Re: Berlusconi è ancora armato e pericoloso
Inviato: 05/04/2014, 23:52
Quanto ci capisce di politica e di politicanti Pittibimbo???
A Giulio Andreotti piaceva far sapere a chi lo voleva impallinare che in pellicceria ci finiscono le volpi giovani,……e mai quelle vecchie.
Oggi, a cinque giorni dalle decisioni della magistratura in merito alla sua sorte giudiziaria, SB, dopo aver fallito i tentativi di condizionamento presso il presidente della Repubblica ed il premier, gioca le sue carte.
Mentre a Otto e mezzo di giovedì scorso Il Bomba, Capitan Fracassa, Superbone, Pittibimbo, il conte Mascetti 2.0., Goldrake, Ghe pensi mi 2.0, adesso anche Rullo compressore, il Fregoli del terzo millennio chiamatelo come volete, ma alle sue sparate non sa rinunciare.
Ascoltare la parte iniziale di Otto e mezzo prima dell’interruzione della pubblicità.
http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 014-129530
Il rullo compressore è sicuro che FI manterrà i patti. A questo punto c’è da chiedersi se si crede più furbo della vecchia volpe Silvio Berlusconi, il Padrino.
Forza Italia deve appoggiare le “riforme di Renzi” ma non dà niente in cambio. Per il Padrino che sta per essere “carcerato” equivale ad uno sgarro. Tenta un’ultima sortita con Napolitano. Appoggio alle riforme in cambio di interessamenti sul suo caso. Il presidente risponde “Niet”. La mattina dopo invia due ambasciatori a Palazzo Chigi. Medesimo tentativo, ma va a vuoto.
Il Padrino lo aveva preannunciato, niente appoggio, niente riforme.
FI è allo sbando e sa che il collante è sempre il boss. Naturale quindi pensare che tenti ancora una volta di più di sostenere SB.
Il Padrino oggi minaccia: “No alla riforma del Senato”, ma poi in serata l’avvertimento mafioso, “"Siamo disponibili al dialogo, ma partendo dal cosiddetto patto del Nazareno".
Il patto del Nazareno non è mai stato spiegato . Sappiamo solo la versione che Pittibimbo ed il Padrino hanno voluto far sapere.
Vedremo gli sviluppi dei prossimi giorni.
**
5 aprile 2014
POLITICA & PALAZZO
B. sbarra la strada alle riforme di Renzi
'Quella del Senato inaccettabile, dico no'
Ex premier: "Non votiamo provvedimenti elettorali del Pd". E parla di elezioni entro un anno e mezzo
In serata si corregge: "Siamo disponibili al dialogo, ma partendo dal cosiddetto patto del Nazareno"
La strada delle riforme volute da Matteo Renzi si complica non poco, dopo l'uscita di Silvio Berlusconi in un intervento telefonico durante una convention di Forza Italia a Milano. Sì, perché è noto che senza i voti dei berlusconiani, al Senato i numeri per far passare il provvedimento non ci sono. Ed è altrettanto evidente che, senza l'abolizione del Senato, si interrompe anche il percorso della legge elettorale, che è pensata per essere applicata solo alla Camera dei deputati
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Riforme, Berlusconi sbarra la strada: “Quella del Senato è inaccettabile, dico no”
Le partite di Italicum e Palazzo Madama sono tutte in salita per il governo. L'ex premier minaccia di far mancare i voti di Forza Italia: "Non voterò riforme scritte dal terzo governo non scelto dagli italiani solo per consentire ai partiti di governo di mettersi una medaglia prima delle Europee". E ancora: "Le prossime politiche? Entro un anno o un anno e mezzo. E vinceremo". Toti aveva detto: "Preoccupati, ma il tavolo non salta"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 5 aprile 2014
Commenti (848)
Video
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... le/940547/
“Non voterò riforme scritte dal terzo governo non scelto dagli italiani solo per consentire ai partiti di governo di mettersi una medaglia prima delle Europee”. E ancora: “Quella del Senato è inaccettabile e indigeribile. O si cambia o tanto vale chiudere del tutto palazzo Madama”. La strada delle riforme volute da Matteo Renzi si complica non poco, dopo l’uscita di Silvio Berlusconi in un intervento telefonico durante una convention di Forza Italia a Milano. Sì, perché è noto che senza i voti dei berlusconiani, al Senato i numeri per far passare il provvedimento non ci sono. Ed è altrettanto evidente che, senza l’abolizione del Senato, si interrompe anche il percorso dellalegge elettorale, che è pensata per essere applicata solo alla Camera dei deputati (dando quindi per scontata la funzione del Senato come organo non elettivo). In realtà poi l’ex premier dice che “Forza Italia resta convinta sostenitrice della necessità di riformare il Senato ed è pronta a discutere ogni dettaglio”.
