THE CATHOLIC QUESTION
Re: THE CATHOLIC QUESTION
La differenza tra Italia e Germania? Già scritta nelle 95 tesi di Lutero
di Paolo Boggi | 6 settembre 2012
Uno dei temi più dibattuti nell’ultimo periodo è il confronto tra il nostro paese e la Germania. Non possiamo evitarlo visto che la nostra affidabilità economica si misura sui parametri della stabilità e produttività tedesca. Ma dietro i numeri e gli algoritmi che determinano lo spread, ci sono gli uomini con la loro storia, e due società e culture radicalmente differenti. Sarebbe molto utile che i commentatori dessero più spazio a questo aspetto essenziale.
Io vorrei, nel mio piccolo, senza essere un teologo o storico, azzardare una tesi. Ed è questa: ciò che sta accadendo oggi, a ben vedere, era già tutto scritto nelle 95 tesi che Lutero appose sul portone della chiesa di Wittemberg nel 1517, contro il clero di Roma, dando avvio alla riforma protestante. È un volo pindarico, ma può essere interessante. Come si sa, Lutero si scagliava contro la vendita delle indulgenze, la pratica avallata dal Papa e diffusissima in quel periodo tra i sacerdoti di vendere ai fedeli la “salvezza eterna” in cambio di denaro per costruire la Basilica di San Pietro.
Lutero si oppone e scrive “Si deve insegnare ai cristiani che è meglio dare a un povero o fare un prestito a un bisognoso che non acquistare indulgenze”. (43). “Si deve insegnare ai cristiani che il papa come ha maggior bisogno e desidera maggiormente per sé, nel concedere le indulgenze, devote orazioni piuttosto che monete sonanti” (48). “Si deve insegnare ai cristiani che se il papa conoscesse le esazioni dei predicatori di indulgenze, preferirebbe che la basilica di S. Pietro andasse in cenere piuttosto che essere edificata sulla pelle, la carne e le ossa delle sue pecorelle”. (50). Sono solo tre citazioni ma già si intuisce come fossero in gioco due modi opposti di considerare e relazionarsi con il potere. Da un lato la sottomissione al dogma e l’idea che grazie al denaro, e compiacendo il potere con il denaro, si potesse ottenere qualsiasi cosa, in modo più o meno ambiguo, persino la salvezza eterna. Dall’altro il coraggio di opporsi al potere costituito, per accentuare la piena responsabilità del singolo, di fronte a Dio e agli altri uomini. Da ciò è discesa l’attenzione dei Protestanti verso lo studio, la morigeratezza dei costumi ed il lavoro come forma di perfezionamento morale. Tutti valori che hanno poi plasmato la classe dirigente tedesca e ne hanno guidato le scelte nella fase di formazione dello stato unitario, e che stanno alla radice dell’attuale efficienza.
Non ci possiamo stupire se da noi ancora oggi per ottenere uno scopo si preferisce arruffianarsi il potente piuttosto che puntare sul merito personale. Se la qualità scuola è un fattore secondario, mentre per Berlino coincide anzitutto con la formazione del cittadino (cultura si dice Kultur ma anche Zivilisation). Se da noi il posto statale è una sorta di welfare, mentre in Germania è necessaria preparazione e senso dello Stato. Se qui un presidente travolto da scandali sessuali può fare la comunione, perché il reato è anzitutto un “peccato” che si può eventualmente espiare. Qui il presidente della Repubblica è intoccabile anche a fronte di gravi sospetti, in Germania si dimette per un prestito a tasso agevolato. Qui Marchionne, mentre si avvale della cassa integrazione, denuncia di concorrenza sleale Wolksvagen, la quale può sostenere forti sconti perché vende più macchine, perché evidentemente sono fatte meglio. Eccetera eccetera.
Sono grandi semplificazioni e mi scuso per questo, si tratta di un semplice esercizio. Ma per dire che è inutile risolvere problemi contingenti se non si affrontano dei problemi nodali che affondano le radici nella nostra cultura.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ro/343942/
di Paolo Boggi | 6 settembre 2012
Uno dei temi più dibattuti nell’ultimo periodo è il confronto tra il nostro paese e la Germania. Non possiamo evitarlo visto che la nostra affidabilità economica si misura sui parametri della stabilità e produttività tedesca. Ma dietro i numeri e gli algoritmi che determinano lo spread, ci sono gli uomini con la loro storia, e due società e culture radicalmente differenti. Sarebbe molto utile che i commentatori dessero più spazio a questo aspetto essenziale.
