quo vadis PD ????

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shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

camillobenso ha scritto:

Fino a perdere la faccia, la credibilità e giocarsi la carriera?
O meglio, ..fare la figura del "ciula",
come dicono da queste parti?
Si può arrivare a tanto?
L'orgoglio personale non esiste?
orgoglio ???
stiamo parlando di un politico della seconda repubblica,seppur uno dei migliori a mio avviso...ma non di Berlinguer o di Reickhlin.
:(
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

La domanda sorge spontanea leggendo La Repubblica di oggi.

A pagina 9 c'è l'intervista a Bersani che sostiene che il Cs non basta per governare e che bisogna allargare ai moderati.

PG chiede a Casini: Scelga tra di noi e il polo regressivo.

Poi si volta pagina e si legge di Casini fa il necroforo e seppellisce il terzo pollo. - Fli e Api oramai sono zavorra.

(Lui invece è incenso, oro e mirra. Nù bisciù,...nù babà)

Vuole dare vita a giugno al Partito della Nazione e ieri la terza carica dello Stato in un incontro teso vis a vis, gli ha risposto dopo averlo ascoltato in silenzio:<<Tu vuoi scivolare nuovamente verso il Pdl>>

Da un'altra parte si legge che Pier rifiuta di far parte della foto di vasto allargata.

Sò dù anni che madame Casinì, che gestisce il bordello dei moderati, non nasconde le sue intenzioni. Anche i sassi lacrimano per la stanchezza di sentire sempre le stesse cose e PG ancora oggi è qui ad elemosinare qualcosa da madame Casinì, quando le sue intenzioni sono note a tutti, anche nei villaggi più sperduti della Manciuria?
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

shiloh ha scritto:
camillobenso ha scritto:

Fino a perdere la faccia, la credibilità e giocarsi la carriera?
O meglio, ..fare la figura del "ciula",
come dicono da queste parti?
Si può arrivare a tanto?
L'orgoglio personale non esiste?
orgoglio ???
stiamo parlando di un politico della seconda repubblica,seppur uno dei migliori a mio avviso...ma non di Berlinguer o di Reickhlin.
:(
Sembra anche a me che sia il migliore dei compagnucci della parrocchietta,......figuriamoci però allora cosa sono gli altri del Partito defunto.

Berlinguer è una montagna irragiungibile per questi nanetti...
Maucat
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Maucat »

Se insiste nella sua ricerca di un accordo con Casini non ci capisce niente il povero Bersani...
Se invece manda a stendere Casini allora dimostra di avere qualche neurone funzionante...
paolo11
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da paolo11 »

A questo punto sono meglio le elezioni subito.Prima che nasca qualcosa di concreto dall'altra parte.
Aspettare cosa?
Ciao
Paolo11
shiloh
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da shiloh »

Maucat ha scritto:Se insiste nella sua ricerca di un accordo con Casini non ci capisce niente il povero Bersani...
Se invece manda a stendere Casini allora dimostra di avere qualche neurone funzionante...

Ecco.

ottima sintesi @mau.

la sottoscrivo.
;)
perchè aldilà del vincere o perdere (ed evidentemente in questo scenario attuale la coalizione classica di csx ha sicuramente altissime probabilità di vincere rispetto all'accordo tra PD e Pierazzurri)
dicevo,aldilà di questo,è ora di cominciare a fare qualcosa di sinistra.
si badi bene :
ho detto "a fare" non limitarsi "a dire"
Joblack
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da Joblack »

shiloh ha scritto:
Maucat ha scritto:Se insiste nella sua ricerca di un accordo con Casini non ci capisce niente il povero Bersani...
Se invece manda a stendere Casini allora dimostra di avere qualche neurone funzionante...

Ecco.

ottima sintesi @mau.

la sottoscrivo.
;)
perchè aldilà del vincere o perdere (ed evidentemente in questo scenario attuale la coalizione classica di csx ha sicuramente altissime probabilità di vincere rispetto all'accordo tra PD e Pierazzurri)
dicevo,aldilà di questo,è ora di cominciare a fare qualcosa di sinistra.
si badi bene :
ho detto "a fare" non limitarsi "a dire"

sottoscrivo.

