quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
ricevuto stamattina:
Lettera di Bersani agli elettori delle primarie Italia Bene Comune.
Cara elettrice, Caro elettore,
Con le primarie abbiamo bucato il muro del silenzio che per anni aveva circondato le nostre iniziative. Ma il metodo dell’apertura e della partecipazione è stato lo stesso che il Partito Democratico ha utilizzato per preparare nel tempo i documenti programmatici che oggi ci consentono di proporci con consapevolezza e fondatezza alla guida del Paese. Lo stesso che ci ha consentito di vincere le elezioni amministrative e di prendere la guida delle grandi città, nel Mezzogiorno, come in tutto il Nord. Lo stesso che ci ha consentito di contribuire in modo determinante alla caduta di Berlusconi.
Per il bene del Paese abbiamo sostenuto un governo di transizione. Lo abbiamo fatto lealmente e con trasparenza, anche se non tutto ciò che è stato fatto ci è piaciuto. Sappiamo bene, perché noi democratici viviamo in mezzo alla realtà comune dei nostri concittadini, quale sia oggi la sofferenza, il disagio, la sfiducia. Conosciamo la realtà e non la nascondiamo dietro rappresentazioni di comodo. Ma conosciamo anche le energie positive che l’Italia può mobilitare per una riscossa.
Ora dunque bisogna andare oltre l’esperienza del governo di transizione, ci vogliono più lavoro, più equità, più giustizia sociale. Senza raccontare favole o promettere miracoli, sappiamo che tutti insieme possiamo costruire tempi migliori. Ci vorranno riforme per mettere pulizia nella vita pubblica, per fare crescere l’occupazione, per garantire i servizi rafforzandoli per le persone e le famiglie più deboli ed esposte.
Per ottenere questi risultati il Paese ha bisogno di un governo stabile. Il cammino per la ricostruzione del Paese sarà lungo. Solo il Pd e il centrosinistra oggi sono in grado di offrire questa prospettiva e di caricarsi di questa responsabilità.
Per questa ragione c’è bisogno di una mobilitazione straordinaria. Voi avete già partecipato alla costruzione di un nuovo modo di fare politica, attraverso il voto alle primarie. Ora potete essere decisivi con il vostro impegno a sostenere il Partito Democratico alle elezioni politiche.
Il 24 e 25 febbraio ci sarà la sfida alla quale ci stiamo preparando da tempo. La tua iniziativa personale sarà il valore aggiunto che potremo portare nei giorni finali della campagna elettorale.
Pier Luigi Bersani
Puoi comunicare come vuoi essere informato e come vuoi attivarti per collaborare alla nostra campagna elettorale. Di seguito trovi il link per il questionario che puoi compilare, la data limite è martedì 5 febbraio.
https://www.research.net/s/CZM3TX6?idele=173510
Lettera di Bersani agli elettori delle primarie Italia Bene Comune.
Cara elettrice, Caro elettore,
Con le primarie abbiamo bucato il muro del silenzio che per anni aveva circondato le nostre iniziative. Ma il metodo dell’apertura e della partecipazione è stato lo stesso che il Partito Democratico ha utilizzato per preparare nel tempo i documenti programmatici che oggi ci consentono di proporci con consapevolezza e fondatezza alla guida del Paese. Lo stesso che ci ha consentito di vincere le elezioni amministrative e di prendere la guida delle grandi città, nel Mezzogiorno, come in tutto il Nord. Lo stesso che ci ha consentito di contribuire in modo determinante alla caduta di Berlusconi.
Per il bene del Paese abbiamo sostenuto un governo di transizione. Lo abbiamo fatto lealmente e con trasparenza, anche se non tutto ciò che è stato fatto ci è piaciuto. Sappiamo bene, perché noi democratici viviamo in mezzo alla realtà comune dei nostri concittadini, quale sia oggi la sofferenza, il disagio, la sfiducia. Conosciamo la realtà e non la nascondiamo dietro rappresentazioni di comodo. Ma conosciamo anche le energie positive che l’Italia può mobilitare per una riscossa.
Ora dunque bisogna andare oltre l’esperienza del governo di transizione, ci vogliono più lavoro, più equità, più giustizia sociale. Senza raccontare favole o promettere miracoli, sappiamo che tutti insieme possiamo costruire tempi migliori. Ci vorranno riforme per mettere pulizia nella vita pubblica, per fare crescere l’occupazione, per garantire i servizi rafforzandoli per le persone e le famiglie più deboli ed esposte.
Per ottenere questi risultati il Paese ha bisogno di un governo stabile. Il cammino per la ricostruzione del Paese sarà lungo. Solo il Pd e il centrosinistra oggi sono in grado di offrire questa prospettiva e di caricarsi di questa responsabilità.
Per questa ragione c’è bisogno di una mobilitazione straordinaria. Voi avete già partecipato alla costruzione di un nuovo modo di fare politica, attraverso il voto alle primarie. Ora potete essere decisivi con il vostro impegno a sostenere il Partito Democratico alle elezioni politiche.
