Lavoro, Monti: ''Riforma attesa all'estero''. Fornero: ''Non spaccheremo il Paese''
ultimo aggiornamento: 30 marzo, ore 21:02
Roma - (Adnkronos) -
Il ministro del welfare assicura: ''Nessuno vuole dare alle imprese la licenza di licenziare''. Ma la Cgil resta ferma sulla richiesta del reintegro. Gli industriali si schierano con il governo
Roma, 30 mar. - (Adnkronos) - Non è ancora iniziato l'iter in Parlamento, ma la riforma del mercato del lavoro è sempre in primo piano. Monti insiste sulla credibilità del Paese, evidenziando che è attesa all'estero, dai mercati e dagli investitori. Fornero, nel merito, assicura che l'intenzione non è certo quella di spaccare il Paese sull'articolo 18. Intanto, la Cgil insiste che il reintegro è l'unica strada possibile per evitare i licenziamenti facili e il mondo dell'industria, da Marchionne a Bombassei, chiede che il provvedimento non sia cambiato.
"All'estero, l'ho visto particolarmente in Giappone, si aspetta di vedere che esito avrà il quarto blocco di riforme" ovvero quello sul mercato del lavoro, dice il premier alla sua partenza da Tokyo, approfondendo il contenuto della lettera che ha inviato al 'Corriere'. Monti spiega di aver percepito nei colloqui di questi giorni "molta attenzione sulla proposta fatta dal governo e attesa su quello che accadrà in Parlamento". Anche per la posizione di attesa degli investitori esteri, ammette, "dopo questo viaggio non vedremo nei prossimi mesi nessun miglioramento riflesso nei dati dell'economia italiana", anche perché si tratta di "processi che richiedono tempo". E se in Giappone il respiro è quello del medio termine, in Italia l'attenzione e' rivolta al confronto, a tratti aspro, che si sta consumando.
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Spaccare il Paese sull'articolo 18 e' l'ultima cosa che vogliamo fare", assicura il ministro del Lavoro, Elsa Fornero dai microfoni di Radio Anch'io."Non sono senza cuore e mi stupisco quando veniamo dipinti come tali. Non sono un ministro insensibile", prosegue. ''L'idea che ci sia così tensione sociale, cosi' disperazione fino ad arrivare a gesti estremi mi crea angoscia. Non siamo insensibili. Anche se appariamo freddi e tecnici ci mettiamo sensibilita'", ribadisce Fornero.
Il ministro, soprattutto, vuole respingere al mittente l'accusa di aver preso una posizione intransigente. "Non abbiamo mai dato una impostazione ideologica alla discussione. Non abbiamo mai messo l'articolo 18 sotto un faro ideologico", rivendica. Andando poi più a fondo. "
Sull'articolo 18 nessuno vuole dare alle imprese la licenza di licenziare. Il problema è di dare più facilità alle imprese nell'aggiustamento della mano d'opera per numeri piccoli per ragioni che hanno a che vedere con l'andamento economico dell'impresa". Poi ritorna l'invito a non fermarsi all'articolo 18: "abbiamo sempre guardato alla riforma nel suo insieme: lotta alla precarieta', ammortizzatori sociali, flessibilita' in uscita".
Fornero sembra voler chiarire tutti gli aspetti più sensibili, quelli che hanno alimentato i retroscena o anche, dal suo punto di vista, le congetture. "
Lo dico chiaramente: non ho mai fatto parte del 'partito' che pensava che con la Cgil fuori, la riforma avrebbe avuto una maggiore capacità di persuasione rispetto ai mercati. Che i mercati, cioè, si convincessero che la riforma era migliore se non c'è la Cgil. Non l'ho mai pensato e l'ho sempre detto a Susanna Camusso". Poi, intervenendo a sorpresa al congresso Ugl, sposta l'attenzione su uno dei temi che più le sta a cuore. ''Uno dei problemi di questo Paese è che le donne lavorano troppo poco'', dice, aggiungendo: ''vogliamo che abbiano le stesse chance occupazionali, di carriera, di retribuzione e progressione che hanno gli uomini. Anche attraverso questo c'è una possibilità di crescita per il Paese''.
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