Diario della caduta di un regime.

E' il luogo della libera circolazione delle idee "a ruota libera"
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Re: Diario della caduta di un regime.

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GIORNI DIFFICILI.....-11 ALL'ALBA



VISTI DA LONTANO

La guerra per la presa del potere sta entrando nella fase clou.

Mancano 11 giorni al voto, e la temperatura si sta surriscaldando, anche se siamo nella fase finale dell’autunno.

Le forze in campo non esitano a sparare tutte le munizioni a loro disposizione.

Per forze in campo intendo il M5S, il Pd, e il centrodestra. L'un contro l’altro armato.

Nel centrodestra è ritornato in campo Silvio Berlusconi. O meglio, è uscito dal sarcofago.

A sostenerlo sono di nuovo le due corazzate della carta stampata, Il Giornale e Liberoquotidiano.

Il Giornale vede i grillini come concorrenti alla vittoria finale, anche se in linea di massima votano e sostengono il NO in funzione anti Renzi.

Per questo sfrutta propagandisticamente tutto quanto può mettere in difficoltà gli avversari del movimento.

Infatti, IlGiornale.it ha messo in rete queste notizie:


3 ore fa
Guai grillini a Palermo
Dieci avvisi di garanzia

Luca Romano


4 ore fa
Firme false a Bologna:
quattro grillini indagati

Luca Romano


CONTINUA
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Re: Diario della caduta di un regime.

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GIORNI DIFFICILI.....-11 ALL'ALBA


L'ERA DELLA PARACULAGGINE E' UN OBBLIGO


PERCHE' LE SOCIETA' FALLISCONO E NON C'E' PIU' NIENTE DA FARE, CE LO SPIEGA CHIARAMENTE IL MINISTRO DELL'INTERNO.

E' FINITA LA PRIMA REPUBBLICA, ADESSO STA FALLENDO LA SECONDA, IN UNA FASE DI CONCLAMATA DEMOCRATURA.





Alfano assolve il metodo De Luca: “È vincente”
Clientele, l’Antimafia chiede aiuto a pm di Napoli

Il ministro dell’Interno al question time: “Rispettiamo la volontà popolare. Gli elettori lo hanno giudicato”
Bindi contatta la procura per avere informazioni. Giovanardi: “Pd e Ap negano acquisizione degli audio”

Referendum Costituzionale
“Quel linguaggio l’ha portato anche a vincere” le recenti elezioni regionali, “noi siamo rispettosi della volontà popolare: ha vinto lui, e io e lei sostenevamo un presidente diverso. Io credo che il giudizio gli elettori l’hanno dato molto recentemente”. Così il ministro dell’Interno Angelino Alfano rispondendo durante il question time alla Camera a un’interrogazione del deputato Fi Paolo Russo sulle recenti affermazioni del governatore campano Vincenzo De Luca sul referendum. Assoluzione piena anche dal ministro dei Beni culturali Franceschini: “Linguaggio colorito”




IlFattoQuotidiano.it / Referendum Costituzionale

Referendum, Alfano alla Camera su frasi De Luca: “E’ suo modo di fare campagna. Quel linguaggio l’ha fatto vincere”

