solida viene stivato direttamente nel missile. Avviato il processo di accensione, questo non può essere modificato o disattivato a differenza di quanto avviene nel combustibile allo stato liquido. Il flusso di carburante allo stato liquido può essere controllato così come la quantità di spinta prodotta può essere regolata, attivata o disattivata.
Il lancio a freddo
Secondo Pyongyang, il missile sarebbe stato lanciato a freddo ed i filmati confermerebbero tali dichiarazioni. I sistemi di lancio verticali avvengono in due modi. Nel lancio a caldo, il missile viene espulso grazie alla immediata accensione del sistema di propulsione del razzo. L’espulsione a freddo, come quella che sarebbe stata utilizzata dal Pukguksong-2, è generalmente utilizzata negli ambienti navali. Nella tecnologia a freddo, il missile è espulso dalla piattaforma di lancio tramite aria compressa. Nei sottomarini, l’accensione del primo stadio o fase di spinta, avviene dopo aver superato la superficie marina (il missile, avvolto da una bolla di gas, non tocca mai l’acqua). I vantaggi sono innegabili. Nel caso del Pukguksong-2 lanciato da terra, viene meno la componente progettata per dissipare il calore ed i fumi di scarico generati dal lancio del missile. L’immediato processo iniziale del lancio è difficilmente rilevabile dalla rete satellitare. Tuttavia, l’espulsione a freddo è influenzata nella sua fase di espulsione dai forti venti che ne possono alterare la precisione.
Il sottomarino da tremila tonnellate
Il 24 agosto scorso, la Corea del Nord ha lanciato con successo un missile balistico da un sottomarino. Il lancio è avvenuto nelle acque al largo della città di Sinpo, che ospita la principale base dei sottomarini del paese, nella provincia meridionale di Hamgyong. Il sottomarino classe Sinpo dovrebbe essere l’unico vettore di Pyongyang in grado di lanciare restando in immersione. Svelato nell’ottobre del 2014, è un vettore di 67 metri e con un dislocamento di 900-1500 tonnellate. Il disegno del sottomarino ricorda quello della classe Heroj, progetto iugoslavo acquisito da Pyongyang nel 1970. Rispetto ai test precedenti, il missile ha confermato i progressi della tecnologia SLBM, Submarine-Launched Ballistic Missile, in via di sviluppo nella Corea del Nord. Il missile è precipitato nella Air Defense Identification Zone del Giappone. Il missile KN-11/ Pukkuksong-1 dovrebbe essere basato sul vettore sovietico R-27 Zyb.
La classe Sinpo può trasportare un solo missile e lanciarlo a 10/15 metri sotto la superficie dell'acqua. E’ una profondità che pone il sottomarino a rischio di rilevazione rispetto alle più grandi piattaforme. Un sottomarino classe Ohio, potrebbe lanciare i suoi Trident a 120 metri di profondità.
Le specifiche del nuovo presunto sottomarino da tremila tonnellate sono avvolte nel mistero, ma se esistesse sarebbe in grado di trasportare tre missili e rappresenterebbe una reale minaccia. Il dislocamento gli conferirebbe una capacità di lancio posta a 50 metri di profondità. La tecnologia SLBM espone i fianchi della Corea del Sud mentre il sistema antimissile THAAD si concentra sull'identificazione delle minacce dal Nord.
Treni della morte
Annunciati ma non svelati, infine, i sistemi lanciamissili mobili a lunga gittata su rotaia. Il programma è stato annunciato un anno fa per “diversificare le capacità di attacco nucleare del paese contro il nemico”. Secondo le testimonianze raccolte da Radio Free Asia, il governo avrebbe realizzato sei lanciatori su rotaia. Sebbene il sistema ferroviario del paese sia fatiscente, sono comunque efficaci sotto l'aspetto strategico. La propulsione diesel, garantirebbe di operare anche sulle linee non elettrificate ed apparentemente dismesse. Tatticamente, un treno equipaggiato con un missile balistico intercontinentale ha senso perché impossibile da rilevare e, quindi, da neutralizzare. Utilizzano le stesse automotrici del trasporto civile ed i convogli sono identici a quelli in servizio. Il concetto del Nuke Train nasce come proiezione speculare terrestre del servizio deterrente balistico svolto dai sottomarini: i treni, però, sono molto meno costosi. Dato che è impossibile determinare con precisione il luogo da dove potrebbero lanciare i missili, i convogli sono noti anche come treni della morte o treni fantasma. La deterrenza nucleare dipende dalla garanzia della distruzione mutua assicurata
Tra poche ore conosceremo le reali intenzioni della Corea del Nord che ha annunciato un "grande evento". In Giappone atterrato uno sniffer. I sottomarini di Pyongyang.
Franco Iacch - Gio, 13/04/2017 - 12:39
Entro 48 ore conosceremo le reali intenzioni della Corea del Nord. Il Giorno del Sole, anniversario dalla nascita dell'Eterno leader e fondatore della patria Kim Il-sung, cadrà sabato prossimo, 15 aprile.
Il regime ha ordinato ai giornalisti stranieri di prepararsi ad un “grande evento”.
Non sono emersi dettagli, mentre sono circa 200 i giornalisti stranieri che hanno raggiunto Pyongyang per il 105° anniversario del Giorno del Sole.
Il grande evento non va inteso soltanto in senso militare. Lo scorso anno, ad esempio, il grandioso evento annunciato si rivelò essere un concerto pop per celebrare la conclusione del Congresso del Partito. Potrebbe essere anche l’occasione per inaugurare la strada dei grattacieli Ryomyong, nel centro di Pyongyang o svelare i Treni della Morte.
Nell’ultima settimana, i media della Corea del Nord hanno mostrato senza sosta le prove della parata militare che sfilerà nel centro di Pyongyang. Il messaggio è evidente: l’unica preoccupazione di Kim Jong-un, così come suo padre, è quella di proiettare un’immagine di forza nella regione. Nelle prossime ore, quindi, assisteremo al medesimo spettacolo di sempre: cittadini costretti a piangere dinanzi le sorridenti foto del fondatore dello Stato in parata solenne. Quelle immagini, così come avvenuto per le precedenti occasioni, dimostrano le reali condizioni di oppressione in cui i vivono nordcoreani vivono.
Per capire ancora di più la valenza dello spettacolo che tra poche ore si svolgerà a Pyongyang, sarebbe opportuno conoscere qualche dato.
Conoscere la Corea del Nord
Il 70 per cento della popolazione della Corea del Nord lamenta insicurezza alimentare, definita come “mancanza di un accesso affidabile e regolare al cibo nutriente”. Circa 7 milioni di persone vivono senza un accesso costante all'acqua potabile. Le donne in gravidanza non ricevono sufficienti cure prenatali, con conseguente alto livello di anemia e di sottosviluppo infantile. La malnutrizione è molto diffusa e colpisce il 30 per cento dei bambini sotto i cinque anni. L’economia è in gran parte chiusa ai mercati globali e senz'altro deficitaria rispetto alla capacità produttiva della regione. Il PIL della Corea del Nord per abitante la colloca tra i paesi più poveri del mondo. La maggior parte delle risorse del paese sono di proprietà dello Stato. Scarsa l’industrializzazione. L’organismo politico gestisce i campi di prigionia.
