Alessandro Sallusti non si rende conto di essersi messo in un pasticcio.
Le “deficienze” che attribuisce a Renzi sono vere e credibili, tanto che si possono condividere anche a sinistra.
Ma quindi viene spontaneo chiederci: “
Ma allora Sallusti ci vede? Non è cieco. E sa anche raccontare i fatti da giornalista, come dovrebbe fare qualsiasi giornalista che si definisce tale."
Ma nello stesso tempo sorge spontanea la domanda: “
Si sarebbe comportato allo stesso modo se il patto del Nazareno fosse decollato?”
Io credo di no. Perché per vent’anni non ha mai visto le magagne del suo padrone.
La realtà dei fatti è sempre stata raccontata in modo distorto per non danneggiare minimamente Silvietto e la sua azione di governo o di opposizione, a secondo dei periodi.
Confermando che la politica è tutta interessi e convenienze.
E allora sotto. Che ti dò che ti dò. Via con la disinformazione. Tanto è ferma e consolidata convinzione di tutte le caste che gli italioti si bevono di tutto e di più.
Basta saper raccontare bene le super cazzole.
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Matteo, il fattore c. e lo scoglio del sindaco Marino
Fuori dai confini, dove non basta la fortuna ma serve ben altro, continua invece il disastro
Alessandro Sallusti - Ven, 02/10/2015 - 15:22
Non vogliamo passare per degli ossessionati da Matteo Renzi. Anzi, da ieri la sua riforma del Senato,
sia pure con imbrogli procedurali, si sta avviando alla seconda approvazione (ne servono quattro).
Il fine, secondo lui, giustifica i mezzi, e lui non si fa alcun problema a usare quelli banditeschi.
Il governo sta pure incassando alcuni timidi segnali se non di ripresa almeno di arresto della caduta.
Piccoli «zero virgola» in più che il premier venditore è abilissimo a spacciare per grandi successi.
Poco importa che non siano neppure farina del suo sacco ma conseguenza della congiuntura internazionale favorevole. Ci sono, e questo basta.
Il premier è più fortunato che bravo. Sul fronte interno tutto gli gira a favore: i soldi di Draghi, l'interdizione di Berlusconi, la conseguente crisi con sfaldamento del centrodestra, le paure dei suoi di perdere il posto. Si chiama «fattore c.» (lui ne è dotato in abbondanza) ed è lo strumento con cui ha domato Parlamento e partito.
Fuori dai confini, dove non basta la fortuna ma serve ben altro, continua invece il disastro.
È talmente un peso piuma che la settimana scorsa non è stato invitato al vertice europeo sulla Libia.
Due giorni fa ha parlato sì all'assemblea dell'Onu, ma in una sala deserta: «Renzi chi?» si sono chiesti i delegati prima di darsi alla ricreazione. (
Le fotografie sono state pubblicate su Il Fatto Quotidiano-ndt, ma dato che siamo in un regime l'Eiar non mostrato la sala quasi vuot quando parlava La Qualunque)
E ieri la Merkel gli ha scippato pure il regista della crisi libica: il commissario europeo che dovrà sovrintendere a quell'area sarà infatti tedesco e non italiano come chiesto – con molte ragioni – dal nostro premier.
Tornando alle questioni domestiche, c'è però una crepa nel «fattore c.», che sta diventando una voragine.
Parliamo del caso Roma. Ieri il sindaco Marino, non contento dei guai già combinati, in poche ore ha detto nell'ordine: il Papa non capisce nulla e dovrebbe prendere lezioni da lui, il prefetto Gabrielli è una sua badante, Alfio Marchini è una specie di fascista di ritorno (si è beccato pure una querela).
L'uomo è talmente fuori controllo, e fuori di testa, che ci sta diventando simpatico.
Anche perché sta trascinando nel ridicolo il suo partito, il Pd, e il suo segretario, Matteo Renzi, che lo devono lasciare al suo posto pena elezioni anticipate e sicuro disastro elettorale della sinistra.
Sul caso Marino, Renzi sta perdendo non solo voti a Roma ma pure la faccia. Lasciare la capitale in mano a questo tontolone è la prova che Renzi non ha a cuore la dignità del Paese e il bene della cosa pubblica. L'unica cosa che gli interessa è il suo «c.», senza fattore.
http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 78213.html