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Forum per un "Congresso della Sinistra" ... sempre aperto • quo vadis PD ???? - Pagina 153
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Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 18:04
da camillobenso
erding ha scritto:La Bindi di fronte al risultato elettorale si chiede ancora … IL “PERCHE' “

Mah... a chi lo chiede? più che chiedere dovrebbe rispondere.

Ebbrava la Bindona,...sembra proprio uno di quei santi padri del Tribunale pontificio.


Se chiama la sora Ggina, o la sora Camilla, oppure la sora Cesira glielo spiegano senz'altro......tanto stanno a Roma tutte e tre.

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 18:09
da peanuts
La Bindi è improponibile ormai.
Facciano un atto di coraggio: la destituiscano e la sbattano fuori. Può sempre raggiungere la Binetti...

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 18:16
da camillobenso
peanuts ha scritto:La Bindi è improponibile ormai.
Facciano un atto di coraggio: la destituiscano e la sbattano fuori. Può sempre raggiungere la Binetti...
No perché,...li sono tutti da sbatter fuori, vecchi e giovani, militari e ridotti,......é finita, Garibaldi è alle porte...

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 18:18
da peanuts
Tutti magari no, ma la Bindi ormai non rappresenta che se stessa

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 18:25
da Amadeus
Bersani ha finito ora.
Giovedì convocano i gruppi parlamentari .
la palla passa a Napolitano.

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 18:29
da peanuts
E che fa Napolitano?
Il parlamento non può scioglierlo.
La maggioranza non c'è.
Secondo me potrebbe fare una cosa: proporre ai partiti di dimettersi in anticipo affinché votino prima possibile per il nuovo presidente, poi si torna alle urne.
Tanto non c'è nessuna possibilità di maggioranza

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 18:32
da Amadeus
il Pd approva la linea Bersani, un solo astenuto.

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 18:32
da peanuts
Chi s'è astenuto, Bersani?

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 21:22
da Joblack
Io li ho ascoltati tutti fino all 17:30.

I meno conosciuti hanno detto cose condivisibili, Soru, Pollastrini, Civati, Moretti, Orfini, Moretti, Puppato, Orlando, Fassina, Emiliano, Burlando, ecc. ...... il più in alto di tutti è stato Gugliemo Epifani.

Meno Franceschini, Letta, Bindi, D'Alema, Fioroni, Gentiloni, Finocchiaro, ecc.

Cmq ho visto parecchi giovani e meno giovani fare analisi concrete sugli errori del PD e sulla necessità di cambiamento nel partito e maggiore democrazia interna.

A quanto pare gli amministratori e consiglieri non hanno alcun peso nelle decisioni della direzione tanto che uno ha detto, "non facciamo che dopo questo bagno di democrazia cioè di parlarsi gli uni con gli altri poi alla fine saranno i soliti 12 a decidere?"

Il PD o cambia o è spacciato.

Per G.Epifani un altro passo falso del PD significherebbe lasciare l'Italia in mano alle tre formazioni populiste vedi Berlusconi, Grillo e Monti.


Bye4

Re: quo vadis PD ????

Inviato: 06/03/2013, 22:02
da Amadeus
da huffington post

Matteo Renzi si presenta alla direzione del Pd, ma si ferma solo poche ore e va via senza intervenire. Via da un organismo in cui in effetti non si è mai riconosciuto e che lo ha visto partecipare poche volte, parlare mai. Via. Giusto in tempo per non ascoltare l’intervento di Massimo D’Alema, il big che Matteo si pregia di aver ‘rottamato’. Ai bersaniani la cosa non è piaciuta. Non se l’aspettavano. Irritazione e fastidio. Uno strappo. Il primo di una lunga serie. Perché, all’ombra di questa difficile crisi post-voto, il sindaco di Firenze “sta già segnando un percorso alternativo di campagna elettorale”, sussurrano i fedelissimi del segretario.

Fino a ieri i rapporti erano di tregua. Dopo le primarie, in campagna elettorale, Bersani era riuscito in qualche modo a coinvolgere Renzi, che ha tenuto la lingua a freno sulle differenze con il segretario. Dopo il voto, nessuna pugnalata alle spalle da parte del sindaco. Parola d’ordine: lealtà. Ieri però è successo qualcosa. Matteo ha passato due ore a chiacchierare di scenari futuri con Mario Monti a Palazzo Chigi. E la cosa è stata ingoiata a fatica al Nazareno. Soprattutto poi a Ballarò il sindaco ha mostrato tutto il suo scetticismo sulla via grillina di Bersani, concedendogli il tentativo ma con uno sbocco finale che non porti alle urne, in caso di fallimento, bensì a un governo per il paese, fosse anche un governo tecnico con il Pdl. Ora che nel partito prevale il pessimismo sulle possibilità di riuscita del segretario, Renzi spicca il volo: per la sua partita.