Referendum Costituzionale
Il ministro dell'Interno al question time: "“Rispettiamo la volontà popolare. Gli elettori lo hanno giudicato. Sistema clientelare? Non sta a me giudicare". Sinistra Italiana: "Doveva dire di più, quelle frasi sono gravissime dette in Campania". Franceschini: "Il suo è solo uno stile colorito". Intanto il governatore sfotte Di Maio: "Mi hanno regalato un pesce. Conservo la lisca così può portarla in Procura"
di F. Q. | 23 novembre 2016
COMMENTI (217)
403
Più informazioni su: Angelino Alfano, Matteo Renzi, PD, Referendum Costituzionale 2016, Vincenzo De Luca
Un giudizio politico e morale sul modo di fare campagna elettorale di Vincenzo De Luca non si può dare. Anzi, è naturale dire agli amministratori del territorio che bisogna votare sì perché arriva “un fiume di soldi”, come il governatore ha detto ai sindaci campani. “Non è un crimine contro l’umanità“, anzi gli elettori si sono già espressi, votandolo. Dopo giorni di minimizzazione di tutti i dirigenti del Partito democratico – intervallata solo da numerosi silenzi -, ecco che i metodi del presidente campano vengono promossi anche dal ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Sul clientelismo – ha detto Alfano alla Camera – il giudizio può essere politico e morale, sull’aspetto potenzialmente di rilievo per altri organismi non sta a me dire qualcosa. Per il resto ciascuno fa campagne elettorali dentro il perimetro della legge, con gli argomenti che ritiene di usare”. Nel frattempo, mentre anche per il ministro della Cultura Dario Franceschini le frasi di De Luca sono da derubricare a uno “stile molto colorito”, la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi chiede alla Procura di Napoli se abbia avviato accertamenti su quelle dichiarazioni rese pubbliche dal Fatto Quotidiano (con tanto di audio). In realtà tutte le minoranze (dal M5s a Fi, da Sinistra Italiana alla Lega) avevano chiesto di portare in commissione l’audio e lo stesso presidente De Luca. Ma Partito democratico e Area popolare, in ufficio di presidenza, hanno votato contro. Intanto il M5s ha presentato anche un esposto in Procura a Napoli.

Video: http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11 ... e/3212532/
0:00/2:54


Alfano: “Quel linguaggio l’ha portato a vincere”
Il capo del Viminale ha risposto a due interrogazioni – firmate da Paolo Russo di Forza Italia e dal capogruppo di Sinistra Italiana Arturo Scotto – sulle frasi di De Luca rivolte ai 300 sindaci campani in cui invocava metodi clientelari per sostenere il Sì al referendum costituzionale. Nella sua risposta Alfano ha anche ricordato, rivolto al berlusconiano Russo, che “quel linguaggio l’ha portato anche a vincere” le recenti elezioni regionali, “noi siamo rispettosi della volontà popolare: ha vinto lui, e io e lei sostenevamo un presidente diverso. Io credo che il giudizio gli elettori l’hanno dato molto recentemente”. Un ragionamento che Forza Italia e il Pdl si sono portati dietro per anni, secondo il quale le colpe di Berlusconi erano sempre ridotte perché “lo hanno votato milioni di italiani”.

“Ciascuno fa le campagne elettorale come crede”
“Sul clientelismo – continua nel suo intervento a Montecitorio Alfano – il giudizio può essere politico e morale, sull’aspetto potenzialmente di rilievo per altri organismi non sta a me dire qualcosa, per il resto: ciascuno fa campagne elettorali dentro il perimetro della legge, con gli argomenti che ritiene di usare. In ogni caso, precisa Alfano, “le procedure di spesa sono previste dalla legge. Qualsiasi finanziamento evocato da De Luca, dunque, non è nella disponibilità totale senza vincoli degli amministratori locali. Il Patto per la Campania è sottoposto a un iter procedurale e legale che è la cornice della spesa pubblica”. Dunque, per il titolare del Viminale, le parole del governatore campano, esponente del Pd, “si iscrivono nell’ambito di una campagna che lui ha voluto promuovere, ma dal punto di vista sostanziale la spesa pubblica è sottoposta a rigide regole di monitoraggio, controllo ed erogazione“. Quindi il compito del governo è “controllare le procedure di spesa e monitorare la spesa come facciamo ovunque, presidieremo i 61mila seggi con le nostre forze di polizia e tutto quanto previsto dalle regole per garantire la libera manifestazione del pensiero finché è consentito dal punto di vista del timing della campagna elettorale, ossia fino a venerdì sera, e poi la libera espressione del voto durante la domenica”. La spesa pubblica, d’altra parte, è sottoposta a rigide procedure di legge, controlli e monitoraggi: “Non credo – ha aggiunto Alfano – che al presidente De Luca tutto questo sfugga”.

