Come se ne viene fuori ?

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camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

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Spero tanto che questa notizia sia vera:

Intanto un dato. Questo autunno segna sia l’archiviazione del “partito cattolico” sia la dismissione del “partito nazionale”, che Casini voleva fondare. E segna la rinuncia dell’associazionismo cattolico a fare “movimento”.

La scorsa settimana è stato scritto che Rutelli tornava a bussare al portone del convento piddino perché non veniva rifondata la Dc. Mi sembrava una notizia da prendere con le molle. Adesso invece si espone Marco Politi.

E’ certamente una buonissima notizia.

***

La moderata depressione dei cattolici anti-casta
di Marco Politi
| 20 settembre 2012 |Commenti (10)

Il voto cattolico è una grande prateria. Sarà di chi lo conquista con programmi concreti su famiglia, lavoro e sviluppo economico. Sarà di chi lo convince attraverso un radicale cambio di classe dirigente, facendo piazza pulita dei privilegi della casta. La classe politica ha mostrato scarsa attenzione alla precisa inchiesta Ipsos sul voto cattolico, presentata dalle Acli. Forse per una coda di paglia. L’Udc perché si è aggrappata al vecchio format appena ritoccato con la sigla “Italia”, il Pd perché per quasi due anni si è lasciato incantare da Marchionne, il Grillo-pensiero perché autisticamente segue la programmazione di Casaleggio, il Pdl perché non sa dove sbattere a parte le buffonate di Berlusconi sull’Imu. Intanto un dato. Questo autunno segna sia l’archiviazione del “partito cattolico” sia la dismissione del “partito nazionale”, che Casini voleva fondare. E segna la rinuncia dell’associazionismo cattolico a fare “movimento”.
Parcheggiate nei pressi dell’Udc, le associazioni bianche auspicano blandamente un centrosinistra riformatore senza impegnarsi in battaglie. Un modo di stare alla finestra. Ma i singoli elettori cattolici che vogliono? Intanto cestinano la proposta di un partito bianco. Piace solo al 9%. Chiedono invece compattamente (55% un rinnovamento radicale delle classi dirigenti dei partiti e un quarto della galassia bianca si aspetta il ritorno a una netta differenziazione tra valori di destra e di sinistra. C’è grande insoddisfazione per i partiti attuali, che attraggono consenso da appena poco più di un terzo dell’elettorato (37%). Più della metà degli interrogati sogna disperatamente una forza politica nuova o almeno una lista espressione della società civile. Il desiderio di novità sfocia – e non è paradossale – in un attendismo, che si potrebbe definire disincantato. “Stando così le cose…”, la maggioranza preferisce continuare con la formula di governo attuale: o grande coalizione (28%) o Monti bis (24%). È sintomatico che né la proposta di un governo di centrosinistra né di uno di centrodestra accenda gli animi. Tifa per il primo un minuscolo 15 per cento e per il secondo il 14. E anche nelle intenzioni di voto (ma solo rapportato al nucleo minoritario dei cattolici praticanti che vanno a messa ogni domenica) Pdl e Pd si bilanciano con un gradimento intorno al 25 p.c. Al Movimento 5 Stelle va il 13, all’Udc l’11 per cento. Il programma, che interessa il cattolico, deve contenere politiche concrete per la famiglia, il lavoro e la lotta alla povertà. In prima linea tra le motivazioni per andare a votare stanno “lotta agli sprechi e alla corruzione, sviluppo economico e rafforzamento dell’economia italiana, difesa del potere d’acquisto dei salari”. Segue la lotta alla criminalità.

In questo quadro risuona con percentuale bulgara (92%) il grido per la riduzione degli stipendi parlamentari e la trasparenza dei finanziamenti ai partiti. Quanti alla Camera tentennavano sulla certificazione esterna dei soldi concessi ai gruppi parlamentari, non hanno capito niente dello stato d’animo del Paese. Non è in sintonia con la pancia del mondo cattolico nemmeno la gerarchia ecclesiastica, che pretende di rappresentarlo politicamente quando si arriva ai dei temi cosiddetti etici. Le questioni, che il Vaticano considera “principi non negoziabili”, non interessano il mondo cattolico. Difesa della vita, aborto, coppie di fatto sono temi di discussione solo per un frammento che si ferma al 7%. Significa che il cattolico del quotidiano vuole risolverli per conto proprio, in base alla propria coscienza e senza interferenze politiche della alte sfere ecclesiastiche. I numeri parlano chiaro: l’80% dell’elettorato cattolico chiede praticamente che il Parlamento possa lavorare in pace. Il 45 sostiene la laicità della politica e una sintesi dei valori cattolici con le altre culture, mentre il 37 considera le posizioni della Chiesa “fin troppo presenti”. È un’indicazione stramaggioritaria, di cui tener conto quando si riparlerà della legge sul testamento biologico. Lo schieramento trasversale, che nega l’autodeterminazione, non rappresenta i cattolici.

Su questo sfondo la voglia di votare è molto tiepida. Incerti e disincantati, gli elettori cattolici felici di votare sono appena il 17%, un 29 farà il suo dovere “ma senza troppo entusiasmo”, un altro 26 deciderà soltanto “se trova una lista che lo rappresenta”. È lo specchio di una moderata depressione.