Non si sa ancora se la giocherà nel recinto del Pd, correndo per la segreteria, oppure fuori, con un’altra formazione di tipo liberal. Prematuro prevederlo. Di fatto, però, con la scelta di esserci e poi sparire dalla direzione, ha inaugurato una nuova era nel Pd: una diarchia, temporanea s’intende, tra lui e Bersani. E pensare che i bersaniani ci credevano, fino a ieri. La sua presenza in direzione veniva letta per lo meno come una garanzia di gestione unitaria della crisi. Il passo di oggi, senza volerlo caricare di significato, è un’accelerazione sul futuro. Renzi decide di non parlare, ha già detto ieri, intervenire oggi significherebbe “rischiare di impiccarsi alle sue stesse parole”, dicono i suoi.

Dalla direzione trasmessa in streaming sul web da Youdem, i Giovani Turchi bersaniani lo attaccano, fanno rullare i primi tamburi della prossima sfida congressuale. A vuoto. Perché Renzi non c’è e i suoi giovani non sono lì. Il dalemiano Gianni Cuperlo è particolarmente velenoso: “Buona parte del confronto tra di noi e su di noi ruota attorno al sindaco di Firenze, che è venuto a questa riunione ma non prende la parola. Questo è oppure no un nodo che investe la nostra democrazia e riguarda che cos'è un partito, come discute o come decide? Ognuno fa ciò che crede e vuole, va dove crede che sia giusto collocare la sua autorevolezza” ma "le logiche di percorsi paralleli, di circolazioni extracorporee nella dimensioni della politica possano risultare letali". Che però è come ammettere che il partito non ha più una sua vitalità interna, se si vuole stare alla definizione medica di ‘circolazioni extracorporee’. “Abbiamo bisogno di fare un congresso il prima possibile – chiede Orfini - senza sfilate e conte fra leader, ma sulle idee e sull’impianto politico”. Stefano Fassina: "Siamo chiamati già da oggi a un doppio sforzo, avviare un'analisi rifuggendo dalle scorciatoie propagandistiche, tipo che abbiamo fatto poca rottamazione o che la comunicazione in campagna elettorale non è stata adeguata (come ha detto ieri sera Renzi, ndr) e avviare una ulteriore risposta".


ma siamo sicuri che su questo Renzi abbia torto ?

Ma sono critiche che restano come eco in una vallata deserta. Renzi ha già rottamato la direzione nei fatti. E il suo abbandono dei lavori verrà seguito poco dopo da Walter Veltroni, che pure non interviene e che si sta attivando per un governo del presidente, dando per scontato che Bersani non ammalierà i grillini. Ma Matteo è altro anche rispetto a Walter, del quale rifiutò l’appoggio già nella campagna elettorale delle primarie. Non vuole avere nulla a che spartire con questa direzione e con questo Pd. Teme di macchiarsi di ‘vecchio’. Fuori dalla direzione, tuona il suo Roberto Reggi, che ai microfoni de ‘La Zanzara’ su Radio 24 attacca D’Alema (“E’ parte del problema e ancora pontifica”), Livia Turco (“E’ fuori dal Parlamento eppure è pagata dal partito: scandaloso e vergognoso”), il partito (“Con Renzi avrebbe avuto 10 punti in più”). E prevede che “Matteo non vuole diventare segretario del partito. Nel 2014 però non si ricandida a sindaco di Firenze”, salvo essere smentito (non è la prima volta) dal portavoce del sindaco Marco Agnoletti: “Non è vero che Matteo non si ricandiderà al comune di Firenze nel 2014”.

Affermazioni e smentite. Gioco che serve a far filtrare la linea. Come ieri, quando il vicesindaco del capoluogo toscano Dario Nardella, neoletto alla Camera e fedelissimo di Renzi, ha messo nel conto un governo con il Pdl, salvo smentire poco dopo. Matteo non ha smentito l’asse con Monti per la gestione della crisi. E si riscalda per le urne. Vuole correre da candidato premier, chissà se come leader di una sua formazione oppure di un Pd più liberal che metterebbe in minoranza i Giovani Turchi. A proposito: che faranno gli ‘orfani’ di Bersani, ammesso che Bersani davvero non voglia più ricandidarsi a premier?

Resterebbero in un partito con Renzi segretario o ne formerebbero un altro di sinistra più radicale con Nichi Vendola? L’affinità programmatica è più con Sel che con i renziani, che infatti si intendono di più con Monti (non si dimentichi che Pietro Ichino è già lì con lui). Non a caso, da Scelta civica lasciano trapelare che anche per loro la prossima carta per le urne potrebbe essere Renzi. Troppo presto per tutte le conclusioni. Ma, come ammette il segretario del Pd, “so che mentre noi non pensiamo a ipotesi A”, cioè l’intesa coi grillini, “c'è mezzo mondo che lavora a un piano B”, attraverso il quale passa anche il rinnovamento nel partito. Siamo solo al calcio di inizio.