Io vorrei, nel mio piccolo, senza essere un teologo o storico, azzardare una tesi. Ed è questa: ciò che sta accadendo oggi, a ben vedere, era già tutto scritto nelle 95 tesi che Lutero appose sul portone della chiesa di Wittemberg nel 1517, contro il clero di Roma, dando avvio alla riforma protestante. È un volo pindarico, ma può essere interessante. Come si sa, Lutero si scagliava contro la vendita delle indulgenze, la pratica avallata dal Papa e diffusissima in quel periodo tra i sacerdoti di vendere ai fedeli la “salvezza eterna” in cambio di denaro per costruire la Basilica di San Pietro.
Lutero si oppone e scrive “Si deve insegnare ai cristiani che è meglio dare a un povero o fare un prestito a un bisognoso che non acquistare indulgenze”. (43). “Si deve insegnare ai cristiani che il papa come ha maggior bisogno e desidera maggiormente per sé, nel concedere le indulgenze, devote orazioni piuttosto che monete sonanti” (48). “Si deve insegnare ai cristiani che se il papa conoscesse le esazioni dei predicatori di indulgenze, preferirebbe che la basilica di S. Pietro andasse in cenere piuttosto che essere edificata sulla pelle, la carne e le ossa delle sue pecorelle”. (50). Sono solo tre citazioni ma già si intuisce come fossero in gioco due modi opposti di considerare e relazionarsi con il potere. Da un lato la sottomissione al dogma e l’idea che grazie al denaro, e compiacendo il potere con il denaro, si potesse ottenere qualsiasi cosa, in modo più o meno ambiguo, persino la salvezza eterna. Dall’altro il coraggio di opporsi al potere costituito, per accentuare la piena responsabilità del singolo, di fronte a Dio e agli altri uomini. Da ciò è discesa l’attenzione dei Protestanti verso lo studio, la morigeratezza dei costumi ed il lavoro come forma di perfezionamento morale. Tutti valori che hanno poi plasmato la classe dirigente tedesca e ne hanno guidato le scelte nella fase di formazione dello stato unitario, e che stanno alla radice dell’attuale efficienza.
Non ci possiamo stupire se da noi ancora oggi per ottenere uno scopo si preferisce arruffianarsi il potente piuttosto che puntare sul merito personale. Se la qualità scuola è un fattore secondario, mentre per Berlino coincide anzitutto con la formazione del cittadino (cultura si dice Kultur ma anche Zivilisation). Se da noi il posto statale è una sorta di welfare, mentre in Germania è necessaria preparazione e senso dello Stato. Se qui un presidente travolto da scandali sessuali può fare la comunione, perché il reato è anzitutto un “peccato” che si può eventualmente espiare. Qui il presidente della Repubblica è intoccabile anche a fronte di gravi sospetti, in Germania si dimette per un prestito a tasso agevolato. Qui Marchionne, mentre si avvale della cassa integrazione, denuncia di concorrenza sleale Wolksvagen, la quale può sostenere forti sconti perché vende più macchine, perché evidentemente sono fatte meglio. Eccetera eccetera.
Sono grandi semplificazioni e mi scuso per questo, si tratta di un semplice esercizio. Ma per dire che è inutile risolvere problemi contingenti se non si affrontano dei problemi nodali che affondano le radici nella nostra cultura.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ro/343942/
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Matrimoni gay, Don Gallo: “La Bindi sbaglia e il Pd sta male dentro”
di Irene Buscemi
| 7 settembre 2012 | Commenti (0)
Il sacerdote più amato dalla sinistra, dal palco di Marina di Pietrasanta, sferza il Pd sul tema delle unioni gay: “Il matrimonio era la forma giuridica al tempo dei padri costituenti, ma non è assolutamente la forma naturale dell’unione. E allora quando c’erano la poligamia e la bigamia?”
