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Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 9:50
da Maucat
Il PD è ancora al 34,8% per carenza di alternative è molto semplice.
Se la minoranza contraria a Renzi avesse avuto gli attributi e se ne fosse andata mesi fa capendo che da dentro non può cambiare niente e avesse iniziato a votare contro le leggi inique del Rignanese forse avrebbe avuto un po' di visibilità e la gente le darebbe fiducia invece così aumentano gli indecisi e/o scontenti che non votano e tra quelli che rimangono i "merli" e quelli che ci sguazzano sono ancora significativi

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 11:25
da camillobenso
Maucat ha scritto:Il PD è ancora al 34,8% per carenza di alternative è molto semplice.
Se la minoranza contraria a Renzi avesse avuto gli attributi e se ne fosse andata mesi fa capendo che da dentro non può cambiare niente e avesse iniziato a votare contro le leggi inique del Rignanese forse avrebbe avuto un po' di visibilità e la gente le darebbe fiducia invece così aumentano gli indecisi e/o scontenti che non votano e tra quelli che rimangono i "merli" e quelli che ci sguazzano sono ancora significativi

Possiamo dire che Pierluigi è un quadrellone che ne capisce poco di strategia politica????

Mi sembra un ragazzino dell'Asilo Mariuccia a cui hanno portato via il trenino.

Non ha capito la situazione.


Bersani: “Scissione mai, il Pd è casa mia”
(GIOVANNA CASADIO).
22/01/2015 di triskel182


“Ma Renzi ha respinto la mediazione, ora dica se sul Colle si parte dall’unità dem”. La sinistra si conta: siamo 140 Ma le varie anime sono divise. Cuperlo chiede una posizione comune sul Quirinale: serve coraggio.
ROMA – «Non inventatevi niente, la scissione non esiste, questa è casa mia». Pier Luigi Bersani ha dato un ultimatum a Renzi entrando nella riunione della sinistra dem. Però chiarisce subito il recinto del dissenso. Si sfoga, l’ex segretario: «Renzi sapeva che sull’Italicum una mediazione nel Pd era possibile però non l’ha voluta». Infatti Maurizio Migliavacca e il ministro Maria Elena Boschi erano arrivati a un compromesso anche sui capilista bloccati che Renzi non ha tuttavia timbrato. E sul Quirinale, fa pressing: «Ora spetta a Matteo dire se si deve partire dall’unità del Pd». Chiarisce che se manca il rispetto nel Pd, «è finita».

