Re: La Terza Guerra Mondiale
Inviato: 30/05/2017, 22:00
I 13.600 cannoni della Corea del Nord: "A Seul 60mila morti in 24 ore"
Lo strumento più potente della Corea del Nord è l’artiglieria, solo in parte schierata al confine con il Sud.
Franco Iacch - Mar, 30/05/2017 - 18:49
Il missile testato poche ore fa dalla Corea del Nord, alla presenza di Kim Jong Un, è un nuovo sistema balistico a corto raggio a guida terminale di precisione. E’ quanto si legge in una nota della Korean Central News Agency. Secondo la KCNA, il nuovo missile testato implementava un “nuovo sistema di guida di precisione”.
Si tratterebbe del medesimo missile, variante Scud ER, svelato durante la parata militare del 15 aprile scorso, per commemorare il 105 ° anniversario della nascita di Kim Il-sung, fondatore del paese e nonno dell’attuale leader, Kim Jong-un. Il missile, decollato da Wonsan, avrebbe volato per 450 km colpendo l’area designata, al largo della costa orientale della Corea del Nord, con “una margine di errore di sette metri”. Nel comunicato non viene utilizzato un gergo tecnico, ma per definizione la Probabilità di Errore Circolare è la distanza tra il bersaglio designato e l'effettivo punto d'impatto del sistema d’arma. Minore la CEP, maggiore sarà la precisione del missile.
Il messaggio di Kim
“Svilupperemo armi sempre più potenti per difendere la Corea del Nord dagli Stati Uniti. Mai come adesso il nostro spirito è forte nel raggiungere tali obiettivi ed inviare un regalo agli Yankees in rappresaglia alle loro provocazioni. Ogni volta che trasmettiamo i nostri preziosi successi, gli Yankees continuano a preoccuparsi, così come cresce il nostro disprezzo per i gangster dell'esercito marionetta sudcoreano, sempre più scoraggiati”.
Il nuovo missile di precisione
Secondo la KCNA, il nuovo Hwasong (nome della Corea del Nord dato ai missili Scud) utilizza il carburante liquido, ma il suo “processo preparatorio è stato reso più celere grazie al nuovo livello di automatizzazione raggiunto”. Nella tecnologia a freddo, il missile è espulso dalla piattaforma di lancio tramite aria compressa. Nei sottomarini, ad esempio, l’accensione del primo stadio o fase di spinta, avviene dopo aver superato la superficie marina: il missile, avvolto da una bolla di gas, non tocca mai l’acqua. I vantaggi sono innegabili. Nel caso del Pukguksong-2 lanciato da terra, viene meno la componente progettata per dissipare il calore ed i fumi di scarico generati dal lancio del missile. L’immediato processo iniziale del lancio è difficilmente rilevabile dalla rete satellitare. Tuttavia, l’espulsione a freddo è influenzata nella sua fase di espulsione dai forti venti che ne possono alterare la precisione. Il propellente solido, invece, conferisce immediati tempi di reazione e prontezza di funzionamento. Il combustibile premiscelato in forma solida viene stivato direttamente nel missile. Avviato il processo di accensione, questo non può essere modificato o disattivato a differenza di quanto avviene nel combustibile allo stato liquido. Il flusso di carburante allo stato liquido può essere controllato così come la quantità di spinta prodotta può essere regolata, attivata o disattivata. I missili a combustibile liquido sono alimentati sul sito di lancio in un processo che può durare delle ore e che richiede diversi veicoli di supporto.
Se il nuovo sistema di guida del missile e gli accorgimenti aerodinamici come le superfici di controllo venissero confermati, la Corea del Nord potrebbe estendere tale tecnologia anche alla famiglia Nodong. Se a Pyongyang venisse riconosciuta una capacità missilistica di precisione, ad oggi ritenuta dubbia, questa imporra una rivisitazione dei piani d’attacco degli Stati Uniti e degli alleati nella regione, poiché la manovrabilità terminale potrebbe superare (in caso di un singolo massiccio attacco) i sistemi di difesa presenti in Giappone ed in Corea del Nord.
E’ innegabile un costante progresso nel programma missilistico balistico. Nel solo mese di maggio, la Corea del Nord ha lanciato un missile alla settimana.