Una stoccata arriva a Rosy Bindi: “Giocano col termine matrimoni, l problema è loro, stanno male dentro”. Del resto, chiude Don Gallo, “l’art. 2 della costituzione parla chiaro, tutti devono avere dei diritti”. Il parroco di Genova non si tira indietro sul tema prostituzione. Apprezza il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha preso di petto la questione. Ma non ne apprezza la soluzione, quella del quartiere a luci rosse: “Diventerebbe un ghetto, bisogna stroncare lo sfruttamento con le cooperative”
Video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ia/346196/
di Irene Buscemi
| 7 settembre 2012 | Commenti (0)
Il sacerdote più amato dalla sinistra, dal palco di Marina di Pietrasanta, sferza il Pd sul tema delle unioni gay: “Il matrimonio era la forma giuridica al tempo dei padri costituenti, ma non è assolutamente la forma naturale dell’unione. E allora quando c’erano la poligamia e la bigamia?”
Una stoccata arriva a Rosy Bindi: “Giocano col termine matrimoni, l problema è loro, stanno male dentro”. Del resto, chiude Don Gallo, “l’art. 2 della costituzione parla chiaro, tutti devono avere dei diritti”. Il parroco di Genova non si tira indietro sul tema prostituzione. Apprezza il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che ha preso di petto la questione. Ma non ne apprezza la soluzione, quella del quartiere a luci rosse: “Diventerebbe un ghetto, bisogna stroncare lo sfruttamento con le cooperative”
Video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ia/346196/
Re: THE CATHOLIC QUESTION
efffffinalmente l'ho trovato
il video di aniene 2 con mons pizarro. dura circa 9 minuti . buona visione.
http://teledicoio.blogosfere.it/2012/09 ... dello.html
il video di aniene 2 con mons pizarro. dura circa 9 minuti . buona visione.
http://teledicoio.blogosfere.it/2012/09 ... dello.html
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Sapremo mai la verità?
Antico papiro: Gesù era sposato
«Mia moglie Maria sarà discepola»
Karen King, studiosa di storia della cristianità ad Harvard, ha annunciato la scoperta di un frammento di papiro in cui Gesù fa riferimento a sua «moglie».
19 settembre 2012
Karen King, studiosa di storia della cristianità ad Harvard, ha annunciato la scoperta di un frammento (4 per 8 cm) di un papiro del IV secolo scritto in copto (l'egiziano non scritto in geroglifici) in cui Gesù fa riferimento a sua «moglie». Nel testo, ha spiegato la professoressa King, c'è un dialogo in cui Gesù parla di «mia moglie», che chiama «Maria». «La tradizione cristiana ha sostenuto sempre che Gesù non fosse sposato, ma malgrado ciò non ci sono evidenze storiche a supporto di questa tesi», ha detto la King.
«Questo nuovo vangelo non prova che Gesù fosse sposato - aggiunge - ma ci dice che la questione del matrimonio e della sessualità è aperta». La Chiesta cattolica ha sempre sostenuto che Gesù non fosse sposato, ma la tesi contraria ha ripreso corpo e voce nel 2003 quando Dan Brown pubblicò il suo best-seller 'Il Codice Da Vincì. Il romanzo fece storcere il naso a molti cristiani perchè era basato, appunto, sull'idea che Gesù avesse una moglie di nome Maria Maddalena e dei figli. Secondo la professoressa King il frammento fornisce la prima prova che fra i primi cristiani alcuni credevano che Gesù fosse sposato. Roger Bagnall, direttore dell'Institute for the Study of the Ancient World di New York ha detto di credere che il frammento, che la King ha definito 'Vangelo della moglie di Gesu«, sia autentico. Ora monta l'attesa intorno agli ulteriori esami che dovranno essere effettuati dagli esperti.
http://www.unita.it/culture/antico-papi ... a-1.447484
Antico papiro: Gesù era sposato
«Mia moglie Maria sarà discepola»
Karen King, studiosa di storia della cristianità ad Harvard, ha annunciato la scoperta di un frammento di papiro in cui Gesù fa riferimento a sua «moglie».
