Berlusconi è ancora armato e pericoloso

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camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da camillobenso »

Tg3 Ore 19,00
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... g3.html#p=


Gli operai del Pdl manifestano davanti a Villa San Martino, Hardcore, MB, in difesa del posto di lavoro in occasione del prossimo cambio della ragione sociale della premiata ditta.

In evidenza la quelura signorina Tumistufi.
Punto
00:26:00


Ma se cominciassero a chiedergli delle mutande???

Tanto per una domanda del genere mica ti può querelare.
Amadeus

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da Amadeus »

Pdl, chi non paga le quotedi Paolo FantauzziScajola, Tremonti, Mussolini, Angelucci, Ciarrapico: sono solo alcuni dei parlamentari berlusconiani (attuali o ex) che non hanno versato le 'mesate' al partito come da impegni presi con il tesoriere. Ecco l'elenco completo(02 luglio 2013)


Con un partito in bolletta, costretto pure a lasciare la storica sede di via dell'Umiltà, la situazione economica per il Pdl si fa sempre più grave. E tutti implorano Silvio Berlusconi di intervenire personalmente, come già avvenuto in passato. Ma l'ex premier, stanco di anticipare soldi di tasca propria, non ne vuole sapere. Non a caso fra i cardini della Forza Italia 2.0 di cui si parla da tempo dovrebbe esserci una schiera di imprenditori in grado di assicurare autonomia economica al nuovo movimento.

A confermare quanto il momento sia difficile è l'intervista rilasciata dal vice-tesoriere Maurizio Bianconi, che ha parlato di oltre 6 milioni di euro mai versati dagli eletti: «Sapesse quanti tirchi ci sono tra noi. Alcuni sono tirchi celebri, altri tirchi meno. Ma sempre tirchi sono... », la pragmatica analisi fatta dal verace deputato toscano al "Corriere della sera". Ma di chi si tratta? «Io i nomi non glieli posso proprio fare perché violerei le leggi sulla privacy», ha risposto Bianconi.

Ebbene quei nomi 'l'Espresso' invece è in grado di farli. Andando a spulciare i contributi privati ricevuti dal Popolo della libertà è possibile infatti scoprire quanti eletti sotto le insegne del Pdl nel 2012 non abbiano corrisposto la "mesata" (500 euro al mese per governatori e consiglieri regionali, 800 per parlamentari italiani ed europei).

Dall'inizio del 2012 a oggi risultano mancare all'appello 39 deputati e 30 senatori, grosso modo il 20 per cento degli eletti della scorsa legislatura.

Fra le assenze più celebri, spiccano quelle degli ex ministri Giulio Tremonti e Claudio Scajola, deputati fino allo scorso marzo ma in rotta da tempo col partito. Avrebbero dovuto sborsare 9.600 euro in tutto ma non l'hanno fatto. Desta stupore soprattutto Tremonti: chi per anni ha chiesto sacrifici agli italiani non si è poi attenuto alle norme di auto-regolamentazione stabilite dal Pdl. Per quanto riguarda Scajola invece è probabile che si sia trattato di una piccola vendetta verso il partito che secondo lui non lo ha difeso abbastanza quando fu costretto a dimettersi per la casa sul Colosseo.

Altri nomi di peso che non compaiono nelle dichiarazioni depositate alla Camera sono quelli dell'ex ministro Antonio Martino, Sandro Biasotti e Alessandra Mussolini. In questo caso la "dimenticanza" è ancora più pesante per le casse del partito. In vista delle elezioni, infatti, il Pdl ha chiesto un contributo straordinario di 25 mila euro ai candidati in posizione sicura. Tuttavia né Martino (capolista in Sicilia 2), né Biasotti (capolista in Liguria), né la Mussolini (terza in Campania al Senato) risultano aver effettuato il versamento.

Ma l'elenco dei parlamentari rieletti (e che dunque avrebbero dovuto versare a loro volta i 25 mila euro) è lungo. Fra i tanti, l'editore Antonio Angelucci (l'editore di 'Libero' nonché re delle cliniche romane, super assenteista in Parlamento), il suo collega orgogliosamente fascista Giuseppe Ciarrapico, l'imprenditrice dei confetti Paola Pelino: tutti ricchissimi, peraltro. Poi ci sono il ras pontino Claudio Fazzone e il coordinatore del Pdl in Europa Guglielmo Picchi.

Fra i non ricandidati troviamo l'ex ministro Enrico La Loggia, l'ex viceministro Mario Valducci, l'ex sottosegretario Margherita Boniver, l'ex generale della Guardia di finanza Roberto Speciale, Ombretta Colli e perfino due ex fedelissimi berlusconiani come Giorgio Stracquadanio e Isabella Bertolini, che poi sono passati con Monti. A dicembre 2012 hanno lasciato il partito, ma dei loro versamenti non c'è traccia neppure prima di quella data, quando ancora lo difendevano a spada tratta. Qualcun altro, invece, ha fatto fare il bonifico a un familiare: è il caso di Dorina Bianchi, alla quale sono riconducibili i 14.400 euro versati dalla farmacia del padre Albino a Crotone.