Se da un lato quindi mantiene una posizione ambigua sulle riforme, dall’altra Berlusconi accelera e mette in discussione il “traguardo 2018” del governo, ripetuto come un mantra da Renzi. L’ex premier pone un orizzone di non più di 18 mesi: “Otterremo la vittoria alle prossime elezioni politiche fra un anno o un anno e mezzo e potremo così tornare ad essere la democrazia che adesso non siamo”.
Berlusconi non si limita a stoppare le riforme di Renzi, ma propone una sua agenda: “La prima riforma da fare è l’elezione diretta del capo dello Stato. Un grande diritto che manca ai cittadini è quello dell’elezione diretta del presidente della Repubblica”. Poi critica la riforma delle Province che “purtroppo” è già stata votata da Senato e Camera. Si tratta di “riforme che fanno da nodo al Paese per i prossimi decenni”.
Un intervento, quello dell’ex Cavaliere, che smentisce di fatto le parole pronunciate pochi minuti prima dal suo segretario politico Giovanni Toti, che aveva assicurato (forse per mettere una pezza all’imbarazzante fuorionda trapelato in mattinata) di non temere per la tenuta delle riforme: ”Siamo preoccupati dell’abbraccio con Renzi perché siamo preoccupati della qualità delle riforme, ma questo non vuol dire che faremo saltare il tavolo“.
I TIMORI DI TOTI – Non c’è solo la condanna definitiva del capo, la decadenza da senatore, il timore per una fine ingloriosa da delinquente molto lontana da quella da statista che Silvio Berlusconi ha provato a cucirsi addosso in questi 20 anni di cavalcata politica. Non c’è solo questo che pure basterebbe. Ci sono le elezioni europee alle porte, e c’è, soprattutto, una datache Toti stesso, ascoltato da Repubblica tv in colloquio con Maria Stella Gelmini, dipinge come“angosciante” per l’ex Cavaliere: è il 10 aprile, giorno in cui, davanti ai giudici del tribunale di sorveglianza di Milano, verrà discussa la sua richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Richiesta presentata dopo che la Cassazione lo ha condannato, l’1 agosto 2013, per frode fiscale nel caso Mediaset a quattro anni di reclusione, tre dei quali coperti da indulto e, il 18 marzo scorso, definitivamente, a due anni di interdizione dai pubblici uffici.
A decidere sull’istanza saranno il presidente della sorveglianza Pasquale Nobile De Santis e il giudice relatore Beatrice Crosti, affiancati da due esperti esterni. Il loro provvedimento dovrà essere depositato entro cinque giorni. Se la richiesta dovesse avere il via libera, dai 12 mesi da scontare potrebbero essere tolti 45 giorni riducendo quindi il periodo di affidamento a 10 mesi e mezzo. Nel caso in cui, invece, la richiesta dovesse essere bocciata, a Berlusconi toccherebbe ladetenzione domiciliare e, vista anche la sua età, 77 anni compiuti lo scorso settembre, non il carcere, visto che dopo i 70 anni la legge ‘Salva Previti’ da lui stesso voluta lo mette a riparo da qualsiasi patria galera. Anche se è proprio il carcere a spaventare l’ex presidente del Consiglio che teme la solita congiura di stampa e magistrati comunisti, uniti nel voler distruggere il suo mito mostrandolo in manette alla gente.
E le riforme? “Troppo timide”, secondo Toti. “La legge elettorale è andata cosi – ha detto a margine di un incontro a Milano – e ora si vuole ritardarne l’approvazione, la riforma de Senatocertamente non ci convince. Se questo deve essere il Senato – ha concluso forse meglio chiuderlo”. L’attuale braccio destro di Berlusconi lo ha detto anche stamattina, dopom la divulgazione dell’audio di Repubblica in cui si dice “estremamente preoccupato”: “Ci stiamo caricando di responsabilità che non sono nostre. Stiamo dando sangue per riforme che non sono nostre. È il caso che i sottoscrittori dell’accordo sulle riforme tornino a sedersi attorno a un tavolo e ridiscutano perché noi sul testo del Senato non ci stiamo: è scritto male, è tecnicamente fatto male”.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... le/940547/
A Giulio Andreotti piaceva far sapere a chi lo voleva impallinare che in pellicceria ci finiscono le volpi giovani,……e mai quelle vecchie.