Non decolla però il “correntone” dem. I 140 tra deputati e senatori del Pd – che si sono ritrovati ieri a Montecitorio in un’assemblea programmata da tempo e che però, nel giorno in cui il governo è salvato da Forza Italia sulla legge elettorale, assume il senso di una conta per battere un colpo – non trovano un comune denominatore. Vanno via alla spicciolata, Rosy Bindi, Francesco Boccia, Pippo Civati. Bersani stesso lascia l’assemblea dopo un quarto d’ora. È Gianni Cuperlo ad esortare i compagni della minoranza: «Non pretendo che diventiamo Che Guevara, ma almeno il cane Balto…». Ci vuole coraggio sul Quirinale e una posizione comune: è il suo appello, ricorrendo all’immagine del cane che salvò negli anni Venti un villaggio trasportando la penicillina attraverso le montagne dell’Alaska.
«Troppo spuria, non parlo se la mia lingua non viene compresa », saluta Bindi. Civati alza il tiro: «Una platea eterogenea, in cui avevi i “controllori” accanto. Comunque se nasce il Partito del Nazareno, chiaro che io non ci sto e farò il Partito Berlinguer. E non voto un presidente della Repubblica garante del Patto del Nazareno». «Ci sono quelli che sull’Italicum hanno votato copia conforme a quanto chiedeva Renzi: e allora qui, cosa ci stanno a fare?», scappa via una bersaniana rimasta solo per la relazione di Miguel Gotor. Preoccupazione tanta sul Pd «geneticamente modificato e trasformista», divisioni altrettante. Le minoranze si aggiornano, e parte il tam tam di una cena dei bersaniani.
Il clima è teso. Bersani attacca Stefano Esposito, il senatore che ha presentato il maxi emendamento- ghigliottina: «Dare del parassita a Corsini, Gotor, Mucchetti, è pericoloso. È gente per bene che non chiede niente e va trattata con rispetto. Se viene meno il rispetto è finita». Esposito chiederà subito dopo scusa per avere usato il termine “parassita” nei confronti dei dissidenti dem che stanno conducendo la battaglia contro la nuova legge elettorale: «Riconosco di avere sbagliato…». Cerca di abbassare i toni il vice segretario Lorenzo Guerini e nega che ci sia un cambio di maggioranza in corso con il reclutamento di Forza Italia. Però nella riunione dei 140 pesa il giudizio di Renzi che ha detto: «La minoranza Pd è ininfluente sul risultato delle riforme». L’assemblea non arriva a una conclusione comune. Roberto Speranza, capogruppo dem e leader di Area riformista, corrente no-Renzi, la volge in positivo: «Dai 140 arriva la domanda di unità. Su un profilo di grandissima autorevolezza il partito sarà unito, niente mediazioni al ribasso».
Pessimista Boccia che teme il Pd finisca dentro un baratro: «Fermiamoci prima. È chiaro anche a un bambino che il Pd è lacerato, ma se si precipita si precipita insieme. Sul presidente della Repubblica troviamo unità». L’allarme cresce e molti citano l’addio di Cofferati al Pd e i brogli alle primarie genovesi. Cesare Damiano, presidente dalla commissione Lavoro della Camera, ironizza: «Non vorrei trovarmi in una Grande Coalizione alla tedesca a mia insaputa. Sarebbe inaccettabile ».

Da La Repubblica del 22/01/2015.

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 11:58
da soloo42001
Esattamente.

Sembra non voler percepire la gravità di quanto sta accadendo.

A lui personalmente.
Alla sua "casa".
Ai suoi elettori beffeggiati da questo mascalzone che ha usato il PD come rampa di lancio.
Al Paese, perchè una volta approvata questa legge elettorale, il sistema politico ne risulterà gravemente stravolto.

E, una volta che si sarà insediato questo nuovo CDX renziano in Parlamento, hai voglia poi a cercare una maggioranza alternative per rifare la legge elettorale.

Stiamo perdendo l'opportunità storica di sistemare il guasto del Procellum.
O meglio, noi la stiamo perdendo.
R&B la stanno usando per dispiegare uno schema ancora peggiore.

E per Bersani & Co la priorità è la ditta, la casa, l'unitarietà, ... ?
Diciamo che non gliene frega un caXXo e punto.


soloo42000

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 16:46
da camillobenso
IL PD VA' ALLA GUERRA



Pd e Quirinale, Fassina accusa Renzi:
«Fu lui il capo dei 101»



E volete chiamarla un'accusa da poco?


Quello che ci chiediamo è : Perché adesso renderlo noto, se è vero?

^^^^

Il deputato della minoranza dem: non è un segreto che l’attuale premier abbia guidato chi bloccò Prodi

DALL'ITALIA
Fassina: «Matteo Renzi è il capo dei 101»
«Non è un segreto» | Vista / Alexander Jakhnagiev - CorriereTv
video

http://video.corriere.it/fassina-matteo ... f724099eb6

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 16:56
da camillobenso
IL PD VA' ALLA GUERRA


La replica di Guerini: «Una sciocchezza incredibile»