Nonostante il ruolo di primo piano, hanno "disertato" il contributo perfino tre governatori: il sardo Ugo Cappellacci, il friulano Renzo Tondo e il calabrese Giuseppe Scopelliti.

Per non parlare del pessimo esempio che viene da Strasburgo, dove il tasso di morosità sfiora l'80 per cento. Ad aver saldato quanto dovuto sono stati soltanto cinque europarlamentari: Vito Bonsignore, Lara Comi, Barbara Matera, l'attuale ministro della Difesa Mario Mauro (anche lui poi passato con Monti, ma prima ha saldato) e l'eurodeputata ultrà berlusconiana Licia Ronzulli.

Di tutti gli altri, malgrado uno stipendio che si aggira sui 20 mila euro al mese, nemmeno l'ombra.
Amadeus

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da Amadeus »

sangue e arena
http://www.huffingtonpost.it/2013/07/03 ... ostpopular


L’insofferenza verso la Pitonessa è nelle parole di fuoco che Fabrizio Cicchitto le urla, mentre la sala viene giù dagli applausi: “Non mi deve spiegare Il Giornale o chicchessia cosa è stata e cosa sarà Forza Italia. Né posso leggere sui giornali le notizie del nuovo partito di sedicenti manager che vogliono distruggere la classe dirigente del nostro partito”. Gelida, Daniela Santanchè affida a uno sguardo la promessa di una vendetta. Mentre gli applausi del grosso del gruppo pidiellino scavano un solco tra i falchi e le colombe. Lei tace. Come le ha consigliato Denis Verdini: “Fai intervenire i tuoi, ma tu non parlare”. Gli altri si sfogano.
Mezzogiorno di fuoco, nel Pdl. La scossa giudiziaria fa traballare antiche certezze. E col Cavaliere di fatto interdetto a parlare dall’avvocato Coppi che gli ha intimato di tenere un comportamento alla Andreotti sennò molla tutto, nel Pdl è l’ora della faida più feroce. Fabrizio Cicchitto, il più filogovernativo di tutti, apre la caccia grossa alla Pitonessa. Attacchi al Giornale, ai manager, a tutte le iniziative della Santanchè: “Le manifestazioni per e con Berlusconi si fanno con 30 mila persone a piazza Duomo, non con 300 persone ad Arcore!”. Applausi, segno di un’insofferenza crescente.

Il capogruppo Renato Brunetta evita di mediare, forse perché tecnicamente impossibile. Nella sua introduzione tiene altro il tiro sul governo di “incapaci”, come lo ha definito qualche giorno fa proprio sul Giornale di Sallusti e Santanchè, le SS del Pdl secondo le colombe: “C’è un problema ed è la mancanza di condivisione dei provvedimenti del governo e c’è un problema perché il partito non riesce ad assumere delle posizioni politiche”.

Non gli va tanto bene se Alberto Giorgetti urla, in fondo alla sala: “Ma se ci sei tu ai vertici con Saccomanni, di che ti lamenti”. Impietrito Angelino Alfano, segretario di un partito che Berlusconi vuole chiudere e vicepremier di un governo che i suoi non riescono a digerire, osserva il suo sorriso d’ordinanza da incassatore, o meglio da perdente di successo, come lo chiamano dalle parti di Verdini.

E se le colombe non celano l’insofferenza verso la Pitonessa, i falchi si dedicano a crocifiggere il governo. Sentite Daniele Capezzone, prosa composta e sguardo freddo del cecchino: “Economia e tasse che sono stati i punti principali della campagna elettorale che ci hanno dato la possibilità quasi di vincere le elezioni. L’azione del governo proprio sull’economia sta fallendo. Ha dato risposte fragili all’emergenza e si è distinto solo per trionfalismo mediatico. Dobbiamo alzare il tiro sull’economia”.