Il 24 e 25 febbraio ci sarà la sfida alla quale ci stiamo preparando da tempo. La tua iniziativa personale sarà il valore aggiunto che potremo portare nei giorni finali della campagna elettorale.
Pier Luigi Bersani
Puoi comunicare come vuoi essere informato e come vuoi attivarti per collaborare alla nostra campagna elettorale. Di seguito trovi il link per il questionario che puoi compilare, la data limite è martedì 5 febbraio.
https://www.research.net/s/CZM3TX6?idele=173510
Re: quo vadis PD ????
ROMA - Una maggioranza e un governo con Monti? Certo, perché no. Ma con dentro Niki Vendola. Perché, questo il punto decisivo, quella maggioranza e quel governo «devono fare anche cose di sinistra»; le coseche servono all’Italia. Senza enfasi ma in maniera assai netta e determinata, Massimo D’Alema spiega qual è il senso di marcia verso il dopo urne del Pd e del centrosinistra. Il dialogo con l’attuale premier e con le forze centriste va bene: «Per il Pd si tratta di una conferma», taglia corto. «Io in particolare sono convinto da moltissimo tempo che l’unica prospettiva seria per l’Italia si fonda su un governo basato sul rapporto tra progressisti e moderati. Sono lieto che quella prospettiva comincia ad affermarsi».
Tuttavia, presidente, la novità sta nel fatto che adesso anche Monti usa termini in qualche modo vicini ai vostri.
«Vede, io penso che le campagne elettorali non vanno mai prese molto sul serio perché la gente fa propaganda. Ora la propaganda è legittima ma certamente non può sostituire la politica. Forse non essendo candidato mi sento meno obbligato a fare propaganda... Ebbene la politica dice che l’unica maggioranza in grado di dare una prospettiva al Paese e di rappresentare con forza l’Italia nello scenario internazionale è una maggioranza ampia, rappresentativa e guidata dal Pd. Ma - fattore decisivo di cui Monti ancora fatica a prendere consapevolezza - deve essere una maggioranza che comprenda anche la sinistra perché deve assolutamente fare anche cose di sinistra: ridistribuire la ricchezza in modo più equo; promuovere lavoro e giustizia sociale. Il punto vero è che una maggioranza siffatta deve avere come bussola un programma in grado di unire gli aspetti migliori del centro democratico ai valori propri della sinistra. Con una postilla altrettanto fondamentale: che questo asse di governo regge solo se è incardinato su un grande partito, il Pd. Questo è il vero fatto nuovo dell’attuale campagna elettorale».
Fatto nuovo, presidente? Lei conosce già la critica allo scenario che sta tratteggiando: riproposizione dell’Unione stavolta da Monti a Vendola; che porterà agli stessi disastrosi esiti.
«Di che parliamo, scusi? L’Unione era costituita da undici sigle in rappresentanza di altrettanti partiti. Stavolta è diverso. Tra l’altro vorrei ricordare che coloro - come Diliberto, Ferrero ed altri - che adesso, dietro l’usbergo del dottor Ingroia, strepitano stracciandosi le vesti proclamando che non si può governare con Monti sono gli stessi che ai tempi dell’Unione governavano con Mastella. Non mi pare che possano accampare tutte queste purezze».
Dunque la novità è la forza centrale del Pd. Sicuro che sia sufficiente per convincere gli italiani?
«Penso di sì; mi auguro di sì. La prospettiva di governo che offriamo al vaglio degli elettori non si fonda sulla sommatoria di un pulviscolo di sigle bensì è imperniata su un grande partito, il nostro. La vera scommessa delle elezioni sta qui, nella possibilità del Pd di affermarsi come elemento di garanzia della stabilità e anche della possibilità di realizzare una maggioranza ampia. Del resto non c’è alternativa. L’altra strada infatti, vedrebbe prevalere la frammentazione che esporrebbe il Paese a rischi drammatici. Non a caso è la prospettiva sulla quale punta Berlusconi».
Veramente Berlusconi sostiene il contrario. Si batte per il voto utile: o il Pdl o il Pd, e niente ai piccoli partiti...
«Lasciamo stare. La verità è che nel suo cinismo e nella sua sfrenata demagogia Berlusconi fa un calcolo preciso: se il voto si disperde, anche solo con il 27-28 per cento lui può arrivare a prendere il 55 per cento dei seggi in Parlamento. Per il Paese significherebbe un disastro».
Mettiamola così: su quella prospettiva qualche segnale dai mercati è già arrivato e non è stato propriamente positivo...
«Allora diciamo questo: se prede corpo uno scenario in cui il voto si disperde nei vari rivoli della protesta, ci ritroveremmo Berlusconi e la Lega che con il 28 per cento dei voti si accaparrano il premio di maggioranza. Sarebbe il crollo del Paese. Lo dico perché è necessario richiamare tutti alle proprie responsabilità. Vede, la campagna elettorale è cominciata come se si trattasse di andare ad una scampagnata: ebbene non è così, è in gioco il futuro dell’Italia, la reale posta in palio è questa. E noi siamo la forza fondamentale, l’unica in grado di garantire la stabilità. Vogliamo dare vita ad un governo equilibrato, ragionevole, allargato a forze democratiche del centro. Quel che accade in queste ore: il filo del dialogo tra Bersani e Monti, è positivo. Fa capire che esiste una prospettiva di governo forte e credibile, internazionalmente accettata. Gli elettori sono messi di fronte a questa scelta, le elezioni sono anche il momento della responsabilità».
