Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la SX?
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
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Le false partenze della sinistra/1
di PierGiorgio Gawronski | 30 luglio 2017
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PierGiorgio Gawronski
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La sinistra, si sa, ha perso l’anima. Non da oggi, non solo in Italia. Gli anziani ancora ricordano antichi ideali: democrazia, partecipazione, uguaglianza, giustizia sociale, diritti e dignità sul posto di lavoro, il salario, lo Stato sociale (pensioni, sanità, istruzione), il Progresso (scientifico), la piena occupazione… la questione meridionale… Echi lontani del “900 invecchiati male, linguaggi ammuffiti, quasi… offese alla modernità! Già, la “modernità” … chi la definisce?
Nell’Europa continentale i grandi partiti storici, socialdemocratici, e di centrosinistra, hanno avuto una strana involuzione: non attaccano le disuguaglianze bensì i sindacati, le Costituzioni, la partecipazione (va bene… ma solo ogni 5 anni), il lavoro (con la “flessibilità” e l’austerità recessiva), tagliano con fervore scuola, università, ricerca, pensioni, ospedali – facendo calare la produttività -, poi sacrificano l’occupazione per stimolare la “produttività”: senza successo, secondo tradizione liberista. L’involuzione non riguarda solo i grandi partiti socialdemocratici, bensì tutti i partiti in qualche modo di sinistra che vanno al governo: vedi Tsipras.
Se la sinistra non fa più il suo mestiere, non può essere una sorpresa se gli elettori europei non vanno a votare (tanto “sono tutti uguali”), la quota di salari e stipendi nel reddito nazionale cala, l’ingiustizia sociale cresce. E anche in Italia (vedi grafico: dati da Chartbook of Economic inequality) crescono la disuguaglianza generale (Gini), la concentrazione della ricchezza, la povertà; (in un periodo di forte recessione, diventa tragedia); il Mezzogiorno conosce una desertificazione demografica e industriale nient’affatto ineluttabile; e a Roma i quartieri che votano Pd (2016) sono ormai soprattutto i Parioli (quasi il 40%) e il centro storico!
Ma gli effetti della crisi della sinistra investono oltre ai ceti popolari, anche le classi medie: nel grafico sotto, il reddito medio degli italiani (in migliaia di euro l’anno) dal 2007 in poi è sceso. La sinistra è necessaria al paese per affrontare certi passaggi, in particolare quelli attuali; così come la destra lo è in altre circostanze. Dunque ci sarebbe spazio per un’alleanza fra classi popolari e ceto medio, se solo i leader fossero capaci di individuarne i contorni e proporla al paese.
L’illusione fatale, assai diffusa, è che il problema abbia origine nel “tradimento” di alcuni dirigenti, come Renzi. Anche i Romani pensavano al tradimento ogni volta che perdevano una battaglia. Mai a forze storiche, a cause profonde. Solo incidenti di percorso. Perciò rimediare è semplice: “Basta, miei cari, basta… che ci vada il poeta, dietro al banco!” Di qui il pullulare di iniziative, candidature, scissioni, la corsa al partito nuovo, a scavalcare compagni a sinistra, gli appelli all’unità e però a scrivere “il programma dal basso”, dove non manca nessuno dei tradizionali miti della sinistra: il classico libro dei sogni. Osservano al collettivo napoletano Je so’ pazzo: “Come al solito si dice cosa si dovrebbe fare ma non il come, non si danno esempi, non si cerca il metodo … E così tutto non può che ridursi alla solita petizione d’intenti, al conseguente cartello elettorale che nel migliore dei casi potrà esprimere una rappresentanza parlamentare che si limiterà a fare testimonianza”.
Illusi! Stranamente, l’“incidente della Storia” si ripete in tutta l’Europa continentale … Le politiche di Monti le han votate pure gli odierni scissionisti… E il popolo non sembra interessato agli appelli delle vaste classi dirigenti della sinistra. Sentiamo l’on. Carlo Galli: “Il nuovo soggetto politico che si forma a sinistra del Pd è nella condizione di «stato nascente», ovvero è indeterminato e aperto a molte soluzioni. L’altra caratteristica dello stato nascente, ovvero la ricchezza esplosiva d’energia, è invece assente”. Qualcosa non torna! “Dare risposta ai problemi veri del Paese … sotto i vincoli dell’euro … è un’impresa titanica che implica la ripoliticizzazione della società e la riculturalizzazione della politica…”. Già… Ma poi si torna a parlare politichese.
C’è un elefante nella stanza, che tutti fingono di non vedere.
Riusciranno gli inciucioni della sinistra ad accorgersi che un misterioso elefante li calpesta? Scopriranno chi è, come fa? Chiameranno in soccorso l’Uomo Ragno? Lo saprete leggendo la prossima puntata.
di PierGiorgio Gawronski | 30 luglio 2017
Per diagrammi vedi:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07 ... 1/3764687/
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Nell’Europa continentale i grandi partiti storici, socialdemocratici, e di centrosinistra, hanno avuto una strana involuzione: non attaccano le disuguaglianze bensì i sindacati, le Costituzioni, la partecipazione (va bene… ma solo ogni 5 anni), il lavoro (con la “flessibilità” e l’austerità recessiva), tagliano con fervore scuola, università, ricerca, pensioni, ospedali – facendo calare la produttività -, poi sacrificano l’occupazione per stimolare la “produttività”: senza successo, secondo tradizione liberista. L’involuzione non riguarda solo i grandi partiti socialdemocratici, bensì tutti i partiti in qualche modo di sinistra che vanno al governo: vedi Tsipras.
Se la sinistra non fa più il suo mestiere, non può essere una sorpresa se gli elettori europei non vanno a votare (tanto “sono tutti uguali”), la quota di salari e stipendi nel reddito nazionale cala, l’ingiustizia sociale cresce. E anche in Italia (vedi grafico: dati da Chartbook of Economic inequality) crescono la disuguaglianza generale (Gini), la concentrazione della ricchezza, la povertà; (in un periodo di forte recessione, diventa tragedia); il Mezzogiorno conosce una desertificazione demografica e industriale nient’affatto ineluttabile; e a Roma i quartieri che votano Pd (2016) sono ormai soprattutto i Parioli (quasi il 40%) e il centro storico!
Ma gli effetti della crisi della sinistra investono oltre ai ceti popolari, anche le classi medie: nel grafico sotto, il reddito medio degli italiani (in migliaia di euro l’anno) dal 2007 in poi è sceso. La sinistra è necessaria al paese per affrontare certi passaggi, in particolare quelli attuali; così come la destra lo è in altre circostanze. Dunque ci sarebbe spazio per un’alleanza fra classi popolari e ceto medio, se solo i leader fossero capaci di individuarne i contorni e proporla al paese.
