quo vadis PD ????
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Re: quo vadis PD ????
Riguardo all'articolo di stamane, ma letta e compagnia che si sono bevuti ultimamente?
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: quo vadis PD ????
Elezioni, nel Pd fronda ‘pro dimissioni’ di Bersani. Obiettivo: dialogare con Grillo
A ipotizzare un passo indietro del segretario due dei suoi fedelissimi: Alessandra Moretti e Tommaso Giuntella, mai così vicini alle posizioni dei 'giovani turchi' Orfini, Fassina e Orlando, che puntano sul cambio di rotta per evitare che il partito venga travolto dall'ingovernabilità del Paese
di Sara Nicoli | 2 marzo 2013
La parola ‘dimissioni‘ nessuno la pronuncia apertamente, ma è quello che molti si aspettano e più di uno teme. Bersani è davanti ad un bivio della sua storia politica e personale. E l’ultimo sgambetto gli è arrivato ieri dalle parole di Dario Fo. Che dopo aver parlato con Casaleggio, ha detto con chiarezza che uno spiraglio di trattativa con i 5 stelle resta, è flebile ma c’è. Ma che nessuno dei giovani neo deputati e senatori voterà mai per un governo targato Bersani. Se si vuole un’alleanza o anche solo un appoggio esterno che faccia nascere un governo targato Pd, l’unico modo è tirare fuori qualche faccia nuova, qualche “nome, che dentro il partito c’è”, ha sottolineato il premio Nobel, purché Bersani faccia un passo indietro. Il guaio è che il segretario Pd questo passo indietro non ha alcuna intenzione di farlo, tenuto in piedi da una nomenclatura che teme il rinnovamento per paura di perdere le rendite di posizione maturate negli anni; sono riusciti ad arginare Renzi, ora però non potranno sostenere un fallimento del possibile governo, dopo aver pareggiato indecorosamente nelle urne.
Al Nazareno il clima si fa sempre più pesante. Fin quando a criticare il segretario erano rimasti i soliti D’Alema e Veltroni, la cosa non poteva destare preoccupazione. Fin quando Matteo Renzi ha storto il naso a distanza, ben attento a non esporsi troppo, questo poteva rientrare nel novero di una strategia sulla lunga distanza dello stesso rottamatore per il suo bene e , forse, in prospettiva anche al partito. Ma se in una stessa, fredda mattinata di febbraio il segretario si è trovato a leggere le critiche e gli inviti a un possibile passo indietro da parte di due dei suoi fedelissimi, il segnale è diventato fin troppo chiaro. E cioè che gli argini rischiano di non reggere ancora a lungo.
Si avvicinano le idi di marzo
A pugnalare il segretario, per il momento solo a distanza, sono stati due dei suoi portavoce nella campagna per le primarie: Alessandra Moretti e Tommaso Giuntella. La prima in una intervista al Corriere; il secondo su un web magazine. La Moretti ha ipotizzato che “se la direzione individuasse un’altra figura di garanzia per dialogare con il M5S, tutti dovremmo pancia a terra lavorare per questo. Il primo a tirarsi indietro sarebbe Bersani”. Una possibilità che lo stesso segretario ha ben presente, ma che naturalmente ha evitato accuratamente di tirar fuori in prima persona in questi giorni delicatissimi, per evitare di compromettere ogni ipotesi nel confronto con Grillo e i suoi. Giuntella, se possibile, ci è andato giù ancora più duro, non citando mai Bersani ma contestando a fondo la campagna elettorale condotta dal Pd “con affanno e poco coordinamento”. Per Giuntella “è mancato un coordinatore della campagna”, ben sapendo che invece quel nome c’era eccome e che quel ruolo lo ha ricoperto per tutta la campagna Stefano Di Traglia, portavoce storico di Bersani e responsabile della comunicazione del partito. Insomma, mentre lui si dava da fare con i suoi 300 spartani, si dice “dispiaciuto” di non aver preso parte alla fase decisionale, “perché avrei consigliato innanzitutto di avercela una strategia”. Di Traglia è, a tutti gli effetti, il vero responsabile della campagna elitaristica portata avanti dal segretario che ha snobbato più di un invito televisivo (non è voluto andare da Lucia Annunziata su Raitre, per esempio) e giornalistico (interviste e confronti) e dimostrando, in questo modo, distanza non solo dai media, ma anche dal Paese reale. Mentre Grillo era nelle piazze, Bersani frequentava solo alcuni luoghi ‘sicuri’ e partecipava a comizi in terre amiche. Il responso delle urne ha fatto il resto.