Però Vendola rimane un elemento divisivo: Monti e Casini giudicano la presenza di Sel un insormontabile fattore negativo. E il governatore della Puglia replica che assieme a quei due non governerà mai. E allora?
«Guardi, a mio parere Monti sbaglia nell’indicare in Vendola e nella Cgil il pericolo principale per il Paese. E’ evidente che non è così: i rischi sono ben altri. Raffigurare Vendola e Sel come quelli che vogliono la repubblica dei Soviet non sta né in cielo né in terra. Vendola non è il capo di un gruppetto estremista: è un leader che è stato eletto e rieletto dai pugliesi con il 50 per cento. Sel è il partito che esprime i sindaci di Milano e Genova. La Puglia vanta uno dei migliori governi del Mezzogiorno, ha ottenuto ragguardevoli risultati in termini di crescita. La Bosch, per fare solo un esempio, ha fatto in Puglia il suo più grande investimento in ambito Ue».
Presidente, insisto: sono innumerevoli le occasioni in cui il presidente Monti e Casini hanno individuato in Vendola e nella Cgil gli elementi della conservazione, che frenano la necessaria innovazione e il cambiamento.
«Davvero: non scherziamo. In Puglia c’è un governo fortemente innovativo, assai attento agli elementi della cultura, con politiche creative volte alla valorizzazione dei talenti giovanili. Una cosa è la raffigurazione ideologica, altra cosa è la realtà. Occorre una guida politica forte, e il Pd si sta impegnando in questo senso. L’idea che si possa governare contro i maggiori sindacati non solo è sbagliata e ingiusta ma soprattutto è velleitaria. Non è immaginabile che chi è forte del 12 per cento di consenso del Paese decida di governare contro un sindacato che ha più iscritti dei voti che quello schieramento può prendere».
Parliamo della campagna elettorale, la scampagnata come lei l’ha definita. Il confronto destra-centro-sinistra si impernia su promesse fiscali aleatorie. Le chiedo: non c’è anche una responsabilità del Pd? Lei stesso ha detto che serve una scossa: quando arriva?
«Effettivamente penso anch’io che la campagna elettorale è partita su questioni, come dire, fortemente affabulatorie. E’ ovvio che tutti vogliamo una riduzione della pressione fiscale; ma il nodo vero sono la crescita e il lavoro. Abbiamo messo in Costituzione il pareggio di bilancio: significa che non possiamo finanziare la diminuzione fiscale aumentando il debito. Per questo chi parla di riduzione indiscriminata di tasse fa discorsi visibilmente fasulli ingannando gli italiani. Tuttavia anche io credo che gli inganni non basta denunciarli. Il Pd è entrato in campagna elettorale troppo convinto di aver già vinto le elezioni. Bersani c’è, fa la sua parte, è credibile e affidabile. Ma l’ho visto un pò troppo solo. Serve uno scatto, che non può che essere nella direzione della ripresa di contatto con i cittadini. E’ lo spirito delle primarie che deve riaffacciarsi con prepotenza. Non credo ai sorpassi berlusconiani. Però per essere ancora più tranquilli è bene spingere di più il piede sull’acceleratore».
E questo scatto in cosa dovrebbe sostanziarsi?
«In un grande piano per il lavoro, in particolare per quello giovanile. So che ci si sta lavorando. Deve essere il primo impegno del nuovo governo, magari riprendendo esperienze positive del passato come il credito d’imposta per i nuovi assunti; il finanziamento delle cooperative giovanili e dei contratti di formazione-lavoro su vasta scala. Penso in particolare al Mezzogiorno, ma non solo».
Nell’attesa, c’è altro?
«Certo. L’altro grande tema è come l’Italia sta in Europa. Da questo punto di vista, l’appuntamento di domani e dopodomani a Torino della fondazione di studi progressisti europei, è significativo. L’idea è che non ci si può candidare a governare i principali Paesi dell’Unione senza un programma condiviso, una comune visione dell’Europa. Si parlerà di economia, però l’argomento principale sarà l’integrazione politica, la necessità di maggiore democrazia nelle istituzioni continentali. Se a Bruxelles si decidono questioni che influenzano la vita dei cittadini, i cittadini devono poter esercitare un controllo più diretto. Non ci piace l’idea tecnocratica della Ue. Respingiamo le sparate di Berlusconi e Grillo, ma neanche accettiamo l’idea di un’Italia acquiescente alle politiche conservatrici imposte dalla signora Merkel».
Tuttavia, presidente, la novità sta nel fatto che adesso anche Monti usa termini in qualche modo vicini ai vostri.
