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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • Diario della caduta di un regime. - Pagina 123
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Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 25/08/2016, 19:21
da camillobenso
FINO AL PROSSIMO TERREMOTO



25 agosto 2016
La pericolosità sismica in Italia - La mappa Ingv


http://video.espresso.repubblica.it/dos ... =HEF_RULLO

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 25/08/2016, 19:35
da camillobenso
FINO AL PROSSIMO TERREMOTO


25 AGO 2016 17:14
''CON LA PREVENZIONE NON SI VINCONO LE ELEZIONI''

- BERTOLASO SUL TERREMOTO: ''VA EVITATA LA GRANDE LODEVOLE FOLLA DEI SOCCORSI CHE FANNO SOLO CONFUSIONE''

- ''VANNO PIANTATE TENDOPOLI NELLA ZONA COLPITA SPERANDO CHE NON LE ABBIANO USATE TUTTE PER GLI EXTRACOMUNITARI''




Guido Bertolaso per http://www.iltempo.it


Caro direttore,
in Italia siete alle prese con una grande tragedia ed io sono qui in Sierra Leone ad occuparmi di centinaia di bambini che muoiono nel silenzio assoluto. In momenti come questi, quando il terremoto colpisce duro, ci vuole innanzitutto una grande capacità di leadership e autorevolezza per coordinare la complessa macchina dei soccorsi. Uno solo deve coordinare e dare direttive ferme ed immediate.


Va evitata la grande lodevole folla dei soccorsi che fanno solo confusione ma sono certo che la protezione civile nazionale, con i vigili del fuoco, i volontari, le forze armate, carabinieri e polizia faranno un lavoro splendido. Ovvio che bisogna subito tirare fuori le persone dalle macerie, le prime 24 ore sono cruciali. In contemporanea vanno piantate tendopoli nella zona colpita sperando che non le abbiano usate tutte per gli extracomunitari.


Conosco bene quella gente, nessuno vorrà andarsene lontano dai loro paesi, vanno trattati come cittadini di serie A con priorità assoluta. Il resto sarà la solita demagogia. Non sono i terremoti che uccidono ma l’uomo che costruisce male in zone a rischio. È una vecchia storia che si ripete puntualmente dopo ogni tragedia, e succederà così anche questa volta.


Con la prevenzione non si vincono le elezioni, lo dissi a Colfiorito nel 2007 in occasione del decimo anniversario del sisma in Umbria davanti al presidente della Repubblica che ci consegnava la seconda medaglia d'oro al merito civile. Mi chiesero di dimettermi subito perché non ero politicamente corretto.

Ma oggi non voglio fare polemiche. Occorre grande unità e fermezza e fare in modo che fra qualche settimana, quando si spengeranno le telecamere, quei paesi non vengano dimenticati in qualche container che neppure i disperati che attraversano il Mediterraneo vorrebbero mai abitare.

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 25/08/2016, 19:44
da camillobenso
FINO AL PROSSIMO TERREMOTO


SOLO UN BERTO LESO POLITICO PER BERLUSCONI POTEVA DIRE UNA SCEMENZA DEL GENERE.

MESCOLARE LA PREVENZIONE CON LE ELEZIONI.




Con la prevenzione non si vincono le elezioni, lo dissi a Colfiorito nel 2007 in occasione del decimo anniversario del sisma in Umbria davanti al presidente della Repubblica che ci consegnava la seconda medaglia d'oro al merito civile. Mi chiesero di dimettermi subito perché non ero politicamente corretto.

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 26/08/2016, 9:34
da camillobenso
UN PAESE SVUOTATO DA DENTRO........SENZA PIU' NE' CAPO NE' CODA.............




L'INTERVISTA
Giuseppe Zamberletti: “Gli italiani vivono i terremoti come una roulette russa”
Il padre della Protezione civile fa i complimenti a Fabrizio Curcio: “La macchina dei soccorsi è rodata”. Ma punta il dito contro la prevenzione: “Troppe verande invece di mettere tiranti e rafforzare i solai”
DI LUCA SAPPINO
25 agosto 2016



Classe 1933, democristiano, Giuseppe Zamberletti è il padre della Protezione civile. A lui si deve la nascita del dipartimento, che per un periodo è stato un vero e proprio ministero (e Zamberletti ministro). Guardando il terremoto che ha colpito i monti sibillini dice: «La macchina dei soccorsi è rodata», e fa i complimenti a Fabrizio Curcio. Zamberletti punta invece il dito verso la prevenzione, verso gli investimenti nel consolidamento delle nostre città, ma soprattutto verso la mentalità degli italiani, «che troppe volte», dice, «hanno fatto verandine, invece che mettere tiranti e rinforzare i solai».

Zamberletti, questa volta non ci sono polemiche. I soccorsi stanno lavorando bene, soprattutto considerando le iniziali difficoltà a raggiungere i luoghi del terremoto. È così?
«Direi proprio di sì, la macchina della protezione civile è rodata. Lo possiamo dire ormai con sicurezza: quando c’è un’emergenza i tempi di risposta sono rapidi e questo è anche merito delle Regioni. Dobbiamo però sottolineare, ancora una volta, che per quanto riguarda la prevenzione non abbiamo raggiunto lo stesso livello: non riusciamo a fare meglio, e certamente non per colpa della Protezione civile».

Per colpa del governo, dei governi che non hanno puntato sulla messa in sicurezza?
«Guardi io le direi che i governi avrebbero potuto fare di più, come sempre, e che ci vorrebbero più fondi. Ma il problema è anche degli Italiani, della nostra cultura: pensiamo sempre che il terremoto toccherà a qualcun altro».

Non sta dicendo che è colpa degli italiani, immagino…
«No. Ma c’è un esempio che cito sempre: quando nel 1984 in Abruzzo e in Molise ci fu una scossa, un scossa di non eccessiva entità, che non fece vittime ma solo danni, con una legge stanziammo i fondi per ricostruire e riparare quanto crollato e però anche per intervenire sugli immobili non lesionati, i cui proprietari fossero pronti a inserire alcune tecnologie antisismiche. Ci ritrovammo con molte verande e pochi tiranti, con il paradosso di aver sprecato risorse e peggiorato la situazione».