Il lato umanitario è raramente un punto focale sulla questione Corea del Nord. Gli Stati Uniti nelle ore scorse hanno precisato che non è loro obiettivo cambiare il regime. Il messaggio cela una verità disarmante a fronte di analogie storiche recenti. Il promettere migliori condizioni di vita e libertà politiche era alla base della logica dichiarata dietro le guerre in Iraq ed in Afghanistan. Per i diversi fattori che abbiamo analizzato nei giorni scorsi, vi è sempre un punto fondamentale: qualsiasi intervento deve essere sempre accompagnato da un piano concreto per affrontare le esigenze ed il benessere di una popolazione sofferente. I tratti di penna e l’improvvisazione hanno creato diversi mostri, ancora oggi non debellati.
In Giappone atterrato uno sniffer
Poche ore fa, intanto, è atterrato presso la Kadena Air Base di Okinawa, in Giappone, uno sniffer. Il Boeing WC-135 Constant Phoenix, è specificatamente progettato per raccogliere campioni nell’atmosfera e rilevare esplosioni nucleari. La flotta da ricognizione per l'osservazione di esplosioni nucleari, è composta da due velivoli gestiti dal 45th Reconnaissance Squadron. Gli sniffer così chiamati, hanno la capacità di campionare l’aria in tempo reale, contribuendo a confermare la presenza di un fallout nucleare illegale ed, eventualmente, determinare anche le caratteristiche della testata utilizzata. I WC-135 sono stati impiegati per tracciare l'attività radioattiva di Chernobyl nel 1986 ed a Fukushima nel 2011. I Constant Phoenix effettuano regolarmente turnazione in Corea del Nord. Le capacità di rilevare sostante chimiche sottovento sono state utilizzata anche nel 2013 in Siria. E’ l’ultimo tassello della forza militare statunitense schierata nella Regione che abbiamo analizzato nei giorni scorsi.
La flotta sottomarina della Corea del Nord
Pyongyang dovrebbe possedere circa 70 sottomarini di diverse dimensioni. Secondo le informazioni ufficiali, la flotta dovrebbe essere composta da venti battelli classe Romeo, quaranta classe Sang-O e dieci mini sottomarini classe Yono. Soltanto una manciata sarebbero stati riconvertiti per la tecnologia SLBM.
Così come avvenuto per i precedenti sistemi d’arma della Corea del Nord analizzati, queste sono supposizioni, tuttavia è innegabile che Pyongyang abbia compiuto progressi negli ultimi anni nello sviluppo dei sistemi missilistici da imbarcare sui sottomarini e nella tecnologia di rientro
Il missile Pukguksong-2
Lo scorso febbraio, dalla base aerea nella regione occidentale del Banghyeon, nella provincia Settentrionale del Pyongang, la Corea del Nord ha lanciato un missile balistico a raggio intermedio. La base Banghyon è la stessa utilizzata dalla Corea del Nord per lanciare i missili Musudan. Battezzato Pukguksong-2 o KN-11 Mod 2, è stato lanciato su una traiettoria alta con combustibile per 14 minuti di volo.
Il nuovo sistema d’arma ha raggiunto l'altezza di 550 km, coprendo una distanza di 500 chilometri prima di schiantarsi nel Mar del Giappone. Nei filmati diramati, il Pukguksong-2 è trasportato da un lanciatore di nuova concezione, probabilmente indigeno. Il missile, lanciato quasi ad angolo verticale, ha poi cambiato direzione in volo. L’agenzia di stampa ufficiale della Corea del Nord, Kcna, definisce il Pukguksong-2 come una “nuova arma strategica che può essere lanciata velocemente, in grado di sfuggire ai satelliti ed in grado di trasportare una testata nucleare”.
Sempre secondo la versione ufficiale, il missile Pukguksong-2 utilizzerebbe il combustibile solido. Acquisendo una capacità di attacco nucleare, Pyongyang porterebbe la sua minaccia ad un nuovo livello prospettando l’opzione di un intervento ben oltre la penisola coreana ed il potenziale per una ritorsione in caso di un attacco nucleare preventivo ricevuto. Tale tecnologia bypassa il sistema THAAD nella penisola coreana, a causa del suo raggio di intercettazione di 120 °. Un sottomarino, concettualmente, potrebbe lanciare il suo carico da qualsiasi direzione, rendendo vana anche la copertura Patriot in Giappone.
Il combustibile solido
Il propellente solido conferisce immediati tempi di reazione e prontezza di funzionamento. Il combustibile premiscelato in forma solida viene stivato direttamente nel missile. Avviato il processo di accensione, questo non può essere modificato o disattivato a differenza di quanto avviene nel combustibile allo stato liquido. Il flusso di carburante allo stato liquido può essere controllato così come la quantità di spinta prodotta può essere regolata, attivata o disattivata.
Il lancio a freddo
Secondo Pyongyang, il missile sarebbe stato lanciato a freddo ed i filmati confermerebbero tali dichiarazioni. I sistemi di lancio verticali avvengono in due modi. Nel lancio a caldo, il missile viene espulso grazie alla immediata accensione del sistema di propulsione del razzo. L’espulsione a freddo, come quella che sarebbe stata utilizzata dal Pukguksong-2, è generalmente utilizzata negli ambienti navali. Nella tecnologia a freddo, il missile è espulso dalla piattaforma di lancio tramite aria compressa. Nei sottomarini, l’accensione del primo stadio o fase di spinta, avviene dopo aver superato la superficie marina (il missile, avvolto da una bolla di gas, non tocca mai l’acqua). I vantaggi sono innegabili. Nel caso del Pukguksong-2 lanciato da terra, viene meno la componente progettata per dissipare il calore ed i fumi di scarico generati dal lancio del missile. L’immediato processo iniziale del lancio è difficilmente rilevabile dalla rete satellitare. Tuttavia, l’espulsione a freddo è influenzata nella sua fase di espulsione dai forti venti che ne possono alterare la precisione.
Il sottomarino da tremila tonnellate
Il 24 agosto scorso, la Corea del Nord ha lanciato con successo un missile balistico da un sottomarino. Il lancio è avvenuto nelle acque al largo della città di Sinpo, che ospita la principale base dei sottomarini del paese, nella provincia meridionale di Hamgyong. Il sottomarino classe Sinpo dovrebbe essere l’unico vettore di Pyongyang in grado di lanciare restando in immersione. Svelato nell’ottobre del 2014, è un vettore di 67 metri e con un dislocamento di 900-1500 tonnellate. Il disegno del sottomarino ricorda quello della classe Heroj, progetto iugoslavo acquisito da Pyongyang nel 1970. Rispetto ai test precedenti, il missile ha confermato i progressi della tecnologia SLBM, Submarine-Launched Ballistic Missile, in via di sviluppo nella Corea del Nord. Il missile è precipitato nella Air Defense Identification Zone del Giappone. Il missile KN-11/ Pukkuksong-1 dovrebbe essere basato sul vettore sovietico R-27 Zyb.