«Vede, io penso che le campagne elettorali non vanno mai prese molto sul serio perché la gente fa propaganda. Ora la propaganda è legittima ma certamente non può sostituire la politica. Forse non essendo candidato mi sento meno obbligato a fare propaganda... Ebbene la politica dice che l’unica maggioranza in grado di dare una prospettiva al Paese e di rappresentare con forza l’Italia nello scenario internazionale è una maggioranza ampia, rappresentativa e guidata dal Pd. Ma - fattore decisivo di cui Monti ancora fatica a prendere consapevolezza - deve essere una maggioranza che comprenda anche la sinistra perché deve assolutamente fare anche cose di sinistra: ridistribuire la ricchezza in modo più equo; promuovere lavoro e giustizia sociale. Il punto vero è che una maggioranza siffatta deve avere come bussola un programma in grado di unire gli aspetti migliori del centro democratico ai valori propri della sinistra. Con una postilla altrettanto fondamentale: che questo asse di governo regge solo se è incardinato su un grande partito, il Pd. Questo è il vero fatto nuovo dell’attuale campagna elettorale».
Fatto nuovo, presidente? Lei conosce già la critica allo scenario che sta tratteggiando: riproposizione dell’Unione stavolta da Monti a Vendola; che porterà agli stessi disastrosi esiti.
«Di che parliamo, scusi? L’Unione era costituita da undici sigle in rappresentanza di altrettanti partiti. Stavolta è diverso. Tra l’altro vorrei ricordare che coloro - come Diliberto, Ferrero ed altri - che adesso, dietro l’usbergo del dottor Ingroia, strepitano stracciandosi le vesti proclamando che non si può governare con Monti sono gli stessi che ai tempi dell’Unione governavano con Mastella. Non mi pare che possano accampare tutte queste purezze».
Dunque la novità è la forza centrale del Pd. Sicuro che sia sufficiente per convincere gli italiani?
«Penso di sì; mi auguro di sì. La prospettiva di governo che offriamo al vaglio degli elettori non si fonda sulla sommatoria di un pulviscolo di sigle bensì è imperniata su un grande partito, il nostro. La vera scommessa delle elezioni sta qui, nella possibilità del Pd di affermarsi come elemento di garanzia della stabilità e anche della possibilità di realizzare una maggioranza ampia. Del resto non c’è alternativa. L’altra strada infatti, vedrebbe prevalere la frammentazione che esporrebbe il Paese a rischi drammatici. Non a caso è la prospettiva sulla quale punta Berlusconi».
Veramente Berlusconi sostiene il contrario. Si batte per il voto utile: o il Pdl o il Pd, e niente ai piccoli partiti...
«Lasciamo stare. La verità è che nel suo cinismo e nella sua sfrenata demagogia Berlusconi fa un calcolo preciso: se il voto si disperde, anche solo con il 27-28 per cento lui può arrivare a prendere il 55 per cento dei seggi in Parlamento. Per il Paese significherebbe un disastro».
Mettiamola così: su quella prospettiva qualche segnale dai mercati è già arrivato e non è stato propriamente positivo...
«Allora diciamo questo: se prede corpo uno scenario in cui il voto si disperde nei vari rivoli della protesta, ci ritroveremmo Berlusconi e la Lega che con il 28 per cento dei voti si accaparrano il premio di maggioranza. Sarebbe il crollo del Paese. Lo dico perché è necessario richiamare tutti alle proprie responsabilità. Vede, la campagna elettorale è cominciata come se si trattasse di andare ad una scampagnata: ebbene non è così, è in gioco il futuro dell’Italia, la reale posta in palio è questa. E noi siamo la forza fondamentale, l’unica in grado di garantire la stabilità. Vogliamo dare vita ad un governo equilibrato, ragionevole, allargato a forze democratiche del centro. Quel che accade in queste ore: il filo del dialogo tra Bersani e Monti, è positivo. Fa capire che esiste una prospettiva di governo forte e credibile, internazionalmente accettata. Gli elettori sono messi di fronte a questa scelta, le elezioni sono anche il momento della responsabilità».
Però Vendola rimane un elemento divisivo: Monti e Casini giudicano la presenza di Sel un insormontabile fattore negativo. E il governatore della Puglia replica che assieme a quei due non governerà mai. E allora?
«Guardi, a mio parere Monti sbaglia nell’indicare in Vendola e nella Cgil il pericolo principale per il Paese. E’ evidente che non è così: i rischi sono ben altri. Raffigurare Vendola e Sel come quelli che vogliono la repubblica dei Soviet non sta né in cielo né in terra. Vendola non è il capo di un gruppetto estremista: è un leader che è stato eletto e rieletto dai pugliesi con il 50 per cento. Sel è il partito che esprime i sindaci di Milano e Genova. La Puglia vanta uno dei migliori governi del Mezzogiorno, ha ottenuto ragguardevoli risultati in termini di crescita. La Bosch, per fare solo un esempio, ha fatto in Puglia il suo più grande investimento in ambito Ue».
Presidente, insisto: sono innumerevoli le occasioni in cui il presidente Monti e Casini hanno individuato in Vendola e nella Cgil gli elementi della conservazione, che frenano la necessaria innovazione e il cambiamento.