FRONTE DEL COLLE
Come non votare un capo dello Stato L’agguato dei 101 (che furono di più)
Vennero impallinati Marini e Prodi e sconfitto Bersani. Non restò che rivolgersi a Napolitano. La candidatura di Romano Prodi fu l’acme della dissoluzione dei dem
di Pierluigi Battista
Pier Luigi Bersani visibilmente commosso con Guglielmo Epifani (sotto) in aula durante la proclamazione di Giorgio Napolitano a nuovo presidente della Repubblica, il 20 aprile 2013 (Ansa/Lami) shadow
Una disfatta istituzionale. Una catastrofe politica. Il punto più basso nella vita dei partiti italiani, rissosi, dilaniati dalle faide intestine. Un esempio da manuale di cosa «non» bisogna fare per eleggere un presidente della Repubblica. Una discesa indecente nell’impotenza politica per fortuna riscattata dalla disponibilità di Giorgio Napolitano a risalire i gradini del Quirinale, non prima però di aver sferzato i partiti in Parlamento, plaudenti e grati per lo scampato pericolo: ecco l’amara lezione del 2013.
Dalle urne non era uscito un vero vincitore. Tecnicamente sì, grazie al Porcellum: il Pd, che per poche migliaia di voti di scarto, si era accaparrato un numero abnorme di deputati come premio alla prima coalizione. Non solo, dalle urne era scomparso il bipolarismo che aveva innervato il sistema politico della Seconda Repubblica. Per l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi nel 1999 la scelta fu di una candidatura di unità nazionale, scelta da entrambi gli schieramenti. Per quella di Giorgio Napolitano, la scelta avvenne invece a maggioranza semplice, con il centrosinistra a favore e il centrodestra contro. Con un dettaglio decisivo: che la coalizione di centrosinistra, vincente sia pur per un soffio, aveva raggiunto circa il 50 per cento dei voti popolari. Ora nel 2013, la coalizione vincente (Pd più Sel) con circa il 30 per cento dei voti è una maggioranza numerica che descrive una forte minoranza di voti reali. Tutto si complica. Dal voto del febbraio il bipolarismo era uscito distrutto.
FRONTE DEL COLLE
Come non votare un capo dello Stato L’agguato dei 101 (che furono di più)
Vennero impallinati Marini e Prodi e sconfitto Bersani. Non restò che rivolgersi a Napolitano. La candidatura di Romano Prodi fu l’acme della dissoluzione dei dem
di Pierluigi Battista
Pier Luigi Bersani visibilmente commosso con Guglielmo Epifani (sotto) in aula durante la proclamazione di Giorgio Napolitano a nuovo presidente della Repubblica, il 20 aprile 2013 (Ansa/Lami) Pier Luigi Bersani visibilmente commosso con Guglielmo Epifani (sotto) in aula durante la proclamazione di Giorgio Napolitano a nuovo presidente della Repubblica, il 20 aprile 2013 (Ansa/Lami) shadow
Una disfatta istituzionale. Una catastrofe politica. Il punto più basso nella vita dei partiti italiani, rissosi, dilaniati dalle faide intestine. Un esempio da manuale di cosa «non» bisogna fare per eleggere un presidente della Repubblica. Una discesa indecente nell’impotenza politica per fortuna riscattata dalla disponibilità di Giorgio Napolitano a risalire i gradini del Quirinale, non prima però di aver sferzato i partiti in Parlamento, plaudenti e grati per lo scampato pericolo: ecco l’amara lezione del 2013.
Dalle urne non era uscito un vero vincitore. Tecnicamente sì, grazie al Porcellum: il Pd, che per poche migliaia di voti di scarto, si era accaparrato un numero abnorme di deputati come premio alla prima coalizione. Non solo, dalle urne era scomparso il bipolarismo che aveva innervato il sistema politico della Seconda Repubblica. Per l’elezione di Carlo Azeglio Ciampi nel 1999 la scelta fu di una candidatura di unità nazionale, scelta da entrambi gli schieramenti. Per quella di Giorgio Napolitano, la scelta avvenne invece a maggioranza semplice, con il centrosinistra a favore e il centrodestra contro. Con un dettaglio decisivo: che la coalizione di centrosinistra, vincente sia pur per un soffio, aveva raggiunto circa il 50 per cento dei voti popolari. Ora nel 2013, la coalizione vincente (Pd più Sel) con circa il 30 per cento dei voti è una maggioranza numerica che descrive una forte minoranza di voti reali. Tutto si complica. Dal voto del febbraio il bipolarismo era uscito distrutto.


http://www.corriere.it/politica/special ... 9eb6.shtml

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 17:47
da erding
camillobenso ha scritto:IL PD VA' ALLA GUERRA



Pd e Quirinale, Fassina accusa Renzi:
«Fu lui il capo dei 101»



E volete chiamarla un'accusa da poco?