Il Fatto Quotidiano, 20 settembre 2012
soloo42000
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da soloo42000 »

Occhio che sembrano vogliano accelerare sulla legge a favoe dell'accanimento terapeutico.
Stanno tentando il colpaccio di fine legislatura.
Ci sara` da ridere a vedere come reagira` il PD in questo frangente, fra primarie, alleanze e campagna elettorale.
O meglio, ci sara` da piangere, temo.

soloo42000
mariok

Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da mariok »

Cervelli in fuga: Caterina Falleni
21/09/2012

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Quando il ministro Barca ha lanciato la sua proposta di 100 borse di studio per far tornare i così denominati “cervelli in fuga”, molti hanno pensato che non fosse ancora abbastanza. Troppo il gap che divide le nostre università da quelle oltre oceano, troppi i compromessi che un ricercatore deve fare per lavorare nel nostro paese.

Qualche giorno fa il Fatto Quotidiano ha pubblicato un articolo sulla storia di Caterina Falleni, appena 23 anni, e già proiettata verso un futuro fuori dall’Italia. Caterina, malgrado la giovane età ha viaggiato molto: un internship a Rotterdam, un programma di studio Erasmus in Finlandia e un progetto di collaborazione come interior designer e fotografo in Tanzania. Proprio in Africa ha avuto l’idea che le ha fatto vincere una prestigiosa borsa di studio presso la Singularity University della NASA.

Il nome del progetto in sviluppo è Freijis e potrebbe rivoluzionare la vita di molte persone: un frigorifero che funziona senza l’ausilio della corrente elettrica.

“L’idea mi è venuta in Africa studiando alcune strutture fatte con materiali porosi come il fango o la terracotta. – ha racconato al FattoQuotidiano – Strutture che utilizzano il processo chiamato evaporative cooling, lo stesso per il quale la temperatura nel nostro corpo si abbassa nel momento in cui avviene la sudorazione. Ho associato questa tecnologia con dei materiali che si chiamano PCM. Così è nato Freijis”

Il progetto non è importante solo per utilizzi più “banali”, come la conservazione del cibo, ma soprattutto per quella dei medicinali.

Alla domanda se continuerà a sviluppare la sua idea in Italia Caterina ha storto il naso: “Devo finire l’Università, ma conto di tornare in California per sviluppare il mio progetto. Forse potrei farlo anche a casa mia, ma sarei più frustrata perché incontrerei enormi difficoltà che rallenterebbero il mio lavoro”

Caterina è rimasta molto affascinata dal diverso ambiente che ha trovato negli Stati Uniti, un approccio che va al di là della mera differenza di budget delle università americane: ”Il primo giorno in un’università italiana il direttore ha salutato gli studenti con queste parole: ‘Ragazzi, guardatevi intorno perché il 70 per cento di voi non riuscirà a passare l’anno’. Stessa scena in America, solo che il capo dell’istituto ha esordito dicendo: ‘Ragazzi se siete qui è perché siete i migliori, siete forti e siete il futuro. Guardatevi intono perché le relazioni che stringete adesso vi accompagneranno e vi sosterranno per tutta la vita’”

La differenza più grande Caterina l’ha trovata nella facilità con cui è stata in grado di presentare idee e trovare persone in grado di ascoltarla: “A Livorno, prima di partire avevo provato a bussare alle porte della Provincia, della Regione, per cercare di coinvolgerli in quest’avventura americana, ma ho trovato enormi difficoltà, tanta diffidenza e poca trasparenza. In California ho cenato con i fondatori di Google Earth e improvvisato con loro sedute di brainstorming davanti ad una bistecca con ai piedi un paio di infradito.”

L’approccio informale è stato spesso al centro di polemiche anche negli Stati Uniti dove la Singularity University (che si mette in aperta competizione con il metodo di insegnamento tradizionale) è stata anche accusata di accogliere nei suoi corsi star che poco hanno a che fare con il mondo scientifico: attori, milionari e imprenditori in cerca della Next Big Thing. Ad oggi il sistema sembra però funzionare e le università di tutto il mondo non possono più ignorare una realtà che sta già attirando studenti da tutto il mondo.

http://i-think-italia.it/cervelli-in-fu ... a-falleni/
shiloh
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da shiloh »

camillobenso ha scritto:
LE VEDOVE ROSSE DI MARPIONNE: IL MANAGER DI SFABBRICA ITALIA ERA UN MITO DELLA SINISTRA - D’ALEMA, FASSINO, VELTRONI, CHIAMPARINO BONANNI, BERTINOTTI E RENZI FACEVANO A GARA PER SLINGUAZZARE IL “SALVATORE DELL’ITALIA” - SOLO IL FURBO BERTYNIGHT ANNUSO’ (DA ESPERTO IN MATERIA) LA PUZZA DI CACHEMIRE AVARIATO E DOPO UN PO’ CAMBIO’ IDEA: “ROMITI GLI OPERAI VORREBBE DIVIDERLI. MARCHIONNE VORREBBE ELIMINARLI…”


io penso che la discussione più importante,
che dovrebbe poi scaturire in proposte serie e realizzabili,
sia su come spostare la tassazione dal lavoro alla rendita.
in Italia ,
un imprenditore che ha capitali da investire,
se li investe in borsa ha una tassazione del 12%,
se li investe nel lavoro ha una tassazione del 48%...non si capisce quindi per quale motivo un investitore,
soprattutto estero,
dovrebbe mettere soldi in un'azienda italiana.