«Davvero: non scherziamo. In Puglia c’è un governo fortemente innovativo, assai attento agli elementi della cultura, con politiche creative volte alla valorizzazione dei talenti giovanili. Una cosa è la raffigurazione ideologica, altra cosa è la realtà. Occorre una guida politica forte, e il Pd si sta impegnando in questo senso. L’idea che si possa governare contro i maggiori sindacati non solo è sbagliata e ingiusta ma soprattutto è velleitaria. Non è immaginabile che chi è forte del 12 per cento di consenso del Paese decida di governare contro un sindacato che ha più iscritti dei voti che quello schieramento può prendere».
Parliamo della campagna elettorale, la scampagnata come lei l’ha definita. Il confronto destra-centro-sinistra si impernia su promesse fiscali aleatorie. Le chiedo: non c’è anche una responsabilità del Pd? Lei stesso ha detto che serve una scossa: quando arriva?
«Effettivamente penso anch’io che la campagna elettorale è partita su questioni, come dire, fortemente affabulatorie. E’ ovvio che tutti vogliamo una riduzione della pressione fiscale; ma il nodo vero sono la crescita e il lavoro. Abbiamo messo in Costituzione il pareggio di bilancio: significa che non possiamo finanziare la diminuzione fiscale aumentando il debito. Per questo chi parla di riduzione indiscriminata di tasse fa discorsi visibilmente fasulli ingannando gli italiani. Tuttavia anche io credo che gli inganni non basta denunciarli. Il Pd è entrato in campagna elettorale troppo convinto di aver già vinto le elezioni. Bersani c’è, fa la sua parte, è credibile e affidabile. Ma l’ho visto un pò troppo solo. Serve uno scatto, che non può che essere nella direzione della ripresa di contatto con i cittadini. E’ lo spirito delle primarie che deve riaffacciarsi con prepotenza. Non credo ai sorpassi berlusconiani. Però per essere ancora più tranquilli è bene spingere di più il piede sull’acceleratore».
E questo scatto in cosa dovrebbe sostanziarsi?
«In un grande piano per il lavoro, in particolare per quello giovanile. So che ci si sta lavorando. Deve essere il primo impegno del nuovo governo, magari riprendendo esperienze positive del passato come il credito d’imposta per i nuovi assunti; il finanziamento delle cooperative giovanili e dei contratti di formazione-lavoro su vasta scala. Penso in particolare al Mezzogiorno, ma non solo».
Nell’attesa, c’è altro?
«Certo. L’altro grande tema è come l’Italia sta in Europa. Da questo punto di vista, l’appuntamento di domani e dopodomani a Torino della fondazione di studi progressisti europei, è significativo. L’idea è che non ci si può candidare a governare i principali Paesi dell’Unione senza un programma condiviso, una comune visione dell’Europa. Si parlerà di economia, però l’argomento principale sarà l’integrazione politica, la necessità di maggiore democrazia nelle istituzioni continentali. Se a Bruxelles si decidono questioni che influenzano la vita dei cittadini, i cittadini devono poter esercitare un controllo più diretto. Non ci piace l’idea tecnocratica della Ue. Respingiamo le sparate di Berlusconi e Grillo, ma neanche accettiamo l’idea di un’Italia acquiescente alle politiche conservatrici imposte dalla signora Merkel».
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Re: quo vadis PD ????
Bersani schiaccia l'occhio ai piccoli imprenditori promettendo pagamenti rapidi dell PA ma non spende una parola per i pensionati.
Io sono tra quelli che non avranno il recupero dell'inflazione programmata, che è inferiore a quella reale, ed inoltre mi stanno trattenendo 50 euro al mese per maggiori tasse per irpef regionale e addizionale comunale.
Bersani continua anche a aprire con Monti che è stato proprio lui con la fornero a fare queste porcate.
Certe volte il vaffa di Grillo è la migliore risposta che si può a dare a questi fanfaroni politicanti.
saluti
Io sono tra quelli che non avranno il recupero dell'inflazione programmata, che è inferiore a quella reale, ed inoltre mi stanno trattenendo 50 euro al mese per maggiori tasse per irpef regionale e addizionale comunale.
Bersani continua anche a aprire con Monti che è stato proprio lui con la fornero a fare queste porcate.
Certe volte il vaffa di Grillo è la migliore risposta che si può a dare a questi fanfaroni politicanti.
saluti
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: quo vadis PD ????
Ho ascoltato il discorso di + di un'ora di Bersani su youdem.
Ebbene.
Parole parole ...niente di concreto.
Mia domanda a Bersani:
-dimmi qual'è la posizione del PD sul MUOS a Niscemi?
Voglio una risposta chiara .....ma so che me la darai!
Crocetta (PD) si sta muovendo per togliere le autorizzazioni date dal precedente governatore di sicilia, con l'appoggio del PD.
Bersani dica una parola chiara .... altrimenti sei invotabile perchè vuoi prendere il nostro voto e farne quello che si vuole.
Basta.
Ebbene.
Parole parole ...niente di concreto.
Mia domanda a Bersani:
-dimmi qual'è la posizione del PD sul MUOS a Niscemi?