In altri casi i fondi hanno però funzionato. L’Umbria, diffusamente ricostruita dopo il ‘97, ha tremato ma ha avuto pochissimi danni.
«E infatti fa benissimo la presidente Marini a farlo notare: lì il terremoto alla fine ha creato una cultura della prevenzione, e i fondi sono stati utilizzati bene, per interventi di consolidamento che non sono poi neanche così costosi. Gli umbri hanno smesso di considerare i terremoti come una roulette russa, come fanno invece, purtroppo, molti italiani. Non si affidano più al caso ma sono intervenuti, e senza bisogno di arrivare ai letti che diventano camere blindate, che possiamo vedere in Giappone».

Prevenzione e adeguamento sismico. Ogni terremoto è la stessa storia, con l’eccezione umbra...
«Eh purtroppo sì...».

Però qualche fondo in più si potrebbe mettere. È una questione di priorità: alcuni esperti dicono che per un buon intervento di consolidamento servirebbero 10 miliardi, una cifra come quella investita per il bonus degli 80 euro basterebbe a evitare tutte queste morti…
«Un investimento così farebbe benissimo, e avrebbe anche importanti ricadute economiche, ma, come le ho detto, le risorse ci sono e vengono messe a disposizione: è un problema di cultura. E di prevenzione. Mi ha colpito la storia della nonna che ha salvato la nipotina mettendola sotto il letto, con una manovra perfetta dal punto di vista delle procedure. È una storia che contrasta però con quella di chi non ce l’ha fatta perché si è attardato a recuperare alcuni oggetti. Ne abbiamo parlato oggi, con altri membri della commissione grandi rischi: e ci siamo resi conto che anche molti di noi non saprebbero bene cosa fare in caso di emergenza. Quello che si fa con i bambini nelle scuole, va fatto con tutti».

Lei è stato il primo commissario straordinario e poi ministro alla protezione civile, dopo il disastro del Friuli, nel 1976. Rispetto a oggi poteva contare anche sui ragazzi del servizio di leva. Erano utili?
«Erano preziosissimi. Quando dovemmo affrontare il Friuli si figuri che potevamo contare su 30mila uomini di leva, era una risorsa fondamentale, senza dubbio. Ma la macchina funziona lo stesso, anche perché ormai i sindaci hanno ben capito che loro sono un vertice fondamentale del sistema, organizzando i gruppi locali e non è un caso che siano i primi a intervenire. E poi perché i volontari, se organizzati bene e su questo si può fare meglio, sono persino più preparati dei ragazzi di leva, che non si dedicavano unicamente alla gestione delle emergenze. Anche il fatto che i Vigili del fuoco sia un corpo di professionisti è un'importante novità: sono preparatissimi».

Quella di oggi è una protezione civile molto diversa da quella di Guido Bertolaso, la super protezione civile che gestiva tutti i maxi eventi e affidava appalti in deroga alle procedure ordinarie.
«Quella di Bertolaso è stata una parentesi, per qualcuno una devianza, ma lo è stata per i nuovi poteri che le erano riconosciuti. Tanto la sua e quando quella di oggi, però, per quanto riguarda le emergenze, altro non sono che la protezione civile nata col Friuli».

Guido Bertolaso che ha scritto una lettera a Il Tempo. Dice: «Bisogna subito tirare fuori le persone dalle macerie, le prime 24 ore sono cruciali. In contemporanea vanno piantate tendopoli nella zona colpita sperando che non le abbiano usate tutte per gli extracomunitari». Vuole commentare?
«L'ha detto Bertolaso? Diciamo che non ho letto e che non vorrei fraintendere».

http://espresso.repubblica.it/attualita ... =HEF_RULLO

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 26/08/2016, 12:36
da camillobenso
Sisma in Centro Italia, numero morti sale a 267
“Amatrice è da radere al suolo e ricostruire”

Quasi 400 feriti e 238 estratti vivi. Ancora scosse: 900 in 48 ore. Domani Mattarella nel paese distrutto
Sarà lutto nazionale. Ieri arresti per sciacallaggio (leggi). Il cdm stanzia primi fondi: “Presto stop tasse”
Cronaca
La Protezione civile aggiorna il numero delle vittime, salito a 267. A due giorni dal sisma che ha sconvolto Lazio e Marche, le scosse non danno tregua alle centinaia di sfollati e soccorritori: ne sono state registrate oltre 900 in due giorni. All’alba una violenta, di magnitudo 4.8, ha provocato nuovi crolli ad Amatrice. Qui il sindaco ha spiegato che il paese non ha più edifici stabili: “Il paese è da radere al suolo e ricostruire completamente”. Domani, intanto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella visiterà le zone terremotate e parteciperà ai funerali, ad Ascoli. Palazzo Chigi ha deciso che sarà lutto nazionale

di Amato, Baraggino, Bartolini, Bianchini, Brusini, Madron, Pipitone, Portanova, Pretini, Putignano, Rossi

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 26/08/2016, 16:12
da camillobenso
Terremoto Centro Italia, la diretta. I morti sono 268.
Sindaco Amatrice: “Paese da radere al suolo, si cercano ancora 15 persone” (FOTO)