fa eccezione la VW che si è comprata Lamborghini,Giugiaro e Ducati:
ma solo perchè di quelle aziende a loro interessa il know-how.

hanno voglia "quelli che ...Sacconi&Ichino e Marchionne&Montezemolo"
a starnazzare sul costo di Cipputi...dimezzategli anche lo stipendio da fame che c'ha ...e non avreste risolto nulla.

se invece a Cipputi gli abbassate un po' le tasse e di conseguenza gli mettete in tasca due soldini in più...magari li spende e l'economia riparte...manica di grulli mannari.
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

io penso che la discussione più importante,
che dovrebbe poi scaturire in proposte serie e realizzabili,
sia su come spostare la tassazione dal lavoro alla rendita.
in Italia ,
un imprenditore che ha capitali da investire,
se li investe in borsa ha una tassazione del 12%,
se li investe nel lavoro ha una tassazione del 48%...non si capisce quindi per quale motivo un investitore,
soprattutto estero,
dovrebbe mettere soldi in un'azienda italiana


shiloh

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Una richiesta da Ernesto Che Guevara.

Recentemente Prodi ha affermato che nel mondo della finanza non esistono regole, che nessuno le vuole e che non le vuole neppure Obama.

Diciamo che è un bel golpe mondiale.

In realtà hanno capito che in una zona franca senza regole possono dominare il mondo, come sta avvenendo nei fatti. Bildelberg e altro.

E’ l’infezione mondiale da oltre una trentina d’anni. L’investimento nella finanza è molto più proficuo di quello dell’investimento nell’industria e nel commercio.

Oggi si può fare con maggiore facilità dietro una tastiera di un computer.

Dà rendite non paragonabili in tempi brevissimi.

Se uno ci sa fare si arricchisce come ha fatto Soros negli Usa.

L’investimento nell’industria porta profitti in tempi decisamente più lunghi, e i rischi e i “noiosissimi lacci e lacciuoli” non sono paragonabili con l’investimento nella finanza.

Il mondo della finanza, legato direttamente al mondo bancario, è oggi il principale potere forte con cui qualsiasi governo deve fare quotidianamente i conti.

Che devo fare?

Domani mattina che è sabato devo andare a Porta Ticinese per acquistare una mimetica ed un kalashnikov?

Nei rapporti di forza stanno vincendo loro e hanno alleati di rango come la premiata azienda Mafie SpA.

PS. Non che io sia in disaccordo con quello che affermi, solo che visto dalla mia angolazione diventa: Fischia il vento infuria la bufera,...scarpe rotte eppur bisogna andar....
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Gruppo Bilderberg
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


Hotel de Bilderberg, a Oosterbeek (Paesi Bassi), sede della prima conferenza Bilderberg del 1954.
Il Gruppo Bilderberg (detto anche conferenza Bilderberg o club Bilderberg) è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici.
Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida nei Paesi Bassi[1]. I nomi dei partecipanti sono resi pubblici attraverso la stampa[2] ma la conferenza è chiusa al pubblico e ai media[3].
Dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all'esterno, questi incontri sono stati oggetto di critiche e di varie teorie del complotto, come ad esempio quella sostenuta da Daniel Estulin nel libro Il Club Bilderberg[4]. Gli organizzatori della conferenza, tuttavia, spiegano questa loro scelta con l'esigenza di garantire ai partecipanti maggior libertà di esprimere la propria opinione senza la preoccupazione che le loro parole possano essere travisate dai media

Storia del gruppo Bilderberg [modifica]

La prima conferenza si tenne il 29 maggio 1954 presso l'hotel de Bilderberg a Oosterbeek, vicino Arnhem, in Olanda. L'iniziativa di tale prima conferenza fu presa da molte persone, incluso il politico polacco Józef Retinger preoccupato dalla crescita dell'antiamericanismo nell'Europa occidentale e col fine di favorire la cooperazione tra Europa e Stati Uniti in campo politico ed economico anche in ottica di difesa[6][5].
Per quella prima conferenza furono contattati il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld, il primo ministro belga Paul Van Zeeland e l'allora capo della Unilever, l'olandese Paul Rijkens. Il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld a sua volta coinvolse Walter Bedell Smith, capo della CIA[7] La lista degli ospiti fu redatta invitando due partecipanti per ogni nazione, uno per la parte liberale e l'altro per l'opposta parte conservatrice[6]. Cinquanta delegati da undici paesi europei insieme a undici delegati statunitensi parteciparono a quella prima conferenza.[8]

Il successo di questo primo incontro spinse gli organizzatori a pianificare delle conferenze annuali. Fu istituita una commissione permanente con Retinger nel ruolo di segretario permanente. Alla morte di Retinger divenne segretario l'economista tedesco Ernst van der Beugel nel 1960 e in seguito la posizione fu rivestita da Joseph E. Johnson, William Bundy e altri.[9] Molti partecipanti al gruppo Bilderberg sono capi di Stato, ministri del tesoro e altri politici dell'Unione Europea ma prevalentemente i membri sono esponenti di spicco dell'alta finanza europea e anglo-americana.