13600 cannoni pronti a cancellare Seul
Tra poche ore il Pentagono tenterà di intercettare nello spazio un missile balistico (c’è molta apprensione per la riuscita del test), mentre giovedì prossimo il Gruppo da Battaglia della Nimitz farà rotta verso il Pacifico occidentale unendosi alle portaerei Carl Vinson e Ronald Reagan. Tre portaerei e relativi Gruppi da Battaglia, almeno sei sottomarini oltre a caccia, bombardieri strategici e convenzionali schierati a terra teoricamente in posizione d’attacco. E' una potenza non indifferente, ma servirà a scoraggiare la Corea del Nord? Si scoraggia un nemico sole se quest'ultimo si sente veramente minacciato. Ed avere tre gruppi da battaglia e non utilizzarli, invierebbe un messaggio ambiguo. La decisione di Trump, ritenuta senza precedenti, è un avvertimento alla Corea del Nord dal compiere ulteriori test nucleari e missilistici. Con un ragionevole grado di certezza, qualora scoppiasse un conflitto, Seul andrebbe perduta con lanci di rappresaglia in Corea del Sud ed in Giappone. L’equipaggiamento militare di Pyongyang è ritenuto obsoleto, ma ciò non gli impedirebbe di scatenare su Seoul uno sbarramento di artiglieria devastante. Se scoppiasse un conflitto, né l'esercito degli Stati Uniti, né le forze della Corea del Sud potrebbero sperare di azzerare tale minaccia, stimata in 13600 cannoni di diverso calibro pari (in linea teorica) a mezzo milione di granate in poco meno di sessanta minuti. Lo strumento più potente della Corea del Nord è l’artiglieria, solo in parte schierata al confine con la Corea del Sud. Tuttavia, l’artiglieria di Pyongyang è afflitta da un alto tasso di malfunzionamenti dovuto alle munizioni indigene ed allo scarso addestramento delle unità. Secondo Stratfor, il 25 per cento delle munizioni d’artiglieria della Corea del Nord non esplode sul bersaglio. Dubbi anche sulla cadenza di fuoco e sulla precisione dei sistemi.
Il rateo di fuoco sostenuto è fondamentale per i sistemi di artiglieria: maggior numero di colpi sul bersaglio nel più breve tempo possibile prima di essere identificati e distrutti. Diverso il punto sui moderni sistemi a lungo raggio, come il lanciarazzi multiplo da 300 mm con una presunta gittata di 125 miglia: per potenza eguaglierebbe il BM-30 russo. Identificato durante l’ultima parata militare, è stato messo in produzione di massa dal regime da due anni. La Corea del Nord potrebbe quindi colpire Seul che si trova soltanto a 35 miglia dalla zona smilitarizzata con un fuoco di sbarramento pesante. Tatticamente parlando, un MLRS è più pratico ed economico rispetto ad un missile.
L’aspetto nucleare della testata del missile, potrebbe essere tranquillamente sostituto da granate d’artiglieria combinate con armi chimiche. Secondo la Nuclear Threat Initiative, la riserva della Nord oscilla tra le 2500 e le 5000 tonnellate di agenti chimici. Il Paese sarebbe in grado di produrre agenti nervini come il Sarin ed il VX. Questi ultimi sono ritenuti al centro della produzione di armi chimiche del Paese. Se Pyongyang utilizzasse proprio tali asset e li esponesse al rilevamento ed al fuoco di contro-batteria, sarebbero certamente utilizzati nel targeting indiscriminato della capitale e dei suoi sobborghi.
I missili per la rappresaglia
Sarebbero oltre mille, infine, i missili balistici nell’arsenale della Corea del Nord, compresi gli Scud e le versioni indigene a lungo raggio Nodong e Taepodong, potenzialmente in grado di colpire qualsiasi parte della Corea del Sud. I missili balistici fornirebbero una significativa potenza di fuoco supplementare diretta contro Seul e le postazioni militari statunitensi al di là della penisola coreana, come ad esempio in Giappone. Pyongyang potrebbe certamente imbarcare testate a diverso rendimento fino a ad un Kt con esplosivo ad alto potenziale e non convenzionali. I missili, a causa della carenze negli attuali sistemi di guida, verrebbero certamente indirizzati contro i centri urbani come atto di ritorsione. Diverso il ricorso ad un potenziale attacco con testate nucleari. Le stime sono discordanti. Probabilmente due, forse cinque già imbarcate sui Nodong. Tuttavia, un singolo attacco nucleare contro un centro urbano della Corea del Sud si tradurrebbe in un disastro catastrofico ed attiverebbe, irrimediabilmente, la linea leggera e pesante Ohio degli Stati Uniti, sempre in posizione di lancio. La ritorsione non convenzionale della Corea del Nord, innescherebbe un contesto da giorno del giudizio con conseguenze inimmaginabili.