19 settembre 2012
Karen King, studiosa di storia della cristianità ad Harvard, ha annunciato la scoperta di un frammento (4 per 8 cm) di un papiro del IV secolo scritto in copto (l'egiziano non scritto in geroglifici) in cui Gesù fa riferimento a sua «moglie». Nel testo, ha spiegato la professoressa King, c'è un dialogo in cui Gesù parla di «mia moglie», che chiama «Maria». «La tradizione cristiana ha sostenuto sempre che Gesù non fosse sposato, ma malgrado ciò non ci sono evidenze storiche a supporto di questa tesi», ha detto la King.
«Questo nuovo vangelo non prova che Gesù fosse sposato - aggiunge - ma ci dice che la questione del matrimonio e della sessualità è aperta». La Chiesta cattolica ha sempre sostenuto che Gesù non fosse sposato, ma la tesi contraria ha ripreso corpo e voce nel 2003 quando Dan Brown pubblicò il suo best-seller 'Il Codice Da Vincì. Il romanzo fece storcere il naso a molti cristiani perchè era basato, appunto, sull'idea che Gesù avesse una moglie di nome Maria Maddalena e dei figli. Secondo la professoressa King il frammento fornisce la prima prova che fra i primi cristiani alcuni credevano che Gesù fosse sposato. Roger Bagnall, direttore dell'Institute for the Study of the Ancient World di New York ha detto di credere che il frammento, che la King ha definito 'Vangelo della moglie di Gesu«, sia autentico. Ora monta l'attesa intorno agli ulteriori esami che dovranno essere effettuati dagli esperti.
http://www.unita.it/culture/antico-papi ... a-1.447484
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Germania, chi non versa l’8×1000 non è cattolico.
Niente sacramenti
E' la dura presa di posizione assunta dalla Conferenza episcopale con l'avallo del Vaticano in risposta alla fuga dei cattolici tedeschi dal pagamento del contributo. A partire da lunedì chiunque dichiarerà la sua uscita dalla comunità ecclesiastica di appartenenza, risparmiandosi così il pagamento dell'8 per mille, si porrà al di fuori della comunità
(DETTA COSI' E' UNA COSA ENORME
Sarà da verificare ed approfondire)
La carità, si sa, è una delle virtù teologali e così affidandosi a questo dogma la chiesa tedesca ha pensato che chi non dona non merita di appartenere alla comunità. Chi decide di uscire dalla comunità per non versare l’8 per mille alla Chiesa non è più cattolico e non può avere accesso ai sacramenti, compreso il funerale religioso. E’ la dura presa di posizione assunta dalla Conferenza episcopale della Germania con l’avallo del Vaticano in risposta alla fuga dei cattolici tedeschi dal pagamento del contributo. A partire da lunedì prossimo chiunque dichiarerà la sua uscita dalla comunità ecclesiastica di appartenenza, risparmiandosi così il pagamento dell’8 per mille, si porrà al di fuori della Chiesa cattolica. Nel documento reso noto a Berlino si sottolinea che l’uscita formale dalla Chiesa costituisce “una grave mancanza nei riguardi della comunità ecclesiale”.
“Chi per qualunque motivo dichiara davanti all’autorità civile la propria uscita dalla Chiesa”, è scritto nel documento, “viene meno all’obbligo di appartenenza alla comunità ecclesiastica e a quello di consentire alla Chiesa con il suo contributo finanziario di assolvere alle proprie mansioni”. Chi non paga l’8 per mille non verrà più considerato cattolico e non potrà dunque più avere accesso ai sacramenti, come la confessione, l’eucarestia, né potrà più essere padrino di battesimo. In caso di morte, poi, gli verrà negato il funerale religioso, anche se non verrà automaticamente scomunicato. Con questa misura la Chiesa cattolica cerca di arginare il crescente rifiuto di contribuire al suo sostentamento, ai quali basta una semplice dichiarazione alla cancelleria di un tribunale per essere esentati dal pagamento. Negli ultimi tempi il fenomeno ha assunto grazie alla crisi una dimensione sempre più considerevole, anche per i credenti di fede evangelica, che per risparmiare decidono di uscire dalla Chiesa di appartenenza.