Accuse, veleni. Ormai nel Pdl ci sono due partiti che vivono da separati in casa.

vi ricorda qualcuno? :roll: :mrgreen:

Accomunati dal reciproco sospetto. Tacciono i ministri, presenti al gran completo, per fugare l’impressione di fregarsene del partito ora che sono entrati nelle stanze dei bottoni. Solo Gaetano Quagliariello si alza, nervi a fior di pelle: “Sono stato processato in contumacia per questa storia della legge elettorale. Non ci sto. Io faccio il ministro perché me lo ha chiesto Berlusconi. Non mi faccio pugnalare dietro le spalle come se fossi in traditore”. L’orgoglio della colomba nell’era della Pitonessa. Docente universitario, stimato da Napolitano, quando torna a posto è provato. Si susseguono interventi di chi si dice sconvolto dallo scontro tra Quagliariello e Bondi: “Accade perché non ci sono sedi di dialogo”. Labiale di Quagliariello: “No, accade perché ci sono degli stronzi”. :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen:

Il collante dell’odio tiene tutti nella stessa sala per oltre due ore e mezzo, in un clima quasi di euforia da rissa. Giancarlo Galan, fiero avversario di Brunetta e Alfano, è un fiume in piena: “Abbiamo sbagliato – dice – ad accettare il rinvio sull’elezione di Daniela. Dovevamo andare fino in fondo, farci dire no in Aula per poi trarne le conseguenze. Quali vantaggi abbiamo a stare in questo governo? Abbiamo lo stesso problema col nostro popolo che avevamo con Monti”.

È il sogno della grande rottura, del ritorno a Forza Italia, dell’ultima battaglia in nome del ritorno alle origini: "Voglio un partito liberale - prosegue Galan - dove si accettino persone con che la pensano diversamente, che discuta di unioni civili, eutanasia, liberalizzazione delle droghe leggere. Io sono favorevole”. Pagano, un fedelissimo di Alfano è sul punto di infartare: “Allora – urla con tutto il fiato che ha in gola – vatti a iscrivere al partito radicale, e prendi il due per cento”. Contro-urlo di Galan, che l’intervento lo vuole finire eccome: “Io accetto te, Sacconi, e chi la pensa come voi. Tu accetti me e chi la pensa come me. Questo è un partito liberale. :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: :mrgreen: Altro che radicali. Voglio vedere se tu in Sicilia hai i voti che io ho in Veneto”. La conclusione non c’è. Alfano alla fine invita tutti a vivere in modo “laico” il rapporto tra falchi e colombe. Una disunione di fatto.
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da camillobenso »

La Cavaliera - 1


Se dovesse veramente avverarsi che la Cavaliera fosse costretta a sostituire il padre alla guida di FI, …mò sarebbero veramente acidi per tutti quanti.

Capita sempre da queste parti che ci sia un amico, un parente, un parente di un’amico che lavora a Rcs oppure alla Mondadori o altro.

Stamani è stata la volta della Mondadori.

L’amico che ha il parente che lavora alla Mondadori.

A Marina la pitonessa gli fa un baffo. Fino a 10 pitonesse insieme se le stritola tutte quante in una volta sola.

E’ spietata. E’ un’autentica macchina da guerra. Si badi bene, non una gioiosa macchina da guerra, ma una spietata macchina da guerra.

Lombrosianamente parlando, i tratti del volto non tradiscono quanto si afferma nei suoi riguardi.

In fondo niente di nuovo perché da tempo da queste parti viene dipinta come una donna certamente capace e ambiziosa, ma dannatamente spietata.

Anche se affettivamente legata al padre, esiste una forte competizione intesa a dimostrare le proprie capacità al di là del fatto di essere la figlia del Caimano.

E i risultati sembrano dargli ragione.

Mentre il padre non va oltre i 12- 15 minuti nel fare un discorso serioso, dopodiché la sua natura lo obbliga ad un intervallo ricreativo in cui ti racconta la barzelletta o porge la mano a Vespasiano chiedendogli di annusare l’odore di santità, la figlia non conosce pause e se stramazzi a terra perché hai abusato in pillole per essere sempre pronto a rispondere a tono ad una sua domanda, non fa una piega e chiede al servizio di portarti via. The show must go on. Lo spettacolo deve andare avanti

Comincia a fare pensare che l’idea dei domiciliari a Silvio sia già così diffusa. Lo fa anche Bel Pietro su Libero quando afferma:

Berlusconi è un uomo che non si arrende anche quando pare alle corde e se qualcuno deve per forza prendere il suo posto quello è lui, o per lo meno lui attraverso Marina. Di sicuro egli non lo direbbe mai e interpellato, anzi, smentirebbe, ma io sono certo che se dovesse mettere qualcuno al proprio posto, il Cavaliere vorrebbe solo la figlia. Innanzitutto perché questo significherebbe poter conservare il cognome nel simbolo sulla scheda elettorale. Berlusconi era prima di un'eventuale condanna e Berlusconi rimarrebbe anche dopo, segnando una continuità. Tutti avrebbero la sensazione di votare ancora lui, anche se per interposta persona. E in pratica sarebbe così.

Perché se c'è un modo per il Cavaliere di restare in campo questo passa necessariamente dalla scelta di affidarsi alla primogenita. La quale ha già dimostrato un attaccamento e una lealtà nei confronti del genitore che non sempre si registra, soprattutto in altri casi. Con Marina, Berlusconi continuerebbe a esercitare la sua influenza sulla vita politica italiana. Con lei, pur da recluso in casa, sarebbe il perno attorno cui continuerebbe a ruotare il centrodestra, esattamente come è stato negli ultimi vent'anni.