La classe Sinpo può trasportare un solo missile e lanciarlo a 10/15 metri sotto la superficie dell'acqua. E’ una profondità che pone il sottomarino a rischio di rilevazione rispetto alle più grandi piattaforme. Un sottomarino classe Ohio, potrebbe lanciare i suoi Trident a 120 metri di profondità.
Le specifiche del nuovo presunto sottomarino da tremila tonnellate sono avvolte nel mistero, ma se esistesse sarebbe in grado di trasportare tre missili e rappresenterebbe una reale minaccia. Il dislocamento gli conferirebbe una capacità di lancio posta a 50 metri di profondità. La tecnologia SLBM espone i fianchi della Corea del Sud mentre il sistema antimissile THAAD si concentra sull'identificazione delle minacce dal Nord.
Treni della morte
Annunciati ma non svelati, infine, i sistemi lanciamissili mobili a lunga gittata su rotaia. Il programma è stato annunciato un anno fa per “diversificare le capacità di attacco nucleare del paese contro il nemico”. Secondo le testimonianze raccolte da Radio Free Asia, il governo avrebbe realizzato sei lanciatori su rotaia. Sebbene il sistema ferroviario del paese sia fatiscente, sono comunque efficaci sotto l'aspetto strategico. La propulsione diesel, garantirebbe di operare anche sulle linee non elettrificate ed apparentemente dismesse. Tatticamente, un treno equipaggiato con un missile balistico intercontinentale ha senso perché impossibile da rilevare e, quindi, da neutralizzare. Utilizzano le stesse automotrici del trasporto civile ed i convogli sono identici a quelli in servizio. Il concetto del Nuke Train nasce come proiezione speculare terrestre del servizio deterrente balistico svolto dai sottomarini: i treni, però, sono molto meno costosi. Dato che è impossibile determinare con precisione il luogo da dove potrebbero lanciare i missili, i convogli sono noti anche come treni della morte o treni fantasma. La deterrenza nucleare dipende dalla garanzia della distruzione mutua assicurata
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Re: La Terza Guerra Mondiale
......ANTIPASTO DELLA CASA............
Usa lanciano super bomba su Afghanistan
3/25
ANSA
50 minuti fa
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Usa lanciano super bomba su Afghanistan© ANSA Usa lanciano super bomba su Afghanistan
(ANSA) - WASHINGTON, 13 APR - Gli Stati Uniti hanno sganciato una bomba sull'Afghanistan orientale, nella zona di Nangarhar, con l'obiettivo di colpire l'Isis. Lo rende noto la Cnn citando fonti militari Usa. Si tratterebbe di una cosiddetta bomba MOAB (la sigla significa 'Massive Ordnance Air Blast', ma è stata ribattezzata Mother of all Bombs - madre di tutte le bombe), che pesa quasi 10 tonnellate e, pur non essendo nucleare, ha la forza di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri. Sarebbe la prima volta che viene utilizzata in combattimento.
http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... spartanntp
Usa lanciano super bomba su Afghanistan
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ANSA
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Usa lanciano super bomba su Afghanistan© ANSA Usa lanciano super bomba su Afghanistan
(ANSA) - WASHINGTON, 13 APR - Gli Stati Uniti hanno sganciato una bomba sull'Afghanistan orientale, nella zona di Nangarhar, con l'obiettivo di colpire l'Isis. Lo rende noto la Cnn citando fonti militari Usa. Si tratterebbe di una cosiddetta bomba MOAB (la sigla significa 'Massive Ordnance Air Blast', ma è stata ribattezzata Mother of all Bombs - madre di tutte le bombe), che pesa quasi 10 tonnellate e, pur non essendo nucleare, ha la forza di distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri. Sarebbe la prima volta che viene utilizzata in combattimento.
http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... spartanntp
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Re: La Terza Guerra Mondiale
.....INIZIANO A MOSTRARE I MUSCOLI.......
Trump lancia la super bomba
Prova di forza degli Usa: sganciata per la prima volta la "madre di tutte le bombe". Colpiti i tunnel di Isis in Afghanistan
di Sergio Rame
26 minuti fa
Trump lancia la super bomba
Prova di forza degli Usa: sganciata per la prima volta la "madre di tutte le bombe". Colpiti i tunnel di Isis in Afghanistan
di Sergio Rame
26 minuti fa
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Re: La Terza Guerra Mondiale
UncleTom ha scritto:.....INIZIANO A MOSTRARE I MUSCOLI.......
Trump lancia la super bomba
Prova di forza degli Usa: sganciata per la prima volta la "madre di tutte le bombe". Colpiti i tunnel di Isis in Afghanistan
di Sergio Rame
26 minuti fa
Contro l'Isis Trump lancia la super bomba: è il più potente ordigno non nucleare
Prova di forza di Trump: sganciata per la prima volta la "madre di tutte le bombe". Colpiti i tunnel dello Stato islamico in Afghanistan
Sergio Rame - Gio, 13/04/2017 - 19:56
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Contro i tagliagole dello Stato islamico Donald Trump hanno sganciato sull'Afghanistan la più potente bomba convenzionale (non nucleare) mai usata nella storia.
L'ordigno, il cui rilascio è avvenuto intorno alle 19, ha colpito un tunnel usato dalla filiale locale dell'Isis nella provincia di Achin nella regione di Nangarhar. Una prova di forza, quella decisa dal presidente americano, per mandare un segnale netto sia alle bandiere nere del Califfato sia alla Corea del Nord che negli ultimi giorni è tornata a minacciare l'uso della bombda nucleare.
Come spiegano fonti del Pentagono, l'ordigno lanciato da Trump è una "Gbu-43/B Massime Ordnance Air Blast (Moab)", conosciuta come "la madre di tutte le bombe". È la prima volta che viene impiegato un missile tanto potente in guerra. La Moab, sviluppata nella Guerra in Iraq del 2003 ma mai utilizzata, è lunga 9,17 metri ed ha un diametro di 1,02 metri. Guidata da un sistema Gps sull'obiettivo, pesa 8,5 tonnellate di esplosivo H-6 ad altissimo potenziale la sua deflagrazione equivale all'esplosione di 11 tonnellate di tritolo. La detonazione avviene poco prima che tocchi il suolo (non è un ordigno penetratore, usato per distruggere bunker in profondità) e ha un effetto distruttivo totale per qualsiasi cosa si trovi sulla superficie per diverse centinaia di metri di diametro dal punto di impatto. Il suo peso è tale che non può essere sganciato da un normale bombardiere ma sono stati adattati dei C-130 Hercules, ribattezzati MC 130 Combat Talon.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Mondo | Di F. Q.