L’illusione fatale, assai diffusa, è che il problema abbia origine nel “tradimento” di alcuni dirigenti, come Renzi. Anche i Romani pensavano al tradimento ogni volta che perdevano una battaglia. Mai a forze storiche, a cause profonde. Solo incidenti di percorso. Perciò rimediare è semplice: “Basta, miei cari, basta… che ci vada il poeta, dietro al banco!” Di qui il pullulare di iniziative, candidature, scissioni, la corsa al partito nuovo, a scavalcare compagni a sinistra, gli appelli all’unità e però a scrivere “il programma dal basso”, dove non manca nessuno dei tradizionali miti della sinistra: il classico libro dei sogni. Osservano al collettivo napoletano Je so’ pazzo: “Come al solito si dice cosa si dovrebbe fare ma non il come, non si danno esempi, non si cerca il metodo … E così tutto non può che ridursi alla solita petizione d’intenti, al conseguente cartello elettorale che nel migliore dei casi potrà esprimere una rappresentanza parlamentare che si limiterà a fare testimonianza”.
Illusi! Stranamente, l’“incidente della Storia” si ripete in tutta l’Europa continentale … Le politiche di Monti le han votate pure gli odierni scissionisti… E il popolo non sembra interessato agli appelli delle vaste classi dirigenti della sinistra. Sentiamo l’on. Carlo Galli: “Il nuovo soggetto politico che si forma a sinistra del Pd è nella condizione di «stato nascente», ovvero è indeterminato e aperto a molte soluzioni. L’altra caratteristica dello stato nascente, ovvero la ricchezza esplosiva d’energia, è invece assente”. Qualcosa non torna! “Dare risposta ai problemi veri del Paese … sotto i vincoli dell’euro … è un’impresa titanica che implica la ripoliticizzazione della società e la riculturalizzazione della politica…”. Già… Ma poi si torna a parlare politichese.
C’è un elefante nella stanza, che tutti fingono di non vedere.
Riusciranno gli inciucioni della sinistra ad accorgersi che un misterioso elefante li calpesta? Scopriranno chi è, come fa? Chiameranno in soccorso l’Uomo Ragno? Lo saprete leggendo la prossima puntata.
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Nell’Europa continentale i grandi partiti storici, socialdemocratici, e di centrosinistra, hanno avuto una strana involuzione: non attaccano le disuguaglianze bensì i sindacati, le Costituzioni, la partecipazione (va bene… ma solo ogni 5 anni), il lavoro (con la “flessibilità” e l’austerità recessiva), tagliano con fervore scuola, università, ricerca, pensioni, ospedali – facendo calare la produttività -, poi sacrificano l’occupazione per stimolare la “produttività”: senza successo, secondo tradizione liberista. L’involuzione non riguarda solo i grandi partiti socialdemocratici, bensì tutti i partiti in qualche modo di sinistra che vanno al governo: vedi Tsipras.
Se la sinistra non fa più il suo mestiere, non può essere una sorpresa se gli elettori europei non vanno a votare (tanto “sono tutti uguali”), la quota di salari e stipendi nel reddito nazionale cala, l’ingiustizia sociale cresce. E anche in Italia (vedi grafico: dati da Chartbook of Economic inequality) crescono la disuguaglianza generale (Gini), la concentrazione della ricchezza, la povertà; (in un periodo di forte recessione, diventa tragedia); il Mezzogiorno conosce una desertificazione demografica e industriale nient’affatto ineluttabile; e a Roma i quartieri che votano Pd (2016) sono ormai soprattutto i Parioli (quasi il 40%) e il centro storico!
Ma gli effetti della crisi della sinistra investono oltre ai ceti popolari, anche le classi medie: nel grafico sotto, il reddito medio degli italiani (in migliaia di euro l’anno) dal 2007 in poi è sceso. La sinistra è necessaria al paese per affrontare certi passaggi, in particolare quelli attuali; così come la destra lo è in altre circostanze. Dunque ci sarebbe spazio per un’alleanza fra classi popolari e ceto medio, se solo i leader fossero capaci di individuarne i contorni e proporla al paese.
L’illusione fatale, assai diffusa, è che il problema abbia origine nel “tradimento” di alcuni dirigenti, come Renzi. Anche i Romani pensavano al tradimento ogni volta che perdevano una battaglia. Mai a forze storiche, a cause profonde. Solo incidenti di percorso. Perciò rimediare è semplice: “Basta, miei cari, basta… che ci vada il poeta, dietro al banco!” Di qui il pullulare di iniziative, candidature, scissioni, la corsa al partito nuovo, a scavalcare compagni a sinistra, gli appelli all’unità e però a scrivere “il programma dal basso”, dove non manca nessuno dei tradizionali miti della sinistra: il classico libro dei sogni. Osservano al collettivo napoletano Je so’ pazzo: “Come al solito si dice cosa si dovrebbe fare ma non il come, non si danno esempi, non si cerca il metodo … E così tutto non può che ridursi alla solita petizione d’intenti, al conseguente cartello elettorale che nel migliore dei casi potrà esprimere una rappresentanza parlamentare che si limiterà a fare testimonianza”.
Illusi! Stranamente, l’“incidente della Storia” si ripete in tutta l’Europa continentale … Le politiche di Monti le han votate pure gli odierni scissionisti… E il popolo non sembra interessato agli appelli delle vaste classi dirigenti della sinistra. Sentiamo l’on. Carlo Galli: “Il nuovo soggetto politico che si forma a sinistra del Pd è nella condizione di «stato nascente», ovvero è indeterminato e aperto a molte soluzioni. L’altra caratteristica dello stato nascente, ovvero la ricchezza esplosiva d’energia, è invece assente”. Qualcosa non torna! “Dare risposta ai problemi veri del Paese … sotto i vincoli dell’euro … è un’impresa titanica che implica la ripoliticizzazione della società e la riculturalizzazione della politica…”. Già… Ma poi si torna a parlare politichese.
C’è un elefante nella stanza, che tutti fingono di non vedere.
Riusciranno gli inciucioni della sinistra ad accorgersi che un misterioso elefante li calpesta? Scopriranno chi è, come fa? Chiameranno in soccorso l’Uomo Ragno? Lo saprete leggendo la prossima puntata.
di PierGiorgio Gawronski | 30 luglio 2017
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LA VOX POPULI
DOMI • 3 ore fa
LA SINISTRA TRADIZIONALE E' FINITA. E PER CHI AVUTO DANNI DALLA POLITICA E' MEGLIO COSI
La cosidetta sinistra, incapace di agire sulla anomala distribuzione della ricchezza a livello mondiale, la insegue:
1) con adesione all'elitarismo dell' establishment (es., il PD Renziano) con ricette che sono quelle di spalmare l' immiserimento all'interno delle classi sociali governate, e favorire chi è già ricco.
