Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 25/04/2012, 18:08
ECONOMIA
25/04/2012 -
Crescita, contatti fra Roma e Berlino
Draghi: "Servono misure urgenti"
Il presidente della Bce: i governi devono essere più ambiziosi sulle riforme per favorire occupazione
Berlino cerca un asse con Roma sulla crescita. Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha reso noto a Berlino un incontro fra l’entourage della cancelliera Angela Merkel e quello di Mario Monti, avvenuto in settimana, per promuovere iniziative concrete per la crescita nel prossimo Consiglio europeo di giugno. «Il consulente europeo della cancelliera tedesca e il suo omologo italiano - ha detto Seibert in conferenza stampa a Berlino rispondendo a una domanda sulla crisi del debito - si sono incontrati questa settimana proprio per uno scambio su come utilizzare il prossimo Consiglio europeo di giugno, come quello di gennaio e di marzo, per la crescita».
Dopo il fiscal compact per la nuova governance sui conti pubblici, adesso è il momento che l'Europa si concentri sulla crescita dell'economia. E' quanto ha indicato il presidente della Bce, Mario Draghi, rispondendo alle domande degli europarlamentari. ''Dopo il fiscal compact - ha detto - dobbiamo avere un patto per la crescita''. L'Europa è ''sulla buona rotta'' ma ''forse nella fase più difficile. Il consolidamento dei conti pubblici e' stato avviato ma ancora non ne vediamo i benefici'' ha detto Draghi, ''siamo in mezzo al guado che stiamo attraversando''. ''La sola risposta'' per uscire dalla crisi ''è perseverare'', e per quanto riguarda la Bce significa ''creare un ambiente favorevole a questo processo''. Draghi ha inoltre ribadito l'importanza di procedere con le riforme strutturali che ''colpiscono lobby e interessi consolidati'' in quanto cambiano i meccanismi di funzionamento dell'economia. ''I governi europei devono essere più ambiziosi sulle riforme per favorire la crescita e l'occupazione'' ha rilevato Draghi precisando però che lo sviluppo non arriva solo dalle riforme, peraltro alcune hanno effetti nel breve termine ma altre nel medio e lungo periodo. La crescita è determinata anche dal livello dei tassi di interesse che è a livelli storicamente bassi e dalla domanda globale che rimane sostenuta. La Bce non può sostituire i governi nel favorire le politiche per la crescita.
Draghi poi ricorda che negli ultimi 10-15 paesi ( anni) alcuni paesi europei hanno visto una perdita di competitività e crescita bassa a prescindere dal livello del deficit pubblico e dal livello dei tassi di interesse. ''Dobbiamo dunque intervenire alla radice'' ha aggiunto Draghi che poi ha evidenziato che ''gran parte della crisi attuale'' è il risultato del ''forte aumento dell'avversione al rischio'' provocata dal crac del 2009. ''Dobbiamo creare un clima favorevole per il ritorno degli investimenti, assicurare certezza e credibilità nelle istituzioni che faccia tornare gli investitori''. Il presidente della Bce ha poi difeso le operazioni straordinarie con le aste di dicembre e febbraio con le quali la Bce ha concesso prestiti a lungo termine per mille miliardi alle banche. Draghi ha spiegato che le Ltro hanno permesso di riaprire i canali del credito. ''Dobbiamo pensare a cosa sarebbe accaduto senza le Ltro'' con 230 miliardi di bond bancari in scadenza negli ultimi tre mesi oltre ai titoli di Stato. ''Abbiamo guadagnato tempo - ha detto Draghi - e ora la palla è nel campo delle banche e dei governi che devono sfruttare questo tempo''.
25/04/2012 -
Crescita, contatti fra Roma e Berlino
Draghi: "Servono misure urgenti"
Il presidente della Bce: i governi devono essere più ambiziosi sulle riforme per favorire occupazione
Berlino cerca un asse con Roma sulla crescita. Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha reso noto a Berlino un incontro fra l’entourage della cancelliera Angela Merkel e quello di Mario Monti, avvenuto in settimana, per promuovere iniziative concrete per la crescita nel prossimo Consiglio europeo di giugno. «Il consulente europeo della cancelliera tedesca e il suo omologo italiano - ha detto Seibert in conferenza stampa a Berlino rispondendo a una domanda sulla crisi del debito - si sono incontrati questa settimana proprio per uno scambio su come utilizzare il prossimo Consiglio europeo di giugno, come quello di gennaio e di marzo, per la crescita».
Dopo il fiscal compact per la nuova governance sui conti pubblici, adesso è il momento che l'Europa si concentri sulla crescita dell'economia. E' quanto ha indicato il presidente della Bce, Mario Draghi, rispondendo alle domande degli europarlamentari. ''Dopo il fiscal compact - ha detto - dobbiamo avere un patto per la crescita''. L'Europa è ''sulla buona rotta'' ma ''forse nella fase più difficile. Il consolidamento dei conti pubblici e' stato avviato ma ancora non ne vediamo i benefici'' ha detto Draghi, ''siamo in mezzo al guado che stiamo attraversando''. ''La sola risposta'' per uscire dalla crisi ''è perseverare'', e per quanto riguarda la Bce significa ''creare un ambiente favorevole a questo processo''. Draghi ha inoltre ribadito l'importanza di procedere con le riforme strutturali che ''colpiscono lobby e interessi consolidati'' in quanto cambiano i meccanismi di funzionamento dell'economia. ''I governi europei devono essere più ambiziosi sulle riforme per favorire la crescita e l'occupazione'' ha rilevato Draghi precisando però che lo sviluppo non arriva solo dalle riforme, peraltro alcune hanno effetti nel breve termine ma altre nel medio e lungo periodo. La crescita è determinata anche dal livello dei tassi di interesse che è a livelli storicamente bassi e dalla domanda globale che rimane sostenuta. La Bce non può sostituire i governi nel favorire le politiche per la crescita.
Draghi poi ricorda che negli ultimi 10-15 paesi ( anni) alcuni paesi europei hanno visto una perdita di competitività e crescita bassa a prescindere dal livello del deficit pubblico e dal livello dei tassi di interesse. ''Dobbiamo dunque intervenire alla radice'' ha aggiunto Draghi che poi ha evidenziato che ''gran parte della crisi attuale'' è il risultato del ''forte aumento dell'avversione al rischio'' provocata dal crac del 2009. ''Dobbiamo creare un clima favorevole per il ritorno degli investimenti, assicurare certezza e credibilità nelle istituzioni che faccia tornare gli investitori''. Il presidente della Bce ha poi difeso le operazioni straordinarie con le aste di dicembre e febbraio con le quali la Bce ha concesso prestiti a lungo termine per mille miliardi alle banche. Draghi ha spiegato che le Ltro hanno permesso di riaprire i canali del credito. ''Dobbiamo pensare a cosa sarebbe accaduto senza le Ltro'' con 230 miliardi di bond bancari in scadenza negli ultimi tre mesi oltre ai titoli di Stato. ''Abbiamo guadagnato tempo - ha detto Draghi - e ora la palla è nel campo delle banche e dei governi che devono sfruttare questo tempo''.