Terremoto, all’alba del terzo giorno
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Cronaca
Per tutta la notte la terra ha continuato a tremare, alle 6 e 28 lo spostamento più violento di magnitudo 4.8 nel paese dove hanno perso la vita 208 persone, 49 ad Arquata e 11 ad Accumoli, dove il suolo si è abbassato di 20 centimetri. Domani proclamata giornata di lutto nazionale. Ad Ascoli Piceno i funerali delle vittime marchigiane, sarà presente anche Mattarella
di F. Q. | 26 agosto 2016
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Più informazioni su: Lazio, Marche, Protezione Civile, Sergio Mattarella, Terremoto, Terremoto Centro Italia
La terra continua a tremare nelle zone già distrutte dal terremoto, mentre deve essere nuovamente aggiornato il numero provvisorio dei morti che sale a 268. Questa mattina alle 6 e 28 una violenta scossa di magnitudo 4.8 ha colpito Amatrice, nel Reatino, provocando nuovi crolli. “Amatrice è da radere al suolo completamente” ma “risorgerà”, ha assicura il sindaco Sergio Pirozzi. E’ questo, infatti, il paese più colpito dalla catastrofe dove “si cercano ancora quindici persone” e quello che ha pagato il più alto costo di vite umane: delle 268 vittime, 208 persone sono morte qui, 49 ad Arquata e 11 ad Accumoli dove a causa del terremoto il suolo si è abbassato di 20 centimetri. Mentre i Vigili del Fuoco hanno fatto sapere che nelle Marche “non risulta più alcun disperso“. Le ricerche in tutto il territorio colpito dal sisma vanno comunque avanti.


Protezione civile: “387 feriti, 238 persone salvate”
In una conferenza stampa il direttore dell’ufficio emergenze del Dipartimento della Protezione Civile, Titti Postiglione, ha invece precisato che i feriti passati per gli ospedali di Lazio, Umbria e Marche sono 387, ma si sta verificando quanti ancora siano ospedalizzati. Mentre, fino a ieri, il totale delle persone estratte vive dalle macerie è di 238: 215 salvate dai Vigili del Fuoco e 23 dal Soccorso Alpino.

Domani funerali ad Ascoli Piceno, parteciperà Mattarella
Domani mattina ad Ascoli Piceno si terranno le esequie solenni delle vittime del Comune di Arquata del Tronto. I funerali, celebrati dal vescovo monsignor Giovanni D’Ercole alla presenza delle massime autorità dello Stato, si svolgeranno alle 11,30. Lo ha comunicato palazzo Chigi che, in concomitanza col rito, ha proclamato una giornata di lutto nazionale. Negli edifici pubblici di tutta Italia saranno esposte le bandiere a mezz’asta. Ai funerali sarà presente il premier Matteo Renzi e il capo dello Stato Sergio Mattarella, che prima visiterà Amatrice.

Ad Amatrice rito funebre all’aperto e senza salme
Qui, il sindaco Pirozzi è costretto a dire che i funerali si celebreranno all’aperto perché “non c’è più neanche una chiesa”. La cerimonia si svolgerà mercoledì 31 agosto senza salme, ha sottolineato il vescovo di Rieti monsignor Domenico Pompili secondo cui è impossibile “ipotizzare un momento in cui avremo tutte le salme a disposizione poiché alcune sono già state portate via dai familiari”.

2100 posti letto occupati dagli sfollati
Intanto i Vigili del Fuoco hanno continuato a scavare per tutta la notte tra le macerie dell’Hotel Roma, simbolo della distruzione. Mentre le nuove scosse, assieme alle temperature scese fino a 8-10 gradi, hanno reso difficile la seconda notte nelle tendopoli. Sono in tutto 2100 i posti letto occupati dagli sfollati messi a disposizione dalla Protezione Civile. Il numero delle persone accolte è aumentato perché cresce la paura tra i residenti, visto che la terra continua a tremare. Il governo, intanto, ha dichiarato lo stato di emergenza deliberando un primo stanziamento di 50 milioni di euro, che saranno coordinati dalla Protezione Civile. Il Consiglio dei ministri ha inoltre deciso il “blocco delle tasse” per i cittadini delle zone colpite. Sul fronte delle indagini, la Procura di Rieti ha aperto un unico fascicolo con l’ipotesi di reato di disastro colposo.

Dal 24 agosto 928 scosse
Dalla mezzanotte sono state 57 le nuove scosse di terremoto nel Reatino, tra cui quella di magnitudo 4.8 delle 6:28 di stamani, a cui ne sono seguite altre. L’intensità si è ridotta rispetto a quella dei terremoti avvenuti nella giornata di ieri. Quasi tutte le scosse registrate sono state infatti di magnitudo compresa fra 2 e 3. Sale così a 928 il numero dei terremoti avvenuti dall’inizio della sequenza, a partire cioè dalla scossa di magnitudo 6 delle 3:36 del 24 agosto. “In realtà sono stati molto più numerosi, forse migliaia, considerando anche quelli di magnitudo inferiore a 2”, ha osservato il sismologo Massimo Cocco, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

CRONACA ORA PER ORA

Ore 15.41 – Regina Elisabetta annuncia donazione - Anche la regina Elisabetta si è unita ai molti che in queste ore hanno deciso di aiutare le popolazioni terremotate dell’Italia centrale: la sovrana britannica ha deciso infatti di fare una donazione direttamente alla Croce Rossa Italiana (Cri), come informa in una nota Buckingham Palace. La notizia viene rilanciata dall’agenzia Pa.

Ore 15.36 – Suolo abbassato di 20 centimetri ad Accumoli - Il suolo si è abbassato di 20 centimetri in corrispondenza di Accumoli per azione del terremoto del 24 agosto. Lo indicano le prime immagini della faglia rilevate dai satelliti e rese note da Istituto Nazionale di Grofisica e Vulcanologia (Ingv), Consiglio Nazionale delle Ricerche e Dipartimento della Protezione civile.

Ore 15.30 – Procuratore Rieti: “Priorità identificare salme” - “Dobbiamo necessariamente concludere l’attività di identificazione delle salme e del rilascio dei relativi nulla osta alla sepoltura, poi ci concentreremo sull’inchiesta”. E’ quanto afferma all’Ansa il procuratore capo di Rieti, Giuseppe Saieva, titolare del fascicolo aperto con l’ipotesi di disastro colposo dopo il terremoto di Amatrice e Accumoli. Al momento la procura reatina, a quanto conferma Saieva, non ha compiuto alcun sequestro di edifici colpiti dal sisma né ha proceduto ad acquisire documenti relativi alle ricostruzioni e alle opere di adeguamento sismico compiute negli anni passati, come nel caso dei crolli del campanile di Accumoli e della scuola di Amatrice.

