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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • G R E C I A - Pagina 15
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Re: G R E C I A

Inviato: 17/02/2015, 17:55
da iospero
le crisi che si susseguono non sono un effetto collaterale... i greci lo hanno capito.

Si è detto che le idee neo-liberiste sono state sconfitte dalla storia: non è affatto vero. Questa società squilibrata che passa da una crisi all’altra non è uno spiacevole “effetto collaterale”, è proprio quella che vogliono, perché queste situazioni non danneggiano lo strato superiore della scocietà, anzi lo favoriscono. Gli elettori greci lo hanno capito per primi. Solo se altri elettori negli altri paesi dimostreranno con il voto di averlo capito anche loro questa situazione potrà cambiare.

Re: G R E C I A

Inviato: 17/02/2015, 19:19
da camillobenso
LA RISTRUTTURAZIONE DEL DEBITO
Tsipras: «Eurogruppo ci provoca» Syriza ritrae uno Schaeuble nazista
Il premier greco: «L’ultima dichiarazione dell’Eurogruppo è una provocazione». Il portavoce della Commissione Ue: «Serve accordo a 19»

di Redazione Online


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Articolo + video

http://www.corriere.it/economia/15_febb ... 76c2.shtml

Re: G R E C I A

Inviato: 17/02/2015, 19:57
da pancho
iospero ha scritto:le crisi che si susseguono non sono un effetto collaterale... i greci lo hanno capito.

Si è detto che le idee neo-liberiste sono state sconfitte dalla storia: non è affatto vero. Questa società squilibrata che passa da una crisi all’altra non è uno spiacevole “effetto collaterale”, è proprio quella che vogliono, perché queste situazioni non danneggiano lo strato superiore della scocietà, anzi lo favoriscono. Gli elettori greci lo hanno capito per primi. Solo se altri elettori negli altri paesi dimostreranno con il voto di averlo capito anche loro questa situazione potrà cambiare.
Concordo pienamente. Le situazioni attuali sono dovute dall'incoscienza dei popoli. Solo se i popoli riacquisteranno la consapevolezza dell'origine di queste cause e le faranno proprie, solo cosi' cambierà il mondo e non solo l'Europa

un salutone

Re: G R E C I A

Inviato: 17/02/2015, 21:39
da camillobenso
pancho ha scritto:
iospero ha scritto:le crisi che si susseguono non sono un effetto collaterale... i greci lo hanno capito.

Si è detto che le idee neo-liberiste sono state sconfitte dalla storia: non è affatto vero. Questa società squilibrata che passa da una crisi all’altra non è uno spiacevole “effetto collaterale”, è proprio quella che vogliono, perché queste situazioni non danneggiano lo strato superiore della scocietà, anzi lo favoriscono. Gli elettori greci lo hanno capito per primi. Solo se altri elettori negli altri paesi dimostreranno con il voto di averlo capito anche loro questa situazione potrà cambiare.
Concordo pienamente. Le situazioni attuali sono dovute dall'incoscienza dei popoli. Solo se i popoli riacquisteranno la consapevolezza dell'origine di queste cause e le faranno proprie, solo cosi' cambierà il mondo e non solo l'Europa

un salutone

Caro pancho anche a me piacerebbe tanto che fosse come dite voi. Tu e iospero. Ma questa è stata una giornataccia passata ad ascoltare il tessuto popolare che dovrebbe cambiare, l’Italia, l’Europa, il Mondo. E non che non ci fossero solo “operaiacci senza cultura”. Ci stavano soprattutto diplomati e laureati che hanno occupato posti dirigenziali in passato. Ed anche qui, non di primo pelo a cui si imputa normalmente l’inesperienza. Ma anzianotti over settanta in su.

Resistere, resistere, resistere. Ma se questi sono gli italiani, Povera Italia.

Re: G R E C I A

Inviato: 18/02/2015, 17:48
da iospero
da Il Fatto Q
Dicono che il debito statale greco (che è intorno al 175% del Pil), è tutta colpa di quei maledetti greci (cioè di tutti i greci) che per anni e anni hanno preteso di vivere al di sopra delle loro possibilità, godendosi salari altissimi, ferie e riposi in continuazione, assistenze di vario tipo, e chi più ne ha più ne metta. Ma è vero tutto ciò?
No, sono menzogne spudorate, ma chi le dice – evidentemente – sa bene che ripetute all’infinito queste rischiano anche di essere credute.