2) rivolgendosi con temi tradizionali a un popolo di sinistra -di per sè insufficiente dal punto di vista elettorale (es., altre sinistre) .
Oggi, chi sta male ed è offeso dal punto di vista sociale, se vuole essere influente dal punto di vista politico, non può permettersi di dividersi fra dx. Berlusconiana e sin. Renziana; l'altra sinistra è ininfluente, se non dannosa (es., gestione immigrati).
Faccio un esempio: i danneggiati dalle Banche (salvati dal Governo spalmando i danni sugli altri cittadini, ma salvando l'establishment disonesto) e i cittadini chiamati a sanare i danni ai danneggiati diretti, dovrebbero rivolgersi a destra se di destra, o a sinistra se di sinistra, oppure rimanere critici tutti assieme contro chi pur essendo al Governo non ha mai agito contro quel sistema truffaldino e delinquenziale dove destra e sinistra contribuivano a spartirsi il potere?
Per capire il potenziale di certa sinistra basta guardare quanti ragni dal buco (e per chi) ha tirato fuori Tsipras, uno di sinistra che stava col suo popolo ed ora sta con l'establishment.
△ ▽
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mrgaboardi@.com • 6 ore fa
La sinistra in un determinato periodo storico (il trentennio d'oro '45-'75) ha rappresentato il contraltare del capitalismo riuscendone a ridurre gli spirits animal. Oggi siamo in tutt'altra epoca e il suo compito si è esaurito diventando essa stessa paladina delle forze del capitale ancora più della destra. Rispetto a questa infatti possiede la cultura, il politically correct, la pratica dei diritti civili (gay, razzismo etc.) con cui ha sostituito – imbrogliando il suo stesso popolo che l'ha abbandonata – la difesa dei diritti sociali guarda caso in via di demolizione dalle forze del capitale a cui presta servizio. Oggi il vero distinguo socio-politico non è più il binomio destra-sinistra accomunate sostanzialmente dalla stessa politica in particolare economica, ma il dualismo SOPRA/SOTTO. Masse sempre più diseredate, impoverite e appiattite (i ceti medi si allineano verso il basso) nel SOTTO, e chi ne sta SOPRA cioè le oligarchie del capitalismo che nel frattempo ha cambiato forma e occorre analizzarlo per benino. C'è bisogno di una teoria politica all'altezza dei tempi attuali senza nostalgie per un passato storico non più riproponibile se non come farsa. Il discorso da fare sarebbe lungo, comunque esistono linee guida alternative. Per fare un esempio concreto (se no poi mi accusano di chiacchiere) si può pretendere, per cominciare, di separare le banche di affari da quelle commerciali?? O si tratta della classica luna nel pozzo?? Ma c'è dell'altro...
(by Logos)
3 △ ▽ •Rispondi•Condividi ›
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Pizer • 6 ore fa
"antichi ideali: democrazia, partecipazione, uguaglianza, giustizia sociale, diritti e dignità sul posto di lavoro, il salario, lo Stato sociale (pensioni, sanità, istruzione), il Progresso (scientifico), la piena occupazione… la questione meridionale" erano lussi che l'occidente si è potuto permettere sintantoché è esistito un terzo mondo post coloniale da sfruttare.
Oggi che le ex colonie sono (in larga parte) uscite anche dal post colonialismo e (legittimamente e giustamente) ci aggerdiscono (in senso economico), non resta -se ne siamo capaci- che rimboccarci le maniche e riprendere ad accumulare capitale.
In ogni caso contrario, vinca il migliore, e pazienza se non sarà questa parte dell'orbe terracqueo, che ogni giorno di più mi ricorda le vecchie famiglie decadute che imprecano contro gli homines novi, rei di avere quella intraprendenza spirito di sacrificio che qui stanno scomparendo.
La storia ha i suoi cicli, alla faccia delle ciance sinistrorse.
△ ▽
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Veramente il potere d'acquisto sono 15 anni che sta scendendo. E la crisi mi pare ci sia stata nel 2008.UncleTom ha scritto: Ma gli effetti della crisi della sinistra investono oltre ai ceti popolari, anche le classi medie: nel grafico sotto, il reddito medio degli italiani (in migliaia di euro l’anno) dal 2007 in poi è sceso.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Le idee
La sinistra è malata da quando imita la destra
Le idee socialiste sono entrate in crisi quando governi di sinistra hanno applicato in economia le regole dei liberisti. E ora i progressisti rischiano di scomparire nel tentativo di emulare un'altra destra, quella xenofoba
DI EMILIANO BRANCACCIO
11 agosto 2017
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Il declino dei partiti del socialismo europeo è oggetto in questi mesi di nuove interpretazioni. Passata di moda l’idea blairiana dell’obsolescenza della socialdemocrazia e dell’esigenza di una “terza via”, sembra oggi farsi strada una tesi più affine al senso comune: la sinistra è in crisi perché una volta al governo ha attuato politiche di destra. Con un certo zelo, potremmo aggiungere.
* * *
Consideriamo in tal senso le politiche del mercato del lavoro. Una parte cospicua delle riforme che hanno contribuito in Europa a diffondere il precariato è imputabile a governi di ispirazione socialista. In molti paesi, tra cui l’Italia e la Germania, il calo più significativo degli indici di protezione del lavoro calcolati dall’OCSE è avvenuto sotto maggioranze parlamentari di sinistra. Con quali risultati? La ricerca scientifica in materia ha chiarito che questo tipo di riforme non contribuisce ad accrescere l’occupazione.
Con buona pace per i nostrani apologeti del Jobs Act, questa evidenza è ormai riconosciuta persino dalle istituzioni internazionali maggiormente favorevoli alle deregolamentazioni del lavoro. Il World Economic Outlook 2016 del Fondo monetario internazionale e l’Employment Outlook 2016 dell’OCSE ammettono che le politiche di flessibilità dei contratti non hanno, in media, effetti statisticamente significativi sull’occupazione. Ricerche recenti del Fondo e di altri, inoltre, indicano che minori protezioni del lavoro sono associate a un aumento degli indici di disuguaglianza tra i redditi. Dinanzi a simili evidenze, non si può dire che siano fioccati molti ripensamenti da parte dei leader socialisti che hanno promosso tali politiche. Quasi tutti, anzi, ancora oggi sostengono la validità delle loro scelte.