Ore 15.25 – “Oltre 2,5 milioni raccolti via sms” - È pari a 2.563.352 euro la cifra già raccolta a sostegno delle popolazioni colpite dal terremoto grazie al numero solidale 45500, attivo dalle 15 dello scorso 24 agosto. Lo riferisce il Dipartimento della Protezione civile in una nota. Attraverso il numero solidale 45500 – ricorda il comunicato – è possibile donare due euro sia tramite sms che con una chiamata da rete fissa, grazie alla convenzione con gli operatori Tim, Vodafone, Tre, Fastweb, Coopvoce, Wind e Infostrada. I fondi raccolti saranno trasferiti dagli operatori, senza alcun ricarico, al Dipartimento della Protezione Civile che provvederà a destinarle alle regioni colpite dal sisma.

Ore 14.30 – “Nelle Marche non ci sono più dispersi” - Nelle Marche “ai vigili del fuoco non risulta più alcun disperso” dopo il forte terremoto di mercoledì scorso. Lo ha detto il comandante regionale Ugo Bonessio, al campo base di Arquata del Tronto. Le ricerche in tutto il territorio colpito dal sisma vanno comunque avanti.

Ore 14.17 – Mercoledì ad Amatrice rito funebre senza salme - Una celebrazione religiosa, senza salme, si svolgerà mercoledì 31 agosto alle 18 ad Amatrice. Lo ha annunciato il vescovo di Rieti, mons. Domenico Pompili, spiegando che allo stato non è possibile “ipotizzare un momento in cui avremo tutte le salme a disposizione poiché alcune sono già state portate via dai familiari”.

Ore 14.13 – Sindaco Amatrice: “No a quartieri-ghetto. Per la scuola, Comune parte civile” – “Stiamo individuando le aree idonee per i servizi scolastici e le aree, i piccoli borghi per realizzare casette di legno modello trentino, modello Svizzera” per la popolazione. Lo ha detto il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi. “Non voglio, ed è un’idea condivisa, quartieri-ghetto – ha aggiunto – ogni comunità dovrà restare dove ha vissuto. Vogliamo per il centro storico un modello di ricostruzione tipo Valnerina, tipo Friuli. Le strade devono ritornare dov’erano”. Quanto alla scuola del paese, che è parzialmente crollata, Pirozzi ha ribadito che “il Comune si è costituito parte civile: il Comune è parte lesa. Se emergeranno responsabilità, se è stato fregato qualcosa, è stato fregato il Comune”.

Ore 13.59 – Sindaco Amatrice: “15 persone mancano all’appello” – Ad Amatrice “mancano ancora persone all’appello, stimo a braccio almeno quindici”. Lo ha detto il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi.

Ore 13.35 – Treni gratis per sfollati e protezione civile - Il Gruppo FS Italiane, per offrire supporto nella gestione dell’emergenza terremoto, mette a disposizione dei cittadini sfollati, dei residenti dei comuni colpiti dal sisma e degli operatori della Protezione Civile un viaggio gratuito di andata e ritorno sui treni regionali e della lunga e media percorrenza per qualsiasi destinazione in Italia. Per ottenere il biglietto, da oggi e fino al 30 settembre, gli aventi diritto dovranno presentare un’apposita credenziale che dovrà essere rilasciata dalle Autorità locali di Protezione Civile presenti su tutto il territorio nazionale. Inoltre il Gruppo FS Italiane, che è membro del comitato operativo della Protezione Civile, ha fornito fin da subito kit di primo soccorso contenenti generi alimentari e di conforto per le popolazioni dei territori colpiti dal terremoto.

Ore 12.55 – “Stop assoluto a invio aiuti ad Amatrice e Accumoli” - Stop assoluto all’invio di nuovi aiuti, soprattutto generi di prima necessità, nei comuni di Amatrice e Accumoli. E’ quanto è stato deciso, per evitare l’accumularsi di generi alimentari non necessari, nel corso del vertice tenutosi stamani alla Provincia di Rieti a cui erano presenti il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Per quanto riguarda gli aiuti economici è stato ribadito l’invito a effettuare donazioni solo attraverso canali ufficiali, come Protezione civile e Regione Lazio.

Ore 12.25 – “Sopravvissuti sotto le macerie dell’Hotel Roma”. “Vigili del Fuoco smentiscono” - Il Corriere della Sera scrive in esclusiva che “due o forse più sopravvissuti potrebbero trovarsi ancora sotto le macerie dell’hotel” Roma, divenuto simbolo della catastrofe provocata dal sisma. Ma l’inviato di Rainews 24, Paolo Poggio, scrive su Twitter: “Vigili del fuoco smentiscono ufficialmente voci di sopravvissuti all’hotel Roma”.

Ore 12.00 – Alfano: “Da soccorsi miracolo laico” - La macchina dei soccorsi impegnati nell’emergenza terremoto in Marche e Lazio “ha funzionato alla perfezione e ha compiuto un miracolo laico”: lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano giungendo al campo base della colonna mobile regionale dei Vigili del fuoco ad Arquata del Tronto. Il titolare del Viminale ha spiegato che il miracolo fatto è “quello che è possibile fare agli uomini”. “Ha salvato 215 persone – ha aggiunto – un risultato incredibile che rappresenta un momento di luce in questo buio immenso di dolore”.

Ore 11.55 – Renzi parteciperà ai funerali - Anche il premier Matteo Renzi, insieme al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, parteciperà domani ai funerali delle vittime marchigiane del terremoto ad Ascoli Piceno.

Ore 11.37 – Alfano: “Sistema soccorsi ha retto” - “Nella lotta tra uomo e natura vince sempre la natura. Evitiamo le ipocrisie, siamo un paese sismico. Se avessimo avuto inefficienze avremo dovuto scusarci con italiani. Ci saranno accertamenti per verificare responsabilità, siamo tutti a lavoro ciascuno al nostro posto. Ma il sistema dei soccorsi ha retto l’urto”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Angelino Alfano interpellato appena giunto ad Arquata.