Afghanistan, sganciata su Isis la Moab
‘Arma non atomica più letale al mondo’
Trump esulta: ‘Un altro grande successo’
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Afghanistan, Trump bombarda l’Isis: sganciata per la prima
volta la Moab, ‘madre di tutte le bombe’. “Un successo”
Mondo
L'ordigno pesa quasi 10 tonnellate e può distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri. E' stato utilizzato con l'obiettivo di colpire l'Isis. E' la prima volta che la Massive ordnance air blast viene adoperata dalle forze armate statunitensi in combattimento. Il presidente Usa: "Orgoglioso dei nostri militari"
di F. Q. | 13 aprile 2017
Più informazioni su: Afghanistan, Isis, Usa
Le forze armate statunitensi impegnate in Afghanistan hanno sganciato per la prima volta “la madre di tutte le bombe” nella zona di Nangarhar, ad est del Paese, con l’obiettivo di distruggere una postazione dell’Isis. Si tratta di un ordigno convenzionale, chiamato GBU-43 Moab (Massive ordnance air blast), ma è stata ribattezzata dagli stessi americani “Mother of all bombs”. La bomba pesa quasi 10 tonnellate e ha una potenzialità esplosiva in grado di distruggere qualsiasi cosa nel raggio di un centinaio di metri: è l’ordigno non nucleare più potente al mondo. “Un’altra missione di successo, sono molto orgoglioso dei nostri militari”, ha commentato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, specificando che dal suo punto di vista i militari hanno carta bianca.
Dopo le indiscrezioni della Cnn, il Comando centrale dell’esercito americano ha confermato di aver usato la bomba contro un complesso di tunnel e caverne dello Stato Islamico nel distretto di Achin, dove sabato scorso è stato ucciso un soldato delle forze speciali Usa, il sergente 37enne Mark R. De Alencar. La provincia orientale di Nangarhar è quella dove sono maggiormente concentrati i militanti dell’Isis. Gli Stati Uniti e il governo afgano ritengono che da almeno due anni i seguaci del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi stiano cercando di installare un loro quartier generale nei distretti della provincia, muovendosi nel sottosuolo.
Una nota del Comando centrale spiega che l’azione rientra nelle “misure in corso per sconfiggere l’Is in Afghanistan nel 2017”, sedicesimo anno della guerra condotta da Washington nel Paese. La Moab è stata sganciata alle 19.32 da un MC-130 aircraft. “Il raid è stato organizzato in modo da ridurre al minimo il rischio per le forze afghane e americane e per massimizzare l’eliminazione dei combattenti dell’Is e le loro strutture”, prosegue la nota, sostenendo che “sono state prese precauzioni per evitare vittime civili”. Il generale Nicholson definisce “questo ordigno ideale per ridurre questo genere di ostacoli – tunnel e bunker – e mantenere lo slancio nella nostra offensiva contro l’Isis”. Gli Usa ritengono che in Afghanistan siano attivi tra i 600 e gli 800 combattenti dello Stato Islamico.
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.@USFOR_A #US Forces targets ISIS-K stronghold, drops GBU-43 #MOAB bomb on #ISIS
19:16 - 13 Apr 2017
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È la prima volta che viene utilizzata in un raid. La bomba era stata realizzata durante la guerra dell’Iraq iniziata nel 2003. Il primo test fu fatto l’11 marzo dello stesso anno, poi un secondo 8 mesi dopo. A parte le due esercitazioni, non si avevano notizie di altre esplosioni della Gbu-43 Moab. La bomba era stata prodotta in altri 15 esemplari presso il McAlester Army Ammunition Plant. Il dipartimento della difesa americano ha diffuso il video del secondo test, datato 21 novembre 2003.
Corrina Pysa @CorrinaPysa
US drops lgst non-nuke in arsenal to destroy "ISIS caves" in #Afghanistan. Vid of 2003 test of "Mother of All Bombs"
20:47 - 13 Apr 2017
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di F. Q. | 13 aprile 2017
VIDEO:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04 ... e/3521691/
Afghanistan, sganciata su Isis la Moab
‘Arma non atomica più letale al mondo’
Trump esulta: ‘Un altro grande successo’
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Afghanistan, Trump bombarda l’Isis: sganciata per la prima
volta la Moab, ‘madre di tutte le bombe’. “Un successo”
Mondo
L'ordigno pesa quasi 10 tonnellate e può distruggere tutto nel raggio di centinaia di metri. E' stato utilizzato con l'obiettivo di colpire l'Isis. E' la prima volta che la Massive ordnance air blast viene adoperata dalle forze armate statunitensi in combattimento. Il presidente Usa: "Orgoglioso dei nostri militari"
di F. Q. | 13 aprile 2017
Più informazioni su: Afghanistan, Isis, Usa
Le forze armate statunitensi impegnate in Afghanistan hanno sganciato per la prima volta “la madre di tutte le bombe” nella zona di Nangarhar, ad est del Paese, con l’obiettivo di distruggere una postazione dell’Isis. Si tratta di un ordigno convenzionale, chiamato GBU-43 Moab (Massive ordnance air blast), ma è stata ribattezzata dagli stessi americani “Mother of all bombs”. La bomba pesa quasi 10 tonnellate e ha una potenzialità esplosiva in grado di distruggere qualsiasi cosa nel raggio di un centinaio di metri: è l’ordigno non nucleare più potente al mondo. “Un’altra missione di successo, sono molto orgoglioso dei nostri militari”, ha commentato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, specificando che dal suo punto di vista i militari hanno carta bianca.
Dopo le indiscrezioni della Cnn, il Comando centrale dell’esercito americano ha confermato di aver usato la bomba contro un complesso di tunnel e caverne dello Stato Islamico nel distretto di Achin, dove sabato scorso è stato ucciso un soldato delle forze speciali Usa, il sergente 37enne Mark R. De Alencar. La provincia orientale di Nangarhar è quella dove sono maggiormente concentrati i militanti dell’Isis. Gli Stati Uniti e il governo afgano ritengono che da almeno due anni i seguaci del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi stiano cercando di installare un loro quartier generale nei distretti della provincia, muovendosi nel sottosuolo.
Una nota del Comando centrale spiega che l’azione rientra nelle “misure in corso per sconfiggere l’Is in Afghanistan nel 2017”, sedicesimo anno della guerra condotta da Washington nel Paese. La Moab è stata sganciata alle 19.32 da un MC-130 aircraft. “Il raid è stato organizzato in modo da ridurre al minimo il rischio per le forze afghane e americane e per massimizzare l’eliminazione dei combattenti dell’Is e le loro strutture”, prosegue la nota, sostenendo che “sono state prese precauzioni per evitare vittime civili”. Il generale Nicholson definisce “questo ordigno ideale per ridurre questo genere di ostacoli – tunnel e bunker – e mantenere lo slancio nella nostra offensiva contro l’Isis”. Gli Usa ritengono che in Afghanistan siano attivi tra i 600 e gli 800 combattenti dello Stato Islamico.
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È la prima volta che viene utilizzata in un raid. La bomba era stata realizzata durante la guerra dell’Iraq iniziata nel 2003. Il primo test fu fatto l’11 marzo dello stesso anno, poi un secondo 8 mesi dopo. A parte le due esercitazioni, non si avevano notizie di altre esplosioni della Gbu-43 Moab. La bomba era stata prodotta in altri 15 esemplari presso il McAlester Army Ammunition Plant. Il dipartimento della difesa americano ha diffuso il video del secondo test, datato 21 novembre 2003.
Corrina Pysa @CorrinaPysa
US drops lgst non-nuke in arsenal to destroy "ISIS caves" in #Afghanistan. Vid of 2003 test of "Mother of All Bombs"
20:47 - 13 Apr 2017
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di F. Q. | 13 aprile 2017
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Re: La Terza Guerra Mondiale
SE CONFERMATA, QUESTA NOTIZIA, QUESTA VOLTA SIAMO VERAMENTE NEI GUAI.