* * *
Un esempio ulteriore attiene alle privatizzazioni. Una parte rilevante delle vendite di Stato avvenute in Europa nell’ultimo quarto di secolo è stata realizzata da governi di sinistra, tra cui quelli italiani ancora una volta in prima linea. Gli esponenti di tali esecutivi hanno giustificato le dismissioni in base a un’idea di inefficienza dell’impresa pubblica molto diffusa nel dibattito politico, ma che nella letteratura specialistica non trova adeguati riscontri empirici. L’OCSE, un’istituzione tra le più avverse alla proprietà statale dei mezzi di produzione, ha pubblicato nel 2013 uno studio da cui si evince che le grandi imprese pubbliche presenti nella classifica di Forbes registrano un rapporto tra utili e ricavi significativamente superiore rispetto alle imprese private e un rapporto tra profitti e capitale pressoché uguale. Lungi dall’approfondire queste analisi e avviare una riflessione critica sulle passate privatizzazioni, i vertici dei partiti socialisti appaiono tuttora ancorati alle vecchie credenze e risultano spiazzati dall’onda di riacquisizioni statali che è seguita alla crisi del 2008.
* * *
Fadda Consideriamo infine le politiche di liberalizzazione finanziaria e di apertura ai movimenti internazionali di capitali. I partiti socialisti hanno sostenuto senza indugio tali misure. La favola della globalizzazione dei capitali quale fattore di stabilità, di pace e di emancipazione sociale è entrata a far parte dei punti programmatici fondamentali di tali forze politiche e ha soppiantato la vecchia e per certi versi opposta parola d’ordine dell’internazionalismo operaio. Dopo la grande recessione mondiale e la successiva crisi dell’eurozona, persino nei rapporti del Fondo monetario internazionale e delle altre istituzioni favorevoli alla liberalizzazione dei flussi finanziari sono state espresse grandi preoccupazioni circa gli effetti destabilizzanti della indiscriminata libertà di circolazione internazionale dei capitali. I leader socialisti tuttavia sono sembrati disorientati dal nuovo corso, per molti versi incapaci di adeguarsi al cambiamento interpretativo.
Come novelli zelig alla compulsiva ricerca di un’identità alla quale conformarsi, i partiti socialisti hanno insomma applicato le ricette tipiche della destra liberista senza badare ai loro effetti reali, e con una determinazione talvolta persino superiore a quella delle istituzioni che le avevano originariamente propugnate.
* * *
La tendenza a scimmiottare l’avversario politico tuttavia non si esaurisce nella emulazione dei liberisti. C’è infatti una nuova tentazione che caratterizza la più recente propaganda della sinistra europea di governo e che a sprazzi sembra affiorare anche tra gli slogan delle forze emergenti guidate da Corbyn e da Melenchon, apertamente critiche verso le vecchie apologie del libero mercato. E’ la tentazione di emulare un’altra destra, quella xenofoba, proprio sul tema dell’immigrazione.
Segnali di questa forma inedita di camaleontismo si rintracciano anche in Italia, dove sempre più frequentemente il Partito democratico sbanda nella direzione delle più triviali rivendicazioni securitarie contro l’immigrazione, e dove in alcune frange della cosiddetta sinistra radicale montano istanze xenofobe che si pretende di giustificare con l’idea secondo cui gli immigrati contribuirebbero ad abbassare i salari e le condizioni di vita dei lavoratori nativi. Anche in tal caso, a nulla valgono le evidenze scientifiche sull’assenza di legami causali tra immigrazione e criminalità e sui controversi e modesti effetti dei flussi migratori sulle dinamiche salariali. Considerato che anche la tesi opposta secondo cui gli immigrati sarebbero essenziali per la sostenibilità del sistema previdenziale presenta varie inconsistenze logiche ed empiriche, si deve giungere alla conclusione che a sinistra in tema di migrazioni non si fa che saltare da una mistificazione all’altra.
Se al guinzaglio della destra liberista la sinistra è entrata in crisi, in coda alla destra xenofoba la sinistra rischia di sparire dal quadro politico internazionale. La sinistra può prosperare solo se radicata nella critica scientifica del capitalismo, nell’internazionalismo del lavoro, in una rinnovata idea prometeica di modernità e di progresso sociale e civile.
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La sinistra è malata da quando imita la destra
Le idee socialiste sono entrate in crisi quando governi di sinistra hanno applicato in economia le regole dei liberisti. E ora i progressisti rischiano di scomparire nel tentativo di emulare un'altra destra, quella xenofoba
DI EMILIANO BRANCACCIO
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Il declino dei partiti del socialismo europeo è oggetto in questi mesi di nuove interpretazioni. Passata di moda l’idea blairiana dell’obsolescenza della socialdemocrazia e dell’esigenza di una “terza via”, sembra oggi farsi strada una tesi più affine al senso comune: la sinistra è in crisi perché una volta al governo ha attuato politiche di destra. Con un certo zelo, potremmo aggiungere.
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Consideriamo in tal senso le politiche del mercato del lavoro. Una parte cospicua delle riforme che hanno contribuito in Europa a diffondere il precariato è imputabile a governi di ispirazione socialista. In molti paesi, tra cui l’Italia e la Germania, il calo più significativo degli indici di protezione del lavoro calcolati dall’OCSE è avvenuto sotto maggioranze parlamentari di sinistra. Con quali risultati? La ricerca scientifica in materia ha chiarito che questo tipo di riforme non contribuisce ad accrescere l’occupazione.
Con buona pace per i nostrani apologeti del Jobs Act, questa evidenza è ormai riconosciuta persino dalle istituzioni internazionali maggiormente favorevoli alle deregolamentazioni del lavoro. Il World Economic Outlook 2016 del Fondo monetario internazionale e l’Employment Outlook 2016 dell’OCSE ammettono che le politiche di flessibilità dei contratti non hanno, in media, effetti statisticamente significativi sull’occupazione. Ricerche recenti del Fondo e di altri, inoltre, indicano che minori protezioni del lavoro sono associate a un aumento degli indici di disuguaglianza tra i redditi. Dinanzi a simili evidenze, non si può dire che siano fioccati molti ripensamenti da parte dei leader socialisti che hanno promosso tali politiche. Quasi tutti, anzi, ancora oggi sostengono la validità delle loro scelte.
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Un esempio ulteriore attiene alle privatizzazioni. Una parte rilevante delle vendite di Stato avvenute in Europa nell’ultimo quarto di secolo è stata realizzata da governi di sinistra, tra cui quelli italiani ancora una volta in prima linea. Gli esponenti di tali esecutivi hanno giustificato le dismissioni in base a un’idea di inefficienza dell’impresa pubblica molto diffusa nel dibattito politico, ma che nella letteratura specialistica non trova adeguati riscontri empirici. L’OCSE, un’istituzione tra le più avverse alla proprietà statale dei mezzi di produzione, ha pubblicato nel 2013 uno studio da cui si evince che le grandi imprese pubbliche presenti nella classifica di Forbes registrano un rapporto tra utili e ricavi significativamente superiore rispetto alle imprese private e un rapporto tra profitti e capitale pressoché uguale. Lungi dall’approfondire queste analisi e avviare una riflessione critica sulle passate privatizzazioni, i vertici dei partiti socialisti appaiono tuttora ancorati alle vecchie credenze e risultano spiazzati dall’onda di riacquisizioni statali che è seguita alla crisi del 2008.