Quali sono le menzogne allora?

Le ragioni per cui si è formato l’enorme debito statale greco si possono essenzialmente ridurre in cinque punti.

Il primo punto: in Grecia grandi proprietari e Chiesa non pagano le tasse. Infatti, gli armatori greci, proprietari della seconda flotta mercantile al mondo, godono di una pressoché totale esenzione fiscale, prevista addirittura dalla costituzione approvata nel 1975. Poi c’è la Chiesa ortodossa, che è il più grande proprietario terriero del paese e possiede hotel, centri turistici, proprietà immobiliari, imprese, e che non paga neanche gli stipendi dei propri preti. A questi bisogna aggiungere poi le stratosferiche ricchezze trasferite all’estero (si calcolano che siano circa 600 miliardi di euro: ovvero quasi il doppio del debito attuale), per non parlare delle 6.575 compagnie offshore, di cui solo 34 pagano le tasse.

Il secondo punto: le spese militari. Lo stato greco spende il 3,1% del Pil in spese militari, più di Gran Bretagna e Francia. Tra il 2005 e il 2009, ovvero gli anni in cui il debito si è gonfiato, la Grecia è stata uno dei cinque maggiori importatori di armi in Europa. Già questo dato è uno scandalo, ma se andiamo a vedere da chi ha comprato la Grecia aerei e armamenti il quadro diventa ancora più inquietante: i 26 F16 sono stati comprati dalla statunitense Lockheed Martin e i 25 Mirage 2000 dalla francese Dassault, con un contratto di 1,6 miliardi di euro.

Il terzo punto: le spese per le Olimpiadi del 2004, costate complessivamente oltre i 20 miliardi di euro. E’ proprio durante quest’anno che il debito statale schizza alle stelle, da 182 a 201 miliardi. Inizialmente si era detto che le spese per le Olimpiadi non avrebbero superato i 7 miliardi di euro, ma si sa come vanno le cose con le “grandi opere”. In Italia ne sappiamo qualcosa, sappiamo del Mose, dell’Expo, ecc. E non occorre spendere parole per capire nelle tasche di chi siano finiti i miliardi che si sono aggiunti oltre le prime previsioni: imprese greche, ma anche straniere, tra cui anche alcune italiane.

Il quarto punto: la corruzione degli alti funzionari pubblici. Anche questo dato siamo in grado di capirlo bene, perché non ci manca l’esperienza in questo senso in Italia. Su una cosa, però, si tende a riflettere poco: dove ci sono corrotti ci sono corruttori che ne beneficiano nell’assegnazione di favori, sconti o appalti. E quali sono i corruttori/beneficiari-dell’atto-di-corruzione? Sono le imprese, greche e internazionali.

Il quinto punto: gli interessi enormi sul debito di Stato. Negli ultimi anni sono stati circa 6 miliardi di euro gli interessi pagati dalla Grecia. Ma a favore di chi? Ma degli altri stati europei, del Fmi e, ça va sans dire, delle grandi banche europee.

E allora i greci che si sono regalati ogni tipo di assistenza? Menzogne. Dal 1998 al 2007 (anni in cui l’economia greca è costantemente cresciuta del 4% all’anno) lo Stato ha speso in spese sociali 5.400 dollari pro capite, cioè meno della metà di Francia e Germania.

E allora i greci che stanno sempre sotto al fico aspettando che un polpo li raggiunga per essere mangiato, perché non vogliono mai lavorare? Menzogne. Secondo i dati dell’Osce (2012), i lavoratori greci sono al primo posto in Europa come ore lavorate annue: 2.017 ore annue di lavoro pro capite, e al terzo tra i 34 paesi dell’Ocse, dopo i lavoratori sud-coreani (2.193 ore di lavoro l’anno) e quelli cileni (2.068 ore).