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Fonti Usa: Siria, l’attacco coi gas è opera di Israele e sauditi
Scritto il 14/4/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
Il giornalista pluripremiato che indagò sul caso Iran-Contra, Robert Parry, sostiene che l’attacco con armi chimiche in Siria sia stato lanciato da una base congiunta saudita-israeliana per le operazioni speciali situata in Giordania, secondo quanto gli hanno riferito le sue fonti di intelligence. Gli analisti dei servizi segreti Usa hanno stabilito che un drone è stato responsabile dell’attacco e «alla fine sono giunti a ritenere che il volo sia stato lanciato in Giordania da una base per operazioni speciali saudita-israeliana a sostegno dei ribelli siriani», secondo la fonte. «La ragione sospettata per l’uso del gas velenoso era quella di creare un incidente che avrebbe rovesciato l’annuncio dell’amministrazione Trump di fine marzo sul fatto che non stesse più cercando la rimozione del presidente Bashar al-Assad», scrive Parry. Come evidenziammo già nel 2013, dopo un altro attacco con armi chimiche presso Al-Ghouta che venne attribuito ad Assad, i ribelli ammisero spontaneamente al corrispondente della “Associated Press” Dale Gavlak che erano stati riforniti delle armi dall’Arabia Saudita, ma avevano «maneggiato le armi in modo improprio e fatto partire le esplosioni».
Il retroterra professionale di Parry conferisce credibilità alle informazioni. A suo tempo aveva dato copertura informativa allo scandalo Iran-Contra per l’“Associated Press” e per il settimanale “Newsweek” e successivamente fu insignito del premio George Polk per il suo lavoro sulle questioni di intelligence. La tesi secondo cui l’incidente ha costituito un’operazione “false flag” intesa a creare una giustificazione per degli attacchi aerei è stata ventilata anche dall’ex parlamentare Ron Paul così come da numerose altre voci di spicco, compreso lo stesso Vladimir Putin, che ha continuato a mettere in guardia sul fatto che i ribelli potrebbero ora mettere in scena un incidente simile a Damasco per pungolare gli Stati Uniti al rovesciamento di Assad. A chiunque si attribuisca la responsabilità dell’attacco, ciò non toglie nulla all’orrore di questo evento e al fatto che persone innocenti e bambini siano morti. Nel riscontrare quanto sia pesante nelle asserzioni ma priva di prove vere e proprie, Parry ha respinto la relazione di quattro pagine pubblicata dal Consiglio di Sicurezza Nazionale e diffusa dal presidente Trump, che accusa il governo siriano per l’attacco chimico.
Il libro bianco afferma che «non possiamo rilasciare pubblicamente tutte le notizie di intelligence disponibili su questo attacco a causa della necessità di proteggere fonti e metodi», anche se, come sottolinea Parry, «in situazioni altrettanto tese in passato, i presidenti Usa hanno rilasciato dati sensibili di intelligence per dare man forte alle asserzioni del governo Usa, tra cui la divulgazione dei voli di spionaggio U-2 da parte di John F. Kennedy nel corso della crisi missilistica cubana del 1962 e la rivelazione di Ronald Reagan sulle intercettazioni elettroniche dopo l’abbattimento sovietico del volo 007 della Korean Airlines nel 1983». Parry ha sfidato l’amministrazione Trump a rendere le sue prove disponibili pubblicamente, ma ha anche chiesto lumi sul motivo per cui sia il direttore della Cia, Mike Pompeo, sia il direttore della National Intelligence, Dan Coats, non apparivano in una foto rilasciata dalla Casa Bianca, che mostra il presidente e una dozzina dei suoi consiglieri monitorare l’attacco missilistico del 6 aprile da una stanza nella sua tenuta di Mar-a-Lago in Florida. «Data la casistica sporadica in cui dal presidente Trump si ottengono i fatti correttamente, lui e la sua amministrazione dovrebbero fare uno sforzo in più per presentare prove inconfutabili a sostegno delle sue valutazioni, non solo insistendo sul fatto che il mondo deve “fidarsi di noi”», conclude Parry.
(Paul Joseph Watson, “Fonti intelligence Usa: l’attacco chimico in Siria partito da base saudita”, da “Infowars” del 13 aprile 2017, tradotto e ripreso da “Megachip”).
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Fonti Usa: Siria, l’attacco coi gas è opera di Israele e sauditi
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Il giornalista pluripremiato che indagò sul caso Iran-Contra, Robert Parry, sostiene che l’attacco con armi chimiche in Siria sia stato lanciato da una base congiunta saudita-israeliana per le operazioni speciali situata in Giordania, secondo quanto gli hanno riferito le sue fonti di intelligence. Gli analisti dei servizi segreti Usa hanno stabilito che un drone è stato responsabile dell’attacco e «alla fine sono giunti a ritenere che il volo sia stato lanciato in Giordania da una base per operazioni speciali saudita-israeliana a sostegno dei ribelli siriani», secondo la fonte. «La ragione sospettata per l’uso del gas velenoso era quella di creare un incidente che avrebbe rovesciato l’annuncio dell’amministrazione Trump di fine marzo sul fatto che non stesse più cercando la rimozione del presidente Bashar al-Assad», scrive Parry. Come evidenziammo già nel 2013, dopo un altro attacco con armi chimiche presso Al-Ghouta che venne attribuito ad Assad, i ribelli ammisero spontaneamente al corrispondente della “Associated Press” Dale Gavlak che erano stati riforniti delle armi dall’Arabia Saudita, ma avevano «maneggiato le armi in modo improprio e fatto partire le esplosioni».
Il retroterra professionale di Parry conferisce credibilità alle informazioni. A suo tempo aveva dato copertura informativa allo scandalo Iran-Contra per l’“Associated Press” e per il settimanale “Newsweek” e successivamente fu insignito del premio George Polk per il suo lavoro sulle questioni di intelligence. La tesi secondo cui l’incidente ha costituito un’operazione “false flag” intesa a creare una giustificazione per degli attacchi aerei è stata ventilata anche dall’ex parlamentare Ron Paul così come da numerose altre voci di spicco, compreso lo stesso Vladimir Putin, che ha continuato a mettere in guardia sul fatto che i ribelli potrebbero ora mettere in scena un incidente simile a Damasco per pungolare gli Stati Uniti al rovesciamento di Assad. A chiunque si attribuisca la responsabilità dell’attacco, ciò non toglie nulla all’orrore di questo evento e al fatto che persone innocenti e bambini siano morti. Nel riscontrare quanto sia pesante nelle asserzioni ma priva di prove vere e proprie, Parry ha respinto la relazione di quattro pagine pubblicata dal Consiglio di Sicurezza Nazionale e diffusa dal presidente Trump, che accusa il governo siriano per l’attacco chimico.
