Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 12/09/2012, 23:41
Il Paese allo sbando - 10
Casini d’Italia
La campagna elettorale in corso, la necessità di sopravvivere politicamente, in questo momento giocano un ruolo determinante. L’economia va a rotoli, tra luglio e agosto hanno chiuso 41.000 aziende. Dall’inizio della crisi per solo fallimento hanno chiuso 46.200 aziende. Angeletti ha denunciato una perdita occupazionale di 1.000 unità al giorno. La produzione industriale “Meno 0,2% a luglio, -7,3% su base annua”.
A tutto questo Monti risponde in questo modo:
Monti: "Governo ha aggravato crisi
per favorire una crescita duratura"
Nel 1993, Ciampi, quando varò la sua finanziaria da 120 mila miliardi di lire, per giustificarla disse che era necessaria per il futuro benessere degli italiani, dei loro figli e dei loro nipoti. Non ebbe il coraggio civile di dire la verità. La classe politica della prima Repubblica, divisa per bande, con il concorso di funzionari dello Stato e di imprenditori corsari, avevano vuotato completamente le casse dello Stato italiano. Diciannove anni dopo, con il concorso della crisi internazionale, gli italiani si sono resi conto che le parole di Ciampi non corrispondevano a verità. I figli fanno parte di una generazione perduta, e quello che i media e i politici nascondono è che anche ai loro nipoti tocca la stessa sorte. Infatti, padri e figli (cioè figli e nipoti) si trovano per strada insieme a protestare contro la precarietà.
Malgrado questo, la classe politica dominante, in prevalenza l’ammucchiata ABC, pensa solo a salvare le proprie posizioni di rendita.
1) Casini: “No a Sel”
Pier Ferdinando Casini, intanto, manda messaggi di fuoco a Bersani. Il Pd “non può chiederci nulla”, ha ammonito il leader Udc. “Vogliamo raggiungere una intesa, una soluzione concordata e venire incontro al Pd. Fra il nodo del premio di governabilità alla coalizione invece che al partito e il nodo preferenze, è chiaro che per me sono fondamentali le preferenze”. Proprio quello cheBersani non vuole, per evitare una conta dentro il Pd che potrebbe ribaltare gli equilibri molto facilmente.
E’ opinione dei maggiorenti del partito che con le preferenze l’attuale classe dirigente piddina verrebbe azzerata. E da un elettorato chiamato ad esprimersi su urne ben più pesanti di quelle delle primarie.
Ma le parole di Casini sono state anche più dure, se possibile, sul fronte delle alleanze, con l’invito a non farne con Sel di Nichi Vendola “se vuole candidarsi al governo del Paese”: “Chi vuole governare questo Paese credibilmente non può avere niente a che fare con i contenuti e i protagonisti che ieri hanno depositato i referendum in Cassazione. Chi, dopo il governo Monti, in coerenza con l’Europa, vuole assumersi la responsabilità di guidare gli italiani – ha aggiunto – non può più avere niente a che fare con chi ha portato quei quesiti referendari in Cassazione il cui contenuto è antitetico al lavoro fatto fin qui” con il governo Monti.
2) Casini, ultimatum a Bersani: «Pd, no con Vendola»
12 settembre 2012
Il Pd «non può chiederci nulla» e l'Udc «non deve proprio fare niente, salvo che sostenere le proprie idee come ha sempre fatto». Esordisce così Pierferdinando Casini in una conferenza stampa sulla legge elettorale ed «all'amico Bersani», che ha dichiarato la contrarietà del Pd al proporzionale alla tedesca e alle preferenze, risponde: «Non c'è nessun accordo con il Pdl».
«Vogliamo raggiungere una intesa, una soluzione concordata» e venire incontro al Pd, ma fra il nodo del premio di governabilità alla coalizione invece che al partito e il nodo preferenze è chiaro: «Fra premio di coalizione e preferenze, per me sono fondamentali le preferenze».
Il Pd, ha detto Casini, «pone due problemi: le preferenze, a cui è inspiegabilmente contrario, ed il premio di coalizione». «Credo - ha proseguito - occorra venire incontro al Pd e trovare una strada intermedia. Io credo che il premio alla coalizione sia dannoso perché si creano coalizioni che vincono le elezioni ma non governano».
Se questo è «per il Pd un affare di stato, noi possiamo fare un passo ma le preferenze sono fondamentali» e sono anche preferenze «di genere» per portare più donne in Parlamento.