Struttura organizzativa [modifica]
La conferenza è organizzata da una commissione permanente (Steering Committee) della quale fanno parte due membri di circa 18 nazioni differenti.[10] Oltre al presidente della commissione è prevista la figura di segretario generale onorario.[11] Non esiste la figura di membro del gruppo Bilderberg ma solo quella di membro della commissione permanente ("member of the Steering Committee").[12] Esiste anche un gruppo distinto di supervisori.[13]
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Re: Come se ne viene fuori ?

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Commissione Trilaterale
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Commissione Trilaterale, o, ellitticamente, la Trilaterale (in inglese, Trilateral Commission), è un gruppo di studio (think tank) non governativo e non partitico fondato il 23 giugno 1973 per iniziativa di David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti e notabili, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski. La Trilaterale conta come membri più di trecento privati cittadini (uomini d'affari, politici, intellettuali) provenienti dall'Europa, dal Giappone e dall'America Settentrionale, e ha l'obiettivo di promuovere una cooperazione più stretta tra queste tre aree (di qui il nome). Ha la sua sede sociale a New York.
Quest'organizzazione fu fondata a motivo del declino, in quegli anni, dell'influenza del Council on Foreign Relations, un precedente gruppo di studio americano di politica estera, le cui posizioni sulla guerra del Vietnam erano divenute impopolari.
Tra gli scopi che la commissione si propone[1] c'è quello di facilitare la cooperazione internazionale nella convinzione della crescente interdipendenza tra gli Stati.
La lista dei membri è pubblicata ogni anno.

Composizione [modifica]

Il numero dei membri provenienti da ciascuna delle tre zone geopolitiche (Europa, Giappone e America Settentrionale) è tale che la rappresentanza di tali zone è, in proporzione, sempre la stessa. I membri che ottengono una posizione nel governo del loro paese lasciano la Commissione.
Il Nord-America è rappresentato da 120 membri, l'Europa pure da 120 membri (di questi 20 sono tedeschi, 18 italiani, francesi e britannici, 12 spagnoli, mentre i restanti Stati hanno tra 1 e 6 rappresentanti). L'area del Pacifico è rappresentata da 117 membri.[2]

Tra i membri italiani si annoverano:[3]
John Elkann, presidente di Fiat SpA, Exor e della Giovanni Agnelli e C
Pier Francesco Guarguaglini, ex-presidente di Finmeccanica
Enrico Letta, politico italiano e attuale vicesegretario del Partito Democratico
Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi
Luigi Ramponi, politico del Popolo della Libertà - (Ex generale del GdF)
Gianfelice Rocca, presidente del Gruppo Techint, vicepresidente di Confindustria
Carlo Secchi, economista e politico italiano
Maurizio Sella, presidente del gruppo Banca Sella
Marco Tronchetti Provera, imprenditore e dirigente d'azienda italiano
Enrico Tomaso Cucchiani, amministratore delegato di Intesa San Paolo
Marcello Sala, vice presidente del consiglio di amministrazione di Intesa San Paolo
Marta Dassù, sottosegretario di Stato del Ministero degli Affari Esteri del Governo Monti
Giuseppe Recchi, presidente di ENI
Stefano Silvestri, Presidente dell'Istituto Affari Internazionali dal 2001 e giornalista de Il sole 24 ore
Franco Venturini, giornalista del Corriere della Sera
Federica Guidi, imprenditrice italiana
Paolo Andrea Colombo, imprenditore italiano e attuale presidente dell'Enel


Teorie del complotto e critiche [modifica]

Sebbene la Commissione trilaterale sia soltanto uno tra i tanti gruppi di discussione di destra e di sinistra, essa è presente in molte teorie del complotto.

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Lo scrittore francese Jacques Bordiot affermò, riguardo ai membri della commissione, che "il solo criterio che si esige per la loro ammissione, è che essi siano giudicati in grado di comprendere il grande disegno mondiale dell'organizzazione e di lavorare utilmente alla sua realizzazione" e che "il vero obiettivo della Trilaterale è di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale".

("Présent", 28 e 29 gennaio 1985).

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Non sono però specificate le fonti su cui il Bordiot avrebbe basato le sue opinioni.
Per altri la Trilaterale è semplicemente l'espressione di una classe privilegiata di tecnocrati: «La cittadella trilaterale è un luogo protetto dove la téchne è legge e dove sentinelle, dalle torri di guardia, vegliano e sorvegliano. Ricorrere alla competenza non è affatto un lusso, ma offre la possibilità di mettere la società di fronte a se stessa. Il maggiore benessere deriva solo dai migliori che, nella loro ispirata superiorità, elaborano criteri per poi inviarli verso il basso» (Gilbert Larochelle, «L'imaginaire technocratique» Montreal, 1990, p.279).
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Re: Come se ne viene fuori ?

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— ECONOMIA

Monti, i Bilderberg e la Trilaterale
di EMANUELE MENIETTI

Siamo andati a vedere cosa c'è di concreto nelle voci cospirazioniste sul futuro presidente del Consiglio

14 novembre 2011

Da quando il presidente Napolitano ha annunciato, prima in maniera implicita, poi esplicitamente e in maniera formale, di voler affidare a Mario Monti la creazione di un nuovo governo, sono iniziate a circolare molte voci sulla carriera e gli incarichi assunti negli anni dall’economista.