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Fadda Consideriamo infine le politiche di liberalizzazione finanziaria e di apertura ai movimenti internazionali di capitali. I partiti socialisti hanno sostenuto senza indugio tali misure. La favola della globalizzazione dei capitali quale fattore di stabilità, di pace e di emancipazione sociale è entrata a far parte dei punti programmatici fondamentali di tali forze politiche e ha soppiantato la vecchia e per certi versi opposta parola d’ordine dell’internazionalismo operaio. Dopo la grande recessione mondiale e la successiva crisi dell’eurozona, persino nei rapporti del Fondo monetario internazionale e delle altre istituzioni favorevoli alla liberalizzazione dei flussi finanziari sono state espresse grandi preoccupazioni circa gli effetti destabilizzanti della indiscriminata libertà di circolazione internazionale dei capitali. I leader socialisti tuttavia sono sembrati disorientati dal nuovo corso, per molti versi incapaci di adeguarsi al cambiamento interpretativo.
Come novelli zelig alla compulsiva ricerca di un’identità alla quale conformarsi, i partiti socialisti hanno insomma applicato le ricette tipiche della destra liberista senza badare ai loro effetti reali, e con una determinazione talvolta persino superiore a quella delle istituzioni che le avevano originariamente propugnate.
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La tendenza a scimmiottare l’avversario politico tuttavia non si esaurisce nella emulazione dei liberisti. C’è infatti una nuova tentazione che caratterizza la più recente propaganda della sinistra europea di governo e che a sprazzi sembra affiorare anche tra gli slogan delle forze emergenti guidate da Corbyn e da Melenchon, apertamente critiche verso le vecchie apologie del libero mercato. E’ la tentazione di emulare un’altra destra, quella xenofoba, proprio sul tema dell’immigrazione.
Segnali di questa forma inedita di camaleontismo si rintracciano anche in Italia, dove sempre più frequentemente il Partito democratico sbanda nella direzione delle più triviali rivendicazioni securitarie contro l’immigrazione, e dove in alcune frange della cosiddetta sinistra radicale montano istanze xenofobe che si pretende di giustificare con l’idea secondo cui gli immigrati contribuirebbero ad abbassare i salari e le condizioni di vita dei lavoratori nativi. Anche in tal caso, a nulla valgono le evidenze scientifiche sull’assenza di legami causali tra immigrazione e criminalità e sui controversi e modesti effetti dei flussi migratori sulle dinamiche salariali. Considerato che anche la tesi opposta secondo cui gli immigrati sarebbero essenziali per la sostenibilità del sistema previdenziale presenta varie inconsistenze logiche ed empiriche, si deve giungere alla conclusione che a sinistra in tema di migrazioni non si fa che saltare da una mistificazione all’altra.
Se al guinzaglio della destra liberista la sinistra è entrata in crisi, in coda alla destra xenofoba la sinistra rischia di sparire dal quadro politico internazionale. La sinistra può prosperare solo se radicata nella critica scientifica del capitalismo, nell’internazionalismo del lavoro, in una rinnovata idea prometeica di modernità e di progresso sociale e civile.
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© Riproduzione riservata 11 agosto 2017
http://espresso.repubblica.it/palazzo/2 ... =HEF_RULLO
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Wikipedia, riassume così il curricula di Pisapia:
Giuliano Pisapia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giuliano Pisapia (Milano, 20 maggio 1949) è un avvocato, scrittore, politico e giornalista italiano, deputato per due legislature e sindaco di Milano dal 1º giugno 2011 al 20 giugno 2016, sindaco della città metropolitana dal 1º gennaio 2015 al 20 giugno 2016.
Un curricula di tutto rispetto. Allora la domanda sorge spontanea.
Perché dopo aver dismesso i panni di sindaco della città metropolitana di Milano, si è dato al cazzeggio?????
Inizia così, Tommaso Labate, il suo articolo odierno sul Corriere della Sera:
« La mia posizione è sempre la stessa. Io lavoro per un centrosinistra di governo che sia largo e vincente», continua a dire Giuliano Pisapia alla sua cerchia ristretta di consiglieri.
Capisco l’impegno politico, ma non capisco per niente la totale mancanza di capacità ad affrontare con realismo i problemi di questa società in piena decomposizione, giunta al termine dell’ultimo atto.
La sinistra è ridotta in frattaglie, il centrosinistra assomiglia sempre di più alla vecchia Dc degli ultimi tempi prima di eclissarsi alla fine della Prima Repubblica.
Dire : “…..Io lavoro per un centrosinistra di governo che sia largo e vincente….” non vuol dire assolutamente niente.
Pisapia si esprime come un politico dei tempi di Carlo Cudega (vecchio detto milanese—Vedi :https://www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=255896)
Oggi sono di moda i super cacciaballeros. Ma anche loro non sono più in grado di incantare i merli, come ha fatto Berlusconi nell’ultimo quarto di secolo.
Ed anche il suo emulo, Pinocchio Mussoloni, alla fine si è sputtanato troppo nel raccontare balle su balle.
Pisapia, con una comunicazione di altri tempi, fa quasi tenerezza.
Giuliano Pisapia
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Giuliano Pisapia (Milano, 20 maggio 1949) è un avvocato, scrittore, politico e giornalista italiano, deputato per due legislature e sindaco di Milano dal 1º giugno 2011 al 20 giugno 2016, sindaco della città metropolitana dal 1º gennaio 2015 al 20 giugno 2016.
Un curricula di tutto rispetto. Allora la domanda sorge spontanea.
Perché dopo aver dismesso i panni di sindaco della città metropolitana di Milano, si è dato al cazzeggio?????
Inizia così, Tommaso Labate, il suo articolo odierno sul Corriere della Sera:
« La mia posizione è sempre la stessa. Io lavoro per un centrosinistra di governo che sia largo e vincente», continua a dire Giuliano Pisapia alla sua cerchia ristretta di consiglieri.
Capisco l’impegno politico, ma non capisco per niente la totale mancanza di capacità ad affrontare con realismo i problemi di questa società in piena decomposizione, giunta al termine dell’ultimo atto.