Sinistra Italiana: “Alfano doveva dire di più”
Una risposta che naturalmente non soddisfa Scotto, il parlamentare vendoliano che ha presentato l’interrogazione. “Ci saremmo aspettati dal ministro dell’Interno qualcosa in più sulle gravissime frasi pronunciate da De Luca. Frasi pronunciate in una terra la Campania dove le clientele e il voto di scambio sono all’ordine del giorno. Quelle frasi non sono né inedite né originali ma ci dicono di un divario tra il sud e il resto del paese, e ci raccontano di un ceto politico che ha costruito le sue fortune sulla miseria e sul bisogno e di una classe imprenditoriale dipendente dalla politica e dalla pubblica amministrazione: sanità privata e fondi europei. Un combinato disposto micidiale“. Aggiunge Scotto, che è di Torre del Greco, che “quelle parole dicono ai tanti giovani del mezzogiorno: se hai una buona idea, se vuoi intraprendere una iniziativa imprenditoriale, rivolgiti al politico di turno, rivolgiti a chi comanda così otterrai quello che vuoi. Il rischio che il mezzogiorno scivoli indietro è molto forte. Renzi è stato in Campania nei giorni scorsi dicendo che bisogna scrivere una nuova narrazione nel mezzogiorno. La nuova narrazione è il voto di scambio? E’ il clientelismo? Sarebbero state necessarie parole chiare, parole che dicano il voto nel mezzogiorno è libero e non inquinato”.

Giudizio simile quello del M5s. “Il ministro – scrivono in una nota i parlamentari delle commissioni Affari costituzionali – Forse si è dimenticato quali siano le sue prerogative e che dovrebbe lavorare per la tutela e la difesa della legalità”. Secondo i Cinquestelle “in un Paese normale De Luca sarebbe in galera e Alfano si sarebbe dimesso”.

Franceschini: “De Luca? Stile molto colorito”
Non la pensa così, di sicuro, il ministro della Cultura Dario Franceschini che intervistato a Repubblica Tv ha spiegato che “De Luca ha uno stile molto colorito, ma un conto è l’opportunità di un certo modo di fare, un’altra sono indagini”. Peraltro proprio di questo il Fatto Quotidiano ha parlato e su questo ha chiesto quando ha posto domande al presidente Matteo Orfini e al suo predecessore Gianni Cuperlo, senza però che nessuno abbia sollevato dubbi. “Certo è che non si possono usare due pesi e due misure – aggiunge Franceschini – Penso a quanto è aggressivo il Movimento 5 Stelle riguardo agli avversari e quanto garantista per quello che riguarda il Movimento”.

Autoironia De Luca su fb: “Voto di scambio, mi hanno regalato un pesce”
De Luca rilancia, gioca e fa autoironia su tutta la storia. Su facebook il governatore campano scrive un post dal titolo “Voto di scambio al porto di Pozzuoli“, tutto in maiuscolo. “Clamoroso episodio di “voto di scambio” (al contrario) a Pozzuoli – si legge nell’intervento del presidente della Regione – Sulla banchina del porto un ignoto pescatore ha offerto un merluzzo appena pescato al presidente De Luca. Complice della vergognosa operazione criminosa il sindaco di Pozzuoli Figliolia”. De Luca in mattinata aveva infatti visitato il porto di Pozzuoli e ha incontrato alcuni pescatori. E’ lì che è tornato ironicamente sul suo consiglio dato al sindaco di Agropoli Franco Alfieri di offrire una frittura di pesce agli elettori per convincerli a votare sì. “Non si sa come si sia conclusa – scrive ancora De Luca – la torbida vicenda. Ad ogni buon conto, De Luca si è impegnato a conservare comunque la lisca del pesce, e ad inviarla come corpo del reato a Luigino Di Maio perché ne faccia l’uso giudiziario più efficace”.
Ultima modifica di UncleTom il 23/11/2016, 18:43, modificato 1 volta in totale.
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LA VOX POPULI DI QUELLO CHE RIMANE DELLA DEMOCRATURA