I detrattori accusano Monti di far parte di grandi banche di investimenti come Goldman Sachs e di essere parte attiva in alcune associazioni – specialmente il gruppo Bilderberg e la Commissione Trilaterale.

Queste organizzazioni vengono spesso accusate di essere al lavoro per costruire una grande cospirazione, un “nuovo ordine mondiale”, per favorire banche, multinazionali, i-poteri-forti e le grandi potenze mondiali. Allora abbiamo messo insieme le cose che si sanno su queste organizzazioni e sul ruolo del potenziale futuro presidente del Consiglio al loro interno.

Gruppo Bilderberg
È un gruppo che si riunisce una volta all’anno e i cui incontri riservati furono organizzati per la prima volta a fine maggio del 1954 presso l’Hotel de Bilderberg (Oosterbeek, Paesi Bassi), luogo che diede anche il nome all’iniziativa. L’associazione nacque con lo scopo di contrastare l’antiamericanismo nell’Europa occidentale e per incentivare maggiore collaborazione tra Stati Uniti e paesi europei sia sul fronte politico che su quello finanziario. Il gruppo organizza di norma una sola riunione all’anno cui sono invitati meno di 150 partecipanti, solitamente personaggi influenti dal mondo delle imprese, della finanza, delle università e della politica. Gli incontri durano pochi giorni e sono preclusi ai giornalisti, che non possono nemmeno avvicinarsi alle aree in cui si tiene il summit. La zona degli incontri è sorvegliata di solito da società di sicurezza private, a volte con il sostegno delle forze dell’ordine. Chi si avvicina o prova a ottenere informazioni viene rapidamente allontanato (quest’anno Mario Borghezio della Lega Nord fu arrestato dalla polizia e successivamente bandito dal Cantone dei Grigioni per tutta la durata del summit).
Proprio a causa dell’estrema riservatezza, nel corso degli anni il gruppo Bilderberg è stato accusato di ordire oscure cospirazioni da parte di attivisti e organizzazioni politiche, che paragonano spesso gli incontri dei partecipanti a quelli della massoneria intenta a creare un “nuovo ordine mondiale”, per quanto non ci sia alcuna prova che durante i convegni si siano mai fatte discussioni o prese decisioni di questo genere (non si capisce nemmeno quali dovrebbero essere, queste decisioni). Le opinioni sul tipo di cospirazioni cambiano molto a seconda dei detrattori e così anche le ipotesi sui risultati raggiunti da oltre mezzo secolo. Gli organizzatori degli incontri difendono la scelta di svolgere tutto senza far trapelare informazioni: i partecipanti ai convegni si sentono così liberi di dire davvero che cosa pensano senza temere la diffusione delle loro dichiarazioni da parte della stampa.
Mario Monti è membro del Consiglio direttivo del gruppo Bilderberg dallo scorso anno. Il Consiglio viene eletto ogni quattro anni e non ci sono limiti al numero dei mandati per i singoli consiglieri: si occupa di organizzare l’incontro annuale e di selezionarne i partecipanti. Monti risulta tra gli invitati dell’incontro dello scorso giugno a Saint Moritz (Svizzera), ma non è l’unico italiano ad avervi partecipato. Nella lista compaiono anche il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, Franco Bernabè (Telecom), John Elkann (FIAT), e Paolo Scaroni (ENI). I temi affrontati durante l’incontro sono stati molteplici: dal ruolo delle economie emergenti all’innovazione tecnologica nelle economie occidentali, passando per le sfide per l’economia europea. Proprio per le ragioni di riservatezza con cui sono organizzati gli incontri, non sappiamo che cosa abbia fatto o detto Monti durante il summit (a cui di recente hanno preso parte anche, tra gli altri, Barroso e Van Rompuy). In veste di presidente della Bocconi, Monti ha partecipato agli incontri del gruppo Bilderberg anche nel 2010 e nel 2009.

Commissione Trilaterale

È una organizzazione non governativa fondata nel 1973 dal magnate statunitense David Rockefeller per favorire la cooperazione tra Europa, Stati Uniti e Giappone. L’obiettivo all’epoca era quello di superare le distanze e i disaccordi tra queste tre parti del mondo, cercando di aprire il dialogo e il confronto su temi di natura politica ed economica. Il Nord America è rappresentato da 120 membri, l’Europa da 170 e l’Asia da 85 membri (nel corso degli anni l’organizzazione si è aperta ad altri paesi orientali oltre il Giappone). La Commissione Trilaterale è stata criticata da organizzazioni politiche e di attivisti con motivazioni simili a quelle usate per il gruppo Bilderberg. L’accusa è quella di voler creare un sistema sovranazionale per gestire il potere senza alcuna legittimazione democratica.
Mario Monti è direttamente impegnato nell’organizzazione come presidente del gruppo europeo dal 2010, affiancato da un presidente per il gruppo americano e da uno per l’area asiatica. Tra i membri italiani della Trilaterale [pdf] ci sono anche Enrico Letta (PD), Carlo Pesenti (Italcementi), Luigi Ramponi (PdL, ex Comandante della Guardia di Finanza ed ex direttore del SISMI), Maurizio Sella (Banca Sella) e Marco Tronchetti Provera (Pirelli). Monti ha il compito di coordinare il lavoro del nucleo europeo dell’organizzazione. Nel corso degli incontri globali, in genere uno l’anno, e di quelli in Europa, la Commissione Trilaterale si occupa di questioni economiche e produce analisi e previsioni sull’andamento dei mercati, sulle opportunità per imprese e altre organizzazioni di collaborazione. I risultati degli incontri e degli studi vengono pubblicati regolarmente e pubblicamente, evitando le chiusure e la segretezza del gruppo Bilderberg.