Ma dei prestiti sostanziosi che hanno avuto in questi anni? Che fine hanno fatto i soldi “nostri”? Di certo non sono stati i greci che campano di lavoro a goderseli. Ecco alcuni dati ufficiali: la disoccupazione è al 27,6%, tra i giovani sotto i 35 anni è sopra il 60%; i disoccupati che ricevono sussidi sono diminuiti del 63,7%; i giovani a rischio di povertà sono il 44%; dal 2010 ad oggi la perdita di salario per chi lavora è del 38%, per i pensionati è del 45%; i redditi delle famiglie sono diminuiti del 39%; la mortalità infantile è cresciuta del 42,8%; il 20% dei bambini non ha potuto essere vaccinato; un milione di greci (su 10) non hanno più assistenza sanitaria; il 44% delle famiglie non può sostenere le spese di riscaldamento; oltre 800.000 persone sono registrate presso le Ong e i servizi caritativi della Chiesa per ottenere un aiuto alimentare.
Sì, ma che fine hanno fatto i soldi prestati, insisterà a chiedere qualcuno? Cioè, si tratta pur sempre di 275 miliardi, si dirà. Ecco, tutti quei soldi sono finiti – come in una partita di poker – nelle mani dei creditori internazionali (Fmi, Bce), almeno per il 90%. Alla fine dei conti, insomma, lo Stato greco ha “visto” solo 27 miliardi di euro (il 10%)…e chi campa di lavoro nulla di nulla, a parte i manganelli in piazza ovviamente. Mentre, nel frattempo, però, sono aumentati del 19% i profitti delle 500 imprese più importanti del paese.

E allora, chi deve pagare il debito greco? E’ giusto che lo paghi chi lo ha creato o è giusto che lo paghino sempre gli stessi poveracci (cioè la gente che vive di lavoro), facendoci pure credere che sono questi ultimi a mettere le mani nelle nostre tasche?

Re: G R E C I A

Inviato: 19/02/2015, 19:23
da iospero
Diretta a governo e parlamento italiano

Questa petizione sarà consegnata a:


governo e parlamento italiano

Sostenete la Grecia nell'Eurogruppo

La Grecia chiama, l'Italia risponda.

All'Eurogruppo è in corso un vero e e proprio braccio di ferro che riguarda il futuro non solo della Grecia, ma dell'Europa tutta.

Ciò che verrà deciso interessa in prima persona tutti i cittadini europei -siano essi greci, tedeschi o italiani.

Crediamo che non sfugga a nessuno che in una situazione di crisi gravissima ai confini d’Europa, dall'Ucraina alla Libia, rotture interne alla Europa sarebbero devastanti. In particolare se coinvolgessero un Paese come la Grecia, che è fondamentale nel Mediterraneo e nella relazione con l’Europa orientale.

Siamo convinti che le proposte avanzate dal nuovo governo greco siano serie e ragionevoli per tutti. Per i cittadini greci ma anche per i tutti i popoli europei che hanno bisogno di una nuova fase dell'Europa volta non più alla austerità ma allo sviluppo.

Crediamo che tutta l'Europa ha bisogno di una nuova stagione, volta a costruire una democrazia europea di cui i popoli siano protagonisti.

Chiediamo alle istituzioni italiane, al Parlamento e al Governo di riconoscere le buone e fondate ragioni poste dal nuovo governo greco.

Il ruolo dell’Italia nell’Eurogruppo è importante. L'Italia è uno dei prestatori e soprattutto a noi conviene adoperarsi in ogni modo per un accordo positivo.

Tutti possono uscirne vincitori - persone, comunità e istituzioni democratiche.
CHANGE.ORG.

Re: G R E C I A

Inviato: 20/02/2015, 13:03
da iospero
Ma vi sembra accettabile che in Grecia la Chiesa ortodossa, che è il più grande proprietario terriero del paese e possiede hotel, centri turistici, proprietà immobiliari, imprese, e che non paga neanche gli stipendi dei propri preti e gli armatori greci, proprietari della seconda flotta mercantile al mondo, godono di una pressoché totale esenzione fiscale, prevista addirittura dalla costituzione approvata nel 1975

Certamente Tsipras ha bisogno di un bel po' di tempo per cambiare la Costituzione e far pagare le tasse a chi è veramente ricco e a portato i soldi nei paradisi fiscali.
Chissà perché la Troika non è intervenuta in questi settori !!!