Il libro bianco afferma che «non possiamo rilasciare pubblicamente tutte le notizie di intelligence disponibili su questo attacco a causa della necessità di proteggere fonti e metodi», anche se, come sottolinea Parry, «in situazioni altrettanto tese in passato, i presidenti Usa hanno rilasciato dati sensibili di intelligence per dare man forte alle asserzioni del governo Usa, tra cui la divulgazione dei voli di spionaggio U-2 da parte di John F. Kennedy nel corso della crisi missilistica cubana del 1962 e la rivelazione di Ronald Reagan sulle intercettazioni elettroniche dopo l’abbattimento sovietico del volo 007 della Korean Airlines nel 1983». Parry ha sfidato l’amministrazione Trump a rendere le sue prove disponibili pubblicamente, ma ha anche chiesto lumi sul motivo per cui sia il direttore della Cia, Mike Pompeo, sia il direttore della National Intelligence, Dan Coats, non apparivano in una foto rilasciata dalla Casa Bianca, che mostra il presidente e una dozzina dei suoi consiglieri monitorare l’attacco missilistico del 6 aprile da una stanza nella sua tenuta di Mar-a-Lago in Florida. «Data la casistica sporadica in cui dal presidente Trump si ottengono i fatti correttamente, lui e la sua amministrazione dovrebbero fare uno sforzo in più per presentare prove inconfutabili a sostegno delle sue valutazioni, non solo insistendo sul fatto che il mondo deve “fidarsi di noi”», conclude Parry.
(Paul Joseph Watson, “Fonti intelligence Usa: l’attacco chimico in Siria partito da base saudita”, da “Infowars” del 13 aprile 2017, tradotto e ripreso da “Megachip”).
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Re: La Terza Guerra Mondiale
IL FRONTE COREANO
"Siamo pronti alla guerra"
Gli Stati Uniti pensano a un raid contro l'atomica nordcoreana. Ma Pyongyang non si fa intimidire: "Risponderemo"
di Raffaello Binelli
34 minuti fa
"Siamo pronti alla guerra"
Gli Stati Uniti pensano a un raid contro l'atomica nordcoreana. Ma Pyongyang non si fa intimidire: "Risponderemo"
di Raffaello Binelli
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Re: La Terza Guerra Mondiale
Corea del Nord: siamo pronti ad andare in guerra se Usa lo vogliono
1/24
Tgcom24
Redazione Tgcom24
Un'ora fa
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Si alza ulteriormente la tensione tra Usa e Corea del Nord. Pyongyang fa infatti sapere, attraverso il suo viceministro degli Esteri, Han Song-ryol, che la Corea del Nord "andrà in guerra se" gli Stati Uniti "lo sceglieranno". Han ha puntato il dito contro le "manovre militari spericolate" degli Usa e possibili "attacchi preventivi", avvertendo che Pyongyang "ha un potente deterrente nucleare".
Han ha inoltre accusato Donald Trump di aver creato un "circolo vizioso" di tensioni nella penisola coreana, ribadendo che di fronte a un attacco preventivo americano Pyongyang "non terrà le braccia incrociate" e che il prossimo test nucleare sarà condotto quando il quartier generale supremo nordcoreano lo riterrà più opportuno.
Media Usa: "Stati Uniti pronti ad attacco preventivo" - Le parole di Han arrivano dopo le indiscrezioni dell'emittente statunitense Nbc, secondo cui gli Usa potrebbero effettuare un raid preventivo in Corea del Nord se fosse verificato che il regime di Pyongyang è pronto a un nuovo test nucleare. L'attenzione è rivolta al weekend, quando nella nazione si festeggerà il 105esimo anniversario della nascita del fondatore Kim Il-sung.
Le "manovre militari" degli Stati Uniti nella Regione - Stando a Nbc News, gli Usa hanno piazzato nella Regione due cacciatorpedinieri capaci di lanciare missili Tomahawk, gli stessi che sono stati usati contro una base area siriana in risposta all'attacco chimico che, secondo Washington, è firmato dal regime di Bashar Al Assad.
Una delle navi da guerra si troverebbe a meno di cinquecento chilometri da un sito usato dalla Corea del Nord per effettuare test nucleari. E mentre una portaerei è stata dirottata già a inizio settimana nel Mare delle Filippine, dei bombardieri sono stati posizionati sull'isola di Guam per attaccare la Corea del Nord in caso di necessità.
Solo giovedì gli Stati Uniti hanno condotto un attacco contro Isis in Afghanistan utilizzato la superbomba MOAB, un ordigno capace di distruggere tutto quanto "incontra" nel raggio di centinaia di metri. Usata per annientare installazioni ben protette, è stato ipotizzato che potesse essere usata anche in un'ipotetico scenario bellico in Corea del Nord.
Il pericolo di un attacco di Pyongyang a Seul - Anche se alcuni esperti americani sostengono che Pyongyang non abbia ancora a disposizione missili intercontinentali né armi nucleari di lungo raggio, una qualsiasi prova di forza degli Stati Uniti rischia di spingere la Corea del Nord ad attaccare quella del Sud. A Seoul lo sanno bene, visto che il ministro degli Esteri ha cercato di rassicurare dicendo che "consapevoli di tali preoccupazioni, gli Usa hanno ripetutamente detto che discuteranno con noi di temi legati alla Corea del Nord". Ed è dunque proprio il governo sudcoreano che gli Usa dovranno convincere in merito alla necessità di una simile azione.
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Si alza ulteriormente la tensione tra Usa e Corea del Nord. Pyongyang fa infatti sapere, attraverso il suo viceministro degli Esteri, Han Song-ryol, che la Corea del Nord "andrà in guerra se" gli Stati Uniti "lo sceglieranno". Han ha puntato il dito contro le "manovre militari spericolate" degli Usa e possibili "attacchi preventivi", avvertendo che Pyongyang "ha un potente deterrente nucleare".
Han ha inoltre accusato Donald Trump di aver creato un "circolo vizioso" di tensioni nella penisola coreana, ribadendo che di fronte a un attacco preventivo americano Pyongyang "non terrà le braccia incrociate" e che il prossimo test nucleare sarà condotto quando il quartier generale supremo nordcoreano lo riterrà più opportuno.
Media Usa: "Stati Uniti pronti ad attacco preventivo" - Le parole di Han arrivano dopo le indiscrezioni dell'emittente statunitense Nbc, secondo cui gli Usa potrebbero effettuare un raid preventivo in Corea del Nord se fosse verificato che il regime di Pyongyang è pronto a un nuovo test nucleare. L'attenzione è rivolta al weekend, quando nella nazione si festeggerà il 105esimo anniversario della nascita del fondatore Kim Il-sung.
Le "manovre militari" degli Stati Uniti nella Regione - Stando a Nbc News, gli Usa hanno piazzato nella Regione due cacciatorpedinieri capaci di lanciare missili Tomahawk, gli stessi che sono stati usati contro una base area siriana in risposta all'attacco chimico che, secondo Washington, è firmato dal regime di Bashar Al Assad.
Una delle navi da guerra si troverebbe a meno di cinquecento chilometri da un sito usato dalla Corea del Nord per effettuare test nucleari. E mentre una portaerei è stata dirottata già a inizio settimana nel Mare delle Filippine, dei bombardieri sono stati posizionati sull'isola di Guam per attaccare la Corea del Nord in caso di necessità.