Ma le critiche a Bersani non sono solo di certo queste, anche se rappresentano un sintomo preoccupante per il segretario, specie in vista della riunione della direzione di mercoledì prossimo. Lì sono in tanti quelli che si preparano a dare battaglia e tra questi non potranno essere ignorati anche i giovani turchi, ai quali Moretti e Giuntella sono molto vicini. Il gruppo capitanato da Matteo Orfini, Stefano Fassina e Andrea Orlando, fin qui fidi scudieri del leader, sono ormai stanchi di aspettare. Se la ruota deve girare, il momento è questo. Altrimenti il partito potrebbe essere travolto. Sia da un mancato incarico da parte di Napolitano oppure (peggio) dall’ammissione di incapacità a trovare una maggioranza in Parlamento. E se per evitare tutto questo si deve chiedere il passo indietro a Bersani, ebbene i primi a volerlo fare sembrano essere davvero i suoi. Prima che “la pugnalata” arrivi da qualcun altro, sempre vicinissimo al leader, ma al momento al di sopra di ogni sospetto. In puro stile “idi di marzo”.
http://forumisti.mondoforum.com/posting ... ly&f=2&t=6
A ipotizzare un passo indietro del segretario due dei suoi fedelissimi: Alessandra Moretti e Tommaso Giuntella, mai così vicini alle posizioni dei 'giovani turchi' Orfini, Fassina e Orlando, che puntano sul cambio di rotta per evitare che il partito venga travolto dall'ingovernabilità del Paese
di Sara Nicoli | 2 marzo 2013
La parola ‘dimissioni‘ nessuno la pronuncia apertamente, ma è quello che molti si aspettano e più di uno teme. Bersani è davanti ad un bivio della sua storia politica e personale. E l’ultimo sgambetto gli è arrivato ieri dalle parole di Dario Fo. Che dopo aver parlato con Casaleggio, ha detto con chiarezza che uno spiraglio di trattativa con i 5 stelle resta, è flebile ma c’è. Ma che nessuno dei giovani neo deputati e senatori voterà mai per un governo targato Bersani. Se si vuole un’alleanza o anche solo un appoggio esterno che faccia nascere un governo targato Pd, l’unico modo è tirare fuori qualche faccia nuova, qualche “nome, che dentro il partito c’è”, ha sottolineato il premio Nobel, purché Bersani faccia un passo indietro. Il guaio è che il segretario Pd questo passo indietro non ha alcuna intenzione di farlo, tenuto in piedi da una nomenclatura che teme il rinnovamento per paura di perdere le rendite di posizione maturate negli anni; sono riusciti ad arginare Renzi, ora però non potranno sostenere un fallimento del possibile governo, dopo aver pareggiato indecorosamente nelle urne.
Al Nazareno il clima si fa sempre più pesante. Fin quando a criticare il segretario erano rimasti i soliti D’Alema e Veltroni, la cosa non poteva destare preoccupazione. Fin quando Matteo Renzi ha storto il naso a distanza, ben attento a non esporsi troppo, questo poteva rientrare nel novero di una strategia sulla lunga distanza dello stesso rottamatore per il suo bene e , forse, in prospettiva anche al partito. Ma se in una stessa, fredda mattinata di febbraio il segretario si è trovato a leggere le critiche e gli inviti a un possibile passo indietro da parte di due dei suoi fedelissimi, il segnale è diventato fin troppo chiaro. E cioè che gli argini rischiano di non reggere ancora a lungo.