Re: G R E C I A

Inviato: 20/02/2015, 19:25
da iospero
Da segna­lare un inat­teso endor­se­ment pro-Grecia del Bild, il set­ti­ma­nale più letto in Ger­ma­nia, in mano all’editore con­ser­va­tore Axel Sprin­ger, sup­por­ter di Mer­kel: «Cara Gre­cia — scrive in un edi­to­riale — se per­diamo te, non se ne vanno in fumo solo i nostri miliardi di euro, ma anche il nostro cuore. Il greco si parla da 4.000 anni. Dob­biamo sal­vare la Gre­cia: se sal­viamo la Gre­cia sal­viamo noi stessi. Che cosa sono i miliardi con­tro Omero, Ari­sto­tele, Socrate? La Gre­cia vale più di tutti i miliardi».

Re: G R E C I A

Inviato: 20/02/2015, 23:07
da camillobenso
Il Ferrara pensiero

0 FEB 2015 15:26
A CHE SERVE VOTARE?

- FERRARA: “IL CASO DELLA GRECIA DIMOSTRA CHE LA SOVRANITÀ NON ESISTE PIÙ IN EUROPA. I RISULTATI DELLE ELEZIONI NON CONTANO PIÙ”

“Non è votando che si definisce una politica economica e fiscale. E noi italiani questa depoliticizzazione della democrazia, di cui qui parlammo all’epoca del governo Monti, la conosciamo bene, visto che non abbiamo un vero autogoverno popolare dal 2011. Dopo due commissari eurotecnici, Monti e Letta”…


Giuliano Ferrara per “il Foglio”

La ricerca di un compromesso su debito e riforme tra Europa e Grecia è in corso, entra oggi nella sua fase più intricata, procede fra trappole verbali e micidiali alternative sostanziali. L’impressione generale è che il governo Tsipras stia cercando di mascherare la resa con l’aiuto della Commissione di Bruxelles e la spinta degli americani, dei francesi e degli italiani in qualità di spettatori interessati a vario titolo.

Ma non è ancora detto che finisca con un Germania-Grecia 2 a 0. Non è detto che, cambiate le parole “memorandum” e “troika”, cioè le condizioni del salvataggio e gli arbitri incaricati di sorvegliarlo, resti intatta la sostanza del bail out: disciplina di bilancio e radicali modifiche strutturali nell’economia e nella società greca come viatico per una crescita sostenibile, magari in cambio di qualche marginale allentamento flessibile della morsa dell’austerità (proprio nella logica rifiutata dal governo di estrema sinistra eletto ad Atene, il meccanismo “extend and pretend”, malleabilità spicciola dei creditori contro tenuta dell’obiettivo essenziale a carico dei debitori).


E’ probabile che finisca così, ma può andare anche peggio o meglio. Molti lavorano per un crac, per un trauma. Vedremo. Una cosa importante si è già vista. La sovranità democratica in senso tradizionale non esiste più, l’Europa monetaria e finanziaria è il laboratorio di sperimentazione di una democrazia “depoliticizzata” in cui, fatta salva la forma della rappresentanza parlamentare, le cifre che contano di più non sono i risultati delle elezioni.


Non è votando che si definisce una politica economica e fiscale. E noi italiani questa depoliticizzazione della democrazia, di cui qui parlammo all’epoca del governo Monti, la conosciamo bene, visto che non abbiamo un vero autogoverno popolare dal 2011. Dopo due commissari eurotecnici, Monti e Letta, con Renzi è in atto un tentativo di ripoliticizzazione democratica, che tuttavia procede entro limiti strettissimi e sotto sorveglianza, malgrado l’exploit del Pd alle elezioni europee.