Oggi, a cinque giorni dalle decisioni della magistratura in merito alla sua sorte giudiziaria, SB, dopo aver fallito i tentativi di condizionamento presso il presidente della Repubblica ed il premier, gioca le sue carte.
Mentre a Otto e mezzo di giovedì scorso Il Bomba, Capitan Fracassa, Superbone, Pittibimbo, il conte Mascetti 2.0., Goldrake, Ghe pensi mi 2.0, adesso anche Rullo compressore, il Fregoli del terzo millennio chiamatelo come volete, ma alle sue sparate non sa rinunciare.
Ascoltare la parte iniziale di Otto e mezzo prima dell’interruzione della pubblicità.
http://www.la7.it/otto-e-mezzo/rivedila ... 014-129530
Il rullo compressore è sicuro che FI manterrà i patti. A questo punto c’è da chiedersi se si crede più furbo della vecchia volpe Silvio Berlusconi, il Padrino.
Forza Italia deve appoggiare le “riforme di Renzi” ma non dà niente in cambio. Per il Padrino che sta per essere “carcerato” equivale ad uno sgarro. Tenta un’ultima sortita con Napolitano. Appoggio alle riforme in cambio di interessamenti sul suo caso. Il presidente risponde “Niet”. La mattina dopo invia due ambasciatori a Palazzo Chigi. Medesimo tentativo, ma va a vuoto.
Il Padrino lo aveva preannunciato, niente appoggio, niente riforme.
FI è allo sbando e sa che il collante è sempre il boss. Naturale quindi pensare che tenti ancora una volta di più di sostenere SB.
Il Padrino oggi minaccia: “No alla riforma del Senato”, ma poi in serata l’avvertimento mafioso, “"Siamo disponibili al dialogo, ma partendo dal cosiddetto patto del Nazareno".
Il patto del Nazareno non è mai stato spiegato . Sappiamo solo la versione che Pittibimbo ed il Padrino hanno voluto far sapere.
Vedremo gli sviluppi dei prossimi giorni.
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5 aprile 2014
POLITICA & PALAZZO
B. sbarra la strada alle riforme di Renzi
'Quella del Senato inaccettabile, dico no'
Ex premier: "Non votiamo provvedimenti elettorali del Pd". E parla di elezioni entro un anno e mezzo
In serata si corregge: "Siamo disponibili al dialogo, ma partendo dal cosiddetto patto del Nazareno"
La strada delle riforme volute da Matteo Renzi si complica non poco, dopo l'uscita di Silvio Berlusconi in un intervento telefonico durante una convention di Forza Italia a Milano. Sì, perché è noto che senza i voti dei berlusconiani, al Senato i numeri per far passare il provvedimento non ci sono. Ed è altrettanto evidente che, senza l'abolizione del Senato, si interrompe anche il percorso della legge elettorale, che è pensata per essere applicata solo alla Camera dei deputati
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Riforme, Berlusconi sbarra la strada: “Quella del Senato è inaccettabile, dico no”
Le partite di Italicum e Palazzo Madama sono tutte in salita per il governo. L'ex premier minaccia di far mancare i voti di Forza Italia: "Non voterò riforme scritte dal terzo governo non scelto dagli italiani solo per consentire ai partiti di governo di mettersi una medaglia prima delle Europee". E ancora: "Le prossime politiche? Entro un anno o un anno e mezzo. E vinceremo". Toti aveva detto: "Preoccupati, ma il tavolo non salta"
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 5 aprile 2014
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/04 ... le/940547/
“Non voterò riforme scritte dal terzo governo non scelto dagli italiani solo per consentire ai partiti di governo di mettersi una medaglia prima delle Europee”. E ancora: “Quella del Senato è inaccettabile e indigeribile. O si cambia o tanto vale chiudere del tutto palazzo Madama”. La strada delle riforme volute da Matteo Renzi si complica non poco, dopo l’uscita di Silvio Berlusconi in un intervento telefonico durante una convention di Forza Italia a Milano. Sì, perché è noto che senza i voti dei berlusconiani, al Senato i numeri per far passare il provvedimento non ci sono. Ed è altrettanto evidente che, senza l’abolizione del Senato, si interrompe anche il percorso dellalegge elettorale, che è pensata per essere applicata solo alla Camera dei deputati (dando quindi per scontata la funzione del Senato come organo non elettivo). In realtà poi l’ex premier dice che “Forza Italia resta convinta sostenitrice della necessità di riformare il Senato ed è pronta a discutere ogni dettaglio”.