Parole dure anche sulle alleanze. Bocciata quella con Sel di Nichi Vendola: «Chi vuole governare questo Paese credibilmente non può avere niente a che fare con i contenuti e i protagonisti che ieri hanno depositato i referendum in Cassazione. Chi, dopo il governo Monti, in coerenza con l'Europa, vuole assumersi la responsabilità di guidare gli italiani non può più avere niente a che fare con chi ha portato quei quesiti referendari in Cassazione il cui contenuto è antitetico al lavoro fatto fin qui» con il governo Monti.
http://www.unita.it/italia/casini-a-ber ... l-1.445288
3) VENDOLA: "CASINI INCOMPATIBILE CON ME E CON MIO PARTITO"
"Casini è incompatibile con me, con il mio partito e con i sogni di un'intera generazione": lo ha detto il leader diSinistra e Libertà, Nichi Vendola, oggi in Cassazione per presentare con Antonio Di Pietro due quesiti referendari in materia di lavoro.
"Mi pare che Casini abbia in testa un'idea diversa dell'Italia da quella che ha disegnato Bersani chiudendo la festa del suo partito - ha detto Vendola - l'Italia di Bersani è interessante, cambia l'agenda Monti, mentre Casini ha a cuore un profilo conservatore. Penso che il Pd non appoggia i referendum ma, come avvenuto in altri casi, poi li fa vincere. Credo ci ritroveremo tutti nel voto", ha spiegato il governatore pugliese
4) Dal Tg7 delle ore 20,00
Il vice conte ha suggerito a Bersani di ascoltare Casini.
5) Pagnocelli ha sondato chi vorrebbero che
vincesse le primarie nel Pd e hanno risposto:
Bersani 46 %
Renzi 30 %
Il che contrasta il sondaggio Piepoli che vede Renzi al 35 % al 27 %.
Ma poi arriva il dato contrastante sulla domanda:
Chi preferirebbe come presidente del consiglio?
Renzi 37 %
Bersani 27 %
Diciamo, ..la confusione nella confusione.
Dopo il trattamento a Fassina in mezzo agli operai dell’Alcoa Bersani si aspetti che vadano a votare per Renzi, come faranno molti altri che non condividono l'operato del sindaco di Firenze.
Lo scherzo da prete glielo faranno quelli di destra che si metteranno in fila alle primarie per far vincere Renzi e fare saltare il banco del Pd, visto che Il Pdl in questo momento è dietro di soli 3,5 punti percentuali rispetto al Pd.
Non vedranno di certo Cicchitto, La Russa e gas parri in fila alle primarie, ma loro elettori sì.
Casini d’Italia
La campagna elettorale in corso, la necessità di sopravvivere politicamente, in questo momento giocano un ruolo determinante. L’economia va a rotoli, tra luglio e agosto hanno chiuso 41.000 aziende. Dall’inizio della crisi per solo fallimento hanno chiuso 46.200 aziende. Angeletti ha denunciato una perdita occupazionale di 1.000 unità al giorno. La produzione industriale “Meno 0,2% a luglio, -7,3% su base annua”.
A tutto questo Monti risponde in questo modo:
Monti: "Governo ha aggravato crisi
per favorire una crescita duratura"
Nel 1993, Ciampi, quando varò la sua finanziaria da 120 mila miliardi di lire, per giustificarla disse che era necessaria per il futuro benessere degli italiani, dei loro figli e dei loro nipoti. Non ebbe il coraggio civile di dire la verità. La classe politica della prima Repubblica, divisa per bande, con il concorso di funzionari dello Stato e di imprenditori corsari, avevano vuotato completamente le casse dello Stato italiano. Diciannove anni dopo, con il concorso della crisi internazionale, gli italiani si sono resi conto che le parole di Ciampi non corrispondevano a verità. I figli fanno parte di una generazione perduta, e quello che i media e i politici nascondono è che anche ai loro nipoti tocca la stessa sorte. Infatti, padri e figli (cioè figli e nipoti) si trovano per strada insieme a protestare contro la precarietà.
Malgrado questo, la classe politica dominante, in prevalenza l’ammucchiata ABC, pensa solo a salvare le proprie posizioni di rendita.
1) Casini: “No a Sel”
Pier Ferdinando Casini, intanto, manda messaggi di fuoco a Bersani. Il Pd “non può chiederci nulla”, ha ammonito il leader Udc. “Vogliamo raggiungere una intesa, una soluzione concordata e venire incontro al Pd. Fra il nodo del premio di governabilità alla coalizione invece che al partito e il nodo preferenze, è chiaro che per me sono fondamentali le preferenze”. Proprio quello cheBersani non vuole, per evitare una conta dentro il Pd che potrebbe ribaltare gli equilibri molto facilmente.
E’ opinione dei maggiorenti del partito che con le preferenze l’attuale classe dirigente piddina verrebbe azzerata. E da un elettorato chiamato ad esprimersi su urne ben più pesanti di quelle delle primarie.