Ore 11.03 – “Amatrice da radere al suolo” - “Amatrice è da radere al suolo completamente”. Lo ha ammesso poco fa il sindaco Sergio Pirozzi, che ha confermato all’Ansa come non ci sia più nessun edificio nel centro storico che sia possibile restaurare e salvare. A parte la chiesa romanica di S.Francesco, tutto il resto non c’è più. “Ma come ho già detto ieri – ha ammesso Pirozzi – vorremmo ricostruirlo nello stesso posto, magari con la stessa forma e con la stessa estetica”.

Ore 11.02 – Proclamato il lutto nazionale - Domani, 27 agosto 2016, ad Ascoli Piceno, funerali solenni delle vittime del terremoto del Comune di Arquata del Tronto. Le esequie, celebrate dal Vescovo Monsignor Giovanni D’Ercole alla presenza delle massime autorità dello Stato, si svolgeranno alle ore 11,30. Lo rende noto palazzo Chigi. In concomitanza col rito, il Presidente del Consiglio ha proclamato una giornata di lutto nazionale con l’esposizione di bandiere a mezz’asta sugli edifici pubblici dell’intero territorio italiano.

Ore 10.53 – Domani Mattarella ad Amatrice - Il presidente Sergio Mattarella visiterà domani mattina alcune delle aree colpite dal sisma nel Lazio, tra cui Amatrice. Il capo dello Stato sarà poi ad Ascoli Piceno per i funerali delle vittime marchigiane del terremoto.

Ore 10.42 – “Fra le vittime almeno 3 britannici” - Ci sono almeno tre cittadini britannici tra i morti. Ne danno notizia i media del Regno Unito che citano come fonte un funzionario di Amatrice. Secondo Sky News, i tre hanno perso la vita nel crollo di un’abitazione nella vicina frazione di Sommati. Tra loro due adulti, proprietari dell’appartamento, e un ragazzo di 14 anni figlio di un’altra famiglia. Il Foreign Office non conferma ancora la notizia. Molti inglesi hanno scelto l’Italia centrale negli ultimi anni dove hanno acquistato proprietà, non solo nel cosiddetto ‘Chiantishire’, in Toscana, ma anche in località scoperte più di recente.

Ore 10.02 – Boldrini: “Parlamento farà la sua parte” - “Vedo qui un’utile sintonia fra tutti i parlamentari. Del resto i decreti li fa il Governo, e noi dobbiamo approvarli”. “Ai terremotati dobbiamo dare risposte concrete” ha assicurato la presidente Boldrini.

Ore 9.52 -Boldrini: “Terremotati temono di essere abbandonati” - “La gente ha paura di essere abbandonata: il retropensiero è il terremoto dell’Aquila. Non dobbiamo creare nuovi insediamenti”. Così la presidente della Camera Laura Boldrini, che ha partecipato ad una riunione con i vertici della Regione Marche e i parlamentari marchiani sulle misure del dopo sisma.

Ore 9.43 – Boldrini: “Importante celebrare funerali di Stato” - “Sarebbe stato un segnale bruttissimo se lo Stato non avesse deciso di fare un funerale collettivo e solenne per le vittime del terremoto”. Lo ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini. “Le famiglie stavano già per portare via le salme”, invece non sarà così. “Dal Governo siamo ancora in attesa di sapere chi parteciperà”.

Ore 9.38 – Scuola Amatrice, sindaco: “Comune parte civile” - “Ci siamo costituiti parte civile per la vicenda della scuola crollata perché siamo parte lesa: se qualcuno ha imbrogliato, ha imbrogliato noi”. Lo ha detto il sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, riferendosi al crollo della scuola elementare del Comune distrutta dal sisma in questi gironi, complesso che era stato ristrutturato con le norme antisismiche nel 2012 dopo il terremoto dell’Aquila. Sulla vicenda la procura reatina ha aperto un fascicolo.

Ore 9.21 – Domani funerali ad Ascoli con Mattarella - I funerali delle vittime marchigiane del terremoto si terranno domani mattina ad Ascoli Piceno. Sarà presente il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Lo ha annunciato il presidente della Regione Marche, nella riunione con la presidente della Camera Laura Boldrini e i parlamentari delle Marche. I funerali erano stati inizialmente fissati per questo pomeriggio alle 15 nella palestra adiacente all’obitorio dell’ospedale di Ascoli, dove sono composte 45 salme; tra le bare, anche quelle bianche di bambini. Secondo quanto rende noto la prefettura, lo spostamento è dovuto anche a motivi logistici. I funerali saranno celebrati dal vescovo mons. Giovanni d’Ercole.

Ore 9.02 – Chiuso Ponte a Tre Occhi verso Amatrice – Dopo l’ultima forte scossa di stamani di magnitudo 4.8, è stato chiuso il Ponte a Tre Occhi sulla strada regionale 260, importante via di accesso verso il comune di Amatrice anche per i soccorsi. Lo ha reso la Protezione Civile.
Al momento sono in corso verifiche con esercito e vigili del Fuoco per individuare vie di accesso alternative.

Ore 8.17 – Protezione Civile: 267 morti – Il numero delle vittime del sisma in Centro Italia, aggiornato dal Dipartimento della Protezione Civile, è di 267 morti. Delle 267 vittime del sisma del 24 agosto, 207 hanno perso la vita ad Amatrice, 49 ad Arquata e 11 ad Accumoli. Lo rende noto la Protezione Civile.

Ore 7.08 – Nuovi crolli ad Amatrice – Nuovi crolli si sono verificati nel centro di Amatrice dopo la scossa di magnitudo 4.8 delle 6:28. Lo ha riscontrato uno degli inviati dell’Ansa sul posto.