Finora le conseguenze sul piano ecclesiastico erano praticamente nulle, mentre adesso chi esce si vedrà rifiutare ogni tipo di sacramento. Dal 1990 in poi oltre 100mila tedeschi all’anno hanno voltato le spalle alla Chiesa cattolica, mentre nel 2011 è stato toccato il record di 126.488 autoesclusioni. Per tentare di arginare il fenomeno la Chiesa cattolica intende agire in futuro anche in maniera attiva, inviando a chiunque ha dichiarato al tribunale la propria uscita una lettera di invito a parlarne con il proprio parroco. Nel colloquio si cercherà di convincere l’eventuale pecorella smarrita a ripensarci e a tornare all’ovile.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ti/359553/
Che il fedele debba sostenere, anche economicamente, i suoi ministri è un principio sacrosanto.
Molto discutibile, ed anticristiano, che la chiesa gerarchica lo imponga con una... "ordinanza"!
Se è così ,come la racconta il Fatto, significa tornare indietro di millenni.
Niente sacramenti
E' la dura presa di posizione assunta dalla Conferenza episcopale con l'avallo del Vaticano in risposta alla fuga dei cattolici tedeschi dal pagamento del contributo. A partire da lunedì chiunque dichiarerà la sua uscita dalla comunità ecclesiastica di appartenenza, risparmiandosi così il pagamento dell'8 per mille, si porrà al di fuori della comunità
(DETTA COSI' E' UNA COSA ENORME
Sarà da verificare ed approfondire)
La carità, si sa, è una delle virtù teologali e così affidandosi a questo dogma la chiesa tedesca ha pensato che chi non dona non merita di appartenere alla comunità. Chi decide di uscire dalla comunità per non versare l’8 per mille alla Chiesa non è più cattolico e non può avere accesso ai sacramenti, compreso il funerale religioso. E’ la dura presa di posizione assunta dalla Conferenza episcopale della Germania con l’avallo del Vaticano in risposta alla fuga dei cattolici tedeschi dal pagamento del contributo. A partire da lunedì prossimo chiunque dichiarerà la sua uscita dalla comunità ecclesiastica di appartenenza, risparmiandosi così il pagamento dell’8 per mille, si porrà al di fuori della Chiesa cattolica. Nel documento reso noto a Berlino si sottolinea che l’uscita formale dalla Chiesa costituisce “una grave mancanza nei riguardi della comunità ecclesiale”.
“Chi per qualunque motivo dichiara davanti all’autorità civile la propria uscita dalla Chiesa”, è scritto nel documento, “viene meno all’obbligo di appartenenza alla comunità ecclesiastica e a quello di consentire alla Chiesa con il suo contributo finanziario di assolvere alle proprie mansioni”. Chi non paga l’8 per mille non verrà più considerato cattolico e non potrà dunque più avere accesso ai sacramenti, come la confessione, l’eucarestia, né potrà più essere padrino di battesimo. In caso di morte, poi, gli verrà negato il funerale religioso, anche se non verrà automaticamente scomunicato. Con questa misura la Chiesa cattolica cerca di arginare il crescente rifiuto di contribuire al suo sostentamento, ai quali basta una semplice dichiarazione alla cancelleria di un tribunale per essere esentati dal pagamento. Negli ultimi tempi il fenomeno ha assunto grazie alla crisi una dimensione sempre più considerevole, anche per i credenti di fede evangelica, che per risparmiare decidono di uscire dalla Chiesa di appartenenza.
Finora le conseguenze sul piano ecclesiastico erano praticamente nulle, mentre adesso chi esce si vedrà rifiutare ogni tipo di sacramento. Dal 1990 in poi oltre 100mila tedeschi all’anno hanno voltato le spalle alla Chiesa cattolica, mentre nel 2011 è stato toccato il record di 126.488 autoesclusioni. Per tentare di arginare il fenomeno la Chiesa cattolica intende agire in futuro anche in maniera attiva, inviando a chiunque ha dichiarato al tribunale la propria uscita una lettera di invito a parlarne con il proprio parroco. Nel colloquio si cercherà di convincere l’eventuale pecorella smarrita a ripensarci e a tornare all’ovile.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09 ... ti/359553/
Che il fedele debba sostenere, anche economicamente, i suoi ministri è un principio sacrosanto.