Con un sistema-euro chiuso, da cui è traumatico uscire e nel quale si può stare solo a certe condizioni contabili, gli elettori greci contano e non contano. Ovvio, esistono anche gli elettori tedeschi, ed è l’argomento palmare che la ragione oppone alle pretese manovriere dei furbetti di Syriza.
tsipras per mano con juncker


Ma se ci pensate anche gli elettori tedeschi, e tutti gli altri, sono oggetto di negoziati in cui sulla sovranità democratica della politica prevalgono tecnica e mercati. Nella politica estera e di sicurezza è sempre stato così, più o meno, ma per la prima volta è così anche nella politica economica e sociale. C’è qualcosa che mostra il tramonto delle nazioni e della sovranità democratica tradizionale.


Il partito che spinge per il trauma non è il popolo greco debitore, che vuole tenersi l’euro con l’80 per cento del consenso. Né il popolo dei creditori. Lo scontro è tra modelli di crescita e salvaguardia dei mercati, è scontro interno al capitalismo finanziario, ai suoi gruppi di interesse che non hanno nazione, ai suoi guru, economisti, tecnocrati. Debitori e creditori vogliono un compromesso. City e Wall Street una puntata sul collasso la fanno.

Re: G R E C I A

Inviato: 21/02/2015, 12:11
da iospero
La Grecia, le riforme e il giallo della tabella

Dall’inizio della crisi al 2014, chi ha fatto più riforme nell’Eurozona? Ma quei pigracci dei greci, guarda un po’. E chi è al secondo, terzo e quarto posto? Portogallo, Irlanda e Spagna. Precisamente il drappello dei Pigs (porci), come li chiamano gentilmente in Europa, mentre gli americani si sono inventati un acronimo meno spregiativo, Gipsi (gipsy sono gli zingari). Lo dice l’Ocse, in una tabella pubblicata nel rapporto annuale Going for growth. Ecco la tabella:
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O meglio lo diceva. Perché la tabella è stata pubblicata nella prima versione del rapporto, rilasciata il 9 febbraio, a pagina 111, come precisava su Forbes Steve Keen. Anche un’altra nota commentatrice, Frances Coppola, aveva pubblicato la stessa tabella.
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Ma se andavate a cercarla ieri nel rapporto Ocse non la trovavate più, era stata tolta. Abbiamo scritto all’Ocse chiedendo spiegazioni: ancora non c’è stata risposta, ma oggi la tabella è riapparsa, a pagina 109. Non proprio uguale: con un titolo anodino, più piccola e molto meno evidente. E allora, siccome a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, come diceva Giulio Andreotti, ci viene da pensar male. Ci viene il sospetto, cioè, che quella tabella, utilizzata dai due commentatori citati per esprimere l’opinione che le mitiche “riforme strutturali” siano inutili per superare la crisi, se non addirittura dannose, sia stata considerata inopportuna, specie in questo momento cruciale della trattativa con la Grecia. E che quindi qualcuno abbia spiegato all’Ocse che era meglio toglierla di mezzo, suggerimento che è stato prontamente seguito. Poi però, rendendosi conto che c’era chi l’aveva già vista, riprodotta e commentata, all’Ocse devono aver pensato che la figuraccia sarebbe stata eccessiva e l’hanno rimessa, ma in tono minore. l'ALTRA TABELLA :


Anche il titolo dev’essere stato considerato imbarazzante: “Il frutto delle riforme”. Se si considera l’attuale situazione della Grecia, non si può non concludere che quel frutto è immangiabile. Che è quello che sostengono Tsipras e Varoufakis, finora inutilmente, nel braccio di ferro con i partner europei; o, per dirla più chiaramente, con i tedeschi che continuano a bocciare ogni minima variazione del programma imposto dalla Troika.

Forse i greci, che sono con le spalle al muro e rischiano di non poter pagare stipendi e pensioni, finiranno per cedere sulla sostanza, ottenendo magari solo qualche piccola concessione formale che permetta al nuovo governo di non perdere completamente la faccia. Ma se andrà così non sarà una buona notizia né per la Grecia né per l’Europa, perché significherà che la politica reazionaria ed economicamente immotivata seguita finora non cambierà affatto. E di questo dovranno assumersi la responsabilità gli altri paesi europei, che hanno lasciato la piccola Grecia da sola rinunciando all’occasione di imporre la discussione di una svolta che sarebbe stata indispensabile per tutti.

DA Blog Clericetti -repubblica.it