ioDicoNO • 11 minuti fa
Rosy Bindi: donna tutta d'un pezzo
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Luciano Murgia • 11 minuti fa
Oggi il procuratore Gratteri ospite di Quante Storie su Rai Tre: "Un consiglio ai cittadini? Non votate chi vi promette il posto". Due mondi opposti.
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rose marie • 12 minuti fa
brutti, sporchi e cattivi nell'anima
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francesco • 12 minuti fa
Io vorrei ringraziare la Bindi di tutto cuore, perché la querelle sembrava volgere tristemente al termine ed invece, autodelegandosi a rompergli i maroni, ci farà godere ancora tanto De Luca. Grazie
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DOMI • 12 minuti fa
IL PENSIERO DI ALFANO, in breve: Il giudizio può essere politico o morale..... ma io me ne frego
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zzz • 13 minuti fa
I cittadini hanno "giudicato" De Luca?
Casomai i campani hanno "votato" De Luca...significa che alla maggior parte di loro piace, non significa che tutti i suoi comportamenti siano corretti.
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Giacomo Terrevoli • 2 minuti fa
anche la mafia è vincente
anzi, a quanto pare è imbattibile
vero anfano?
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talia • 20 minuti fa
I cittadini di altri Paesi europei ; votano un Partito od un politico ,perché questi hanno dimostrato di lavorare bene e nel loro interesse ,altrimenti non li votano più ma li mandano a casa . Da noi, invece e di questo è colpa nostra!, non avendo la visione del dover rendere conto ai cittadini con i risultati ! fanno il bello ed il cattivo tempo...
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Dada Cinokk • 21 minuti fa
se de luca parlava prima avrebbero potuto inserire il clientelismo in costituzione, che occasione mancata!
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mauro b • 21 minuti fa
Se non ci pensava De Luca a creare i presupposti per un'inchiesta parlamentare, sebbene abbiamo già letto che i nostri eroi hanno negato l'acquisizione dell'audio (fantastici!!!), sicuramente potremmo parlare di record assoluto, o nessuno si è accorto che come per miracolo in questi giorni tolto i 5S (ovviamente), nessuno dei soliti noti è finito nell'occhio della magistratura? Come direbbe Greggio "checcaso".....
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Harry • 23 minuti fa
Le frasi di De Luca sono indecenti, anche se bisogna essere sufficientemente lucidi per capire che ha semplicemente detto la verità di come funzionano in particolare le cose al Sud (un po' meno al Nord).

Però non ricordo tutte queste vesti stracciate quando Grillo chiese ai suoi cosa avrebbero fatto in macchina con la Boldrini.... Koerenza 2.0
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mackie961 • 24 minuti fa
Abbiamo una classe politica sempre più orientata all'accaparramento dei voti, anzichè focalizzata a rendere più competitivo il paese. Ovvero, a chiacchiere sono tutti per il secondo obiettivo, nei fatti si tengono ben stretti i famosi pacchetti di voti pret-à-porter, tappandosi il naso su eventuali "maleodoranti" rappresentanti del popolo, proprietari dei pacchetti di cui sopra.
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andrea48 • 24 minuti fa
è chiaro che Trump ha imparato da Deluca e che il sud si evolverà fino alla schiavitù
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francesco andrea48 • 16 minuti fa
Trump metterà il poster di De Luca nella stanza ovale
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ldg74 andrea48 • 17 minuti fa
A trump i voti sono stati dati da gente che ne ha le scatole piene dei vari Renzi ,Alfano, De Luca , Boldrini fino a Salvini.
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il manifesto 23.11.16
Berlusconi torna in tv: per il No e per una grande coalizione
Porta a Porta. Il Cavaliere prende le distanze dalla bagarre referendaria: «Perché voto No al referendum? Me lo chiedo anche io». Poi recupera: «Con il Sì c’è il rischio di una deriva autoritaria, di una sola persona padrona del governo, dell’Italia e degli italiani»
di Andrea Colombo


