L’ITALIA NON C’E’PIU’
Come eravamo, come siamo
GIAMPAOLO PANSA
Rizzoli
Immaginate di avere di fronte i due protagonisti di questo libro. Il primo è un giornalista anziano. Paolo.
L’altro è una ragazza sui vent’anni. Carlotta, bella sfrontata e ignorante.
Che cosa credete stiano facendo?
Se pensate all’inizio di un rapporto a luci rosse, vi sbagliate.
In realtà Carlotta, figlia di un amico, ha accettato di assistere Paolo nella stesura delle sue memorie.
Ecco, avete tra le mani il diario del loro lavoro.
Il racconto dell’Italia com’era qualche decennio fa e la previsione dell’Italia che sta cambiando sotto i nostri occhi.
Cambia in meglio? Per niente.
Siamo un paese che ha perduto se stesso.
Tanto da rendere inevitabile il titolo di questo libro.
L’Italia non c’è più. Come eravamo, come siamo.
Anzi, come saremo.
Sull’Italia del passato non ho dubbi.
Ci ho vissuto da bambino, quindi da studente e infine da cronista.
Ho fatto in tempo a vedere in carne ed ossa Benito Mussolini ancora in sella.
(E’ un po’ distratto il vecchio giornalista, classe 1935. E la giovane Carlotta non gli è d’aiuto.
Sta facendo in tempo anche a vedere Pinocchio Mussoloni-ndt)
Poi la guerra nei rifugi antiaerei che offrivano uno spettacolo di sorprendente umanità, comprese un po’ di ragazze senza vergogna e senza mutande.
I giorni sanguinosi della Liberazione.
Il miracolo del dopoguerra, quando il boom economico non era un sogno, ma un traguardo possibile.
Infine tutte le altre puntate del film che qui troverete.
La mia opinione è che un tempo l’Italia fosse migliore di questa del 2017.
Oggi siamo un paese allo sbando.
Che siamo un Paese allo sbando se ne se sono accorti in molti.
E purtroppo sono in maggioranza fatalisti e confidano nella “speranza”, come ieri confidavano nello stellone d’Italia.
Ma noi dobbiamo fare i conti con una serie di personaggi da operetta, come “Lo scarafaggio”, come insiste a chiamarlo un amico, ex poliziotto in pensione.
Alfano denuncia Gazebo per diffamazione: “Superato il confine della satira”. Saviano: “Siamo noi a dovergli chiedere i danni”
Media & Regime
L'iniziativa legale annunciata in un comunicato di Alternativa popolare: il ministro degli Esteri, si legge, è "giunto a questa amara determinazione dopo tre anni di paziente sopportazione di questo scempio che ha fatto il servizio pubblico". Solidarietà dei Verdi
di F. Q. | 21 maggio 2017
Più informazioni su: Angelino Alfano, Diego Bianchi, Rai
La polemica si era accesa nei giorni scorsi, con il veto di Alternativa Popolare ai due giornalisti di Gazebo, che volevano partecipare alla conferenza stampa del partito di Alfano sulla legge elettorale. Ingresso negato con successivo botta e risposta innescato tra Rai3 e il movimento politico. Ma ora il ministro degli Esteri si spinge oltre l’episodio della scorsa settimana e in un comunicato annuncia “di avere dato mandato ai propri legali per denunciare autori e conduttori di Gazebo in sede civile e in sede penale”. Nel mirino finisce l’ultima puntata della trasmissione insieme agli “ultimi tre anni” di messa in onda del programma. “Ieri, con i soldi degli italiani – due milioni e mezzo di euro per il 2017!!! – si è consumata la consueta diffamazione“, si legge nella nota stampa che fa riferimento alla puntata del 19 maggio, che ha chiuso la stagione.
IL RESTO LEGGETELO QUI, PERCHE' L'OVRA E' ENTRATA IN AZIONE
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/05 ... i/3600826/