La maionese impazzita chiamata Pd -4
Napolitano a Renzi: non stiamo perdendo tempo
Il sindaco: «Accordo con il Cav o si voti subito»
4 aprile 2013
«Io personalmente non credo». Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano arrivando all'università La Sapienza per il convegno 'Paolo Spriano storico e militante', risponde ai cronisti che gli chiedono se stiamo perdendo tempo, come sostiene Matteo Renzi.
In un'intervista doppia al Corriere della Sera e a Repubblica, Renzi pone sul tavolo un aut aut che ha come destinatario il segretario Pier Luigi Bersani:
«O fa un armistizio con il Pdl, oppure è meglio tornare al voto. Non si può perdere altro tempo».
La reazione alle parole del sindaco non si fa attendere. Vuole il governo con il Pdl? «Lo faccia lui», dicono i parlamentari più vicini al leader Pd.
«Renzi esprime oggi la stessa posizione che Berlusconi ha tenuto per tutta la fase post-elettorale», spiega un dirigente bersaniano alla Camera, che chiede di non essere citato.
«Se lui vuole il governissimo con il Pdl, benissimo. Bersani lo lasci fare. Ma sia chiaro che la maggior parte di noi non lo seguirà su quella strada», aggiungono.
Poche ore e risponde anche Bersani: «Siamo qua» dice al termine di un lungo pranzo di lavoro con il vicesegretario Pd Enrico Letta, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se dopo le parole di Renzi, le scelte per il Pd si riducano all'alternativa tra il governissimo con il Pdl e le urne.
Per la maggioranza dei Democratici, resta in campo l'ipotesi di un governo di cambiamento, votata dalla direzione nazionale, da affiancare a uno scenario di 'larghe intese' solo per le riforme e la scelta del presidente della Repubblica.
Un possibile esecutivo Pd-Pdl potrebbe nascere solo nella forma di un governo Renzi-Berlusconi, e senza una buona parte dei voti democrats.
Un'eventualità che farebbe balenare se non l'incubo della scissione, almeno quello della separazione consensuale.
Nei conversari a Montecitorio, l'ipotesi circola sottotraccia e c'è già chi intravede la possibilità di un partito new democrat, renzian-montiano, al fianco di uno a vocazione laburista.
Si tratta per ora di ragionamenti in libera uscita, che tuttavia lasciano trasparire la lacerazione nel partito di fronte all'ipotesi di un accordo con il Pdl
Dal canto suo, il sindaco insiste: «Sono passati più di 40 giorni dalle elezioni, quando si è votato ancora non c'era la sede vacante in Vaticano, persino la Chiesa, che non è un modello di speditezza, è riuscita a organizzarsi velocemente», ha detto il sindaco di Firenze parlando ai microfoni di SkyTg24 a margine di una iniziativa nella sua città.
Renzi spiega che «non c'e un italiano che sia interessato a sapere cosa faccio io da grande. Ma ci sono tutte le persone normali di questo paese che dicono ai palazzi della politica "decidetevi". Noi con il sistema politico che abbiamo, non abbiamo ancora capito chi ha vinto e chi ha perso le elezioni».
«Dare la colpa a Giorgio Napolitano per la situazione politica che si è creata è assurdo. Napolitano è stato in questi anni una assoluta certezza per il Paese. Meno male che c'è stato Napolitano». Per Renzi «dare la colpa a Napolitano per l'impasse è come dare la colpa al vigile se in città c'è traffico».
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