Secondo me Bersani ci capisce di politica, ma non ha carisma (chi il coraggio non ha non se lo può dare - Don Abbondio).

Ha vinto le primarie con ampio margine ... e cosa fà. Si riempie il direttivo di ex-Margherita (battuti in Franceschini) solo per rispettare l'accordo interno al partito.

No, doveva spazzare via gli ex-DC dicendo che la linea faccio io, altrimenti nuove primarie!

Non lo ha fatto .... non è uno statista alla Berlinguer.

Credo che il PD debba passare da una scissione, ma capisco e l'ho detto + volte, che prima deve spaccarsi il PDL ... ma se Bersani non incalza e approva le leggi ad personam allora il nano malefico può rientrare in campo.

Augh
Toro Seduto (Ta-Tanka I-Yo-Tanka)

‘‘Lo Stato perirà nel momento in cui il potere legislativo sarà più corrotto dell’esecutivo’’. C.L. Montesquieu
mariok

Re: quo vadis PD ????

Messaggio da mariok »

Questa riforma elettorale ci farà finire come la Grecia

Prodi: ‘Dove sbaglia Bersani’


Intervista di Marco Damilano a Romano Prodi su L’Espresso del 10 maggio 2012

«Il segretario del Pd dice di voler fare come Hollande, ma la riforma elettorale che lui stesso ha proposto ci farebbe finire come la Grecia, non come la Francia». Parla l’ex premier: dei partiti, di Grillo e di molto altro

La rivolta contro l’Europa tedesca, la vittoria di Beppe Grillo, la legge elettorale elaborata dai partiti della maggioranza in Italia “che rischia di allontanarci dalla Francia e di portarci verso la Grecia: come fa Bersani a dire che vuole fare come Hollande, con la legge elettorale che lui ha proposto e che sostiene?”. Romano Prodi si muove su scala globale, salta da un aereo all’altro: la scorsa settimana un viaggio nell’Africa profonda, ad Addis Abeba per la conferenza internazionale organizzata dalla fondazione per la Collaborazione dei popoli da lui presieduta, a Wolisso, quasi tre ore di auto dalla capitale dell’Etiopia, per visitare l’ospedale del Cuamm-Medici per l’Africa, l’ong cattolica di Padova, un gioiello italiano. Ritorno a Bologna e nuova partenza: a Vienna per un dialogo con il cardinale Christoph Schönborn, a Bruxelles per un meeting con i focolarini, a Oxford dai gesuiti per la prestigiosa John Henry Newman Lecture con un intervento su “Christianity and Globalization”, appuntamenti cui il cattolico Prodi tiene moltissimo. Senza perdere di vista l’Europa elettorale in tempesta: in Francia, in Grecia, in Germania. E in Italia.

C’è un filo che lega la Francia, le elezioni in Grecia e il nostro voto: una rivolta contro l’Europa targata Merkel?

“In Grecia la spiegazione del voto è chiarissima. C’è un livello di sofferenza della popolazione molto elevato, si poteva porre rimedio al dissesto dei conti molto prima, non è stato fatto per esclusivi motivi di politica interna tedesca. Una preoccupazione per il futuro che arriva dopo anni in cui in Europa la ricetta per vincere le elezioni è stata cavalcare tutte le paure. La paura degli immigrati, la paura della Cina… Non parlerei di rivolta anti-europea. C’è una reazione contro la politica, contro l’establishment e dunque anche contro l’Europa”.

Beppe Grillo ha girato le piazze chiedendo l’uscita dell’Italia dall’euro…

“Sì, ma l’attacco all’euro è solo una carta in più, in un pacchetto di fuoriuscite ci metti anche la moneta. L’Europa è l’osso aggiunto, ma la carne del successo di Grillo è un’altra, è la polemica contro i partiti. Si cominciò con gli attacchi alla Casta, poi sono arrivati gli scandali legati ai rimborsi e al finanziamento pubblico che hanno allargato l’indignazione della gente e lo spazio di Grillo”.