Si ha l’impressione che ci si debba abituare alla dinasty dei Berlusconi.

Il Caimano non lo farebbe di certo per il bene dell’Italia o del centrodestra il dover candidare la figlia.

Lo farebbe per l’interesse esclusivo delle sue aziende.

Ed è su questo punto che la Cavaliera potrebbe cedere, come ha dovuto cedere il padre, altrettanto riottoso a scendere in politica, quando San Benedetto Craxi martire, lo ha messo con le spalle al muro una domenica mattina della primavera di 20 anni fa a Villa San Martino.

Gli interessi di famiglia in primis.

Continua in :
La Cavaliera - 2
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da camillobenso »

03 LUG 2013 17:19

DOPO IL CAVALIERE, BELPIETRO VUOLE LA CAVALIERA! – È LA VOLTA CHE IL CENTRODESTRA (GUIDATO DA MARINA) PRENDE IL 40%


Con la figlia Marina al posto di Silvio, ci sarebbe ancora il cognome Berlusconi sulla scheda elettorale e tutti avrebbero la sensazione di votare ancora lui, anche se per interposta persona – L’interdizione sarebbe il capolavoro finale della Boccassini: farlo condannare e di riflesso farlo risorgere. Applausi… - -




Maurizio Belpietro per "Libero"

SILVIO E MARINA BERLUSCONI

Non so chi si sia incaricato di lanciare la candidatura di Marina Berlusconi alla guida del Pdl, posso però dire che la primogenita del Cavaliere a tutto pensa tranne che a subentrare al padre nel ruolo di leader del centrodestra. La donna non è priva di talento e lo ha dimostrato in questi anni alla guida della Mondadori, tuttavia credo che oggi più che alla politica pensi all'azienda. Anzi, alle aziende, le quali, essendo in un settore tra i più colpiti dalla crisi, hanno da fare i conti con la più difficile ristrutturazione che si sia mai vista negli ultimi anni.

Ciò detto, e quindi escludendo che Marina desideri succedere a Silvio Berlusconi e creare la prima dinastia politica italiana che tramanda il potere di padre in figlio, io non sono affatto convinto che alla fine non ci ritroveremo la presidente di Fininvest ai vertici del Popolo della libertà o come diavolo si chiamerà di qui a qualche mese. Lo so, la mia sembra una contraddizione, ma la prima cosa - ovvero che Marina non voglia debuttare in Parlamento - non nega l'altra e, se i lettori avranno la pazienza di seguire il mio ragionamento, cercherò di dimostrare che entrambe possono coesistere. Allora, andiamo con ordine.

Primo punto: la figlia del Cavaliere non intende fare la Cavaliera. Pur difendendo a spada tratta il padre e sostenendolo in tutte le sue battaglie, la presidente di Mondadori non brama per avere un seggio a Montecitorio o a Palazzo Madama. Punto secondo: anche se non vuole scendere in politica, Marina potrebbe essere costretta a farlo. Inutile trincerarsi dietro parole di circostanza: la realtà non può essere nascosta, soprattutto agli elettori.

Se non ci sarà un pronunciamento contrario della Corte di Cassazione rispetto alla Corte d'appello, Silvio Berlusconi tra sei mesi potrebbe essere costretto a lasciare il Parlamento e impedito di candidarsi alle prossime elezioni e di fare politica, perché sul capo gli pende una condanna che prevede anche l'interdizione dai pubblici uffici.

Recluso o no, in casa o a San Vittore, il Cavaliere sarebbe privato della possibilità di essere un leader a tutto tondo.


Con ogni probabilità non potrebbe fare comizi in giro per l'Italia, né andare in tv a sostenere le proprie idee ed è quasi certo che sarebbe costretto a non presenziare alle riunioni di partito, soprattutto se la sua libertà personale dipendesse dal magistrato di vigilanza. In pratica, noi avremmo il paradosso di uno dei leader politici più popolari cui è negata la possibilità di incontrare il proprio popolo.

Che succederebbe se sciaguratamente i giudici condannassero Berlusconi all'interdizione dei pubblici uffici e lo obbligassero a restare a casa? In questi giorni sono girate varie ipotesi: qualcuno ha parlato del ritorno di Alfano alla guida del centrodestra, altri di un nuovo incarico per la pitonessa del Pdl, Daniela Santanchè. La mia opinione è che nessuno dei nomi fatti sia quello che ha in testa il Cavaliere, il quale per la sua successione ha in mente un nome solo: il suo.