Molto discutibile, ed anticristiano, che la chiesa gerarchica lo imponga con una... "ordinanza"!
Se è così ,come la racconta il Fatto, significa tornare indietro di millenni.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Urbi et orbi,…………………..più orbi che urbi….
Lutero si rivolta nella tomba. Si ricomincia,… questa volta è il clero teutonico.
Legare i sacramenti a questioni finanziare è una delle cose più squalificanti per una religione.
Tutte le religioni sono uguali, non riescono a non adorare il Dio più potente del pianeta Terra.
Se tanto mi da tanto, se le regole valgono erga omnes, i vescovoni teteschi dovrebbero proibire i sacramenti al clero italiano e a quello dell’Oltretevere perché non intendono pagare l’Imu, e sono i primi obiettori alla patrimoniale.
Lutero si rivolta nella tomba. Si ricomincia,… questa volta è il clero teutonico.
Legare i sacramenti a questioni finanziare è una delle cose più squalificanti per una religione.
Tutte le religioni sono uguali, non riescono a non adorare il Dio più potente del pianeta Terra.
Se tanto mi da tanto, se le regole valgono erga omnes, i vescovoni teteschi dovrebbero proibire i sacramenti al clero italiano e a quello dell’Oltretevere perché non intendono pagare l’Imu, e sono i primi obiettori alla patrimoniale.
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
I DUE CRISTIANESIMI
Antonio Thellung
Convergenze e contraddizioni tra Cristo e la cristianità.
Sarebbe ora di chiamare cristiano solo quel che è conforme al messaggio originale di Gesù
e identificare con il loro nome gli aspetti imperialistici della cristianità.
ll termine cristianesimo indica due modellidi riferimento, sovente inconciliabili tra loro.
Il primo modello si richiama a quel che Gesù ha detto e fatto, cioè al cuore del messaggio di Cristo.
Il secondo si riferisce al cristianesimo realecosì come si è affermato nella storia e nelle
società umane, quel che si usa chiamare “cristianità”.
La divaricazione tra i due modelli, come dimostra l’acuta ricostruzione teologica e
storica contenuta nelle pagine di questo coraggioso volume, è insopportabile.
Eppure non impedisce all’autore di formulare la speranza sulla possibilità di una riconciliazione:
“Sperando contro ogni speranza, sogno un papa che si affacci sul mondo e si sciolga
nel mare di folla che gli sta di fronte, un papa che continui a rivolgersi all’intera
umanità non come portatore di una verità precostituita, inquinata dal modo prepotente di proporla e prigioniera di schemi obsoleti. Sogno di vederlo proporsi come ricercatore di verità, da investigare e far maturare insieme per dare un senso alla vita nell’armonia dell’insieme.
Sogno che si allarghi la schiera di coloro che si decidono ad allungare la mano verso
chi è nel bisogno, nella fiducia che altri lo stiano già facendo. Se si chiamasse cristiano
solo quel che è conforme al messaggio diCristo, molte sovrastrutture si mostrereb-
bero chiaramente per quello che sono, e forse si scoprirebbe che i cristiani autentici
sono più di quanto si creda. E susciterebbero sorpresa e ammirazione, e molti si
sentirebbero attratti dal loro stile di vita, e comincerebbero a fare come loro.”
“L'ottica del modello di Cristo e di quello della cristianità è radicalmente diversa:
Chi guarda al nocciolo del messaggio di Gesù tende a farsi come lui, mite ed umiledi cuore, mentre la cristianità si rifà ad un modello mutuato dall'impero romano, strutturato gerarchicamente e basato su potere ed obbedienza, nel quale combattere il male e diventato più importante che fare il bene.”
Antonio Thellung
Convergenze e contraddizioni tra Cristo e la cristianità.
Sarebbe ora di chiamare cristiano solo quel che è conforme al messaggio originale di Gesù
e identificare con il loro nome gli aspetti imperialistici della cristianità.
ll termine cristianesimo indica due modellidi riferimento, sovente inconciliabili tra loro.
Il primo modello si richiama a quel che Gesù ha detto e fatto, cioè al cuore del messaggio di Cristo.
Il secondo si riferisce al cristianesimo realecosì come si è affermato nella storia e nelle
società umane, quel che si usa chiamare “cristianità”.