Si avvicinano le idi di marzo
A pugnalare il segretario, per il momento solo a distanza, sono stati due dei suoi portavoce nella campagna per le primarie: Alessandra Moretti e Tommaso Giuntella. La prima in una intervista al Corriere; il secondo su un web magazine. La Moretti ha ipotizzato che “se la direzione individuasse un’altra figura di garanzia per dialogare con il M5S, tutti dovremmo pancia a terra lavorare per questo. Il primo a tirarsi indietro sarebbe Bersani”. Una possibilità che lo stesso segretario ha ben presente, ma che naturalmente ha evitato accuratamente di tirar fuori in prima persona in questi giorni delicatissimi, per evitare di compromettere ogni ipotesi nel confronto con Grillo e i suoi. Giuntella, se possibile, ci è andato giù ancora più duro, non citando mai Bersani ma contestando a fondo la campagna elettorale condotta dal Pd “con affanno e poco coordinamento”. Per Giuntella “è mancato un coordinatore della campagna”, ben sapendo che invece quel nome c’era eccome e che quel ruolo lo ha ricoperto per tutta la campagna Stefano Di Traglia, portavoce storico di Bersani e responsabile della comunicazione del partito. Insomma, mentre lui si dava da fare con i suoi 300 spartani, si dice “dispiaciuto” di non aver preso parte alla fase decisionale, “perché avrei consigliato innanzitutto di avercela una strategia”. Di Traglia è, a tutti gli effetti, il vero responsabile della campagna elitaristica portata avanti dal segretario che ha snobbato più di un invito televisivo (non è voluto andare da Lucia Annunziata su Raitre, per esempio) e giornalistico (interviste e confronti) e dimostrando, in questo modo, distanza non solo dai media, ma anche dal Paese reale. Mentre Grillo era nelle piazze, Bersani frequentava solo alcuni luoghi ‘sicuri’ e partecipava a comizi in terre amiche. Il responso delle urne ha fatto il resto.
Ma le critiche a Bersani non sono solo di certo queste, anche se rappresentano un sintomo preoccupante per il segretario, specie in vista della riunione della direzione di mercoledì prossimo. Lì sono in tanti quelli che si preparano a dare battaglia e tra questi non potranno essere ignorati anche i giovani turchi, ai quali Moretti e Giuntella sono molto vicini. Il gruppo capitanato da Matteo Orfini, Stefano Fassina e Andrea Orlando, fin qui fidi scudieri del leader, sono ormai stanchi di aspettare. Se la ruota deve girare, il momento è questo. Altrimenti il partito potrebbe essere travolto. Sia da un mancato incarico da parte di Napolitano oppure (peggio) dall’ammissione di incapacità a trovare una maggioranza in Parlamento. E se per evitare tutto questo si deve chiedere il passo indietro a Bersani, ebbene i primi a volerlo fare sembrano essere davvero i suoi. Prima che “la pugnalata” arrivi da qualcun altro, sempre vicinissimo al leader, ma al momento al di sopra di ogni sospetto. In puro stile “idi di marzo”.
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Re: quo vadis PD ????
LA PORTAVOCE DI BERSANI
Moretti: se serve il segretario
farà un passo indietro
E sono contraria ad offrire al Cavaliere la guida del Senato. Bisogna dare spazio ai giovani
ROMA - «Un governo con Berlusconi io non lo voto».
Lei è la portavoce di Bersani, onorevole Alessandra Moretti, se il segretario non avrà altra via...
«Gli errori li abbiamo fatti, ma ora dobbiamo individuare una strategia alternativa per governare il Paese. Noi abbiamo molta fiducia nei parlamentari del M5S, portano istanze molto simili a quelle di una nuova classe dirigente del Pd e sento che possiamo trovare un'intesa».
D'Alema apre a Grillo e al Pdl.
«Escludo inciuci con il Pdl e sono contraria a offrire a Berlusconi il Senato. Noi stessi, penso alla nuova generazione di democratici che entrerà in Parlamento, faremmo fatica a votare la fiducia a un governo con Berlusconi, che è il nostro legittimo impedimento. Ci sarebbe una spaccatura dentro il Pd».
Sbaglia dunque D'Alema a offrire la presidenza delle Camere a Grillo e Berlusconi?
«Capisco che per D'Alema sia più facile trovare intese con la politica dell'ultimo ventennio, ma noi seguiamo Bersani. Adesso è la nuova generazione che deve parlare».
Non le sfuggirà che Bersani non fa parte della nuova generazione.
«Lo sappiamo, ma lui potrebbe farsi garante di un profondo cambiamento, di una compagine del tutto rinnovata, anche al governo».
Paradossalmente, il ruolo perfetto per Matteo Renzi.
«Nel Pd c'è una generazione che è cresciuta molto e che deve prendere la barra del timone, scardinando vecchie logiche e sostenendo colui che la democrazia ha individuato come il capitano. Penso a Renzi, ma anche a Fassina, a Orlando, a De Micheli, a Giuntella, a Moretti...».
Non esiste la possibilità che mercoledì in direzione Bersani venga disarcionato?
«Se ci venisse chiesto, se la direzione individuasse un'altra figura di garanzia per dialogare con il M5S, tutti dovremmo pancia a terra lavorare per questo. Il primo a tirarsi indietro sarebbe Bersani, pronto a fare il capitano o il mozzo senza abbandonare la nave».