Lo strumento più potente della Corea del Nord è l’artiglieria, solo in parte schierata al confine con il Sud.
Franco Iacch - Mar, 30/05/2017 - 18:49
Il missile testato poche ore fa dalla Corea del Nord, alla presenza di Kim Jong Un, è un nuovo sistema balistico a corto raggio a guida terminale di precisione. E’ quanto si legge in una nota della Korean Central News Agency. Secondo la KCNA, il nuovo missile testato implementava un “nuovo sistema di guida di precisione”.
Si tratterebbe del medesimo missile, variante Scud ER, svelato durante la parata militare del 15 aprile scorso, per commemorare il 105 ° anniversario della nascita di Kim Il-sung, fondatore del paese e nonno dell’attuale leader, Kim Jong-un. Il missile, decollato da Wonsan, avrebbe volato per 450 km colpendo l’area designata, al largo della costa orientale della Corea del Nord, con “una margine di errore di sette metri”. Nel comunicato non viene utilizzato un gergo tecnico, ma per definizione la Probabilità di Errore Circolare è la distanza tra il bersaglio designato e l'effettivo punto d'impatto del sistema d’arma. Minore la CEP, maggiore sarà la precisione del missile.
Il messaggio di Kim
“Svilupperemo armi sempre più potenti per difendere la Corea del Nord dagli Stati Uniti. Mai come adesso il nostro spirito è forte nel raggiungere tali obiettivi ed inviare un regalo agli Yankees in rappresaglia alle loro provocazioni. Ogni volta che trasmettiamo i nostri preziosi successi, gli Yankees continuano a preoccuparsi, così come cresce il nostro disprezzo per i gangster dell'esercito marionetta sudcoreano, sempre più scoraggiati”.
Il nuovo missile di precisione
Secondo la KCNA, il nuovo Hwasong (nome della Corea del Nord dato ai missili Scud) utilizza il carburante liquido, ma il suo “processo preparatorio è stato reso più celere grazie al nuovo livello di automatizzazione raggiunto”. Nella tecnologia a freddo, il missile è espulso dalla piattaforma di lancio tramite aria compressa. Nei sottomarini, ad esempio, l’accensione del primo stadio o fase di spinta, avviene dopo aver superato la superficie marina: il missile, avvolto da una bolla di gas, non tocca mai l’acqua. I vantaggi sono innegabili. Nel caso del Pukguksong-2 lanciato da terra, viene meno la componente progettata per dissipare il calore ed i fumi di scarico generati dal lancio del missile. L’immediato processo iniziale del lancio è difficilmente rilevabile dalla rete satellitare. Tuttavia, l’espulsione a freddo è influenzata nella sua fase di espulsione dai forti venti che ne possono alterare la precisione. Il propellente solido, invece, conferisce immediati tempi di reazione e prontezza di funzionamento. Il combustibile premiscelato in forma solida viene stivato direttamente nel missile. Avviato il processo di accensione, questo non può essere modificato o disattivato a differenza di quanto avviene nel combustibile allo stato liquido. Il flusso di carburante allo stato liquido può essere controllato così come la quantità di spinta prodotta può essere regolata, attivata o disattivata. I missili a combustibile liquido sono alimentati sul sito di lancio in un processo che può durare delle ore e che richiede diversi veicoli di supporto.
Se il nuovo sistema di guida del missile e gli accorgimenti aerodinamici come le superfici di controllo venissero confermati, la Corea del Nord potrebbe estendere tale tecnologia anche alla famiglia Nodong. Se a Pyongyang venisse riconosciuta una capacità missilistica di precisione, ad oggi ritenuta dubbia, questa imporra una rivisitazione dei piani d’attacco degli Stati Uniti e degli alleati nella regione, poiché la manovrabilità terminale potrebbe superare (in caso di un singolo massiccio attacco) i sistemi di difesa presenti in Giappone ed in Corea del Nord.
E’ innegabile un costante progresso nel programma missilistico balistico. Nel solo mese di maggio, la Corea del Nord ha lanciato un missile alla settimana.