ROMA Si è fatto attendere per mesi, ma alla fine Silvio Berlusconi ha fatto quel che il partito gli chiedeva e che da sempre gli riesce meglio: è andato in tv. Nello studio più amico, quello di Bruno Vespa, e in ottima forma. Fedele al proprio ruolo esordisce con una battuta nella quale c’è probabilmente molta verità: «Perché voto No al referendum? Me lo chiedo anche io». Poi recupera: «Con il Sì c’è il rischio di una deriva autoritaria, di una sola persona padrona del governo, dell’Italia e degli italiani». L’ironia è anche un modo per prendere le distanze dalla guerra di religione ingaggiata intorno alle urne: se passa il No sarà tra i vincitori, se perde vuol essere solo mezzo sconfitto.
Ma l’ex onnipotente è in campo per il No e non, come molti pensavano, per il Nì. A risolvere gli ultimi dubbi sono stati, come sempre, i sondaggi che danno la riforma per probabilmente sconfitta. Dunque liquida sbrigativo il dissenso con i vertici Mediaset: «Temono ritorsioni». Ma sbagliano perché per l’azienda il guaio sarebbe casomai la vittoria del Sì. Più che sulla prova del 4 dicembre, Berlusconi sembra concentrato sul day after, e anche in quel caso getta acqua sulle preoccupazioni: «Il governo non cadrà. Ha la maggioranza e la manterrà. Poi i parlamentari che non sono certi di tornare in Parlamento saranno attaccati alla sedia». Conosce i suoi polli.
Non si può dire che il leader azzurro celi il proprio progetto: «Riforma elettorale proporzionale con sbarramento al 5% e poi Grosse Koalition sul modello tedesco». Così non ci sarebbe neanche bisogno di coalizzarsi con Salvini e con Fdi. Lo si può capire, è il solo modo per rientrare al governo, ma è anche la strada che Renzi vede come un incubo. L’uomo di Arcore tutto è tranne che un ingenuo: sa che il rischio è quello di tornare a votare con l’Italicum. Forse in estate, come dice il vicesegretario Pd Guerini: «Se vince il No si vota entro l’estate, se vince il Sì andiamo avanti fino al 2018». Ma forse anche prima: negli ultimi giorni è dilagata la sensazione che Renzi come anche, sul fronte opposto, Salvini intendano invece correre alle urne subito, entrambi per capitalizzare a botta calda i voti referendari.
Renzi, insomma, si chiede se per trasformare i Sì in altrettanti consensi e passare così il 40%, strappando il premio al primo turno, non sia consigliabile votare il prima possibile, anche con un sistema diverso per Camera e Senato. Per questo Berlusconi mette le mani avanti: «Quella di cambiare la legge elettorale è solo una promessa e se si sciogliesse con questa legge il rischio di andare incontro a una dittatura di Renzi o di Grillo sarebbe grosso».
C’è un ultimo capitolo spinoso: la leadership del centrodestra. Non sarà di Parisi: «Mai licenziato perché mai assunto. Vuol fare il federatore ma attacca Salvini. Buona fortuna». E allora? Un’idea Silvio il cabarettista ce l’ha: «Vespa sarebbe il migliore».
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LA GUERRA PER IL POTERE


48 minuti fa
Referendum, Cav asfalta Renzi:
"Meglio come presentatore tv"

Sergio Rame

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Referendum, il Cav asfalta Renzi: "È meglio come presentatore tv"
Berlusconi studia il dopo referendum: "Renzi ha la maggioranza, non possiamo mandarlo a casa noi". Poi asfalta il premier: "Doveva fare il presentatore tv"


Sergio Rame - Gio, 24/11/2016 - 09:49
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"Si potrebbero fare se non fossero le primarie della sinistra, facilmente manipolabili".


