L'EMERGENZA
Terremoto, L'Emilia chiede aiuto
Accorrono volontari da tutta Italia
La terra continua a tremare, con scosse anche molto forti. Finora 10 i morti accertati. Nei luoghi dell'epicentro, arrivano i volontari delle Protezioni civili di diverse regioni, della Caritas e della Croce Rossa. Le critiche al decreto legge che restringe troppo i margini d'intervento della Protezione civile: "Prima era senza controlli di spesa, ora s'impone l'esatto contrario"
ROMA - "Per favore chi non ha immediata necessità, non usi il telefono cellulare: le linee sovraccariche rallentano gli aiuti". Lo ha scritto su Twitter la presidente della provincia di Ferrara, Marcella Zappaterra, qualche minuto prima dell'ennesima violenta scossa che sta squassando mezza emilia e romagna. Sale intanto a dieci il bilancio provvisorio delle vittime, in provincia di Modena, anche se il dato non è ancora ufficiale, come si apprende dalla Protezione Civile regionale.
Gli aiuti dalle Marche. Sempre dalla Protezione Civile, ma della regione Marche, si viene a sapere che è pronta ad allestire il suo ospedale mobile da campo. Il Dipartimento nazionale ha fatto una prima valutazione su mezzi e uomini che possono essere mobiliati dalle altre regioni, avvisando le Marche di tenersi pronte a mettere a disposizione moduli abitativi, ed eventualmente l'ospedale da campo, già entrato in funzione anche nel terremoto dell'Aquila. Dal 20 maggio, giorno delle prime violente scosse, la Protezione Civile marchigiana gestisce, con una cinquantina di volontari e un posto medico avanzato, una tendopoli a Finale Emilia, dove sono sistemati 480 terremotati.
Riaperta la sala operativa. Riaperta la sala operativa nazionale di Protezione Civile delle Pubbliche Assistenze. Dopo la scossa di questa mattina, e in vista di un possibile invio di nuovo personale nei campi presidiati da Anpas 1 (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze) i volontari sono tornati in via Pio Fedi, a Firenze, per monitorare la situazione e attendere le indicazioni della Regione Toscana e del Dipartimento nazionale. Intanto, 28 volontari formati alle tecniche di protezione civile e del soccorso che arrivano da tutta la Regione, sono impegnati nei campi di Anpas Nazionale e della Regione Toscana, in provincia di Modena, rispettivamente a Mirandola e in località San Possidonio. Un impegno che durerà ancora del tempo, almeno fino a quando ci sarà popolazione da assistere e il dipartimento nazionale non riterrà indispensabile la presenza dei militi delle Pubbliche Assistenze con il loro bagaglio di esperienze e di umanità.
Altri volontari dal Friuli. "Partiranno alle 16 dalla sede di Palmanova (Udine) altri trenta volontari della Protezione civile regionale, che porteranno a Mirandola un nuovo modulo per accogliere altri 250 sfollati". Lo ha reso noto il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani, a poche ore dalla nuova forte scossa di terremoto che ha colpito l'Emilia. "Immediatamente dopo la scossa maggiore di questa mattina ci siamo attivati - ha spiegato Ciriani - per rispondere ad una eventuale richiesta di ulteriore aiuto, arrivata in effetti in queste ore. La colonna di volontari che partirà oggi pomeriggio si unirà stasera alla squadra già presente a Mirandola da una settimana, e il nostro centro di accoglienza verrà allargato di ulteriori 250 posti letto, che si sommano ai 560 già operativi".
L'impegno della Caritas. Sono saliti a 7.500 gli sfollati. Una nuova forte è stata avvertita anche a Bologna, Ravenna, Milano, Bolzano, in Veneto, Trentino, Liguria e in tutto il nord Italia. Il direttore di Caritas Italiana 2, don Francesco Soddu - che ha subito visitato i luoghi colpiti ed è tornato nei giorni scorsi a Finale Emilia - sottolinea che si è attivata la rete delle relazioni, con l'immediato coinvolgimento del delegato regionale e delle Caritas delle diocesi colpite. E' stato allestito a Finale Emilia un centro di coordinamento Caritas, con una presenza fissa assicurata al momento dalla delegazione regionale, per facilitare l'incontro con i bisogni rilevati delle disponibilità di risorse materiali e di volontari, consentendo risposte mirate ed evitando iniziative improvvisate che anziché d'aiuto potrebbero essere d'intralcio. Da tutta Italia le Caritas hanno già manifestato vicinanza e disponibilità ad aiutare, così come l'intera rete internazionale, Caritas Europa 3 e Caritas Internationalis 4 si sono dette pronte a contribuire agli interventi di emergenza e a quelli successivi di sostegno alla ricostruzione socio-economica, e alla riaggregazione delle comunità.
Il lavoro della Croce Rossa. La Croce Rossa Italiana 5, in stretta collaborazione con protezione civile, aumenta le presenze nelle zone nuovamente colpite dal sisma: sono 200 circa i volontari e gli operatori della Croce Rossa Italiana impegnati nelle attività di soccorso e assistenza. Nelle prossime ore, arriveranno altri uomini e mezzi dal centro interventi emergenza di Settimo Torinese e Verona che saranno impiegati in base ai bisogni sul territorio e alle indicazioni della protezione civile. La CRI sta provvedendo al trasporto dei feriti presso i posti medici avanzanti presenti nei campi d'accoglienza e ha potenziato il numero delle ambulanze presso le strutture ospedaliere per le eventuali evacuazioni e attività di emergenza. Verntiquattro mezzi della Croce Rossa sono stati impegnati per l'evacuazione dell'ospedale a Carpi. Il personale è anche impegnato con i mezzi della colonna mobile per il supporto logistico e quindi nella valutazione delle eventuali rimozioni delle macerie. La CRI sta anche supportando le attività di valutazione dell'agibilità delle strutture nei comuni coinvolti dal sisma, comprese anche le sedi dei centri di comando e controllo. Presso le strutture di accoglienza di S.Agostino, Finale Emilia, Camposanto, Bondeno, Mirandola, Ferrara e Moglia i volontari e gli operatori della CRI continuano le attività di assistenza agli sfollati, soprattutto di tipo psicologico.
"Il DL sulla Protezione civili non va bene". "La difficile situazione di queste ore in Emilia fa drammaticamente emergere sul campo l'evidente insostenibilità del decreto legge adottato dal Governo, con riferimento all'esclusione dell'ambito operativo della Protezione Civile rispetto agli interventi di messa in sicurezza, ad esempio degli edifici industriali o storici". Lo ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, alla Commissione Ambiente della Camera, chiamata ad esaminare il decreto predisposto dal Governo in materia di Protezione Civile. Il presidente Dellai ha esposto alla Commissione, a nome delle Regioni, i motivi della "netta contrarietà rispetto al decreto adottato dal Governo con particolare riferimento alla irragionevolezza di alcune previsioni riguardanti i limiti temporali dell'emergenza, che non corrispondono minimamente alla realtà e all'estremo restringimento degli ambiti operativi della Protezione Civile stessa. Comprendiamo bene - ha aggiunto Dellai - che c'è necessità di massimo controllo rispetto alla spesa pubblica, così come è necessario superare dinamiche del passato che hanno portato la Protezione Civile ad occuparsi di tutto, spesso senza limiti. Tuttavia, con questo decreto si raggiunge l'esatto opposto, con una Protezione Civile senza strumenti, senza risorse e con funzioni riferite al mero salvataggio delle persone a rischio".
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