13600 cannoni pronti a cancellare Seul
Tra poche ore il Pentagono tenterà di intercettare nello spazio un missile balistico (c’è molta apprensione per la riuscita del test), mentre giovedì prossimo il Gruppo da Battaglia della Nimitz farà rotta verso il Pacifico occidentale unendosi alle portaerei Carl Vinson e Ronald Reagan. Tre portaerei e relativi Gruppi da Battaglia, almeno sei sottomarini oltre a caccia, bombardieri strategici e convenzionali schierati a terra teoricamente in posizione d’attacco. E' una potenza non indifferente, ma servirà a scoraggiare la Corea del Nord? Si scoraggia un nemico sole se quest'ultimo si sente veramente minacciato. Ed avere tre gruppi da battaglia e non utilizzarli, invierebbe un messaggio ambiguo. La decisione di Trump, ritenuta senza precedenti, è un avvertimento alla Corea del Nord dal compiere ulteriori test nucleari e missilistici. Con un ragionevole grado di certezza, qualora scoppiasse un conflitto, Seul andrebbe perduta con lanci di rappresaglia in Corea del Sud ed in Giappone. L’equipaggiamento militare di Pyongyang è ritenuto obsoleto, ma ciò non gli impedirebbe di scatenare su Seoul uno sbarramento di artiglieria devastante. Se scoppiasse un conflitto, né l'esercito degli Stati Uniti, né le forze della Corea del Sud potrebbero sperare di azzerare tale minaccia, stimata in 13600 cannoni di diverso calibro pari (in linea teorica) a mezzo milione di granate in poco meno di sessanta minuti. Lo strumento più potente della Corea del Nord è l’artiglieria, solo in parte schierata al confine con la Corea del Sud. Tuttavia, l’artiglieria di Pyongyang è afflitta da un alto tasso di malfunzionamenti dovuto alle munizioni indigene ed allo scarso addestramento delle unità. Secondo Stratfor, il 25 per cento delle munizioni d’artiglieria della Corea del Nord non esplode sul bersaglio. Dubbi anche sulla cadenza di fuoco e sulla precisione dei sistemi.
Il rateo di fuoco sostenuto è fondamentale per i sistemi di artiglieria: maggior numero di colpi sul bersaglio nel più breve tempo possibile prima di essere identificati e distrutti. Diverso il punto sui moderni sistemi a lungo raggio, come il lanciarazzi multiplo da 300 mm con una presunta gittata di 125 miglia: per potenza eguaglierebbe il BM-30 russo. Identificato durante l’ultima parata militare, è stato messo in produzione di massa dal regime da due anni. La Corea del Nord potrebbe quindi colpire Seul che si trova soltanto a 35 miglia dalla zona smilitarizzata con un fuoco di sbarramento pesante. Tatticamente parlando, un MLRS è più pratico ed economico rispetto ad un missile.
L’aspetto nucleare della testata del missile, potrebbe essere tranquillamente sostituto da granate d’artiglieria combinate con armi chimiche. Secondo la Nuclear Threat Initiative, la riserva della Nord oscilla tra le 2500 e le 5000 tonnellate di agenti chimici. Il Paese sarebbe in grado di produrre agenti nervini come il Sarin ed il VX. Questi ultimi sono ritenuti al centro della produzione di armi chimiche del Paese. Se Pyongyang utilizzasse proprio tali asset e li esponesse al rilevamento ed al fuoco di contro-batteria, sarebbero certamente utilizzati nel targeting indiscriminato della capitale e dei suoi sobborghi.
I missili per la rappresaglia
Sarebbero oltre mille, infine, i missili balistici nell’arsenale della Corea del Nord, compresi gli Scud e le versioni indigene a lungo raggio Nodong e Taepodong, potenzialmente in grado di colpire qualsiasi parte della Corea del Sud. I missili balistici fornirebbero una significativa potenza di fuoco supplementare diretta contro Seul e le postazioni militari statunitensi al di là della penisola coreana, come ad esempio in Giappone. Pyongyang potrebbe certamente imbarcare testate a diverso rendimento fino a ad un Kt con esplosivo ad alto potenziale e non convenzionali. I missili, a causa della carenze negli attuali sistemi di guida, verrebbero certamente indirizzati contro i centri urbani come atto di ritorsione. Diverso il ricorso ad un potenziale attacco con testate nucleari. Le stime sono discordanti. Probabilmente due, forse cinque già imbarcate sui Nodong. Tuttavia, un singolo attacco nucleare contro un centro urbano della Corea del Sud si tradurrebbe in un disastro catastrofico ed attiverebbe, irrimediabilmente, la linea leggera e pesante Ohio degli Stati Uniti, sempre in posizione di lancio. La ritorsione non convenzionale della Corea del Nord, innescherebbe un contesto da giorno del giudizio con conseguenze inimmaginabili.