E’ solo anti-politica? Oppure sono umori che vanno ascoltati?

“Io Grillo l’ho ascoltato, l’ho incontrato quando ero a Palazzo Chigi. Lui poi buttò tutto in ridicolo dicendo che dormivo mentre lui parlava… Non solo in Italia ma in tutta Europa la reazione dell’opinione pubblica va ascoltata nella parte propositiva. La sofferenza comune è troppo forte. Certo, non bisogna cedere alla demagogia o a chi vuole tornare allo Stato spendaccione, alla spesa pubblica fuori controllo. Ma la sofferenza della gente va ascoltata da chi fa politica”.

A Parigi c’è stato un presidente eletto pochi minuti dopo la chiusura dei seggi, ad Atene c’è il caos. A chi si avvicina di più l’Italia: alla Francia o alla Grecia?

“Nella sostanza, nella tenuta del Paese siamo più vicini alla Francia. Nell’anarchia dei partiti, nel ribollire del sistema politico siamo più vicini alla Grecia. Per decidere in che direzione andremo dipende tutto dalla legge elettorale: è quella riforma che ci porta verso la Francia. O verso la Grecia”.

La proposta di legge elettorale fin qui studiata dai partiti della maggioranza prevede il ritorno alla proporzionale, la fine delle coalizioni obbligate, il modello tedesco. In che direzione ci porta?

“Il modello tedesco ormai non regge più neppure in Germania. Un tempo entravano nel Bundestag tre o quattro partiti, adesso sono sei, otto, ci sono i Pirati che superano la soglia di sbarramento, ci saranno ripensamenti anche lì. Più in generale, le leggi elettorali non sono fatte per fotografare gli equilibri politici tra i partiti, servono per trasformare il voto dei cittadini in un progetto di governo. Momenti di frammentazione politica come quello che stiamo vivendo, con l’esplosione delle liste, obbligano i partiti a cercare l’unità, un riaccorpamento. O con il doppio turno alla francese o con altri meccanismi. La riforma elettorale di cui si è parlato per mesi invece ci avvicina alla Grecia. Come fa il mio amico Bersani a dire che vuole fare come Hollande, guardare ad alleanze di centro e di sinistra, con la legge elettorale che lui ha proposto e che sostiene?”.
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Un saggio sul perché l'Italia è destinata a finire male


«Ma come si fa a parlare di primarie con quello che sta succedendo in Italia?».

Pier Luigi Bersani scuote la testa di fronte alla richiesta di Matteo Renzi di convocare per ottobre le primarie per decidere chi sarà il candidato premier del Pd. Il sindaco di Firenze, che dopo la nascita del governo Monti aveva bloccato le operazioni partite dalla Leopolda, ora è tornato a spingere sull’acceleratore, lanciando una «sfida» al segretario: «Ricercare la sua legittimazione su primarie di tre anni fa - dice in un’intervista al Corriere della Sera - cioè di un’era geologica fa, perché in politica è cambiato tutto, sarebbe assurdo».

Bersani, che per il prossimo autunno sta preparando un ben diverso appuntamento, che coinvolgerà ampi settori del mondo della cultura e dello spettacolo, della formazione e dell’associazionismo, e che avrà come obiettivo quello di scrivere insieme un’«agenda per la ricostruzione e la riscossa civica e morale» e di siglare un «patto con la società» in vista delle politiche del 2013, legge e sorride sornione: «È vero che dal 2009 ad oggi è cambiato tutto. Il mondo, non la sola politica, è cambiato. L’unico che non è cambiato è Renzi, che parla sempre di primarie».