Voglio una risposta chiara .....ma so che me la darai!
Crocetta (PD) si sta muovendo per togliere le autorizzazioni date dal precedente governatore di sicilia, con l'appoggio del PD.
Bersani dica una parola chiara .... altrimenti sei invotabile perchè vuoi prendere il nostro voto e farne quello che si vuole.
Basta.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: quo vadis PD ????
"In queste due settimane risveglieremo il popolo delle primarie"
fate con calma
Concita De Gregorio, da OSSERVATRICE, ha fatto notare che se ci fosse stato Renzi queste elezioni sarebbero state orfane di Berlusconi e conseguentemente di Monti.
fate con calma
Concita De Gregorio, da OSSERVATRICE, ha fatto notare che se ci fosse stato Renzi queste elezioni sarebbero state orfane di Berlusconi e conseguentemente di Monti.
Re: quo vadis PD ????
Probabilmente sarebbe andata così (cioè meglio per tutti). Altrimenti te lo immagini un confronto tra il 76enne B., il 70enne M. ed il 38enne Renzi?Amadeus ha scritto: fate con calma
Concita De Gregorio, da OSSERVATRICE, ha fatto notare che se ci fosse stato Renzi queste elezioni sarebbero state orfane di Berlusconi e conseguentemente di Monti.
Con il 61enne Bersani fanno tutta un'altra figura!
L'immagine di questi "leader" è il simbolo di un popolo vecchio. Un popolo impaurito.
Ognuno, tranne una minoranza di disperati, ha paura di perdere qualcosa: un grande o piccolo privilegio, un diritto, un possesso.
Ci sono quelli che hanno paura di perdere i loro grandi privilegi. Il denaro, i patrimoni, le rendite familiari.
Ma ci sono anche quelli che hanno paura di perdere l'attività da lasciare al figlio, la possibilità di evadere il fisco, il posto di prestigio o anche il posticino statale vicino casa, che ne fa un privilegiato rispetto a tanti altri.
Quando ero un ragazzo, il simbolo di una vita professionalmente fallita era il classico "impiego al catasto". Oggi, magari avercelo!
Siamo una società impoverita, culturalmente e moralmente prima ancora che materialmente.
Ed ecco allora che andiamo appresso a chi ci promette quel qualcosa che ci rassicuri, che ci aiuti ad illuderci che tutto sommato ce la caveremo. La restituzione dell'IMU, un condono, l'Art. 18, il salario minimo garantito, un po' meno tasse (anche se non le paghiamo o ne paghiamo meno di quanto dovremmo).
Promesse da vecchi e per vecchi.
Un popolo senza ambizioni e consapevole, anche senza riconoscerlo, di non valere più niente.
Re: quo vadis PD ????
Bersani, di' qualcosa di sinistradi Marco Damilano
Nelle ultime settimane il candidato in testa ai sondaggi deve mantenere il 'basso profilo' o farebbe meglio a mobilitare di più il suo popolo? I consigli di Roberto Weber e di Carlo Freccero(08 febbraio 2013) Come sta andando la campagna elettorale del centrosinistra? Quali mosse deve fare Pier Luigi Bersani per evitare che il vantaggio sul Pdl si assottigli ulteriormente nelle ultime due settimane? 'L'Espresso' lo ha chiesto a due esperti di comunicazione politica: il sondaggista dell'Swg Roberto Weber e il direttore di Raiquattro Carlo Freccero.
ROBERTO WEBER
Qualcosa di sinistra
«La mia sensazione è che Berlusconi possa recuperare ancora, ma ci sarà anche una micro-polarizzazione del voto che consentirà al Pd di tenere. Il vero vincitore sarà Grillo», prevede Roberto Weber, presidente di Swg. «Sono stato a sentire Berlusconi quando è venuto a Trieste qualche giorno fa. Sala strapiena, gente fuori, lui lanciava numeri senza alcuna fondatezza, statistiche incredibili. Eppure gli davano un tono pacato, tranquillo. Voleva apparire l'opposto del politicante: uno statista».
Rispetto all'offensiva berlusconiana il Pd di Bersani cosa dovrebbe fare?
«La scelta del Pd è stata finora quella di colpire di rimessa, replicare agli attacchi degli altri. Spero che sia l'esito di una riflessione, la decisione di puntare sulla ragionevolezza dell'elettorato piuttosto che sulla sua emotività. Corrisponde a una precisa cultura politica: l'idea che se ti esponi sei attaccabile. La convinzione che una campagna elettorale si fa come una guerra di posizione. Si schierano le truppe sul terreno, si mettono le tende, si avanza di qualche metro al giorno. Ma ora sono precipitati in una guerra di movimento e tutto questo non basta».
Cosa manca nel messaggio di Bersani?
«Bersani guida una coalizione di sinistra, deve dire qualcosa di sinistra. Il Pd ha perso qualche punto a vantaggio di Monti, la lista Ingroia non è una minaccia, Grillo è pericoloso. Ora per vincere serve una proposta populistica di sinistra per mobilitare quel che resta del popolo che sente di appartenere a quel campo».