Berlusconi è un uomo che non si arrende anche quando pare alle corde e se qualcuno deve per forza prendere il suo posto quello è lui, o per lo meno lui attraverso Marina. Di sicuro egli non lo direbbe mai e interpellato, anzi, smentirebbe, ma io sono certo che se dovesse mettere qualcuno al proprio posto, il Cavaliere vorrebbe solo la figlia. Innanzitutto perché questo significherebbe poter conservare il cognome nel simbolo sulla scheda elettorale. Berlusconi era prima di un'eventuale condanna e Berlusconi rimarrebbe anche dopo, segnando una continuità. Tutti avrebbero la sensazione di votare ancora lui, anche se per interposta persona. E in pratica sarebbe così.

Perché se c'è un modo per il Cavaliere di restare in campo questo passa necessariamente dalla scelta di affidarsi alla primogenita. La quale ha già dimostrato un attaccamento e una lealtà nei confronti del genitore che non sempre si registra, soprattutto in altri casi. Con Marina, Berlusconi continuerebbe a esercitare la sua influenza sulla vita politica italiana. Con lei, pur da recluso in casa, sarebbe il perno attorno cui continuerebbe a ruotare il centrodestra, esattamente come è stato negli ultimi vent'anni.

Se la mia ipotesi è giusta, paradossalmente chi pensava di eliminare il Cavaliere per via giudiziaria, ponendolo fuori dalla competizione elettorale con una condanna, avrebbe sbagliato i conti. E di grosso. Perché una sentenza, con conseguente interdizione dei pubblici uffici, dopo il caso Ruby potrebbe perfino far risorgere Berlusconi, facendogli guadagnare voti. Ve lo immaginate lui rinchiuso ad Arcore per una telefonata? Lui ai domiciliari con l'accusa di aver evaso spiccioli pur essendo uno dei primi contribuenti d'Italia?

Il provvedimento metterebbe in ridicolo la stessa giustizia, trasformando la sentenza in un boomerang, anzi, nel miglior spot per il centrodestra. «Se lo mettono dentro», mi ha confidato pochi giorni fa un osservatore non sospetto di simpatie berlusconiane, «è la volta che il Cavaliere prende il quaranta per cento». Al che ho pensato: sarebbe il capolavoro di Ilda Boccassini: farlo condannare e di riflesso farlo risorgere. Applausi.



NB.

La cretinanza si addice solo ai cretini.................e ai bugiardi cretini.

Se la mia ipotesi è giusta, paradossalmente chi pensava di eliminare il Cavaliere per via giudiziaria, ponendolo fuori dalla competizione elettorale con una condanna, avrebbe sbagliato i conti.


La valanga di denunce e rinvii a giudizio, nascono a fronte del crollo del CAF che lui ha pagato profumatamente per tenere la Gdf e la magistratura lontane dalle sue aziende.

Ma tanto vale,.......sono partititi con la balla di eliminarlo per via giudiziaria e sono obbligati a mantenerla a babbo morto.
camillobenso
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Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da camillobenso »

La Cavaliera - 3


L’idea di Bufala Bill, di Marina alla guida di FI che raccatta il 40 %, purtroppo, è tutt’altro che peregrina.

Perché:

1) Per la destra sarebbe la prima volta di una donna al comando
2) Perché continua la dinasty Berlusconi.
3) Perché la durezza della donna verrebbe scambiata per sobrietà. Non vedremo mai Marina fare le corna, fare cucù alla Merkel, o dire a Schulz che potrebbe fare la parte di kapò in qualche film.
4) Perché la spietatezza usata in azienda verrebbe riportata pari pari in FI. Nel qual caso, non ci sarebbe più spazio per il personale politico non efficiente e funzionale agli interessi di FI.
E’ per questo che Brunetta la teme sostenendo di non credere alle dinasty.
Non ci sarebbe più spazio per le Minetti.
Anche le indiavolate oltranziste come la Biancofiore dovranno stare attente. Silvio, forse per una carenza di affetto durante l’infanzia, ha bisogno di sentirsi osannato e amato. In molti casi per questione di portafoglio.
Marina invece no. Misura tutto secondo efficienza.
Anche Giulianone Ferrara dovrà stare attento. Per farsi invitare a cena e quindi far conoscere il suo parere al capo per far parte della nuova FI, si è dovuto abbassare alla pagliacciata di Piazza Farnese, mettersi il rossetto e urlare ai quattro venti che siamo tutte puttane.
Su Silvio ha avuto effetto. Non accadrebbe mai con Marina.

5) Preso atto che tolto Berlusconi, la destra non ha più un leader carismatico, alle prossime elezioni è possibile che si avveri quanto pronosticato da Bufala Bill.

Alle successive elezioni tutto dipenderà da quanto Marina ci ha saputo fare, ma queste rappresentano una novità, in cui non bisogna anche trascurare l’effetto condanna sulla popolazione della destra.