Ore 6.53 – Scossa di magnitudo 4.6 alle 6.28 – E’ stata di magnitudo 4.8 la forte scossa avvertita alle 6:28 ad Amatrice (Rieti). Lo rende noto sul suo sito l’Istituto nazionale di geofisica (Ingv). Nel quarto d’ora successivo nella zona sono state registrate altre 8 scosse, da 2.0 a 2.8 di magnitudo.

Ore 3.01 – Quattro nuove scosse – Quattro nuove scosse di terremoto sono state registrate fra le 2 e le 2:30 al confine tra Marche, Lazio e Umbria, nelle zone già colpite dal sisma. La più forte ha avuto magnitudo 3.8. Le altre 2.3, 2 e ancora 2. Al momento non sembrano avere provocato altri danni.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08 ... e/2996871/

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 26/08/2016, 16:21
da camillobenso
EMERGENZA
Terremoto, la videoinchiesta di Gatti: il rischio ad Amatrice era scritto, ma è stato ignorato
Il documento del Comune, obbligatorio per legge, prevede con precisione le conseguenze catastrofiche provocate dal sisma del 24 agosto. Descrive anche la zona dell'hotel Roma come un'area ad alta instabilità geologica. E indica lo stesso hotel, ora crollato, al primo posto tra i luoghi dove ospitare eventuali sfollati
DI FABRIZIO GATTI
26 agosto 2016


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Il piano di protezione civile del Comune di Amatrice già prevedeva la distruzione del paese e i potenziali rischi per la popolazione: «Soprattutto nei piccoli borghi e anche nel capoluogo, caratterizzati da vie strette senza slarghi». È tutto scritto a pagina 18 del documento che per legge ogni amministrazione municipale deve predisporre. Si sapeva cioè dei pericoli. E come si è visto con il terremoto del 24 agosto, non si è fatto nulla per evitarli.

«Si deve rilevare altresì che l'edilizia abitativa e non del territorio comunale è per lo più risalente all'Ottocento e ristrutturata con vari interventi risalenti al Novecento», è scritto nel piano di Amatrice tra non pochi errori di sintassi che abbiamo corretto: «Gli interventi in cemento armato e la sua diffusione sono sicuramente riconducibili agli interventi realizzati dopo il 1960, pertanto il rischio sismico è alto e lo testimoniano i danni riportati dall'edilizia pubblica e privata causati dal sisma del 1979 e da ultimo del 2009 che interessò la città dell'Aquila. Senza dubbio la tipologia costruttiva (muratura portante in pietrame locale) influenza in maniera determinante la vulnerabilità degli edifici esistenti con potenziali rischi per la popolazione».

Nemmeno le strade sono sufficienti in caso di calamità: «Nelle frazioni spesso la viabilità di accesso e di esodo è garantita da una unica strada. Va pertanto opportunamente monitorata la viabilità in caso di eventi calamitosi».

Il piano indica tra l'altro la zona dell'hotel Roma tra quelle a maggiore instabilità idrogeologica: «Le caratteristiche dei terreni alluvionali sabbiosi limosi depositatesi su formazioni più consolidate li rendono infatti generalmente instabili. Si segnala tuttavia la necessità, da parte dell'amministrazione comunale, di porre particolare attenzione nell'approvazione di progetti pubblici e privati, subordinando gli stessi agli esiti di una relazione geotecnica e geologica che garantisca la funzionalità del complesso opere-terreni per il mantenimento della sua stabilità». I geologi sanno bene che nei terreni alluvionali le onde sismiche amplificano i loro effetti sulle costruzioni sovrastanti.

Come edificio strategico per il paese il piano di Amatrice indica il municipio di corso Umberto 70, che però non ha retto alle scosse evidentemente per scarsa resistenza antisismica. Come luogo dove riparare eventuali sfollati, al primo posto è invece indicato proprio l'hotel Roma, nella zona segnalata poche pagine prima tra le aree più instabili: lo stesso piano di protezione civile, insomma, non tiene conto di quanto prescrive.

Anche il Comune di Accumoli, dove la caduta del campanile ha ucciso un'intera famiglia, ha il suo piano di protezione civile. E lo pubblica sul suo sito Internet istituzionale. Però il documento è copiato integralmente da quello di Amatrice, comprese l'intestazione, le vie, le piazze, i nomi dei referenti, le caratteristiche del territorio. Un errore oppure un maldestro copia-incolla. Nel piano obbligatorio per legge, Accumoli è citata soltanto due volte come paese confinante di Amatrice. Quindi è uno strumento accessibile ai cittadini, ma completamente inutilizzabile.
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Il padre della Protezione civile fa i complimenti a Fabrizio Curcio: “La macchina dei soccorsi è rodata”. Ma punta il dito contro la prevenzione: “Troppe verande invece di mettere tiranti e rafforzare i solai”

l piano di protezione civile di Arquata del Tronto resta invece un mistero. Il sito del dipartimento nazionale della Protezione civile include il Comune tra quelli che hanno rispettato la legge. Ma non c'è modo di raggiungere il piano. E cercando sulla pagina del Comune non si trova.

Non deve stupire, purtroppo. Gran parte dei sindaci italiani sono nella stessa situazione. E in Calabria, regione esposta a terremoti molto più potenti del sisma del 24 agosto, un terzo delle amministrazioni comunali è del tutto privo di un piano di protezione civile.
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Terremoti, perché è necessario un piano per la messa in sicurezza degli edifici

Gli esperti concordano: il governo dovrebbe utilizzare i 10 miliardi della flessibilità concessi dalla Ue per investire sulla sicurezza. Con un ulteriore duplice effetto: aumentare l'occupazione e rilanciare l'economia

E generalmente i paesi e le città che lo hanno adottato non lo rendono pubblico e facilmente accessibile ai cittadini. Nel frattempo, nell'importante periodo di pace tra un terremoto e l'altro, proprio nelle province più lacunose raramente le agenzie di protezione civile regionali e il dipartimento nazionale hanno esercitato i loro poteri-doveri di controllo per spingere i sindaci a rispettare la legge.

http://espresso.repubblica.it/attualita ... =HEF_RULLO

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 29/08/2016, 17:06
da camillobenso
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA





ALLACCIARE LE CINTURE DI SICUREZZA.
CON LA FINE DI AGOSTO E LA RIPRESA DEL LAVORO, SI BALLA.
IL CAPO DELLA FEDERCAZZONI, HA COMUNICATO CHE ABBIAMO UN PROBLEMA.
DOPO DUE ANNI E MEZZO DI CAZZATE CONTINUE NON CI STUPISCE AFFATTO.
CON LE PIRLATE L’ECONOMIA E L’OCCUPAZIONE NON SONO MAI, MAI, E POI MAI, CRESCIUTE.