Ma le parole di Casini sono state anche più dure, se possibile, sul fronte delle alleanze, con l’invito a non farne con Sel di Nichi Vendola “se vuole candidarsi al governo del Paese”: “Chi vuole governare questo Paese credibilmente non può avere niente a che fare con i contenuti e i protagonisti che ieri hanno depositato i referendum in Cassazione. Chi, dopo il governo Monti, in coerenza con l’Europa, vuole assumersi la responsabilità di guidare gli italiani – ha aggiunto – non può più avere niente a che fare con chi ha portato quei quesiti referendari in Cassazione il cui contenuto è antitetico al lavoro fatto fin qui” con il governo Monti.
2) Casini, ultimatum a Bersani: «Pd, no con Vendola»
12 settembre 2012
Il Pd «non può chiederci nulla» e l'Udc «non deve proprio fare niente, salvo che sostenere le proprie idee come ha sempre fatto». Esordisce così Pierferdinando Casini in una conferenza stampa sulla legge elettorale ed «all'amico Bersani», che ha dichiarato la contrarietà del Pd al proporzionale alla tedesca e alle preferenze, risponde: «Non c'è nessun accordo con il Pdl».
«Vogliamo raggiungere una intesa, una soluzione concordata» e venire incontro al Pd, ma fra il nodo del premio di governabilità alla coalizione invece che al partito e il nodo preferenze è chiaro: «Fra premio di coalizione e preferenze, per me sono fondamentali le preferenze».
Il Pd, ha detto Casini, «pone due problemi: le preferenze, a cui è inspiegabilmente contrario, ed il premio di coalizione». «Credo - ha proseguito - occorra venire incontro al Pd e trovare una strada intermedia. Io credo che il premio alla coalizione sia dannoso perché si creano coalizioni che vincono le elezioni ma non governano».
Se questo è «per il Pd un affare di stato, noi possiamo fare un passo ma le preferenze sono fondamentali» e sono anche preferenze «di genere» per portare più donne in Parlamento.
Parole dure anche sulle alleanze. Bocciata quella con Sel di Nichi Vendola: «Chi vuole governare questo Paese credibilmente non può avere niente a che fare con i contenuti e i protagonisti che ieri hanno depositato i referendum in Cassazione. Chi, dopo il governo Monti, in coerenza con l'Europa, vuole assumersi la responsabilità di guidare gli italiani non può più avere niente a che fare con chi ha portato quei quesiti referendari in Cassazione il cui contenuto è antitetico al lavoro fatto fin qui» con il governo Monti.
http://www.unita.it/italia/casini-a-ber ... l-1.445288
3) VENDOLA: "CASINI INCOMPATIBILE CON ME E CON MIO PARTITO"
"Casini è incompatibile con me, con il mio partito e con i sogni di un'intera generazione": lo ha detto il leader diSinistra e Libertà, Nichi Vendola, oggi in Cassazione per presentare con Antonio Di Pietro due quesiti referendari in materia di lavoro.
"Mi pare che Casini abbia in testa un'idea diversa dell'Italia da quella che ha disegnato Bersani chiudendo la festa del suo partito - ha detto Vendola - l'Italia di Bersani è interessante, cambia l'agenda Monti, mentre Casini ha a cuore un profilo conservatore. Penso che il Pd non appoggia i referendum ma, come avvenuto in altri casi, poi li fa vincere. Credo ci ritroveremo tutti nel voto", ha spiegato il governatore pugliese
4) Dal Tg7 delle ore 20,00
Il vice conte ha suggerito a Bersani di ascoltare Casini.
5) Pagnocelli ha sondato chi vorrebbero che
vincesse le primarie nel Pd e hanno risposto:
Bersani 46 %
Renzi 30 %
Il che contrasta il sondaggio Piepoli che vede Renzi al 35 % al 27 %.
Ma poi arriva il dato contrastante sulla domanda:
Chi preferirebbe come presidente del consiglio?
Renzi 37 %
Bersani 27 %
Diciamo, ..la confusione nella confusione.
Dopo il trattamento a Fassina in mezzo agli operai dell’Alcoa Bersani si aspetti che vadano a votare per Renzi, come faranno molti altri che non condividono l'operato del sindaco di Firenze.
Lo scherzo da prete glielo faranno quelli di destra che si metteranno in fila alle primarie per far vincere Renzi e fare saltare il banco del Pd, visto che Il Pdl in questo momento è dietro di soli 3,5 punti percentuali rispetto al Pd.
Non vedranno di certo Cicchitto, La Russa e gas parri in fila alle primarie, ma loro elettori sì.