In un momento di caos totale come questo, non sapendo chi votare a destra si può votare come risarcimento all’operato della magistratura.
Amadeus

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da Amadeus »

Francia: Sarkozy pronto a riscendere in campo, ''situazione inedita''
05 Luglio 2013 - 11:37
(ASCA) - Roma, 5 lug - L'ex presidente francese Nicolas Sarkozy e' pronto a riscendere in campo per ''garantire un'espressione democratica e libera'' della Francia. Lo ha scritto lui stesso sulla sua pagine Facebook, dopo che ieri il Consiglio costituzionale ha bocciato in modo definitivo il bilancio della sua ultima campagna elettorale. Una situazione ''inedita nella Quinta repubblica'' l'ha definita Sarkozy. ''Devo assumermi le mie responsabilita' - ha scritto nel suo post - impegnandomi per la garanzia di un'espressione democratica e libera nel nostro paese. Vi chiedo di aiutarmi'', ha poi concluso rivolgendosi ai suoi sostenitori. (fonte AFP). rba/cam

:mrgreen:
mariok

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da mariok »

Come volevasi dimostrare. Il primo processo che salta o che si depotenzia in misura determinante. Gli altri seguiranno.
In Italia non occorre il "salvacondotto" per farla franca, basta agire sapientemente sulle leve dei cavilli e della burocrazia.


METÀ PROCESSO PRESCRITTO A SETTEMBRE
Berlusconi, il caso interdizione
L'ipotesi della decadenza da senatore si allontana di un anno



MILANO - Mezzo processo Mediaset si prescrive a settembre. E un rebus giuridico fa sì che la Cassazione, pur in caso di condanna di Silvio Berlusconi, ordini un nuovo Appello anche solo per il ricalcolo della pena. Allontanando così di un anno l'eventuale operatività dell'interdizione dell'ex premier dalla politica.

Almeno un altro anno di agibilità politica: persino nel caso peggiore per Silvio Berlusconi, e cioè se la Cassazione ne confermasse la colpevolezza per frode fiscale nel processo sui diritti tv Mediaset, la combinazione di tre fattori giuridici allontanerebbe la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici, che altrimenti a fine 2013 lo farebbe decadere da parlamentare e gli impedirebbe di ricandidarsi. A poter cambiare totalmente l'orizzonte politico sono tre elementi. Il primo è un complicato calcolo aritmetico-giuridico sui vari periodi di sospensione subìti dal dibattimento. Il secondo è l'imminente prescrizione, già prima del giudizio di Cassazione e per effetto della legge ex Cirielli di 8 anni fa, di una delle due annualità fiscali per le quali Silvio Berlusconi è stato condannato in Tribunale e in Appello a 4 anni di reclusione e a 5 di interdizione dai pubblici uffici. Il terzo è la conseguenza procedurale innescata da questa parziale prescrizione, e cioè un probabile nuovo processo d'Appello anche solo per ricalcolare la pena residua. Per orientarsi nel ginepraio di norme e tempi occorre ripartire dalla richiesta di rinvio a giudizio nella quale la Procura di Milano il 22 aprile 2005 contestava a Berlusconi «368 milioni di dollari dal 1995 al 1998» di maggiorazioni di costi dichiarati per pagare meno tasse. Ma il 5 dicembre 2005 la legge ex Cirielli, votata dalla maggioranza di Berlusconi, accorcia i termini di prescrizione, e durante il processo di primo grado estingue le «appropriazioni indebite», i «falsi in bilancio» e quasi tutta la «frode fiscale». Il 26 ottobre 2012 la sentenza del Tribunale dichiara prescritta un'altra annata, il 2001 per 6,6 milioni di euro evasi, e per gli effetti fiscali degli ammortamenti condanna l'ex premier su due residui annualità: il 2002 che vale 4,9 milioni evasi a fronte di 397 dichiarati, e il 2003 che vale 2,4 milioni evasi a fronte di 312 dichiarati.

Non c'è rischio che si prescriva l'intero processo, pervenuto da una decina di giorni in Cassazione e destinato a essere fissato dalla Suprema Corte in media nel giro di 7 mesi, dunque a fine 2013 o inizio 2014: c'è infatti tempo sino all'estate 2014 una volta che ai termini massimi (7 anni e mezzo) si sommino 1 anno, 11 mesi e 29 giorni nei quali il processo è stato congelato dalle due leggi Alfano poi bocciate dalla Consulta come incostituzionali, 1 mese e 26 giorni di stop per un impedimento elettorale di Berlusconi, 33 giorni per un altro suo impedimento, 7 giorni per uno sciopero degli avvocati, 1 mese e 16 giorni per legittimo impedimento collegato alla formazione del governo e all'elezione del capo dello Stato. Ma intanto l'onda lunga della legge ex Cirielli del 2005 divora la prima delle due residue annate per cui l'8 maggio 2013 c'è stata condanna anche in Appello, e cioè il 2002 che si prescriverà tra pochissimo, in un arco che il Corriere (tra il calcolo più sparagnino del 31 agosto e quello più generoso del 30 settembre) colloca attorno al 13 settembre. Qui si annida il problema della nuova pena anche in caso di condanna in Cassazione. La motivazione di Tribunale, sposata dall'Appello, determinò infatti la pena-base in 3 anni e 6 mesi, e aggiunse in continuazione 6 mesi: scelse cioè di non distinguere tra il 2002 (che si sta prescrivendo prima della Cassazione) e il 2003 (che sopravviverà), ma di motivare in generale su «gravità complessiva della vicenda per 20 anni», «scientifica e sistemativa evasione di portata eccezionale», «articolata creazione di apposite società in paradisi fiscali», «utilizzazione di documentazione falsa», «rilevantissima entità degli importi sottratti al Fisco».