La sinistra è ridotta in frattaglie, il centrosinistra assomiglia sempre di più alla vecchia Dc degli ultimi tempi prima di eclissarsi alla fine della Prima Repubblica.
Dire : “…..Io lavoro per un centrosinistra di governo che sia largo e vincente….” non vuol dire assolutamente niente.
Pisapia si esprime come un politico dei tempi di Carlo Cudega (vecchio detto milanese—Vedi :https://www.juzaphoto.com/topic2.php?l=it&t=255896)
Oggi sono di moda i super cacciaballeros. Ma anche loro non sono più in grado di incantare i merli, come ha fatto Berlusconi nell’ultimo quarto di secolo.
Ed anche il suo emulo, Pinocchio Mussoloni, alla fine si è sputtanato troppo nel raccontare balle su balle.
Pisapia, con una comunicazione di altri tempi, fa quasi tenerezza.
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
LA REPUBBLICA DEI BROCCHI
Sergio Rizzo
Non sanno usare il congiuntivo.
Pensano solo al loro interesse, e spesso senza neanche tanta furbizia.
Non conoscono vergogna, non prendono lezioni da nessuno.
Sono mediocri ma si credono i migliori.
E sono la nostra classe dirigente.
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Poletti, l’incontro alla Festa dell’Unità di Modena è un flop. Sala deserta e sedie vuote per il ministro del Lavoro
VIDEO:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08 ... o/3823486/
di F. Q. | 29 agosto 2017
235
• 5,3 mila
•
•
Più informazioni su: Giuliano Poletti, Modena
Sono lontani i tempi in cui agli incontri delle feste dell’Unità si faceva fatica a trovare una sedia libera. Anzi, lontanissimi a giudicare dalle immagini che arrivano dalla Festa provinciale di Modena di Ponte Alto. Le hanno girate i cronisti del quotidiano locale La Pressa Modenese (il video integrale è visibile anche sul loro canale Youtube a questo link) nella serata di venerdì 25 agosto. L’appuntamento, in programma alle 21, doveva essere un’intervista al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. Nonostante l’ex presidente di Legacoop giocasse in casa nella sua Emilia, l’accoglienza non è stata delle più calorose. Dopo il tradizionale saluto dei volontari delle cucine, Poletti è salito sul palco. Ma in platea c’erano più sedie vuote che ascoltatori (in tutto circa trenta persone, inclusi giornalisti, dirigenti di partito e componenti dello staff della Festa).
Le immagini sono state concesse dalla redazione di La Pressa Modenese.
di F. Q. | 29 agosto 2017
Sergio Rizzo
Non sanno usare il congiuntivo.
Pensano solo al loro interesse, e spesso senza neanche tanta furbizia.
Non conoscono vergogna, non prendono lezioni da nessuno.
Sono mediocri ma si credono i migliori.
E sono la nostra classe dirigente.
IlFattoQuotidiano.it / Politica
Poletti, l’incontro alla Festa dell’Unità di Modena è un flop. Sala deserta e sedie vuote per il ministro del Lavoro
VIDEO:
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di F. Q. | 29 agosto 2017
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Più informazioni su: Giuliano Poletti, Modena
Sono lontani i tempi in cui agli incontri delle feste dell’Unità si faceva fatica a trovare una sedia libera. Anzi, lontanissimi a giudicare dalle immagini che arrivano dalla Festa provinciale di Modena di Ponte Alto. Le hanno girate i cronisti del quotidiano locale La Pressa Modenese (il video integrale è visibile anche sul loro canale Youtube a questo link) nella serata di venerdì 25 agosto. L’appuntamento, in programma alle 21, doveva essere un’intervista al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti. Nonostante l’ex presidente di Legacoop giocasse in casa nella sua Emilia, l’accoglienza non è stata delle più calorose. Dopo il tradizionale saluto dei volontari delle cucine, Poletti è salito sul palco. Ma in platea c’erano più sedie vuote che ascoltatori (in tutto circa trenta persone, inclusi giornalisti, dirigenti di partito e componenti dello staff della Festa).
Le immagini sono state concesse dalla redazione di La Pressa Modenese.
di F. Q. | 29 agosto 2017
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
Dalla prima pagina del Fatto Quotidiano:
Il ritorno di Renzi
: zittisce la vittima
della banca fallita
La signora ha perso i risparmi col decreto del 2015:
“Avete rubato”. L’ex premier: “Lo dici a tua sorella”
p Arrivano in 50 a Bologna per chiedere conto dei risparmi azzerati due anni fa, solo una donna di Ferrara riesce a entrare in sala. E l’ex premier la maltratta. Preferisce il solito spot: “Dobbiamo stare uniti per la campagna elettorale”
q VECCHI A PAG. 4 - 5
Ma a Bologna e in Emilia, sono caduti così in basso??????????????????????
Ma a che Festa dell’Unità hanno partecipato?????????????????
Non si sono schiodati dalla favola di Cappuccetto Rosso con il Lupo travestito da nonna??????
Un destro naturale che si traveste da sinistro per mangiarli meglio……..
Povera sinistra!!!!!!!!!!!! Ma come sei caduta in basso!!!!!!!!!!!
https://www.youtube.com/watch?v=ObvSnEYx_68
"Non C'è Più Niente Da Fare"
Non c'è più niente da fare
ma è stato bello sognare
un grande amore sincero
ed un felice futuro
da vivere insieme per sempre con te
da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/testi-can ... te-da-fare>
Il ritorno di Renzi
: zittisce la vittima
della banca fallita
La signora ha perso i risparmi col decreto del 2015:
“Avete rubato”. L’ex premier: “Lo dici a tua sorella”
p Arrivano in 50 a Bologna per chiedere conto dei risparmi azzerati due anni fa, solo una donna di Ferrara riesce a entrare in sala. E l’ex premier la maltratta. Preferisce il solito spot: “Dobbiamo stare uniti per la campagna elettorale”
q VECCHI A PAG. 4 - 5
Ma a Bologna e in Emilia, sono caduti così in basso??????????????????????
Ma a che Festa dell’Unità hanno partecipato?????????????????
Non si sono schiodati dalla favola di Cappuccetto Rosso con il Lupo travestito da nonna??????
Un destro naturale che si traveste da sinistro per mangiarli meglio……..
Povera sinistra!!!!!!!!!!!! Ma come sei caduta in basso!!!!!!!!!!!
https://www.youtube.com/watch?v=ObvSnEYx_68
"Non C'è Più Niente Da Fare"
Non c'è più niente da fare
ma è stato bello sognare
un grande amore sincero
ed un felice futuro
da vivere insieme per sempre con te
da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/testi-can ... te-da-fare>
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
•video – Orfini: “Centrosinistra impossibile con Bersani e D’Alema. Stanno provando a fare una nuova Rifondazione” (di a. sofia)
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... e/3882496/
La generazione dei Matteo’s, è disposta a tutto pur di mantenere la poltrona.