29 AGO 2016 13:49
RENZI, ABBIAMO UN PROBLEMA

- GIA' PRIMA DEL TERREMOTO ERA SCESA LA FIDUCIA DI CONSUMATORI ED IMPRESE. E ORA?

- TOCCATO IL LIVELLO PIU' BASSO DAL 2015 (DATI ISTAT)

- PROBLEMI PER LA LEGGE DI STABILITA' E SEGNALI DIFFICILI SULLA DISOCCUPAZIONE


VEDI DISEGNO DI ELOQUENTE DI STEFANO BENNY: http://www.dagospia.com/rubrica-4/busin ... 131037.htm



Da "Repubblica"



Peggiora la fiducia di consumatori e imprese ad agosto, con gli indicatori tracciati dall'Istat che scendono più di quanto si aspettassero gli addetti ai lavori.

Sul fronte dei consumatori, l'indice Istat passa da 111,2 di luglio a 109,2 mentre l'indice composito del clima di fiducia delle imprese scende da 103 a 99,4, nelle prime rilevazioni dopo gli attentati di Nizza.


Si tratta di indicazioni importanti in vista della stesura dell'aggiornamento al Documento di economia e finanza, che farà da base alla prossima legge di Bilancio e dovrà scontare la minor crescita del Belpaese: il Pil si è fermato a sorpresa nel secondo trimestre, e proprio il sostegno dei consumi interni è venuto a mancare dopo mesi di traino all'economia.

I dati diffusi dall'Istituto di statistica sono, come accennato, leggermente peggiori rispetto alle previsioni degli addetti ai lavori.

Nella nota mattutina di Intesa Sanpaolo si pronosticava infatti una correzione ad agosto, "dopo l'aumento a sorpresa di luglio.


Il morale delle famiglie potrebbe attestarsi a 110,5", mentre "l'indice composito di fiducia delle imprese calerebbe a 102,5", dicevano gli economisti della Cà de Sass.

Secondo Adusbef e Federconsumatori, i numeri dell'Istat sono "drammatici, rivelano una realtà ancora molto lontana dall'ottimismo e dalla ripresa.

Non esistono i presupposti, al momento, perché tale situazione possa cambiare".

L'indice del clima di fiducia dei consumatori passa dunque da 111,2 di luglio a 109,2: si tratta il livello minimo da agosto 2015. Secondo l'indagine dell'Istat, per le famiglie italiane peggiorano le prospettive a tutti i livelli: dal clima economico (che riguarda la percezione per l'andamento del Paese e della disoccupazione) a quello personale. Il giudizio sull'andamento dell'Italia peggiora per il quinto mese consecutivo, con segnali difficili anche sulle aspettative di disoccupazione.



Dilaga il segno meno anche nel tessuto produttivo: "Il clima di fiducia scende in tutti i settori", annota l'Istat.

Lo fa "in modo più marcato nei servizi di mercato (da 108,3 a 102,4) e nel commercio al dettaglio, più lieve nella manifattura (da 102,9 a 101,1) e nelle costruzioni (da 126,2 a 123,5)".

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 29/08/2016, 19:07
da camillobenso
ANTICIPAZIONE
Umberto Bossi: “Salvini stai sbagliando tutto”
“La Lega lepenista perde i voti al nord e non li prende al sud. Dobbiamo fare un programma e alleanze, altro che ruspe. Lui si è trovato in mano una droga, ma poi ci vogliono le palle”. Il senatùr critica la linea politica dell'attuale segretario
DI ROBERTO DI CARO
26 agosto 2016


«Salvini non capisce che i profughi non scappano solo dalle bombe, ma anche da un altro tipo di guerra, dalla globalizzazione che ha fatto saltare i loro modi tradizionali di produrre e di vivere. Scappano dalla fame. Se davvero vuoi fermare l'immigrazione la strada è un'altra. Spingere l'Europa a sostenere le economie dei paesi africani, creare e favorire là lo sviluppo di imprese di trasformazione di materie prime, di cui l'Africa è ricca. Se no è una battaglia persa...».

In un'ampia intervista sul numero de “L'Espresso” in edicola domenica, Umberto Bossi, fondatore e tuttora presidente della Lega Nord, critica duramente e a tutto campo la politica dell'attuale segretario Matteo Salvini. Lo sbarco del Carroccio al Sud «è un grave errore. Come fa un partito nato contro il centralismo a diventare nazionale? E' il contrario di quello che serve. Non ha senso portare la Lega al Sud, rischi solo di perdere i tuoi voti al Nord. Le elezioni romane sono la prova: Roma è la porta del Sud, a Roma non s'è preso un voto, e intanto abbiamo perso Milano. Le due cose sono collegate».

ESPRESSO+ LEGGI L'INTERVISTA INTEGRALE

Duro anche sulla svolta lepenista di Salvini e l'alleanza con Marine: «E' l'esatto contrario della Lega. E' forte, ma non è riuscita a strappare neanche una Regione: quando si va a votare gli altri si mettono tutti d'accordo e lei non vince mai. Quel tipo di voti non serve a niente, non ti porta da nessuna parte, non ci fai politica». L'affondo del vecchio leader non risparmia neppure certi tratti del carattere del suo successore: «Salvini è giovane, s'è trovato in mano di colpo una specie di droga. Ma per fare le cose ci vanno le palle. Vediamo se le ha».