Renzi candidato premier al posto di Bersani?
«Mettiamo caso che Napolitano faccia questa scelta... Se Renzi fosse ritenuto decisivo per promuovere un approccio diverso saremmo tutti pronti a lavorare per questa soluzione. Mi appello alla responsabilità dei renziani. Che senso ha accanirsi con Bersani, come fosse l'unico responsabile della sconfitta? Cerchiamo di essere responsabili. La resa dei conti sarebbe un suicidio».
D'Alema e Veltroni hanno lasciato il coordinamento di tre giorni fa in segno di dissenso?
«Devono avere generosità, sennò finiamo fagocitati. Devono lasciare spazio ad altri, non lo hanno capito? Non hanno visto che molti italiani non ci hanno votato dove, invece dei giovani, c'erano i vecchi che hanno chiesto la deroga?».
Ce l'ha con Bindi e Marini?
«Non mi faccia fare nomi, sennò succede un casino...».
Monica Guerzoni
1 marzo 2013 | 10:52
http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 09fc.shtml
Moretti: se serve il segretario
farà un passo indietro
E sono contraria ad offrire al Cavaliere la guida del Senato. Bisogna dare spazio ai giovani
ROMA - «Un governo con Berlusconi io non lo voto».
Lei è la portavoce di Bersani, onorevole Alessandra Moretti, se il segretario non avrà altra via...
«Gli errori li abbiamo fatti, ma ora dobbiamo individuare una strategia alternativa per governare il Paese. Noi abbiamo molta fiducia nei parlamentari del M5S, portano istanze molto simili a quelle di una nuova classe dirigente del Pd e sento che possiamo trovare un'intesa».
D'Alema apre a Grillo e al Pdl.
«Escludo inciuci con il Pdl e sono contraria a offrire a Berlusconi il Senato. Noi stessi, penso alla nuova generazione di democratici che entrerà in Parlamento, faremmo fatica a votare la fiducia a un governo con Berlusconi, che è il nostro legittimo impedimento. Ci sarebbe una spaccatura dentro il Pd».
Sbaglia dunque D'Alema a offrire la presidenza delle Camere a Grillo e Berlusconi?
«Capisco che per D'Alema sia più facile trovare intese con la politica dell'ultimo ventennio, ma noi seguiamo Bersani. Adesso è la nuova generazione che deve parlare».
Non le sfuggirà che Bersani non fa parte della nuova generazione.
«Lo sappiamo, ma lui potrebbe farsi garante di un profondo cambiamento, di una compagine del tutto rinnovata, anche al governo».
Paradossalmente, il ruolo perfetto per Matteo Renzi.
«Nel Pd c'è una generazione che è cresciuta molto e che deve prendere la barra del timone, scardinando vecchie logiche e sostenendo colui che la democrazia ha individuato come il capitano. Penso a Renzi, ma anche a Fassina, a Orlando, a De Micheli, a Giuntella, a Moretti...».
Non esiste la possibilità che mercoledì in direzione Bersani venga disarcionato?
«Se ci venisse chiesto, se la direzione individuasse un'altra figura di garanzia per dialogare con il M5S, tutti dovremmo pancia a terra lavorare per questo. Il primo a tirarsi indietro sarebbe Bersani, pronto a fare il capitano o il mozzo senza abbandonare la nave».
Renzi candidato premier al posto di Bersani?
«Mettiamo caso che Napolitano faccia questa scelta... Se Renzi fosse ritenuto decisivo per promuovere un approccio diverso saremmo tutti pronti a lavorare per questa soluzione. Mi appello alla responsabilità dei renziani. Che senso ha accanirsi con Bersani, come fosse l'unico responsabile della sconfitta? Cerchiamo di essere responsabili. La resa dei conti sarebbe un suicidio».
D'Alema e Veltroni hanno lasciato il coordinamento di tre giorni fa in segno di dissenso?
«Devono avere generosità, sennò finiamo fagocitati. Devono lasciare spazio ad altri, non lo hanno capito? Non hanno visto che molti italiani non ci hanno votato dove, invece dei giovani, c'erano i vecchi che hanno chiesto la deroga?».
Ce l'ha con Bindi e Marini?
«Non mi faccia fare nomi, sennò succede un casino...».
Monica Guerzoni
1 marzo 2013 | 10:52
http://www.corriere.it/politica/13_marz ... 09fc.shtml
Re: quo vadis PD ????
12.12 il "piccolo mostro liberista" non prenderà la parola , ha ascoltato Bersani e Franceschini e se ne è andato.