Goldman Sachs
È una delle più grandi e importanti banche di affari del mondo. Ha sede legale negli Stati Uniti ed è quotata alla borsa di New York. Offre consulenze a migliaia di società, che la utilizzano per gestire i loro investimenti, per ristrutturarsi e per effettuare nuove acquisizioni. La banca si occupa anche degli investimenti a rischio e sui derivati, e amministra fondi previdenziali. Considerata la sua enorme influenza, è stata spesso criticata per aver condizionato l’andamento dei mercati o aver favorito speculazioni spregiudicate, che hanno contribuito alla progressiva crisi finanziaria di questi ultimi anni.
Mario Monti è diventato nel 2005 consulente internazionale di Goldman Sachs International. Da allora si è occupato di politica internazionale e mercati di capitali, offrendo la propria consulenza per il Goldman Sachs Global Markets Institute. Ha realizzato rapporti e analisi sostenendo le proprie teorie economiche in materia di stabilità dei conti pubblici e liberalizzazioni. Monti non ha alcun ruolo esecutivo o dirigenziale all’interno della banca.


foto: L’hotel di St Moritz, Svizzera, dove il gruppo Bilderberg si è riunito nel giugno di quest’anno.
(FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)

http://www.ilpost.it/2011/11/14/monti-b ... ilaterale/
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Il Paese allo sbando - 17

Perché siamo destinati inevitabilmente a finire male.



Sembra un po’ difficile non vedere che stiamo esplodendo.


1) Ritorna il cazzaro di Harcore e invoca la sospensione dell’Imu, senza indicare come intende sostituire quell’entrata in uno Stato permanentemente senza soldi.

2) Alla Regione Lazio si apre una voragine di soldi gettati al vento, che contrastano apertamente con una realtà non più sostenibile. Mentre da una parte si consumano cozze, ostriche ed altri simboli mangerecci che rappresentano il livello sociale e si fanno feste trimalcioniche in costume, gli intervistati rispondono : In che modo spendiamo i soldi dei gruppi sono cazzi nostri.

MA L’ASPETTO PIU’ GRAVE IN ASSOLUTO E’ QUANTO RIPORTATO SULLA PRIMA PAGINA DEL FATTO QUOTIDIANO STAMANI.

QUELLI DELLA REGIONE LAZIO
MANGIANO MA NON PAGANO
Sono 700 le aziende che devono avere i soldi dalla giunta Polverini
Senza quei 7 miliardi, molti rischiano il fallimento e la disoccupazione
L’infamia di una politica che pensa solo ad arricchirsi e a fare feste.

3) Il problema non sta solo a destra, in piccola parte anche a sinistra con il caso Esterino Montino
ESTERINO MONTINO GIUSTIFICA I 4.500 EURO SPESI IN UN’ENOTECA COME “REGALO DI NATALE AI BAMBINI SENZA REDDITO” - PER FARGLI DIMENTICARE FAME E MISERIA I SINISTRATI FANNO UBRIACARE I BIMBI POVERI?
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... -43973.htm


4) Nel mezzo del clamore del disastro laziale si apre il caso Campania.

Consiglio regionale Campania, Gdf acquisisce atti sui fondi ai gruppi
L’iniziativa disposta nell’ambito di una inchiesta della Procura di Napoli che ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di peculato. Da un primo esame del materiale emergerebbe che l’ammontare complessivo delle spese si aggirerebbe intorno ai sei milioni di euro all’anno
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ci/359211/


5) A Milano la medaglia d’oro della resistenza e della resilienza Roberto Forchettoni detto il Celeste sta battendo ogni record mondiale di scalata sugli specchi, ma prima o poi dovrà fare la fine dei colleghi laziali.

6) Due Comuni, Alessandria ed un altro di cui non ricordo il nome, amministrati entrambi dal Pdl sono falliti.

Il comune di Alessandria è fallito
La Corte dei Conti ha dichiarato il dissesto finanziario: mancano 19,4 milioni di euro e arriverà un commissario, racconta la Stampa
http://www.ilpost.it/2012/06/29/il-comu ... e-fallito/

7) Scandalo Idv: Nanni si fece rimborsare cene in quattro ristoranti in una sera
Dalle carte della Procura emergono note spese incontri di partito in cui lo stesso politico era moderatore. In un caso in particolare sarebbe stata noleggiata una sala, ma il convegno non è mai avvenuto
di Nicola Lillo | Bologna | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ra/359243/

8) Oltre il livello di guardia
di Lavoce.info | 21 settembre 2012

La recessione quest’anno sarà ancora più dura del previsto: Pil a -2,4 per cento anziché -1,2 per cento. Sono dati del Governo contenuti nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza. Alle viste, dunque, nuovi tagli di spesa e sacrifici. Proprio nel momento in cui emergono scandali politici e utilizzo di denaro pubblico per fini privati consumati con arrogante senso di impunità.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ia/359373/