Parlando ai microfoni di Mix 24 di Giovanni Minoli su Radio 24, Silvio Berlusconi apre all'uso delle primarie per scegliere il leader del centrodestra. A patto, però, che le regole siano chiare e vengano rispettate da tutti. "Ci vorrebbero delle garanzie - spiega il leader di Forza Italia - ci vorrebbe una legge che le regoli e allora si potrebbero accettare...".

Il referendum sulle riforme costituzionali, il dibattito su una nuova legge elettorale, le elezioni anticipate. "Renzi ha la maggioranza, la conserva anche se artefatta - spiega Berlusconi a Mix 24 - non saremo noi a poterlo mandare a casa". Che il governo rischi di capitolare all'indomani del 4 dicembre è, però, un'eventualità. Secondo tutti i sondaggisti, la vittoria del fronte del No è certa. E in molti, in caso di sconfitta, vogliono la testa del premier. Per Berlusconi, però, non bisogna precipitarsi alle urne. "L'importante - spiega il Cavaliere - è che subito dopo le elezioni ci si possa sedere attorno a un tavolo per fare la riforma della Costituzione che serve veramente all'Italia". Con Matteo Renzi, Berlusconi è disposto a collaborate. "È un gran lavoratore, ma secondo me ha sbagliato lavoro - spiega - avrebbe dovuto fare il presentatore tv e io lo avrei assunto subito".

Il centrodestra deve farsi trovare pronto per l'eventualità che si vada a elezioni anticipate. Il vice segretario piddì, Lorenzo Guerini, ne ha parlato nei giorni scorsi con Bloomberg: "Se c'è la volontà politica possiamo lavorare per arrivare a una nuova legge elettorale in tempi brevi e andare a elezioni con una nuova legge elettorale presto, entro l'estate del 2017. Se non ci saranno le condizioni politiche e la riforma elettorale sarà usata come una scusa per un governo di sopravvivenza, noi non siamo interessati". Anche per il momento il presidente della Repubblica Sergio Mattarella le esclude, Berlusconi è già al lavoro per unire il centrodestra. Il rapporto con gli alleati, spiega il Cavaliere a Minoli, deve essere all'insegna dell'unità "perché solo uniti si vince. Il programma che stiamo preparando è pronto al 95%".
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Se l'esecutivo si dimetterà piano B con Padoan o Grasso
In caso di vittoria del No, esecutivo tecnico o "di scopo". Ma con una sconfitta di misura Renzi potrebbe restare


Laura Cesaretti - Gio, 24/11/2016 - 08:15
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Il piano A è vincere il referendum, ovviamente. Difficile, avendo tutti contro, ma Matteo Renzi è convinto che non sia impossibile, perché «l'aria sta cambiando, lo si capisce anche dalle reazioni isteriche di Grillo e di altri capi del No».




Mattarella tace ma esclude le elezioni anticipate

Berlusconi: "Con il No si torna al tavolo"
Quanto ai piani B, su cui si interrogano ansiosamente tutti nel Palazzo, Renzi resta apparentemente indifferente: «Non sono il tipo che passa il suo tempo a pensare ai se e ai forse, prima si lavora per portare a casa il risultato e poi si deciderà». Di certo, se vincesse il No, «un attimo dopo» Renzi salirebbe al Colle a dare le dimissioni. E poi?