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- Iscritto il: 22/02/2012, 14:30
Re: quo vadis PD ????
Sbaglia dunque D'Alema a offrire la presidenza delle Camere a Grillo e Berlusconi?
..................................................................................................
Se non ho capito male mettiamo un imputato a presidente del Senato?
Ditemi che ho capito male.
Ciao
Paolo11
..................................................................................................
Se non ho capito male mettiamo un imputato a presidente del Senato?
Ditemi che ho capito male.
Ciao
Paolo11
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- Iscritto il: 21/02/2012, 22:08
Re: quo vadis PD ????
Si il mostro se ne è andato subito prima che parlasse D'Alema al quale Letta (lecchino) ha concesso + dei 7 minuti concessi agli altri.Amadeus ha scritto:12.12 il "piccolo mostro liberista" non prenderà la parola , ha ascoltato Bersani e Franceschini e se ne è andato.
Cmq anche Bersani non ha offerto buona educazione quando parlavano i piccoli ..... se ne è andato e poi rispuntato quando parlava Fassino e D'Alema.
Il solito Gentiloni apre a Monti .....sempre la stessa solfa.
Gentiloni non vuole elezioni anticipate, anche se ha detto NO al PDL.
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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Re: quo vadis PD ????
Ho sentito su radioradicale in auto l'intervento di Soru.
Condivisibile al 100%. Spero di ritrovarlo in rete.
Condivisibile al 100%. Spero di ritrovarlo in rete.
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- Iscritto il: 21/02/2012, 22:08
Re: quo vadis PD ????
mariok,
io sto seguendo tutta la diretta che finirà alle 18.
Intervento di Soru tutto centrato sul cambiamento. Dirigenti PD percepiti in sardegna come ladri.
Buon intervento di Pippo Civati ma poco graffiante.
Bye
io sto seguendo tutta la diretta che finirà alle 18.
Intervento di Soru tutto centrato sul cambiamento. Dirigenti PD percepiti in sardegna come ladri.
Buon intervento di Pippo Civati ma poco graffiante.
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Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
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Re: quo vadis PD ????
Anche io
una noia mortale
Si iscrivono a parlare per dire le stesse cose ...
1) mea culpa
2) è colpa di Berlusconi
3) Grillo è un populista che sa fare marketing
tutti sono d'accordo con la linea degli otto punti di Bersani, potevano andarsi a fare una birra alle 14.00.
Renzi se ne è andato perchè
1) non vuole essere additato come quello che ha dato il colpo di grazia al Pd, preferisce che si autodistruggano da soli.
2) ha sentito che non si smuovono su certi temi e quindi ritiene inutile spaccare ora il partito.
3) aveva mal di pancia
credo che comunicherà la sua motivazione alla stampa quindi a breve sapremo.
ma come dice mariok il problema ora non è Renzi , è fare un governo.
una noia mortale
Si iscrivono a parlare per dire le stesse cose ...
1) mea culpa
2) è colpa di Berlusconi
3) Grillo è un populista che sa fare marketing
tutti sono d'accordo con la linea degli otto punti di Bersani, potevano andarsi a fare una birra alle 14.00.
Renzi se ne è andato perchè
1) non vuole essere additato come quello che ha dato il colpo di grazia al Pd, preferisce che si autodistruggano da soli.
2) ha sentito che non si smuovono su certi temi e quindi ritiene inutile spaccare ora il partito.
3) aveva mal di pancia
credo che comunicherà la sua motivazione alla stampa quindi a breve sapremo.
ma come dice mariok il problema ora non è Renzi , è fare un governo.
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Re: quo vadis PD ????
Amà,
anche tu ora dici che Renzi non è un problema, ma per tutta la campagna elettorale l'hai visto come il salvatore della patria?
Suvvia Amà, un pò di savoir faire.
Come ho detto anche a mariok, di Renzi ne dobbiamo parlare perché è lui che simette sotto i riflettori ... dato il suo ego smisurato ... misurabile solo con quello del caimano.
Con simpatia (with sympathy),
anche tu ora dici che Renzi non è un problema, ma per tutta la campagna elettorale l'hai visto come il salvatore della patria?
Suvvia Amà, un pò di savoir faire.
Come ho detto anche a mariok, di Renzi ne dobbiamo parlare perché è lui che simette sotto i riflettori ... dato il suo ego smisurato ... misurabile solo con quello del caimano.
Con simpatia (with sympathy),
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)
‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
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