Ogni cazzata che gli passa per la testa, la esternano.
Pur di rimanere a galla venderebbero la madre e il padre.
Il più celebre di tutti, Pinocchio Mussoloni, per recuperare voti aveva dichiarato:
“Se perdo il referendum vado a casa”
E’ ancora qui ad appestare l’aria.
Se fosse ancora in vita, Primo Levi, sarebbe costretto a scrivere la seconda edizione di:
“SE QUESTO E’ UN UOMO”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09 ... e/3882496/
La generazione dei Matteo’s, è disposta a tutto pur di mantenere la poltrona.
Ogni cazzata che gli passa per la testa, la esternano.
Pur di rimanere a galla venderebbero la madre e il padre.
Il più celebre di tutti, Pinocchio Mussoloni, per recuperare voti aveva dichiarato:
“Se perdo il referendum vado a casa”
E’ ancora qui ad appestare l’aria.
Se fosse ancora in vita, Primo Levi, sarebbe costretto a scrivere la seconda edizione di:
“SE QUESTO E’ UN UOMO”
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
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Un mondo di sole destre, finto-ribelli. La sinistra? E’ sparita
Scritto il 07/10/17 • nella Categoria: idee
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Alice Elisabeth Weidel è la vincitrice morale delle recenti elezioni tedesche e, con la sua terza posizione, diventa uno scomodo ma forte interlocutore politico. La Weidel è omosessuale e da anni convive con la produttrice di film Sarah Bossard, cittadina svizzera originaria dello Sri Lanka, con la quale ha due figli. Alice nel paese delle meraviglie, ex Goldman Sachs, lavorava negli stessi ambienti di Soros, tanto per capire come sia interna e complementare allo stesso sistema che a parole combatte. Il simbolo del partito è a metà strada tra il logo della Nike, un simbolo fallico e una saetta delle Ss rubata da una vecchia bandiera. Segno dei tempi, un po’ nazi, un po’ trendy e gayfriendly… Le destre radicali e i populismi rappresentano quell’aggiornamento di sistema che descrivo da tempo, ovvero il favorire le estreme come catalizzatore di voti, contenitori del dissenso che spostino il voto popolare a destra, e giustifichino la vittoria dei moderati, come l’Afd per la Cdu, la Le Pen per Macron, Grillo per il Pd. Stesso identico schema. A questo servono, sono il cane da guardia del capitale, le avanguardie del padronato.
Nei prossimi decenni l’aggiornamento del sistema vedrà l’affermazione delle destre radicali, utilizzate come ultimo baluardo di un re nudo (leggi liberismo) per contenere una possibile e potenziale deriva antagonista progressista culturale e di piazza, soprattutto per tarparne il desiderio, spostando il dissenso a destra o in contenitori definiti reazionari. Questa è una strategia nuova ma al tempo stessa vecchia e già sperimentata, è quella che la grande borghesia mise in campo all’inizio del ventennio del secolo scorso contro le avanzate del bolscevismo e in vista di un potenziale risveglio dei popoli da sinistra. Fascismo e nazismo rispondevano a questo bisogno borghese di individuazione di un nemico e di tarpare le ali a qualsiasi rivoluzione popolare. Quando i cosiddetti moderati di ogni dove non potranno più essere votati, dopo l’ultimo ed ennesimo inganno, in un mondo dove le notizie circolano ed i tabù crollano, le sentinelle silenti di estrema destra, oggi ancora di nicchia, arriveranno e svolgeranno il ruolo per cui sono state create. La rete in questi anni è stata molto utile per ripulire certi mondi, l’estrema destra è stata spesso salutata come forza liberatrice, come novità, sfruttando la rabbia e l’astinenza da rogo dei popoli e l’ignoranza atavica che pervade l’uomo qualunque.
Un certo revisionismo della storia è stato fatto circolare e accettare; questo tornerà comodo e sarà il medium preposto a stabilizzare il sistema, incarnando uno spauracchio anti-democratico, oppure, nel peggiore dei casi, a sostituirsi al sistema potenziandolo, ma pur sempre restando nell’alveo iper-liberista, con l’aggiunta di un certo sentimento nazionalista e xenofobo, magari con virate peroniste, ma sempre rispettando la matrice dello schema di base. L’unica vera assente a livello planetario da almeno 30 anni è lei, la tanto vituperata e obsoleta sinistra: ridicolizzata, schernita, derisa; eppure manca solo lei, nello scenario mondiale. Gli ultimi leader socialisti e progressisti di un tempo, declinati in diverse gradazioni e temperature politiche, sono stati fatti fuori, quelli attuali rispondo a logiche neo-liberiste e comunque non progressiste. Pensiamo ad Olof Palme ucciso in Svezia dall’estrema destra manovrata dai servizi, pensiamo ad Allende ucciso da Pinochet e dalla Cia, pensiamo a Sankara, a Gheddafi, a Chavez e tanti altri.
Ragioniamo su quali schieramenti sono stati sconfitti nel tempo e conflitti dal sistema che ha usato servizi segreti, estrema destra, spezzoni di magistratura, per sbarazzarsi anche culturalmente di ogni progressismo. Pensiamo ai nazisti patrioti ucraini, appoggiati perfino dal Pd in versione anti-Putin, curiosa joint venture tra mondi diversi, ma uniti dal bisogno reciproco. Comunque ragioniamo sulle cause storiche degli ultimi 40 anni, che hanno materializzato l’attuale paradigma neo-aristocratico che ha pervaso entrambi gli schieramenti, come sul modello americano, dove destra e sinistra partitica sono chimere e fazioni quasi identiche e vengono percepiti lontani dalla gente. Il modello di pensiero unico ha bandito le ideologie: chiediamoci il perché. Ha cambiato il linguaggio, svuotando di significato due polarità necessarie alla dialettica democratica. Non è passatista ed errato parlare ancora di destra e sinistra, perché incarnano valori e ideali, senza i quali rimane solo la mera speculazione finanziaria senza idee e progettualità, la giungla più buia dove vince il più forte.
Quando Michael Ledeen parla di fascismo universale, lui – sionista imperialista, vero grande burattinaio, al cui cospetto Gelli era un passacarte – dice una cosa precisa, e non è mia la definizione. Il fascismo non è stato solo un ventennio; il fascismo, come ci ricordano i grandi manovratori, certi iniziati, veri studiosi e liberi pensatori anarchici come Reich (che non a caso, da uomo libero quale era, parla di fascismo rosso), è un’attitudine, è un modello di pensiero che trasla gli schieramenti, è una forma-pensiero; possiamo anche chiamarla diversamente, ma questo è… Così la plasmarono gli iniziati neri, quando crearono il nazismo esoterico decenni prima dell’avvento del nazismo politico; sono egregore che servono a manipolare le masse e la psicologia di massa.