Tutto è appeso ad una variabile fondamentale perché, come spiega un renziano di primo piano, «un conto è perdere 52 a 48, tutt'altro è perdere 60 a 40». Nel primo caso, Renzi potrebbe decidere di accettare un reincarico per portare a termine la legge finanziaria e fare la legge elettorale. A patto che «ci sia la volontà politica di farlo in tempi rapidissimi, visto che sarebbe l'unico punto programmatico», dicono i suoi, per poi andare a votare «in pochi mesi», al massimo in primavera. Nel secondo caso, invece, le dimissioni sarebbero irrevocabili, e «chi ha voluto affossare le riforme si prenda la responsabilità di trarne le conseguenze». E in casa renziana non si esclude l'ipotesi che Renzi, se la sconfitta fosse di proporzioni innegabili, lasci anche la guida del Pd.

Si dice che le parole del vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, che immagina un governo «di scopo» breve per fare la legge elettorale e poi subito il voto, abbiano irritato il Quirinale. Da dove arriva un messaggio insistente a Palazzo Chigi: nessuno vuole elezioni anticipate, ed è possibile fare un governo con lo stesso premier, ma con l'appoggio di Forza Italia che Berlusconi avrebbe già assicurato a Mattarella, destinato a durare ben più di «pochi mesi». Una prospettiva che al Pd renziano non piace per nulla: «Sarebbe un governicchio di galleggiamento che logorerebbe l'immagine di Renzi, costringendolo a trattare la prossima finanziaria con Brunetta, e ingrasserebbe solo Grillo e Salvini». Dunque, in caso di sconfitta al referendum, Renzi potrebbe accettare di tornare a Palazzo Chigi solo a patto di restare «virtualmente dimissionario», con la certezza di andare a votare appena fatta la legge elettorale, dopo la sentenza della Consulta. Nei corridoi circolano molte altre ipotesi: governi «tecnici» presieduti da attuali ministri come Padoan o Calenda, o governi «istituzionali» guidati dal presidente del Senato Piero Grasso. Un'ipotesi, quest'ultima, che consentirebbe a Renzi di tenersi le mani libere e di trattare il nuovo esecutivo come un «governo amico» da cui prendere all'occorrenza le distanze, forte della propria massa d'urto in Parlamento. Ma in casa Pd si nutre scarsissima fiducia sulle capacità di governo di un ex magistrato proiettato quasi per caso da Bersani, all'indomani del disastro elettorale del 2013, alla presidenza del Senato, con l'obiettivo (ovviamente fallito) di guadagnarsi benevolenza dai Cinque Stelle. «Facciamo i conti ogni giorno con i problemi della gestione Grasso a Palazzo Madama. Come si può pensare di affidargli la complessa partita della legge elettorale, o il rinnovo delle nomine nelle aziende pubbliche?», si chiede un esponente democrat. Una cosa è certa: senza il via libera del Pd, nessun nuovo governo è possibile. Ma tutto dipende, comunque, dai numeri di un'eventuale sconfitta.
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Re: Diario della caduta di un regime.

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QUESTA GENERAZIONE DI BANDITI ACCECATI DAL POTERE



Rai e la Boschi arruolano pure i malati di cancro
Politics ha fornito un vero e proprio assist al ministro Maria Elena Boschi per esporre l'ennesima teoria salvifica in caso di vittoria del Sì al referendum


Luisa De Montis - Gio, 24/11/2016 - 11:54
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Dalla Puglia alla Lombardia per curarsi dal cancro. È la storia in un "pendolare" delle cure oncologiche raccontata ieri sera a Politics, il programma di Rai Tre che colleziona flop uno dopo l'altro.


Ma oltre a ciò, questa volta, il programma condotto da Gianluca Semprini ha fornito un vero e proprio assist (volontario o meno, pur sempre assist è) al ministro Maria Elena Boschi per esporre l'ennesima teoria salvifica in caso di vittoria del Sì al referendum.

Insomma, dopo che il protagonista della storia ha raccontato tutte le difficoltà della sua malattia e delle migrazioni che è costretto a fare e nonostante non si pronunci sulla votazione del 4 dicembre, arriva il momento del ministro.