Quello che ci chiediamo è : Perché adesso renderlo noto, se è vero?

Non so Fassina quali prove possa avere. Comunque, se lo sostiene, avrà i sui buoni motivi.
Ormai siamo assuefatti a tutto: Si può accusare senza conseguenze
ne per l'accusatore, se accusa il falsa, ne per l'accusato, se l'accusa è vera.
In questa Italia non c'è più nulla di serio.

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 17:59
da soloo42001
à la guerre comme à la guerre


Lo sapevano(mo) tutti dal 2013.
Ma non avevano (e non hanno) prove.
E poi Bersani le aveva sbagliate tutte, ma proprio tutte dal 2011 in avanti, da Monti a Prodi.

Magari speravano che Renzi, una volta preso il controllo, si sarebbe dato una calmata.
E invece si sta dimostrando, come disse Marini nel 2013, un "arrivista che assolutamente non deve avere alcun potere".
Un po' come il Commodo nel film Il Gladiatore.

Adesso che hanno realizzato e iniziano a temere per se stessi
(mica per noialtri) allora forse cominceranno le danze.
Qualcuno, vedi Bersani, fa il "leale".
Qualcun altro cercherà di farlo ballare durante l'elezione del PDR.

A noi, credo, non interessa "perchè" Fassina si oppone adesso, o quali prove abbia del complotto dei 101.
Sappiamo che non può averne di oggettive.
E tuttavia sappiamo anche che senza la benedizione presidenziale dello schema di larghe intese,
nonchè la demolizione sistematica degli avversari interni al PD (mediante delegittimazione e dileggio: non ricorda nulla a noi forumisti questa tecnica?), Renzi starebbe ancora a fare il boy scout.

A noi, credo, interessa SE e COME decideranno di impedire l'elezione del Presidente del Nazareno.

Un passo alla volta, questo è il prossimo.

E, BTW, la legge elettorale ha davanti a se ancora l'approvazione di migliaia di emendamenti, e poi un altro passaggio alla Camera.
Così come la riforma costituzionale deve fare, a testo invariato, 4 passaggi e poi il referendum.

La GUERRA si combatte una battaglia alla volta.

Ciwati, Fassina & Co farebbero bene a cercare alleati, organizzarsi e dotarsi di elmetto e fucile.
Se sopravvivono si saranno anche "guadagnati i galloni", come si dice nelle aziende vere.
Quelle dove si lavora lottando contro il mercato e lo stato cialtrone, non quelle padronali da
cui provengono B&R.


soloo42000

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 18:25
da camillobenso
E poi Bersani le aveva sbagliate tutte, ma proprio tutte dal 2011 in avanti, da Monti a Prodi.
soloo42001

Bisognerebbe sapere chi gli ha proposto questo?

https://www.youtube.com/watch?v=FfkVRqBylpc

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 18:40
da iospero
riguardo alle riforme costituzionali

facciano tutti gli inciuci che vogliono, ma arriveremo al referendum e a quel punto bisogna avere la forza per dire NO[/size

Finora dai sondaggi la maggiorparte è contraria a quanto stanno facendo e allora, dopo aver perso tanto tempo,

sarebbe l'ora di mandarli tutti a casa.

Re: COME VA IL PD

Inviato: 22/01/2015, 20:43
da camillobenso
Se per combinazione potete collegarvi sulla 7 a Otto e mezzo, Matteo Orfini sfida Padellaro e Pietrangelo Buttafuoco sul governo RENZI-BERLUSCONI.

Nei preliminari:

Gruber verso Orfini:

Quando ci sarà il governo Renzi - Berlusconi?

Risposta:

Non ci sarà mai.


Padellaro:

E' giù nei fatti