Ora, però, con il 2002 che si prescrive, il quesito è: se anche la Cassazione ritenesse di confermare la colpevolezza di Berlusconi sul superstite 2003, potrebbe rideterminare da sola la pena dopo che si è prescritta una delle due annualità sulle quali i 4 anni di condanna erano stati calcolati dai giudici di merito? Alla Cassazione, infatti, è preclusa qualunque valutazione di merito, quale appunto l'apprezzamento dell'entità della pena. È pur vero che un comma dell'articolo 620 del codice di procedura le lascia in alcuni casi una chance di rideterminare da sola le pene, ma la giurisprudenza concorda nel ritenerla «possibilità circoscritta alle ipotesi in cui» la Cassazione può «porre rimedio senza sostituzioni di giudizi di merito che comportino particolari valutazioni di circostanze controverse, suscettibili di non univoci apprezzamenti di fatto, che rimangono operazioni incompatibili con le attribuzioni del giudice di legittimità». E in questo caso c'è da ricalcolare una pena su annualità che, ad esempio, vedono il 2002 (che si prescrive) avere un impatto patrimoniale doppio rispetto al 2003 (che resta). Qualora dunque la Cassazione a fine 2013 ritenesse di confermare la colpevolezza di Berlusconi, ne farebbe passare subito in giudicato definitivo la responsabilità per frode fiscale sul 2003 (a quel punto imprescrivibile persino dopo l'estate 2014), ma sarebbe costretta a ordinare un nuovo giudizio d'Appello a Milano ai soli fini del ricalcolo della pena. Una formalità. Che però, nell'altalena Cassazione-Appello bis-Cassazione bis, impegnerebbe almeno un altro anno. E quindi allontanerebbe l'appuntamento di Berlusconi non solo e non tanto con i 4 anni di reclusione (3 dei quali condonati dall'indulto del 2006), quanto soprattutto con i 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, cioè con la pena accessoria che i giudici di merito in motivazione fecero discendere dalla norma sulle «condanne non inferiori a 3 anni di reclusione».

Nel labirinto resta ancora una variabile: in teoria, come peraltro avviene proprio ai processi con imminenti prescrizioni, la Cassazione potrebbe dare una fissazione prioritaria al fascicolo per poterlo esaminare prima che si prescriva una delle due annualità di cui è composto. Ma qui c'è una ulteriore complicazione: sta per iniziare per legge la sospensione estiva dell'ordinaria attività giudiziaria, e dunque la Cassazione, se ritenesse, dovrebbe affidare il processo alla «sezione feriale» di turno e calendarizzarlo appunto già tra agosto e metà settembre.

9 luglio 2013 | 12:04

http://www.corriere.it/cronache/13_lugl ... 4d39.shtml
mariok

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da mariok »

Al di là delle solite comiche dei berluscones, la coincidenza temporale tra la decisione della cassazione e l'uscita dell'articolo del corriere, obbiettivamente qualche interrogativo lo pone.

E' puramente casuale?

L'articolo ha rotto le uova nel paniere a chi voleva far passare sotto silenzio un altro bel colpo di spugna, anche se solo parziale, grazie alla legge ex-cirielli?

O, viceversa, la decisione era già stata presa e l'uscita del corriere è stata solo ispirata da una fuga di notizie dalla cassazione?

Nel secondo e terzo caso, c'è da chiedersi quali interessi, espressi dal corriere, e perché hanno obbiettivamente abbandonato il cavaliere.

Da notare che il FattoQuotidiano, sta da tempo insistendo sull'improbabile ipotesi dell'amnistia. Imperizia giornalistica o tentativo di depistaggio?