"Nessuno vuole strumentalizzare storie come questa o altre difficili o dolorose, per carità, credo però che questa riforma aiuti". Nessun contraddittorio in studio. E così la Rai fa passare il messaggio che se passa il sì d'incanto tutto si risolverà.



LASCIATE CHE GLI IDIOTI E GLI IMBECILLI VENGANO A ME E CREDANO AL MIO VERBO.

I TEMPI SONO DECISAMENTE CAMBIATI, MA LA GENERAZIONE CHE MI HA PRECEDUTO, A SIMILI PAROLE SCONCE ED INGANNEVOLI, SENZA MANCANZA DI RISPETTO VERSO CHI E' STATO COLPITO DA QUESTA MALATTIA, AVREBBE GRIDATO SENZA ESITAZIONE:

PIAZZALE LORETO
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GIORNI DIFFICILI...


Dopo il terremoto che non finisce più in centro Italia, il problema degli immigrati, che questo governo non è assolutamente in grado di gestire.


L'ocse che rileva :

Ocse: “In Italia indigente un bimbo su 5
Dopo crisi niente redistribuzione reddito”

Di F. Q.

La Caritas che denuncia:

POVERTÀ, CARITAS: “ORA AUMENTA CON IL DIMINUIRE DELL’ETÀ”



L'Istat che denuncia:
•ISTAT, POVERTÀ PER 4 MILIONI E 598MILA PERSONE: RECORD DAL 2005

adesso ci mancava l'inondazione.

Esonda il Tanaro, situazione critica nel cuneese
Torino, Po fuori dagli argini: allagati i Murazzi

Allerta rossa in tutto il Piemonte e la Liguria. Scuole chiuse e sfollati, intere frazioni isolate. Un disperso
a Lavagna. Nel capoluogo piemontese Appendino vieta il transito, anche pedonale, nelle zone colpite


Cronaca
Allerta rossa per il maltempo in Piemonte e Liguria, tra fiumi esondati e strade chiuse. Il Po è uscito dagli argini a Torino, nella zona dei Murazzi. Anche in altri punti il livello del principale fiume italiano è sotto osservazione per il rischio esondazioni. La sindaca Chiara Appendino ha firmato un’ordinanza che vieta il transito di veicoli e pedoni e la sosta. Anche il Tanaro è in piena. Il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino, ha annunciato “richiesta di stato di calamità” mentre il sindaco di Garessio, Sergio Di Stefano avverte: “Abbiamo paura, si sta rasentando la situazione dell’alluvione del ’94. Il fiume Tanaro ha scavalcato il ponte centrale, dividendo la città in due”

^^^^^^^

Maltempo, allerta meteo in Liguria e Piemonte: esonda il Po a Torino. Sindaci: “Rischio alluvione del ’94, abbiamo paura”

<>

Cronaca
Dalle 21 di mercoledì 23 novembre alle 6 di venerdì 25 è allerta rossa da Ventimiglia a Portofino e sulle Alpi occidentali. In Piemonte chiusa la statale 28 da Garessio fino al confine con la Liguria, dove alcune famiglie sono state sfollate. Nel cuneese il Tanaro è uscito dagli argini. Chiamparino: "Chiederemo stato di calamità". E la Coldiretti a Piacenza ha registrato un aumento del livello idrometrico del Po di un metro e mezzo in 24 ore
di F. Q. | 24 novembre 2016


VEDI ARTICOLO E DOCUMENTAZIONE:

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/11 ... a/3214113/
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Re: Diario della caduta di un regime.

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L'INFORTUNIO DELLA BANDA BASSOTTI



ITALIA 24 NOVEMBRE 2016
La storia della moglie di Brunetta
Ha detto a Libero di essere stata lei a gestire l'account Twitter "Beatrice Di Maio", che pubblicava notizie false pro-M5S ed era stato denunciato per calunnia e diffamazione

LEGGI:

http://www.ilpost.it/2016/11/24/moglie- ... e-di-maio/
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