Se da un lato quindi mantiene una posizione ambigua sulle riforme, dall’altra Berlusconi accelera e mette in discussione il “traguardo 2018” del governo, ripetuto come un mantra da Renzi. L’ex premier pone un orizzone di non più di 18 mesi: “Otterremo la vittoria alle prossime elezioni politiche fra un anno o un anno e mezzo e potremo così tornare ad essere la democrazia che adesso non siamo”.
Berlusconi non si limita a stoppare le riforme di Renzi, ma propone una sua agenda: “La prima riforma da fare è l’elezione diretta del capo dello Stato. Un grande diritto che manca ai cittadini è quello dell’elezione diretta del presidente della Repubblica”. Poi critica la riforma delle Province che “purtroppo” è già stata votata da Senato e Camera. Si tratta di “riforme che fanno da nodo al Paese per i prossimi decenni”.
Un intervento, quello dell’ex Cavaliere, che smentisce di fatto le parole pronunciate pochi minuti prima dal suo segretario politico Giovanni Toti, che aveva assicurato (forse per mettere una pezza all’imbarazzante fuorionda trapelato in mattinata) di non temere per la tenuta delle riforme: ”Siamo preoccupati dell’abbraccio con Renzi perché siamo preoccupati della qualità delle riforme, ma questo non vuol dire che faremo saltare il tavolo“.
I TIMORI DI TOTI – Non c’è solo la condanna definitiva del capo, la decadenza da senatore, il timore per una fine ingloriosa da delinquente molto lontana da quella da statista che Silvio Berlusconi ha provato a cucirsi addosso in questi 20 anni di cavalcata politica. Non c’è solo questo che pure basterebbe. Ci sono le elezioni europee alle porte, e c’è, soprattutto, una datache Toti stesso, ascoltato da Repubblica tv in colloquio con Maria Stella Gelmini, dipinge come“angosciante” per l’ex Cavaliere: è il 10 aprile, giorno in cui, davanti ai giudici del tribunale di sorveglianza di Milano, verrà discussa la sua richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali. Richiesta presentata dopo che la Cassazione lo ha condannato, l’1 agosto 2013, per frode fiscale nel caso Mediaset a quattro anni di reclusione, tre dei quali coperti da indulto e, il 18 marzo scorso, definitivamente, a due anni di interdizione dai pubblici uffici.
A decidere sull’istanza saranno il presidente della sorveglianza Pasquale Nobile De Santis e il giudice relatore Beatrice Crosti, affiancati da due esperti esterni. Il loro provvedimento dovrà essere depositato entro cinque giorni. Se la richiesta dovesse avere il via libera, dai 12 mesi da scontare potrebbero essere tolti 45 giorni riducendo quindi il periodo di affidamento a 10 mesi e mezzo. Nel caso in cui, invece, la richiesta dovesse essere bocciata, a Berlusconi toccherebbe ladetenzione domiciliare e, vista anche la sua età, 77 anni compiuti lo scorso settembre, non il carcere, visto che dopo i 70 anni la legge ‘Salva Previti’ da lui stesso voluta lo mette a riparo da qualsiasi patria galera. Anche se è proprio il carcere a spaventare l’ex presidente del Consiglio che teme la solita congiura di stampa e magistrati comunisti, uniti nel voler distruggere il suo mito mostrandolo in manette alla gente.
E le riforme? “Troppo timide”, secondo Toti. “La legge elettorale è andata cosi – ha detto a margine di un incontro a Milano – e ora si vuole ritardarne l’approvazione, la riforma de Senatocertamente non ci convince. Se questo deve essere il Senato – ha concluso forse meglio chiuderlo”. L’attuale braccio destro di Berlusconi lo ha detto anche stamattina, dopom la divulgazione dell’audio di Repubblica in cui si dice “estremamente preoccupato”: “Ci stiamo caricando di responsabilità che non sono nostre. Stiamo dando sangue per riforme che non sono nostre. È il caso che i sottoscrittori dell’accordo sulle riforme tornino a sedersi attorno a un tavolo e ridiscutano perché noi sul testo del Senato non ci stiamo: è scritto male, è tecnicamente fatto male”.
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