9) Milano, avvocato arrestato dalla finanza: “Occultava i soldi della camorra”
Mariano Baldini, orginario di Caserta, è stato arrestato con altre 9 persone dalla Guardia di Finanza di Milano che sta conducendo le indagini su delega dei pm Stefano Civardi e Mauro Clerici, del dipartimento reati economici e finanziari coordinato dal procuratore aggiunto, Francesco Greco
di Antonella Mascali | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ra/359534/

10) Finmeccanica, Procura Busto Arsizio iscrive società per legge 231
E’ questo uno dei primi atti della procura lombarda dopo la trasmissione di parte dell’indagine dalla capitale per competenza territoriale da parte della Cassazione. In precedenza il fascicolo era stato aperto dagli inquirenti di Napoli. La contestazione riguarda la legge 231 sulla responsabilità oggettiva delle società
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... 31/359722/


11) Vendola al Pd: “Coalizione c’è se si capovolge l’agenda Monti”
Alla festa dell'Idv di Vasto, il leader Sel invoca il modello Hollande in contrapposizione "alla troika di Bruxelles". E spiega che parteciperà alle primarie solo se non saranno una "resa dei conti" interna ai democratici. Su Casini: "L'incompatibilità è nelle cose
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ti/359558/


12) Pdl Lazio, la Procura di Viterbo apre un’inchiesta sul “controdossier Fiorito”
di Loredana Di Cesare | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... to/359485/


13) Crisi Fiat, Marchionne cambia idea sugli aiuti di Stato: “Guardate il Brasile”
Non più tardi del 6 giugno l'ad del Lingotto diceva: "Non abbiamo nessuna intenzione di chiedere impegni finanziari al governo. Il governo ha molte cose da fare in questo momento, noi stiamo facendo da soli"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... li/359573/


14) Verona, aeroporto in crisi: lavoratori licenziati e riassunti (in peggio)
Buco di 26,6 milioni al Catullo, in liquidazione la società di servizi di terra Avio Handling. I dipendenti emigreranno in nuove società che applicheranno condizioni contrattuali meno favorevoli. La protesta: "Il vero costo non siamo noi". La mala gestione dello scalo oggetto di un'inchiesta penale
di Emanuele Salvato | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... io/359467/


15) Patto di ferro tra ‘ndrangheta e impresa, a Savona le cose oggi vanno così
Nel mirino le imprese della famiglia Fotia, originaria di Africo e ritenuta vicina alla cosca Morabito. Su alcune impresa pesava un'interdittiva del tribunale di Savona. Gli imprenditori in odore di mafia hanno protestato grazie anche all'appoggio della Cisl
di Davide Milosa | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... na/359462/


16) Cene, viaggi, fiori, pasticcini La Corte dei Conti indaga su Renzi
Sotto esame i rimborsi del periodo 2005-2009, quando il sindaco di Firenze guidava la Provincia. Gli esborsi riguardano anche 70mila euro per attività di rappresentanza negli Stati Uniti e spese al ristorante per 17mila euro
di Davide Vecchi | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ia/359496/


17) Cinque Stelle, scoppia la questione sarda: “Metodi da Gestapo e Politburo”
Una denuncia sul forum del sito: “La Prima Assemblea Regionale organizzata in perfetto stile partitocratico, a porte chiuse. Grillo e Casaleggio, la libertà sta diventando anarchia". La replica della candidata cagliaritana Emanuela Corda: "Scuse per attaccarci"
di Monia Melis | 21 settembre 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... na/359367/


18) LE CARTE
Tutte le accuse di Fiorito
«Ecco la lettera che informò Polverini»
«Così il presidente Abbruzzese spartiva i soldi».
Si era perso il senso della misura, tutti volevano denaro
http://www.corriere.it/politica/12_sett ... 4362.shtml


19) IL DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA
Ecco gli effetti dello spread: l'Italia spenderà
8 miliardi in più di interessi per il debito
La nota di aggiornamento al Def: giù ancora i consumi delle famiglie, -3,3% nel 2012 e -0,5% nel 2013
http://www.corriere.it/economia/12_sett ... 4362.shtml


20) IL RESOCONTO DELLA SEDUTA CHE DECISE IL LICENZIAMENTO DEI TRE REVISORI CONTABILI
Bilanci, i verbali della Maugeri
che ammettono le irregolarità
Il consiglio d'amministrazione: gonfiati i fondi regionali
http://www.corriere.it/cronache/12_sett ... 4362.shtml


21) Fiat, la paura di Mirafiori
Cronache operaie de l'Unità /1
http://www.unita.it/economia/fiat-la-pa ... o-1.448014


22) PRIMARIE PD
"Ma quale albo, vogliono solo fregare Matteo"
lo staff di Renzi contro il registro dei votanti
Reggi, responsabile della campagna del sindaco di Firenze, si scaglia contro l'ipotesi di un elenco degli elettori per evitare che il voto venga inquinato: "Molti non verrebbero perché non vogliono essere catalogati nel centrosinistra per sempre". Bersani: "Mi dicono 'sei uno stalinista, vuoi fare le regole per le primarie'. Io faccio una sola regola: no Batman"
http://www.repubblica.it/politica/2012/ ... ef=HREC1-4
camillobenso
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Re: Come se ne viene fuori ?