:? :mrgreen:


CASSAZIONE

Processo Mediaset, udienza il 30 luglio
Dopo il ricorso presentato dai legali di Berlusconi


È arrivato martedì mattina in Cassazione il ricorso della difesa di Silvio Berlusconi contro la condanna a quattro anni di reclusione per frode fiscale e a cinque di interdizione dai pubblici uffici nell'ambito del processo Mediaset. E la data dell'udienza è stata immediatamente fissata il prossimo 30 luglio davanti alla sezione feriale della Suprema Corte. Immediata la rivolta dei legali dell'ex premier e degli esponenti di spicco del Pdl che vedono nella decisione della Suprema Corte l'ennessimo «attacco» a Berlusconi. E c'è chi, come Giancarlo Galan, commenta ironico in riferimento ai «normali tempi di giudizio, irrisolvibili»: «Ancora una volta si conferma il fatto che Berlusconi è l'unico in grado di compiere imprese grandiose e straordinarie». Insieme a Berlusconi sono imputati il produttore cinematografico egiziano Frank Agrama e i due ex manager Mediaset Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. L'Agenzia delle Entrate si è costituita parte civile. L'udienza sarà pubblica. Il ricorso è contro il verdetto emesso lo scorso 8 maggio dalla corte d'appello di Milano.
COPPI: «ESTERREFATTO» - Non ci sta il professor Franco Coppi, entrato nel collegio difensivo di Silvio Berlusconi, che commenta: «Sono esterrefatto, non si è mai vista una cosa del genere, che determina un aggravio delle possibilità di difesa - commenta l'avvocato Coppi - perchè contavamo di avere più tempo per svolgere i nostri approfondimenti e ora dovremo fare in venti giorni quello che contavamo di fare con maggior respiro». Quanto alla possibilità che al Palazzaccio il processo sia stato calendarizzato, in tempi stretti, proprio per l'ipotesi di una prescrizione intermedia, ossia riguardante una parte del reato contestato a Berlusconi, che scatterebbe il prossimo settembre, il penalista risponde: «In Cassazione di casi di prescrizione intermedia se ne vedono abitualmente e spesso sono gli stessi giudici a rideterminare la pena». E l'avvocato Coppi conclude: «Ci batteremo comunque per ottenere l'annullamento con rinvio della sentenza di condanna inflitta a Silvio Berlusconi».

RIVOLTA NEL PDL - Fa eco all'avvocato Coppi Daniela Santanchè: «Le parole di Coppi che per chi ancora avesse dei dubbi, sono la certezza che la giustizia non c'è per il presidente Berlusconi - dichiara la deputata del Pdl - Che cosa facciamo noi? Aspettiamo ancora l'unica manifestazione che forse riusciremo a fare, e cioè quella di accompagnarlo in carcere? Non ci sto. Basta divisioni. Serve passare all'azione». E il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, sottolinea come «milioni di italiani aspettino giustizia per anni, ma per Silvio Berlusconi la Cassazione viene convocata in tempo record»: «Non si è mai vista una cosa del genere» aggiunge il ministro Lupi. Per Maria Stella Gelmini si tratta «solo di un'ulteriore conferma: esiste un disegno per eliminare dalla scena politica il leader del centrodestra attraverso l'uso politico della giustizia». E, in riferimento all'articolo pubblicato dal Corriere della Sera martedì mattina, il capogruppo Pdl in commissione Giustizia alla Camera, Enrico Costa, attacca: «Il Corriere detta, la Cassazione scrive. Dopo l'articolo pubblicato sul quotidiano di via Solferino, in cui si paventava il rischio di dover «rinviare di un anno» l'eliminazione politica di Silvio Berlusconi, la Suprema Corte ha preso le contromisure».

«MOBILITAZIONE DI MASSA» - Se «si dovessero realizzare i sospetti» nutriti dal Pdl - sottolinea invece il coordinatore del Pdl, Sandro Bondi - sul fatto che dietro ai processi a Silvio Berlusconi si celi un disegno «teso ad eliminare politicamente l'ex presidente del Consiglio, il partito si troverebbe nella necessità di attuare forme di resistenza seppure non violente». Idea rilanciata dal deputato Pdl, e presidente della commissione Finanze a Montecitorio, Daniele Capezzone: «È in gioco molto più del destino di una persona. Oggi, la difesa del cittadino Berlusconi coincide con la difesa della democrazia. Condivido l'approccio di Bondi: serve una grande risposta non violenta, una iniziativa di massa che coinvolga i cittadini».

9 luglio 2013 | 16:33

http://www.corriere.it/politica/13_lugl ... 4d39.shtml
peanuts
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Iscritto il: 21/02/2012, 22:29

Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso

Messaggio da peanuts »

Se poi lo assolvono questi della discarica dove vanno a nascondersi?
Verrebbe quasi da augurarselo... no, vabbè, per dire.
Comunque io commuterei la pena inflitta in secondo grado.
10 anni di lavori socialmente utili. Centralino del telefono rosa. Spesa e compagnia agli anziani. Cose così. Oltre alla inibizione dai pubblici uffici, ovvio.
Sai che umiliazione dover servire dopo aver comandato servi. Quasi peggio del carcere per uno come lui.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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