( )
La scelta di mettere in campo Renzi sposta consensi?
«Sì, è un personaggio dinamico, aggressivo, positivo. Può servire al Pd a consolidarsi in Lombardia dove si gioca la partita. Non solo per i seggi del Senato. Se vince la Lega il centrosinistra avrà contro tutte le regioni del Nord. E sarà molto difficlle governare».
CARLO FRECCERO
Bersani resti serio
«La centralità della tv generalista in questa campagna coincide con il ritorno di Berlusconi. La tv era morta, Berlusconi l'ha riportata in vita», spiega Carlo Freccero, direttore di Rai4, che alla televisione ha dedicato un libro in uscita. «Il governo tecnico di Monti ha sterilizzato la politica e l'ha sostituita con l'economia, i sacrifici. Il ministro Riccardi disse che il carnevale era finito e cominciava la quaresima. Ora Berlusconi ha riportato al centro lo spettacolo. In un periodo elettorale che coincide con il Carnevale».
Berlusconi può tornare a vincere?
«La rimonta è il mito berlusconiano. Lui lavora sull'ottimismo: non c'è colpa che non possa essere perdonata. Quando compra Balotelli agita una metafora potente: se risollevo il Milan posso risollevare anche l'Italia».
Riuscirà a convincere gli italiani?
«No. Questa volta vincerà la realtà. I telespettatori sono impoveriti. Il vero nemico di Berlusconi è Grillo. Un corpo realista, che si dimena sotto la pioggia e nel fango, contro il corpo iper-realista di Silvio, con i suoi colori sgargianti.La realtà contro l'iper-realtà. Grillo in piazza San Giovanni è la fine della Seconda Repubblica, come le monetine a Craxi segnarono la fine della Prima».
Vincerà Grillo e arriverà primo il Pd?
«Sì, perché Bersani è il meno peggio. Gioca sulla sottrazione. Non partecipa al Carnevale. In una situazione così tragica si tiene fuori dallo spettacolo. E riconquista il ruolo che gli era stato tolto un anno fa da Monti. Bersani aveva l'immagine del liberalizzatore e del buon amministratore, poi arrivarono i tecnici e gli strapparono la scena. Ora, per paradosso, è stato Monti con il suo ingresso nella competizione a ridare a Bersani quel ruolo di leader responsabile che dice la verità».
Deve inventarsi qualcosa?
«No, nessuna proposta choc, nessuna busta con i soldi restituita agli italiani. Si mantenga serio e responsabile. Oggi il vero Monti è Bersani».
Nelle ultime settimane il candidato in testa ai sondaggi deve mantenere il 'basso profilo' o farebbe meglio a mobilitare di più il suo popolo? I consigli di Roberto Weber e di Carlo Freccero(08 febbraio 2013) Come sta andando la campagna elettorale del centrosinistra? Quali mosse deve fare Pier Luigi Bersani per evitare che il vantaggio sul Pdl si assottigli ulteriormente nelle ultime due settimane? 'L'Espresso' lo ha chiesto a due esperti di comunicazione politica: il sondaggista dell'Swg Roberto Weber e il direttore di Raiquattro Carlo Freccero.
ROBERTO WEBER
Qualcosa di sinistra
«La mia sensazione è che Berlusconi possa recuperare ancora, ma ci sarà anche una micro-polarizzazione del voto che consentirà al Pd di tenere. Il vero vincitore sarà Grillo», prevede Roberto Weber, presidente di Swg. «Sono stato a sentire Berlusconi quando è venuto a Trieste qualche giorno fa. Sala strapiena, gente fuori, lui lanciava numeri senza alcuna fondatezza, statistiche incredibili. Eppure gli davano un tono pacato, tranquillo. Voleva apparire l'opposto del politicante: uno statista».
Rispetto all'offensiva berlusconiana il Pd di Bersani cosa dovrebbe fare?
«La scelta del Pd è stata finora quella di colpire di rimessa, replicare agli attacchi degli altri. Spero che sia l'esito di una riflessione, la decisione di puntare sulla ragionevolezza dell'elettorato piuttosto che sulla sua emotività. Corrisponde a una precisa cultura politica: l'idea che se ti esponi sei attaccabile. La convinzione che una campagna elettorale si fa come una guerra di posizione. Si schierano le truppe sul terreno, si mettono le tende, si avanza di qualche metro al giorno. Ma ora sono precipitati in una guerra di movimento e tutto questo non basta».
Cosa manca nel messaggio di Bersani?
«Bersani guida una coalizione di sinistra, deve dire qualcosa di sinistra. Il Pd ha perso qualche punto a vantaggio di Monti, la lista Ingroia non è una minaccia, Grillo è pericoloso. Ora per vincere serve una proposta populistica di sinistra per mobilitare quel che resta del popolo che sente di appartenere a quel campo».
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La scelta di mettere in campo Renzi sposta consensi?
«Sì, è un personaggio dinamico, aggressivo, positivo. Può servire al Pd a consolidarsi in Lombardia dove si gioca la partita. Non solo per i seggi del Senato. Se vince la Lega il centrosinistra avrà contro tutte le regioni del Nord. E sarà molto difficlle governare».