Solo giovedì gli Stati Uniti hanno condotto un attacco contro Isis in Afghanistan utilizzato la superbomba MOAB, un ordigno capace di distruggere tutto quanto "incontra" nel raggio di centinaia di metri. Usata per annientare installazioni ben protette, è stato ipotizzato che potesse essere usata anche in un'ipotetico scenario bellico in Corea del Nord.
Il pericolo di un attacco di Pyongyang a Seul - Anche se alcuni esperti americani sostengono che Pyongyang non abbia ancora a disposizione missili intercontinentali né armi nucleari di lungo raggio, una qualsiasi prova di forza degli Stati Uniti rischia di spingere la Corea del Nord ad attaccare quella del Sud. A Seoul lo sanno bene, visto che il ministro degli Esteri ha cercato di rassicurare dicendo che "consapevoli di tali preoccupazioni, gli Usa hanno ripetutamente detto che discuteranno con noi di temi legati alla Corea del Nord". Ed è dunque proprio il governo sudcoreano che gli Usa dovranno convincere in merito alla necessità di una simile azione.
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Re: La Terza Guerra Mondiale
......L'AFFARE SI COMPLICA.......
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Medici svedesi: Siria, bambini uccisi per incastrare Assad
Scritto il 14/4/17 • nella Categoria: segnalazioni Condividi
L’attore Gerge Clooney tace, ma sa perfettamente che i bambini di Idlib esposti in televisione non sono stati uccisi dall’esercito di Assad, e neppure dal gas Sarin (sganciato sulla Siria da droni israelo-sauditi, secondo fonti d’intelligence Usa).
Quei bimbi sarebbero stati uccisi con iniziezioni letali.
L’accusa, frontale, proviene da Gordon Duff, una delle firme di “Veterans Today”, il blog che dà voce alla rabbia di molti ex militari statunitensi mandati a uccidere (e morire) in Medio Oriente.
«Quando arriveranno al pettine, anche per l’America, i nodi dei sensi di colpa, come fu per la guerra della Germania nazista?», si domanda Duff, che rilancia la clamorosa denuncia firmata dai medici svedesi impegnati in Siria: quei bambini visti in televisione non sono stati “uccisi da Assad”, e nemmeno dalle armi chimiche.
Sarebbero stati atrocemente assassinati dai cosiddetti “Elmetti Bianchi”, per alimentare l’orrore dell’opinione pubblica attraverso la sapiente manipolazione affidata a filmati raggelanti.
Siamo dunque in un film dell’orrore?
«Dimostreremo oltre ogni dubbio che si tratta di una fiction organizzata dallo “Stato Profondo”, un misto tra Cia, Al-Qaeda e servizi segreti britannici: ora abbiamo la prova “sicura” che Trump e le “fake news” che arrivano dal Medio Oriente sono sempre stati in sincronia, per prendersi gioco di tutti».
In un post su “Veterans Today” tradotto da “Come Don Chisciotte”, Gordon Duff accusa nientemeno che George Clooney, peraltro noto per aver finanziato – con le pubblicità “Nespresso” della Nestlè, si dice – la messa in orbita di un satellite-spia, messo a disposizione della Cia.
Cloonely, sostiene Duff, «sapeva che l’organizzazione svedese “Doctors for Human Rights” aveva già detto che i “Caschi Bianchi” avevano ucciso dei bambini quando stava producendo il video-propaganda da premio Oscar».
Per “Veterans Today”, si tratta un «ultimo oltraggio» alla verità.
L’organizzazione svedese Swedhr, molto autorevole, accusa direttamente gli “Elmetti Bianchi” dell’uccisione di bambini, «per mettere in scena un video di propaganda».
Fatti che «sarebbero stati noti sia a Clooney che a Netflix che, malgrado tutto sono andati avanti: perché?».
Inoltre, sempre secondo Duff, «anche Google è coinvolta nella guerra contro questo gruppo di ricercatori svedesi e contro altri, avendo censurato i loro articoli dai suoi motori di ricerca».
Un silenzio tombale che caratterizza tutti i media occidentali anche sull’operato dei “Caschi Bianchi”:
vicinissimi all’Isis, continua Duff, questi “eroi” siriani riceverebbero 100 milioni di dollari l’anno dalla Cia e dal Foreign Office del Regno Unito: «Sembra che ammazzare bambini sia uno dei loro compiti, come avremo modo di dimostrare».
La condivisione della loro sede con l’intelligence di Ankara a Gaziantep, inTurchia, «rende questa organizzazione, di gran lunga, più simile a uno “squadrone della morte” che ad un ente di protezione civile», continua Duff, che su “Veterans Today” esibisce svariati video nei quali gli “Swedish Doctors For Human Rights” mostrano di aver scoperto che i video degli “Elmetti Bianchi” erano stati contraffatti, fino a lasciar intuire che «il presunto “rescue” è in realtà un omicidio».
Dopo accurate indagini, il team medico di Swedhr ha accertato che uno dei ragazzini esibiti dai “Caschi Bianchi” a Idlib «era privo di sensi per effetto di una overdose di oppiacei». Il video «mostra un bambino a cui viene fatta una iniezione sul petto, forse nella zona del cuore: e potrebbe essere stato ucciso mentre si fingeva di somministrargli dell’adrenalina».
E’ stato un omicidio, secondo l’analisi dei medici svedesi: con “false” iniziezioni di adrenalina praticate direttamente nel cuore in base a un ipotetico protocollo di soccorso. Peccato che «in nessun modo quelli prestati al bambino sono trattamenti idonei contro danni prodotti da qualsiasi potenziale agente chimico».
In più, «la gestione e il trattamento del bambino sono stati effettuati in modo imprudente, pericoloso e in condizioni da causare gravi danni».
Eloquenti, sempre secondo Duff, «sono le false e ripetute punture di adrenalina, nel cuore».
Il personale medico degli “Elmetti Bianchi”?
«A questo punto, credo che possiamo tranquillamente chiamarli attori: non sono riusciti nemmeno a spingere il liquido dalla siringa nell’ago». La diagnosi, «effettuata da un team di veri esperti medici, sulla base di ciò che si osserva nel video», dice che il bambino, probabilmente, stava per morire di overdose: «Non c’è nessuna prova di qualsiasi altro agente, chimico o altro».
Di più: «Nessuno dei bambini nei video presentava segni di essere stato vittima di un attacco chimico».
Per Duff, l’analisi dei sanitari svedesi non lascia dubbi: «E’ chiaro che la falsa iniezione simulata con l’ago lungo ha assassinato il bambino nel video.
E’ stato un omicidio intenzionale messo in scena per farlo sembrare un trattamento medico».
Dettaglio agghiacciante: «Sotto la falsa traduzione dell’audio, l’originale in arabo dava istruzioni su come posizionare il bambino per riprenderlo nel video, non per le cure mediche».
I video sono stati caricati sul canale dei “Caschi Bianchi”, intitolato “Protezione civile siriana nella provincia di Idlib” e prodotto con l’organizzazione “Coordinamento Sarmin”, «il cui logo è una bandiera nera jihadista (Al Qaeda)».