Una battuta, scambiata con i suoi, perché il leader del Pd non pensa sia il caso di ingigantire la faccenda, visto quel che sta attraversando il Paese. «Ho in testa altre questioni e non queste », dice non a caso poco dopo, arrivando alla scuola di formazione politica del Pd e rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se raccoglierà la «sfida » di Renzi. «Sono l’unico segretario al mondo eletto con le primarie, quindi per me problemi zero. Ma in questo momento il Paese ha altre preoccupazioni, e io non ho la testa per pensare alle primarie».

PATTO UNITARIO ALVERTICE
Ma non è solo questione di tempistica, anche se Walter Verini dice che così si va «fuori tema», anche se Dario Franceschini è molto critico con Renzi e ritiene che si debba subito chiudere su Bersani candidato premier, e anche se un esponente del Pd come Beppe Fioroni, che in passato non ha nascosto di apprezzare l’attivismo del sindaco fiorentino, fa notare che «chiedere le primarie mentre siamo in piena tensione sociale non è buona politica».

Parole che segnalano il patto unitario siglato dal gruppo dirigente democratico, consapevole del fatto, come è stato evidenziato alla riunione svolta all’indomani delle amministrative, che il Pd è in questo momento il solo «presidio» in un sistema politico terremotato. O, come dice Fioroni inviando un chiaro messaggio a Renzi: «Siamo l’unica grande forza politica nazionale, occorre responsabilità, bisogna anteporre il bene comune al proprio interesse».

Per Bersani, al di là dell’inopportunità di aprire ora il percorso delle primarie, c’è anche una questione di metodo con cui fare i conti. Il leader del Pd da tempo ha fatto sapere che non si nasconderà dietro lo Statuto del partito, che prevede che sia il segretario il candidato premier dei Democratici, che lui è «a disposizione» e nel caso non si candiderà «dal notaio» ma dopo che ci sarà stato un nuovo pronunciamento. Il seguito del ragionamento lo fa di fronte ai giovani che ieri hanno partecipato all’ultima lezione dell’anno della scuola di formazione politica: «Ribadiamo testardamente che la politica è un esercizio collettivo. Chi non percepisce questo ha in testa qualcosa di diverso dalla politica».

CON GLI INTELLETTUALI
Il discorso sul «collettivo» vale per il partitomavale anche per la futura coalizione. Sarà infatti chi ne farà parte, è il ragionamento di Bersani, a decidere quale sia la strada migliore per scegliere il candidato premier. Se tutti saranno d’accordo sul ricorso alle primarie, ben vengano. A meno che in quel momento si riterrà più opportuno scegliere un’altra strada per definire la premiership.

Tra l’altro Bersani sta lavorando non solo per arrivare alle politiche del 2013 con un’alleanza tra progressisti e moderati, ma per aprire quanto più possibile questa formazione a personalità della società civile. Per questo ha deciso di lanciare un «appello» per organizzare in autunno «un appuntamento con gli intellettuali italiani».


Il leader del Pd, che punta a siglare «un patto con chi crede nelle riforme e vuole combattere le diseguaglianze», sta pensando a un incontro con storici, filosofi, sociologi, personalità anche del mondo dello spettacolo, dell’associazionismo, per scrivere insieme un’«agenda» che dovrà essere sì di governo, ma anche «per la ricostruzione e la riscossa civica e morale del Paese».



Bersani chiederà insomma un contributo alla definizione programmatica. Ma è chiaro che l’operazione, se a rispondere all’appello saranno personalità di alto profilo, potrebbe anche avere il sapore di un’investitura e non sarà indifferente per la definizione della premiership.

L'Unità.it
camillobenso
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Re: quo vadis PD ????

Messaggio da camillobenso »

Cortine fumogene per i soliti merli


Il leader del Pd, che punta a siglare «un patto con chi crede nelle riforme e vuole combattere le diseguaglianze», sta pensando a un incontro con storici, filosofi, sociologi, personalità anche del mondo dello spettacolo, dell’associazionismo, per scrivere insieme un’«agenda» che dovrà essere sì di governo, ma anche «per la ricostruzione e la riscossa civica e morale del Paese».

Abbiamo fondati motivi che Bersani voglia fare come ALBA con noi
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