Il servizio integrale su l'Espresso in edicola domenica 28 agosto e già online su Espresso+

Re: Diario della caduta di un regime.

Inviato: 31/08/2016, 20:35
da camillobenso
LA CALDA ESTATE DEL 2016
CRONACA DI GIORNI DI GUERRA





31 AGO 2016 11:51
D'ALEMA FOREVER: "SULLA RAI RENZI BRUTALE COME BERLUSCONI", E GIU' APPLAUSI DALLA PLATEA PD - E RICORDA: "MI SONO DIMESSO DA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DOPO AVER PERSO ELEZIONI IN MODO MENO CATASTROFICO DI MATTEO" - ALLA FESTA DELL'UNITA' DI CATANIA GENTILONI PERDE IL FACCIA A FACCIA CON BAFFINO



Fabio Albanese per “la Stampa”


«Nel paese c'è tanto spazio per il no, ce n'è molto meno nell' informazione, largamente controllata anche dopo l' occupazione brutale della Rai da parte del governo, la cacciata dei dissidenti, cosa che mi ha molto colpito perché solo Berlusconi era arrivato a tanto».

Massimo D' Alema arriva alla festa nazionale dell' Unità, in corso a Catania, e nonostante sia stato invitato a parlare di politica estera con il ministro Gentiloni, punta dritto al referendum costituzionale e al suo «no» convinto: «Vedo che siete tutti interessati alla politica estera», esordisce, ironico, parlando con i giornalisti.


E quando gli chiedono come si sente da invitato a una festa dell' Unità costruita sulla ricerca del consenso al «si» per il referendum, ribatte serafico: «La festa è per me un appuntamento a cui partecipo tutti gli anni, da una cinquantina d' anni e non trovo motivi per non esserci. Io non faccio parte di nessuna minoranza, faccio parte di me stesso».
L' ex premier conferma per il 5 settembre una riunione organizzativa per coloro che sono per il «no», «non solo gente del Pd, ci sono iscritti, non più iscritti ma anche gente mai iscritta al Pd».

Ernesto Menicucci per il "Corriere della Sera"

«Massimo, Massimo». Che non è Decimo Meridio, Il Gladiatore del cinema, ma Massimo D’Alema, che sbarca in Sicilia per la sua prima tappa del tour tra le feste dell’Unità, da nord a sud, passando per Roma dove il 16 settembre incrocerà «le lame» con Roberto Giachetti. Ma chi si aspettava un D’Alema avversario dentro casa sua, forse dovrà ricredersi.


Al suo arrivo a Catania, nei giardini di Villa Bellini, prima ci sono saluti, selfie, strette di mano e poi, nel confronto col ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, qualche coro e molti applausi. Sia quando parla dei risultati elettorali («la povera gente non ci vota più perché crede che non siamo più in grado di difenderla. Abbiamo vinto ai Parioli perché abbiamo tolto l’Imu ai ricchi...»), sia sul referendum costituzionale. Il moderatore, Claudio Cerasa, chiede al pubblico come voterà e le mani per il No sono di più.

Gentiloni prova a cucire: «Una spaccatura non conviene neppure a D’Alema. Se vorrà si presenterà al congresso contro Renzi». L’ex premier ribatte: «La lettura del referendum, volete me o D’Alema, l’ha data Renzi. Io non cerco poltrone: mi sono dimesso da presidente del Consiglio dopo aver perso elezioni in modo meno catastrofico di Renzi».


Esiste una vita oltre il Pd? «Non dipende da me». Risponda tranquillamente, gli dice Cerasa. E lui: «Qui non devo essere garantito da nessuno». Poi giù su Renzi, che è diventato «un politico normale, anche sulla lottizzazione della Rai», che vuole cambiare la Costituzione «senza aver vinto le elezioni, con una maggioranza raccogliticcia», che ha perso «un milione di voti e molti hanno scelto Cinque Stelle contro di lui, non perché amino Grillo», che ha vinto «solo contro Enrico Letta». Gentiloni scherza: «Avevo capito che volevi il Renzi delle origini... Ma anche se il segretario sbaglia, non possiamo chiamarci fuori dalle campagne elettorali».

Il riferimento è a Roma e D’Alema replica: «Avevo delle perplessità sulla candidatura di Giachetti, ma è lui ad aver detto: “D’Alema porta iella”. Quella candidatura era un errore, il risultato è stata una catastrofe». Gentiloni controreplica: «Sai quanti errori ho sostenuto io... Bisogna votare i candidati Pd». E D’Alema: «L’ho fatto, ma ero tra i pochissimi...».

I due lasciano il fioretto e si scambiano colpi. D’Alema attacca sui rapporti «ventennali» tra Verdini e Renzi, Gentiloni risponde con l’Udeur, Mastella (e strappa applausi anche lui) e la bicamerale con Berlusconi. D’Alema ribatte ancora («l’Ulivo aveva vinto le elezioni») e qui i sostenitori di Gentiloni si fanno sentire.


D’Alema chiude: «Non faccio scissioni. Le hanno già fatte gli elettori. Col Sì è schierato anche Marchionne». E Gentiloni: «La maggior parte del Pd è per il Sì». Ululati dal pubblico: «Va bene, magari non la maggioranza di questa platea». Alla fine, niente stretta di mano anche se i due restano a parlottare. In giro per la Festa, a Catania, niente banchetti dell’Anpi.

Ma le polemiche sono a Firenze: «Il Pd — dicono all’Anpi — ci ha detto che non è conciliabile la compresenza di opinioni opposte». La replica: «Nessun veto, abbiamo solo chiesto rispetto delle nostre posizioni». Il disgelo dei giorni scorsi sembra incrinarsi di nuovo, anche se — proprio a Catania — si sta pensando di organizzare il dibattito tra Matteo Renzi e Carlo Smuraglia, presidente dell’Anpi nazionale, l’11 settembre.