A smascherare l’impostura, ora provvede la Ong svedese, presieduta dal professor Marcello Ferrada de Noli: le conclusioni dei sanitari scandinavi «sono in linea con i risultati di altri eminenti scienziati tedeschi e internazionali sulla guerra in Siria», assicura Duff, che ricorda l’impegno della Swedhr: un team di medici impegnati a monitorare «gli effetti delle atrocità di guerra sulle popolazioni civili, sulla tortura dei prigionieri e sulle trasgressioni dei diritti umani».
A differenza di altre Ong, quella di Stoccolma «non è sponsorizzata né finanziata da istituzioni governative svedesi». Domanda retorica: le conclusioni dei sanitari nord-europei riusciranno a bucare il muro di silenzio dei media mainstream?
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Medici svedesi: Siria, bambini uccisi per incastrare Assad
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L’attore Gerge Clooney tace, ma sa perfettamente che i bambini di Idlib esposti in televisione non sono stati uccisi dall’esercito di Assad, e neppure dal gas Sarin (sganciato sulla Siria da droni israelo-sauditi, secondo fonti d’intelligence Usa).
Quei bimbi sarebbero stati uccisi con iniziezioni letali.
L’accusa, frontale, proviene da Gordon Duff, una delle firme di “Veterans Today”, il blog che dà voce alla rabbia di molti ex militari statunitensi mandati a uccidere (e morire) in Medio Oriente.
«Quando arriveranno al pettine, anche per l’America, i nodi dei sensi di colpa, come fu per la guerra della Germania nazista?», si domanda Duff, che rilancia la clamorosa denuncia firmata dai medici svedesi impegnati in Siria: quei bambini visti in televisione non sono stati “uccisi da Assad”, e nemmeno dalle armi chimiche.
Sarebbero stati atrocemente assassinati dai cosiddetti “Elmetti Bianchi”, per alimentare l’orrore dell’opinione pubblica attraverso la sapiente manipolazione affidata a filmati raggelanti.
Siamo dunque in un film dell’orrore?
«Dimostreremo oltre ogni dubbio che si tratta di una fiction organizzata dallo “Stato Profondo”, un misto tra Cia, Al-Qaeda e servizi segreti britannici: ora abbiamo la prova “sicura” che Trump e le “fake news” che arrivano dal Medio Oriente sono sempre stati in sincronia, per prendersi gioco di tutti».
In un post su “Veterans Today” tradotto da “Come Don Chisciotte”, Gordon Duff accusa nientemeno che George Clooney, peraltro noto per aver finanziato – con le pubblicità “Nespresso” della Nestlè, si dice – la messa in orbita di un satellite-spia, messo a disposizione della Cia.
Cloonely, sostiene Duff, «sapeva che l’organizzazione svedese “Doctors for Human Rights” aveva già detto che i “Caschi Bianchi” avevano ucciso dei bambini quando stava producendo il video-propaganda da premio Oscar».
Per “Veterans Today”, si tratta un «ultimo oltraggio» alla verità.
L’organizzazione svedese Swedhr, molto autorevole, accusa direttamente gli “Elmetti Bianchi” dell’uccisione di bambini, «per mettere in scena un video di propaganda».
Fatti che «sarebbero stati noti sia a Clooney che a Netflix che, malgrado tutto sono andati avanti: perché?».
Inoltre, sempre secondo Duff, «anche Google è coinvolta nella guerra contro questo gruppo di ricercatori svedesi e contro altri, avendo censurato i loro articoli dai suoi motori di ricerca».
Un silenzio tombale che caratterizza tutti i media occidentali anche sull’operato dei “Caschi Bianchi”:
vicinissimi all’Isis, continua Duff, questi “eroi” siriani riceverebbero 100 milioni di dollari l’anno dalla Cia e dal Foreign Office del Regno Unito: «Sembra che ammazzare bambini sia uno dei loro compiti, come avremo modo di dimostrare».
La condivisione della loro sede con l’intelligence di Ankara a Gaziantep, inTurchia, «rende questa organizzazione, di gran lunga, più simile a uno “squadrone della morte” che ad un ente di protezione civile», continua Duff, che su “Veterans Today” esibisce svariati video nei quali gli “Swedish Doctors For Human Rights” mostrano di aver scoperto che i video degli “Elmetti Bianchi” erano stati contraffatti, fino a lasciar intuire che «il presunto “rescue” è in realtà un omicidio».
Dopo accurate indagini, il team medico di Swedhr ha accertato che uno dei ragazzini esibiti dai “Caschi Bianchi” a Idlib «era privo di sensi per effetto di una overdose di oppiacei». Il video «mostra un bambino a cui viene fatta una iniezione sul petto, forse nella zona del cuore: e potrebbe essere stato ucciso mentre si fingeva di somministrargli dell’adrenalina».
E’ stato un omicidio, secondo l’analisi dei medici svedesi: con “false” iniziezioni di adrenalina praticate direttamente nel cuore in base a un ipotetico protocollo di soccorso. Peccato che «in nessun modo quelli prestati al bambino sono trattamenti idonei contro danni prodotti da qualsiasi potenziale agente chimico».
In più, «la gestione e il trattamento del bambino sono stati effettuati in modo imprudente, pericoloso e in condizioni da causare gravi danni».
Eloquenti, sempre secondo Duff, «sono le false e ripetute punture di adrenalina, nel cuore».
Il personale medico degli “Elmetti Bianchi”?
«A questo punto, credo che possiamo tranquillamente chiamarli attori: non sono riusciti nemmeno a spingere il liquido dalla siringa nell’ago». La diagnosi, «effettuata da un team di veri esperti medici, sulla base di ciò che si osserva nel video», dice che il bambino, probabilmente, stava per morire di overdose: «Non c’è nessuna prova di qualsiasi altro agente, chimico o altro».
Di più: «Nessuno dei bambini nei video presentava segni di essere stato vittima di un attacco chimico».
Per Duff, l’analisi dei sanitari svedesi non lascia dubbi: «E’ chiaro che la falsa iniezione simulata con l’ago lungo ha assassinato il bambino nel video.
E’ stato un omicidio intenzionale messo in scena per farlo sembrare un trattamento medico».
Dettaglio agghiacciante: «Sotto la falsa traduzione dell’audio, l’originale in arabo dava istruzioni su come posizionare il bambino per riprenderlo nel video, non per le cure mediche».
I video sono stati caricati sul canale dei “Caschi Bianchi”, intitolato “Protezione civile siriana nella provincia di Idlib” e prodotto con l’organizzazione “Coordinamento Sarmin”, «il cui logo è una bandiera nera jihadista (Al Qaeda)».
A smascherare l’impostura, ora provvede la Ong svedese, presieduta dal professor Marcello Ferrada de Noli: le conclusioni dei sanitari scandinavi «sono in linea con i risultati di altri eminenti scienziati tedeschi e internazionali sulla guerra in Siria», assicura Duff, che ricorda l’impegno della Swedhr: un team di medici impegnati a monitorare «gli effetti delle atrocità di guerra sulle popolazioni civili, sulla tortura dei prigionieri e sulle trasgressioni dei diritti umani».
A differenza di altre Ong, quella di Stoccolma «non è sponsorizzata né finanziata da istituzioni governative svedesi». Domanda retorica: le conclusioni dei sanitari nord-europei riusciranno a bucare il muro di silenzio dei media mainstream?
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