Messaggio da camillobenso »

Zitti, zitti,.........

La riforma sulle pensione dà un gettito su base annua di 6 miliardi di euro secondo Panorama, 2,9 secondo Repubblica.

La benzina 24,5 miliardi in otto mesi.


Caro benzina, in 8 mesi lo Stato ci ha guadagnato 24,5 miliardi di euro
Il petrolio costa in euro come all’inizio dell’anno ma benzina e gasolio si pagano il 20% in più. La differenza va nelle casse del fisco grazie alle 14 accise che gravano sui carburanti. Secondo i conti di Promotor 3,6 miliardi di incassi in più del 2010. Intanto Eni versa dividendi per 4 miliardi e l'ad Scaroni porta a casa 5,8 milioni

di Mauro Del Corno | 21 settembre 2012


Indovinello: il petrolio costa in euro come all’inizio dell’anno, ma benzina e gasolio si pagano il 20% in più, chi sta incassando la differenza? Aiutino: non sono i benzinai e, almeno questa volta, neppure i petrolieri. A prendersi tutto il banco è lo Stato e solo lo Stato, che come calcolato dal centro studi Promotor nei primi 8 mesi del 2012 ha incamerato 24, 5 miliardi di euro dalla tassazione sui carburanti, ben 3,6 miliardi in più rispetto allo stesso periodo del 2011.

Tanto hanno fruttato le 14 (quattordici) accise che gravano sui carburanti (che vanno da quelle, tuttora in vigore, per la guerra in Abissinia, il disastro del Vajont e la crisi di Suez alle più recenti motivate con “l’emergenza” immigrazione o l’alluvione delle Cinque Terre) e un’Iva salita al 21% che si applica sia sul prezzo industriale che sulle stesse accise, diventando in pratica una tassa sulla tassa. In un anno la componente fiscale che grava su ogni litro di benzina è passata da 88 centesimi di euro a 1 euro e 5 centesimi, un balzo di quasi il 20% che spiega tutti i rincari degli ultimi mesi.

Il dato degli incassi del fisco fa ancora più impressione se si considera che nel frattempo i consumi sono calati. In 8 mesi abbiamo riversato nei nostri serbatoi circa 27 miliardi di litri di benzina e gasolio. Sembra tanto ma in realtà è il 9% di quanto consumato nel 2011. Così, se l’Erario ride, benzinai e un poco persino i petrolieri piangono. Come spiega Luca Squeri, presidente dei distributori aderenti a Confcommercio, i distributori incassano una commissione fissa di 4 centesimi al litro. Guadagnano quindi sulla quantità di venduto non sul prezzo. Per un benzinaio i prezzi alti sono paradossalmente una iattura, i litri venduti scendono e le commissioni sulle carte di credito salgono visto che l’importo medio pagato per rifornirsi cresce.

Un discorso simile vale per le compagnie petrolifere che vendono ridursi la quantità di venduto. Il prezzo industriale della benzina (ossia quello prima delle tasse che finisce tutto nelle tasche dei petrolieri e in minima parte in quelle della distribuzione) è rimasto sostanzialmente stabile intorno agli 80 centesimi al litro. Il risultato di un prezzo fermo, ma con vendite più basse, è un calo dei ricavi che può essere stimato in circa l’1,2%, una perdita destinata ad allargarsi se, come probabile, la contrazione dei consumi proseguirà anche negli ultimi mesi dell’anno.

L’Italia non è l’unico paese europeo a spremere gli automobilisti, ma, come spesso accade, riesce a distinguersi in negativo. Il prezzo della benzina si conferma il più alto d’Europa e quanto a peso del fisco siamo secondi soltanto alla Svezia. Per quanto riguarda il gasolio paghiamo in assoluto meno solo di Inghilterra e Svezia ma quanto a soldi dati al fisco siamo secondi solo ai britannici. Negli ultimi giorni diversi esponenti del governo tra cui il ministro per i rapporti con il Parlamento Pietro Giarda e il sottosegretario allo Sviluppo Economico hanno parlato della possibilità di una sterilizzazione dell’Iva. In pratica il foverno rinuncerebbe al gettito aggiuntivo legato ad eventuali aumenti del prezzo industriale innescati dai rincari del greggio. Sono anni che dichiarazioni di questo tipo rimbombano nei Palazzi della politica aule senza che alle parole siano mai seguiti i fatti. Vedremo se questa sarà la volta buona.

Per concludere vale la pena ricordare che esiste un altro fiume di denaro prodotto anche con i guadagni da carburanti che sfocia nelle casse del ministero dell’Economia. Sono i dividendi che puntualmente arrivano da Eni (dunque Agip) di cui il Tesoro possiede il 30% attraverso la Cassa Depositi e Prestiti. Nell’ultimo anno il gruppo del Cane a sei zampe ha distribuito circa 4 miliardi di euro (in due tranche) e oltre un miliardo sono finiti nelle casse di via 20 settembre, mentre al numero uno del gruppo, Paolo Scaroni, sono andati compensi per un totale di oltre 5,8 milioni, il 30 per cento in più del 2010.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... na/359040/
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