Re: Come se ne viene fuori ?
Inviato: 27/10/2012, 16:44
Non c'è dubbio che sostenere che il mercato è il paradiso terrestre e che qualunque forma di organizzazione statale è l'inferno, è completamente sbagliato.
Però mi pongo una domanda. Danno più colpi mortali allo stato sociale gli Zingales o i Fiorito e tutti quelli che come lui dilapidano il denaro pubblico?
A Santoro che basandosi sulle teorie di Krugman sosteneva che il problema italiano è costituito dalle politiche di rigore, Renzi ha fatto giustamente osservare che lo stato italiano non spende poco, ma spende male o è incapace di spendere le risorse che ci sono per investimenti che rilancino l'economia. Ha portato ad esempio i fondi europei che vengono "utilizzati" (e ci sarebbe, aggiungo io, da discutere molto sul come) solo per il 50%, pur in presenza di una disperata necessità di investimenti.
Rappresentare, come fa da tempo la sinistra, il problema della recessione come la conseguenza di presunte politiche troppo rigorose (ma quali?) e proporre come un mantra le sciagure dovute al fiscal compact è un'operazione falsa e fuorviante per almeno due motivi.
Il primo è che negli ultimi vent'anni il nostro debito pubblico è raddoppiato in valore assoluto mentre il welfare è regredito vistosamente e le nostre infrastrutture (non solo strade e ferrovie, ma anche e soprattutto scuole, ospedali, reti di comunicazione ecc.) sono andate ancora più indietro. Quindi l'affermazione è storicamente falsa.
Il secondo è che indirizzando lo scontro sociale e politico in termini di attacco all'Ue, di una presunta carenza di risorse pubbliche (con una spesa pari al 50% del Pil!) dovuta a politiche di bilancio troppo restrittive, si finisce con il porre in secondo piano la madre di tutti i nostri mali: una corruzione dilagante ed una spesa pubblica erosa sempre più dalla esosità delle numerose caste a discapito dell'erogazione dei servizi sociali e delle politiche industriali.
Quando le dimensioni dei fenomeni di spreco e corruzione arrivano ai nostri livelli, così come quelli di paesi come la Grecia, il sistema esplode e diventa inevitabile abbatterlo a colpi di scure anche se ci vanno purtroppo di mezzo ancora una volta i più deboli.
Però mi pongo una domanda. Danno più colpi mortali allo stato sociale gli Zingales o i Fiorito e tutti quelli che come lui dilapidano il denaro pubblico?
A Santoro che basandosi sulle teorie di Krugman sosteneva che il problema italiano è costituito dalle politiche di rigore, Renzi ha fatto giustamente osservare che lo stato italiano non spende poco, ma spende male o è incapace di spendere le risorse che ci sono per investimenti che rilancino l'economia. Ha portato ad esempio i fondi europei che vengono "utilizzati" (e ci sarebbe, aggiungo io, da discutere molto sul come) solo per il 50%, pur in presenza di una disperata necessità di investimenti.
Rappresentare, come fa da tempo la sinistra, il problema della recessione come la conseguenza di presunte politiche troppo rigorose (ma quali?) e proporre come un mantra le sciagure dovute al fiscal compact è un'operazione falsa e fuorviante per almeno due motivi.
Il primo è che negli ultimi vent'anni il nostro debito pubblico è raddoppiato in valore assoluto mentre il welfare è regredito vistosamente e le nostre infrastrutture (non solo strade e ferrovie, ma anche e soprattutto scuole, ospedali, reti di comunicazione ecc.) sono andate ancora più indietro. Quindi l'affermazione è storicamente falsa.
Il secondo è che indirizzando lo scontro sociale e politico in termini di attacco all'Ue, di una presunta carenza di risorse pubbliche (con una spesa pari al 50% del Pil!) dovuta a politiche di bilancio troppo restrittive, si finisce con il porre in secondo piano la madre di tutti i nostri mali: una corruzione dilagante ed una spesa pubblica erosa sempre più dalla esosità delle numerose caste a discapito dell'erogazione dei servizi sociali e delle politiche industriali.
Quando le dimensioni dei fenomeni di spreco e corruzione arrivano ai nostri livelli, così come quelli di paesi come la Grecia, il sistema esplode e diventa inevitabile abbatterlo a colpi di scure anche se ci vanno purtroppo di mezzo ancora una volta i più deboli.