(“Un mondo di sole destre è possibile, anzi è reale”, dal blog “Maestro di Dietrologia” del 1° ottobre 2017).
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Un mondo di sole destre, finto-ribelli. La sinistra? E’ sparita
Scritto il 07/10/17 • nella Categoria: idee
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Alice Elisabeth Weidel è la vincitrice morale delle recenti elezioni tedesche e, con la sua terza posizione, diventa uno scomodo ma forte interlocutore politico. La Weidel è omosessuale e da anni convive con la produttrice di film Sarah Bossard, cittadina svizzera originaria dello Sri Lanka, con la quale ha due figli. Alice nel paese delle meraviglie, ex Goldman Sachs, lavorava negli stessi ambienti di Soros, tanto per capire come sia interna e complementare allo stesso sistema che a parole combatte. Il simbolo del partito è a metà strada tra il logo della Nike, un simbolo fallico e una saetta delle Ss rubata da una vecchia bandiera. Segno dei tempi, un po’ nazi, un po’ trendy e gayfriendly… Le destre radicali e i populismi rappresentano quell’aggiornamento di sistema che descrivo da tempo, ovvero il favorire le estreme come catalizzatore di voti, contenitori del dissenso che spostino il voto popolare a destra, e giustifichino la vittoria dei moderati, come l’Afd per la Cdu, la Le Pen per Macron, Grillo per il Pd. Stesso identico schema. A questo servono, sono il cane da guardia del capitale, le avanguardie del padronato.
Nei prossimi decenni l’aggiornamento del sistema vedrà l’affermazione delle destre radicali, utilizzate come ultimo baluardo di un re nudo (leggi liberismo) per contenere una possibile e potenziale deriva antagonista progressista culturale e di piazza, soprattutto per tarparne il desiderio, spostando il dissenso a destra o in contenitori definiti reazionari. Questa è una strategia nuova ma al tempo stessa vecchia e già sperimentata, è quella che la grande borghesia mise in campo all’inizio del ventennio del secolo scorso contro le avanzate del bolscevismo e in vista di un potenziale risveglio dei popoli da sinistra. Fascismo e nazismo rispondevano a questo bisogno borghese di individuazione di un nemico e di tarpare le ali a qualsiasi rivoluzione popolare. Quando i cosiddetti moderati di ogni dove non potranno più essere votati, dopo l’ultimo ed ennesimo inganno, in un mondo dove le notizie circolano ed i tabù crollano, le sentinelle silenti di estrema destra, oggi ancora di nicchia, arriveranno e svolgeranno il ruolo per cui sono state create. La rete in questi anni è stata molto utile per ripulire certi mondi, l’estrema destra è stata spesso salutata come forza liberatrice, come novità, sfruttando la rabbia e l’astinenza da rogo dei popoli e l’ignoranza atavica che pervade l’uomo qualunque.
Un certo revisionismo della storia è stato fatto circolare e accettare; questo tornerà comodo e sarà il medium preposto a stabilizzare il sistema, incarnando uno spauracchio anti-democratico, oppure, nel peggiore dei casi, a sostituirsi al sistema potenziandolo, ma pur sempre restando nell’alveo iper-liberista, con l’aggiunta di un certo sentimento nazionalista e xenofobo, magari con virate peroniste, ma sempre rispettando la matrice dello schema di base. L’unica vera assente a livello planetario da almeno 30 anni è lei, la tanto vituperata e obsoleta sinistra: ridicolizzata, schernita, derisa; eppure manca solo lei, nello scenario mondiale. Gli ultimi leader socialisti e progressisti di un tempo, declinati in diverse gradazioni e temperature politiche, sono stati fatti fuori, quelli attuali rispondo a logiche neo-liberiste e comunque non progressiste. Pensiamo ad Olof Palme ucciso in Svezia dall’estrema destra manovrata dai servizi, pensiamo ad Allende ucciso da Pinochet e dalla Cia, pensiamo a Sankara, a Gheddafi, a Chavez e tanti altri.
Ragioniamo su quali schieramenti sono stati sconfitti nel tempo e conflitti dal sistema che ha usato servizi segreti, estrema destra, spezzoni di magistratura, per sbarazzarsi anche culturalmente di ogni progressismo. Pensiamo ai nazisti patrioti ucraini, appoggiati perfino dal Pd in versione anti-Putin, curiosa joint venture tra mondi diversi, ma uniti dal bisogno reciproco. Comunque ragioniamo sulle cause storiche degli ultimi 40 anni, che hanno materializzato l’attuale paradigma neo-aristocratico che ha pervaso entrambi gli schieramenti, come sul modello americano, dove destra e sinistra partitica sono chimere e fazioni quasi identiche e vengono percepiti lontani dalla gente. Il modello di pensiero unico ha bandito le ideologie: chiediamoci il perché. Ha cambiato il linguaggio, svuotando di significato due polarità necessarie alla dialettica democratica. Non è passatista ed errato parlare ancora di destra e sinistra, perché incarnano valori e ideali, senza i quali rimane solo la mera speculazione finanziaria senza idee e progettualità, la giungla più buia dove vince il più forte.
Quando Michael Ledeen parla di fascismo universale, lui – sionista imperialista, vero grande burattinaio, al cui cospetto Gelli era un passacarte – dice una cosa precisa, e non è mia la definizione. Il fascismo non è stato solo un ventennio; il fascismo, come ci ricordano i grandi manovratori, certi iniziati, veri studiosi e liberi pensatori anarchici come Reich (che non a caso, da uomo libero quale era, parla di fascismo rosso), è un’attitudine, è un modello di pensiero che trasla gli schieramenti, è una forma-pensiero; possiamo anche chiamarla diversamente, ma questo è… Così la plasmarono gli iniziati neri, quando crearono il nazismo esoterico decenni prima dell’avvento del nazismo politico; sono egregore che servono a manipolare le masse e la psicologia di massa.
(“Un mondo di sole destre è possibile, anzi è reale”, dal blog “Maestro di Dietrologia” del 1° ottobre 2017).
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Re: Come possiamo contribuire a far nascere un partito x la
La speculazione finanziaria dove vince il più forte è di destra.UncleTom ha scritto: Non è passatista ed errato parlare ancora di destra e sinistra, perché incarnano valori e ideali, senza i quali rimane solo la mera speculazione finanziaria senza idee e progettualità, la giungla più buia dove vince il più forte.
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