La divaricazione tra i due modelli, come dimostra l’acuta ricostruzione teologica e
storica contenuta nelle pagine di questo coraggioso volume, è insopportabile.
Eppure non impedisce all’autore di formulare la speranza sulla possibilità di una riconciliazione:
“Sperando contro ogni speranza, sogno un papa che si affacci sul mondo e si sciolga
nel mare di folla che gli sta di fronte, un papa che continui a rivolgersi all’intera
umanità non come portatore di una verità precostituita, inquinata dal modo prepotente di proporla e prigioniera di schemi obsoleti. Sogno di vederlo proporsi come ricercatore di verità, da investigare e far maturare insieme per dare un senso alla vita nell’armonia dell’insieme.
Sogno che si allarghi la schiera di coloro che si decidono ad allungare la mano verso
chi è nel bisogno, nella fiducia che altri lo stiano già facendo. Se si chiamasse cristiano
solo quel che è conforme al messaggio diCristo, molte sovrastrutture si mostrereb-
bero chiaramente per quello che sono, e forse si scoprirebbe che i cristiani autentici
sono più di quanto si creda. E susciterebbero sorpresa e ammirazione, e molti si
sentirebbero attratti dal loro stile di vita, e comincerebbero a fare come loro.”
“L'ottica del modello di Cristo e di quello della cristianità è radicalmente diversa:
Chi guarda al nocciolo del messaggio di Gesù tende a farsi come lui, mite ed umiledi cuore, mentre la cristianità si rifà ad un modello mutuato dall'impero romano, strutturato gerarchicamente e basato su potere ed obbedienza, nel quale combattere il male e diventato più importante che fare il bene.”
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
http://www.repubblica.it/esteri/2012/10 ... f=HREC1-10
Maltrattamenti in cella. Durante l'udienza, Gabriele ha anche denunciato "pressioni psicologiche" e altri maltrattamenti subiti nei primi 20 giorni di detenzione. "Non potevo neanche aprire le braccia", ha dichiarato, "la luce è stata tenuta accesa 24 ore al giorno. Non c'era l'interruttore e questo mi ha anche procurato un abbassamento della vista". Per questo il presidente del tribunale vaticano Giuseppe Dalla Torre ha incaricato il promotore di giustizia Nicola Picardi di aprire un fascicolo "per accertare se vi siano stati eventuali abusi nella detenzione dell'imputato".
La chiesa ancora processa. Ancora tortura.
Io ripeto che lo stato vaticano, in quanto tale, deve cessare di esistere.
Dovremmo (pacificamente, tanto non possono opporsi) prenderci tutti gli archivi segreti e i soldi dello Ior.
E liberare l'imputato, ovviamente.
Maltrattamenti in cella. Durante l'udienza, Gabriele ha anche denunciato "pressioni psicologiche" e altri maltrattamenti subiti nei primi 20 giorni di detenzione. "Non potevo neanche aprire le braccia", ha dichiarato, "la luce è stata tenuta accesa 24 ore al giorno. Non c'era l'interruttore e questo mi ha anche procurato un abbassamento della vista". Per questo il presidente del tribunale vaticano Giuseppe Dalla Torre ha incaricato il promotore di giustizia Nicola Picardi di aprire un fascicolo "per accertare se vi siano stati eventuali abusi nella detenzione dell'imputato".
La chiesa ancora processa. Ancora tortura.
Io ripeto che lo stato vaticano, in quanto tale, deve cessare di esistere.
Dovremmo (pacificamente, tanto non possono opporsi) prenderci tutti gli archivi segreti e i soldi dello Ior.
E liberare l'imputato, ovviamente.
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
Robert Harris, "Archangel"
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Beh ... cento anni fa gli avrebebro tagliato la testa in pubblica piazza ...
Un piccolo cambiamento c'è stato!
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«Non si discute per aver ragione, ma per capire» (Peanuts)
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Re: THE CATHOLIC QUESTION
Di certo Don Gallo non lo faranno mai papa...
"Ma anche i furbi commettono un errore quando danno per scontato che tutti gli altri siano stupidi. E invece non tutti sono stupidi, impiegano solo un po' più di tempo a capire, tutto qui".
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