CARLO FRECCERO
Bersani resti serio
«La centralità della tv generalista in questa campagna coincide con il ritorno di Berlusconi. La tv era morta, Berlusconi l'ha riportata in vita», spiega Carlo Freccero, direttore di Rai4, che alla televisione ha dedicato un libro in uscita. «Il governo tecnico di Monti ha sterilizzato la politica e l'ha sostituita con l'economia, i sacrifici. Il ministro Riccardi disse che il carnevale era finito e cominciava la quaresima. Ora Berlusconi ha riportato al centro lo spettacolo. In un periodo elettorale che coincide con il Carnevale».
Berlusconi può tornare a vincere?
«La rimonta è il mito berlusconiano. Lui lavora sull'ottimismo: non c'è colpa che non possa essere perdonata. Quando compra Balotelli agita una metafora potente: se risollevo il Milan posso risollevare anche l'Italia».
Riuscirà a convincere gli italiani?
«No. Questa volta vincerà la realtà. I telespettatori sono impoveriti. Il vero nemico di Berlusconi è Grillo. Un corpo realista, che si dimena sotto la pioggia e nel fango, contro il corpo iper-realista di Silvio, con i suoi colori sgargianti.La realtà contro l'iper-realtà. Grillo in piazza San Giovanni è la fine della Seconda Repubblica, come le monetine a Craxi segnarono la fine della Prima».
Vincerà Grillo e arriverà primo il Pd?
«Sì, perché Bersani è il meno peggio. Gioca sulla sottrazione. Non partecipa al Carnevale. In una situazione così tragica si tiene fuori dallo spettacolo. E riconquista il ruolo che gli era stato tolto un anno fa da Monti. Bersani aveva l'immagine del liberalizzatore e del buon amministratore, poi arrivarono i tecnici e gli strapparono la scena. Ora, per paradosso, è stato Monti con il suo ingresso nella competizione a ridare a Bersani quel ruolo di leader responsabile che dice la verità».
Deve inventarsi qualcosa?
«No, nessuna proposta choc, nessuna busta con i soldi restituita agli italiani. Si mantenga serio e responsabile. Oggi il vero Monti è Bersani».
Re: quo vadis PD ????
Tra il populismo di sinistra ed il grigiore montiano, ci può essere una terza opzione?
E' possibile dire che per un periodo non breve continueremo a stringere la cinghia, che probabilmente metteremo anche la patrimoniale, ma non per punire i ricchi, ma per dare una borsa di studio a migliaia di giovani meritevoli? Che incentiveremo ricerca e innovazione? Che renderemo le nostre università tra le più competitive del mondo?
Più che di destra o di sinistra, vogliamo dire qualcosa per il futuro?
E' possibile dire che per un periodo non breve continueremo a stringere la cinghia, che probabilmente metteremo anche la patrimoniale, ma non per punire i ricchi, ma per dare una borsa di studio a migliaia di giovani meritevoli? Che incentiveremo ricerca e innovazione? Che renderemo le nostre università tra le più competitive del mondo?
Più che di destra o di sinistra, vogliamo dire qualcosa per il futuro?
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Re: quo vadis PD ????
Amadeus ha scritto:"In queste due settimane risveglieremo il popolo delle primarie"
fate con calma
Concita De Gregorio, da OSSERVATRICE, ha fatto notare che se ci fosse stato Renzi queste elezioni sarebbero state orfane di Berlusconi e conseguentemente di Monti.
quando si può parlare senza contraddittorio...
magari ci voleva uno che le avesse fatto notare che se vinceva Renzi metà del corpo elettorale del PD si sarebbe spostato verso SEL.
io voterò SEL anche se ha vinto Bersani...figurati se vinceva Renzi.
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Re: quo vadis PD ????
mariok ha scritto:Tra il populismo di sinistra ed il grigiore montiano, ci può essere una terza opzione?
E' possibile dire che per un periodo non breve continueremo a stringere la cinghia, che probabilmente metteremo anche la patrimoniale, ma non per punire i ricchi, ma per dare una borsa di studio a migliaia di giovani meritevoli? Che incentiveremo ricerca e innovazione? Che renderemo le nostre università tra le più competitive del mondo?
Più che di destra o di sinistra, vogliamo dire qualcosa per il futuro?
Perche` "grigiore"?
Si chiama LIBERISMO.
Poi di quale terza via parli?
Non puo` esserci alcuna terza via se quando arriva il momento
di trovare soluzioni viabili ti presenti a braghe calate e accetti
acriticamente semantica e argomenti avversi.
Come per i "lussi che non possiamo piu` permetterci".
Lavoro, diritti, salute, pensioni, definiti impunemente "lussi", "privilegi".
Col PD per meta` plaudente.
Il risultato di questo malo modo di fare politica poi sono i disastri sociali.
Il PD vuole fare politica?
Si imponga!!!!
I suoi elettori lo votano per questo.
Per affermare una propria idea.
Non per subirne di avverse.
Non per scambiare per grigiore quello che in realta` si chiama liberismo.
Ciao.
soloo42000
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